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mercoledì 21 agosto 2024

199. Cabeza de Vaca, Fra Marcos da Nizza e Coronado alla ricerca dell'oro delle sette città di Cibola nel Sud-Ovest. La città indiana tra le "nuvole": l’imprendibile pueblo Acoma del Nuovo Messico, l’insediamento più lungamente abitato degli Stati Uniti. DA: NEL WEST: ATTRAVERSO LE MONTAGNE ROCCIOSE, IL SUD-OVEST, I DESERTI DELLA CALIFORNIA MERIDIONALE

Coro indiano durante la Sun Dance, Acoma, ca. 1900
Cosa c'è nel libro:

PREMESSA

PARTE PRIMA: DA DENVER ATTRAVERSO LE MONTAGNE ROCCIOSE  Denver, capitale del Colorado, “Porta d’ingresso” al Far West; Buffalo Bill, gli Indiani, il Mito della Frontiera e il Wild West Show. Denver e gli Indiani delle Pianure. Gli italiani. Viaggio a Georgetown, nel cuore del “cerchio d’oro” del Colorado

PARTE SECONDA: DA LAS VEGAS ATTRAVERSO IL SUD-OVEST:  Tra i grandiosi monumenti naturali del Grand Canyon del Colorado, Arizona settentrionale; Nel Tribal Park della Monument Valley dello Utah, la riserva indiana (Navaho) più popolosa degli Stati Uniti; Gli scomparsi abitatori delle città costruite all’interno delle grandi caverne della Mesa Verde, Colorado meridionale; Nello stupendo Canyon de Chelly dell’Arizona l'ultima resistenza dei Navaho. Un graffito ricorda l’arrivo della cavalleria spagnola; Nello spaccio Navaho. Visita allo storico Hubbel Trading Post dell'Arizona, l’emporio che divenne punto di dialogo tra il mondo dei bianchi e quello degli indiani; Attraverso il Deserto Dipinto e la Foresta Pietrificata dell'Arizona. Una singolare passeggiata fra gli alberi di duecento milioni di anni fa; La città indiana tra le "nuvole": l’imprendibile pueblo Acoma del Nuovo Messico, l’insediamento urbano più lungamente abitato degli Stati Uniti; Nel Nuovo Messico, tra Gallup e Albuquerque: testimonianze preistoriche, tradizionali pow wow indiani e diligenze assalite da Billy the Kid

PARTE TERZA: DA LOS ANGELES ATTRAVERSO I DESERTI DELLA CALIFORNIA MERIDIONALE: La "città fantasma" di Calico e i laghi salati del deserto Mojave: dove passavano le carovane dei pionieri, oggi atterrano gli shuttles di ritorno dallo spazio; Nella "Valle della Morte" e un “miraggio” nel deserto: il castello del cow boy Scotty. BIBLIOGRAFIA

...

Dopo essere entrato nel Nuovo Messico, mi rendo conto come l'interstatale 40 mi dia ancora una volta l'opportunità di percorrere i sentieri della storia americana. 

Ma quale storia! 

Mi sto inoltrando nello stesso paesaggio e nel medesimo territorio ancora abitato dai popoli che i conquistadores spagnoli avevano incontrato nel corso delle loro prime spedizioni. 

Avvicinandomi a quella che, nella prima metà del XVI secolo, aveva costituito la regione di contatto transculturale tra il mondo precolombiano e l'europeo. 

Va ricordato ancora una volta come si consideri "storico” quanto accaduto in queste regioni solo dopo il 1540. 

 Quando avvenne la "scoperta" delle terre e delle popolazioni del Sud-Ovest da parte dei soldati provenienti dalla Nuova Spagna, alla ricerca dell’oro delle "sette città di Cibola". 

 La penetrazione spagnola nella regione ebbe la caratteristica della casualità, della coercizione e della gradualità. 

Grazie ad un'inconsueta triade di conquistadores-naufraghi-esploratori. 

 Il primo che ne sentì parlare sarebbe stato l'ormai celebre Cabeza de Vaca. 

Raccontò la sua incredibile impresa in un diario di incalcolabile valore storico e antropologico (...). 

Descrive il naufragio in terre sconosciute (nel 1528). 

La morte di quasi tutti i suoi compagni d'avventura. 

La decisione di inoltrarsi a piedi, perfino nudi, in mezzo a territori popolati da tribù selvagge, ma che ben presto cominciarono a rispettarli, poiché considerati sciamani-guaritori. 

Fino all'arrivo nella Nuova Spagna, dopo un'odissea durata otto lunghissimi anni. 

Nel corso dei quali attraversarono per primi, da est a ovest, la parte meridionale del Nordamerica: "di quelle case, solo alcune erano di fango; tutte le altre sono in genere di canne. Di qui, per oltre cento leghe, trovammo sempre insediamenti stabili e grande abbondanza di granoturco e di fagioli. Ovunque ci veniva offerta molta selvaggina e numerose coperte di cotone, senz’altro superiori a quelle della Nuova Spagna (…) Poiché questi smeraldi mi erano parsi assai pregevoli, mi informai della loro provenienza e gli indios mi risposero che li portavano da certi villaggi grandi e molto popolosi, situati su quelle montagne altissime a nord e che li ottenevano in cambio di pennacchi e piume di pappagallo" (...)

 (...) Trascorsi tre anni, il negro Esteban, uno dei quattro naufraghi superstiti, assieme a Fra Marcos da Nizza raggiungeva nel 1539 il Nuovo Messico. 

 Il francescano e il "Moro" si erano nuovamente avventurati nei territori che Cabeza de Vaca aveva calpestato. 

Spingendosi ben oltre. 

Poiché la spedizione arrivò fino all'agognata città di Cibola, dove Esteban, che aveva preceduto il frate, sarà ucciso. 

Fra Marcos riuscì ad osservare la città, meta dei sogni di ricchezza e di cupidigia degli spagnoli, solo da lontano. 

(...) Il mirabolante resoconto sulla "grandezza" di Cibola, che ne scaturì, portò alla conquista spagnola del Sud-Ovest ad opera della spedizione comandata da Coronado e guidata dal frate. 

Nella metà di giugno del 1540 gli spagnoli arrivarono a Cibola, dopo aver attraversato un ultimo tratto di deserto. 

La città venne conquistata con la forza. 

Il capitano de Alvarado inviato in ricognizione "incontrò altre rovine, con fondamenta formate da blocchi di granito, quindi la città di Acoma, costruita in modo imprendibile su un roccione munito di un unico accesso. Ma gli Spagnoli... furono accolti amichevolmente ed invitati a visitare la città...". 

Poiché non prevedo di visitare il Pueblo degli Zuñi, cioè quella che per Coronado era la mitica città di Cibola, mi reco invece nella vicina Acoma. Ah'-ko-mah, "il popolo della roccia bianca" (...), sembra essere l'insediamento umano più lungamente e continuativamente abitato nella storia degli Stati Uniti. 

Ed è anche uno dei pueblos più tradizionalisti dell'intero Sud-Ovest. Tanto che spesso, nei confronti dei suoi abitanti si parla di "compartimentalizzazione” culturale. 

Cioè della possibilità che l'individuo ha, tenendo ben distinte le due culture (l'autoctona e l'europea), di passare da un sistema culturale all'altro, secondo la situazione… 

(...) Acoma, sull'alta mesa, inaccessibile fortezza fin dall'epoca dei conquistadores, ha comunque un indubbio fascino, una sua potente attrattiva. 

Le sue case ad alveare hanno costituito, assieme a quelle degli Anasazi e degli Zuñi (...), i primi grattacieli americani. 

Molte di loro conservano ancora la tradizionale via d'accesso, sia all'edificio, che ai piani superiori: la scala in legno. 

Perché la difesa è stata sempre una costante preoccupazione comunitaria. 

Pienamente giustificata dalle scorribande di Apache e Navaho, prima, e dagli attacchi militari di spagnoli e statunitensi, poi. 

Ecco perché originariamente le case a piano terra non avevano porte o finestre. L'entrata era sempre dall'alto, dal soffitto. 

(...) Sempre per ragioni difensive, per fondare le loro città questi gruppi hanno privilegiato gli alti siti, difficilmente accessibili, perciò imprendibili. 

 Sulla sommità di mesas circondate da altopiani pressoché desertici.

(...) Ecco un interessante e autoctono esempio di “incastellamento”, sulla falsariga di quelli avvenuti nell'Europa medievale.

DA: NEL WEST: ATTRAVERSO LE MONTAGNE ROCCIOSE, IL SUD-OVEST, I DESERTI DELLA CALIFORNIA MERIDIONALE 

E-Book, versione cartacea a colori (I e II ediz.) e in bianco e nero: 116 pp., 34 note, 76 foto (50 sono mie) 


Versione cartacea a colori, I ediz.  https://www.amazon.it/dp/1520223471


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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.

giovedì 26 maggio 2022

20. VIAGGIANDO NEL WEST: MONTAGNE ROCCIOSE, SUD-OVEST, DESERTI DELLA CALIFORNIA MERIDIONALE

Denver nel 1859. Library of Congress Prints and Photographs Division 

Il presente libro raccoglie la narrazione di viaggi effettuati nel West, sul finire del periodo invernale, in tre epoche diverse e partendo da tre differenti “basi”.

   Il primo ha origine da quella che, per storia, dislocazione geografica, “posizione” etnografica, è l’autentica Porta d’Accesso al Far West: Denver, capitale dello Stato del Colorado. Da questa città incastonata nelle Montagne Rocciose andrò alla scoperta della ricca storia di questo centro urbano sviluppatosi al confine tra il mondo dei bianchi e quello degli indiani. Luogo di incontro culturale, ma anche di scontro fisico. Perché a quel tempo i reali interessi degli europei erano diretti, non a “colonizzare” il West, ma a sfruttare i giacimenti d’oro e d’argento situati nelle terre dei nativi americani.

   La strategica posizione di Denver è anche l’ideale per visitare, al di là del suo perimetro urbano, luoghi e centri di particolare interesse. Addentrandomi in profondità all’interno delle Montagne Rocciose, visiterò così Golden e, soprattutto, mi spingerò sulle vicine Look Out Mountains. Dove riposa Buffalo Bill, il Mito per antonomasia del Far West e della Frontiera. In seguito andrò alla “scoperta” della città di Georgetown. La cui vicenda storica è indissolubilmente legata a quella degli Indiani delle Pianure Cheyenne e Arapaho. Perché nel suo territorio c’erano l’oro e l’argento, che tanto facevano gola ai bianchi.  

   Da Las Vegas, nel desertico Nevada, avrà invece inizio il viaggio attraverso lo straordinario Sud-Ovest degli Stati Uniti.

   Quando decine di anni addietro mi accinsi a studiare anche l'etno-antropologia americanistica, sarei rimasto affascinato dal mondo e dalla cultura dei cliff-dwellers, gli antichi abitanti dei dirupi e delle caverne del Sud-Ovest. Le loro abitazioni in adobe, sul tipo di quelle degli attuali Pueblos, erano edificate all'interno di grandi caverne, poste generalmente sotto i crinali di alte montagne. Più volte la mia attenzione si soffermò ad analizzare i singoli dettagli scientifici, come alcune foto esplicative, dalle quali mi sentivo irresistibilmente attratto. Tutto materiale contenuto nella corposa "enciclopedia" del Biasutti: Razze e Popoli della Terra. Un classico dell'etno-antropologia italiana ancora oggi valido. Anche se è trascorso molto tempo da quando fu pubblicato. Così, a distanza di molti anni da quei miei primi studi, ho adesso l'opportunità di percorrere una regione indubbiamente attrattiva per uno studioso dell'Uomo, caratterizzata essenzialmente da altopiani desertici e semi-desertici (di media sui 2.000 metri), con forti escursioni termiche annuali. Dove un insopportabile caldo estivo è seguito da rigidi freddi invernali, con neve e ghiaccio.

   Il Sud-Ovest è eccellentemente rappresentato da quella sterminata area costituita, a mo' di fulcro (perfino “singolare”, dal punto di vista geografico), dei Four Corners, i "quattro angoli". Dove i confini di Colorado, Utah, Arizona e Nuovo Messico si toccano ad angolo retto.

   È questo il racconto di un lungo e insolito, viaggio, che mi porterà a "vagabondare" in terre lontane "anni luce" dall'immagine stereotipata offerta dagli Stati Uniti al visitatore, che sbarca a New York, o in una qualsiasi altra metropoli e megalopoli americana. Viaggio sempre effettuato nel corso dell’inverno, con temperature sopportabili, seppur talvolta fredde. Ma sufficienti a filtrare le negatività di un turismo che, nella stagione buona ama frequentare in massa alcuni dei luoghi che avvicinerò. E il filo del mio cammino si andrà dipanando in terre e paesi di confine, dove il rapporto natura-cultura: una natura dirompente, selvaggia, aspra e affascinante e, per certi aspetti, del tutto "unica", si coniuga splendidamente con quelle che erano, e sono tuttora, le civiltà precolombiane del passato e le culture dei "pellerossa" del presente. Un itinerario tra i mille miti della "frontiera". Tra gli indiani delle riserve Navaho e dei Pueblos Acoma, come delle moderne cittadine, attraverso i tangibili ricordi di splendori passati. A volte connotati da un pizzico di “mistero” non del tutto risolto dagli studiosi, che certo non ne guasta l'atmosfera. Anzi.... Un itinerario, che include bellezze naturali, peculiarità ecologiche, habitat irripetibili.

   Infine la base di partenza del terzo viaggio in direzione dei deserti della California meridionale è la Megalopoli di Los Angeles. Da qui avrò modo di: avvicinare la “città morta” di Calico; attraversare il deserto Mojave; inoltrarmi nella straordinaria Valle della Morte; imbattermi perfino in un “miraggio”. Due volte apparente, perché è… incredibilmente vero! Infatti è proprio un castello… Edificato nel “nulla” da un cow boy, sia pure ai suoi tempi ricco e famoso. Sulla falsariga degli antichi romani, che costruivano i loro castra nel deserto, però a protezione del limes, il confine dell’impero.

DA: Nel West: Attraverso le Montagne Rocciose, il Sud-Ovest, i deserti della California meridionale, E-Book, versione cartacea a colori (I e II ediz.) e in bianco e nero: 116 pp., 34 note, 76 foto (50 sono mie) 

E-Book: https://www.amazon.it/dp/B01N2WVOAY

Versione cartacea a colori, I ediz.  https://www.amazon.it/dp/1520223471

Versione cartacea in bianco e nero https://www.amazon.it/dp/1094812188

SOMMARIO

PREMESSA.. 7

PARTE PRIMA: DA DENVER ATTRAVERSO LE MONTAGNE ROCCIOSE

Denver, capitale del Colorado, “Porta d’ingresso” al Far West 13

Buffalo Bill, gli Indiani, il Mito della Frontiera e il Wild West Show.. 21

Denver e gli Indiani delle Pianure. Gli italiani. Viaggio a. 29

Georgetown, nel cuore del “cerchio d’oro” del Colorado. 29

PARTE SECONDA: DA LAS VEGAS ATTRAVERSO IL SUD-OVEST

Tra i grandiosi monumenti naturali del Grand Canyon del Colorado, Arizona settentrionale  37

Nel Tribal Park della Monument Valley dello Utah, la riserva indiana (Navaho) più popolosa degli Stati Uniti 45

Gli scomparsi abitatori delle città costruite all’interno delle grandi caverne della Mesa Verde, Colorado meridionale. 52

Nello stupendo Canyon de Chelly dell’Arizona l'ultima resistenza dei Navaho. Un graffito ricorda l’arrivo della cavalleria spagnola. 58

Nello spaccio Navaho. Visita allo storico Hubbel Trading Post dell'Arizona, l’emporio che divenne punto di dialogo tra il mondo dei bianchi e quello degli indiani 66

Attraverso il Deserto Dipinto e la Foresta Pietrificata dell'Arizona. Una singolare passeggiata fra gli alberi di duecento milioni di anni fa. 72

La città indiana tra le "nuvole": l’imprendibile pueblo Acoma del Nuovo Messico, l’insediamento urbano più lungamente abitato degli Stati Uniti 78

Nel Nuovo Messico, tra Gallup e Albuquerque: testimonianze preistoriche, tradizionali pow wow indiani e diligenze assalite da Billy the Kid. 84

PARTE TERZA: DA LOS ANGELES ATTRAVERSO I DESERTI DELLA CALIFORNIA MERIDIONALE

La "città fantasma" di Calico e i laghi salati del deserto Mojave: dove passavano le carovane dei pionieri, oggi atterrano gli shuttles di ritorno dallo spazio. 95

Nella "Valle della Morte" e un “miraggio” nel deserto: il castello del cow boy Scotty  99

BIBLIOGRAFIA.. 105