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sabato 2 luglio 2022

42. MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. UNA TRILOGIA DI GRANDI NAVIGATORI. PARTE III: XX SECOLO

La Stella Polare tra i ghiacci della Baia di Teplitz, nell’estremo nord della Terra di Francesco Giuseppe. Costretti a svernare, il gruppo di Cagni partirà da qui per cercare di raggiungere il Polo Nord
[
Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi]

In questo terzo e ultimo volume di Masters & Commanders su tutti spicca il nome di Roald Amundsen. Perché il norvegese ha percorso per primo l’intero Passaggio a Nord-Ovest e sempre per primo, superando lo sfortunato Robert Falcon Scott, ha raggiunto il Polo Sud. Inoltre è stato anche il secondo navigatore a solcare integralmente le acque del Passaggio a Nord-Est. Infine, anche se per via aerea, è stato il primo a raggiungere il Polo Nord, grazie al dirigibile Norge.

   Il secondo personaggio a cui tengo moltissimo, poiché etnologo, è Thor Heyerdahl. Un altro norvegese, che con una semplice zattera di balsa, la celeberrima Kon-Tiki, attraversò il Pacifico orientale. Raggiungendo le isole Tuamotu (Polinesia francese) dal Perù, con una straordinaria e rischiosissima navigazione.

   A questo eccezionale binomio nordico aggiungo con orgoglio Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi: esploratore, alpinista, navigatore, polarista. Grazie a lui e alla sua Stella Polare all’inizio del secolo XX verrà raggiunta la più alta latitudine mai toccata da essere umano…

   Per quanto riguarda gli altri personaggi presenti nel volume, ricordo come lo svedese Otto Nordenskjöld si dividerà tra Artico e Polo Sud, dove andrà incontro a drammatiche avventure e a pericoli mortali, come mai era successo prima ad una spedizione antartica. Mentre un’irrefrenabile passione per le distese ghiacciate farà navigare tra Artico e Antartico il francese Charcot. Come del resto farà Gunnar Isachsen, un altro norvegese… Topografo e futuro leader delle prime due missioni governative alle Svalbard: le Norwegian Svalbard Expeditions (De Norske Statsunderst Spitsbergenunders).

 E che dire del Nagelak (“capo”)? Come gli eschimesi soprannominarono Donald Baxter MacMillan. Uno statunitense che nell’Artico effettuò oltre 30 spedizioni. L’ultima delle quali nel 1954, alla giovane età di ottanta anni

   Il volume termina con il britannico Tim Severin. Personaggio estremamente avventuroso, determinato, colto. Interessato alle antiche navigazioni di figure più o meno leggendarie e mitologiche, più o meno storiche. Un attento e scrupolosissimo studioso da tavolino, che più volte è riuscito a tramutarsi in uno spericolato e brillante navigatore. In grado di effettuare straordinarie imprese marittime nei mari di Europa, America e Asia. Spedizioni rese possibili solo dopo aver compulsato biblioteche e archivi di mezzo mondo. Consultato esperti e studiosi. Interrogato artigiani e mastri d’ascia. Riuscendo nell’intento di realizzare autentiche repliche di imbarcazioni antiche e/o tradizionali, in grado di solcare efficacemente (quasi sempre…) le acque di mari e oceani. Grazie a loro su un curragh in pelle ripercorrerà l’itinerario di San Brandano; a bordo di una dhow araba medievale quello di Sindbad il Marinaio; su una galea dell’Età del Bronzo quello di Giasone e dei suoi argonauti. Galea che utilizzerà nel Mediterraneo anche per ripercorrere il viaggio di ritorno di Ulisse da Troia. Inoltre su una zattera vietnamita di canne di bambù andrà di persona a verificare se i cinesi siano stati realmente in grado di arrivare in America già prima di Colombo. L’ultima sua navigazione l’ha invece effettuata a bordo di un tradizionale prahu indonesiano che, di isola in isola, lo condurrà nell’Indonesia orientale sulle tracce del celebre studioso ottocentesco Russel Wallace. Un naturalista i cui vagabondaggi, durati otto lunghi anni, riguardarono sia l’intera Indonesia, che la Malesia e la Nuova Guinea occidentale.

1. Otto Nordenskjöld, 1869-1928: dramma tra i ghiacci al Polo Sud (1901-03)

2. Roald Amundsen, 1872-1928: il leggendario “Conquistatore dei Ghiacci” del pianeta

3. Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, 1873-1933: spedizioni nei quattro continenti

4. Jean-Baptiste Charcot, 1867-1936: il gentleman del Polo

5. Gunnar Isachsen, 1868-1939: le spedizioni Artiche e Antartiche del primo direttore del Norsk Sjøfartsmuseum, il Museo Marittimo norvegese

6. Donald Baxter MacMillan, 1874-1970: ben 26 esplorazioni polari effettuate a bordo della goletta Bowdoin caratterizzano l’avventuroso mezzo secolo trascorso tra i ghiacci dallo statunitense

7. Thor Heyerdahl, 1914-2003: 4.000 miglia sulla zattera del Kon-Tiki attraverso il Pacifico

8. Tim Severin, 1940: tra Europa, America e Asia, sulla scia di avventurose navigazioni antiche, medievali e ottocentesche

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Il “viaggio nelle Isole delle Spezie”, con The Malay Archipelago come Portolano e Baedeker: Indonesia (1996)

   "Il prossimo viaggio per mare di Severin è completamente diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto. Poiché non va a verificare ipotesi. Non deve riscontrare la veridicità, o meno, di viaggi leggendari o storici, di miti e storie. Non deve, soprattutto, costruire repliche di antiche imbarcazioni. A lui basterà utilizzarne una tradizionale indigena, appositamente fabbricata per lui.

   E ancora: non deve compulsare una miriade di libri. Né avventurarsi in polverosi archivi di mezzo mondo. Questa volta gli basterà leggere attentamente un solo volume, che per Severin rappresenta una guida del tutto particolare e straordinaria. L’ha pubblicato nel XIX secolo un famoso connazionale, anche se non celebre come avrebbe meritato... Poiché il naturalista Alfred Russell Wallace, coevo di Darwin, pressoché contemporaneamente a lui aveva ipotizzato la teoria dell’Evoluzione della Specie!


(...)“Alla ricerca di Wallace” in Indonesia, a bordo del prahu “Wallace”

   "È così che, nel marzo del 1996, Severin con un equipaggio di cinque membri effettua un viaggio di tre mesi nelle Isole delle Spezie, a bordo di un natante tradizionale, che naturalmente ha chiamato Wallace. L’imbarcazione è stata costruita per l’inglese all’inizio dell’anno da artigiani locali della piccola isola di Warbal, nell’arcipelago delle isole Kai, a sud-est delle Molucche (per eccellenza le “Isole delle Spezie”), nell’Indonesia orientale. L’imbarcazione è un prahu kalulis, lungo 14,6 m, ha due alberi e non ha coperta. Un’imbarcazione che doveva verosimilmente assomigliare a quelle sulle quali più volte si era imbarcato il naturalista nell’ottocento.

L’itinerario seguito da Severin tra Indonesia e Nuova Guinea Occidentale (Perry-Castañeda Library Map Collection, The University of Texas at Austin)

   Grazie alle vele, l’imbarcazione è veloce, anche se non è facile da manovrare. Specialmente quando non sono buone le condizioni meteomarine, anche perché non è dotata di chiglia. Per cui tradizionalmente viene utilizzata solo per brevi tragitti e in acque tranquille. Ad un equipaggiamento di bordo ridotto all’essenziale, Severin aggiunge un computer laptop e un trasmettitore satellitare, con il quale può regolarmente comunicare via Internet.

   La Wallace navigherà per 1.200 miglia attraverso i Mari di Banda, Ceram e delle Molucche. Salpando dalle isole Kai, ad est, per spingersi ancora più verso oriente (isole Aru), per poi tornare indietro. Portandosi verso nord-ovest (isola di Ceram), nord-est (Waigeo), sud-ovest (Halmahera), ancora a nord-ovest (Sulawesi). Fermandosi negli stessi luoghi dove il naturalista aveva fatto scalo lungo il suo lunghissimo e assai intricato itinerario. E The Malay Archipelago sarà la sua preziosa guida e il suo modernissimo GPS.

Orangutan attaccato dai Dayak di Sarawak
(da The Malay Archipelago, 1869)
  Il viaggio del britannico in Indonesia, alla ricerca delle “orme” di Wallace lasciate ca. un secolo e mezzo prima, è un sapiente blend di avventure esotiche e di scoperte scientifiche. Poiché raggiungerà coste remote, dove ancora vivono creature rare e insolite, spesso in via di rapida scomparsa. Come, ad esempio, gli uccelli del paradiso, sovente contrabbandati, le volpi volanti, le farfalle dalle ali di uccello, le tartarughe di mare. Flora e fauna che Wallace aveva osservato e che oggi sono quasi sempre in pericolo. Oltre tutto numerosi tra i luoghi descritti da Wallace da allora hanno subito un severo degrado ambientale.

Donne dell’isola di Ceram, 1929 (Tropenmuseum - Amsterdam -, part of the National Museum of World Cultures, CC some rights reserved)

  Le conclusioni a cui Severin giunge al termine del viaggio sono un misto di speranza e di sconforto. Per quanto riguarda la prima, gli ecosistemi di molte aree visitate da Wallace sono ancora relativamente “in equilibrio”. Anche perché gli isolani cercano di non distruggere fauna e flora più del necessario. Per quanto riguarda il secondo, esso è dovuto principalmente alla deforestazione imperante, causata dalle società commerciali, che distrugge le antiche foreste pluviali. Ma anche al contrabbando illegale di specie di animali protette. Oltre all’acculturazione omologatrice proveniente dall’esterno che, una volta trasformatasi in deculturazione, provoca la disintegrazione dei tradizionali sistemi politici delle popolazioni isolane".

Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO.  NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE III: XX SECOLO

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SOMMARIO

Introduzione 

1. Otto Nordenskjöld, 1869-1928 

Al Polo Sud 

2. Roald Amundsen, 1872-1928 

Alla Conquista del mitico Passaggio a Nord-Ovest, 1903-1906 

La Gjøa salpa da Cristiania (Oslo) 

Alla conquista del Polo Sud 

Nel Passaggio a Nord-Est per lasciarsi trascinare verso il Polo Nord dalla deriva dei ghiacci (1918-1926) 

Si vara la Maud (1917) 

A Cambridge Bay, nell'Artico canadese, viene scoperto nel 1996 il relitto della Maud di Amundsen-Sverdrup 

Al Polo Nord per via aerea (1926) 

3. Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, 1873-1933 

25 aprile 1900: la spedizione della Stella Polare raggiunge la latitudine più a nord del mondo: 86° 34' 

La Stella Polare salpa da Cristiania (Oslo) 

Un’altra circumnavigazione è seguita dalla scalata (riuscita) del Ruwenzori e da quella (fallita) del K2 

In Somalia 

4. Jean-Baptiste Charcot, 1867-1936 

Al Polo Sud (1903-1905, 1908-1910) 

In Nord Atlantico (1920-1924) e nell’Artico (1925-1936)

5. Gunnar Isachsen, 1868-1939 

Iniziano le annuali spedizioni governative norvegesi alle Svalbard (1909) 

Con la Norvegia al Polo Sud (1930-1931) 

6. Donald Baxter MacMillan, 1874-1970 

Un grande divulgatore scientifico 

Le prime spedizioni artiche (1908-1917) 

Le spedizioni polari con la Bowdoin (1921-1954) 

7. Thor Heyerdahl, 1914-2003 

La zattera del Kon-Tiki (1947) 

8. Tim Severin, 1940 

Il “viaggio di San Brandano”: Ebridi Interne ed Esterne (Scozia), Fær Øer, Islanda, Terranova (1976-1977)

Il “viaggio di Sindbad il marinaio”: India, Sri Lanka, Cina (1980-1981) 

Il “viaggio di Giasone e degli Argonauti”: Mar Nero (1984) 

Il “viaggio di Ulisse”: Mediterraneo (1985) 

Il “viaggio cinese verso le Americhe”: Hong Kong, Taiwan, Giappone, Oceano Pacifico (1993) 

In Vietnam si costruisce la zattera di bambù 

La Hsu Fu salpa da Hong Kong 

Il “viaggio nelle Isole delle Spezie”, con The Malay Archipelago come Portolano e Baedeker: Indonesia (1996) 

La spedizione di Wallace: Malesia, Indonesia, Nuova Guinea (1854-1862) 

“Alla ricerca di Wallace” in Indonesia, a bordo del prahu “Wallace” 

martedì 21 giugno 2022

35. UNA STORIA DELL'ANTROPOLOGIA IN 61 PERSONAGGI E UNA SPEDIZIONE INTERCONTINENTALE TRA AMERICA E RUSSIA: VOLUME 2°, DA THOR HEYERDAHL AD ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN

Erland Nordenskiöld fotografa un indio Chocó in visita.
Colombia, 1927 (Wärldskultur Museerna)

Questo secondo volume delle Grandi Avventure dell’Antropologia contiene altri 20 personaggi, oltre ai membri di una spedizione russo-tedesco-americana svoltasi a cavallo tra il XIX e il XX secolo tra Siberia, Alaska e Canada. Molto sommessamente potrei forse aggiungere come il lettore si trovi qui di fronte ad un autentico parterre de roi. Non solo perché vi figura una studiosa statunitense, che per molto tempo è stata considerata la più grande antropologa vivente! O perché, accanto alle numerose ricerche effettuate in mezzo mondo, allo scopo di dimostrare le sue teorie un norvegese è stato il primo ad attraversare Oceano Pacifico, Atlantico e Indiano con una zattera, o con tradizionali imbarcazioni di giunchi e papiri.

   E che dire di chi, per cercare di dare finalmente “un taglio” alla plurisecolare, senz’altro singolare agli occhi di un europeo, pessima “abitudine” di tagliare le teste, organizzerà nel Borneo una regata intertribale? Entrata giustamente a far parte della Storia dell’Antropologia. Sempre in Asia, nell’Oceano Indiano, un funzionario britannico si è poi “improvvisato”, a quanto pare con molto successo, etnografo delle popolazioni da lui amministrate.

   In Sud America c’è stato anche chi, sia pure inconsapevolmente, ha offerto su un piatto d’argento a Conan Doyle, l’autore di Sherlock Holmes (e a tanti altri dopo di lui, scrittori e registi), allettanti e sostanziosi argomenti capaci di suscitare nell’immaginario collettivo favolosi racconti di terre perdute nel tempo, di un “Mondo Perduto”. Scalando il tepuis del Roraima, dopo essersi interessato per anni agli indios della Guyana.

   Per quanto riguarda gli indiani del Nord America, il volume include quattro studiosi statunitensi, che hanno lavorato tra Navaho, Comanche e Indiani delle Pianure, in toto. Mentre una quinta antropologa ha saputo “dividersi” tra due continenti e… Hollywood! E non è finita qui… Perché ancora un anglo-statunitense ha dedicato tutta la sua vita scientifica a sconfessare, “carte alla mano”, il mito della razza.

   Qui sono presenti anche cinque francesi. Il primo si è dedicato allo studio degli indios sudamericani e dell’Isola di Pasqua. Altri due hanno preferito rivolgere le loro attenzioni alle genti del Grande Nord, sia europeo, che americano. Anche se uno di loro, tuttora vivente, all’inizio non ha certo disdegnato di percorrere i deserti del Nord Africa. Come del resto ha fatto il quarto. Dedicatosi allo studio dei nomadi berberi del Sahara, cioè dei famosi Tuareg. Anche se poi ha preferito indagare le raffigurazioni rupestri (dipinti e incisioni) presenti in abbondanza tra le montagne del sud algerino. L’ultimo, il quinto, è un poeta, letterato e critico d’arte, tanto da aderire al movimento surrealista. Anche se partecipò alla grande ricerca continentale africana, che portò un drappello di studiosi d’oltralpe dalle coste dell’Atlantico fino al Golfo di Aden.

   Forse che il menu appena elaborato non sia di per sé già sufficientemente appetitoso? Peraltro “all’appello” mancano ancora altri quattro personaggi: uno svedese, due britannici, un tedesco naturalizzato brasiliano.

   Il primo è un barone scandinavo. Ha un cognome assai noto, sia agli studiosi di Antropologia, che a quelli di Geografia e di Storia delle Esplorazioni. Dall’inizio del XX secolo si è interessato ai popoli indios del Chaco e del Perù, cioè da quando la missione Chaco Cordillera, scortata per l’occasione da soldati boliviani, giunse fin sulle sponde del Pilcomayo, dove venti anni prima quasi tutti i numerosi membri di un’importante spedizione francese erano stati massacrati a coltellate e bastonate e, infine, “mangiati” dagli indios! Uscito indenne da una regione di indubbia pericolosità, una decina di anni dopo uno dei componenti della sua missione in Bolivia e Brasile sarà invece barbaramente assassinato

   Il secondo, un anglo-austriaco, ha studiato due popoli assai distanti tra di loro (Nigeria e Sudan), i cui etnonimi hanno forti assonanze, tanto da riuscire a confondere perfino il più incallito degli studenti universitari. Se propedeuticamente non ha dato almeno uno sguardo all’Atlante...

  Il terzo, anche lui britannico, è nientemeno che il Padre dell’Antropologia Sociale, la cui “iniziazione” alla ricerca sul campo è avvenuta tra gli Andamanesi. Ma l’Uomo ha anche un’altra caratteristica. Poiché potremmo anche definirlo come un vero e proprio “antropologo internazionale”, avendo insegnato agli studenti delle università di tutti e cinque i continenti…

   Infine il tedesco, poi fattosi brasiliano, quindi, indio Guaranì. L’etnologo che per 40 anni ha studiato e vissuto presso 45 tribù indie, tra Amazzonia e Mato Grosso, e che seppe fronteggiare un furioso assalto con archi e frecce dei temibili indios Parintintin del fiume Madeira, senza spargimento di sangue!

I loro nomi:

1. L’etnologo norvegese Thor Heyerdahl, che con una semplice zattera di balsa, la celeberrima Kon-Tiki, ha attraversato il Pacifico orientale. Raggiungendo le isole Tuamotu (Polinesia francese) dal Perù, con una straordinaria e rischiosissima navigazione

2. Tra i Dayak di... Sandokan: Charles Hose, il gentleman amministratore-giudice, etnologo ed esploratore nel Borneo dei Brooke, i Rajah Bianchi di Sarawak

Sulau, moglie di un capo Kayan, mostra la sua preziosa collezione di perline
(foto Hose: The Pagan Tribes of Borneo, 1912)

3. L'antropologo britannico Everard im Thurn, che si rese celebre per la conquista del mitico Roraima, la “Montagna di Cristallo” di Sir Walter Raleigh, corsaro, poeta e favorito della regina Elisabetta I, alla ricerca dell’Eldorado

4. La Jesup North Pacific Expedition 1897-1902, la grandiosa spedizione etno-antropologica, che studiò i popoli del Pacifico del Nord: Bogoras, Farrand, Fowke, Hunt, Jacobsen, Jochelson, Jochelson-Brodskaya, Laufer, Smith, Swanton, Teit. Oltre al suo ideatore-organizzatore: Franz Boas, “mostro sacro” dell’Antropologia mondiale

5. Clyde Kay Maben Kluckhohn, antropologo statunitense, da giovane percorse a cavallo le terre dei Navaho per 4.800 km. Consuetudine che rispetterà negli anni successivi. Quando ogni estate cavalcherà attraverso le regioni del Sud-Ovest, effettuando numerose sessioni di ricerca tra i Navaho

6. Il Poeta dell'etnologia francese Michel Leiris, che dal 1931 al 1933 attraversò tutta l'Africa da Dakar a Gibuti

7. Quell'antropologo cittadino del mondo: Ralph Linton, scultore nelle isole Marchesi e uomo-medicina in Madagascar, già nel 1911 effettuava scavi archeologici in Nuovo Messico e Colorado. Poi nel 1933 andrà tra i Comanche dell’Oklahoma, dove sarà adottato dalla comunità nel corso della Brush Dance

8. L’antica pinacoteca del Sahara occidentale: l’etnografo francese Henri Lhote, massima autorità mondiale dei "Tassili des Ajjier"

9. Robert Lowie, storico dell’Etnologia, è stato il massimo studioso degli Indiani delle Pianure. A partire dalla sua prima ricerca tra gli Shoshoni, per continuare con quelle ben più importanti sui Crow

10. Jean Malaurie, un antropologo francese tra gli Eschimesi (Inuit) Polari di Thule, Groenlandia Nord-Occidentale

11. Le pluridecennali ricerche dell’antropologo Edward Man sui Negritos delle isole Andamane, testimonianza scientifica e amore per un popolo in via d’estinzione

Tipi delle Grandi Andamane nella loro casa di Port Blair (foto Man, The Aboriginal Inhabitants of the Andaman Islands, 1883) 

12. La diversità culturale ricchezza dell'umanità: Margaret Mead la più grande antropologa dei nostri tempi

                            Ad Alitoa tra gli Arapesh di montagna (Nuova Guinea): 
Neumasi e sua madre Wasimai (1931-32)


13. Il mistero svelato dell'Isola di Pasqua:
Alfred Métraux, uno dei massimi esponenti dell'antropologia contemporanea

14. L'amore come indice dei livelli di umanità: l'antropologo inglese Ashley Montagu, paladino della dignità umana

15. Dai Nupe nigeriani ai Nuba del Sudan. I maturi contributi allo studio moderno dell'antropologia dello studioso anglo-austriaco Siegfried Nadel

16. La corsa contro il tempo per salvare la cultura in estinzione degli indios: Kurt Nimuendajú, pioniere tedesco dell'etnologia brasiliana

Partecipanti alla festa di imposizione di nomi maschili, con mazze, cravatte e cinture. foto Nimuendaju, 1937 [indios Xerente]

17. Uno svedese sulle Ande: la missione etnologica di Erland Nils Nordenskjöld nel Chaco-Cordillera

18. Un'antropologa nella Fabbrica dei Sogni: Hortense Powdermaker, allieva di Malinowski ed esperta di Melanesia, Rhodesia e... Hollywood!

19. John Wesley Powell, conosciuto soprattutto per le sue avventurose e coraggiosissime esplorazioni su e giù per i fiumi del West, in particolare del Colorado. Ma è anche colui che diede vita al fondamentale American Bureau of Ethnology

20. Charles Rabot, geografo, etnologo ed esploratore francese dei Mari e delle Terre del Grande Nord europeo

21. L'Antropologia Sociale di Radcliffe-Brown, grande studioso britannico e autentico “antropologo internazionale

DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA 
Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi, etnostorici, 
Vol. 2: da THOR HEYERDAHL AD ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN
(181 pp., 131 note, 163 immagini)



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Versione cartacea: https://www.amazon.it/dp/1728759420


SOMMARIO

INTRODUZIONE

1. THOR HEYERDAHL, 1914-2003: Polinesia (Isole Marchesi e Tuamotu), Galapagos, Isola di Pasqua, Maldive, Perù, Canarie; traversate oceaniche (Pacifico, Atlantico, Indiano) 

La zattera del Kon-Tiki (1947)

2. CHARLES HOSE, 1863-1929: Sarawak (Dayak)

Al servizio di Charles Brooke, secondo Rajah bianco di Sarawak

La Regata della Pace

Il racconto 

The Pagan Tribes of Borneo 

3. SIR EVERARD FERDINAND IM THURN 1852-1932: Guyana Britannica (Warrau, Arawak, Caribi, Awakoi, Macusi, Arecuna, Wapishana, Atorai, Amaripa, Wai-Wai), Ceylon, Melanesia (isole Figi) 

Il “Mondo Perduto” del Roraima, Guyana

Ceylon e Figi

4. JESUP NORTH PACIFIC EXPEDITION, 1897-1902: Asia (Siberia: Ciukci, Coriachi, Lamuti, Yup'ik, Even, Iucaghiri, Nivkhi, Evenki, Jacuti, Ainu, Nanai), Nord-America (Chilcotin, Quinaultm, Salish, Tlingit, Kwakiutl, Hàida, Nlaka'pamux, Lilloet, Shuswap) 

Un grandioso progetto intercontinentale 

Franz Boas, “mostro sacro” dell’Antropologia mondiale, ideatore e organizzatore della spedizione 

I protagonisti della Grande Avventura fin de siécle

In Asia: 

In America: 

Antropologia d’urgenza

5. CLYDE KAY MABEN KLUCKHOHN, 1905-1960: USA (Navaho, Zuñi)

6. MICHEL LEIRIS, 1901-1990: Africa (Spedizione continentale Dakar-Gibuti), Martinica, Guadalupa, Haiti 

La Missione Dakar-Gibuti 

Michel Leiris 

7. RALPH LINTON, 1893-1953: Scavi archeologici (Nuovo Messico, Colorado, Guatemala, New Jersey); USA (Comanche), Polinesia (Marchesani), Madagascar (Tanala) 

8. HENRI LHOTE, 1903-1991: Sahara algerino (Tuareg; incisioni e pitture rupestri dei Tassili)

Nel Sahara una sterminata pinacoteca “all’aria aperta” 

Tuareg ed europei alla scoperta delle figure rupestri 

Henri Lhote 

9. ROBERT LOWIE, 1883-1957: Indiani delle Pianure (Shoshoni, Crow, Arikara, Chippewa, Ute, Washo, Mandan, Hopi, Hidatsa, Comanche)

10. JEAN MALAURIE, 1922-: Sahara algerino e marocchino, Groenlandia (Expéditions Polaires Françaises; Eschimesi - Inuit - Polari), Siberia, Artico centrale canadese, Alaska 

Tra gli Eschimesi polari di Thule, Groenlandia settentrionale 

Altri cenni biografici

“Noi non siamo più soli al mondo”

La missione a Thule (Groenlandia settentrionale) del 1950-51 

11. EDWARD MAN, 1846-1929: Isole Andamane (Andamanesi) e Nicobare (Nicobaresi), Oceano Indiano 

The aboriginal inhabitants of the Andaman Islands, 1883 e l’utilizzo, da parte di Man, delle celebri Notes and Queries on Anthropology 

Isole Nicobare e Gran Bretagna 

12. MARGARET MEAD, 1901-1978: Polinesia (Samoa), Melanesia (Isole dell'Ammiragliato, Manus; Nuova Guinea, Arapesh, Mundugumor, Ciambuli, Iatmul); USA (pellerossa Omaha); Indonesia (Bali) 

13. ALFRED MÉTRAUX, 1902-1963: Sud-America (Argentina, Bolivia: Calchaquí, Guaraní, Chiriguano, Toba, Wichís, Uros-Chipaya; Cile: Isola di Pasqua; Brasile: Amazzonia), America centrale (Haiti) 

In Sud America e nell’Isola di Pasqua 

14. ASHLEY FRANCIS MONTAGU, 1905-1999: studi fondamentali sulla razza 

Elephant Man 

15. SIEGFRIED FERDINAND STEPHAN NADEL, 1903- 1956: Nigeria (Nupe), Sudan (Nuba), Eritrea 

16. CURT (UNKEL) NIMUENDAJÚ, 1883-1945: Brasile (45 tribù indie tra Amazzonia e Mato Grosso nell’arco di 40 anni) 

In Brasile 

Cartas do Sertão 

In Amazzonia attaccato dagli indios Parintintin 

Militante indigenista 

Antropologia d’urgenza 

Le preciosidades indígenas 

17. ERLAND NILS HERBERT NORDENSKJÖLD, 1877-1932: Cile (Patagonia), Argentina-Bolivia (Chaco), Perù, Colombia-Panama (indios Chiriguano, Toba, Wichís, Chocò, Cuna et alia) 

Nella Patagonia cilena

La Spedizione Svedese Chaco-Cordillera, Argentina-Bolivia 

Crevaux, già teatro venti anni prima del massacro di una spedizione francese 

Interludio 

Jules Crevaux e la spedizione al Pilcomayo, 1881-1882 

Il racconto dell’imboscata degli indios, a due mesi dalla tragedia 

I battaglieri indios Toba, le reazioni militari argentine e boliviane: altri massacri 

La spedizione Chaco-Cordillera di Nordenskjöld rientra in patria 

Nordenskjöld Tra Argentina, Bolivia, Brasile, Perù, Colombia e Panama 

18. HORTENSE POWDERMAKER, 1900-1970: Melanesia (Nuova Irlanda), USA (Indianola, Mississipi; Hollywood), Zambia (Luanshya)

Rhodesia settentrionale (Zambia): 1953

Filadelfia, Baltimora, Londra: 1900, 1921, 1925 

Melanesia (Nuova Irlanda): 1929 

Mississipi: 1932-1934 

Hollywood: 1946,1947

19. JOHN WESLEY POWELL, 1834-1902: USA (Grand Canyon; indiani Ute, Kaibab, Paiute, Shoshoni) 

Ecco una rapida cronistoria della sua straordinaria “avventura fluviale”

20. CHARLES RABOT, 1856-1944: Svalbard, Nordland norvegese, Lapponia svedese e russa (Lapponi - Sami -, Komi, Chanti, Mansi, Nénétse, Nenci, Ciuvasci, Mari), Groenlandia, Islanda, Jan Mayen 

Svalbard e Scandinavia settentrionale

Lapponia russa 

Islanda, Jan Mayen 

Svalbard 

21. ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN, 1881-1955: Isole Andamane (Andamanesi), Kariera (Australia nord-occidentale), Tonga (Polinesia) 

Andamane, Australia, Tonga 

Docente “internazionale” di Antropologia: Sud Africa, Australia, Gran Bretagna, Brasile, Egitto, Cina 

Il Metodo nell’Antropologia Sociale