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martedì 2 aprile 2024

140. TRA I GHIACCI DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST. PROLOGO AD UNA RICERCA ANTROPOLOGICA TRA GLI INUIT DELL'ARTICO CANADESE

 

La versione cartacea a colori

"Con un piccolo numero di navi possono essere scoperte diverse nuove terre e regni (…) ai quali luoghi è rimasta una sola via da scoprire, che è verso il Nord…" . Così, nell’introduzione al capitolo “Alle spezierie, attraverso i nostri mari…”, Newby sintetizzava il pensiero preconizzatore del mercante e geografo inglese Robert Thorn (1991: 103). Esposto nella sua lunga lettera inviata nel 1527, da Siviglia, al Dr. Lee, Ambasciatore di Enrico VIII in Spagna (...).  Poi nel 1531 si rivolgerà direttamente al re. Esortandolo a prendere in mano la questione. Soprattutto perché, rispetto alle rotte spagnole e portoghesi, quella polare è più corta di 2.000 leghe. 
 Il libro contiene una galleria di 21 protagonisti dell’esplorazione (e dell’antropologia) andati alla scoperta del Passaggio a Nord-Ovest, ma anche a disvelare la geografia fisica e antropica di un mondo fatto soprattutto di ghiaccio. Quattro di essi si misero a ricercare le evanescenti tracce lasciate dalla grande spedizione Franklin, misteriosamente scomparsa nella metà del XIX secolo. 
Ecco i loro nomi: Giovanni Caboto, Gaspar Corte-Real, Sir Francis Drake, John Davis, Henry Hudson, Samuel de Champlain, James Cook, George Vancouver, John Ross, William Edward Parry, Sir John Franklin, Elisha Kane, Robert McClure, Sir Francis Leopold Mc Clintock, John Rae, Otto Sverdrup, Roald Amundsen, Donald Baxter Macmillan, Peter Freuchen, Knud Rasmussen, Vilhjalmur Stefansson, 
Il volume include numerosi riferimenti ad altre 38 figure, non tutte di secondo piano: Martin Frobisher (XVI secolo), William Baffin, Robert Bylot, Semion Ivanovich Dezhnev, Luke Foxe, John Knight, George Weymouth (XVII secolo), Vitus Jonassen Bering, Samuel Hearne, James Knight, Alexander Mackenzie, Cristopher Middleton (XVIII), Horatio Austin, George Back, Frederick W. Beechey, David Buchan, Richard Collinson, Samuel Gurney Cresswell, Henry Grinnell, Charles Francis Hall, Robert Hobson, Edward Augustus Inglefield, Francis George Lyon, George Frederick McDougall, Bedford Clapperton Trevelyan Pim, John Richardson, James Clark Ross, Frederick Gustavus Schwatka, William Allen Young (XIX), Rudolph Martin Anderson, Robert Bartlett, Henri Beuchat, Kaj Birket-Smith, Robert Flaherty, Diamond Jenness, Henry Larsen, Therkel Mathiassen, Ejnar Mikkelsen (XX). 
 Mi è sembrato infine opportuno inserire alcune osservazioni e fotografie tratte dal mio diario di viaggio, nonché dal ricco materiale etno-antropologico raccolto nel 1983, nel corso della mia ricerca effettuata in sei comunità Inuit . Un complesso lavoro sul campo, che mi ha condotto in quattro punti nevralgici del Passaggio. 
La ricerca, unitamente al rapido cambiamento climatico in corso nel “Paese delle Ombre Lunghe”, costituirà l’oggetto del mio prossimo libro: Verso il Polo Magnetico. 
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Per quasi quaranta anni mi sono occupato del Passaggio a Nord-Ovest. Scrivendo articoli, capitoli di libri e comunicazioni scientifiche, sia sul Grande Nord americano, che sugli intrepidi esploratori e navigatori europei che, spesso al prezzo di inenarrabili sacrifici, compresa la stessa loro vita, per secoli hanno cercato di scoprire una via, che li portasse verso l’Asia. Mi sono interessato a regioni intere, a luoghi in seguito divenuti storici, ma anche agli Inuit, perfino ai Vichinghi! A volte scendendo nei dettagli e nel particolare. Sempre tenendo bene in mente, però, il quadro complessivo. La cui cornice sul lato inferiore è delimitata dalle coste dell’Artico canadese. Oltrepassando le quali si accede all’interno, in una geografia dell’«immenso», caratterizzata da terre emerse pressoché prive di ogni specie di vita, ma cosparse a piene mani di fiumi, laghi ed acquitrini. Lande sferzate spesso dai blizzards e da tempeste di neve. Non a caso la regione ad occidente della Baia di Hudson, il Keewatin, nella lingua degli indiani Cree significa: “il luogo dove soffia il vento”. Poiché è parte integrante delle Barren Grounds, le “Terre Sterili”. Più di mezzo milione di miglia quadrate di “pianure ondulate, punteggiate di laghi, interrotte qua e là da catene di vecchie colline logore (...) Gli altri tre lati della cornice racchiudono, invece, arcipelaghi e gigantesche isole, isolotti e penisole, golfi e baie, canali e stretti, quasi sempre tutti ghiacciati. Quindi percorribili solo per brevi periodi dell’anno. Ciò almeno fino all’accelerazione del cambiamento climatico di questi ultimi decenni. Nella ricerca del Passaggio si cimenteranno i protagonisti più diversi, formando uno straordinario e variegato mondo di esploratori e navigatori. Tutti loro, gradatamente, faticosamente, molto lentamente, avanzando o retrocedendo, tassello dopo tassello disveleranno la Geografia del Grande Nord americano. Riuscendo, infine, ad individuare l’intero itinerario di un Passaggio ricercato fin dall’epoca (fine del XV secolo) dei Caboto, Giovanni e Sebastiano. Anche se bisognerà aspettare ancora sei lunghissimi secoli. I molteplici tentativi esperiti nel tempo contribuiranno a far sì che alcune sue parti diventassero note come le “Porte” Occidentali e Orientali. Ma il vero problema consisterà soprattutto nel saper raccordare correttamente la rotta tra l’una e l’altra…. 


E-Book, Versione cartacea a colori e in bianco e nero
di grandi dimensioni (16,99 x 24,4) 237 pp., 212 foto, 143 note.
E-Book: https://www.amazon.it/dp/B09X5DW3HK

Colori: https://www.amazon.it/dp/B09ZB7794T

Bianco e nero  https://www.amazon.it/dp/B09ZCS95LJ

La versione cartacea ha 37 pagine e 32 foto in più di quella digitale. In parte dovuti alla diversa impaginazione (i capitoli iniziano sempre sulla destra). Ma anche al fatto che ho inserito un’APPENDICE, che non c’è nell'E-Book: Ludvig Mylius-Erichsen, Peter Freuchen, Alfred Wegener e la prima automobile tra i ghiacci artici, Nella spedizione della Danimarca nel nord-est della Groenlandia (...)


 SOMMARIO

PREMESSA

PARTE I.      L’A. e il Passaggio a Nord-Ovest

La scoperta involontaria dell’accesso orientale al Passaggio nel 1616

L’anomia nell’Artico: corsari “on duty” e fuori servizio;

 ammutinamenti degli equipaggi

Spedizioni pluriennali volontarie e non (per sverno o deriva dei

 ghiacci), o ripetute nel tempo

Alla ricerca di montagne, isole e terre inesistenti

Scoperta di nuove isole e “riscoperta” nel XX secolo di terre

 dimenticate

Missioni solitarie, di gruppo, via terra, via mare

Nel 1819 Parry riceve il premio per aver raggiunto la metà della

 distanza tra i due accessi (orientale e occidentale) del Passaggio

Spedizioni scomparse nel nulla (XV-XVIII secolo)

Il “mistero” per antonomasia della Storia delle Esplorazioni: la

 Grande Spedizione “perduta” di Sir John Franklin, 1845

Nel 1854 il premio di 20.000 sterline spetta a McClure per la

 scoperta, da ovest ad est, del Passaggio

Amundsen naviga il Passaggio da est a ovest nel 1903-1906. Nel

 1921-24, sia pure su slitte, il percorso è ripetuto dalla Quinta

 Spedizione Thule dell’etnologo Rasmussen

Infine, sezione dopo sezione, l’itinerario del mitico Passaggio a Nord-Ovest


PARTE II        Nel Passaggio a Nord-Ovest

Tuktoyaktuk: Mare di Beaufort (Artico Occidentale, Northwest Territories)

Resolute Bay (Qausuittuq): Stretto di Barrow (Artico Centrale-Alto Artico, Nunavut)

 Iqaluit (Frobisher Bay): Isola di Baffin, Artico Orientale, oggi Nunavut

Pangnirtung (Cumberland Sound): Isola di Baffin, Artico Orientale, oggi Nunavut

PARTE III   ALLA SCOPERTA DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST:

 ESPLORATORI, NAVIGATORI, ANTROPOLOGI

1. GIOVANNI CABOTO, 1450? - 1498

Nell’outport di Bonavista, nell’isola canadese di Terranova

La misteriosa scomparsa di Caboto e delle sue navi, 1498

2. GASPAR CORTE-REAL, ca. 1450-1501

I portoghesi si interessano ai banchi di merluzzo di Terranova

I fratelli Gaspar e Miguel Corte-Real

Gaspar Corte-Real e la prima spedizione del 1500

La scomparsa di Gaspar Corte-Real nella spedizione del 1501

3. SIR FRANCIS DRAKE, 1544-1596

Nel 1577 una squadra al comando di Francis Drake salpa da 

 Plymouth, dando inizio alla prima circumnavigazione inglese della

 Terra

Raggiunto il Pacifico, si risale la costa del Sud America (1578),

 attaccando a sorpresa navi e insediamenti spagnoli, per proseguire

 ancora verso nord, ma solo al 48° N, 1579

4. JOHN DAVIS, 1550-1605

La prima spedizione del 1585: Groenlandia e Baffin

La seconda spedizione del 1586: Groenlandia e Labrador

La terza spedizione, 1587: Groenlandia, ancora Baffin, Stretto di

 Hudson, Labrador

5. HENRY HUDSON, 1570-1611

La spedizione del 1607: Groenlandia, Svalbard, Jan Mayen

Le spedizioni del 1608 e 1609: Nuova Zemlja, Terranova, Maine,

 Cape Cod, Manhattan

L’ultima spedizione del 1610-11: Islanda, Groenlandia, Labrador,

 Baia di Hudson, l’ammutinamento e… la morte

Uno straordinario insegnamento nautico

6. SAMUEL DE CHAMPLAIN, ca. 1570-1635

Il primo viaggio del 1603 serve anche per ricercare il Passaggio, che

 però non riesce a trovare…

7. JAMES COOK, 1728-1779

Il terzo, e ultimo, viaggio, 1776-79: lo Stretto di Bering

8. GEORGE VANCOUVER, 1757-1798

A bordo della Resolution e della Discovery con Cook, 1772-75 e

 1776-80

La spedizione in Nord America, 1791-95

9. JOHN ROSS, 1777-1856

Stretto di Davis, Baia di Baffin, Lancaster Sound, le “Montagne di

 Crocker”, 1818

Penisola e Golfo di Boothia, King William Island, quindi nella

 Penisola di Boothia viene raggiunto il Polo Magnetico Nord, 1829-

1833

Alla ricerca della Spedizione Franklin: Stretto di Lancaster, 1850-

1851

10. WILLIAM EDWARD PARRY, 1790-1855

Con John Ross nel Lancaster Sound, 1818

Lancaster Sound, Stretto di Barrow, Melville Sound. Nella Melville

 Island tocca i 110°Ovest: È a metà del Passaggio a Nord-Ovest.

Quindi l’isola di Banks, 1819-1820

Bacino di Foxe, Isola Southampton, Repulse Bay, Penisola di

 Melville, Igloolik, 1821-1823

Canale del Principe Reggente, Stretto di Barrow, 1824-1825

Verso il Polo Nord raggiunge gli 82° 45' N, 1827

11. SIR JOHN FRANKLIN, 1786-1847

Introduzione

La Grande Spedizione di Franklin salpa alla ricerca del Passaggio a

 Nord-Ovest, 1845

PRIMA FASE: Alla ricerca della spedizione, le missioni di soccorso

 e ricerca (1848-1880) scoprono materiali, tombe, resti umani

11. 1 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Elisha Kane

 (1820-1857): 1850-51; 1853-55

11. 2 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Robert

 McClure (1807-1873): 1850-54

11. 3 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Sir Francis

 Leopold Mc Clintock (1819-1907): 1848-49; 1850-51; 1852-1855;

 1857-59

11. 4 Alla ricerca via terra della Spedizione Franklin: John Rae

 (1813-1893):1848-49; 1850; 1850-51; 1853-54

SECONDA FASE: alla fine di un decennio di ricognizioni sul

 terreno, di studi e analisi a tavolino e in laboratorio, negli anni ‘1980

 si ricostruiscono le cause del tragico fallimento di una delle più

 grandi imprese umane, che la storia dell'esplorazione ricordi

TERZA FASE: anni ‘2000. il cambiamento climatico favorisce il

 ritrovamento sul fondo del Mar Glaciale Artico delle navi di

 Franklin: l’Erebus (2014) e la Terror (2016)

La sopravvivenza nell'Artico: insegnamenti provenienti dalla cultura

 eschimese (Inuit) e dall'antropologia

12. OTTO SVERDRUP, 1854-1930

Con Nansen attraversa da est ad ovest l’ilandsis della Groenlandia

 con gli sci (1888)

Con la Fram verso il Polo Nord su slitte trainate da cani. La

  Norwegian Arctic Expedition, 1898-1902

13. ROALD AMUNDSEN, 1872-1928

Alla conquista del Passaggio a Nord-Ovest, 1903-1906

La Gjøa salpa da Cristiania (Oslo)

14. DONALD BAXTER MACMILLAN, 1874-1970

Un grande divulgatore scientifico

Le prime spedizioni artiche (1908-1917)

Le spedizioni polari con la Bowdoin (1921-1954)

15. PETER FREUCHEN, 1886-1957

Con Wegener nel nord-est della Groenlandia con la Spedizione

 Danese, 1906-1908

Con Rasmussen Prima Spedizione di Thule, 1912

Quinta Spedizione di Thule: Isola di Baffin, Penisola di Melville,

 Baia di Hudson Occidentale,1921-1924

16. KNUD RASMUSSEN, 1879-1933

La Danske Literaere Grönlands Ekspedition, Groenlandia 1902-1904

La nascita in Groenlandia

Lo Spaccio di Thule tra gli Eschimesi (Inuit) Polari, Groenlandia

 settentrionale

Le Sette Spedizioni Thule

Le prime quattro spedizioni: 1912-13, 1916-1917, 1919

La Quinta Spedizione, la più grandiosa di tutte: Groenlandia-Siberia,

 1921-1924

Dall’Isola dei Danesi: molteplici indagini etnografiche, etnologiche,

 archeologiche

RASMUSSEN RACCONTA

Sesta e Settima Spedizione: 1931, 1932-33

17. VILHJALMUR STEFANSSON, 1879-1962

Islanda, 1904-05; Alaska e Artico occidentale canadese, con la

 Anglo-American Polar Expedition, 1906-07

Artico occidentale canadese, 1908-12: Eschimesi del Mackenzie e

 del Rame

La Canadian Arctic Expedition (Cae), la più lunga esplorazione

 polare della storia, tra Alaska e Artico Canadese, 1913-18

L’odissea della Karluk

APPENDICE 

AI MARGINI, MA NON TROPPO… 

Ludvig Mylius-Erichsen, Peter Freuchen, Alfred Wegener e la prima automobile tra i ghiacci artici, Nella spedizione della Danimarca nel nord-est della Groenlandia (...)

BIBLIOGRAFIA

CARTE:

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PAGINA AUTORE ITALIA;

https://www.amazon.it/Franco-Pelliccioni/e/B01MRUJWH1/ref=dp_byline_cont_book_1



sabato 13 maggio 2023

92. È ONLINE SU AMAZON LA VERSIONE CARTACEA A COLORI DEL MIO BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO. VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

 




La didascalia dell'immagine è tra le più "corpose" del libro: 
Spedizione alla caccia alle balene di Abraham Storck 1690: 
tre baleniere olandesi navigano nell'Oceano Artico, tra trichechi e banchi di ghiaccio. 
I membri dell'equipaggio stanno cacciando le balene, mentre allo stesso tempo cercano di combattere gli orsi polari. 
La domanda di olio di balena (ricavato dal grasso di balene, trichechi e foche) era molto aumentata in Europa, perché si era rivelata una buona alternativa agli oli vegetali. 
Dall’olio si ricavavano candele, lubrificanti, olio per lampade e saponi

https://www.amazon.it/dp/B0C522JP54




.......
163 pp., 156 foto, di cui 117 a colori "premium", 249 note e usuale grande formato: 16.99x24,41. 
Rispetto all’E-Book contiene 25 foto in più e due nuovi paragrafi: 
1. Disastro tra i ghiacci: la perdita della flotta baleniera statunitense al largo dell’Alaska, 1871. 
La spedizione del 2015 alla ricerca delle navi scomparse; 
2. In Islanda, navigando nella baia dove fu catturato Keiko, alias Willy, star del cinema hollywoodiano. 
Tutto è pronto per l’imminente ritorno dell’orca, dopo venti anni.   

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Ecco il sommario:

1. PREMESSA  
2. INTRODUZIONE
- LA CACCIA NELLA PREISTORIA: ALTA, NORD NORGE  15
- I BALENIERI E L'ESPLORAZIONE  
Disastro tra i ghiacci: la perdita della flotta baleniera statunitense al largo dell’Alaska, 1871. La spedizione del 2015 alla ricerca delle navi scomparse  
- LA CACCIA ALLE BALENE, TRADIZIONALE ATTIVITÀ 
- I balenieri europei ed americani e gli Inuit 
3. LA CACCIA ALLE BALENE PRESSO ALCUNE POPOLAZIONI AUTOCTONE AMERICANE . 
- INUIT  
- I PRE-INUIT: THULE (800-1700 D.C.)  
- INDIANI DEL NORD-OVEST  
4. GLI AVVISTAMENTI DI BALENE  
- IL MIO PRIMISSIMO “INCONTRO” CON UNA BALENA È AVVENUTO A… ROMA!  
- A DISTANZA DI QUASI SETTANTA ANNI, UN’IMPREVISTA E SORPRENDENTE INTEGRAZIONE! 
- NELL’AMERICA DEL NORD  
- Québec  
- Alaska Sud-Orientale  
- L’isola di Terranova, Canada  
- Mare di Beaufort, Artico occidentale canadese, Northwest Territories 
- L’insediamento di Tuktoyaktuk, già Port Brabant. L’isola di Herschel 
5. LA CACCIA ALLE BALENE: STORICA  
- NELLA COLOMBIA BRITANNICA (CANADA) 
- Indiani Nootka (oggi Nuu-chah-nulth) dell’isola di Vancouver  
- Stazioni di caccia canadesi e statunitensi 
- La caccia alle balene nelle acque della Colombia Britannica 
- A SAINT-PIERRE ET MIQUELON (FRANCIA)  
- LE STAZIONI BALENIERE DI TERRANOVA (PROVINCIA DI TERRANOVA E LABRADOR, CANADA) 
- Cumberland Sound, isola di Baffin, Nunavut: la stazione baleniera della Compagnia della Baia di Hudson di Pangnirtung, nell’omonimo fiordo 
- LE STAZIONI DI CACCIA ALLE BALENE DEL CUMBERLAND SOUND 
- La stazione fondata da William Penny nell’isola di Kekerten (lato orientale del Sound)  
- KEKERTEN, IL CUMBERLAND SOUND E L’INIZIAZIONE ANTROPOLOGICA SUL CAMPO DI FRANZ BOAS  
- La stazione sull’isola di Blacklead (lato occidentale del Sound) 
- NELLE ISOLE SHETLAND (SCOZIA, UK)  
- Un altro “mancato” avvistamento...  
- NELLE ISOLE ORCADI (SCOZIA, UK)  
- NELLE ISOLE SVALBARD, NORVEGIA  
- Il “Fiordo Verde” (Grønfjorden)  
- Smeerenburg, la “città del grasso”, XVII secolo, Svalbard 
- NELLE EBRIDI ESTERNE (SCOZIA, UK)  
- Isola di Lewis  
- Bunavoneadar, la stazione a terra norvegese dell’isola di Harris  83
- St Kilda 
6. LA CACCIA ALLE BALENE: ATTUALE  
- IQALUIT (GIÀ FROBISHER BAY, ISOLA DI BAFFIN, ARTICO ORIENTALE, NUNAVUT, CANADA)  
- A RESOLUTE BAY (OGGI QAUSUITTUQ, CORNWALLIS ISLAND, HIGH ARCTIC, NUNAVUT, CANADA) 
- Le tracce lasciate dai cacciatori di balene di Thule sull’isola Cornwallis  
- La caccia alle balene da parte degli Inuit nuovi arrivati 
- NARSAQ (COSTA OCCIDENTALE DELLA GROENLANDIA MERIDIONALE, DANIMARCA) 
- Dalla caccia alle balene dei “preistorici” Thule a quella degli odierni Kalaallit 
- La Groenlandia Occidentale e la caccia alle balene nello Stretto di Davis  
- NELLE ISOLE FÆR ØER (DANIMARCA): IL GRINDADRÁP, LA CACCIA COMUNITARIA 
- Diario di viaggio da Tórshavn, capitale delle isole Fær Øer  
- IN ISLANDA  
- Dal diario di viaggio 
- IN NORVEGIA, QUANDO LA CACCIA ALLE BALENE NON È COSÌ PUBBLICIZZATA, COME L’ISLANDESE, LA FAROESE (O LA GIAPPONESE) 
- La proliferazione delle stazioni di caccia norvegesi nell’Atlantico del Nord, fine XIX secolo-ca. 1920  
- Diario di viaggio dall’isola faroese di Streymoy 
7. BALENE, UNA SCHEDA .
PICCOLE:  
MEDIE:  
GRANDI: 
In Islanda, navigando nella baia dove fu catturato Keiko, alias Willy, star del cinema hollywoodiano. Tutto è pronto per l’imminente ritorno dell’orca, dopo venti anni 
8. APPENDICE 
LA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DI MADEIRA (PORTOGALLO), 1941-1981  
- L’«isola-giardino» sub-tropicale di Madeira  
- Balene, tra caccia (1941-1986) e attuale Whale Watching  
- Il programma originario del viaggio e l’incendio di Monte  
- La caccia alla balena e l’Empresa Baleeira do Arquipélago da Madeira  
IL GIGANTESCO FLOP DELLA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DELLE CANARIE (SPAGNA), 1784-1806  
- Breve introduzione all’arcipelago 
- Lanzarote  
- Fuerteventura 
- La grave situazione socio-economica e sanitaria del secolo XVIII nelle Canarie, provocata da eruzioni vulcaniche, fame, povertà, epidemie  
- La caccia alle balene per ottenere olio per l’illuminazione e per sfamare gli isolani: cronologia di un fallimento ventennale 
9. BIBLIOGRAFIA 

N.B. Il blog è dotato di Google Traduttore e di un motore di ricerca interno
p.s. del 3.1.2024
Oltre a questa versione a colori (e all'E-Book) ho poi pubblicato anche quella in bianco e nero.
Ecco le foto delle tre copertine:  



venerdì 28 aprile 2023

90. E' IN CORSO DI PUBBLICAZIONE SU AMAZON IL MIO E-BOOK: BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO. VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

 

COLLANA: VIAGGI E RICERCHE DI UN ANTROPOLOGO TRA VECCHIO E NUOVO MONDO, VOL. 19


PRESENTAZIONE

Nel corso dei viaggi di ricerca che mi hanno condotto in diversi settori dell'emisfero boreale, mi sono spesso imbattuto nei resti e nelle, più o meno vistose, tracce di stabilimenti e di stazioni di caccia alle balene. 
Sovente abbandonate da molto tempo, altre volte solo da pochi decenni, costituiscono il simbolo di un'era ormai lontana nel tempo, alla quale la maggioranza di noi si sente oggi totalmente estranea.
 Nonostante le numerose e complesse implicazioni inerenti alla tecnica e all'oggetto stesso della caccia, la sanguinosa mattanza dei cetacei, per lunghi secoli e per diversi popoli, in particolare di regioni e aree marittime, ha rappresentato una parte invero non secondaria, se non di determinante importanza, della loro cultura. 
Caratterizzata da uno stretto rapporto con l'habitat e l'ambiente marittimo.   
Bisogna infatti ricordare, e ciò è valido ed è ugualmente estensibile a tanti altri campi del nostro vivere quotidiano, come del tutto "recenti" siano le conquiste operate da ecologi ed etologi, da "verdi" ed animalisti.
Il problema nacque e si impose all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale e dei governi, con sempre più forza e determinazione, non a causa della caccia in se stessa. 
Ma, come al solito, dal "progresso", che anche in questo campo ha comportato l'impiego di tecnologie sempre più devastanti e distruttrici. 
A partire dall'invenzione, nel 1864, del celebre cannoncino fiocinatore esplosivo, ad opera del norvegese Svend Foyn. 
Per cui quello che era un "prelievo" di risorse marine, nel tempo si sarebbe trasformato nell’indiscriminato sterminio dei cetacei, alcuni dei quali erano, e sono tuttora, minacciati di estinzione!
Se le vecchie stazioni baleniere abbandonate, che mostrano oggi abbondanti tracce  del degrado provocato dallo scorrere del tempo e dalle avverse condizioni climatiche, ci ricordano anche "realtà" che possono anche non piacerci, poiché indissolubilmente collegate alla morte di tanti grandi mammiferi marini, l'avvistamento delle balene, sia volontario, nel corso di appositi e gradevoli whale-watching, o casuale,  ha sempre provocato, in chi scrive, un'eccitazione ed un'esaltazione indescrivibili, quasi fanciullesche, che mai erano state altrove provate.
 In Africa il paragone va ai tanti elefanti, rinoceronti, od addirittura ai leopardi, intravisti, fotografati, e perfino inseguiti, tra Kenya settentrionale e Sudan meridionale. 
Strano a dirsi, ma l'incontro con i grandi abitatori della savana non riesce a reggere il confronto con quello delle balene. 
È un contatto visivo, ma non solo..., che trascende il rapporto occhi-cervello: è emotivo, istintivo. 
Si collega alla parte più nascosta di noi, quella che gli psicanalisti definiscono l'io, che riesce a smuovere perfino le "acque" del nostro subconscio.  
E quella, in effetti, rappresenta un'imprevedibile e sorprendente realtà del mare che è riuscita sempre a stupirmi. 
Ad attrarmi per tutte le sue implicazioni, di fantasia e di mistero, ma anche per quell'alone di poesia, che pure quel mastodontico abitatore delle profondità oceaniche, con i suoi comportamenti di superficie, a volte flessuosi come quelli di una ballerina d'opera, è riuscita sempre a evidenziare. 
Suscitando profondi, indimenticabili, turbamenti.
 Ecco le tappe del nostro lungo itinerario nello spazio e nel tempo: Alaska sud-orientale (USA); isola di Vancouver (Colombia Britannica, Canada); Tuktoyaktuk (Mare di Beaufort, Artico occidentale, Canada); Qausuittuq (Alto Artico canadese); Iqaluit e Pangnirtung (isola di Baffin, Artico orientale, Canada); Narsaq (costa occidentale della Groenlandia meridionale); Svalbard (Norvegia); Norvegia; Islanda; Shetland, Orcadi, Ebridi Esterne, St Kilda (Scozia, UK); Fær Øer (Danimarca); Saint-Pierre et Miquelon (Francia), Terranova, Québec (Canada). E, in Appendice: Madeira (Portogallo);  Canarie (Spagna).

 151 pp, 131 foto (102 a colori), 249 note.


sabato 25 giugno 2022

38. UNA RASSEGNA E UN INVENTARIO CULTURALE DELLE POPOLAZIONI ARTICHE E SUBARTICHE DI ASIA, EUROPA E AMERICA

 

Oopungnewing, nei pressi dell’attuale Iqaluit (già Frobisher Bay, isola di Baffin, Canada), da: Arctic Researches and Life Among the Esquimaux: Being the Narrative of an Expedition in Search of Sir John Franklin in the Years 1860, 1861, and 1862, Charles Francis Hall (1865)

UNA DOVEROSA PREMESSA

Versione integrale della comunicazione “Le Scienze Umane e Geografiche nell'Artico, Priorità e Prospettive”  letta al Convegno Internazionale tenutosi a Ny Ålesund (Spitsbergen, Svalbard), nel corso dell’Inaugurazione Ufficiale della Base Artica Italiana del CNR "Dirigibile Italia" (1997).

L’arrivo dell’Italia di Nobile nella "Baia del Re" (Ny Ålesund, Svalbard),
6 maggio 1928

   Nonostante il tempo trascorso, ritengo tuttora valido quanto allora scrissi per l’importante e prestigiosa occasione, a proposito di quello che avrebbe dovuto rappresentare un robusto programma di ricerche artiche, da realizzare sia nella mia disciplina, che in quelle collaterali. Tutti studi sul campo da conseguire “partendo” da quella nostra straordinaria base alle Svalbard.

Le preziose armature dei Coriachi, Siberia. Jesup North Pacific Expedition
(1897-1902)
   Mi accinsi a compiere questa breve rassegna, sapendo benissimo come fosse solo un tentativo, un modesto approccio di un antropologo alle variegate realtà culturali dei popoli artici. Anche considerando il tempo limitatissimo avuto a disposizione per elaborarla. In altri tempi lo Schapera ebbe circa otto mesi per il suo Some Problems of Anthropological Research in Kenya Colony (1949). E dire che si trattava solo di un piccolo paese dell'East Africa, che ben conosco.

Jesup North Pacific Expedition (1897-1902): due giovani Tunguse (oggi Evenki), Siberia, In ossequio all’Antropologia Fisica ottocentesca la didascalia originale recita: “notare le proporzioni del corpo col grande volume della testa e del tronco

   Oggi sembra del tutto scontato ed ovvio affermare come quello di allora sia stato solo un grandioso sogno ad occhi aperti. Una sorta di wishful thinking, come dicono i britannici, del tutto utopistico e impossibile da concretizzare, sia pure in piccolissima parte, già ancor prima della crisi economica, in cui da anni versa il nostro paese. Poi, dopo che il mio “libro dei sogni” silente e modesto per lungo tempo è stato abbandonato in un cassetto, fin quasi ad essere dimenticato (nella Baia del Re avevo potuto leggere solo una sua breve “anticipazione” in inglese che, a mo’ di abstract, riporto in fondo al libro), ecco a ciel sereno arrivare un imprevisto input, che mi ha subito indotto a rileggere attentamente quelle neglette carte. Forse non è rigorosamente scientifico il dirlo, eppure in qualche modo la molla scattata in me l’ha innescata un’intervista televisiva rilasciata da un noto attore di un film di straordinario successo di pubblico. Allorché accennò alle isole Svalbard, alla nostra Base, agli orsi polari. Così, pagina dopo pagina, mi sono convinto della bontà del lavoro, della sua attualità e della sua struttura di allora, tanto da lasciarla pressoché intatta.

   Poi, pur rispettando la struttura integrale di buona parte del testo, indispensabili e continui controlli e verifiche mi hanno poi consigliato di apportare alcune modifiche, qualche novità (sul cambiamento climatico, ad esempio), numerosi aggiornamenti statistici, integrazioni e approfondimenti, un paio di nuovi capitoli, compreso quello riguardante l’algebra degli etnonimi (i nomi, passati e attuali, dei vari popoli artici e subartici), o sui “Tungusi Cavalieri”. Arruolatisi nei reggimenti cosacchi nel XVIII° e XIX° secolo. Inoltre è grazie al lavoro scientifico, che porto avanti ormai da oltre mezzo secolo, che devo la consuetudine di elaborare note definibili “di sostanza”. Alle numerose già scritte all’epoca (155), ne ho aggiunte un’altra cinquantina. Un apparato fotografico di tutto rispetto, proveniente sia dalla mia fototeca, che dal “dominio pubblico” (quelle storiche), impreziosiscono il testo. Anche loro sono arricchite da corpose didascalie, come amo fare da quando ho iniziato la mia attività pubblicistica.

IL LIBRO

   Il saggio ci parla dell’Artico, di esplorazioni geografiche e di ricerche scientifiche, nazionali e internazionali, regionali e intercontinentali. Grazie a un folto Gotha di esploratori e studiosi che, a ragione, sono entrati anche nella Storia con la S maiuscola. Ad iniziare dallo stesso Nobile e continuando con John Ross, Parry, Rae, Nansen, Duca degli Abruzzi, Amundsen, Nordenskiöld (per gli esploratori), ma anche Boas, Rasmussen, Stefansson, Paul-Emile Victor, Malaurie (per gli antropologi). Soprattutto offre un’autentica e ampia rassegna delle popolazioni artiche (e subartiche) autoctone di Asia, Europa e America, che spazia dalla Siberia all’Alaska, passando attraverso Russia Artica, Lapponia, Svalbard, Islanda, Groenlandia, Artico canadese.

   Una panoramica che naturalmente coinvolge la mia disciplina (l’etno-antropologia nelle sue varie differenziazioni, specializzazioni e coniugazioni), ma anche numerose altre. Come, ad esempio: archeologia, linguistica, ecologia. In cuor mio ritengo che il quadro messo a disposizione della curiosità e dell’interesse del lettore, sia esso “generico”, che specialistico, possa essere apprezzabile.

L’A. mostra i resti di un’abitazione (costole di una balena) di Thule. Pre-eschimesi dediti alla caccia ai grandi mammiferi marini. Oggi il sito è stato ricostruito dagli archeologi. Resolute Bay (oggi Qausuittuq), Cornwallis Island, Nunavut, Alto Artico canadese 
 Franco Pelliccioni

   Così, dopo aver raggiunto per nave Sitka, la capitale di quella che un tempo era stata l’America Russa, nell’Alaska sud-orientale, a bordo di un vetusto Dakota atterreremo ad Old Crow, tra gli indiani Gwich’in dello Yukon. Già chiamati Loucheux, cioè “strabici”, un termine che definire “stravagante” è poco... 

   Quindi ci porteremo sulle rive del Mar Glaciale Artico. Così, prima ad ovest nei Northwest Territories, poi ad est nell’autonomo Nunavut, avremo modo di visitare nell’Artico canadese alcune comunità Eschimesi (Inuit) e di osservare sezioni dello storico Passaggio a Nord-Ovest. Non senza aver prima raggiunto con un lungo balzo aereo Resolute Bay, nell’Alto Artico. Dove non saremo molto distanti dal Polo Magnetico. 

   Successivamente nella “Terra Verde”, la Groenlandia, riusciremo a dare una “sbirciata” alla fattoria del celebre fuorilegge e colonizzatore vichingo Eirík Raudi, alias Eirík “il Rosso”. 

  Continuando a spostarci nel nostro viaggio ancora più ad est, un accenno all’Islanda e già siamo nel Mar di Barents, pronti a sbarcare nelle polari isole Svalbard. Dove ancora oggi minatori norvegesi e russi estraggono carbone dalle viscere della terra. 

 Proseguendo nel nostro lunghissimo itinerario verso oriente, cercando sempre di mantenerci sulle alte latitudini, nel Nord Norge incontreremo i Lapponi (Sami) e visiteremo una loro antica fattoria. Anche se in seguito, nei musei all’aperto di Stoccolma e, quindi, di Helsinki, ci imbatteremo nuovamente nelle loro tradizionali abitazioni e fattorie e, in un caso, costruite anche dal popolo dei Careli

   Poi il vostro umilissimo “Virgilio” dovrà lasciare necessariamente il passo alla letteratura etno-antropologica: “ubi maior…” D’ora in avanti sarà infatti essa a guidare il nostro vagabondaggio artico. In particolare allorché ci addentreremo nella Russia artica e, poi, nell’immensa Siberia. 

   Infine, oltrepassato lo Stretto di Bering, ecco ricominciare il nostro tour del Tetto del Mondo. Poiché saremo arrivati nuovamente in Alaska! Perciò ci dovremo interessare ai popoli che vivono nelle tundre e nelle foreste di terre artiche e subartiche, composti da cacciatori di mammiferi marini e di animali per la carne e la pelliccia, di allevatori di renne, perfino di agricoltori, di cui l’A. non ha conoscenza diretta. Un’apparente dicotomia, questa, che però non risulterà evidente al lettore. Poiché regioni, popoli, tematiche e problematiche saranno avvicinate sempre in maniera sistematica e il più possibile onnicomprensiva.

Da: QUI BASE ARTICA DIRIGIBILE ITALIA, SVALBARD. DALLA TERRA DEGLI ORSI POLARI UNA RASSEGNA E UN INVENTARIO CULTURALE DEI POPOLI DEL GRANDE NORD

(E-Book, versione cartacea a colori e bianco e nero, I e II ediz., 243 pp., 204 note, 232 immagini, di cui 106 a colori (82 sono dell'A.) 

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SOMMARIO

PREMESSA

1 L’INAUGURAZIONE A NY-ÅLESUND, LA STORICA “BAIA DEL RE” DI NOBILE E AMUNDSEN

1.1 In cammino verso il pilone dei dirigibili Norge e Italia

1.2 L’invito

1.3 Ny-Ålesund, la “Baia del Re”

1.4 La stazione di ricerca internazionale

1.5 La Base Dirigibile Italia

1.6 Ancora su Ny-Ålesund

2 LA COMUNICAZIONE PRESENTATA AL CONVEGNO: LE SCIENZE UMANE E GEOGRAFICHE NELL'ARTICO, PRIORITÀ E PROSPETTIVE

2.1 La Base "Dirigibile Italia"

2.2 Il contributo che l’Italia potrebbe apportare alla conoscenza dell'artico

2.3 Gli Italiani e l'Artico

3 LA RASSEGNA DEI POPOLI CIRCUMPOLARI, TRA EURASIA E AMERICA

3.1 L'Artico

3.2 I Popoli circumpolari

3.3 Rapido preambolo sui nomi dei popoli, gli etnonimi, per superare “quasi” indenni la confusione di identità etnico-linguistiche

3.3.1 Russia (e Siberia)

3.3.2 Finnmark

3.3.3 Inuit (Eschimesi) tra Siberia, Alaska, Canada, Groenlandia

3.3.4 Indiani in Alaska e Canada

3.4 Siberia (e Kamchatka)

3.4.1 Gruppo linguistico samoiedo:

3.4.2 Gruppo linguistico ugro-finnico:

3.4.3 Gruppo linguistico turco:

3.4.4 Gruppo linguistico tunguso:

3.4.5 Gruppo paleo-asiatico o paleo-siberiano:

3.5 Russia Artica

3.6 Fennoscandia

3.7 Islanda

3.8 Groenlandia

3.9 Artico Canadese

3.9.1 Inuit (Eschimesi)

3.9.2 Indiani (subartico occidentale e centrale),

3.9.3 Indiani Algonchini (subartico)

3.10 Alaska

3.10.1 Aleuti

3.10.2 Inuit (Eschimesi):

3.10.3 Indiani Athabaska:

4 GLI STUDI ETNO-ANTROPOLOGICI E GEOGRAFICI

5 LE PRIME GRANDI MISSIONI ETNO-ANTROPOLOGICHE E GEOGRAFICHE ARTICHE

5.1 Artico canadese e Groenlandia: Boas, Holm, Stefansson, Rasmussen e le sue sette “Spedizioni Thule”

5.2 Tra Asia e America: la Jesup North Pacific Expedition (1897-1902)

5.3 I Russi nelle Svalbard: la spedizione Cicagov (1764-66)

5.4 Le ricerche scientifiche nelle Svalbard: dal viaggio della Recherche, tra Lapponia, Islanda e Svalbard (1838-39)

6 SETTORI ARTICI DI INTERESSE PER EVENTUALI PROGRAMMI E PROGETTI DI RICERCA SINGOLA E PLURIDISCIPLINARE

6.1 Svalbard

Preistoria

Archeologia

Archeologia subacquea

Archeologia industriale 

Etnostoria

Antropologia urbana: storia degli insediamenti dal 1900 ad oggi

Antropologia dello Sviluppo  

Turismo

Il "Grande Cambiamento" nelle comunità norvegesi e russe avvenuto a partire dagli anni '1990

6.2 Fennoscandia settentrionale (e Penisola di Kola)

Lapponia

6.3 Russia Artica, Siberia, isole Siberiane

I Pomori del Mar Bianco

I Pomori e il commercio con la Norvegia

Rotta Marittima Settentrionale (Passaggio a Nord-Est)

6.4 Alaska continentale

6.5 Gli Aleuti (tra Alaska e Siberia)

6.6 Beringia Siberiana

6.7 Artico canadese

6.8 Groenlandia

6.9 Islanda

7 AREE PROBLEMATICHE DI POSSIBILE FUTURA RICERCA

7.1 Archeologia

7.2 Archeologia Subacquea

7.3 Etno-Antropologia

Antropologia politica

Il ruolo delle organizzazioni autoctone. Il problema dei diritti acquisiti tradizionali dei popoli artici sulla propria terra

Il Cambiamento Culturale e i nuovi problemi ambientali

Il ruolo dell'educazione e dell'insegnamento della lingua tra i popoli nordici

L'Ambiente e l'Uomo

Etnicità

Il Mito dell'Artico;

Acculturazione tra gli europei indotta dai popoli artici

7.4 Etnopsichiatria e Antropologia Psicologica Transculturale e non. I "disturbi etnici “storici e attuali

7.5 Etnoscienza tra i popoli nordici: la "nuova" frontiera dell'antropologia. La cartografia degli Inuit (Eschimesi)

7.6 Etnostoria

Le grandi migrazioni eschimesi del passato

Storia del contatto: incontro tra bianchi ed eschimesi. Il caso degli Eschimesi Polari della Groenlandia

Movimenti revivalistici: nativistici, messianici, millenaristici

8 L'ANTROPOLOGIA "RECIPROCA"

9 PREISTORIA

10 SOCIOLOGIA

Devianza sociale

11 TRA ETNOGRAFIA, ETNOLOGIA E ANTHROPOLOGY OF VISUAL COMMUNICATION

Arte

12 ARCHITETTURA NORDICA TRADIZIONALE E INNOVATIVA, AUTOCTONA E NON

Architettura tradizionale tra gli autoctoni

Architettura tradizionale norvegese

Impianti centralizzati di teleriscaldamento e servizi

Il cambiamento climatico e il caso delle costruzioni, che poggiano su un permafrost in via di graduale scioglimento

13 IL TRASPORTO NELL'ARTICO (VIA TERRA E VIA MARE): PERSISTENZA DEI MODELLI TRADIZIONALI, LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE

14 GEOGRAFIA POLITICA

La sovranità sulle terre artiche: statunitensi, danesi e norvegesi si contendono la sovranità sulle isole della Regina Elisabetta

Gli Statunitensi (Peary) e la Groenlandia settentrionale

Il caso della Groenlandia orientale e i norvegesi: un'altra No Man's Land.

14.1 Il ruolo delle organizzazioni internazionali nell'artico

Processo di Rovaniemi

Arctic Council

Northern Forum

IASC, International Arctic Science Committee

15 LINGUISTICA

16 ANTROPOLOGIA APPLICATA: LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA

Raccolta dati generali, areali, specialistici

I Musei Nordici

Università e Istituti di Ricerca Nordici: Alaska, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia  

Alaska

Finlandia

Islanda

Norvegia

Russia

Svezia

Università, Istituti e Biblioteche con specializzazioni sull'Artico: Canada, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Russia, Stati Uniti, Svezia

Canada

Finlandia

Francia

Giappone

Gran Bretagna

Norvegia

Italia

Russia

Stati Uniti

Svezia

17 BIBLIOGRAFIA

17.1 Generale: Artico, Polo, Esplorazioni, Archeologia, Etno-antropologia

17.2 Artico, Cambiamento Climatico

17.3 Bibliografia areale

Alaska

Artico Canadese, Generale ed Esplorazioni (e Yukon)

Groenlandia, Generale, Vichinghi

Islanda

Pomori (Russi del Mar Bianco)

Fennoscandia e Lapponia (Sami - Lapponi, Kvens, Careli)

Russia Artica, Siberia e la Rotta Marittima Settentrionale (Passaggio a Nord-Est)

Svalbard

18 A NON CONVENTIONAL ENGLISH ABSTRACT: THE HUMAN AND GEOGRAPHICAL SCIENCES IN THE ARCTIC, PRIORITIES AND PERSPECTIVES: AN INTRODUCTORY OUTLINE

The Base "Dirigibile Italia"

The Contribution that Italy could bring to Arctic Knowledge

The Italians and the Arctic

The Arctic Peoples, between Europe, Asia, America

The Etno-Anthropological and Geographical Studies