Bangassou (attuale Repubblica Centroafricana) e, quindi, Congo Belga
"Il primo marzo, oltrepassato il fiume N’Bomou, la Crociera Nera giunge a Bangassou, zona che “anticipa” la giungla equatoriale del Congo Belga.
Già per arrivare a Bondo sono stati costretti ad inoltrarsi con difficoltà nelle paludi.
Recupereranno nella tappa successiva, con la quale giungeranno a Buta.
Tra i pigmei
Tra Buta e la città di Stanleyville (Kisangani), capoluogo della provincia dell’Equatoria, attraverseranno una regione popolata anche dai pigmei.
In tutto per arrivare a Stanleyville dalla frontiera con l’A.E.F. percorreranno centinaia di km su una pista aperta dal lavoro di 40.000 uomini, “stimolati” dagli amministratori belgi del Congo.
Che artatamente hanno fatto circolare voci su un imminente arrivo nella regione di inviati di Bula-Matari o, più propriamente, Bula Matale (“Frangitore di rocce”).
Soprannome in Swahili del celebre esploratore statunitense Stanley.
Affibbiato nel 1879 dai capi del villaggio congolese di Vivi, dopo che con una mazza aveva spezzato per primo una roccia, per iniziare a costruire una strada fino a Vivi.
Soprannome “con il quale, dal mare fino alle cataratte, Stanley, tutti gli indigeni del Congo si sono adesso familiarizzati”.
Re Leopoldo II del Belgio, Stanley e la fondazione della "sua" città: Stanleyville (oggi Kisangani)
Del resto Stanley, che per conto di re Leopoldo II del Belgio più volte ha percorso, e a lungo, la regione del fiume Lualaba-Congo, nel 1883 fonderà alle Stanley Falls, a 1.300 km dalla foce del fiume, il primo nucleo della città, che per quasi un secolo porterà il suo nome.
E le genti congolesi per decenni avevano sentito parlare di Bula Matari nei racconti di padri e nonni.
Così che Stanley da tempo era considerato alla stregua di un profeta, in grado di annunciare una nuova era…
L'arrivo della colonna francese a Stanleyville
Sfruttando la curiosità e ingenuità di gente accorsa da ogni angolo della colonia, per un mese gli africani si daranno da fare con panga e machete per far giungere il convoglio francese a Stanleyville il 12 marzo.
Dove la Crociera Nera si ferma 11 giorni, avendo già percorso ca. 9.000 km dalla partenza.
Il 28 marzo, si ripassa nuovamente per Buta, raggiungendo Niangara, nell’Haut-Ouellé.
Tra i Mangbetu, dove donne e uomini mostrano strane teste allungate
Regione abitata dai Mangbetu, etnia sudanese in terra Bantu.
Dove donne (e uomini) mostrano strane teste allungate a causa di una caratteristica deformazione artificiale del cranio.
Ottenuta fasciando i neonati fin dall’infanzia.
Così, anche a causa della loro dolicocefalia, sembra che “con esso abbiano voluto maggiormente differenziarsi già nell’aspetto dalle genti brachioidi circonvicine”.
Nelle donne il singolare aspetto risulta ancora più accentuato per l’elaborata capigliatura sviluppata all’indietro, che dà loro maggiore risalto.
Un costume che colpirà molto gli ambienti artistici europei, allorché la Crociera rientrando in patria lo renderà noto.
Infatti Iacovleff, Poirier e Specht si fermeranno nel villaggio del capo Ekibondo e così potranno riportare numerosi disegni, foto e filmati delle donne Mangbetu, il cui straordinario aspetto figurerà nelle locandine del film di Léon Poirier.
Si raggiunge il lago Alberto
Il 10 aprile il convoglio è a Kasenyi, sulla sponda del lago Alberto, che si attraversa a bordo del vapore Samuel Baker.
Non prima di aver incontrato la Duchessa d’Aosta, Hélène d’Orléans (1871-1951), cognata di Vittorio Emanuele II, Re d’Italia, accompagnata dal figlio, il Duca di Pouilles".
Da: GRANDI RAIDS AUTOMOBILISTICI DELLA STORIA: QUANDO L’AVVENTURA SI FA LEGGENDA. LA PECHINO-PARIGI E LE “CROCIERE” CITROËN, TRA AFRICA, ASIA E AMERICA DEL NORD
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