|
Foto panoramica di Tromsø e dell'isola di Tromsøya, scattata dalla collina di Storsteinen (420 m). Riconoscibile è l’ingresso del
porto, a sinistra del ponte, che la collega alla terraferma. Sullo sfondo
l’isola di Kvaloya. Mentre il molo di sinistra è parzialmente fuori quadro, è
riconoscibile quello di destra, il Nordjeteen. Sulla destra della foto, in basso, la stupenda Tromsdalen Kirke, la
cosiddetta Ishavskatedralen, la "Cattedrale dell’Artico" (© Franco Pelliccioni) |
La città
di Tromsø, considerata la “Porta dell’Artico”, venne fondata nel 1794, ben al
di là del Circolo Polare Artico (350 km), nella regione del Troms, di cui diventerà
il capoluogo.
L'ULTIMA TAPPA NORVEGESE, PRIMA DEL VOLO ALLE SVALBARD
La città ha
rappresentato per me una tappa intermedia nell'avvicinamento alla meta finale,
le isole Svalbard, oltre le fredde e desolate acque del mare di Barents, a 1.300
km di distanza dal Polo. Dove nel 1994, anche in quelle terre "ai confini
del mondo", ho portato avanti il discorso sull'etnicità e
sull'integrazione panetnica che, primo tra i ricercatori italiani, avevo iniziato
nell'ormai lontano 1976 (Isiolo, Kenya settentrionale). Tra l’altro la mia è
stata anche la prima indagine socio-antropologica ad essere effettuata nell'arcipelago artico, e la prima svolta tra le comunità di minatori norvegesi e russi (ma anche ucraini... La mia competente interprete, l'ing. mineraria Helena Chuprina, messami gentilmente a disposizione dal Rappresentante in Norvegia della Compagnia Mineraria russa Trust Arktikugol, era ucraina!) che, esempio
unico al mondo, avevano coesistito pacificamente in quelle lande per decenni. Perciò
anche durante la "guerra fredda"!
[Il "pezzo" è stato elaborato nel 2014. Quindi riferimenti e dati, salvo poche eccezioni, si riferiscono a quell’anno. Poiché non tengono conto dei successivi
e gravi avvenimenti geopolitici: l’annessione della Crimea alla Russia, la guerra
contro i secessionisti del Donbass, le sanzioni occidentali, l’invasione russa dell’Ucraina…]
LA CITTA', L'ISTITUTO POLARE NORVEGESE, L'UNIVERSITA', I MUSEI
La città di
Tromsø, la maggiore di tutta la Norvegia settentrionale (77.000 abitanti nel
2019), è un piccolo gioiello dell’architettura nordica, con la sua passeggiata
sulla via principale, la Storgata, il
monumento ad Amundsen, i moli del trafficato porto, istituti superiori, musei
d'arte, stazione meteorologica, stazione radio, l’Osservatorio delle Luci
settentrionali, cioè le Aurore Boreali (dal 1927), varie industrie.
|
L'Aurora Boreale fotografata a Tromsø, 2011 (CC Some rights reserved, Frank Olsen) |
Nel 1998
qui veniva trasferito da Oslo anche il celebre Istituto Polare Norvegese.
Nel Museo
Polare (Polarmuseet i Tromsø), fondato nel 1976, incontrerò Torbjorn
Trulssen, il Direttore (Museumsbestyrer).
Situato in un magazzino
del 1837, il Museo raccoglie i reperti delle decine e decine di spedizioni
artiche, esplorative o per la caccia alle foche ed agli animali da pelliccia. Mentre
nel Museo "all'aperto" della città, a Skansen, troviamo l'edificio
più antico della città (del 1789). Perché qui sono stati ricostruiti numerosi edifici storici della città.
Il Museo
della città di Tromsø (del 1872), unitamente alla Biblioteca,
rappresenta un Dipartimento decentrato dell'Università fondata nel 1972 che,
fino all’inaugurazione dell’Università delle Svalbard, è stata la più
settentrionale al mondo
[Dopo
la fusione con diversi centri di istruzione superiore della Norvegia settentrionale,
nel 2013 è diventata Università di Tromsø-Università Artica della Norvegia (Universitetet
i Tromsø (UiT)-Norges arktiske universitet. Fusioni proseguite negli anni
successivi, tanto che oggi l’Università dispone di ben sei campus].
Le splendide
collezioni museali offrono un’ampia panoramica del folklore degli
abitanti del Nord Norge. Autentico blend di popoli: lapponi (Sami), norvegesi meridionali
(commercianti, coloni, pubblici ufficiali) e finlandesi (Kvens, che tra l’inizio del XVII secolo e il 1860 si stabilirono in
queste regioni).
Tre etnie che vanno ad incontrarsi proprio in quest’area, come
giustamente rilevò il poeta e scrittore Carl Schøyen (1877-1951) nel libro del 1918: Tre stammers møte ("Incontro di tre
popoli").
GLI ANTICHI RAPPORTI COMMERCIALI CON I RUSSI
Genti che, per di più, hanno commerciato
per secoli (dal XIII secolo alla rivoluzione del 1917) con i mercanti Pomori, grandi navigatori provenienti dalla
Russia settentrionale. Scambiando legno, farina, cordami con pesce, carne e
pelli. Una presenza slava che, nel tempo, avrebbe innescato innumerevoli relazioni
amicali tra i due popoli, ma anche influenzato i dettagli architettonici (guglie,
torri) di numerose abitazioni.
Nella
parte centrale del XX secolo la società norvegese Pomor Nordic Trade riallacciò i rapporti commerciali con i russi.
|
Il
ristorante Pomor nella Storgata (© Franco Pelliccioni) |
Dagli
anni ‘1990 la presenza slava si è intensificata in misura esponenziale: 489 navi
nel 1997 (solo nella giornata del 3 marzo 2003 in porto c’erano ben 22 navi
russe). Oggi [2014] i loro pescherecci scaricano il pesce, attendono per le
“quote”, fanno rifornimento, riparano le imbarcazioni. È una presenza che non
passa invero inosservata. Poiché annualmente sbarcano mediamente 15.000 marinai
russi!
Nei pochi
spazi giornalieri, che ero riuscito certosinamente a ritagliarmi, per dare un'occhiata
in giro, visti i numerosi impegni già previsti da Roma, tra visite e incontri (Ingeborg
Harsten, Chief Administrator Social Studies Institute, dell’Università
di Tromsø; Reidar Bertelsen, Archeologo e Preside della Facoltà; Trond Thuen, Direttore dell’Institute of
Social Science, Department of Social Anthropology and Sami Studies; l’archeologo
Per Kirre Reymevt. Oltre che con Tor Sveum, direttore delle Pubbliche Relazioni), in una delle piazze principali della città avevo ammirato lo stupendo Duomo Luterano
in legno del 1861- Tromssan Tuomiokirkko
- e più tardi, dalle banchine del porto, sarei stato attratto dalla vista della
Cattedrale Artica (la Tromsdalenin
Kirkko, del 1965), che troneggia imponente dall'altra parte del ponte, che
collega il continente all'omonima isola di Tromsø (Tromsøya), dove è sita la città.
|
La parte
finale del ponte che collega l’isola di Tromsø alla terraferma e la “Cattedrale
dell’Artico” (© Franco Pelliccioni) |
La Cattedrale
cattolica sede del vescovado, anch'esso ovviamente il più settentrionale del
globo, si trova nei pressi del Centro Culturale e della Stortoget, la piazza centrale del mercato.
Grazie all'ausilio di
un'interprete, messami gentilmente a disposizione da Miss Hilde Johnsen, Produktsjef del Troms Arrangement, sulla sommità della collina di Storsteinen (raggiunta con la funivia), di fronte all'isola di Tromsø, avrei intervistato Inga Sara Eira. Lappone (Sami) del
Finnmark e commerciante in oggetti artigianali, oggi si direbbe “etnici”. Dopo aver accettato di prendere, assieme alla mia interprete, un caffè, che ci preparerà all'interno di una delle sue due tende (lavvu).
|
L'interprete norvegese mi fotografa assieme ad Inga (© Franco Pelliccioni) |
Infatti la città è anche un centro privilegiato di questa etnia nordica. A partire dagli
anni 1970. Quando cultura e lingua sono state rivitalizzate, tanto da essere insegnate
in alcune scuole. Così che oggi il toponimo norvegese “Tromsø” viene ufficialmente
accompagnato dal Sami “Romssa”!
Nel 1257 venne
fondata la prima chiesa missionaria "tra norvegesi e Sami". Man mano attorno
ad essa si raccolsero case di pescatori e botteghe.
In una lettera papale del
1308 si parla della "Chiesa di Maria a Troms vicina ai pagani": Ecclesia Sanctae Mariae de Trums juxta
paganos. Successivamente vennero edificate sette cappelle. Ricordo come Papa
Clemente V (1264-1314) concesse un'indulgenza - da 100 giorni ad un anno - a tutti coloro
che avrebbero visitato la Chiesa di Maria, dal 1639 diventata sede parrocchiale. Fino
ad allora la chiesa sarebbe dipesa dalla città meridionale di Bergen, successivamente da Trondheim.
ALLA FINE DEL XVIII SECOLO RICEVE LO STATUS DI CITTA'
Nel 1794 re
Cristiano VII di Danimarca, alla quale apparteneva la Norvegia, concesse a
Tromsø lo status di città-mercato, dopo l’abolizione del monopolio del
commercio del merluzzo di Bergen. Allora contava solo un’ottantina di abitanti.
Nel 1805
un grossista originario di Copenaghen iniziava ad esportare pesce essiccato. Spedendo
una prima partita in Italia, a Messina.
Intorno al 1820 in un’area gigantesca,
che andava dal Canada, alle Svalbard, alla Nuova Zemlja, ebbero inizio le
spedizioni di caccia alle volpi, agli orsi polari, ai trichechi, alle foche. Trent’anni
dopo (1850) il traffico del porto, che dal 1827 aveva una sua commissione ad hoc, superava per mole quello dell’importante
centro settentrionale di Hammerfest. Un commercio importante, che avrebbe interessato la russa
Arcangelo, come la francese Bordeaux… Al 1848 risale invece il primo cantiere
navale. Così, per merito della pesca, la città dalla metà del sec. XIX conoscerà
un fortissimo sviluppo.
IL KNOW-HOW ARTICO
Alla fine
del secolo XIX Tromsø non solo è il principale centro commerciale nordico, ma
le conoscenze artiche, intimamente condivise da molti dei suoi abitanti, non potranno
che attrarre numerosi esploratori, che qui recluteranno i loro equipaggi.
|
Tromsø con il Tromstind, al di là dello stretto, ca. 1900 (Library of Congress, USA) |
Attualmente
è uno dei maggiori porti della Norvegia e il maggiore hub infrastrutturale della regione denominata “Barents-Euro-Artica”.
Un porto favorito dalla presenza della Corrente del Golfo che, nonostante la
latitudine, lo rende tutto l’anno privo di ghiacci. Accoglie navi da crociera e
flottiglie di pescherecci.
LA PESCA
|
"Mucchi di merluzzo che vengono essiccati vicino a Tromso".1907, foto Jules Richard (University of Washington) |
Infatti, dopo petrolio e gas, la pesca è la seconda
fonte di esportazione del paese. Un'industria preziosa che, accanto alla pesca
tradizionale, comprende acquacoltura ed inscatolamento. Il settore impiega oggi
circa il 5% della forza lavoro della Norvegia settentrionale. Malgrado negli
ultimi dieci anni si sia dimezzato il numero delle navi da pesca e negli ultimi
venti il personale impiegato…
La
Norvegia è anche il secondo esportatore di pesce al mondo. Soprattutto grazie
alle attività portate avanti da Tromsø, nel 2009 sono state prese 2,5 milioni
di tonnellate, pari a 11,1 miliardi di corone norvegesi (NOK), senza contare le
958.000 tonnellate provenienti da acquacoltura e dai crostacei. Va ancora aggiunto
come tecnologie innovative si aggiungano sinergicamente al rispetto per
l’ambiente marino e ad un’acquacoltura sostenibile. Nel contesto del progetto MAREANO,
ad esempio, dal 2006 si stanno realizzando dettagliate mappe del Mar di Barents:
batimetria, fondo marino, biodiversità, habitat, chimica ambientale ed
inquinamento.
Non a
caso la centralità della città nel settore ittico è ulteriormente confermata
dalla presenza del Norges Råfisklag (Associazione
di Vendita dei Pescatori Norvegesi), dal Norwegian
Seafood Export Council, oltre che da un’importante Scuola Marittima (fondata
nel 1864). Dove si addestrano gli studenti ai quali si insegna l’arte della
marineria, navigazione, trasporto, logistica e sicurezza. Anche impiegando la nave
scuola MS “Kongsnes” che, solcando le acque della costa del Nord Norge, offre ai pescatori norme ed
addestramento sulla sicurezza.
Inoltre, proprio
per “non farsi mancare nulla”, nell’Università di Tromsø è presente il Collegio Norvegese di Scienza della Pesca
(Norges fiskerihøgskole, NFH), dotato
di una grande nave rompighiaccio, la “Jan Mayen”, oltre che del più
modesto “Johan Ruud”.
LA PARIGI DEL NORD
|
Il centro di Tromsø in questa foto panoramica, ca. 1901-1910 (Nasjonalbiblioteket, Mo i Rana) |
Tromsø nel
XIX secolo fu anche conosciuta come la "Parigi del Nord". Ai
forestieri risultava infatti ben più “civilizzata” rispetto a quanto potevano
attendersi da una comunità così isolata, a quella latitudine! D’altronde,
all’epoca, il mondo intero riteneva la capitale francese l’ombelico del mondo, e
qualsiasi comparazione non poteva che aver luogo con essa… Grazie ai notevoli
guadagni provenienti da pesca e caccia agli animali da pelliccia, le signore erano
così in grado di importare direttamente da Parigi abiti, accessori e quant’altro. Snobbando i più "vicini" negozi di Oslo. Non a caso ancora oggi i moli
del porto si chiamano jetéen.
|
La visita del re di Norvegia a Tromsø nel 1907 |
UN'ESCURSIONE NEL TROMS
Tromsø è stato
anche il punto di partenza per un giro di un'intera, intensa, giornata nello splendido Troms settentrionale. Utilizzando
ferries, ponti e ben mimetizzate gallerie
sottomarine. Lungo la frastagliatissima linea costiera numerosi sono i porti
pescherecci, gli stretti, i fiordi.
Come
quello di Lyngen, dove molti Lapponi (Sami) "costieri" sono di
confessione Lestadiana. Setta puritana fondata nel 1844 dal prete
luterano svedese Laestadius. Dove sotto il sole brillano i vasti ghiacciai
alpini (la cima più alta delle Alpi di Lyngen è lo Jekkevare, con i suoi
1.833 m) e non è inusuale compiere inaspettati incontri "stradali" con
renne selvatiche (sull'isola di Ringvassoy), mentre assai
vicino è il confine con la Finlandia...
...
La città di Tromsø e i popoli della
Fennoscandia (Norvegia Settentrionale: Sami - Lapponi -, Kvens e Careli finlandesi) figurano nel mio
libro Amazon:
Qui Base Artica Dirigibile Italia, Svalbard. Dalla Terra degli Orsi Polari una Rassegna e un Inventario Culturale dei Popoli del Grande Nord
|
E-Book e versioni cartacee a colori e in bianco e nero I ediz.
|
Versioni cartacee a colori e in bianco e nero, II ediz.
PAGINA AUTORE ITALIA
PAGINA AUTORE USA