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giovedì 4 agosto 2022

54. SAINT-GERMAIN-EN-LAYE CITTÀ DI PACE E DI CASTELLI, NONCHÉ SEDE DEL MUSEO DELLE ANTICHITÀ NAZIONALI E DELLA CASA-MUSEO LE PRIEURÉ, ACQUISTATA DAL PITTORE MAURICE DENIS NEL 1914

 

Scultura di una testa di bisonte, Grotta Taillebourg (Angles-sur-L’Anglin, Vienne - affluente della Loira -, sito di Roc-aux-Sorciers), Magdaleniano, ca. 14.000 a. C. Museo delle Antichità Nazionali,  Saint-Germain-en-Laye (© Franco Pelliccioni)


Non era mai successo di non avere da lontano, sia pure per un attimo, la visione di una città. Ma qui il treno arriva in galleria. Perciò, salendo sulla scala mobile, sono ansioso di sapere quale sarà il primo impatto con Saint-Germain-en-Laye.

Di essa ho solo pochi elementi: il castello-reggia, che ha preceduto Versailles, nei pressi della stazione; il Museo del pittore Maurice Denis, più distante. So anche che vi sono stati firmati trattati internazionali: l’Editto, che mise fine alle Guerre di Religione (1570), i trattati tra Francia ed Inghilterra (1624, 1632), quello che scorporò l’Impero Austro-Ungarico (1919).

Il campo visivo gradualmente si allarga e inizia ad “affollarsi”. All’azzurro del cielo rapidamente si aggiungono sulla sinistra, come se spuntassero da un immaginifico e gigantesco “cappello a cilindro”, le parti superiori di un imponente castello rossiccio: torri a cupola, merli e balaustre, doccioni fantastici, comignoli turriti, alte mura, infine il parco… Non l’aspettavo così vicino e massiccio. Certo è che nemmeno lontanamente è paragonabile, per magnificenza e grandiosità, a Versailles. Perché il Re Sole rimpiazzerà lo château vieux di Saint-Germain con il palazzo più grande d’Europa!

Muovendomi alla scoperta della città, sono subito intrigato nell’apprendere che i castelli qui sono due (vecchio e nuovo), ma in giro ne vedo uno solo. Costruzioni che iniziano già nel Medio Evo e che andranno incontro ai numerosi rimaneggiamenti voluti dai vari re, datisi enormemente da fare nel rivaleggiare tra loro: demolendo, costruendo, nuovamente abbattendo. Lasciando infine marcire mura e quant’altro. Il tutto “anticipato”, nel tempo, dalle molteplici ri-costruzioni perfino della dirimpettaia chiesa. Un fervore edilizio di tutto rispetto, che certamente ha fatto felici generazioni di muratori e sarà accompagnato dai rifacimenti dei rispettivi giardini, ad opera di architetti illustri...

L’ingresso dello châteaux vieux è anche quello del Museo delle Antichità Nazionali
                                                (© Franco Pelliccioni)

All’inizio ritengo che quello davanti a me sia lo château neuf. Quanto mai errato… Calpestando ogni logica e cronologia temporale è invece il vecchio. Sopravvissuto inspiegabilmente all’altro. Andato in rovina. Infine demolito! Anche se l’intenzione era di ricostruirlo...

La storia di Saint-Germain-en-Laye, tranquilla cittadina immersa nel verde, non può che iniziare dai suoi… boschi. Infatti è nella “foresta di Laye” che re Roberto il Pio costruisce un monastero, in onore di san Germain (996). Poi Luigi VI, detto il Grosso, nel 1124 vi edifica accanto la sua residenza reale: il Grand Châtelet. Nel 1238 san Luigi (Luigi IX) edifica una cappella, dopo aver ingrandito il castello anche con un Petit Châtelet, collegando i due con un muro. Il futuro château vieux prende forma… Nel 1346 truppe inglesi lo distruggono, ma risparmiano la cappella. Sarà ricostruito da Carlo V (1367).

Nel 1539 Francesco I abbatte l’edificio, rifabbricandolo in stile rinascimentale. I lavori proseguono con il figlio Enrico II (1547). Naturalmente, adesso che château vieux sta assumendo l’aspetto attuale, è ora per un altro re di voltar pagina, per avere una reggia “su misura”… In effetti questi eterni lavori in corso: demolizioni e edificazioni, ristrutturazioni e ingrandimenti, manufatti lasciati andare in rovina, parlano di tanti, più o meno piccini, Ramses II. Preoccupati unicamente di apporre le firme sulle cartouches dei loro castelli-regge.  

Nel 1556 sull’attuale Terrazza Enrico II costruisce una petite maison du théâtre. E’ il futuro château neuf... Un’opera portata avanti da Enrico IV (1589), che vuol farne l'une des merveilles du monde. Aggiungendo sei terrazze fino alla Senna, con giardini all’italiana e grotte animate da automi idraulici. Nel 1603 vi si installa Luigi XIII. Qui nasce nel 1638 Luigi XIV. Nel frattempo il castello vecchio è lasciato a figli e servitù.

Neppure il nuovo però è all’altezza dei regal personaggi. Infatti, “fa acqua da tutte le parti” e Luigi XIV nel 1660 torna al… vecchio. Nel 1669-73 André Le Nôtre realizza i suoi giardini. Unificando quelli dei due castelli, realizzando una terrazza lunga due chilometri e mezzo. Questo stesso grande architetto di “giardini formali”, che ha fatto un’arte della loro progettazione, creerà anche quelli di Versailles, dove nel 1682 si trasferisce Luigi XIV. Alcuni anni dopo il castello è lasciato al cugino Giacomo II Stuart, re d’Inghilterra, esule in Francia (1689).

Ma la storia di entrambi i castelli ha un seguito che giunge fino ad oggi…

Nel 1777 il Conte d’Artois, fratello di Luigi XVI, demolisce l’ormai cadente castello nuovo. L’intenzione è di costruirne, ovviamente, un altro ancora… Non ha fatto i conti con la rivoluzione. Dovrà limitarsi ad andare in esilio! Il Padiglione Enrico IV, oggi albergo di lusso, è ciò che ne rimane. Nel 1870 e durante la Seconda Guerra Mondiale sarà il Quartier Generale dello Stato Maggiore tedesco.  

Gioielli d’oro dell’età del bronzo di varia provenienza (Francia, Portogallo, Germania): bracciale massiccio (bronzo antico), piccolo lingotto (bronzo finale), catene di anelli (bronzo medio), tazza, collane. Sulla destra un oggetto cerimoniale costituito da un grande e massiccio cono, dal peso di 321 g. (bronzo medio, Vienne - affluente della Loira -), Museo delle Antichità Nazionali (© Franco Pelliccioni)

Il superstite château vieux avrà invece diverse destinazioni: prigione e poi ospedale per le malattie infettive (durante la rivoluzione), scuola di cavalleria (Napoleone I), penitenziario militare (Luigi-Filippo). Sarà restaurato nel 1862 da Napoleone III, su suggerimento, magari un tantino interessato, della regina Vittoria, che nel 1855 visita la tomba dell’antenato. Del resto il rischio era che, andando in rovina, qualche bel palazzone prendesse il suo posto. Soprattutto perché nella chiesa di fronte è sepolto, dal 1701, Giacomo II...

Nel 1867 il re gli assegna la definitiva funzione di Museo delle Antichità Nazionali. I tre milioni di reperti che possiede, 29.000 dei quali esposti, riguardano Preistoria, Protostoria, Gallia romana, Gallia merovingia ed Archeologia comparata. Interessando un arco temporale che, dal Paleolitico, arriva ai Celti e al Medio Evo.

Dopo aver curiosato a fondo tra le sue ben curate sale, poiché particolarmente attratto dalle specializzazioni areali e storiche della sua collezione, che spazia dalle caverne preistoriche, all’età del bronzo, alla Gallia romana: gioielli in oro, armature, statue dei vari dei, ecc., la successiva visita guidata sui tetti del maniero mi offre una visione incomparabile ed assai suggestiva della città e del circondario. Oltre a darmi la possibilità di osservare i singoli dettagli del castello, la struttura pentagonale, il perfetto inserimento dell’antica cappella, l’accuratezza dei restauri. Così ammiro la grande terrazza naturale sistemata a giardino, al di là della quale vedo campagna e bosco, la Senna e, in lontananza, la parte occidentale di Parigi, con la Defense e la Torre Eiffel. Una posizione privilegiata che consente anche di scrutare a lungo la città. Nella vicina Place De Gaulle, la chiesa di Saint-Germain si trova accanto ad alcune delle decine di Hotels costruiti al tempo di Luigi XIV e, poi, abbandonati dai nobili, dopo il trasferimento del re a Versailles.

Lasciato il castello, la mia prossima sosta è nella chiesa. Anch’essa ha una storia singolare. L’ultimo intervento murario del 1827 si è infatti limitato a concludere i lavori iniziati già 60 anni prima da Luigi XV. Il quale non aveva gradito quanto fatto da Luigi XIV che, rispettando le consuetudini delle chiese dell’epoca, aveva permesso che la porta fosse rivolta ad ovest e al villaggio, volgendo così le spalle al castello... La facciata principale ha un bel frontone triangolare, supportato da sei colonne doriche. All’interno sosto accanto alla tomba di Giacomo II, voluta dalla regina Vittoria. Nel 1848 la chiesa è affrescata da un allievo di Ingres.

Scendendo verso il Museo di Maurice Denis, i tetti del “Priorato” (la casa-museo di Maurice Denis), con i quartieri della cittadina immersi nel bosco (© Franco Pelliccioni) 

Scendendo leggermente verso il basso, lungo il pendio soleggiato della collina, giungo infine al Museo di Maurice Denis, nel Prieuré, un po’ più distante dal centro storico. Museo dedicato dal 1980 al teorico del movimento d’avanguardia Nabi e agli artisti contemporanei di fine XIX secolo: simbolisti e Nabis. La casa è monumento storico, poiché fu costruita da Madame de Montespan (1681) per diventare Ospedale Generale Reale (fino al 1802). Dopo essere stata utilizzata in vario modo, diviene nel 1914 l’atelier del pittore saint-germanois Maurice Denis. La cappella all’interno è stata restaurata e decorata dal pittore, con affreschi, pitture e vetrate. La casa è completamente immersa nel verde di un grande giardino ombreggiato, a più livelli e vari “paesaggi”. Grazie ad esso, comprendo l’importanza che la natura ha per il pittore, costituendo uno spazio privilegiato della contemplazione estetica...

La cappella all’interno del museo Le Prieuré è stata chiamata in onore di san Luigi. Fu riconsacrata nel 1922. La vetrata è di Maurice Denis (© Franco Pelliccioni)

La ferrovia Parigi-Saint-Germain-en-Laye, la prima della Francia (1837), figura nel mio libro Amazon (e-Book e  versione cartacea a colori e in bianco e nero): IL GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI: TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI"

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