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martedì 27 agosto 2024

209. A diciotto anni, grazie alle ricerche degli etnologi svizzeri Wirz e Gardi, scopro le culture della Nuova Guinea nel Museo Etnografico di Basilea. Sette spedizioni di Paul Wirz tra i Marind-Anim e gli Asmat della Nuova Guinea tra il 1915 e il 1955. La scomparsa nel 1961, nell'allora Nuova Guinea olandese, di Michael Rockfeller. Anni dopo si scoprirà che era stato ucciso e mangiato dai cacciatori di teste Asmat. Nella stessa area dove due anni prima si era inoltrata la spedizione armata e scortata del documentarista ed esploratore francese Pierre-Dominique Gaisseau .DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA, VOL. 3.


È probabilmente tra le più antiche immagini della mia fototeca. L’ho scattata nel 1965 con una Kodak Instamatic nel Museo Etnografico di Basilea. Oggi Museo delle Culture (Museum der Kulturen), allora Museum für Völkerkunde und Schweizerisches Museum für Volkskunde. Raffigura costumi e oggetti etnografici provenienti dalla Nuova Guinea [raccolti da PAUL WIRZ] 
(© Franco Pelliccioni)

Cosa c'è nel libro:
INTRODUZIONE1. KNUD RASMUSSEN, 1879-1933 (Danske Literaere Grönlands Ekspedition, Groenlandia 1902-1904: Eschimesi (Inuit); La nascita in Groenlandia; Le sette spedizioni Thule; Le prime quattro spedizioni: 1912-13, 1916-1917, 1919; La Quinta Spedizione, la più grandiosa di tutte: Groenlandia-Siberia, 1921-1924; Dall’Isola dei Danesi: molteplici indagini etnografiche, etnologiche, archeologiche; Rasmussen racconta; Sesta e Settima Spedizione: 1931, 1932-33) 2. FRIEDRICH RATZEL, 1844-1904 (I viaggi, 1869-1875: Mediterraneo, Cuba, Messico, Stati Uniti; L’antropogeografia e la teoria dei cicli dei popoli: Völkerkreise L’Ambiente) 3. GLADYS AMANDA REICHARD (1893-1955) Tra i Navaho. 4. WILLIAM HALSE RIVERS, 1864-1922 (La Cambridge Expedition to the Torres Straits (CAETS), 1898: Australia, Nuova Guinea; Le caratteristiche che hanno fatto entrare di diritto la CAETS nella Storia dell’Antropologia; Tra i Toda dell’India e nelle isole Salomone, 1901-1908; La Grande Guerra, l’Oceania, in Gran Bretagna come Capitano Medico, 1914-1917) 5GÉZA RÓHEIM, 1891-1953 (Un “ponte” tra psicoanalisi e antropologia; Budapest; Melanesia, Australia centrale, Somalia e Arizona, 1919-1931; Il “Tempo del Sogno” tra gli aborigeni australiani) 6. STEFANO SANTANDREA, 1904-1990 (Una consulenza per un raid fluviale (Nilo Azzurro) sportivo-etnologico, tra Etiopia e Sudan; Missionario-Etnografo-Etnostorico-Glottologo nel Bahr-el-Ghazal, sud Sudan, 1928-1957) 7. FRITZ SARASIN, 1859-1942 E PAUL SARASIN, 1856-1929 (Due facoltosi e potenti cugini svizzeri; L’epopea asiatica dei cugini Sarasin, Ceylon (oggi Sri Lanka), 1883-1925: Vedda; A Celebes (Sulawesi), 1893-1896: Buginesi, Macassaresi, Toraja; La nuova spedizione a Celebes del 1902-03 è possibile solo grazie all’intervento di un Reale incrociatore e della fanteria olandese; La ricerca del 1902-03: Toála Fritz Sarasin e i Canachi della Nuova Caledonia, 1910-11; Paul Sarasin e l’Ecologia; Fritz Sarasin, Tunisi e Thailandia, 1923, 1931) 8. ISAAC SCHAPERA, 1905-2003 (La carriera universitaria; Le ricerche sul terreno nel Bechuanaland (oggi Botswana), 1929-1950: Tswana) 9. PAUL SCHEBESTA, 1887-1967 (Nell’Africa orientale portoghese (Mozambico), 1912-16; In Malesia, 1924-25: Semang e Sakai Congo, 1929-1930; 1934-1935: Pigmei dell’Ituri Filippine, 1938-39 e 1949-50: Negritos; “Baba wa Bambuti” è ancora una volta in Congo, tra i Pigmei dell’Ituri, 1954-55) 10. CHARLES G. SELIGMAN, 1873-1940 (La partecipazione alla Cambridge Expedition to the Torres Straits, 1898: Australia, Nuova Guinea; Nuova Guinea, 1904; Il sistema commerciale del kula: Massim A Ceylon, assieme alla moglie Brenda, 1906-07: Vedda e Tamil; Sud Sudan e Kordofan meridionale, 1909-10, 1911-12, 1921-22: Dinka, Shilluk, Nuer, Bari, Anuak, Acholi, Baria, Lario, Gwallam, Madi, Moru, Lango, Latuka, Langerio, Eliri, Lafofa, Talodi, Shambe, Gwola, Gura) 11BALDWIN SPENCER, 1860-1929 e FRANCIS J. GILLEN, 1855-1912 (Cursus honorum di Baldwin Spencer; Spedizione nell’Australia Centrale, 1894; Incontro ad Alice Springs, nel centro dell’Australia, con Francis J. Gillen, 1894; Da Alice Springs le ricerche di Spencer e Gillen tra gli aborigeni australiani, 1894, 1895, 1896, 1897; Le ricerche tra gli aborigeni proseguono attraversando da sud a nord tutto il continente australiano, 1901, 1911: Arunta et alia; La morte di Gillen nel 1912; Spencer ancora nel centro dell’Australia: 1922, 1926; Spencer muore tra i fuegini della Terra del Fuoco, 1929) 12. VILHJALMUR STEFANSSON, 1879-1962 (Islanda, 1904-05; Alaska e Artico occidentale canadese, con la Anglo-American Polar Expedition, 1906-07; Artico occidentale canadese, 1908-12: Eschimesi del Mackenzie e del Rame; La Canadian Arctic Expedition (CAE), la più lunga esplorazione polare della Storia, tra Alaska e Artico canadese, 1913-18; L’odissea della Karluk) 13LAURA MAUD THOMPSON (1905-2000) (Figi, Germania e Guam: 1933-1939; Indiani d’America: 1941-1947; Islanda: 1952, 1960) 14. SIR LAURENS VAN DER POST, 1906-1996 (Tra Africa e Europa; Nella Seconda Guerra Mondiale, prigioniero dei giapponesi, rischia l’esecuzione, poiché appartenente allo spionaggio britannico; Spedizione nel Nyasaland (oggi Malawi); 1949 Spedizione nel deserto del Kalahari, Bechuanaland (Botswana); 1955: Boscimani) 15. PAUL-ÉMILE VICTOR, 1907-1995 (Groenlandia orientale, 1934-35, 1936-37: Eschimesi Agmagssalik; Tra i Lapponi (Sami), 1939; Marocco, Martinica, Stati Uniti: 1940-1944; Nascono le Expéditions Polaires Françaises (EPF), 1947: Groenlandia, Polo Sud; A Bora Bora, Polinesia francese, 1977-1995) 16VICTOR WOLFANG VON HAGEN, 1908-1985 (Messico, 1931-32; Arizona, 1933 Tra i cacciatori di teste Jivaros dell’Equador, 1934; Galapagos, 1935; Strada Reale incaica, 1954-55; Ripercorrendo le strade romane: Italia, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Spagna, Francia, Balcani, Medio Oriente, Inghilterra, Germania, Nord Africa, Grecia e Turchia, 1962-1967; La strada reale Persiana, 1974-75: Turchia, Iraq, Iran 17CAMILLA HIDEGARDE WEDGWOOD (1901-1955) (Londra, Cambridge; Australia, Sud Africa, Londra: 1928-1932; Nuova Guinea: 1934, 1935; Isola di Nauru: 1935; Di nuovo in Australia, Papua e Nuova Guinea: 1935-1947; Australia: dal 1949) 18DIEDRICH HERMANN WESTERMANN, 1875-1956 (Togo, 1900-03; 1907: Ewe; Senegal e Sud Sudan; 1910-13: Gbe, Nuer, Kpelle, Shilluk, Dinka, Golo, Zande, Haussa e Guang; Liberia; 1914: Gola, Kpelle, Mende) 19. EDWARD MOFFAT WEYER, 1904-1998 (La Stoll-McCracken Siberian Arctic Expedition, isole Aleutine, Mare e Stretto di Bering; 1928: Aleuti; Ricerche archeologiche e antropologiche nel Sud-Ovest degli USA; 1929: Navaho; Peary Memorial Expedition, Groenlandia; 1932: Eschimesi (Inuit); Brasile, 1953: indios Chavante e Camayurà; Svezia e Messico; 1956: Lapponi (Sami) e Lacandoni; Arizona, 1957: Navaho) 20. PAUL WIRZ, 1892-1955 (Nuova Guinea, tra il 1915 e il 1955: Marind-Anim, Asmat; Canarie, Tibet, Caraibi, Ceylon, India, isole Salomone, Indonesia, tra il 1938 e il 1955) 21. ROSEBUD YELLOW ROBE (1907-1992) (South Dakota; New York: 1927)

... 

 diciotto anni scopro nel museo Etnografico di Basilea le culture della Nuova Guinea, grazie alle ricerche degli Etnologi svizzeri Wirz e Gardi

Di tanto in tanto mi capita di guardare alcune foto di forma “quadrata”, che conservo sparse in un cassetto della scrivania.

 Furono scattate oltre mezzo secolo fa a Basilea quando, fresco di diploma, come premio accompagnai i genitori in un viaggio in Svizzera. 

Ancora non sapevano, i “meschini”, che in qualche modo li avrei “persuasi” a visitare il museo etnologico di Basilea, che sarebbe stato il mio secondo museo di questo tipo, dopo il romano Pigorini, che amavo frequentare fin da quando avevo sedici anni…

[L'anno dopo (1966), nel corso della mia “luna di miele” a Firenze, sarei stato in grado di visitare il mio terzo Museo di Antropologia, le cui porte  erano allora strettamente serrate. Ormai avevo rinunciato a visitarlo, quando inaspettatamente mi imbattei nella Professoressa Claudia Massari. Sapevo della sua partecipazione ad una delle più imponenti spedizioni interdisciplinari italiane in Africa, quella al lago Tana (Etiopia), diretta dall’illustre esploratore-scienziato Giotto Dainelli. La mia adolescenziale conoscenza di quella missione scientifica avrebbe, infatti, schiuso per me e mia moglie le porte del Museo di Antropologia di Firenze...]

Quelle poche, vecchie immagini della mia Kodak Instamatic confermano visivamente i ricordi di allora. 

Oggetti etnografici, per lo più provenienti da Nuova Guinea (e Amazzonia), rammentano come coloro che li raccolsero facessero parte dei non numerosi etnologi svizzeri: René Gardi e il più anziano Paul Wirz, le cui 162 preziose collezioni, relative anche ad altre aree, hanno arricchito sia questo museo, che quello di Neuchâtel. 

Paul Wirz

Nato a Mosca nel 1892, Paul Wirz inizia presto a viaggiare. Per due volte si reca in Nord Africa (1912-13). 

Nel 1914-15 studia Antropologia Fisica, Geografia e Zoologia all’Università di Zurigo, dove segue i corsi di Otto Schlaginhaufen, cultore della Nuova Guinea. 

Sette spedizioni di Paul Wirz tra i Marind-Anim e gli Asmat della Nuova Guinea tra il 1915 e il 1955

Affascinato dalla remota isola, assieme alla sua prima moglie Elisabeth vi andrà a studiare le culture di popoli che hanno avuto solo scarsi contatti con l’esterno: i Marind-Anim (1915). 

Gli olandesi, ovviamente, sono là già prima di lui. 

Perciò potranno “monitorare” alcune cerimonie tradizionali. 

Wirz riuscirà, comunque, a osservare un’arte straordinariamente creativa. 

Le sue foto, anche se in parte “ricostruite”, poiché per praticità riprendono cerimonie notturne durante il giorno, costituiscono una documentazione scientifica eccezionale, se non unica! 

Tornato nel 1919 in Svizzera, va a studiare Antropologia all’Università di Basilea (...) 

In tal modo riceve una brillante e compiuta formazione: entrambe le università da lui frequentate da sempre sono profondamente interessate allo studio dei popoli e delle culture del Pacifico, con particolare riguardo al settore artistico. 

Non avrà così pari l’apporto che, in futuro, Wirz darà alla conoscenza dell’arte della Nuova Guinea. 

 Nel 1920 ottiene il dottorato di ricerca con una tesi sui Marind-Anim. 

In seguito verrà rielaborata, arricchita e pubblicata in due volumi, illustrati con le sue foto (...) 

Lo studioso svizzero si dimostrerà un profondissimo cultore delle società del Pacifico. 

In Nuova Guinea condurrà ben sette spedizioni: le prime quattro tra i Marind-Anim, il lago Sentani, la costa settentrionale e il Golfo Papua. 

Poi tra gli Asmat, nelle Highlands orientali e nell’area di Maprik-fiume Sepik, allora chiamato Kaiserine Augusta Fluss (...)

(...) Nel 2003 il Metropolitan Museum di New York giustamente incensò Paul Wirz con una mostra fotografica di 59 fotografie, tenuta nell’ala dedicata a Michael C. Rockefeller, tragicamente scomparso nel 1961 proprio nella Nuova Guinea olandese. 

Tra l’altro il MET possiede quattro oggetti provenienti dalla collezione di Nelson A. Rockefeller e raccolti da Wirz, nell’area del Golfo di Papua (...)

La scomparsa nel 1961, nell'allora Nuova Guinea olandese, di Michael Rockfeller. Anni dopo si scoprirà che era stato  ucciso e mangiato dai cacciatori di teste Asmat. Nella stessa area dove due anni prima si era inoltrata la spedizione armata e scortata del documentarista ed esploratore francese Pierre-Dominique Gaisseau  

Nota 121: (...) Michael Rockefeller scomparve all’età di soli 23 anni. Ricordo come più volte, fin dagli anni ‘1960, giornali italiani, riviste e televisione accennarono al fatto che il giovane Michael potesse essere stato ucciso e, infine, mangiato dai cacciatori di teste e cannibali Asmat. 

Anche se poi si propendeva per altre ipotesi meno cruente: fosse annegato (stava su una piroga che si era rovesciata) o ucciso da uno squalo. 

Ma ricordo anche che una risposta definitiva al mistero della sparizione sarebbe arrivata anni dopo da un ex guerriero Asmat. 

Il quale, assicuratasi l’impunibilità, raccontò ad un poliziotto indonesiano (nel 1962 la Nuova Guinea olandese diveniva indonesiana) che era stato tra coloro che aveva mangiato parti del corpo del ragazzo… 

 Nel 1959, cioè appena due anni prima l’arrivo di Michael, in quella medesima zona costiera (dove Rockefeller poteva essere arrivato a nuoto) si trovava la spedizione francese del documentarista ed esploratore francese Pierre-Dominique Gaisseau. 

Poiché area considerata estremamente pericolosa, i suoi membri erano tutti armati e la spedizione scortata da sei poliziotti. 

In proposito ricorda Saulnier come: “i Mappi, tribù vicina degli Asmat, designassero un’altra tribù dell’interno, che non era mai stata contattata [dagli europei], con il nome di Mannuwaé (…) che voleva semplicemente dire: il nostro cibo” (...).


Ala Rockefeller, Metropolitan Museum, New York: una straordinaria collezione di pali mbis degli antenati. Appartengono agli Asmat (Nuova Guinea olandese, villaggi di Omadesep, Otsjanep, Per) e furono acquisiti da Michael Rockefeller
(© Franco Pelliccioni)

DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA

Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi, etnostorici 

Vol. 3: da KNUD RASMUSSEN A ROSEBUD YELLOW ROBE (E-Book e versione cartacea, 188 pp, 124 note, 157 immagini - 8 sono dell'A-)


E-Book https://www.amazon.it/dp/B07L5PFFF1


Versione cartacea https://www.amazon.it/dp/1790972345



lunedì 19 agosto 2024

197. Gli avvistamenti di balene: Il mio primissimo “incontro” con una balena è avvenuto a… Roma! A distanza di quasi settanta anni, un’imprevista e sorprendente integrazione! Da: BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO. VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

Fotogramma tratto dalla clip svizzera della RSI Archivi - RSI Radiotelevisione svizzera: il vagone che contiene la balena arriva nel Ticino.  Da: "Goliath, una balena in mostra". "Dopo una prima apparizione in Ticino proprio nel 1959, Goliath torna alle nostre latitudini per un nuovo momento espositivo". Da "Il Regionale", 11.10.1977, di Vittorio Lenzi, commento di Edoardo Gatti. Da "La storia del Regionale", 23.01.2006. (Web Page, 18.8.2024). Naturalmente la foto non figura nel libro...


Cosa c'è nel libro: 

1. PREMESSA ; 2. INTRODUZIONE - LA CACCIA NELLA PREISTORIA: ALTA, NORD NORGE - I BALENIERI E L'ESPLORAZIONE - LA CACCIA ALLE BALENE, TRADIZIONALE ATTIVITÀ ECONOMICA DI ALCUNE COMUNITÀ MARITTIME EUROPEE 3. LA CACCIA ALLE BALENE PRESSO ALCUNE POPOLAZIONI AUTOCTONE AMERICANE 

4. GLI AVVISTAMENTI DI BALENE; 

5. LA CACCIA ALLE BALENE: STORICA- NELLA COLOMBIA BRITANNICA (CANADA) - A SAINT-PIERRE ET MIQUELON (FRANCIA) - LE STAZIONI BALENIERE DI TERRANOVA (PROVINCIA DI TERRANOVA E LABRADOR, CANADA) - LE STAZIONI DI CACCIA ALLE BALENE DEL CUMBERLAND SOUND - KEKERTEN, IL CUMBERLAND SOUND E L’INIZIAZIONE ANTROPOLOGICA SUL CAMPO DI FRANZ BOAS - NELLE ISOLE SHETLAND (SCOZIA, UK) - NELLE ISOLE ORCADI (SCOZIA, UK) - NELLE ISOLE SVALBARD, NORVEGIA - NELLE EBRIDI ESTERNE (SCOZIA, UK) 6. LA CACCIA ALLE BALENE: ATTUALE - IQALUIT (GIÀ FROBISHER BAY, ISOLA DI BAFFIN, ARTICO ORIENTALE, NUNAVUT, CANADA) - A RESOLUTE BAY (OGGI QAUSUITTUQ, CORNWALLIS ISLAND, HIGH ARCTIC, NUNAVUT, CANADA) - NARSAQ (COSTA OCCIDENTALE DELLA GROENLANDIA MERIDIONALE, DANIMARCA) - NELLE ISOLE FÆR ØER (DANIMARCA): IL GRINDADRÁP, LA CACCIA COMUNITARIA - IN ISLANDA - IN NORVEGIA, QUANDO LA CACCIA ALLE BALENE NON È COSÌ PUBBLICIZZATA, COME L’ISLANDESE, LA FAROESE (O LA GIAPPONESE) 7. BALENE, UNA SCHEDA PICCOLE: MEDIE: GRANDI: 8. APPENDICE LA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DI MADEIRA (PORTOGALLO), 1941-1981 IL GIGANTESCO FLOP DELLA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DELLE CANARIE (SPAGNA), 1784-1806 9. BIBLIOGRAFIA

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Il mio primissimo “incontro” con una balena è avvenuto a… Roma! 

 Tornando indietro nel tempo, ho cercato di focalizzare i miei ricordi su quale poteva essere stato il mio primissimo incontro con quelli che, tanto, tanto tempo fa, venivano descritti come "mostri marini". 

Subito mi sono venute in mente le piccole balene bianche, con termine russo denominati beluga, che molti anni fa avevo osservato in un fiordo del fiume San Lorenzo, nel Québec canadese. 

 Poi un inaspettato flash back mi ha condotto ancora più indietro nel tempo. 

Molto più a ritroso! 

Facendomi tornare, sia pure per qualche attimo, bambino. 

Mi sono visto assieme a mio padre, e con lui, ma anche assieme a tanti altri, adulti e bambini, si andò a vedere uno di questi grandi animali imbalsamati, che veniva esposto alla curiosità della gente su un grande e lungo camion. 

 "Forse", si diceva, quella doveva essere proprio la più grande balena esistente al mondo: molto probabilmente un capodoglio. 

E tale "rarità" sarebbe stata esposta nel corso di un lunghissimo (almeno a me così sembrava) giro per l'Italia (e per l'Europa?). 

 Nei primi anni '1950, come ben sanno i miei coetanei (o, comunque, i più anziani), le possibilità di "evasione" e di svago erano molto poche. 

Mentre i problemi che gli adulti (e i miei genitori) dovevano risolvere giorno dopo giorno erano invece numerosi. 

Ma quel poco ci bastava, e in quella vita d'allora, ben più semplice dell'attuale, non ci si domandava dei perché e dei per come. 

E quale occasione era più ghiotta, per un piccolo dell'Uomo, di stare almeno per un attimo, e senza alcun apparente pericolo... a tu per tu con il più grande abitatore dei mari e delle profondità degli abissi? 

A distanza di quasi settanta anni, un’imprevista e sorprendente integrazione! 

 Nel corso dell’elaborazione del libro, che ha comportato gli usuali, robusti e prolungati cicli di ricerche, su Internet e nella mia biblioteca, più volte ho cercato di vedere se sul Web ci fosse qualche minimo riferimento a quel mio “incontro” infantile. 

Infine, dopo diversi tentativi falliti, sono riuscito ad individuare una prima traccia. 

 Infatti la recensione intitolata: “C’era una volta una balena”, 4 Gennaio 2018 (Web Page 7.1.2023), del libro di Leopoldo Santovincenzo: La balena di piazza Savoia"L’immaginario che avevamo in dote" (a cura di Filippo La Porta), parlava di Goliath
Balena imbalsamata lunga 22 metri, che pesava quasi 700 quintali. 

Esposta per un mese su un carro a Roma, nel quadro di una mostra didattica norvegese. 

 Prima a Piazza del Popolo, poi per il cattivo odore spostata a Piazza dei Cinquecento. 

Il recensore parla del gennaio del 1970, ma accenna anche al fatto che il cetaceo fosse stato “anticipato” da analoga balena verso la metà degli anni ’1950

 Cioè dalla mia! 

 Per me, però, non è ancora sufficiente aver individuato questo primo timido indizio. 

Così, continuando ancora sul Web, riuscirò ad arrivare alla balena, che da bambino mi aveva così meravigliato… 

 Infatti nella pagina: “Quando preferiamo il falso: storia di una balena a Torino”, di Mariano Tomatis, del 14 luglio 2014 (Web Page. 7.1.2023), ecco la verità. 

In realtà la balena che avevo visto il 6 giugno del 1954, quando non avevo ancora 8 anni…, era la stessa del 1970

 Allora in italiano si chiamava Golia: pesava 68 tonnellate ed era stata uccisa al largo di Trondheim. 

Dopo averla condotta sulla riva, era stata svuotata. 

Così, per conservare al meglio la carcassa, era stata riempita con 7.000 litri di formalina, per esporla al pubblico e far vedere il suo interno ai visitatori. 

Quindi, anche se non ne ho il ricordo, devo essere passato anch’io attraverso la sua gigantesca bocca… 

 Dopo 16 anni la Golia del 1954 era stata “ricostruita” e, in qualche modo, restaurata. 

Rendendola nuovamente fruibile ai visitatori come Goliath. 

 Altre ricerche mi hanno consentito addirittura di vederla. 

Sul Web c’è una clip cinematografica di 44 secondi, tratta da un cinegiornale dell’Archivio Storico Luce

 E questa è stata un’altra sorprendente scoperta. 

Perché il cinegiornale mostra una grande folla intorno al lungo camion della balena. 

Tutta quella gente, accorsa ad osservare il cetaceo, mi ha infatti stupito. 

Perché nel 1954 eravamo realmente in un’altra epoca. 

Dove qualsiasi novità poteva ancora stupirci.
 
Mentre sedici anni dopo c’era stato il boom economico, le Olimpiadi del 1960, l’avvento della motorizzazione di massa, degli elettrodomestici in casa, della capillare diffusione della televisione, che ci consentiva di “vedere” il mondo, delle vacanze estive e del turismo in Italia e all’estero, nel 1967 c’era stato il primo trapianto di cuore, nel 1969 era addirittura sbarcato un uomo sulla Luna 

 Ecco perché mi è sembrato così incredibile vedere oggi quella clip!

 https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000072457/2/roma-balena-mostra.html

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DA: BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO.     VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

(163 pp., 156 foto, 79 sono dell'A.)

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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.