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sabato 4 maggio 2024

143. RICORDANDO UNO DEI PIU’ GRANDI ANTROPOLOGI (ARTICI) FRANCESI, A TRE MESI DALLA SUA SCOMPARSA: JEAN MALAURIE, MAGONZA, 22 DICEMBRE 1922 – DIEPPE, 5 FEBBRAIO 2024

 

Jean Malaurie al Festival international de géographie 1996
(Ville de Saint-Dié-des-Vosges)
"Jean Malaurie riceve la medaglia d'onore della città di Strasburgo, 23 maggio 2013" (Claude Truong-Ngoc) 

Ieri, apprestandomi a inviare un post su Facebook riguardante il secondo volume della mia trilogia delle GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA, ho visto che tra i personaggi inseriti nel libro c’era anche il nome di Jean Malaurie. Nato nel 1922, all’epoca della pubblicazione era ancora vivo. Essendo da allora trascorsi sei anni, come è mia abitudine (i dati dei miei libri - e delle mie ricerche - sono aggiornati fino al momento della pubblicazione), un rapido controllo su Internet mi ha consentito di scoprire, purtroppo, che è deceduto all’inizio di febbraio, a quasi 102 anni d’età.

Se un paio dei suoi preziosi libri figurano nella mia biblioteca, sia pure indirettamente Malaurie mi conosceva. Perché la sig.ra Gertrude Stolp, vedova del Generale Umberto Nobile, a suo tempo mi aveva riferito come il grande amico di suo marito avesse apprezzato quanto scritto nel 1996. Infatti, in occasione del Settantesimo Anniversario della spedizione del dirigibile Norge, la Rivista Aeronautica aveva ospitato un mio articolo commemorativo sull’impresa: “70 Anni per la Verità” (n. 5, pp. 70-73), nel quale sostenevo come Nobile Amundsen ed Ellsworth fossero stati i primi, sia pure dall’aria, ad aver raggiunto il Polo Nord.

….

Ecco quanto Malaurie ebbe modo di scrivere su Peary, la Conquista del Polo e Nobile:

Ci vuole un Émile Zola americano...

Non ci si può non stupire del fatto che a tutt'oggi il governo americano non abbia ancora sollecitato un'istituzione scientifica indipendente e rispettata che stabilisca finalmente la verità storica. L'ostinazione delle più prestigiose enciclopedie nel conservare, senza riserve, il nome di Peary come conquistatore del Polo Nord lascia perplessi, e bisogna constatare come le voci dei critici che si sono levate (...) stranamente non abbiano trovato alcuna risonanza. L'America, che volle la bandiera stellata al Polo, sembra poco incline ad accordare a questo caro e rimpianto Umberto Nobile - sarà perché è italiano? - il titolo di primo conquistatore del Polo Nord (...) In questa storia polare manca un Zola americano. Non ci possono essere prescrizioni allorché si tratta di correggere un errore o un'impostura..." (J. MALAURIE, Ultima Thulé. Les Inuit nord-groenlandais face aux conquérants du Pôle (1818-1993), Paris: Bordas, 1993 (1990), 221.

…….

Dopo questa breve digressione, ricordo come Malaurie, un autentico "cittadino del mondo" (nato nel 1922 a Magonza, in Germania, da padre normanno e madre scozzese, trasferitosi ben presto in Francia), come ricercatore  non era certamente alle prime armi nella Groenlandia settentrionale

Nel carnet del giovane studioso c’erano già un paio di ricerche geomorfologiche nel Sahara algerino e marocchino. Oltre a due missioni, in qualità di geografo-fisico, sempre in Groenlandia, nell’ambito delle Expéditions Polaires Françaises (1948-1949) dirette dal celebre Paul-Emile Victor. 

Scopo delle E.P.F. era di costruire nel centro della più grande isola della terra, sull'inlandsis, a 400 km dalla costa e a 3.000 metri di quota, una stazione meteo e glaciologica detta "Stazione Centrale". Nello stesso luogo in cui per non molto tempo fu installata l'Eismitte di Wegener - il brillante teorico della deriva dei continenti -, che morirà per congelamento nella sfortunata spedizione del 1930, al ritorno dalla sua stazione.

Gli Inuit Polari, dove invece nel 1950-51 si recherà Malaurie, sono localizzati ben più a nord (76°). 

Questi Inuit, totalmente isolati dal resto del mondo fino all'arrivo di John Ross nel 1818, sono stati i soli non aver mai cacciato una balena. Non disponendo di arpioni adatti o di imbarcazioni collettive (umiaq). Mentre il kayak vi venne reintrodotto solo nel 1863.

 Umanaq, il principale villaggio, venne in seguito ribattezzato dai bianchi "Baia della Stella Polare". Mentre il mitico toponimo di Thule lo ebbe nel 1909 dal grande antropologo dano-groenlandese Knud Rasmussen, che vi fondò il primo spaccio Inuit.

Fino all’arrivo di Malaurie poche erano state le ricerche effettuate nella regione. La prima in assoluto fu la Missione Letteraria Danese del 1902-1904.

Nella missione a Thule del 1950-51, Malaurie consegue risultati di assoluto rilievo, non solo dal punto di vista più strettamente etno-antropologico.

Il 29 maggio 1951 su slitte trainate da cani raggiunge il Polo Magnetico (78° 29' N, 68°54' O). Nello stesso anno mappa 300 Km di coste delle desertiche Terre di Inglefield e di Washington. Battezzando baie e capi con toponimi francesi, Inuit, danesi.

  Tra il 1° ed il 3 giugno del 1951 da Capo Grinnel raggiunge il Fiordo Alessandra, in un viaggio ardimentoso con un team di tre slitte trainate da cani e accompagnato da due coppie di Inuit.

 Un'impresa eccezionale, la sua, realizzata attraversando i ghiacci della banchisa dello Smith Sound, che separa l'isola di Ellesmere (Canada) dalla Groenlandia nord-occidentale. Nel corso della sua permanenza in Groenlandia Malaurie percorrerà complessivamente circa 1.500 Km.

Isolato, come ama raccontare, tra i suoi compagni Inuit di Siorapaluk condivide interamente la loro vita di tutti i giorni. Dorme in un igloo di torba. Mangia i prodotti della caccia. 

Inoltre gli Inuit partecipano attivamente al suo lavoro scientifico, esercitando con ciò un ruolo non certo "gregario".

Facilitato dal molto tempo a disposizione che ha durante la lunga notte polare, effettua ampi studi genealogici.

Interessandosi anche alle risorse dell'habitat circostante, sottolineerà la loro capacità di aver saputo individuare il giusto punto di equilibrio tra i loro bisogni e le risorse naturali.

La lunga esperienza di vita passata in comune tra gli Anangnâmiutt, gli "Uomini del Nord", come si autodefiniscono questi Inuit, in particolare il duro sverno del 1950-51, affrontato senza equipaggiamento polare, né viveri portati da fuori, segnerà indelebilmente la sua vita. 

Da allora completamente dedicata all'approfondimento della conoscenza delle popolazioni del Grande Nord. Grazie anche all'ottimo volano rappresentato dal Centro di Studi Artici, che fonda nel 1958 a Parigi. 

Non limitandosi, quindi, a continuare lo studio di quel gruppo di cacciatori artici.

In circa quaranta anni di attività organizzerà altre trenta missioni, tra Artico centrale canadese, Siberia orientale, Alaska e la stessa Groenlandia. 

Diventando, in tal modo, un eccezionale testimone di un periodo estremamente fondamentale e critico per le culture di quei popoli tradizionali. Sottoposti a massicce e rinnovate ondate di cambiamento provenienti dall'esterno e dal sud.

Nel 1968-1969 fa parte della Commissione franco-québécoise per la creazione del Nouveau-Québec. Il dossier che ne scaturirà, assieme al forte impulso impresso dal senatore Inuit Charlie Watt [l’ho incontrato e intervistato a Fort Chimo (Kuujuaq), proprio nel Nouveau Québec, nel corso del mio survey in sei comunità Inuit dell’Artico canadese, nel settembre del 1983. Già allora era il leader indiscusso degli Inuit canadesi (aveva anche parlato all’ONU). Poi è stato eletto senatore (1984-marzo 2018). Il secondo Inuit in Canada ad avere questo privilegio], contribuirà a realizzare in futuro lo statuto dei territori dell’Artico canadese.

 Nel 1990 dirige la prima spedizione franco-sovietica in Siberia (Čukotka), dove lungo la spiaggia dell’isola di Yttygram “riscopre” il “Viale delle Balene” di origine sciamanica. Formato da crani, ossa e costole di cetacei.

Nel 1992 fonda l’Accademia Polare di Stato a San Pietroburgo (1.000 studenti siberiani, 5 facoltà, 45 etnie), di cui sarà Presidente d’onore a vita.  

Si è sempre battuto per i diritti delle minoranze artiche minacciate dall’industrializzazione, dallo sfruttamento petrolifero, dalla globalizzazione imperante e dalla conseguente omologazione culturale.

Nel 2007 l’UNESCO lo nomina “Ambasciatore di buona volontà” per l’Artico.

Nel 2009 presiede il Primo Congresso Internazionale per l’Artico dell’Agenzia ONU sul Climate change and Arctic sustainable development: scientific, social, cultural and educational challenges

"Jean Malaurie riceve la medaglia d'onore della città di Strasburgo, 23 maggio 2013" (Claude Truong-Ngoc) 










domenica 12 marzo 2023

84. "DAL KENYA ALLE BALENE"... ECCO IL SOMMARIO DEL MIO PROSSIMO LIBRO: BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO. VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

E' la foto d'epoca che apparirà sulla copertina dell'E-Book. Per le versioni stampate (a colori e in bianco e nero) ho scelto due illustrazioni a colori: uno storico dipinto olandese e una mia foto   . 

 A dicembre, a margine di un post, avevo fatto presente che stavo lavorando alla stesura di una: BREVE INTRODUZIONE ETNO-ANTROPOLOGICA AI POPOLI DEL KENYA. 


Infatti, sulla spinta della forte ondata emotiva, provocata dalla pubblicazione sul blog del mio incompiuto romanzo giovanile ambientato in Kenya, e risalente ad esattamente sessanta anni fa, da ex africanista avevo deciso che fosse ora di elaborare un mio vecchio progetto sui “Popoli del Kenya”. Dove negli anni ‘1970 e ‘1980 avevo effettuato due sessioni di ricerca. 


Purtroppo ancora una volta mi sono lasciato “trasportare” dalla mia vecchia abitudine di ricercatore “a tutto tondo”: biblioteca, archivio, Internet, diari di viaggio, diari di ricerca, registrazioni audio, diapositive. 

Per cui ritengo che l’introduzione, se non sarà certamentebreve”, sarà perlomeno interessante!


A Capodanno ho deciso di interrompere per un periodo la compilazione del libro sul Kenya. 


Iniziando a portare avanti un secondo progetto, che riguardava balene e balenieri”. Da tempo gelosamente conservato, sia pure nelle sue grandi linee, nel “forziere”, pardon… nel mio computer!


Una volta completamente ultimato (testo e illustrazioni), il libro darà modo al lettore di effettuare un articolato itinerario nello spazio e nel tempo. 


Con una lunga navigazione virtuale tra Alaska sud-orientale (USA); l’isola di Vancouver (Colombia Britannica, Canada); Tuktoyaktuk (Mare di Beaufort, Artico occidentale, Canada); Qausuittuq (Cornwallis Island, Alto Artico canadese); Iqaluit e Pangnirtung (isola di Baffin, Artico orientale, Canada); Narsaq (costa occidentale della Groenlandia meridionale); Svalbard (Norvegia); Norvegia; Islanda; Shetland, Orcadi, Ebridi Esterne, St Kilda (Scozia, UK); Fær Øer (Danimarca); Saint-Pierre et Miquelon (Francia), Terranova, Québec (Canada), Madeira (Portogallo);  Canarie (Spagna).

IL TESTO DEL NUOVO LIBRO È OGGI PRESSOCHÉ COMPLETO. ECCO IL SOMMARIO:

1. PREMESSA

2. INTRODUZIONE

LA CACCIA NELLA PREISTORIA: ALTA, NORD NORGE

I BALENIERI E L'ESPLORAZIONE

LA CACCIA ALLE BALENE, TRADIZIONALE ATTIVITÀ ECONOMICA DI ALCUNE COMUNITÀ MARITTIME EUROPEE

I balenieri europei ed americani e gli Inuit

3. LA CACCIA ALLE BALENE PRESSO ALCUNE POPOLAZIONI AUTOCTONE AMERICANE

INUIT

I PRE-INUIT: THULE (800-1700 D.C.)

INDIANI DEL NORD-OVEST

4. GLI AVVISTAMENTI DI BALENE

IL MIO PRIMISSIMO “INCONTRO” CON UNA BALENA È AVVENUTO A… ROMA!

A DISTANZA DI QUASI SETTANTA ANNI, UN’IMPREVISTA E SORPRENDENTE INTEGRAZIONE!

NELL’AMERICA DEL NORD

Québec

Alaska Sud-Orientale

L’isola di Terranova, Canada

Mare di Beaufort, Artico occidentale canadese, Northwest Territories

L’insediamento di Tuktoyaktuk, già Port Brabant

5. LA CACCIA ALLE BALENE: STORICA

NELLA COLOMBIA BRITANNICA (CANADA)

Indiani Nootka (oggi Nuu-chah-nulth) dell’isola di Vancouver

Stazioni di caccia canadesi e statunitensi

La caccia alle balene nelle acque della Colombia Britannica

A SAINT-PIERRE ET MIQUELON (FRANCIA)

LE STAZIONI BALENIERE DI TERRANOVA (PROVINCIA DI TERRANOVA E LABRADOR, CANADA)

NELL’ARTICO CANADESE ORIENTALE

LA STORIA DELLA RISCOPERTA DEL CUMBERLAND SOUND, NELL’ISOLA DI BAFFIN, DA PARTE DEL BALENIERE ED ESPLORATORE SCOZZESE WILLIAM PENNY

CUMBERLAND SOUND, ISOLA DI BAFFIN, NUNAVUT: 

LA STAZIONE BALENIERA DELLA COMPAGNIA DELLA BAIA DI HUDSON DI PANGNIRTUNG, NELL’OMONIMO FIORDO

LE STAZIONI DI CACCIA ALLE BALENE DEL CUMBERLAND SOUND

La stazione fondata da William Penny nell’isola di Kekerten (lato orientale del Sound)

KEKERTEN, IL CUMBERLAND SOUND E L’INIZIAZIONE ANTROPOLOGICA SUL CAMPO DI FRANZ BOAS

La stazione sull’isola di Blacklead (lato occidentale del Sound)

NELLE ISOLE SHETLAND (SCOZIA, UK)

Un altro “mancato” avvistamento...

NELLE ISOLE ORCADI (SCOZIA, UK)

NELLE ISOLE SVALBARD, NORVEGIA

Il “Fiordo Verde” (Grønfjorden)

Smeerenburg, la “città del grasso”, XVII secolo, Svalbard

NELLE EBRIDI ESTERNE (SCOZIA, UK)

Isola di Lewis

Bunavoneadar, la stazione a terra norvegese dell’isola di Harris

St Kilda

6. LA CACCIA ALLE BALENE: ATTUALE

IQALUIT (GIÀ FROBISHER BAY, ISOLA DI BAFFIN, ARTICO ORIENTALE, NUNAVUT, CANADA)

A RESOLUTE BAY (OGGI QAUSUITTUQ, CORNWALLIS ISLAND, HIGH ARCTIC, NUNAVUT, CANADA)

Le tracce lasciate dai cacciatori di balene di Thule sull’isola Cornwallis

La caccia alle balene da parte degli Inuit nuovi arrivati

NARSAQ (COSTA OCCIDENTALE DELLA GROENLANDIA MERIDIONALE, DANIMARCA)

Dalla caccia alle balene dei “preistorici” Thule a quella degli odierni Kalaallit

LA GROENLANDIA OCCIDENTALE E LA CACCIA ALLE BALENE NELLO STRETTO DI DAVIS

NELLE ISOLE FÆR ØER (DANIMARCA): IL GRINDADRÁP, LA CACCIA COMUNITARIA

Diario di viaggio da Tórshavn, capitale delle isole Fær Øer

IN ISLANDA

Dal diario di viaggio

IN NORVEGIA, QUANDO LA CACCIA ALLE BALENE NON È COSÌ PUBBLICIZZATA, COME L’ISLANDESE, LA FAROESE (O LA GIAPPONESE)

LA PROLIFERAZIONE DELLE STAZIONI DI CACCIA NORVEGESI NELL’ATLANTICO DEL NORD, FINE XIX SECOLO-CA. 1920

Diario di viaggio dall’isola faroese di Streymoy

7. BALENE, UNA SCHEDA

PICCOLE:

MEDIE:

GRANDI:

8. APPENDICE

LA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DI MADEIRA (PORTOGALLO), 1941-1986

L’«isola-giardino» sub-tropicale di Madeira

Balene, tra caccia (1941-1986) e attuale Whale Watching 

Il programma originario del viaggio e l’incendio di Monte

La caccia alla balena e l’Empresa Baleeira do Arquipélago da Madeira 

IL GIGANTESCO FLOP DELLA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DELLE CANARIE (SPAGNA), 1784-1806

Breve introduzione all'arcipelago

Lanzarote

Fuerteventura

La grave situazione socio-economica e sanitaria del secolo XVIII nelle Canarie, provocata da eruzioni vulcaniche, fame, povertà, epidemie

La caccia alle balene per ottenere olio per illuminazione e per sfamare gli isolani: cronologia di un fallimento ventennale

 

9. BIBLIOGRAFIA