L'A. alla guida della vecchia Land Rover, a nord della città di Isiolo, Kenya settentrionale (© Franco Pelliccioni) |
Dal diario di Ricerca: "La mattina alle 7 arriva la Land Rover: è di quelle con il tetto
apribile. Partiamo subito. Alla Balaza
gli operai stanno finendo di lavorare. Oggi ad Isiolo arriva il Ministro per il
Local Government per inaugurare il
mercato. Si va alla Samburu Game Reserve.
Discussioni preliminari di John, l'assistente di ricerca africano che ci
accompagna in questo safari, con Elias, l'autista Turkana (uomo dagli occhi ben
aperti e le orecchie ben allerta). John ci riferisce che "lui va a caccia
di leoni, quindi sa dove trovarli"... All'entrata a Buffalo Springs
togliamo il telone della Rover, ma
uno dei guardacaccia ci impone di rimetterlo subito a posto. Ci sono diversi
leoni ed altre bestie feroci ed è proibito uscire dall'abitacolo. Si riparte.
Giunti fuori della vista dei guardiani, Elias si ferma e toglie la copertura.
Noi e John ci mettiamo dietro in piedi, collocando il cavalletto della
cinepresa e… via per il safari fotografico. La vecchia jeep sobbalza a più non posso. Cominciamo ad osservare i primi
animali selvaggi e a scendere dal veicolo. Abbiamo paura dei leoni, ma il
Turkana in Swahili dice che "li
sente". Alla fine della convulsa giornata
in cuor nostro dobbiamo ringraziarlo. La sua esperienza ha evitato a noi
neofiti guai irrimediabili. Anche se in un'occasione tutti siamo stati incoscienti
o pazzi. Abbiamo rischiato grosso. D'altronde l'incontro è indubbiamente
eccezionale, come ci confermarono gli altri soggiorni africani. In pieno giorno
ci imbattiamo, infatti, in un leopardo, dalle note abitudini notturne. Per il
bracconiere Elias è un’occasione da non lasciarsi sfuggire, tanto che
immediatamente lancia la Rover
all'inseguimento. Vuole permetterci di fotografarlo da vicino. Mai errore fu
così grossolano, mai fortuna fu più sfacciata. La nostra folle corsa si svolge
al di fuori delle piste battute: tra cespugli, dossi, buche e quant'altro c'è
in una savana africana. Terrorizzati, ma nel contempo euforici per quanto
accade, ci abbarbichiamo il più possibile alle strutture della Rover. Temiamo
di essere ad ogni piè sospinto sbalzati nel bush.
Non comprendiamo come la jeep non si
sia ancora fracassata o non abbia capottato rovinosamente. Il leopardo, con il
nostro rumoroso fiato sul collo, corre e balza da una parte all'altra,
portandosi ogni volta più lontano. E noi dietro. Se solo avesse deciso di
fermarsi e di attaccarci! Non riuscendolo più a vedere, Elias pone termine
all'insensata caccia.
In precedenza riprendiamo un elefante abbastanza vicino alla
Rover. Posta la cinepresa in countinuos running, con macchina
fotografica e tele ci portiamo davanti all'elefante. Elias e John dalla jeep ci avvertono di essere estremamente
cauti. Poi scendiamo a fotografare un rinoceronte. La jeep rimane con il motore acceso, pronta a recuperarci in caso di
attacco. Più tardi, costeggiando il fiume alla ricerca di coccodrilli, ecco ai
lati della pista alberata un branco di elefanti. Un esemplare abbastanza grande
è a due passi! Mangia le foglie di una pianta. Elias accelera il motore per far
rumore, niente. L'elefante non se ne va e muove minacciosamente le orecchie.
Per un certo tempo rimaniamo nell'impasse.
Siamo determinati a seguire il fiume. Abbiamo da poco visto anche un branco di
bufali. Elias ad un certo punto, chiedendo la nostra approvazione, gira la Rover. Siamo pronti a scappare in caso
qualche elefante abbia intenzioni bellicose. Piano piano ci avviciniamo in
retromarcia. A dir poco sono una quindicina. Ciò che preoccupa è scoprire che
c'è un elefantino con la mamma. Se la madre avverte la nostra presenza come una
minaccia per il piccolo siamo in serio pericolo. Decidiamo di andar via.
Sosta nel lussuoso Lodge
della Riserva. Un elefante attraversa il fiume Uaso Nyiro per portarsi a
ridosso della costruzione per la gioia dei pochi turisti presenti. Due coccodrilli
sonnecchiano immobili nelle acque fangose. Grosso contrasto: acqua filtrata,
piscina con acqua c.s., cibo internazionale in abbondanza, turisti spensierati
in tenuta da safari. Vicino, gente che muore di fame e di sete, uomini, donne,
vecchi, bambini. Non sembra che tutto ciò possa realmente accadere. Siamo molto
tristi. John concorda. Mangia tutto, è nostro ospite di riguardo. Al buffet freddo riempie un enorme piatto.
Gli suggeriamo di mangiare di più, molto di più, in quanto occasioni del genere
non le ha mai avute. “Felicità è avere lo stomaco pieno”, afferma…