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lunedì 9 dicembre 2024

297. ISOLE FÆR ØER: VÁGUR (LA "BAIA"), COMUNITÀ DI PESCATORI DELLA LONTANA ISOLA MERIDIONALE DI SUÐUROY. II PARTE. Da: VIAGGIO NELLE ATLANTICHE ISOLE FÆR ØER. IL PAESE DAI TETTI DI PRATO, CHE ONDEGGIANO AL VENTO.

 

Non avendo fotografato lo stupendo coltello per il grindadráp mostratomi dal mio interlocutore, lo sostituisco con questa vecchia immagine, tratta da Nordische Fahrten-Island und die Faröer. Skizzen und Studien, di A. Baumgartner, 1889 (British Library)
Cosa c'è nel libro: 

PREMESSA; INTRODUZIONE; GEOGRAFIA, CLIMA, NATURA; STORIA; DEMOGRAFIA, ANTROPOLOGIA (FISICA); LINGUA E CULTURA DI UNA NAZIONE-COMUNITA’; ECONOMIA: IL PESCE, L'«ORO» DELLE FÆR ØER. UNA SOCIETÀ COSTRUITA SULLA PESCA; IERI: LA GRANDE CRISI DEGLI ANNI '1990; OGGI: UNA RINASCITA SCANDITA DAL “VERDE”; IL “PORTO DEL DIO TOR”, TÓRSHAVN, CAPITALE DELLE FÆR ØER; IL CATTOLICESIMO NELLE ISOLE; UN’ESCURSIONE NELLE ISOLE DI STREYMOY ED EYSTUROY;  VÁGUR (LA "BAIA"), COMUNITÀ DI PESCATORI DELLA LONTANA ISOLA MERIDIONALE DI SUÐUROY; RITORNO A TOR E, POI, A COPENHAGEN; APPENDICE (Corsari e pirati nordafricani, francesi, inglesi, irlandesi; L’isola che “non c’è”: la remota Mykines); BIBLIOGRAFIA, CARTE

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ISOLE FÆR ØER: VÁGUR (LA "BAIA"), COMUNITÀ DI PESCATORI DELLA LONTANA ISOLA MERIDIONALE DI SUÐUROY.   II PARTE

Dal diario di viaggio: 

"Oggi è nuvoloso. 

Alle 9,30 esce un’imbarcazione dalla baia.

 Intervisto in Municipio Jógvan Krosslá, sindaco di Vágur, con tutto che è festa. 

Dopo ci sarà sempre il sole… 

Eccezionale! 

Due giorni incredibilmente soleggiati. 

 Alle 14 intervisto Ditlev Hammer, di Hov, 68 anni, nazionalista, indipendentista, sei figli. 

Pescatore, farmer, insegnante di faroese, esperto di cose vichinghe e di trolls. 

Alle 15, assieme ad Hammer, vado al bygd di Hov. 

Ho faticato per camminare nel suo bøur. 

Ho dovuto scavalcare due recinzioni elettrificate, come quelle di Patursson. 

Prima Hammer mi ha mostrato alcuni cairns, che segnano l'antico sentiero intercomunitario, che attraversa l'interno montuoso, tra Porkeri e Fámjin, l'unico centro dell'impervia costa occidentale dell'isola. 

Rientro alle 17”. 

 Queste annotazioni mi danno modo di sottolineare un “concreto” esempio di sincretismo, tra fantastico e realtà. 

Perché il mio cortesissimo ospite mi ha portato anche a vedere quello che aveva descritto come "un monumento di portata storica", localizzato all'interno del suo scosceso bøur (...)

 Secondo la tradizione locale, in un evidente rigonfiamento del terreno marcato da pietre, sarebbero stati sepolti i resti di colui che potremmo definire come uno dei primi “eroi di fondazione", (...) della colonizzazione vichinga delle isole, il ricco e potente Havgrímur. 

Questi, secondo la Saga del Faroese, venne ucciso a Stóra Dímun e sepolto a Suðuroy (...). 

Nel 1832 un coltivatore (...) accanto ad alcune ossa rinvenne una pietra per affilare e, secondo il mio accompagnatore, anche due monili di netta derivazione vichinga. . 

Sarebbe auspicabile che archeologi professionisti possano effettuare in loco esami approfonditi (...). 

Al rientro fotografo il luogo dove secoli fa c’era una chiesa cattolica, distrutta al tempo della Riforma, e il suo cimitero. 

Il mare ha mangiato la terra. 

Nella parte finale del camposanto sembra siano sepolti sei marinai francesi naufragati. 

Da queste parti i naufragi sono stati molti, ma nessuno ha scritto qualcosa (...) 

Faccio foto delle due pietre del re vichingo segnalatemi, ma non vedo segni runici (..). 

Alle 20,25 osservo l’inizio della bassa marea. 

 Incontro il pescatore Kari Poulen, e la moglie Mary Krosslá, figlia del sindaco (..). 

Alle 21 intervista al M.P. Hergeir Nielsen (insegnante, già Ministro dell'Educazione e Traffico (1989-1990), nonché Presidente della Commissione per gli Affari Internazionali (1984-1994) e oggi Membro del Parlamento Faroese). 

Accompagnato dagli albergatori, vengo prima circondato da tre Vābingar (abitanti di Vágur). 

Hanno già bevuto. 

Uno assomiglia al classico vecchio sergente inglese dei film di guerra: pacioccone, sempre sorridente, rosso in viso, capelli altrettanto rossi. 

Anche il secondo sorride, mentre il terzo non ha mai parlato. 

I primi due sono pescatori, 

il terzo è un autista di bus licenziato per la crisi (...)... 

 Bella la casa del MP.

 Mi mostra uno stupendo coltello, con manico e fodera in legno, per il grindadráp (...). 

Finisco di intervistarlo alle 22,30. 

Poi, nel buio più totale, cerco di individuare la strada del rientro.

 Poche persone in giro, qualche ragazza ubriaca in vena di scherzi.

 L’albergo è chiuso e con poche luci. 

Alle 23,15 finisco la mia giornata. 

Fuori c’è nebbia ed è freddo (...). 

Pranzo nell’albergo (...). 

Dopo pranzo intervisto il rappresentante dei pescatori. 

Nonostante quanto afferma, si vede che la sua posizione all’interno della comunità è di rilievo. 

Dopo (...) visito una nave oceanica. 

(...) A bordo incontro il Primo Comandante di macchina Jøgvan Nolsøe, di Klaksvík. 

Ex rappresentante di commercio, ora piccolo imprenditore di pesca e pescatore lui stesso.  

Alle 16,57 riprendo a scrivere. 

Alle 17,07 la moglie dell’albergatore tira fuori le smørrebrød, le classiche tartine scandinave. 

Qui le abitudini sono al contrario di quelle danesi. 

Colazione abbondante, pranzo abbondante – si fa per dire –, cena fredda. 

(...) Dopo cena vado dalla “memoria storica” di Vágur, Asbjorn Jacobsen, a registrare la sua “storia di vita”. 

Scalette vertiginose portano al piano superiore della casa (...). 

Qui mi riceve, seduto sopra una stupenda carrozzella a motore ultimissimo tipo. 

E’ paralizzato da quando, all’età di 24/26 anni, è stato colpito da un toro. 

 Questa mattina: freddo e vento. 

Finalmente riesco ad andare più a nord, fino ad Oravik. 

Pomeriggio di sole. 

Oceano. 

Gabbiani” (...).

Da: VIAGGIO NELLE ATLANTICHE ISOLE FÆR ØER. IL PAESE DAI TETTI DI PRATO, CHE ONDEGGIANO AL VENTO 

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domenica 8 dicembre 2024

296. ISOLE FÆR ØER: VÁGUR (LA "BAIA"), COMUNITÀ DI PESCATORI DELLA LONTANA ISOLA MERIDIONALE DI SUÐUROY. Dal diario di viaggio, I PARTE. Da: VIAGGIO NELLE ATLANTICHE ISOLE FÆR ØER. IL PAESE DAI TETTI DI PRATO, CHE ONDEGGIANO AL VENTO.

Lo storico sloop Johanna TG 326, del 1884, all’ormeggio nel porto
(© Franco Pelliccioni)

Cosa c'è nel libro: 

PREMESSA; INTRODUZIONE; GEOGRAFIA, CLIMA, NATURA; STORIA; DEMOGRAFIA, ANTROPOLOGIA (FISICA); LINGUA E CULTURA DI UNA NAZIONE-COMUNITA’; ECONOMIA: IL PESCE, L'«ORO» DELLE FÆR ØER. UNA SOCIETÀ COSTRUITA SULLA PESCA; IERI: LA GRANDE CRISI DEGLI ANNI '1990; OGGI: UNA RINASCITA SCANDITA DAL “VERDE”; IL “PORTO DEL DIO TOR”, TÓRSHAVN, CAPITALE DELLE FÆR ØER; IL CATTOLICESIMO NELLE ISOLE; UN’ESCURSIONE NELLE ISOLE DI STREYMOY ED EYSTUROY;  VÁGUR (LA "BAIA"), COMUNITÀ DI PESCATORI DELLA LONTANA ISOLA MERIDIONALE DI SUÐUROY; RITORNO A TOR E, POI, A COPENHAGEN; APPENDICE (Corsari e pirati nordafricani, francesi, inglesi, irlandesi; L’isola che “non c’è”: la remota Mykines); BIBLIOGRAFIA, CARTE

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 VÁGUR (LA "BAIA"), COMUNITÀ DI PESCATORI DELLA LONTANA ISOLA MERIDIONALE DI SUÐUROY

Dal diario di viaggio, I PARTE 

 “Il progetto prevede ora di continuare l’indagine a Suðuroy, la più meridionale e decentrata delle isole faroesi, a due ore e mezza di nave della Strandfaraskip Landsins

Mi imbarco alle 19,15. 

Il ferry, che sembrava vuoto, presto si riempie di macchine e passeggeri, tra cui numerosissimi bambini. 

Se volessimo individuare un altro “simbolo” delle isole, alla “comunità nazione”, ai prati ondeggianti sui tetti, alla “Terra dei puffini” (Lundaland), al pesce (“l’oro delle Fær Øer”) e al grindadráp, potremmo benissimo includere le famiglie “numerose”.

 In vita mia, non ho mai visto intorno tanti piccoli. 

Ad occhio e croce una media di tre a famiglia, che a bordo giocano da scalmanati. 

Nessuno se ne cura più di tanto. 

Ma i paesi scandinavi, si sa, sono molto permissivi… 

 Alle 20 si salpa, sotto la pioggia. 

Nuvole basse durante la navigazione. 

 Dopo 30 minuti la nave comincia ad ondeggiare notevolmente.

 Come nel Fiordo del Ghiaccio, alle Svalbard, numerosi gabbiani cercano di oltrepassare il natante. 

Volando bassissimi, rasentando le onde. 

Arrivo alle 22,30. 

Ecco le prime nebbie. 

L’isola è completamente immersa nel buio. 

Si carica la mia pesantissima valigia a bordo di un taxi, che mi porta fino a Vágur, il secondo villaggio più grande dell’isola: albergo Bakkin (...). 

C’è molto rumore per il chiasso dei ragazzi di Miðvagur e Sørvágur, che domani a Sumba giocheranno la partita di calcio Vágar -Sumba. 

 Il primo risveglio a Vágur è con la pioggia. 

Poi sole tutto il giorno. 

Attendo di parlare dei problemi della ricerca con il figlio dell'albergatrice (...). 

Voglio accennargli i lineamenti del progetto, l'importanza di incontrare i giusti "informatori": gli anziani, i pescatori, i leaders della comunità, ecc. 

 Dal gruppo di giocatori di calcio presenti si alza un ragazzo. 

Ha seguito il mio colloquio con l'albergatrice. 

Fino ad allora era stato in silenzio. 

Mi chiede quali siano i miei problemi. 

Ritenendo che sia il figlio della signora, gli spiego ogni cosa. 

Mi dice che ciò che dico è giusto, che certamente è importante, anche per la comunità, potermi aiutare, ma che non può far niente. 

Deve giocare nel pomeriggio, e poi se ne andrà via. 

Non era il figlio, né un suo amico di Vágur. 

Proveniva addirittura da un altro villaggio, dall’isola di Vágar, dove ero atterrato con l’aereo. 

Aveva sentito l'impulso di rendersi subito utile all'ospite italiano.

 Dopo arriva (...) il figlio. 

 Il progetto viene nuovamente illustrato. 

Studia all’Università di Aalborg. 

Si interessa allo sviluppo sostenibile… 

 Mi dice che i grind [le balenottere] depauperano la popolazione di merluzzi (...). 

Anche lui è stato a Tor per St. Olav (...). 

La madre telefona per un appuntamento: domani vedrò il sindaco alle 10. 

Oggi è domenica, per cui in chiesa, dall’altra parte della baia, troverò certamente gente. 

Così vado alla Vägs Kirkja (...)

Il diacono luterano (...), molto gentile, mi fa fotografare durante la funzione e, all’inizio, mi fa perfino salire sulla cantoria, dove c’è l’organo. 

Ai fedeli, una cinquantina, legge gli inni (...)

(...) Nella parete della chiesa pende un ex-voto. 

E’ il modello della nave che ho fotografato in porto, lo sloop Johanna TG 326, del 1884.

 Spesso il modello esposto, mi dice, è di una nave naufragata. 

Fuori, a non molta distanza dalla chiesa, osservo il nero monumento a Nólsoyar Páll, l’eroe faroese, che nel 1804, assieme ad altri isolani, qui costruì la prima nave delle Fær Øer, dai tempi del Medio Evo (...). 

Pomeriggio eccezionale, camminata di tre ore (15,30-18,30) per raggiungere le alte scogliere di Skúvanøs, alle spalle del villaggio, verso l’oceano aperto, e osservare gli uccelli marini. 

Catturati dagli abitanti di Vágur con la tecnica dell'uccellagione (...)  

 Pensavo di non farcela. 

(...) Brutta salita, ma su strada. 

Al ritorno la lascerò, per accorciare la distanza. 

Durante l’escursione non ho visto altri esseri umani. 

Perché è domenica? 

Sorprendentemente mi imbatto in alti piloni. 

Sembrano antenne. 

Ricordo che le basi della DEW Line, come quella “fantascientifica”, vista oltre dieci anni prima sulle sponde dell’Oceano artico, in Canada, arrivassero anche alle Fær Øer. 

Al rientro mi dicono che là, durante la seconda guerra mondiale, c’era una stazione radar britannica. 

 Gabbiani di tutti i tipi, anche minacciosi. 

Fortunatamente non le tremende sterne artiche, la cui aggressività mi era già nota. 

Ho però rivisto il tjaldur, la beccaccia di mare, simbolo delle isole.

 Con la Canon fotografo l’oceano verso l’Islanda. 

Scatto diverse foto alle scogliere. 

Per avvicinarmi il più possibile al precipizio, mi devo però buttare ventre a terra. 

Certo (...) alle Shetland, ero più giovane di tredici anni, forse anche un po’ avventato. 

Poiché non ricordo di aver avuto paura dell’abisso... 

In effetti fa uno strano effetto guardare giù, verso il basso. 

 (..)  Alle 22,30 dall’albergo vedo luci nelle acque di Vágur. 

E’ un peschereccio medio-piccolo. 

Lentamente sta entrando nel riparo delle imbarcazioni. 

Li avevo già contati, sono 24. 

Ecco perché in giro c’erano pochi battelli (...). 

CONTINUA

Da: VIAGGIO NELLE ATLANTICHE ISOLE FÆR ØER. IL PAESE DAI TETTI DI PRATO, CHE ONDEGGIANO AL VENTO 

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sabato 7 dicembre 2024

295. ISOLE SHETLAND: LE QUATTRO RIVOLUZIONI CULTURALI. PRIMA RIVOLUZIONE, 1886: il Crofters' Act; SECONDA RIVOLUZIONE, ‘1960: lana, maglieria, pesce refrigerato, artigianato d’argento; TERZA RIVOLUZIONE, 1971-1998: scoperta e sfruttamento di petrolio e gas; QUARTA RIVOLUZIONE, 1998-oggi: contrazione estrazione petrolifera, rinascita e sviluppo delle tradizionali attività economiche (crofting, allevamento, pesca, itticoltura), turismo petrolio, gas. Da: ULTIMA THULE. RICORDI DI UN VIAGGIO DI STUDIO INVERNALE NELLE ISOLE SHETLAND.


L’interno di una casa di crofters (foto Ramsay)

Cosa c'è nel libro

PREFAZIONE; INTRODUZIONE; TAPPA NELL’INGHILTERRA SETTENTRIONALE: DURHAM E L’ESCURSIONE NEL  LAKE DISTRICT; STORIA DELLE SHETLAND; LA LINGUA, TRA INGLESE E NORN; LEGAMI CON LA NORVEGIA; L’ECONOMIA; NASCITA (CON PECCATO ORIGINALE) E SVILUPPO DI LERWICK; L’ISOLA DI MAINLAND; LE CRISI ESISTENZIALI COLLETTIVE; LE QUATTRO RIVOLUZIONI CULTURALI; PRIMA RIVOLUZIONE, 1886; SECONDA RIVOLUZIONE, ‘1960; TERZA RIVOLUZIONE, 1971-1998; QUARTA RIVOLUZIONE, 1998-oggi; CONTRABBANDO E PIRATERIA NELL’ARCIPELAGO; I NAUFRAGI; FAIR ISLE; BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
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SHETLAND: LE QUATTRO RIVOLUZIONI CULTURALI 

PRIMA RIVOLUZIONE, 1886: il Crofters' Ac

Grazie al Crofters' Act, il Primo Ministro William Gladstone nel 1886 emancipò i crofters dai grandi latifondisti. 

Consentendo a coloro, che erano stati alle loro dipendenze, di diventare proprietari delle loro piccole fattorie. 

In questo stesso periodo i pescatori olandesi di aringhe diedero vita ad una vera e propria industria ittica, che conobbe quasi quaranta anni di prosperità (...), cioè fino a quando iniziarono a diminuire le riserve di pesce. 

Il picco sarà raggiunto nel 1905, con oltre un milione di barili (...). 

SECONDA RIVOLUZIONE, ‘1960: lana, maglieria, pesce refrigerato, artigianato d’argento 

 La seconda rivoluzione inizia negli anni ‘1960. 

E’ trainata dalla fortissima domanda di maglieria e lana Shetland, grazie alla quale le ditte hanno così tante ordinazioni, che non sono in grado di soddisfarle totalmente. 

(...) Le maglie verranno esportate in Francia e in altre nazioni europee.

 Nel 1960 si costruiscono anche i primi impianti di refrigerazione del pesce, (...) 

Gli artigiani inizieranno anche a riprodurre in argento ornamenti e monili basati su motivi, sia celtici, che scandinavi. 

 TERZA RIVOLUZIONE, 1971-1998: scoperta e sfruttamento di petrolio e gas 

 Nel 1971 incomincia la terza rivoluzione: la scoperta da parte della Shell del petrolio nel Mare del Nord. 

Seguita da un notevole sviluppo dell’estrazione petrolifera e di gas naturali (...). 

La produzione di petrolio raggiunse il suo massimo nel 1984, con 58.328.785 tonnellate (...). 

 Come mi fu detto allora: "il petrolio passa, il petrolio finisce.

 Abbiamo visto e subito molti avvenimenti nella nostra lunga storia, ma la pesca, i campi, l'allevamento ci sono stati e sempre ci saranno.

 È ancora sempre, e tutto lì, il nostro futuro". 

Essi sanno come rispondere all'eterno interrogativo di questa nostra esistenza: da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo... 

 Ecco quindi arrivare la “Quarta Rivoluzione Culturale”: 

QUARTA RIVOLUZIONE, 1998-oggi: contrazione estrazione petrolifera, rinascita e sviluppo delle tradizionali attività economiche (crofting, allevamento, pesca, itticoltura), turismo petrolio, gas 

 Nel 1998 la Shell si ritira dalle Shetland. 

Da tempo la produzione di petrolio e gas ha raggiunto il suo picco.

 Da allora altri players si sono introdotti nell’agone economico di Shetland (e Gran Bretagna). 

 La BP nel dicembre del 2017 a sua volta consegna il Terminal di Sullom Voe all’Enquest (...). 

Anche perché, accanto ai campi già esistenti ad est delle isole, dopo le 86 ulteriori prospezioni nella piattaforma continentale, si è trovato gas anche ad ovest dell’arcipelago (...). 

. Quando sembrava, ormai, che le riserve esistenti fossero pressoché esaurite. 

Attualmente la produzione è pari a 70-80.000 barili di petrolio, con un picco di 110.000 previsto per il 2018. 

 Oggi l’economia è tornata a scommettere sulle sue tradizionali attività: agricoltura, pesca, itticoltura, turismo. 

Anche se, in tono minore, continua l’estrazione petrolifera e di gas naturali. 

Tentando però, senza riuscirci, di aggiungere al “pacchetto” le energie rinnovabili. 

Pesca e itticoltura 

 Si è registrato un forte incremento del tonnellaggio pescato: 75.767 tonnellate nel 2009 e 86.752 tonnellate nel 2010 (...), mentre gli impianti di refrigerazione del pesce nel 2010 sono diventati 20 (...). 

Anche l’itticoltura, con l’allevamento del salmone, ha avuto una notevole crescita (...).

 Coltivazione, allevamento, turismo 

 La tradizionale coltivazione (avena e orzo) su piccole parcelle di terreno, su una base di affitto legalmente limitato, costituisce tuttora un'importante fonte di reddito, mentre l’allevamento delle pecore è sempre fondamentale. 

Pur avendo subito una modesta contrazione (...), rispetto all’epoca del mio soggiorno. 

 Dal punto di vista turistico le Shetland costituiscono una destinazione popolare per le navi da crociera. 

Nel 2010 la Lonely Planet collocava le isole tra le prime sei al mondo per tutti coloro che erano alla ricerca di destinazioni “incontaminate”. 

Nel 2006 sono sbarcati a Lerwick ca. 26.000 passeggeri e quasi 31.000 nel 2010.

Da: ULTIMA THULE. RICORDI DI UN VIAGGIO DI STUDIO INVERNALE NELLE ISOLE SHETLAND. E-book, e versione cartacea a colori (133 pp., 114 immagini, di cui 89 a colori - 55 sono dell'A.- ) e in bianco e nero)


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venerdì 6 dicembre 2024

294. VILHJALMUR STEFANSSON, 1879-1962. È STATO UN PERSONAGGIO STRAORDINARIO, UN MITO E UNA LEGGENDA. LA CANADIAN ARCTIC EXPEDITION (CAE), LA PIÙ LUNGA ESPLORAZIONE POLARE DELLA STORIA, TRA ALASKA E ARTICO CANADESE, 1913-18. L’ODISSEA DELLA KARLUK. DA: TRA I GHIACCI DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST

 

 Stefansson in tenuta polare

Cosa c'è nel libro: 

PREMESSA; PARTE I.   L’A. e il Passaggio a Nord-Ovest

La scoperta involontaria dell’accesso orientale al Passaggio nel 1616; L’anomia nell’Artico: corsari “on duty” e fuori servizio; ammutinamenti degli equipaggi; Spedizioni pluriennali volontarie e non (per sverno o deriva dei ghiacci), o ripetute nel tempo; Alla ricerca di montagne, isole e terre inesistenti; Scoperta di nuove isole e “riscoperta” nel XX secolo di terre dimenticate; Missioni solitarie, di gruppo, via terra, via mare; Nel 1819 Parry riceve il premio per aver raggiunto la metà della  distanza tra i due accessi (orientale e occidentale) del Passaggio; Spedizioni scomparse nel nulla (XV-XVIII secolo); Il “mistero” per antonomasia della Storia delle Esplorazioni: la  Grande Spedizione “perduta” di Sir John Franklin, 1845; Nel 1854 il premio di 20.000 sterline spetta a McClure per la  scoperta, da ovest ad est, del Passaggio; Amundsen naviga il Passaggio da est a ovest nel 1903-1906. Nel  1921-24, sia pure su slitte, il percorso è ripetuto dalla Quinta  Spedizione Thule dell’etnologo Rasmussen; Infine, sezione dopo sezione, l’itinerario del mitico Passaggio a Nord-Ovest

PARTE II        Nel Passaggio a Nord-Ovest

TuktoyaktukMare di Beaufort (Artico Occidentale, Northwest Territories); Resolute Bay (Qausuittuq): Stretto di Barrow (Artico Centrale-Alto Artico, Nunavut);  Iqaluit (Frobisher Bay): Isola di Baffin, Artico Orientale, oggi Nunavut; Pangnirtung (Cumberland Sound): Isola di Baffin, Artico Orientale, oggi Nunavut; Le altre due comunità: Inuvik, delta del fiume Mackenzie (ad ovest, nei Northwest Territories), Kuujjuaq, già Fort Chimo (ad est, nel Nunavik)

PARTE III   ALLA SCOPERTA DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST:  ESPLORATORI, NAVIGATORI, ANTROPOLOGI

1. GIOVANNI CABOTO, 1450? - 1498. Nell’outport di Bonavista, nell’isola canadese di Terranova. La misteriosa scomparsa di Caboto e delle sue navi, 1498; 2. GASPAR CORTE-REAL, ca. 1450-1501. I portoghesi si interessano ai banchi di merluzzo di Terranova. I fratelli Gaspar e Miguel Corte-Real. Gaspar Corte-Real e la prima spedizione del 1500. La scomparsa di Gaspar Corte-Real nella spedizione del 1501; 3. SIR FRANCIS DRAKE, 1544-1596.  Nel 1577 una squadra al comando di Francis Drake salpa da  Plymouth, dando inizio alla prima circumnavigazione inglese della  Terra; Raggiunto il Pacifico, si risale la costa del Sud America (1578), attaccando a sorpresa navi e insediamenti spagnoli, per proseguire  ancora verso nord, ma solo al 48° N, 1579; 4. JOHN DAVIS, 1550-1605. La prima spedizione del 1585: Groenlandia e Baffin; La seconda spedizione del 1586: Groenlandia e Labrador; La terza spedizione, 1587: Groenlandia, ancora Baffin, Stretto di  Hudson, Labrador; 5. HENRY HUDSON, 1570-1611. La spedizione del 1607: Groenlandia, Svalbard, Jan Mayen; Le spedizioni del 1608 e 1609: Nuova Zemlja, Terranova, Maine,  Cape Cod, Manhattan; L’ultima spedizione del 1610-11: Islanda, Groenlandia, Labrador,  Baia di Hudson, l’ammutinamento e… la morte; Uno straordinario insegnamento nautico; 6. SAMUEL DE CHAMPLAIN, ca. 1570-1635. Il primo viaggio del 1603 serve anche per ricercare il Passaggio, che  però non riesce a trovare…; 7. JAMES COOK, 1728-1779. Il terzo, e ultimo, viaggio, 1776-79: lo Stretto di Bering; 8. GEORGE VANCOUVER, 1757-1798. A bordo della Resolution e della Discovery con Cook, 1772-75 e  1776-80; La spedizione in Nord America, 1791-95; 9. JOHN ROSS, 1777-1856. Stretto di Davis, Baia di Baffin, Lancaster Sound, le “Montagne di  Crocker”, 1818; Penisola e Golfo di Boothia, King William Island, quindi nella  Penisola di Boothia viene raggiunto il Polo Magnetico Nord, 1829-1833; Alla ricerca della Spedizione Franklin: Stretto di Lancaster, 1850-1851; 10. WILLIAM EDWARD PARRY, 1790-1855. Con John Ross nel Lancaster Sound, 1818; Lancaster Sound, Stretto di Barrow, Melville Sound. Nella Melville  Island tocca i 110°Ovest: È a metà del Passaggio a Nord-Ovest. Quindi l’isola di Banks, 1819-1820; Bacino di Foxe, Isola Southampton, Repulse Bay, Penisola di  Melville, Igloolik, 1821-1823; Canale del Principe Reggente, Stretto di Barrow, 1824-1825; Verso il Polo Nord raggiunge gli 82° 45' N, 1827; 11. SIR JOHN FRANKLIN, 1786-1847. Introduzione; La Grande Spedizione di Franklin salpa alla ricerca del Passaggio a  Nord-Ovest, 1845. PRIMA FASEAlla ricerca della spedizione, le missioni di soccorso  e ricerca (1848-1880) scoprono materiali, tombe, resti umani; 11. 1 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Elisha Kane  (1820-1857): 1850-51; 1853-55 11. 2 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Robert  McClure (1807-1873): 1850-54 11. 3 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Sir Francis  Leopold Mc Clintock (1819-1907): 1848-49; 1850-51; 1852-1855; 1857-59 11. 4 Alla ricerca via terra della Spedizione Franklin: John Rae  (1813-1893):1848-49; 1850; 1850-51; 1853-54; SECONDA FASE: alla fine di un decennio di ricognizioni sul  terreno, di studi e analisi a tavolino e in laboratorio, negli anni ‘1980  si ricostruiscono le cause del tragico fallimento di una delle più  grandi imprese umane, che la storia dell'esplorazione ricordi; TERZA FASEanni ‘2000. il cambiamento climatico favorisce il ritrovamento sul fondo del Mar Glaciale Artico delle navi di  Franklin: l’Erebus (2014) e la Terror (2016); La sopravvivenza nell'Artico: insegnamenti provenienti dalla cultura  eschimese (Inuit) e dall'antropologia; 12. OTTO SVERDRUP, 1854-1930. Con Nansen attraversa da est ad ovest l’inlandsis della Groenlandia  con gli sci (1888); Con la Fram verso il Polo Nord su slitte trainate da cani. La  Norwegian Arctic Expedition, 1898-1902; 13. ROALD AMUNDSEN, 1872-1928. Alla conquista del Passaggio a Nord-Ovest, 1903-1906. La Gjøa salpa da Cristiania (Oslo); 14. DONALD BAXTER MACMILLAN, 1874-1970. Un grande divulgatore scientifico; Le prime spedizioni artiche (1908-1917); Le spedizioni polari con la Bowdoin (1921-1954); 15. PETER FREUCHEN, 1886-1957. Con Wegener nel nord-est della Groenlandia con la Spedizione Danese, 1906-1908; Con Rasmussen Prima Spedizione di Thule, 1912; Quinta Spedizione di Thule: Isola di Baffin, Penisola di Melville, Baia di Hudson Occidentale,1921-1924; 16. KNUD RASMUSSEN, 1879-1933; La Danske Literaere Grönlands Ekspedition, Groenlandia 1902-1904; La nascita in Groenlandia; Lo Spaccio di Thule tra gli Eschimesi (Inuit) Polari, Groenlandia  settentrionale; Le Sette Spedizioni Thule; Le prime quattro spedizioni: 1912-13, 1916-1917, 1919; La Quinta Spedizione, la più grandiosa di tutte: Groenlandia-Siberia, 1921-1924; Dall’Isola dei Danesi: molteplici indagini etnografiche, etnologiche, archeologiche. RASMUSSEN RACCONTA; Sesta e Settima Spedizione: 1931, 1932-33; 17. VILHJALMUR STEFANSSON, 1879-1962. Islanda, 1904-05; Alaska e Artico occidentale canadese, con la  Anglo-American Polar Expedition, 1906-07; Artico occidentale canadese, 1908-12: Eschimesi del Mackenzie e del Rame; La Canadian Arctic Expedition (Cae), la più lunga esplorazione  polare della storia, tra Alaska e Artico Canadese, 1913-18; L’odissea della Karluk APPENDICE AI MARGINI, MA NON TROPPO…Ludvig Mylius-Erichsen, Peter Freuchen, Alfred Wegener e la prima automobile tra i ghiacci artici, Nella spedizione della Danimarca nel nord-est della Groenlandia (...) BIBLIOGRAFIA CARTE

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VILHJALMUR STEFANSSON, 1879-1962 

 È stato un personaggio straordinario, un mito e una leggenda. Un esploratore, ma anche un antropologo, che ha vissuto a lungo con gli Eschimesi (Inuit). 

 Condividendone fatiche, pericoli, drammi, fame. 

Le sue tre spedizioni, effettuate, tra Artico canadese e alaskano nel 1906-18, hanno avuto una durata tra i 16 ed i 57 mesi. 

Così che è suo il record di permanenza al di sopra del Circolo Polare Artico… 

LA CANADIAN ARCTIC EXPEDITION (CAE), LA PIÙ LUNGA ESPLORAZIONE POLARE DELLA STORIA, TRA ALASKA E ARTICO CANADESE, 1913-18

Nel 1913-18 si cimenta, tra Alaska ed Artico canadese, nella più lunga esplorazione polare della storia. 

Un tempo così lungo ed aree così remote, che i suoi membri apprenderanno dello scoppio della Prima Guerra Mondiale solo nel 1916… 

Intenzionato ad approfondire il lavoro già svolto (...) decide di coinvolgere il governo canadese (...)

In quegli anni è stata infatti dichiarata la sovranità del suo paese su tutte le terre (...) site tra la terraferma e il Polo Nord…

 Ottawa così subentra (...) ai precedenti sponsors, dando carta bianca alla sua Grande Spedizione: la Canadian Arctic Expedition (CAE). 

Lo affiancherà lo zoologo Anderson e vedrà la partecipazione di quindici scienziati (...).

(...) Molteplici sono gli scopi che dovrà perseguire: antropologia (...); biologia (...) geografia (...). 

Oltre all’esplorazione (...). 

Potrà disporre di quattro navi: l’ammiraglia Karluk, Mary Sachs, Alaska, North Star, e due saranno i gruppi ad operare. 

 Quello settentrionale, con la Karluk, ha finalità geografico-esplorative. 

Dovrà spingersi verso il Polo di “relativa inaccessibilità”, la regione polare più lontana dalle terre emerse… 

Stefansson ne è il leader. 

Con lui quattro, tra scienziati (...) e capi delle “divisioni”. (...) 

 L’Anderson comanda il gruppo meridionale. 

Lo affiancano cinque scienziati (...) e sei, tra capitani e membri d’equipaggio. 

Oltre a diciassette eschimesi. 

 L’odissea della Karluk 

La Karluk, al comando del celebre polarista Robert Bartlett (...), e un equipaggio composto da quattordici uomini, oltre a due eschimesi, originariamente fa parte del gruppo settentrionale. 

Poi, a causa di un’imprevista deriva, naufragherà. 

 Una tragedia che comporterà la morte di diversi suoi membri. 

A bordo sono infatti imbarcati sei scienziati, di cui solo McKinlay, l’esperto scozzese di magnetismo, sopravviverà.

 Mentre tra i ghiacci della banchisa, nei pressi dell’isola siberiana di  Wrangel, si perderanno: Henri Beuchat (antropologo parigino), Mackay (...), Murray (...).

 Infine sull’isola moriranno i geologi Malloch e Mamen. 

Tre saranno invece le perdite subite dall’equipaggio. 

Eccoci all’odissea della Karluk

Subito imprigionata dai ghiacci al largo delle coste alaskane, Stefansson l’abbandona temporaneamente, per cacciare. 

Non la rivedrà più, poiché andrà alla deriva per diversi mesi. 

Quando la pressione dei ghiacci si farà insostenibile, verrà abbandonata in tutta fretta e, infine, si inabisserà. 

 Così gli uomini dovranno fare la spola, con slitte ed equipaggiamento, verso l’isola di Wrangel. 

Già conosciamo il destino di otto di loro. 

Gli altri saranno salvati dopo diversi mesi da una nave (...)

 È praticamente impossibile raccontare in poche righe l’attività della spedizione. 

 Per rendersene conto è sufficiente dare uno sguardo ad una delle mappe del Geodetic Survey of Canada, acclusa al volume: The Friendly Arctic. The Story of Five Years in Polar Regions (1921), di cui anni fa acquistai una copia presso un famoso antiquario di Oslo.

Sette tracciati formano un’immensa ragnatela, dalla Siberia all’isola Axel Heiberg (...). 

Stefansson infatti effettuerà lunghissime “galoppate” su slitte trainate da cani, lottando contro la deriva della banchisa, che lo sospingerà verso tutt’altre direzioni. 

Mentre il gruppo meridionale sulla terraferma, dall’Alaska al Coronation Gulf, svolgerà un’intensa attività scientifica (...).

 Gigantesco il materiale riportato dalla CAE: animali, piante, fossili, rocce (...)

“Etnografo percettivo”, come lo ha definito l’antropologo islandese Gísli Pálsson, Stefansson è indubbiamente un serio ricercatore sul campo: vive con gli eschimesi; ne impara la lingua; cerca perfino di pensare come loro. 

Sempre particolarmente attento al cambiamento culturale, è indubbiamente un antesignano rispetto ai suoi colleghi: nel 1913 descrive quella che in futuro sarà definita: osservazione partecipante; nel 1938 suggerisce di utilizzare il termine Inuit, al posto del peggiorativo algonchino Eschimese… 

Il suo profondo relativismo culturale lo farà lottare contro l’etnocentrismo degli esploratori e, in genere, degli “agenti di cambiamento”. 

Rispettando, fino in fondo, saggezza e conoscenze di questi “primitivi” e “illetterati”…

DA: TRA I GHIACCI DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST
 

E-Book, Versione cartacea a colori e in bianco e nero
di grandi dimensioni (16,99 x 24,4) 237 pp., 212 foto (47 sono dell'A.), 143 note.
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Bianco e nero  https://www.amazon.it/dp/B09ZCS95LJ

La versione cartacea ha 37 pagine e 32 foto in più di quella digitale. In parte dovuti alla diversa impaginazione. Ma anche al fatto che ho inserito un’APPENDICE, che non c’è nell'E-BookLudvig Mylius-Erichsen, Peter Freuchen, Alfred Wegener e la prima automobile tra i ghiacci artici, Nella spedizione della Danimarca nel nord-est della Groenlandia (...)

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PAGINA AUTORE ITALIA AMAZON:

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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.

giovedì 5 dicembre 2024

293. LA CITTADINA ORCADIANA DI STROMNESS E LA COMPAGNIA DELLA BAIA DI HUDSON. DA: REMINISCENZE DI UN VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO SCOZZESE DELLE ORCADI

La moglie indiana del trapper, di Alfred Jacob Miller
(ca. 1858-1859)


Cosa c'è nel libro: 

1. PREFAZIONE; 2. INTRODUZIONE; 3. LINGUA; 
4. FOLKLORE; 5. ECONOMIA; 6. TRASPORTI E TURISMO; 
7. CENNI STORICI; 8. UN CAPITOLO INVERO SINGOLARE: LA “SCOPERTA” DELLE ORCADI DA PARTE DEGLI ESCHIMESI (INUIT) NEL XVII- XVIII SECOLO…; 9. LA CACCIA ALLE STREGHE, XVI-XVIII SECOLO; 10. L’ISOLA DI MAINLAND; 11.  MAINLAND: KIRKWALL, CAPOLUOGO DELL’ARCIPELAGO; 12. MAINLAND: STROMNESS, AVAMPOSTO BRITANNICO DELLE GRANDI E AVVENTUROSE ESPLORAZIONI GEOGRAFICHE E TAPPA PER LE NAVI DELLA POTENTE COMPAGNIA DELLA BAIA DI HUDSON; 13. IL VIAGGIO DEL 1982; 14. ALLA SCOPERTA DELLE TESTIMONIANZE STORICO-ARCHEOLOGICHE DELLA MAINLAND OCCIDENTALE; 15. IN NAVIGAZIONE TRA LE ISOLE SETTENTRIONALI; 16. LE ISOLE MERIDIONALI; 17. NAUFRAGI E AUTOAFFONDAMENTI; 
18. CONTRABBANDIERI E PIRATI19. BIBLIOGRAFIA

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La cittadina orcadiana di Stromness e la Compagnia della Baia di Hudson 

La storia di Stromness è comunque strettamente connessa a quelle delle grandi esplorazioni geografiche, della Compagnia della Baia di Hudson e del Canada. 

Le navi preferivano ancorarsi a Stromness, piuttosto che a Kirkwall, poiché la cittadina fronteggia direttamente le acque dell’Atlantico (...)

Tanto che i Vichinghi chiamarono la zona Hamn-vágr, cioè “baia buona per le navi”. 

Stromness è infatti completamente riparata dalla collina di Brinkie's Brae dalle tempestose acque dell’Atlantico e dai venti occidentali. 

 Se strategicamente importante fu la posizione di Stromness, anche i suoi abitanti avrebbero giocato un ruolo di non minore rilievo in quel settore nord-atlantico. 

Il loro know how ed expertise marittimo era fuori discussione. 

Inoltre erano usi lavorare in un ambiente le cui condizioni climatiche erano simili a quelle esistenti nella Baia di Hudson e, cosa che non guastava, erano più a buon mercato degli inglesi (...). 

Per tutta questa serie di fattori, il Governatore e la Compagnia degli Avventurieri d'Inghilterra Commercianti nella Baia di Hudson (...)  impiegò orcadiani a piene mani, in qualità di marinai, commercianti e magazzinieri, nelle sue stazioni commerciali disseminate nel Canada settentrionale (...) 

 L’Ufficio di collocamento della Baia 

 Tra la Scozia e la Compagnia e, in particolare, tra le Orcadi e quest'ultima, vi sarebbe stato, nel tempo, più di un feeling

 Nel 1702, a soli 32 anni di distanza dalla sua fondazione, la Compagnia creava a Stromness un apposito ufficio per iniziare a reclutare il personale (...) da destinare (...) alla Terra di Rupert, l’immenso territorio avuto in concessione dalla Corona britannica. 

Nel 1791 nominava come agente locale David Geddes, un commerciante di Stromness. 

Avvisi da possedere sui requisiti necessari per l'arruolamento venivano regolarmente affissi sulle porte delle chiese, così come quelli riguardanti gli annuali arrivi e le partenze delle sue navi, che diventarono veri e propri eventi nel modesto calendario sociale orcadiano. 

 “L’evento più importante per Stromness e le Orcadi era l’arrivo delle navi della Compagnia. 

E l’avvenimento principale della visita era il ballo, che si teneva sopra il cassero di poppa della nave principale. 

L'intera nave era pulita, gli alberi decorati con il pavese e veniva messa una tenda di tela, nel caso in cui il tempo dovesse essere spiacevole. 

Alle sette in punto, il capitano e alcune ben conosciute matrone locali avrebbero condotto la danza, a intervalli i signori avrebbero offerto interpretazioni piene di sentimento delle canzoni più in voga e molto frequentemente tutti si sarebbero copiosamente rinfrescati” (...). 

(...) Quando le navi issavano le ancore, sulla torre del porto sventolava la bandiera della Compagnia e dal 1813 tutti avrebbero udito i colpi che il cannone catturato alla Liberty, una nave pirata statunitense, sparava a salve dall'alto di Stanger's Brae. 

 Nel 1799, quando gli abitanti di Stromness erano 1.400, in Canada la Compagnia contava in tutto 530 impiegati, 416 dei quali erano orcadiani. 

 Infatti nell'arcipelago era nata la maggior parte dei dipendenti a ogni livello: funzionari, impiegati, contabili, esploratori. 

Come il grande John Rae, la cui salma è sepolta nella Cattedrale di St Magnus a Kirkwall.  

Mentre ben dieci saranno gli orcadiani diventati potenti Governatori della Compagnia. 

 Le loro sedi canadesi spesso furono quelle più difficili, remote e pericolose. Come gli avamposti di Rupert, Moose, Severn, Albany (...)  

Tutti localizzati lungo l'immensa costa della Baia di Hudson. 

(...) va anche detto come Stromness per un lungo periodo si sia trasformata in una comunità di sole donne, vecchi e bambini. 

A causa del brusco contrarsi della popolazione maschile, perfettamente scandito da ogni nuovo passaggio navale in rada.

 Anche se poi molti degli isolani, allo scadere del contratto, torneranno a vivere nelle Orcadi. 

Sovente accompagnati da compagne indiane. 

Tanto che, alla fine del 1770, a St Margaret's Hope, nell'isola di South Ronaldsay, si dovette aprire un piccolo collegio, che accolse i figli derivanti da queste unioni.

DA: REMINISCENZE DI UN VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO SCOZZESE DELLE ORCADI 

(E-Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, 178 pp, 188 note, 172 immagini, di cui 142 a colori. 72 sono dell'A.)

                           



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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.

martedì 3 dicembre 2024

292. GROENLANDIA SETTENTRIONALE: LA SPEDIZIONE LETTERARIA DANESE (1902-1904); RASMUSSEN E LE SETTE SPEDIZIONI THULE (1912-1933): L'AFFASCINANTE E INCREDIBILE STORIA DI UN PICCOLO SPACCIO DI PELLI TRA GLI INUIT POLARI, CHE PER VENTI ANNI HA SPONSORIZZATO STUDI E RICERCHE TRA GLI INUIT DELL'EMISFERO BOREALE, DALLA GROENLANDIA, ALLA SIBERIA; LA SPEDIZIONE DI LAUGE KOCH (1920-1922); LA PRIMA RICERCA TRA GLI INUIT POLARI DA PARTE DI UN PROFESSIONISTA ETNOLOGO RISALE A HOLTVED (1932-1934). Da: QUI BASE ARTICA DIRIGIBILE ITALIA, SVALBARD. DALLA TERRA DEGLI ORSI POLARI UNA RASSEGNA E UN INVENTARIO CULTURALE DEI POPOLI DEL GRANDE NORD


 Rasmussen (a sin.) e Peter Freuchen (a destra) in procinto di partire. I Spedizione Thule, 1912-13

 Cosa c'è nel libro:

PREMESSA; 1 L’INAUGURAZIONE A NY-ÅLESUND, LA STORICA “BAIA DEL RE” DI NOBILE E AMUNDSEN; 2 LA COMUNICAZIONE PRESENTATA AL CONVEGNO: LE SCIENZE UMANE E GEOGRAFICHE NELL'ARTICO, PRIORITÀ E PROSPETTIVE; 3 LA RASSEGNA DEI POPOLI CIRCUMPOLARI, TRA EURASIA E AMERICA; 4 GLI STUDI ETNO-ANTROPOLOGICI E GEOGRAFICI; 5 LE PRIME GRANDI MISSIONI ETNO-ANTROPOLOGICHE E GEOGRAFICHE ARTICHE; 6 SETTORI ARTICI DI INTERESSE PER EVENTUALI PROGRAMMI E PROGETTI DI RICERCA SINGOLA E PLURIDISCIPLINARE; 7 AREE PROBLEMATICHE DI POSSIBILE FUTURA RICERCA 8 L'ANTROPOLOGIA "RECIPROCA"; 9 PREISTORIA; 10 SOCIOLOGIA; 11 TRA ETNOGRAFIA, ETNOLOGIA E ANTHROPOLOGY OF VISUAL COMMUNICATION; 12 ARCHITETTURA NORDICA TRADIZIONALE E INNOVATIVA, AUTOCTONA E NON; 13 IL TRASPORTO NELL'ARTICO (VIA TERRA E VIA MARE): PERSISTENZA DEI MODELLI TRADIZIONALI, LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE; 14 GEOGRAFIA POLITICA15 LINGUISTICA;  16 ANTROPOLOGIA APPLICATA: LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA; 17. BIBLIOGRAFIA; 18 A NON CONVENTIONAL ENGLISH ABSTRACT: THE HUMAN AND GEOGRAPHICAL SCIENCES IN THE ARCTIC, PRIORITIES AND PERSPECTIVES: AN INTRODUCTORY OUTLINE 

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(...) La prima spedizione scientifico-esplorativa in Groenlandia (tra le popolazioni della costa ovest) è stata quella "Letteraria Danese" (Det Danske Literaere Grönlands Ekspedition) del 1902-1904. 

Venne impiegato il metodo proprio dell'antropologia: l'osservazione partecipante ed effettuati studi di antropologia fisica e medica, etnografia e folklore.

 Ma la Groenlandia settentrionale, l'area di Thule e degli Eschimesi polari (il gruppo etnico stanziato più a nord del mondo), conserva il ricordo di un'epopea grandiosa e ancora poco conosciuta al grande pubblico. 

Legata ad un punto di commercio e ad un uomo, un dano-groenlandese, che sarebbe diventato il fondatore della moderna eschimologia. 

Per circa venti anni essa ha costituito un esempio unico in tutto il mondo. 

Grazie a quella modestissima impresa commerciale, un’intera etnia, composta da poche centinaia di persone, è riuscita a compiere uno sforzo euristico inimmaginabile. 

E notevole, anche dal punto di vista finanziario. 

Ma soprattutto dai risultati più che brillanti! 

Fu infatti proprio per Knud Rasmussen che gli Eschimesi polari, grazie ai proventi del loro spaccio, saranno in grado di sponsorizzare ben sette grandi spedizioni, dette appunto di Thule. 

Abbracciando diversi campi dello scibile. 

Cercando, con successo, non solo di conoscere se stessi e l'immenso territorio groenlandese, ma anche i "cugini" canadesi e quelli siberiani.  

 È questa un'affascinante e, per molti versi, incredibile storia. 

Lo spaccio (pelli, avorio) più settentrionale al mondo rese possibile l'autofinanziamento di studi e ricerche a carattere regionale e interdisciplinare ideati da Rasmussen. 

La V, la più grandiosa, condusse gli Eschimesi polari dal 1921 al 1925 dal Canada alla Siberia. 

Le numerosissime pubblicazioni scaturite dalle spedizioni oggi rappresentano la base di ogni studio sulle società boreali nell'Artide occidentale. 

Grazie alla straordinaria visione d'assieme di un etnologo autodidatta discipline, che fino ad allora si erano accademicamente combattute, diventarono complementari per la mediazione di un non-specialista qual era il Rasmussen. 

 La spedizione del geologo Lauge Koch (1920-22) invece poté definitivamente stabilire l'insularità della Groenlandia. 

Anche se le conoscenze tradizionali, tramandate di generazione in generazione dagli eschimesi e riportate da Poul Egede nel 1788, parlavano di un mitico stretto separante in due la regione. 

Là dove non esistono ghiacciai, e abbondante era la fauna (tra cui i buoi muschiati). 

Secondo il Malaurie, queste informazioni molto probabilmente derivavano dall'originaria emigrazione del XIV secolo degli Inuit canadesi verso la Terra di Peary, esplorata dall'americano nel 1892. (...). 

 La prima spedizione di un etno-archeologo professionista tra gli eschimesi polari di Thule è del 1932-3-4: Holtved, allievo del Thalbitzer, l'etno-linguista danese specialista della costa orientale delle Groenlandia. 

Da: QUI BASE ARTICA DIRIGIBILE ITALIA, SVALBARD. DALLA TERRA DEGLI ORSI POLARI UNA RASSEGNA E UN INVENTARIO CULTURALE DEI POPOLI DEL GRANDE NORD

(E-Book, versione cartacea a colori e bianco e nero, I e II ediz., 243 pp., 204 note, 232 immagini, di cui 106 a colori (82 sono dell'A.

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Versione cartacea a colori, I ediz.
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Versione in bianco e nero I ediz.
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Versione cartacea a colori II edizhttps://www.amazon.it/dp/1790164621

Bianco e nero https://www.amazon.it/dp/1790246121

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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.


325. IL SOMMARIO PRESSOCHE' DEFINITIVO DEL 7, E PENULTIMO, CAPITOLO [MALTA E GOZO] DEL II VOL. (MEDITERRANEO), IN CORSO DI ELABORAZIONE, DEL MIO LIBRO: PIRATI E CORSARI...

Dipinto raffigurante la cattura nel Canale di Malta di un vascello ottomano da parte di alcune galee maltesi, gennaio 1652 ( Musée de la Lég...