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Visualizzazione post con etichetta Quo Vado di Checco Zalone. Mostra tutti i post
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martedì 7 dicembre 2021

4. ORSI, NON SOLO POLARI, TRA ALASKA SUD-ORIENTALE, ALTO ARTICO CANADESE E ISOLE SVALBARD

All'aeroporto di Longyearbyen [Svalbard] un orso  polare imbalsamato accoglie i viaggiatori. E' uno di quelli che, con ogni probabilità, ha scontato con la vita l'aggressione a qualche umano... (© Franco Pelliccioni)

Dal diario di viaggio [Sitka, Alaska sud-orientale]:

(...) Torno di nuovo al Park (dove c’è il Centro Informazioni, oltre al National Historical Park). 

Durante la mia chilometrica passeggiata nel bosco, tra il fiume e le acque dell’oceano, non vedo un’anima (Vedi dopo, in NOTA). 

Fotografo il sito della battaglia tra russi e indiani dell’Indian River. Giungendo poi in un luogo che non pensavo certo di vedere. 

Dove il silenzio, tutto intorno a me, è assordante… 

Dove la morte è accanto alla vita. 

Perché il fiume è stracolmo di salmoni. 

Centinaia e centinaia di pesci, che stanno agonizzando, o sono già morti, dopo aver risalito la corrente, per andare a depositare là le uova e fecondarle. 

Nello stesso luogo dove erano nati. 

Uno spettacolo spaventoso che all’inizio mi era sfuggito ma poi, attraversando il fiume su un ponticello di legno, si è rivelato in tutta la sua crudezza. 

Il ciclo vitale continua…

(NOTA )

Forse l’avrei dovuto sospettare, per la presenza di tutta quella moltitudine di salmoni a portata di… zampa. 

Ma gli orsi non erano certamente in cima ai miei pensieri. Affascinato, com’ero, dalla silenziosa natura che mi circondava, dagli stupendi totem, via via incontrati ai bordi dei sentieri. 

In questi ultimi mesi, lavorando alla stesura del libro, avevo notato sul Web gli avvisi e i cartelli del Parco, che nel 1983 non esistevano. Mettevano in guardia i visitatori dalla possibile presenza di orsi!

Nel corso dell’ennesimo ciclo di ricerche su Internet, sulla pagina di apertura del Parco scopro oggi che è chiuso per un’allerta, di cui però non si indica subito il motivo. 

Dopo lunghi mesi di assidua frequentazione del Web canadese e statunitense, penso si tratti di un altro degli allarmi per il covid 19 inseriti nelle pagine di comunità ed istituzioni. 

Oppure riguarda un imminente peggioramento delle condizioni meteo. 

Invece la pagina successiva segnala una sostenuta attività degli orsi… (U.S. National Park Service, 12.10.2021).

da: VIAGGIO ATTRAVERSO L'INSIDE PASSAGE, NELLA TERRA DEGLI INDIANI DEI TOTEM E DELL’EX AMERICA RUSSA. SULLA COSTA DEL PACIFICO DELL’AMERICA DI NORD-OVEST, TRA COLOMBIA BRITANNICA E ALASKA

                         

....

RESOLUTE BAY, ALTO ARTICO CANADESE (OGGI QAUSUITTUQ, NUNAVUT): 74° 42’, allora a 500 km di distanza dal Polo Magnetico 

In occasione dei miei cinque soggiorni di ricerca africani e mesoamericani, mi ero sempre debitamente documentato sui pericoli di indesiderati incontri con animali più o meno velenosi: ragni, scorpioni, carnivori, serpenti. 

Così la mia totale ignoranza sugli orsi si sarebbe riproposta già un mese dopo nell’Alto Artico canadese, a Resolute Bay. 

Raggiunta dopo Inuvik e Tuktoyaktuk, nel corso della mia ricerca tra gli Inuit.

Dopo un lungo volo da Yellowknife, capoluogo dei Northwest Territories, vengo accolto all’aeroporto dell’isola da Bezal Jesudason (1941-1995), personaggio di rilievo nella storia delle esplorazioni, poiché è un celebre outfitter di spedizioni polari, tra cui “quella” di Fogar. 

Alloggerò nella sua casa-ufficio, localizzata nell’insediamento eschimese. 

Dopo qualche ragguaglio preliminare, il tempo di mangiare un boccone, poi giovinezza, curiosità, consapevolezza di trovarmi di fronte ad una delle sezioni del mitico Passaggio a Nord-Ovest, mi convincono a non perdere tempo prezioso e a guardarmi subito intorno. 

E cosa c’è di meglio che arrampicarsi di primo pomeriggio sulla non troppo distante, deserta e nuda Signal Hill (183 m), che sovrasta l’insediamento? 

Tra l’altro, avendo esperienza solo dei tropici, non di Artico, né di isole o arcipelaghi oceanici, non penso alla nebbia. 

C’è il sole. Invece lassù ecco l’avanzare dei banchi di nebbia, che a tradimento arrivano di tanto in tanto dalla baia. 

Finché è possibile osservo il panorama: il golfo, la comunità, i ghiacci della banchisa, che si stanno gradatamente riformando (il cambiamento climatico era ancora al di là da venire). 

Passeggio sulla sommità, oltrepasso la grande installazione luminosa per la navigazione aerea, scopro la tomba di un pilota, che nel 1969 si era andato a schiantare con il suo aereo sulla collina. 

Soddisfatto dell’escursione, decido di rientrare. 

Non sapendo che sarei stato rimproverato da Bezal, per il grave rischio corso. 

In giro c’erano gli orsi polari, che si avvicinano spesso all’insediamento, alla ricerca di cibo. 

Andando specialmente a frugare nella non lontana discarica di rifiuti, in prossimità della sponda. 

Rabbrividisco al pensiero che avrei potuto essere io a costituire il loro cibo ambulante, quasi fossi uno street food

....

Quattordici anni dopo nella Baia del Re (Svalbard) il responsabile della Base Dirigibile Italia, che il giorno dopo avremmo inaugurato, intorno alla mezzanotte (ma c’era ancora sufficiente luce) accompagnerà me e i ricercatori del CNR al pilone d’attracco dei dirigibili Norge e Italia di Nobile, munito del suo bel fucilone regolamentare. 

Pronto a difenderci da un eventuale attacco degli orsi polari! [come molti spettatori hanno potuto vedere guardando il film di Checco Zalone del 2016: Quo Vado…]


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