Translate

Visualizzazione post con etichetta De Ruyter. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta De Ruyter. Mostra tutti i post

lunedì 30 gennaio 2023

82. PIRATI E CORSARI A TERRANOVA, XVI-XIX secolo

 

Scontro navale a Terranova tra una nave inglese ed una francese (XVI secolo)

L'isola di Terranova e i suoi ricchi banchi hanno costituito nei secoli un "forziere" a disposizione di corsari e pirati appartenenti alle più diverse nazioni. Se ne accorsero presto, a proprie spese, coloro che vi si avventurarono, o che popolarono i primi timidi insediamenti

Fino al secolo XIX inoltrato l'isola fu infatti quasi una sorta di porto franco, dove tutto era possibile, poiché non vi si correvano troppi rischi, se non quello di... arricchirsi! 

Innanzitutto per la sua frastagliatissima linea costiera. Stracolma, com'è, di baie, insenature, golfi, promontori, cale e calette. Il tutto costellato e punteggiato da un'infinità di isole, isolotti e scogli.

Un incredibile e pressoché inesauribile puzzle di anfratti, in grado di celare, in attesa di tempi migliori, uomini e navi. 

Poi perché, per un lungo periodo, vi furono solo insediamenti temporanei, limitati alla sola stagione della pesca. 

Successivamente, anche quando vennero creandosi lungo la costa comunità più stabili, non ci fu, se non in via precaria, un'amministrazione in grado di esercitare un qualche controllo.

A lungo (il primo Governatore risale al 1825) Terranova è stata, quindi, una No Man's Land. 

Dove perfino gli stessi pescatori inglesi razziarono e depredarono regolarmente i coloni. 

Tanto per rendere più complesso, se non più confuso, il quadro che l'isola ha offerto nel passato, va aggiunto come: Terranova sia stata teatro di due colonizzazioni europee rivali tra loro: Inghilterra e Francia; spesso le due colonie si siano scontrate, in sincronia con gli accadimenti bellici europei. Anche con l'appoggio esterno di navi da guerra e corsare. 

In tempo di pace, naturalmente, le sanguinose scorrerie dei pirati avrebbero omeostaticamente riportato tutto "al loro posto"...

I primi atti di pirateria sono registrati dalle cronache dell'isola nel 1582: gli inglesi Sir Henry Ughtred (o Oughtred) e Sir John Perrot assalgono, intorno alla penisola di Avalon, pescatori portoghesi e spagnoli. Per proteggersi i commercianti di pesce baschi sono costretti a chiedere dei lasciapassare al Lord Ammiraglio.

Ritratto di Sir John Perrot (ca. 1527-1592), ca. 1776

I primi atti di pirateria di una certa importanza risalgono invece all'epoca di Enrico VIII. 

I carichi di pesce sono sottratti a molte navi inglesi dai corsari francesi, il più importante dei quali è Jean Ango (1480-1551), che non disdegna anche di attaccare i portoghesi. 

Jean Ango riceve nella sua casa di Dieppe il re François I (1534)

Nominato Ufficiale Capo della Marina Mercantile Francese dal re François I, in tale veste giunge con una flotta da guerra nel 1520 a Terranova. Per oltre venti anni assalterà tutte le navi non battenti bandiera francese sorprese ad est dell'isola. Contribuendo non poco allo stabilirsi, in futuro, di una "pesca francese" a Terranova.

Mappa del XVIII secolo che mostra i limiti del French Shore, stabiliti dai Trattati di Utrecht (1713) e di Versailles (1783). 

Peschereccio sulla costa francese di Terranova nel 1820

Sir Bernard Drake, Filleigh Church, Devon

Nel 1585 Bernard Drake, cugino del più celebre Francis, a bordo del Golden Royal piomba sulle navi portoghesi, catturando equipaggi e carichi di merluzzo.

Il "pirata" di Terranova per antonomasia, Peter Easton, entrerà invece in scena con il nuovo secolo. 

Diventerà famoso per le sue molteplici imprese delittuose, portate avanti con dovizia di risultati tra la Manica, Terranova e il Nord Africa. Anche se le sue prime mosse sullo scacchiere oceanico sono al servizio della Reale Marina inglese. In effetti Easton nel 1602 è incaricato da Elisabetta di imporre con tre navi da guerra la legge tra i pescatori delle varie nazioni, che vivono sulle coste di Terranova. 

L'ascesa al trono di Giacomo I (1603) e la sconfitta dell'Armada spagnola (1604) provocano la fine dello stato di guerra tra i due paesi e la conseguente riduzione della flotta. 

Easton e i suoi sono così sull'isola, senza paghe, né futuro. Come "pirati" potranno forse risolvere i loro problemi? Come tanti altri, prima e dopo di lui, eccolo quindi che si tramuta in un astutissimo pirata. 

All'inizio fa rotta verso la Spagna, dove razzia le comunità costiere. Oramai ricco, ha migliaia di uomini sotto di sé e una flotta di una quarantina di navi, che stazionano nei pressi della foce dell'Avon (Bristol), controllando tutto il traffico nella Manica. 

I suoi ripetuti saccheggi spingeranno i mercanti della città a chiedere, infine, l'intervento del Lord dell'Ammiragliato. 

Easton perciò nel 1610 si rifugia con una decina di navi a Terranova. Nello stesso anno fortifica Harbour Grace

Successivamente si sposta lungo la costa: razzia, saccheggia, distrugge ogni cosa, a terra come in mare. A St. John's cattura trenta navi inglesi, portoghesi e di Jersey, reclutando uomini per le sue navi. Cattura anche Sir Richard Whitbourne, inviato dal re per portare ordine e incarcerarlo... Per 11 settimane sarà suo prigioniero. Sarà rilasciato con il patto che, una volta in Inghilterra, perorerà per lui il perdono reale. Il che gli avrebbe consentito in futuro di tornare in patria per godersi il bottino accumulato. 

Il perdono, concesso nel febbraio del 1612, non perverrà però ad Easton. Sarà nuovamente accordato a novembre, quando il pirata è tra le Azzorre e il Nord Africa, ad intercettare la flotta spagnola di ritorno dalle Americhe con l'annuale "tesoro". 

Il porto di Villefranche

Nel 1613 Villefranche (Savoia), allora rifugio per numerosi pirati, costituirà infine il suo buen, soprattutto dorado, retiro. Sarà più che benvenuto dal Duca. Anche perché si porta appresso un bottino pari due milioni di sterline-oro, che gli consentiranno di acquistare un palazzo, sposare una donna nobile e facoltosa, diventare Marchese di Savoia...

L'aristocratico Henry Mainwaring (1587-1653) è l'altra magna pars della pirateria a Terranova. 

Nel 1610 è mandato sulla scia di Easton per catturarlo. L'impresa non gli riesce. E' perciò inviato nelle Indie occidentali a saccheggiare navi spagnole. 

L'attività come corsaro è comunque brevissima, se non inesistente! In navigazione pensa che sia ben più proficuo trasformarsi in un pirata... Si sposta perciò lungo le coste nordafricane, dove cattura numerose navi. 

Nel giugno del 1614 è nuovamente a Terranova, a quell'epoca senza più temibili concorrenti. Saccheggerà i porti con otto vascelli. L'anno seguente la Corte dell'Ammiragliato lo persegue per l'arrembaggio alla nave inglese Hound. Giacomo I comunque lo perdonerà nel 1616. Passerà la rimanente parte della carriera a contrastare la pirateria. Nel 1618 è nominato Sir, nel 1621 è membro del parlamento, si ritira come viceammiraglio dalla Marina nel 1639.

Contemporaneo al binomio Easton-Mainwaring è John Nutt. Già cannoniere su una nave di Dartmouth, dopo aver preso il controllo di una nave da pesca francese diventerà anche lui un pirata. 

Alla fine della sua triennale attività (1620-23) chiederà il perdono al viceammiraglio del Devon, John Eliot. Sarà concesso dietro un corrispettivo di 500 sterline. In Inghilterra viene però imprigionato, processato e sta per essere impiccato, quando il Segretario di Stato inglese Calvert intercede in suo favore. Sarà così compensato con 100 sterline, mentre Eliot è a sua volta incarcerato...

Nel sud dell'isola Plaisance, l'unico grande insediamento francese di Terranova, è spesso attaccata dagli inglesi. A sua volta è una formidabile base di partenza per assaltare gli insediamenti anglosassoni. Nel 1628 il Marchese de la Rade con tre navi da guerra e quattrocento uomini assale gli insediamenti inglesi di Trinity Bay e Conception Bay, saccheggiando St. John's e le comunità della penisola di Avalon.

Più tardi entreranno in campo i pirati olandesi. Nel 1665 l'Ammiraglio De Ruyter cattura e brucia le navi e le case del porto di St. John's. Dopo qualche anno è la volta del capitano Everson: assedia e saccheggia la Colonia di Avalon, ma a St. John's (1673) l'attacco è respinto dal capitano Martin, viceammiraglio del Convoglio di Terranova. In quell'anno gli inglesi sapranno opporre una gagliarda resistenza anche ad un altro attacco piratesco alla cittadina...

Tra i pirati di Terranova troviamo anche una donna: Maria Lindsay, in coppia con il marito Eric Cobham. E' sempre al suo fianco. In poco tempo diventerà la più abile dell'equipaggio. Si diverte ad uccidere e inventa nuovi modi per farlo. Le sue delittuose imprese hanno luogo tra il 1740 e il 1760 per lo più a St. George's Bay.

All'inizio del XIX secolo la Royal Navy è molto più determinata ed efficiente nei confronti di corsari e pirati, disponendo anche di corvette più veloci e meglio equipaggiate. 

Contemporaneamente prenderà finalmente forma un'amministrazione dell'isola. Alla fine del secolo la pirateria sarà così esclusiva materia di racconti leggendari, di cui il folclore dell'isola abbonda. Come quelli sui nascondigli di presunti tesori presenti nelle baie di Placentia e Conception. Anche se pare che una fortuna in oro sia stata veramente scoperta in un relitto nelle acque di Baccalieu Island... 

Molti toponimi hanno un'origine piratesca: Turk’s Gut era un loro favorito rifugio; la cittadina di Heart’s Desire si fregia del nome di una nave pirata che per anni saccheggiò entrambe le coste dell'Atlantico. Fino al 1620, quando un comandante di Terranova la riportò indietro come preda, dopo averla catturata. 

Molti, infine, sarebbero i discendenti dei pirati. Easton, ad esempio, è cognome diffuso nel sud di Conception Bay.

Terranova figura nel cap. 8 del mio GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI (TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI”)C'era una volta il treno”... Storia della "Strada della Gente", la ferrovia dell’isola di Terranova, Canada (1881-1988)

Amazon: E-Book e versione a colori e in bianco e nero


Oltre che nel mio libro su Balene e Balenieri...., ai capp. 4 (avvistamenti di balene) e 5 (stazioni a terra di caccia alle balene)



Amazon Pagina Autore Italia 

https://www.amazon.it/Franco-Pelliccioni/e/B01MRUJWH1/ref=dp_byline_cont_book_1


N.B. Il blog è dotato di Google Traduttore e di un motore di ricerca interno



giovedì 5 gennaio 2023

79. I FORTI COSTIERI DELL'ISOLA DI TERRANOVA CHE NON HANNO MAI SPARATO UN COLPO DI CANNONE CONTRO LE NAVI DEGLI ASSALITORI FRANCESI E OLANDESI, OLTRE CHE DI PIRATI E CORSARI. DA QUI MARCONI NEL 1901 AVREBBE RICEVUTO IL PRIMO MESSAGGIO SENZA FILI TRANSATLANTICO

 

Mappa del 1768 dell’isola di Terranova

 Strano a dirsi, ma esiste una catena di forti costieri, costruiti in posizioni dominanti e ritenuti strategicamente imprendibili, che in realtà non hanno mai sparato un sol colpo in direzione dell'oceano e delle navi assalitrici.

Vista del porto e della città di St. John’s dal lato meridionale (XIX secolo)

È accaduto nel perimetro esterno della storica città di San Giovanni (St. John’s), nell’isola canadese di Terranova, cioè in un'area frequentata dagli europei fin dall'inizio del XVI secolo. Quando per fare osservare le leggi gli equipaggi delle navi da pesca, appartenenti ad una mezza dozzina di nazioni, selezionavano un loro Fishing Admiral, che sarebbe restato in carica per una settimana. In pratica il primo capitano, che giungeva nel porto di St. John's per la pesca, sarebbe stato l'Ammiraglio di turno, poi ne sarebbe stato scelto un altro, e così via...

Spesso la città e la stessa Terranova si trovarono al centro di sanguinosi conflitti tra francesi e inglesi per il possesso delle regioni nordamericane, oltre che dell’isola, dove entrambi avevano le loro colonie. Per oltre un secolo l’antagonismo armato franco-britannico si tradusse così in scaramucce, assedi, incendi, saccheggi e cannoneggiamenti, sovente con l'appoggio esterno di navi da guerra e corsari, anche in sincronia con quanto tra i due Stati accadeva in Europa. Quasi sempre, però, utilizzando per l’attacco le vie di terra, piuttosto che quelle marine.

Per lungo tempo la cittadina di San Giovanni fu alla mercé del più forte di turno: non aveva difese strutturali, né soldati di guarnigione a disposizione. Nel XVII secolo la città avrebbe così dovuto pesantemente risentire degli attacchi dei pirati: 1611, 1628. Mentre nel 1665 l’olandese De Ruyter si impadronì di St. John’s, dopo aver catturato e bruciato tutte le navi ancorate nel porto.

Ritratto di Michiel Adriaenszoon de Ruyter (1607- 1676) eseguito nel 1667, due anni dopo la presa di St. John's

Nel 1673 ci pensarono però gli stessi mercanti a difenderla. Organizzati dal capitano Christopher Martin, viceammiraglio del Convoglio di Terranova, in numero di trenta fecero infatti del loro meglio per salvare i beni e la loro vita da un altro assalto di pirati olandesi comandati dal capitano Jacob Everson. Riuscendoci, eccome… Restarono così galvanizzati da quella loro inverosimile prodezza, che riuscirono persino a rintuzzare un'ulteriore razzia piratesca in quello stesso anno!

I FRANCESI DELLA COLONIA DI PLAISANCE

Placentia nel XX secolo
Il pericolo più grave per l’insediamento e, in genere, per tutti i villaggi e le stazioni di pesca dei britannici a Terranova, sarebbe invece dovuto arrivare dai francesi per il fatto di “giocare in casa” attraverso la loro base di Plaisance (Placentia), colonia fondata ufficialmente (costruzione di un primo forte) nel 1662 e poi abbandonata all’indomani della firma del Trattato di Utrecht (1713), quando si spostarono nell’Isle Royale (Cape Breton).

Capanne francesi per la pesca a Cape Rouge Harbour, nei pressi di Conche, Grande Penisola Settentrionale

In effetti per tutto il XVII secolo nella grande isola si sarebbe sentito parlare più il francese che l’inglese: tra il 1678 e il 1688 la pesca nei ricchi banchi di merluzzo impiegava infatti 300 navi e ben 20.000 uomini, cioè un quarto di tutti i pescatori francesi e il doppio di quelli inglesi lì presenti.

Combattimento navale anglo-francese XVI secolo

Negli anni 1696-7 una forza di spedizione distrusse praticamente tutte le comunità inglesi localizzate nella grande penisola di Avalon, dove si trova San Giovanni, che in quell'occasione fu saccheggiata, costringendo gli abitanti alla fuga.

Da allora gli inglesi corsero ai ripari, costruendo forti e consolidando posizioni strategicamente importanti. Come quelle che sovrastano le Narrows, cioè il naturale accesso dall'oceano al porto e alla città.

Sulla Torre di Caboto, sulla sommità di Signal Hill (San Giovanni di Terranova), sventola la bandiera canadese (© Franco Pelliccioni) 

Ecco quindi negli anni realizzarsi i fortini sulla Signal Hill, la "Collina dei Segnali": Queen's, Wallace's, Waldegrave, Duke of York's, Carronade e la Quidi Vidi Battery (originariamente una struttura francese). In seguito i forti e le postazioni di cannoni, visto il costante ripetersi di attacchi portati via terra, avrebbero decisamente controllato più l'interno, che le acque dell'oceano.

I cannoni della Queen's Battery ancora vigilano sullo stretto accesso al Porto di St. John's (Narrows) 
(© Franco Pelliccioni) 


Veliero in navigazione all’esterno dei Narrows di St. John’s, foto del secolo XIX

Signal Hill, dove si costruì il primo forte a difesa della città, fu così chiamata a partire dal 1762. Anche se già dal 1704 l'altura, ben visibile anche da molto lontano, era utilizzata per mandare segnalazioni con le bandiere alle navi in avvicinamento al porto. Il che permetteva ai commercianti di conoscere anticipatamente quali fossero, in modo da prepararsi ad accoglierle convenientemente ai moli.

GUGLIELMO MARCONI

A sinistra Marconi osserva il sollevamento dell'aquilone. Un "Levitor" di B.F.S. Baden-Powell utilizzato per innalzare l'antenna, dicembre 1901 (da: James M. Vey, "Marconi's Achievement", febbraio 1902 del McClure's Magazine
(Library and Archives Canada)

La targa commemorativa della ricezione, da parte di Marconi, del primo messaggio transatlantico senza fili (© Franco Pelliccioni) 

Per ricevere il 12 dicembre 1901 il primo messaggio transatlantico senza fili trasmesso da Poldhu (Cornovaglia), Marconi non poteva, quindi, scegliere località migliore, sia storicamente, che simbolicamente. Trovandosi all'interno del piccolo ospedale che allora esisteva nei pressi della Cabot Tower, la Torre di Caboto, appositamente costruita poco tempo prima per il quarto centenario dell'arrivo dello scopritore del Nord America e del Canada (1898-1900). 

Tra l'altro, nel 1927 la Torre rappresentò anche l'ultimo punto di riferimento osservato da Lindbergh prima del solitario e lungo balzo verso Parigi. Da questo luogo la Canadian Marconi Company operò nel 1933-1960 con una stazione radio. Oggi ospita un interessante museo storico delle comunicazioni.

Ma torniamo indietro nel tempo…

I PRESIDI DI SIGNAL HILL, LA COLLINA DEI SEGNALI

Intorno al 1690 sulla Collina dei Segnali prese forma il primo di una lunga serie di presidi militari: Fort William, che i francesi comandati da Jean-Jacques de Brouillan de Monbeton, detto Saint-Ovide, Governatore della colonia francese di Terranova, conquistarono a più riprese: nel 1692, 1694, 1696. Infine nel gennaio del 1709, allorché il Saint-Ovide, con una forza di 170 uomini, tra francesi, franco-canadesi e indiani, ne distrusse le difese, impadronendosi della città e facendo 800 prigionieri. Sarebbe stato questo l’ultimo dei tre attacchi sferrati attraverso Plaisance.

Al centro della foto del XIX secolo i ruderi della North Battery di St. John’s

Negli anni successivi, dopo la definitiva riconquista da parte inglese, l'intera area venne disseminata di batterie di cannoni e forti. In effetti l'imponente spiegamento di strutture militari servì egregiamente come deterrente, sconsigliando nel 1796 un eventuale attacco della flotta francese del de Richery. 

Contrammiraglio Joseph de Richery (1757–1798)

Messi in disparte per un certo periodo, batterie e forti furono rispolverati nel corso della Guerra Civile americana. Fino al loro definitivo abbandono nel 1870, quando le truppe britanniche si ritirarono dall'isola.

Nel tempo due degli alloggi militari furono convertiti in ospedali. Come quello che ho visitato, edificato tra il 1837 e il 1840 sulla sommità della collina (Signal Hill Hospital), già "ospedale per la difterite e la febbre", dove si curarono i malati di tubercolosi e di vaiolo (andò distrutto nell'incendio del 1920). 

Qui Marconi avrebbe ricevuto lo storico messaggio.

Durante la Prima Guerra Mondiale a Signal Hill stazionò una postazione di cannoni; nella Seconda, una batteria antiaerea statunitense.

LA QUIDI VIDI BATTERY SUL VERSANTE OPPOSTO DELLA COLLINA, PRIMA FRANCESE, POI BRITANNICA

Sul versante opposto della collina, nel giugno del 1762 i francesi, provenienti dalla madrepatria, avrebbero costruito la Quidi Vidi Battery, fondando ai suoi piedi anche l'omonimo villaggio, un sorprendente e delizioso gioiello insediativo, che ospita tuttora una comunità di pescatori, a due passi dal centro cittadino. Il tutto durante la breve occupazione della città degli 800 soldati comandati dall'Haussonville. Fin lì erano giunti anche loro via terra da Bay Bull, località a sud di St. John’s, senza incontrare resistenze degne di rilievo.

Un exploit che per i francesi costituì l’ultimo canto del cigno e l'atto finale della Guerra dei Sette Anni. Un ultimo disperato tentativo, destinato al fallimento, per conservare un piede in Nord America, dopo la conquista britannica della Nuova Francia (1758-60).

I francesi, che si erano subito sbrigati a consolidare le proprie difese, piazzarono una batteria di due cannoni a guardia del Gut, al di sopra del villaggio Quidi Vidi. La zona era infatti altamente vulnerabile, poiché soggetta a possibili sbarchi inglesi, che da lì avrebbero potuto far tacere in poco tempo le difese di Signal Hill, occupate anch’esse dai francesi. 

Qualche mese più tardi (settembre) gli inglesi sbarcarono a circa dieci chilometri più a nord (Torbay). Dopo una marcia verso St. John’s, si impossessarono della batteria e del vicino Fort William: anche nel loro caso si dimostrò valida la regola sulla facile espugnabilità dei fortini costieri solo per via terra.

Abbandonata per un certo periodo, la Quidi Vidi Battery ridivenne operativa durante la Guerra di Indipendenza Americana, nel contesto di un sistema difensivo teso giustamente verso l'interno. Tutti ormai avevano preso atto della vulnerabilità terrestre della città. 

Dopo "abbandoni" più o meno lunghi (fu attivata al tempo della Francia rivoluzionaria e durante le tensioni politiche con gli Stati Uniti, nel 1807), fu riattivata nel 1811 in previsione di possibili attacchi americani: il posto di guardia ricostruito e migliorato, innalzato un nuovo deposito di munizioni e messi in postazione due cannoni da sei libbre e due da otto. 

Durante il periodo bellico 1812-14 vi fu distaccato un modesto contingente di artiglieri. Rimase anch’essa operativa fino al 1870.

L'ingresso della Quidi Vidi Battery 
(© Franco Pelliccioni)
 

Sito Storico Provinciale, la Batteria è stata ricostruita in base alle caratteristiche possedute intorno al 1812. Figuranti in costume dell'epoca (Royal Regiment of Artillery) fanno ora la guardia all'interessante monumento.

...

Terranova figura nel cap. 8 del mio GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI (TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI”)“C'era una volta il treno”... Storia della "Strada della Gente", la ferrovia dell’isola di Terranova, Canada (1881-1988)

Amazon: E-Book e versione a colori e in bianco e nero