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domenica 27 luglio 2025

321. UN'ALTRA ISOLA CHE NON C'E': L-ISLA (SENGLEA), NELL'ISOLA DI MALTA

"Isola di Malta. Veduta dell'ingresso del porto di La Valletta [Grand Harbour] intorno al 1750, con le navi dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme sotto una tempesta, che soffia da destra. I forti di Ricasoli e Sant'Elmo sono accuratamente raffigurati su entrambi i lati dell'imboccatura del porto. Fulmini e pioggia battente si possono vedere sulla destra, sopra Sant'Elmo, dove si estende anche il centro di La Valletta" ca, 1750. Attribuito al pittore maltese Alberto Pullicino, 1719-1759 (National Maritime Museum, Greenwich, London, Caird Collection)

Lavorando alla stesura del capitolo su Malta (II volume - Mediterraneo – del mio libro PIRATI, CORSARI E CONTRABBANDIERI, TRA ATLANTICO DEL NORD E MEDITERRANEO, XV-XIX SECOLO), scopro che, oltre all'isola scozzese di Harris, oggetto del Post n. 89 (del 13. 4. 2023 INTITOLATO: BARRIE, L’ULTIMO FILM DI PETER PAN (PETER PAN & WENDY), E L’ISOLA CHE NON C’E’), c'è un'altra isola, non isola: Senglea. Toponimo derivante dal Gran Maestro dei Cavalieri di Malta Claude de la Sengle, mentre in lingua maltese è L-Isla, l'isola

In proposito, lo storico dell'Università di Malta Simon Mercieca rileva come la penisola fosse un feudo personale dei Grandi Maestri. Un'enclave, i cui abitanti erano soggetti ad una speciale e "privata" giurisdizione.

Ma questo post mi dà anche l'opportunità di pubblicare la splendida immagine di un dipinto del XVIII secolo attribuito al pittore maltese Alberto Pullicino

 

UNA SINTESI DEL POST N. 89

L'isola che non c'è. Cioè: Never Never Land . Dove Peter, Wendy e i ragazzi giungono dopo aver volato per giorni.

La spiegazione trovata su Wikipedia ritiene che Barrie abbia individuato nelle regioni più remote dell'outback australiano, quelle che gli aussies chiamano appunto Never Never, l’isola immaginaria di Never Never Land, Neverland o Neverlands.

Ritengo, invece, che non ci sia alcun bisogno di andare all’altro capo del mondo per individuare l’isola che non c’è, specialmente da parte di uno scozzese.

Perché l’ha addirittura in “casa”, ed è esattamente l’isola di Harris

 [Ebridi Esterne, Scozia. Dove ho svolto una ricerca antropologica nell'ambito del mio Programma sulle Comunità Marittime dell'Atlantico del Nord]

L'ISOLA, "NON ISOLA", DI HARRIS

Come ben sappiamo in tutto il mondo il suo nome è sinonimo di eleganza, sportività, resistenza.

Mi riferisco a quel particolare tipo di tessuto pregiato, il tweed, più precisamente all'Harris Tweed, che deve il termine all'isola dove nacquero l'idea e la sua brillante, concreta realizzazione.

Proprio Harris è l'isola che non c'è.  

Almeno nel senso stretto del termine.

In effetti nella letteratura e sulla cartografia delle Ebridi, da secoli ci si riferisce all'isola di Harris.

Anche se è area saldamente e naturalmente collegata all'isola di Lewis, e non per interventi più o meno secolari dell'uomo - dighe o ponti -.

Lewis ed Harris sono infatti un tutt'uno.

 

martedì 27 agosto 2024

208. A bordo dell’Endeavour, la nave del primo viaggio nel Pacifico di Cook. DA: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE I: XIV-XVIII SECOLO

 

L'Endeavour ancorata davanti alla Dogana di Greenock, Scozia
(© Franco Pelliccioni)

Premessa

Per molti anni (dal 1995 al 2012) ho collaborato alla storica Rivista Marittima, pubblicando anche un supplemento sull’isola di Creta, oltre che al Notiziario della Marina. Inoltre sono stato onorato più volte dei Patrocini che lo Stato Maggiore della Marina Militare mi ha concesso per le ricerche condotte in Atlantico (tra il 1982 e il 1998), nell’ambito del mio Programma sulle Comunità Marittime dell’Atlantico del Nord.

Cosa c'è nel libro:

1. CHENG HO (ZHENG HE), 1371-1424 (Attraverso l’Oceano Indiano Nell’Africa orientale I Ming e l'Eunuco dei Tre Gioielli Tramonto di una straordinaria epopea

2. ENRICO “IL NAVIGATORE”: L’INFANTE DOM HENRIQUE (1394-1460) La Torre di Belém, a Lisbona Il movimento d’oltremare portoghese ed Enrico “il Navigatore” In Africa, Asia e America Ancora sulla Torre de Santa Maria de Belém 

3. GIOVANNI CABOTO, 1450? - 1498 Nell’outport di Bonavista, nell’isola canadese di Terranova Giovanni Caboto La misteriosa scomparsa di Caboto e delle sue navi, 1498 

4. BARTOLOMEO DÍAZ, 1450-1500 Bartholomeu Dias de Novais La spedizione verso la punta meridionale dell'Africa, 1487 Si solcano le acque dell’Oceano Indiano, 1488 Lisbona L’ultimo viaggio 

5. GASPAR CORTE-REAL, ca. 1450-1501 I portoghesi si interessano ai banchi di merluzzo di Terranova I fratelli Corte-Real, Gaspar e Miguel Gaspar Corte-Real e la prima spedizione del 1500 La scomparsa di Gaspar Corte-Real nella spedizione del 1501 

6. AMERIGO VESPUCCI, 1454-1512 Amerigo Vespucci Il viaggio del 1499-1500: Guyane, Orinoco, Rio delle Amazzoni, Il viaggio del 1501-1502: Brasile, Rio della Plata, Patagonia

JACQUES CARTIER, 1491-1557 Cartier e gli indiani dell’America del nord Jacques Cartier Nella prima spedizione del 1534: gli indiani Beothuk, Micmac, Uroni Spedizione del 1535 Nel terzo viaggio del 1541-42 fonda Charlesbourg-Royal, primo insediamento francese in America 

8. SIR FRANCIS DRAKE, 1544-1596 La Golden Hind a Londra L’antico porto di Londra Ecco infine la nave di Drake: la Golden Hind Sir Francis Drake L’odio mortale di Drake nei confronti degli spagnoli Salpa la squadra al comando di Francis Drake, 1577. Inizia la prima circumnavigazione inglese della Terra Quando il Pellicano si trasforma in Cerva a causa di un “trattamento” assai “particolare” Nello Stretto di Magellano e, poi, tra Capo Horn e il Polo Sud, nel futuro Stretto di Drake Nel Pacifico si risale la costa del Sud America, attaccando a sorpresa navi e insediamenti spagnoli, 1578 L’arrivo in Inghilterra, 1580

9. JOHN DAVIS, 1550-1605 Alla ricerca del Passaggio a Nord Ovest John Davis La prima spedizione del 1585: Groenlandia e Baffin La spedizione del 1586: Groenlandia e Labrador Terza spedizione, 1587: Groenlandia, ancora Baffin, Stretto di Hudson, Labrador Si batte contro l’Armada spagnola (1588), raggiunge le Azzorre (1589), lo Stretto di Magellano (1591) e le Falkland Le spedizioni successive: Azzorre, Indie orientali. Infine la morte nelle acque tra Malesia e Sumatra 

10. HENRY HUDSON, 1570-1611 Henry Hudson La spedizione del 1607: Groenlandia, Svalbard, Jan Mayen Le spedizioni del 1608 e 1609: Nuova Zemlja, Terranova, Maine, Cape Cod, Manhattan L’ultima spedizione del 1610-11: Islanda, Groenlandia, Labrador, Baia di Hudson… la morte Uno straordinario insegnamento nautico

11. SAMUEL DE CHAMPLAIN, ca. 1570-1635 Samuel de Champlain Il primo viaggio, 1603 Il secondo viaggio, 1603, e il San Lorenzo L’esplorazione del 1604-07 e successive È fondata Québec In prigione in Inghilterra, 1629-33

12. ABEL TASMAN, 1603-1659 Lo scorridore dell’Oceano Indiano alla ricerca della Terra Australis Incognita, 1642 Viene raggiunta la Tasmania In Nuova Zelanda i bellicosi Maori Continua la navigazione nel Pacifico, 1643 Indie orientali olandesi Tra Australia e Tasmania, 1644 

13. JACOB ROGGEVEEN, 1659-1729 Arend Roggeveen Jacob Roggeveen La spedizione del 1721-22: le isole Juan Fernandez con la capanna di Robinson Crusoe, alias Selkirk e, poi, l’isola di Pasqua L’incontro culturale con i primi polinesiani, 1722 I grandi Moai di pietra Tuamotu, Società, Samoa Nuove Ebridi, Nuova Britannia, Molucche, Indie orientali olandesi 

14. JAMES COOK, 1728-1779 Il primo viaggio con l’Endeavour, 1768-71 Il secondo viaggio, 1772-75 Il terzo, e ultimo, viaggio, 1776-79

14.1 A bordo dell’Endeavour, la nave del primo viaggio nel Pacifico di Cook La “replica” L’Endeavour salpa al comando di James Cook, 1768 

15. GEORGE VANCOUVER, 1757-1798 George Vancouver A bordo della Resolution e della Discovery con Cook, 1772-75 e 1776-80 La spedizione in Nord America, 1791-95 BIBLIOGRAFIA 

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A bordo dell’Endeavour, la nave del primo viaggio nel Pacifico di Cook

Certamente J.F. Cooper, l'autore dell'Ultimo dei Moicani, non sarebbe riuscito a comprendere appieno l'importanza del modesto regalo ricevuto, senza dare prima una sbirciata alle lettere, puntualmente accluse dal Console Britannico, che attestavano la particolare origine di quel materiale: una banale scatola di legno. 

E l'ignaro viandante che, a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, si fosse aggirato tra i moli di Newport (Rhode Island), non avrebbe prestato attenzione più di tanto a quella vecchia nave, che ormai stava cadendo letteralmente a pezzi. 

Non potendo neanche lontanamente sospettare come quel fatiscente vascello, che alcuni anni prima, battendo bandiera francese, era arrivato in America con un carico di olio, per giunta inseguito da una nave da guerra inglese, avesse scritto la storia. 

Poiché quella era stata la nave del primo viaggio nel Pacifico di Cook: la celebre Endeavour.

La “replica”

Al tempo della mia ultima ricerca in Scozia, la H.M. Bark Endeavour era ancorata davanti alla Dogana di Greenock, nei pressi di Glasgow, nell'Inverclyde. 

Non l'originale, che aveva portato Cook nel Pacifico, a Tahiti e oltre, ma naturalmente una sua splendida replica, "la più autentica che ci sia al mondo", avrebbe affermato il Direttore del Museo Marittimo di Greenwich, che di navi se ne intendeva.

La principale differenza tra l'originale di Cook e la replica australiana è nel legno, nelle finiture metalliche e nell'utilizzazione di materiali non artigianali per alberi, vele e sartiame scorrevole. 

Al posto dei tradizionali olmi, querce e abeti, la replica è costruita prevalentemente con lo jarrah, un tipico legno duro australiano, che garantirà lunga vita alla nave. 

Vecchi abeti dell'Oregon sono stati appositamente importati dal Nord America per farne alberi, pennoni, ponti e parti superiori. 

Per prevenire il marcire del legno e per offrire il massimo comfort all'equipaggio, la replica risulta meglio ventilata e sul legname si sono impiegati preservanti, sia tradizionali, che moderni. 

Il sartiame fisso è in canapa di manila ed è stata altresì adattata una gomena vecchia di 140 anni. 

 Le vele, in Duradon, un tessuto sintetico, sono simili per il loro aspetto alle originali in lino e si manovrano come quelle. L'equipaggio dorme in amache, le une vicine alle altre, sul ponte inferiore, come nel XVIII secolo. 

Cook, però, aveva 90 uomini a bordo, mentre la replica solo 56. E', quindi, meno affollata. 

La spedizione di Cook contò, oltre a ufficiali, marinai e marines, anche i numerosi scienziati appartenenti al regime (così venne ufficialmente definito) di Banks. 

Il venticinquenne naturalista, già membro della Royal Society, che avrebbe giocato un ruolo di tutto rilievo nella spedizione e che fu egregiamente affiancato, in campo naturalistico, dallo svedese Solander, un botanico allievo di Linneo. 

La “coppia” di scienziati scoprirà 2.600 nuove specie di piante.

L’Endeavour salpa al comando di James Cook, 1768

Nel 1768 James Cook partiva a bordo dell'Endeavour in un viaggio di esplorazione e ricerche scientifiche che sarebbe dovuto durare quasi tre anni. 

Le istruzioni ricevute dall'Ammiragliato erano sia pubbliche, che segrete. 

Le prime strettamente connesse con l'osservazione del transito di Venere a Tahiti. 

La busta con le istruzioni segrete sarebbe rimasta sigillata fino a dopo le osservazioni astronomiche..."

Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE I: XIV-XVIII SECOLO

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Versione cartacea bianco e nero, II ediz. 


321. UN'ALTRA ISOLA CHE NON C'E': L-ISLA (SENGLEA), NELL'ISOLA DI MALTA

"Isola di Malta. Veduta dell'ingresso del porto di La Valletta [Grand Harbour] intorno al 1750, con le navi dell'Ordine di San ...