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mercoledì 21 agosto 2024

200. A PROPOSITO DELL'AEROPORTO DI FUNCHAL (MADEIRA) E DI ALTRI AEROPORTI CON "QUALCHE DIFFICOLTA' IN PIU"' DA ME UTILIZZATI TRA EUROPA E ARTICO

 

(© Franco Pelliccioni)

A proposito dell'odissea dei passeggeri  italiani all'aeroporto Cristiano Ronaldo di Funchal (Madeira) del 15 agosto, nel mio libro BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO ho accennato in una nota alla pericolosità di alcuni degli aeroporti utilizzati nel corso dei miei viaggi, tra Europa e Artico.  Tra cui, naturalmente,  c'è quello di Funchal... 

...

Testo: Poi, esposti al sole e alla brezza marina [mi riferisco a banani e viti]

Nota 212: Che, all’altezza dell’aeroporto, peraltro si può trasformare in un pericolosissimo vento trasversale… 

Infatti, organizzando a Roma il viaggio, ho scoperto come l’aeroporto sia tra i più pericolosi al mondo. 

Nonostante l’unica pista, che corre parallela all’oceano, sia stata prolungata ben due volte. 

Prima nel 1986 (fino a 1.860 m), poi nel 2002 (fino a 2.781 m). 

 Così quello di Madeira è il terzo aeroporto, con qualche “difficoltà in più” per i piloti, che nella mia vita ho “sperimentato”. 

Dopo quello di Sunburgh nel 1982 (isole Shetland), e quello localizzato sulla spiaggia di conchiglie (l’unico al mondo), quando c’è la bassa marea, dell’isola di Barra (Ebridi Esterne), nel 1997.

 Anche se, in base ad altre statistiche, forse dovrei includere altri due aeroporti. 

Quelli di Longyearbyen (Svalbard) e di Narsarssuaq (Groenlandia).

sabato 13 maggio 2023

92. È ONLINE SU AMAZON LA VERSIONE CARTACEA A COLORI DEL MIO BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO. VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

 




La didascalia dell'immagine è tra le più "corpose" del libro: 
Spedizione alla caccia alle balene di Abraham Storck 1690: 
tre baleniere olandesi navigano nell'Oceano Artico, tra trichechi e banchi di ghiaccio. 
I membri dell'equipaggio stanno cacciando le balene, mentre allo stesso tempo cercano di combattere gli orsi polari. 
La domanda di olio di balena (ricavato dal grasso di balene, trichechi e foche) era molto aumentata in Europa, perché si era rivelata una buona alternativa agli oli vegetali. 
Dall’olio si ricavavano candele, lubrificanti, olio per lampade e saponi

https://www.amazon.it/dp/B0C522JP54




.......
163 pp., 156 foto, di cui 117 a colori "premium", 249 note e usuale grande formato: 16.99x24,41. 
Rispetto all’E-Book contiene 25 foto in più e due nuovi paragrafi: 
1. Disastro tra i ghiacci: la perdita della flotta baleniera statunitense al largo dell’Alaska, 1871. 
La spedizione del 2015 alla ricerca delle navi scomparse; 
2. In Islanda, navigando nella baia dove fu catturato Keiko, alias Willy, star del cinema hollywoodiano. 
Tutto è pronto per l’imminente ritorno dell’orca, dopo venti anni.   

....................

Ecco il sommario:

1. PREMESSA  
2. INTRODUZIONE
- LA CACCIA NELLA PREISTORIA: ALTA, NORD NORGE  15
- I BALENIERI E L'ESPLORAZIONE  
Disastro tra i ghiacci: la perdita della flotta baleniera statunitense al largo dell’Alaska, 1871. La spedizione del 2015 alla ricerca delle navi scomparse  
- LA CACCIA ALLE BALENE, TRADIZIONALE ATTIVITÀ 
- I balenieri europei ed americani e gli Inuit 
3. LA CACCIA ALLE BALENE PRESSO ALCUNE POPOLAZIONI AUTOCTONE AMERICANE . 
- INUIT  
- I PRE-INUIT: THULE (800-1700 D.C.)  
- INDIANI DEL NORD-OVEST  
4. GLI AVVISTAMENTI DI BALENE  
- IL MIO PRIMISSIMO “INCONTRO” CON UNA BALENA È AVVENUTO A… ROMA!  
- A DISTANZA DI QUASI SETTANTA ANNI, UN’IMPREVISTA E SORPRENDENTE INTEGRAZIONE! 
- NELL’AMERICA DEL NORD  
- Québec  
- Alaska Sud-Orientale  
- L’isola di Terranova, Canada  
- Mare di Beaufort, Artico occidentale canadese, Northwest Territories 
- L’insediamento di Tuktoyaktuk, già Port Brabant. L’isola di Herschel 
5. LA CACCIA ALLE BALENE: STORICA  
- NELLA COLOMBIA BRITANNICA (CANADA) 
- Indiani Nootka (oggi Nuu-chah-nulth) dell’isola di Vancouver  
- Stazioni di caccia canadesi e statunitensi 
- La caccia alle balene nelle acque della Colombia Britannica 
- A SAINT-PIERRE ET MIQUELON (FRANCIA)  
- LE STAZIONI BALENIERE DI TERRANOVA (PROVINCIA DI TERRANOVA E LABRADOR, CANADA) 
- Cumberland Sound, isola di Baffin, Nunavut: la stazione baleniera della Compagnia della Baia di Hudson di Pangnirtung, nell’omonimo fiordo 
- LE STAZIONI DI CACCIA ALLE BALENE DEL CUMBERLAND SOUND 
- La stazione fondata da William Penny nell’isola di Kekerten (lato orientale del Sound)  
- KEKERTEN, IL CUMBERLAND SOUND E L’INIZIAZIONE ANTROPOLOGICA SUL CAMPO DI FRANZ BOAS  
- La stazione sull’isola di Blacklead (lato occidentale del Sound) 
- NELLE ISOLE SHETLAND (SCOZIA, UK)  
- Un altro “mancato” avvistamento...  
- NELLE ISOLE ORCADI (SCOZIA, UK)  
- NELLE ISOLE SVALBARD, NORVEGIA  
- Il “Fiordo Verde” (Grønfjorden)  
- Smeerenburg, la “città del grasso”, XVII secolo, Svalbard 
- NELLE EBRIDI ESTERNE (SCOZIA, UK)  
- Isola di Lewis  
- Bunavoneadar, la stazione a terra norvegese dell’isola di Harris  83
- St Kilda 
6. LA CACCIA ALLE BALENE: ATTUALE  
- IQALUIT (GIÀ FROBISHER BAY, ISOLA DI BAFFIN, ARTICO ORIENTALE, NUNAVUT, CANADA)  
- A RESOLUTE BAY (OGGI QAUSUITTUQ, CORNWALLIS ISLAND, HIGH ARCTIC, NUNAVUT, CANADA) 
- Le tracce lasciate dai cacciatori di balene di Thule sull’isola Cornwallis  
- La caccia alle balene da parte degli Inuit nuovi arrivati 
- NARSAQ (COSTA OCCIDENTALE DELLA GROENLANDIA MERIDIONALE, DANIMARCA) 
- Dalla caccia alle balene dei “preistorici” Thule a quella degli odierni Kalaallit 
- La Groenlandia Occidentale e la caccia alle balene nello Stretto di Davis  
- NELLE ISOLE FÆR ØER (DANIMARCA): IL GRINDADRÁP, LA CACCIA COMUNITARIA 
- Diario di viaggio da Tórshavn, capitale delle isole Fær Øer  
- IN ISLANDA  
- Dal diario di viaggio 
- IN NORVEGIA, QUANDO LA CACCIA ALLE BALENE NON È COSÌ PUBBLICIZZATA, COME L’ISLANDESE, LA FAROESE (O LA GIAPPONESE) 
- La proliferazione delle stazioni di caccia norvegesi nell’Atlantico del Nord, fine XIX secolo-ca. 1920  
- Diario di viaggio dall’isola faroese di Streymoy 
7. BALENE, UNA SCHEDA .
PICCOLE:  
MEDIE:  
GRANDI: 
In Islanda, navigando nella baia dove fu catturato Keiko, alias Willy, star del cinema hollywoodiano. Tutto è pronto per l’imminente ritorno dell’orca, dopo venti anni 
8. APPENDICE 
LA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DI MADEIRA (PORTOGALLO), 1941-1981  
- L’«isola-giardino» sub-tropicale di Madeira  
- Balene, tra caccia (1941-1986) e attuale Whale Watching  
- Il programma originario del viaggio e l’incendio di Monte  
- La caccia alla balena e l’Empresa Baleeira do Arquipélago da Madeira  
IL GIGANTESCO FLOP DELLA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DELLE CANARIE (SPAGNA), 1784-1806  
- Breve introduzione all’arcipelago 
- Lanzarote  
- Fuerteventura 
- La grave situazione socio-economica e sanitaria del secolo XVIII nelle Canarie, provocata da eruzioni vulcaniche, fame, povertà, epidemie  
- La caccia alle balene per ottenere olio per l’illuminazione e per sfamare gli isolani: cronologia di un fallimento ventennale 
9. BIBLIOGRAFIA 

N.B. Il blog è dotato di Google Traduttore e di un motore di ricerca interno
p.s. del 3.1.2024
Oltre a questa versione a colori (e all'E-Book) ho poi pubblicato anche quella in bianco e nero.
Ecco le foto delle tre copertine:  



sabato 28 maggio 2022

22. ULTIMA THULE. RICORDI DI UN VIAGGIO DI STUDIO INVERNALE NELLE ISOLE SHETLAND.

 

Up Helly Aa: brucia la lunga nave vichinga, 1973. Foto

 (Anne Burgess)

 A Lerwick, capoluogo delle isole Shetland, nella notte di ogni ultimo martedì di gennaio, squadre di guizers in costumi vichinghi e torce in mano, incendiano nel centro della città una replica di una "lunga nave”, con la prua dalla testa di drago.

Piteaaveva udito che essa è la più settentrionale delle isole britanniche, sei giorni più a nord della Britannia e vicina quasi un giorno soltanto dal “Mare Gelato” (…) in cui terra e mare e tutto galleggia (…) cosa che non può essere oltrepassata da uomini e navi (…) vi è terra abitabile fino alle “parti estreme intorno a Thule”.

   Pitea è il geografo, navigatore e astronomo greco di Marsiglia (allora Massilia) che, alla fine del IV secolo a.C., effettuò il suo celebre e avventuroso viaggio verso le terre boreali europee. Fino a giungere a quella che venne definita l’isola di Thule o Ultima Thule: “estrema regione abitata e abitabile, oltre la quale era dominio del mare, della nebbia, delle tempeste, dei ghiacci”. Secondo alcuni Thule sarebbe individuabile nelle isole Shetland. Secondo altri potrebbe essere la Norvegia o, perfino, l’Islanda. 

   Il grande Tolomeo nella sua Geografia del 150 d.C. propende per le isole Shetland, a nord della Scozia “e sulla terraferma della Eurasia, presso a poco alla stessa latitudine, i Monti Iperborei, dai quali scorrono le fonti del Volga (Rha)”. 

   Non so se questo arcipelago nordico sia la Thule, più o meno “Ultima”, dell’avventuroso greco. Senz’altro per me l’isola di Mainland rappresentò allora il punto più settentrionale toccato nella mia vita. Tanto più che il particolare aspetto geo-astronomico veniva immediatamente confermato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, dal rigido clima invernale. Connotato da un gelo così intenso da penetrare nelle ossa. Spesso accompagnato da impressionanti raffiche di vento, capaci improvvisamente di sospingerti. Cosa invero preoccupante, specialmente quando andavo ad ammirare le splendide e imponenti scogliere dell’isola strapiombanti sul mare. Tanto da costringermi, precauzionalmente, ad osservarle dal ciglio, rimanendo accuratamente “ventre a terra”…

   E dire che l’anno appresso, a neanche nove mesi di distanza, avrei addirittura raggiunto il punto più vicino al Polo Magnetico. A Resolute Bay (Lat 74° 41’ N), nell’Alto Artico canadese, nel corso del mio survey antropologico tra gli eschimesi (Inuit). 

   Poi, venti anni dopo, nelle norvegesi isole artiche delle Svalbard in due occasioni avrei oltrepassato quella latitudine. Prima a Longyearbyen (LAT 78° 13’ N), il capoluogo. Successivamente a Ny-Ålesund (LAT 78° 55’ N), la storica “Baia del Re”, in occasione dell’inaugurazione della Base italiana Dirigibile Italia.

   Eppure nel 1982 potevo ritenermi più che soddisfatto per quello che, all’epoca, costituiva il mio record personale. Per la prima volta in vita mia io, che avevo effettuato ricerche sul campo solo nei paesi tropicali, potevo addirittura pensare di trovarmi ben più a nord, di quel che ero in realtà. Come i numerosi protagonisti delle avventurose spedizioni esplorative ed etno-antropologiche, che mi avevano così tanto affascinato da ragazzo.

   L’idea di realizzare questo libro, rendendolo disponibile ad una più ampia platea di lettori, rispetto a quelli che avevano avuto modo di leggere i miei articoli sull’argomento, pubblicati su riviste e giornali, è venuta guardando alcune puntate di: Shetland, una serie televisiva prodotta dall’ITV, per la BBC Scotland. Il cui protagonista era un detective della polizia di Lerwick che, ovviamente con successo, indagava sugli omicidi perpetrati nella Mainland, la principale isola dell’arcipelago. Tra l’altro era originario di Fair Island, l’isola più meridionale, a metà strada tra le Shetland e le Orcadi.

   Inaspettatamente ho provato una forte sensazione di nostalgia, osservando nuovamente sullo schermo quell’ambiente così completamente differente da quelli mediterranei. Quasi sempre caratterizzato da chiaroscuri di inusitata, seppur singolare, bellezza. Che si fanno presto da parte, dopo uno forte scroscio di pioggia, lasciando spazio a vividi colori, che paradossalmente fanno la loro comparsa, uno ad uno. I panorami maestosi, le gigantesche scogliere a picco sul mare, le nuvole basse, l’atmosfera decisamente subartica, mi hanno fatto tornare alla mente che quelle isole potevano realmente rappresentare, ca. 2.500 anni fa, l’ultima terra abitabile dell’ecumene. Perché, anche ad una latitudine del resto non eccessiva, avrei perfino potuto avere la fortuna di ammirare, alte nel cielo notturno, le sciabolettanti e fantasmagoriche aurore boreali dell’Ultima Thule

   Quel viaggio nordico, effettuato oltretutto in una stagione proibitiva (mese di dicembre), avrebbe rappresentato per me il primissimo approccio ad una realtà ecologico-culturale radicalmente diversa da tutte quelle che fino ad allora avevo conosciuto (Sudan, Kenya, Messico). Che l’anno appresso, con il mio survey tra sei comunità Inuit dell’Artico canadese, si sarebbe andata rafforzando. Poiché nel mitico Passaggio a Nord-Ovest mi sarei spinto ancora più a nord, a non moltissima distanza dal Polo Magnetico, come ho già accennato…

   Tra l’altro in quelle isole scozzesi l’ex africanista, quale io ero, avrebbe “incontrato” per la prima volta i Vichinghi. Un iniziale approccio, che si sarebbe dovuto consolidare in seguito. Poiché le Shetland inconsapevolmente rappresentarono la prima di numerose “tappe” del mio futuro peregrinare sulle tracce del cosiddetto movimento vichingo d’oltremare, che mi avrebbero condotto: ancora a sud-ovest (Orcadi, Scozia e Inghilterra nord-orientale, Ebridi Esterne, Fær Øer, Dublino), verso nord (Svalbard), verso ovest (Terranova, Islanda, Groenlandia, Labrador), verso sud (Normandia), verso est (Russia).

   Dal punto di vista fondativo delle comunità marittime, che avrei in seguito avvicinato, i “Vichinghi” hanno costituito solo uno dei diversi aspetti, anche se tra i più importanti e avventurosi, presenti nell’intero quadro. Grazie al quel viaggio di studio o, se volete, di reconnaissance, prima delle Shetland, poi delle meridionali Orcadi, sia pure involontariamente sarebbe stato gettato il primo seme di ciò che anni dopo si sarebbe trasformato nel mio Programma sulle Comunità Marittime dell’Atlantico Settentrionale.

   Comunità isolane che, anche se spazialmente assai distanti tra loro, esibiscono numerosi tratti in comune. Infatti, oltre alla presenza dei razziatori scandinavi, poi diventati pacifici coloni, quando si parla delle isole dell’Atlantico del nord non si può non accennare al loro isolamento geo-culturale, a volte anche linguistico (ad esempio: Fær Øer e Islanda). 

   Sempre dal punto di vista glottologico, le isole possono essere “dicotomizzate”, perché è possibile distinguere quelle di derivazione sostanzialmente celtico-gaelica, da quelle di lingua e cultura originariamente scandinavo-vichinghe. Inoltre va sottolineata la loro lontananza dalla madre patria. Quindi la difficoltà, o la totale assenza, dei collegamenti marittimi, specialmente in un passato, più o meno lontano. Il che spesso andava ad aggiungersi alla carenza o alla mancanza degli indispensabili rifornimenti, soprattutto alimentari (nella stagione invernale, ma anche in caso di ripetute e negative condizioni meteomarine). Capaci di provocare ricorrenti crisi esistenziali collettive. Tanto da rendere perfino impossibile la sopravvivenza. Così che, come extrema ratio, più volte si sarebbe ricorsi all’evacuazione dei loro abitanti. Come nel caso delle Ebridi Esterne (isola di Mingulay), o della ben più remota isola degli “uomini- uccello” di St Kilda. Oppure si è seriamente pensato di sgombrare tutti gli isolani (Islanda). (...)

   Naturalmente ho integrato e aggiornato i dati inseriti nel volume, in modo da offrire al lettore un quadro il più completo possibile della “situazione” dell’arcipelago al 2019. 

 Ho inoltre inserito nel libro una "tappa" nell'Inghilterra settentrionale: Durham [dove mi trovavo per una ricerca nei Sudan Archives dell'Oriental Library della locale Università. Da qui, via Aberdeen, avrei raggiunto le isole] e l'escursione nel Lake District - Lago Windermere -.  

Da: ULTIMA THULE. RICORDI DI UN VIAGGIO DI STUDIO INVERNALE NELLE ISOLE SHETLAND. E-book, e versione cartacea a colori (133 pp., 114 immagini, di cui 89 a colori) e in bianco e nero)



versione a colori: 
https://www.amazon.it/dp/1793119147
          versione in bianco e nero: https://www.amazon.it/dp/1094761575

SOMMARIO

PREFAZIONE   9

INTRODUZIONE   15

TAPPA NELL’INGHILTERRA SETTENTRIONALE: DURHAM E L’ESCURSIONE NEL  LAKE DISTRICT  19

Durham, “modello” di Geografia Urbana  19

Warkworth, Lindisfarne e Durham   20

Fondazione di Durham   23

Sir Walter Scott, le Shetland e Durham, 24

Dalle miniere di carbone ai colleges universitari 25

L’escursione nel Lake District 26

STORIA DELLE SHETLAND   31

I Pitti, i Brochs, Jarlshof 31

Jarlshof 31

Broch Clickhmin, Lerwick  35

Vichinghi, Norvegesi, Dano-Norvegesi, Scozzesi 38

Gli arcipelaghi delle Shetland e delle Orcadi offerti in garanzia alla Scozia  40

LA LINGUA, TRA INGLESE E NORN   41

Il Folklore  41

L’Up-Helly-Aa  41

LEGAMI CON LA NORVEGIA   45

L’ECONOMIA   47

Agricoltura  47

Allevamento  47

Pesca e Itticoltura  48

Petrolio  49

Turismo  50

NASCITA (CON PECCATO ORIGINALE) E SVILUPPO DI LERWICK   51

Il “peccato originale” di Lerwick: il contrabbando  58

La Storia dei Lodberries  61

L’ISOLA DI MAINLAND   63

Lerwick  65

Scalloway  66

Nel nord di Mainland: la Gallows Hill (la “Collina delle streghe”), Tingwall, Weisdale Voe, Esha Ness  69

Nel sud di Mainland  75

LE CRISI ESISTENZIALI COLLETTIVE   79

LE QUATTRO RIVOLUZIONI CULTURALI  83

PRIMA RIVOLUZIONE, 1886: il Crofters' Act 83

SECONDA RIVOLUZIONE, ‘1960: lana, maglieria, pesce refrigerato, artigianato d’argento  84

TERZA RIVOLUZIONE, 1971-1998: scoperta e sfruttamento di petrolio e gas  85

QUARTA RIVOLUZIONE, 1998-oggi: contrazione estrazione petrolifera, rinascita e sviluppo delle tradizionali attività economiche (crofting, allevamento, pesca, itticoltura), turismo  85

Petrolio, gas  85

Pesca e itticoltura  86

Coltivazione, allevamento, turismo  86

CONTRABBANDO E PIRATERIA NELL’ARCIPELAGO   87

I NAUFRAGI  91

In Scozia  91

Protezione dei relitti di importanza storica  92

Nelle Shetland  93

Le basi a terra dell’haaf: Walls e Stenness (Mainland) 96

Naufragi “importanti” e relitti tutelati dalla legge: XVII-XVIII secolo  99

Durante la Grande Guerra  101

Nella Seconda Guerra Mondiale  102

FAIR ISLE   103

1. Il naufragio di El Gran Grifón, 1588  105

2. Naufragi, 1868-1894  108

3. L’anno del disastro, 1897  109

L’antefatto  111

La tragedia ha inizio  111

La richiesta dei soccorsi 113

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE   115

 ...

TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.