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giovedì 26 dicembre 2024

307. THOR HEYERDAHL, 1914-2003: Polinesia (Isole Marchesi e Tuamotu), Galapagos, Isola di Pasqua, Maldive, Perù, Canarie; traversate oceaniche (Pacifico, Atlantico, Indiano). Negli ultimi anni in più di un'occasione avevo "incontrato" Thor Heyerdahl al di fuori delle pagine dei libri; La zattera del Kon-Tiki (1947). DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA. Vol. 2: da THOR HEYERDAHL AD ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN

Thor Heyerdahl, ca. 1980 (foto NASA)


Cosa c'è nel libro

Thor Heyerdahl,  Charles Hose, Everard im Thurn,  Jesup North Pacific Expedition 1897-1902 (Bogoras, Farrand, Fowke, Hunt, Jacobsen, Jochelson, Jochelson-Brodskaya, Laufer, Smith, Swanton, Teit, Franz Boas),  Clyde Kay Maben Kluckhohn,  Michel Leiris, Ralph Linton,  Henri Lhote, Robert Lowie, Jean Malaurie, Edward Man, Margaret Mead, Alfred Métraux, Ashley Montagu, Siegfried Nadel, Kurt Nimuendajú, Erland Nils Nordenskjöld, Hortense Powdermaker, John Wesley Powell, Charles Rabot,  Radcliffe-Brown,

...

THOR HEYERDAHL, 1914-2003: Polinesia (Isole Marchesi e Tuamotu), Galapagos, Isola di Pasqua, Maldive, Perù, Canarie; traversate oceaniche (Pacifico, Atlantico, Indiano) 

Giovedì 18 aprile 2003, ad ottantasette anni d'età, si spegneva il grande Thor Heyerdahl nella ligure Colla Micheri (...). 

Nato nel 1914 a Larvik, nella Norvegia meridionale, da tempo era un ligure d'adozione, anche se nel 1990 si era trasferito a Tenerife, nelle Canarie, per essere vicino alle piramidi di Güímar, oggetto dell'ultima sua ricerca. 

Heyerdahl, che dal 2001 dirigeva una missione ad Azov (Russia) e all'inizio del 2003 era nelle Samoa per impostarne un'altra, si trovava a Colla Micheri per una riunione di famiglia (...). 

Dopo un breve ricovero ospedaliero, decideva di andare a morire nella sua casa, "poiché era tempo di appendere i remi e di cavalcare verso il tramonto" (...) . 

Per oltre mezzo secolo gli abitanti del "paese dei fiordi" hanno considerato l'etnologo norvegese come un mito vivente. 

Idealmente faceva parte di uno straordinario Pantheon di eroi norvegesi, comprendente Nansen, Amundsen e Ingstad (...), le cui imprese hanno legato tra loro ben tre secoli. 

 Pochi sono i nomi che, come quello di Heyerdahl, sono conosciuti in tutto il mondo. 

Anche se per forza di cose in questi ultimi anni il ricordo delle sue molteplici imprese si è appannato. 

Non solo perché l'età anagrafica avrebbe dovuto suggerire (...) un suo più che meritato "ritiro". 

(...) Ma anche perché altri sono oggi i valori (o i disvalori) e le "idee-guida" verso cui mass-media, social networks e opinion leaders veicolano l'attenzione di tutti. 

Ma per molti di noi, per almeno tre generazioni, Thor Heyerdahl era e resterà indelebilmente l'Uomo del Kon-Tiki. 

Grazie a quella sua prima ardita e grandiosa impresa, la cui brillante realizzazione si inverò sotto gli occhi di una moltitudine di popoli che (...) cercavano di uscire faticosamente dalle tenebre delle devastazioni (...) di una guerra mondiale. 

E la coraggiosa impresa di Thor Heyerdahl (...) seppe (...) far emozionare e sognare moltissima gente, in Italia come altrove. 

 Poiché la zattera del Kon-Tiki costituisce l'archetipo dell'avventura e del fantastico. 

 Un sogno ardito e incredibile realizzato grazie all'intuizione, all'inaspettato e insospettabile volo di fantasia di uno studioso non da tavolino. 

In un'epoca in cui erano al di là da venire i viaggi nello spazio e gli allunaggi, la cibernetica e l'informatica, Internet e le realtà virtuali, i raids in solitario intorno al mondo e gli sports "estremi". 

E la narrazione dell'impresa del Kon-Tiki (...) non poteva non far parte integrante, fin dai primi anni '1960, di una minuscola e ben selezionata serie di libri di viaggi, esplorazioni e ricerche etnologiche, che condizioneranno il mio futuro. 

 Negli ultimi anni in più di un'occasione avevo "incontrato" Thor Heyerdahl al di fuori delle pagine dei libri

L’avevo visto in televisione (...) in qualità di prestigioso testimonial dell'inaugurazione dei XVII Giochi Olimpici invernali di Lillehammer del 1994. 

 Ben più emozionante è stata la seconda volta, quando ad Oslo visitai il Museo del Kon-Tiki

(...) Qualche anno dopo la mia visita nella capitale norvegese, la Società Geografica Italiana ospitava la mostra: Thor Heyerdahl, l'uomo del Kon-Tiki

In quell'occasione constatai con piacere come lo studioso, ad oltre ottantadue anni d'età, fosse più che mai "sulla breccia". 

(...) Infine qualche tempo fa, a bordo di uno dei traghetti del suo grande amico e mecenate, il norvegese Fred Olsen, che mi portava dall’isola di Lanzarote a quella di Fuerteventura, avevo raccolto altre "nuove" sull'attività da lui svolta nelle Canarie. 

 La zattera del Kon-Tiki (1947) 

 Quello del Kon-Tiki è uno dei pochi musei al mondo in cui l'illuminazione scarseggia ad hoc. 

Ciò che è esposto va visto, sì, ma non più di tanto. 

 Piuttosto va intravisto, cercando di coglierne i particolari e l'atmosfera (...). 

Ciò che vi si trova va "letto" con il cervello, ma anche con il cuore, con i ricordi di letture e... con ammirazione e rispetto. 

Verso l'uomo che ha ideato tante imprese nei mari di mezzo mondo. 

In effetti la non molta luce interna è dovuta ad una comprensibile e rispettosa cautela conservativa. 

Poiché i materiali (...) sono estremamente fragili e deperibili. 

Non dimentichiamo come sia passato oltre mezzo secolo dalla prima impresa dell'Heyerdahl. 

Ecco quindi la zattera del Kon-Tiki, costruita in tronchi di balsa equadoregni e la barca di papiro Ra II. 

Con il Kon-Tiki Heyerdahl verificò nel 1947 l'ipotesi di una possibile colonizzazione delle isole polinesiane da parte di popolazioni precolombiane provenienti dal Sud America. 

Con la seconda provò nel 1970 la fattibilità di antiche navigazioni transatlantiche tra il nord Africa e il centro America. 

Due verifiche che solo un riscontro diretto avrebbe potuto avvalorare, secondo le ipotesi diffusionistiche (culturali) da lui propugnate. 1

 Certo fece una certa impressione stare di fronte al manufatto del Kon-Tiki (...). 

Una ricostruzione (...) di una tra le più semplici e antiche imbarcazioni che l'Uomo abbia utilizzato per spostarsi sull'acqua. 

Con essa l'Heyerdahl sfidò e vinse le inclementi forze della natura, i venti, le tempeste e le capricciose intemperanze del Pacifico, uno dei più temibili oceani che si conosca. 

In un così inconsistente e fragile guscio di noce l'Uomo del Kon-Tiki ha ripercorso una possibile via di emigrazione verso l'Oceania: da Callao (Perù) a Raroia (arcipelago delle Tuamotu), dopo 8.000 Km e 101 giorni di navigazione. 

Un'isola a non molta distanza da quella di Fatu Hiva (Marchesi) dove, nel corso della sua prima ricerca del 1937-38 (...) andò maturando l'idea della traversata. 

 “Io ero rapito. Caddi in ginocchio, affondando le dita nella rena asciutta e calda. 

 Il viaggio era finito. 

Eravamo vivi, 

Approdati su un’isola deserta del Mare del Sud. 

 E quale isola! (…) 

Ci stendemmo comodamente sul dorso, occhieggiando soddisfatti le nubi del passat che veleggiavano verso occidente di sopra le corone delle palme. 

Ormai non dovevamo più inesorabilmente seguirle: eravamo su un’isola immobile e salda dell’autentica Polinesia (…) 

Una notte i nostri radiotelegrafisti coronati di fiori riuscirono a comunicare col dilettante di Rarotonga, il quale ci trasmise un messaggio da Tahiti: era un cordiale benvenuto del Governatore della colonia francese del Pacifico. 

Dietro ordine di Parigi, egli aveva inviato il veliero governativo Tamara per trasportarci a Tahiti (...). 

 Tahiti era il nodo centrale della colonia francese, e l’unica isola che avesse comunicazioni con il resto del mondo (...) ” (...). 

Con il RA II Heyerdahl nel 1970 andò in 57 giorni dal Marocco (Safi) alle Barbados (6.100 Km). 

 I ricordi di letture giovanili, i riscontri e gli approfondimenti successivi, la conoscenza di particolari e di grandi tematiche, i miei personali "vagabondaggi" scientifici: in una parola l'intero background dello specialista, mi portarono a contemplare i simboli, ma anche gli "strumenti" pratici e concreti, che lo studioso norvegese sperimentò di persona, al posto di teorizzazioni fumose ed impeccabili dissertazioni. 

(...) Fin dall'epopea del Kon-Tiki i suoi equipaggi sono stati l'immagine stessa di una scienza senza frontiere e senza legami e di un pacifico internazionalismo, in tempi in cui la guerra fredda ribolliva più che mai. 

Non per niente le successive imprese del Ra [1970], a cui partecipò anche l'italiano Carlo Mauri, l’antropologo messicano Santiago Genovés (oltre ad uno studioso sovietico), ebbero l'altissimo patrocinio dell'ONU

Oltre tutto quest'ultima spedizione è stata la prima a lanciare un grido di allarme ecologico in tutto il mondo. 

Viaggiando sul pelo dell'acqua ci si accorse come l'inquinamento ambientale avesse ormai raggiunto anche il centro dell'Atlantico. 

 Si possono, o no, condividere le teorie dell'Heyerdahl, o accettarle solo in parte. 

 Ma già lo stesso Museo (...)  è in grado di raccontarci, non solo le sue "verifiche transoceaniche" (...), ma anche altre sue imprese, pregne di risultati scientifici, oggettivi e inoppugnabili (...): 

DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA 

Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi, etnostorici, 
Vol. 2: da THOR HEYERDAHL AD ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN
(181 pp., 131 note, 163 immagini - 1 è dell'A. -)



E-Book: https://www.amazon.it/dp/B07J5J84J2



Versione cartacea: https://www.amazon.it/dp/1728759420




sabato 13 maggio 2023

92. È ONLINE SU AMAZON LA VERSIONE CARTACEA A COLORI DEL MIO BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO. VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

 




La didascalia dell'immagine è tra le più "corpose" del libro: 
Spedizione alla caccia alle balene di Abraham Storck 1690: 
tre baleniere olandesi navigano nell'Oceano Artico, tra trichechi e banchi di ghiaccio. 
I membri dell'equipaggio stanno cacciando le balene, mentre allo stesso tempo cercano di combattere gli orsi polari. 
La domanda di olio di balena (ricavato dal grasso di balene, trichechi e foche) era molto aumentata in Europa, perché si era rivelata una buona alternativa agli oli vegetali. 
Dall’olio si ricavavano candele, lubrificanti, olio per lampade e saponi

https://www.amazon.it/dp/B0C522JP54




.......
163 pp., 156 foto, di cui 117 a colori "premium", 249 note e usuale grande formato: 16.99x24,41. 
Rispetto all’E-Book contiene 25 foto in più e due nuovi paragrafi: 
1. Disastro tra i ghiacci: la perdita della flotta baleniera statunitense al largo dell’Alaska, 1871. 
La spedizione del 2015 alla ricerca delle navi scomparse; 
2. In Islanda, navigando nella baia dove fu catturato Keiko, alias Willy, star del cinema hollywoodiano. 
Tutto è pronto per l’imminente ritorno dell’orca, dopo venti anni.   

....................

Ecco il sommario:

1. PREMESSA  
2. INTRODUZIONE
- LA CACCIA NELLA PREISTORIA: ALTA, NORD NORGE  15
- I BALENIERI E L'ESPLORAZIONE  
Disastro tra i ghiacci: la perdita della flotta baleniera statunitense al largo dell’Alaska, 1871. La spedizione del 2015 alla ricerca delle navi scomparse  
- LA CACCIA ALLE BALENE, TRADIZIONALE ATTIVITÀ 
- I balenieri europei ed americani e gli Inuit 
3. LA CACCIA ALLE BALENE PRESSO ALCUNE POPOLAZIONI AUTOCTONE AMERICANE . 
- INUIT  
- I PRE-INUIT: THULE (800-1700 D.C.)  
- INDIANI DEL NORD-OVEST  
4. GLI AVVISTAMENTI DI BALENE  
- IL MIO PRIMISSIMO “INCONTRO” CON UNA BALENA È AVVENUTO A… ROMA!  
- A DISTANZA DI QUASI SETTANTA ANNI, UN’IMPREVISTA E SORPRENDENTE INTEGRAZIONE! 
- NELL’AMERICA DEL NORD  
- Québec  
- Alaska Sud-Orientale  
- L’isola di Terranova, Canada  
- Mare di Beaufort, Artico occidentale canadese, Northwest Territories 
- L’insediamento di Tuktoyaktuk, già Port Brabant. L’isola di Herschel 
5. LA CACCIA ALLE BALENE: STORICA  
- NELLA COLOMBIA BRITANNICA (CANADA) 
- Indiani Nootka (oggi Nuu-chah-nulth) dell’isola di Vancouver  
- Stazioni di caccia canadesi e statunitensi 
- La caccia alle balene nelle acque della Colombia Britannica 
- A SAINT-PIERRE ET MIQUELON (FRANCIA)  
- LE STAZIONI BALENIERE DI TERRANOVA (PROVINCIA DI TERRANOVA E LABRADOR, CANADA) 
- Cumberland Sound, isola di Baffin, Nunavut: la stazione baleniera della Compagnia della Baia di Hudson di Pangnirtung, nell’omonimo fiordo 
- LE STAZIONI DI CACCIA ALLE BALENE DEL CUMBERLAND SOUND 
- La stazione fondata da William Penny nell’isola di Kekerten (lato orientale del Sound)  
- KEKERTEN, IL CUMBERLAND SOUND E L’INIZIAZIONE ANTROPOLOGICA SUL CAMPO DI FRANZ BOAS  
- La stazione sull’isola di Blacklead (lato occidentale del Sound) 
- NELLE ISOLE SHETLAND (SCOZIA, UK)  
- Un altro “mancato” avvistamento...  
- NELLE ISOLE ORCADI (SCOZIA, UK)  
- NELLE ISOLE SVALBARD, NORVEGIA  
- Il “Fiordo Verde” (Grønfjorden)  
- Smeerenburg, la “città del grasso”, XVII secolo, Svalbard 
- NELLE EBRIDI ESTERNE (SCOZIA, UK)  
- Isola di Lewis  
- Bunavoneadar, la stazione a terra norvegese dell’isola di Harris  83
- St Kilda 
6. LA CACCIA ALLE BALENE: ATTUALE  
- IQALUIT (GIÀ FROBISHER BAY, ISOLA DI BAFFIN, ARTICO ORIENTALE, NUNAVUT, CANADA)  
- A RESOLUTE BAY (OGGI QAUSUITTUQ, CORNWALLIS ISLAND, HIGH ARCTIC, NUNAVUT, CANADA) 
- Le tracce lasciate dai cacciatori di balene di Thule sull’isola Cornwallis  
- La caccia alle balene da parte degli Inuit nuovi arrivati 
- NARSAQ (COSTA OCCIDENTALE DELLA GROENLANDIA MERIDIONALE, DANIMARCA) 
- Dalla caccia alle balene dei “preistorici” Thule a quella degli odierni Kalaallit 
- La Groenlandia Occidentale e la caccia alle balene nello Stretto di Davis  
- NELLE ISOLE FÆR ØER (DANIMARCA): IL GRINDADRÁP, LA CACCIA COMUNITARIA 
- Diario di viaggio da Tórshavn, capitale delle isole Fær Øer  
- IN ISLANDA  
- Dal diario di viaggio 
- IN NORVEGIA, QUANDO LA CACCIA ALLE BALENE NON È COSÌ PUBBLICIZZATA, COME L’ISLANDESE, LA FAROESE (O LA GIAPPONESE) 
- La proliferazione delle stazioni di caccia norvegesi nell’Atlantico del Nord, fine XIX secolo-ca. 1920  
- Diario di viaggio dall’isola faroese di Streymoy 
7. BALENE, UNA SCHEDA .
PICCOLE:  
MEDIE:  
GRANDI: 
In Islanda, navigando nella baia dove fu catturato Keiko, alias Willy, star del cinema hollywoodiano. Tutto è pronto per l’imminente ritorno dell’orca, dopo venti anni 
8. APPENDICE 
LA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DI MADEIRA (PORTOGALLO), 1941-1981  
- L’«isola-giardino» sub-tropicale di Madeira  
- Balene, tra caccia (1941-1986) e attuale Whale Watching  
- Il programma originario del viaggio e l’incendio di Monte  
- La caccia alla balena e l’Empresa Baleeira do Arquipélago da Madeira  
IL GIGANTESCO FLOP DELLA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DELLE CANARIE (SPAGNA), 1784-1806  
- Breve introduzione all’arcipelago 
- Lanzarote  
- Fuerteventura 
- La grave situazione socio-economica e sanitaria del secolo XVIII nelle Canarie, provocata da eruzioni vulcaniche, fame, povertà, epidemie  
- La caccia alle balene per ottenere olio per l’illuminazione e per sfamare gli isolani: cronologia di un fallimento ventennale 
9. BIBLIOGRAFIA 

N.B. Il blog è dotato di Google Traduttore e di un motore di ricerca interno
p.s. del 3.1.2024
Oltre a questa versione a colori (e all'E-Book) ho poi pubblicato anche quella in bianco e nero.
Ecco le foto delle tre copertine:  



domenica 12 marzo 2023

84. "DAL KENYA ALLE BALENE"... ECCO IL SOMMARIO DEL MIO PROSSIMO LIBRO: BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO. VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

E' la foto d'epoca che apparirà sulla copertina dell'E-Book. Per le versioni stampate (a colori e in bianco e nero) ho scelto due illustrazioni a colori: uno storico dipinto olandese e una mia foto   . 

 A dicembre, a margine di un post, avevo fatto presente che stavo lavorando alla stesura di una: BREVE INTRODUZIONE ETNO-ANTROPOLOGICA AI POPOLI DEL KENYA. 


Infatti, sulla spinta della forte ondata emotiva, provocata dalla pubblicazione sul blog del mio incompiuto romanzo giovanile ambientato in Kenya, e risalente ad esattamente sessanta anni fa, da ex africanista avevo deciso che fosse ora di elaborare un mio vecchio progetto sui “Popoli del Kenya”. Dove negli anni ‘1970 e ‘1980 avevo effettuato due sessioni di ricerca. 


Purtroppo ancora una volta mi sono lasciato “trasportare” dalla mia vecchia abitudine di ricercatore “a tutto tondo”: biblioteca, archivio, Internet, diari di viaggio, diari di ricerca, registrazioni audio, diapositive. 

Per cui ritengo che l’introduzione, se non sarà certamentebreve”, sarà perlomeno interessante!


A Capodanno ho deciso di interrompere per un periodo la compilazione del libro sul Kenya. 


Iniziando a portare avanti un secondo progetto, che riguardava balene e balenieri”. Da tempo gelosamente conservato, sia pure nelle sue grandi linee, nel “forziere”, pardon… nel mio computer!


Una volta completamente ultimato (testo e illustrazioni), il libro darà modo al lettore di effettuare un articolato itinerario nello spazio e nel tempo. 


Con una lunga navigazione virtuale tra Alaska sud-orientale (USA); l’isola di Vancouver (Colombia Britannica, Canada); Tuktoyaktuk (Mare di Beaufort, Artico occidentale, Canada); Qausuittuq (Cornwallis Island, Alto Artico canadese); Iqaluit e Pangnirtung (isola di Baffin, Artico orientale, Canada); Narsaq (costa occidentale della Groenlandia meridionale); Svalbard (Norvegia); Norvegia; Islanda; Shetland, Orcadi, Ebridi Esterne, St Kilda (Scozia, UK); Fær Øer (Danimarca); Saint-Pierre et Miquelon (Francia), Terranova, Québec (Canada), Madeira (Portogallo);  Canarie (Spagna).

IL TESTO DEL NUOVO LIBRO È OGGI PRESSOCHÉ COMPLETO. ECCO IL SOMMARIO:

1. PREMESSA

2. INTRODUZIONE

LA CACCIA NELLA PREISTORIA: ALTA, NORD NORGE

I BALENIERI E L'ESPLORAZIONE

LA CACCIA ALLE BALENE, TRADIZIONALE ATTIVITÀ ECONOMICA DI ALCUNE COMUNITÀ MARITTIME EUROPEE

I balenieri europei ed americani e gli Inuit

3. LA CACCIA ALLE BALENE PRESSO ALCUNE POPOLAZIONI AUTOCTONE AMERICANE

INUIT

I PRE-INUIT: THULE (800-1700 D.C.)

INDIANI DEL NORD-OVEST

4. GLI AVVISTAMENTI DI BALENE

IL MIO PRIMISSIMO “INCONTRO” CON UNA BALENA È AVVENUTO A… ROMA!

A DISTANZA DI QUASI SETTANTA ANNI, UN’IMPREVISTA E SORPRENDENTE INTEGRAZIONE!

NELL’AMERICA DEL NORD

Québec

Alaska Sud-Orientale

L’isola di Terranova, Canada

Mare di Beaufort, Artico occidentale canadese, Northwest Territories

L’insediamento di Tuktoyaktuk, già Port Brabant

5. LA CACCIA ALLE BALENE: STORICA

NELLA COLOMBIA BRITANNICA (CANADA)

Indiani Nootka (oggi Nuu-chah-nulth) dell’isola di Vancouver

Stazioni di caccia canadesi e statunitensi

La caccia alle balene nelle acque della Colombia Britannica

A SAINT-PIERRE ET MIQUELON (FRANCIA)

LE STAZIONI BALENIERE DI TERRANOVA (PROVINCIA DI TERRANOVA E LABRADOR, CANADA)

NELL’ARTICO CANADESE ORIENTALE

LA STORIA DELLA RISCOPERTA DEL CUMBERLAND SOUND, NELL’ISOLA DI BAFFIN, DA PARTE DEL BALENIERE ED ESPLORATORE SCOZZESE WILLIAM PENNY

CUMBERLAND SOUND, ISOLA DI BAFFIN, NUNAVUT: 

LA STAZIONE BALENIERA DELLA COMPAGNIA DELLA BAIA DI HUDSON DI PANGNIRTUNG, NELL’OMONIMO FIORDO

LE STAZIONI DI CACCIA ALLE BALENE DEL CUMBERLAND SOUND

La stazione fondata da William Penny nell’isola di Kekerten (lato orientale del Sound)

KEKERTEN, IL CUMBERLAND SOUND E L’INIZIAZIONE ANTROPOLOGICA SUL CAMPO DI FRANZ BOAS

La stazione sull’isola di Blacklead (lato occidentale del Sound)

NELLE ISOLE SHETLAND (SCOZIA, UK)

Un altro “mancato” avvistamento...

NELLE ISOLE ORCADI (SCOZIA, UK)

NELLE ISOLE SVALBARD, NORVEGIA

Il “Fiordo Verde” (Grønfjorden)

Smeerenburg, la “città del grasso”, XVII secolo, Svalbard

NELLE EBRIDI ESTERNE (SCOZIA, UK)

Isola di Lewis

Bunavoneadar, la stazione a terra norvegese dell’isola di Harris

St Kilda

6. LA CACCIA ALLE BALENE: ATTUALE

IQALUIT (GIÀ FROBISHER BAY, ISOLA DI BAFFIN, ARTICO ORIENTALE, NUNAVUT, CANADA)

A RESOLUTE BAY (OGGI QAUSUITTUQ, CORNWALLIS ISLAND, HIGH ARCTIC, NUNAVUT, CANADA)

Le tracce lasciate dai cacciatori di balene di Thule sull’isola Cornwallis

La caccia alle balene da parte degli Inuit nuovi arrivati

NARSAQ (COSTA OCCIDENTALE DELLA GROENLANDIA MERIDIONALE, DANIMARCA)

Dalla caccia alle balene dei “preistorici” Thule a quella degli odierni Kalaallit

LA GROENLANDIA OCCIDENTALE E LA CACCIA ALLE BALENE NELLO STRETTO DI DAVIS

NELLE ISOLE FÆR ØER (DANIMARCA): IL GRINDADRÁP, LA CACCIA COMUNITARIA

Diario di viaggio da Tórshavn, capitale delle isole Fær Øer

IN ISLANDA

Dal diario di viaggio

IN NORVEGIA, QUANDO LA CACCIA ALLE BALENE NON È COSÌ PUBBLICIZZATA, COME L’ISLANDESE, LA FAROESE (O LA GIAPPONESE)

LA PROLIFERAZIONE DELLE STAZIONI DI CACCIA NORVEGESI NELL’ATLANTICO DEL NORD, FINE XIX SECOLO-CA. 1920

Diario di viaggio dall’isola faroese di Streymoy

7. BALENE, UNA SCHEDA

PICCOLE:

MEDIE:

GRANDI:

8. APPENDICE

LA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DI MADEIRA (PORTOGALLO), 1941-1986

L’«isola-giardino» sub-tropicale di Madeira

Balene, tra caccia (1941-1986) e attuale Whale Watching 

Il programma originario del viaggio e l’incendio di Monte

La caccia alla balena e l’Empresa Baleeira do Arquipélago da Madeira 

IL GIGANTESCO FLOP DELLA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DELLE CANARIE (SPAGNA), 1784-1806

Breve introduzione all'arcipelago

Lanzarote

Fuerteventura

La grave situazione socio-economica e sanitaria del secolo XVIII nelle Canarie, provocata da eruzioni vulcaniche, fame, povertà, epidemie

La caccia alle balene per ottenere olio per illuminazione e per sfamare gli isolani: cronologia di un fallimento ventennale

 

9. BIBLIOGRAFIA