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venerdì 23 settembre 2022

64. UN RACCONTO ESOTICO-ETNOLOGICO GIOVANILE: PRIMA PUNTATA (ROMA)

 

L'edificio del Museo Africano, Roma. Già sede dell'Istituto Italiano per l'Africa, poi diventato Istituto Italo-Africano, infine parte dell'ISIAO, Istituto per l'Africa e l'Asia (CC, alcuni diritti riservati, foto Carlo Dani, 2018 ) 

Nel post del 26 luglio 2022 avevo scritto: “Norfolk Hotel, uno storico albergo (per intenderci bungalows e frequentazione di White Hunters). Proprio qui avevo ambientato la prima parte kenyota del mio unico romanzo (manoscritto purtroppo non ultimato). L'avevo scritto a sedici anni. Il protagonista era un etnologo italiano e membro dell'Istituto Italiano per l'Africa. Il mio interesse allora era infatti concentrato sull'Etnologia. L'Antropologia Culturale sarebbe arrivata in seguito... Il romanzo racconta anche dell'amore tra lui e un'affascinante, ma molto gelosa, donna. Ma le sue pagine descrivono soprattutto l'ambiente tropicale, la fauna, alcuni popoli. Il tutto grazie ai libri della mia biblioteca in formazione...

……………..

Tornato a Roma, prendo in mano sia il manoscritto, che il dattiloscritto (oltre ad una bozza di canovaccio...). Vedo che risale al 1962-63. Grazie al blog ho così la possibilità di riportare alcuni dei brani del mio romanzo incompiuto (e, naturalmente, senza titolo), così come sono stati scritti a sedici anni!

………………………………

"ROMA

Giornata d'inverno. Piovosa come molte altre, fredda ma non troppo. Le macchine correvano sdrucciolando sull'asfalto; la strada in qualche parte avallata spruzzava acqua da tutte le parti, quando le gomme ci rotolavano sopra.

Il ponte, le accademie, la galleria furono ben presto lasciate dietro dalla potente Jaguar color giallo. I vetri appannati, le fiancate grondanti d'acqua che scendeva giù precipite dalla "capote", la difficoltà propria della circolazione, il tempo così brutto, tutto ciò dunque faceva pensare al guidatore che in qualche altra parte del mondo il sole splendeva a picco. In qualche zona sperduta del Sahara o del Kalahari qualche indigeno - non importa se Tuareg che Boscimane - forse  stava alla ricerca di qualche falda acquifera, o con la sua cannuccia stava cercando di tirare qualche sorso d'acqua dal terreno. "E lì l'acqua cadeva a torrenti". 

L'Africa gli tornò alla mente. Kenya, Uganda, Tanganyika furono passati brevemente in rassegna sullo schermo della sua memoria visiva. Aveva soggiornato per molti mesi in quei posti e...  non sarebbero stati gli ultimi.

La macchina imboccò la salita tortuosa fino a che si arrestò davanti alla porta di un edificio che avrebbe avuto bisogno di una ritoccatina. L'intonaco cadeva a pezzi.

L'uomo, sceso velocemente dalla Jaguar, entrò decisamente, salutò l'usciere, non con l'alterigia di coloro che sanno di essere qualcuno, bensì con la bonomia di chi è un pari grado, imboccò risolutamente a sinistra ed entrò in una saletta.

La saletta, di pochi metri quadrati, era pavimentata di un qualche materiale plastico, a sinistra. Di fronte erano collocati dei tavolini verdognoli. Grandi scaffalature con gli schedari dei libri della biblioteca riempivano tutta la parete di destra. Sempre vicino alle scaffalature, una serie di tavolinetti adatti alla consultazione, studio o lettura di libri. Carte dell'Africa fisico-politiche facevano bella mostra di sé lungo le pareti.

Una donna di circa trent'anni si fece incontro al visitatore, salutandolo rispettosamente.

- Oh! Che piacere rivederla dopo tanto tempo. Spero che i suoi viaggi siano andati magnificamente.

- Grazie, sì. C'è il dottor Rossi. Vorrei parlargli di una questione importante, dato che dovrei entro una settimana ripartire per il Kenya.

- Riparte? Ah, sì, capisco. L'etnologia, l'etnologia è una grande maga ammaliatrice! Comunque adesso provo a vedere se c'è in amministrazione. La mano alza il ricevitore del telefono interno, due parole... il ricevitore viene rimesso al suo posto.

- Il dottor Rossi in questo momento è indaffarato in quanto sta parlando con l'Ambasciatore del Burundi. Sa, il nostro Istituto dipende dal Ministero degli Esteri.

- Capisco, risponde l'uomo.

. Non si preoccupi, continua la donna, mi ha assicurato che tra qualche minuto sarà da lei.

- In attesa andrò a rovistare qualche rivista in biblioteca. L'uomo si allontanò.

L'UOMO

L'uomo, trentacinquenne, alto un metro e novanta, con due larghissime spalle, un torace ed un petto enormi da far invidia ad un pescatore di perle, ben piantato, abbronzatura perfetta da poter competere con un Uolof (n. d. Gli Uolof sono i negri più neri di tutta l'Africa. Sono situati nella West Africa: Senegal e dintorni), era insomma il tipico esempio di esploratore dell'800, tipo Speke o Stanley.

Habitants du Sénégal inférieur : Oualofs et Peulhs (1861, vol.3, Le Tour du Monde, Jules Duvaux) 
Nato da una famiglia nobile ed anche agiata, fin da giovane aveva - con la lettura - preso la passione per l'etnologia. 

Leggendo e poi ancora leggendo, studiando si era laureato in Scienze Politiche e contro la volontà dei genitori, che volevano fare di lui un buon diplomatico, si era specializzato in Scienze Etnologiche.

Da quel momento fece molte spedizioni sia in Uganda tra i Baganda, che nel Tanganyika (Masai) ed infine soggiornò presso i Kikuyu del Kenya.

In una parola aveva visitato tutta l'East Africa ex inglese, acquisendo una ricca esperienza. 

Aveva scritto svariati libri di etnografia, per lo più monografie dei popoli visitati, che erano stati tradotti in molte lingue.

Apprezzato in Italia, che all'estero, come "uno" che sapeva il fatto suo e che faceva il suo dovere con rigore strettamente scientifico, godeva dell'appoggio di molte persone influenti, sia in patria che in Gran Bretagna. L'ultima sua spedizione, nel Tanganyika, presso i Masai, lo aveva visto insieme ai "moran" uccidere un leone. Sapeva fare buon uso di qualsiasi arma. L'Express era però il fucile da caccia grossa preferito. Non disdegnava però neanche il machete con il quale un giorno, lungo le rive boscose di un fiume nel Buganda, aveva troncato in due la orripilante testa di un boa.

Moran Masai, Africa Orientale tedesca [Tanganyika], ca. 1906-1918, Bundesarchiv, Bild 105-DOA0816 / Walther Dobbertin / CC-BY-SA 3.0 

LA BIBLIOTECA

Scendendo a passi misurati i gradini che dall’ampia vetrata d’ingresso conducono alla biblioteca vera e propria, vide che una giovane negra alla sua destra stava consultando alcune riviste. Era di una bellezza che la maggior parte delle persone di cultura occidentale non avrebbe compreso. Alta, slanciata, ben fatta, i capelli “a granuli di pepe” ricoperti da un fazzoletto variopinto, due begli occhi color carbone acceso, attirava irresistibilmente il giovane scienziato.

- Excusez-moi -, disse l’etnologo alla giovane – parlez-vous français? -

- Oui ! Rispose la ragazza – Qu’est-ce que vous voulez ? –

- Je suis en ethnologue en admirant votre beauté, je me demande quelle population a vu naitre une fleur aussi charmante !

- Je suis une éthiopique, mais vous êtes très envahissant, rispose la negra un po’ sdegnosa

L’etnologo, che sapeva benissimo a quale razza appartenesse la ragazza, comprese che non c’era niente da fare e quindi tirò via e si diresse allo scaffale contenente libri riguardanti il Kenya: Something of Value e Uhuru di R. Ruark, Facing Mount Kenya di Jomo Kenyatta, Africa di John Gunther, Kenya del Central Office of Information. Tutti libri che aveva letto e riletto e che ormai non avevano più nulla di nuovo da offrire. Pensò che era ora che l’Istituto si rifornisse di nuovi libri quando… qualcuno entrò in Biblioteca. Era il Dott Rossi.


CONTINUA: 3 ottobre


I popoli menzionati (Tuareg, Boscimani, Uolof, Masai, Baganda, Kikuyu) e gli esploratori citati (Speke, Stanley) figurano, rispettivamente, nella mia trilogia antropologica e nel vol. 2 di quella degli Esploratori. 


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PAGINA AUTORE ITALIA

PAGINA AUTORE USA

p.s. Attualmente (novembre 2022) sto lavorando alla stesura di una: BREVE INTRODUZIONE ETNO-ANTROPOLOGICA AI POPOLI DEL KENYA
IN QUESTO PAESE DELL’AFRICA ORIENTALE HO AVUTO MODO DI EFFETTUARE DUE SESSIONI DI RICERCA. LA PRIMA NELLA CITTA’ MULTIETNICA E MULTICULTURALE DI ISIOLO, A NORD DEL MONTE KENYA. LA SECONDA TRA I POPOLI NOMADI, TRANSUMANTI E SEDENTARI (TURKANA, MERILLE, BORANA, RENDILLE, ELMOLO) LOCALIZZATI INTORNO ALLE SPONDE DEL LAGO TURKANA (GIÀ RODOLFO), KENYA NORD-OCCIDENTALE.

 


sabato 4 dicembre 2021

2. CHI SONO? UNA PRESENTAZIONE, SPERO NON “TROPPO” FORMALE…

 

Sono assieme a Simonie Alainga, uno dei più grandi cacciatori e leaders eschimesi (Inuit). Frobisher Bay (Iqaluit), isola di Baffin, Artico canadese Orientale, già 
 Northwest Territories (oggi Nunavut), settembre 1983. Simonie infatti apparteneva alla Baffin Regional Inuit Association e presiedeva l'Iqaluit Education Society, ma, prima di tutto, come orgogliosamente mi disse, era un cacciatore 
(© Franco Pelliccioni)


Il fuoco della passione per gli “usi e costumi” dei popoli del mondo che, nonostante l’età, ancora cova dentro di me, ha la sua origine in quella che è stata la mia spiccata curiosità giovanile. Nel tempo consolidatasi scientificamente, grazie a continui studi e ricerche. Del resto, quando ho svolto le mie prime indagini museologiche e bibliografiche presso l’Istituto Italo-Africano di Roma, il Museo Pigorini al Collegio Romano - sui Turkana del lago Rodolfo - e la Biblioteca Specializzata del Museo Pigorini, alla quale potevano accedere solo gli studiosi, o i laureandi, avevo solo sedici anni e dovetti avere una speciale autorizzazione dall’allora Sovrintendente del Museo, l’archeologo Claudio Sestieri. Nel Museo Pigorini avrei anche incontrato, per la prima volta, il grande etnologo Vinigi Grottanelli. 

Ero invece un diciannovenne, allorché nel 1966 pubblicai sulla rivista Africa, di Roma il mio primo “pezzo” scientifico: la recensione di un libro in lingua inglese.

Appena diplomato Ragioniere e Perito Commerciale, ho iniziato un corso universitario assai lontano dai miei veri interessi: l’Economia e Commercio. Anche se l’avrei arricchito con discipline insegnate a Lettere, Magistero e Scienze Politiche. Nel contempo in questi anni proseguivo miei studi etno-antropologici e la collaborazione alle riviste scientifiche veniva ampliandosi. Ottenendo i primi riconoscimenti universitari come Cultore della Materia, in Antropologia Culturale dalla Facoltà di Scienze Politiche di Bologna e dall’Università di Cassino e in Antropologia Sociale dalla LUISS di Roma. Frattanto davo inizio alle mie prime ricerche sul terreno in Africa (Kenya e Sudan) e in Mesoamerica (Messico). Così, dopo essere stato Ricercatore Associato nell’Università di Nairobi (Kenya) e in quella di Khartoum (Sudan), avrei anche ottenuto due contratti per insegnare nelle Università di Salerno e di Firenze.

Sempre da giovanissimo, la mia non nascosta passione per le culture “altre” mi avrebbe fatto incontrare diversi Maestri dell’Etnologia, dell’Antropologia Culturale, della Sociologia, della Storia dell’Africa, che furono prodighi di consigli e di incoraggiamenti nei miei confronti: Vinigi Grottanelli, Bernardo Bernardi, Tullio Tentori, Vittorio Lanternari, Gianni Statera, Teobaldo Filesi, Carlo Giglio, Salvatore Bono e, in seguito, tanti altri.

In questi ultimi anni ho quindi creato, passo dopo passo, come un buon artigiano, ogni prodotto culturale. Collaborando a diverse riviste, anche straniere e, per 13 anni, con “articoli di spalla” [cioè i più importanti] alla Terza Pagina (culturale) dell’Osservatore Romano e al suo Supplemento Domenicale. Realizzando come autore, non solo per Amazon, 32 libri di divulgazione scientifica e viaggi, anche in inglese o bilingui. Oltre a due libri come coautore. Ricordo come la prima e la seconda bozza di quello stampato nell’ormai lontano 1979 (Processi di comunicazione nell’ambito urbano, a cura di Claudio Stroppa, Pàtron editore, nel quale c’è un mio saggio sui “Parking Boys” di Nairobi) dovettero essere “controllate” da un altro dei coautori del volume, il sociologo urbano e rurale Franco Martinelli. Poiché all’epoca ero impegnato in una ricerca sul campo in Africa.

Poi, nonostante abbia sempre cercato di conservare un “profilo basso”, ritenendo che non sia necessario dimostrare niente a nessuno, in un mondo in cui la lettura e l’amore per i libri si sta gradatamente affievolendo, forse è qui il caso di sottolineare come Research Gate, il gigantesco portale dei ricercatori e scienziati di tutto il mondo (dove troviamo, ad esempio, i virologi, epidemiologi, infettivologi, pneumologi che abbiamo conosciuto in televisione), il 5 novembre 2021 mi ha comunicato che ho raggiunto la “pietra miliare” delle 900 reads. Anche se, essendo iscritto solo dal febbraio del 2020, ritengo sia forse più interessante il punteggio acquisito di 13,01. Superiore a quello del 57,5% di tutti gli scienziati presenti sulla piattaforma, mentre l’interesse scientifico per le mie ricerche è pari al 16,6, superiore a quello del 36% dei ricercatori. 

Nonostante questo coacervo di numeri che, a chi legge, può perfino sembrare noioso, non nascondo che essi costituiscano per me un’ulteriore enorme soddisfazione, e un’indubbia attestazione, sia pure indiretta, dell’accuratezza di ciò che pubblico nei miei libri.

https://www.amazon.com/Franco-Pelliccioni/e/B01MRUJWH1/ref=ntt_dp_epwbk_0  (Pagina Autore USA); 


https://www.amazon.it/Franco-Pelliccioni/e/B01MRUJWH1/ref=dp_byline_cont_book_1 (Pagina Italiana)


https://www.researchgate.net/profile/Franco-Pelliccioni (Researchgate, il Portale dei ricercatori di tutto il mondo)


Ecco un piccolo campione dei miei libri (E-Book, versioni cartacee a colori e in bianco e nero):

IL GIRO DEL MONDO IN 15 TRENI…TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI" (241 pp., 222 foto)

VIAGGI IN EGITTO 1980-2009. Crociera aerea e fluviale sul Nilo; ai confini con il Sudan, alla ricerca di Berenice Trogloditica e della “carovaniera degli 11 giorni”; nel Sinai (277 pp., 271 foto)


LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA 
Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi 
[62 Personaggi della Storia dell’Antropologia] 


ALLA SCOPERTA DEL MONDO. 
 ARCHEOLOGI, ESPLORATORI, GRANDI VIAGGIATORI, GEOLOGI, NATURALISTI, PALETNOLOGI 
(77 Personaggi della Storia delle Esplorazioni)