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domenica 18 giugno 2023

98. IL QR CODE DEL BLOG, OVVERO L'EVOLUZIONE TECNOLOGICA ANCHE NELLE COMUNICAZIONI INDISPENSABILI PER SVOLGERE UNA RICERCA ANTROPOLOGICA SUL CAMPO

 

Anche questo blog ha il suo bravo QR Code... Grazie a:

https://goqr.me/#t=url

.....

Grazie alla cortesia di un mio carissimo amico, ho potuto controllare la “veloce risposta” (qr code) del mio blog!  

Infatti non possiedo uno smartphone, ma solo un “classico” telefonino, che adopero generalmente in campagna al posto del telefono fisso. Qualcuno potrebbe forse vedermi come un Hiroo Onoda, l’ultimo militare giapponese, arrestato nel 1974 nelle giungle delle Filippine, perché non credeva che la guerra fosse finita…



E dire che la prima volta che ebbi modo di osservare questo strano disegno, di cui ignoravo completamente il significato, fu nel 2014 a Tallinn, la capitale dell’Estonia. Dove ero giunto da Helsinki, attraversando il Golfo di Finlandia con un traghetto. Poi avrei proseguito per Riga, la capitale della Lettonia, grazie ad un autobus internazionale.  

Il “logo” figurava su un manifesto incollato su un tabellone del porto. Probabilmente allora i qr non erano così diffusi in Italia. D’altronde sapevo bene come in Europa l’Estonia fosse all’avanguardia dal punto di vista informatico e digitale.

Del resto la tecnologia avanza e gli strumenti a disposizione per comunicare sono sempre più sofisticati.

Negli anni 1970 e 1980 le mie ricerche in Africa, Mesoamerica e Canada sarebbero state propedeuticamente facilitate dall’Italia grazie a telefono (SIP e Italcable con prenotazione), posta aerea, aereogrammi e telex. Mentre quelle sulle comunità marittime dell’Atlantico del Nord degli anni ‘1990 si sarebbero invece interamente avvalse del mio fax.

Oggi, nel XXI secolo, un’eventuale ricerca sul campo godrebbe, non solo del fantascientifico supporto di Internet, ma anche di E-Mails, PEC, Skype, Zoom, Remo… Tutta un’altra era!

Posso ancora aggiungere come nel 1994, quando effettuai la mia ricerca tra i minatori norvegesi e russi delle isole Svalbard (allora avevo solo il pc. Sarei andato su Internet nel 1995. Quando la velocità di connessione era solo di 25 KB al secondo, in seguito arrivata a 33 KB. Internet era abbastanza cara. Bisognava collegarsi telefonicamente ad un numero particolare, rendendo “muto” il telefono di casa. E, se non ricordo male, le pagine Web nel mondo all’epoca erano poco più di 1 milione…), scoprì come il celebre Istituto Polare Norvegese, il Norsk Polarinstitutt (allora ad Oslo, oggi a Tromsø), accanto al numero di fax e all’indirizzo postale avesse “l’e-mail”, di cui non conoscevo il significato. L’avrei scoperto solo l’anno appresso… 

Anche se non è stato "controllato", ecco il qr code della mia pagina principale su Research Gate, il portale dei ricercatori di tutto il mondo: 


N.B. Il blog è dotato di Google Traduttore e di un motore di ricerca interno


martedì 4 aprile 2023

87. LA BASE CNR DIRIGIBILE ITALIA A NY-ÅLESUND, SVALBARD E LO STUDIO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI NELL'ARTICO

Il pilone dei dirigibili Norge e Italia disegnato e costruito a Roma ed eretto dall’Aeroclub norvegese. Sullo sfondo, i ghiacciai del Kongsvegen (© Franco Pelliccioni)

(...) "Non avrei mai pensato che potesse essere così faticoso camminare su uno spesso strato di neve, sia pure per un chilometro, o poco più. 

Non ero un "novellino" e in passato avevo avuto esperienze simili. 

Eppure, nonostante fossi dotato dell'equipaggiamento adatto, per giunta "polare", incontravo qualche difficoltà. Superate solo grazie a qualche rapida sosta, in modo da non intralciare il cammino del piccolo drappello.

Sarebbe puro eufemismo definire come singolare o curiosa la situazione vissuta quella "notte" di maggio di alcuni anni fa. 

Anzi… era del tutto straordinaria! 

La mattina del giorno prima ero ancora a Roma, mentre in quel momento, a pochissime ore di distanza, stavo lasciando a piedi l'insediamento umano più a nord di tutto il mondo. Praticamente ero "a due passi" dal Polo Nord! 

Il mio gruppo, dopo aver sostato in itinere ad Oslo, dove eravamo arrivati via Parigi, nel primo pomeriggio di quel giorno era infatti giunto nelle artiche isole Svalbard. A Ny-Ålesund, via Tromsø e, quindi, Longyearbyen. 

Capoluogo di un arcipelago di 63.000 kmq, le dimensioni di Belgio e Olanda messe insieme (quasi un quinto della stessa Norvegia continentale), che nel 2012 contava poco più di 2.600 abitanti (tra norvegesi e russi-ucraini). Oltre ad una decina di polacchi addetti alla stazione Geofisica dell'Hornsund e ad una popolazione di orsi bianchi di ca. 3.000 individui.

Dopo una sosta per l'indispensabile cena (il tempo complessivamente a disposizione per quel “balzo” fino al “Polo” non sarebbe stato poi molto: cinque giorni, compresi due di viaggio), avevo chiesto al mio cortese ospite di poter fare subito una full immersion nella splendida natura che ci circondava. 

Anche se, considerata l'alta latitudine, ma anche il periodo dell'anno e la velocità del vento, la temperatura all'esterno sarebbe dovuta essere (e lo fu) assai bassa: - 20°. 

Inoltre era ormai quasi mezzanotte. 

Anche se non vidi il sole, poiché celato da nuvole costantemente basse e dalla foschia, potemmo comunque fare tranquillamente a meno di torce o quant'altro. 

Poiché già c'era luce 24 ore su 24 (dal 21 aprile al 21 agosto; è invece notte piena tra il 28 ottobre e il 14 febbraio). 

Quindi, assieme ad alcuni tra gli scienziati del CNR presenti (altri si aggiungeranno l'indomani provenienti da Longyearbyen, il capoluogo dell'arcipelago, ca. 150 km a sud) e ai giornalisti, uscii. 

Certamente non per una passeggiata al chiaro di luna. E non solo per un'immersione d'emblée nella stupenda natura artica, che dall'alto del piccolo aereo, che mi aveva portato fin lassù, mi era invece sembrata desolata. 

Il fiordo presentava icebergs e pezzi di banchisa alla deriva. 

Montagne e ghiacciai erano tutti intorno a me.

Accompagnati dal responsabile della nostra base di ricerca e da un suo collega, rigorosamente armato di fucile (si può sempre essere attaccati da qualche orso polare affamato), ci incamminammo, così, verso la Storia: la Grande Storia delle Esplorazioni Italiane!

D'altronde la base che il giorno dopo, assieme alle autorità italiane e a quelle norvegesi, avremmo inaugurato ufficialmente, non si sarebbe appunto chiamata: Dirigibile Italia? 

Ad imperituro ricordo dell'impresa, poi tragicamente conclusasi sul pack, del generale Nobile? 

In quella "particolare" notte, inondata dalla luce del giorno polare, ci dirigemmo proprio verso il pilone d'attracco del dirigibile Italia che, in precedenza, era stato anche quello del Norge dello stesso Nobile, oltre che di Amundsen ed Ellsworth. 

Andando ancora oltre. Fino al monumento ai caduti dell'Italia. Anche se poi il giorno dopo vi saremmo ritornati per depositare una corona di fiori nel corso delle manifestazioni ufficiali. 

Ma quella sarebbe stata una faccenda "protocollare"...

Passammo accanto a ciò che restava di un’antica attività mineraria: un deposito di scorie, un binario, un vecchio ponticello in legno, l'antico cimitero… 

Fino a che il panorama, nonostante il persistere di foschia e basse nuvolaglie, si aprì tutto intorno a noi.

Tanto da vedere i bordi illuminati della pista aerea, la vicina immensa parabola del radiotelescopio norvegese, i contorni dell'intero fiordo…

In quei lunghi momenti ero estremamente emozionato e, perché no, soddisfatto, di ciò che, dopo tanti anni di duro (e oscuro) lavoro scientifico, stavo "raccogliendo". 

Non solo perché ero finalmente a Ny-Ålesund. Località che non mi fu possibile visitare tre anni prima. 

Ma soprattutto perché avevo dato anch’io un modesto contributo affinché si realizzasse una base di ricerca al “Polo Nord”. 

Dapprima, grazie alle favorevoli ripercussioni che, in Italia, Norvegia e Russia, oltre che sulla stampa italiana e norvegese, aveva avuto la mia ricerca tra i minatori russi e norvegesi delle Svalbard. 

La prima nel suo genere ad essere effettuata nella storia dell'arcipelago. 

[Con un contributo da parte del CNR, in cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri e con la SAS, e con i seguenti Alti Patrocini: Presidenza del Consiglio dei Ministri; Ministro per l'Università e per la Ricerca Scientifica e Tecnologica; Ministro per l'Ambiente; Provincia di Roma; Stato Maggiore della Marina Militare; Ambasciata della Federazione Russa, Roma; Reale Ambasciata di Norvegia, Roma; Associazione Italia-Russia; Istituto di Cultura e Lingua Russa; Centro Francescano di Studi Ambientali; Società Geografica Italiana. 

Con la collaborazione: dell'Istituto Polare Norvegese, il Norsk Polarinstitutt,  del Nansen Institute,  dell'Università di Oslo (Prof. Ingrid Rudie, Direttore Dipartimento e Museo di Antropologia), dello IASC (Odd Rogne, Executive Secretary), dell'Università di Tromsø (Trond Thuen, Professore Associato, Head, Institute of Social Science, Department of Social Anthropology and Sami Studies; Ingeborg HarstenChief Administrator, Social Studies Institute; Prof. Reidar Bertelsen, Dean of the Faculty; Tor Sveum, Head of Public Relations; Per Kirre Reymevt, Archeologo), Torbjorn Trulssen, Museumsbestyrer, Polarmuseet i Tromsø; Odd Blomdal, Governatore delle Svalbard; Jan-Atle Hansen, Vice Governatore-Assisterende Sysselmann-, (Sysselmannen på Svalbard -Governatorato delle Svalbard); Jan Kvello, Direttore del Personale (Personalsjef) della Compagnia Mineraria Norvegese, la Store Norske Spitsbergen KulkompaniReidar Hindrum, Ufficiale all'Ambiente (Sysselmannen på Svalbard);); Berit Morkved, Ufficiale alle Informazioni; arch. Rolf Gaarde, Ispettore ai Monumenti Storici; Johannes Vik, Commissario alle Miniere (Bergmester for Svalbard); Svainaug Steinnes, Direttrice dello Svalbard Museum; ..... Eugene BouzneyRappresentante per la Norvegia della Compagnia Mineraria Russa Trust Arktikugol; Vadim Feodorovich Starcov,  Archeologo Artico, Capo del Dipartimento di Archeologia Artica, Accademia Russa delle Scienze; Alexander A. Krasilschicov, Capo dei Geologi dello Spitsbergen Party (Polar Expedition for Offshore Geological Exploration NPO "Sevmorgeologia"); Vladmir I. Zavyalov, "Candidate of Historical Sciences ", Institute of Archaeology, Accademia delle Scienze"; .....]

Poi per quanto scrissi al termine di un articolo pubblicato sulla rivista della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Ministero degli Affari Esteri: "in base alle uguali opportunità, che anche scientificamente vengono concesse dal Trattato [delle Svalbard del 1920], in questa sede desidererei suggerire alle competenti autorità italiane di prendere in attenta considerazione l'opportunità di installare una stazione scientifica per rilevamenti meteorologici, astronomici e ambientali (ad esempio sull'ozono) su queste isole in prossimità del Polo, ma facilmente raggiungibili dopo solo quattro ore e mezza da Oslo. La stazione potrebbe essere complementare (o addirittura alternativa) alla ben più costosa base in Antartide, con enormi risparmi per le finanze statali" (Eventi, 1995). 

A quel che pare feci un "ottimo centro", tanto da essere in seguito invitato dall'Allegrini, allora Direttore dell'Istituto per l'Inquinamento Atmosferico del CNR – e futuro Direttore della Base -, a far parte del gruppo di scienziati che doveva inaugurare la nostra stazione di ricerca" (...)

Da: QUI BASE ARTICA DIRIGIBILE ITALIA, SVALBARD. DALLA TERRA DEGLI ORSI POLARI UNA RASSEGNA E UN INVENTARIO CULTURALE DEI POPOLI DEL GRANDE NORD

E-Book e versione cartacea colori e in bianco e nero, I^ ediz. 

SOMMARIO

PREMESSA 

1 L’INAUGURAZIONE A NY-ÅLESUND, LA STORICA “BAIA DEL RE” DI NOBILE E AMUNDSEN 

1.1 In cammino verso il pilone dei dirigibili Norge e Italia; 1.2 L’invito; 1.3 Ny-Ålesund, la “Baia del Re” 

1.4 La stazione di ricerca internazionale; 1.5 La Base Dirigibile Italia: 1.6 Ancora su Ny-Ålesund 

2 LA COMUNICAZIONE PRESENTATA AL CONVEGNO: LE SCIENZE UMANE E GEOGRAFICHE NELL'ARTICO, PRIORITÀ E PROSPETTIVE 

2.1 La Base "Dirigibile Italia"; 2.2 Il contributo che l’Italia potrebbe apportare alla conoscenza dell'artico

2.3 Gli Italiani e l'Artico 

3 LA RASSEGNA DEI POPOLI CIRCUMPOLARI, TRA EURASIA E AMERICA

3.1 L'Artico;      3.2 I Popoli circumpolari; 3.3 Rapido preambolo sui nomi dei popoli, gli etnonimi, per superare “quasi” indenni la confusione di identità etnico-linguistiche;    3.3.1 Russia (e Siberia) 

3.3.2 Finnmark; 3.3.3 Inuit (Eschimesi) tra Siberia, Alaska, Canada, Groenlandia; 3.3.4 Indiani in Alaska e Canada; 3.4 Siberia (e Kamchatka); 3.4.1 Gruppo linguistico samoiedo; 3.4.2 Gruppo linguistico ugro-finnico; 3.4.3 Gruppo linguistico turco: 3.4.4 Gruppo linguistico tunguso: 3.4.5 Gruppo paleo-asiatico o paleo-siberiano: 3.5 Russia Artica 3.6 Fennoscandia 

3.7 Islanda 3.8 Groenlandia3.9 Artico Canadese 3.9.1 Inuit (Eschimesi) 3.9.2 Indiani (subartico occidentale e centrale), 3.9.3 Indiani Algonchini (subartico); 3.10 Alaska 3.10.1 Aleuti 3.10.2 Inuit (Eschimesi): 3.10.3 Indiani Athabaska: 

Versione cartacea a colori e in bianco e nero, II^ ediz.

4 GLI STUDI ETNO-ANTROPOLOGICI E GEOGRAFICI 

5 LE PRIME GRANDI MISSIONI ETNO-ANTROPOLOGICHE E GEOGRAFICHE ARTICHE 

5.1 Artico canadese e Groenlandia: Boas, Holm, Stefansson, Rasmussen e le sue sette “Spedizioni Thule”; 5.2 Tra Asia e America: la Jesup North Pacific Expedition (1897-1902); 5.3 I Russi nelle Svalbard: la spedizione Cicagov (1764-66); 5.4 Le ricerche scientifiche nelle Svalbard: dal viaggio della Recherche, tra Lapponia, Islanda e Svalbard (1838-39)

6 SETTORI ARTICI DI INTERESSE PER EVENTUALI PROGRAMMI E PROGETTI DI RICERCA SINGOLA E PLURIDISCIPLINARE 

6.1 Svalbard; Preistoria; Archeologia; Archeologia subacquea; Archeologia industriale; Etnostoria: 

Antropologia urbana: storia degli insediamenti dal 1900 ad oggi; Antropologia dello Sviluppo ;Turismo 

Il "Grande Cambiamento" nelle comunità norvegesi e russe avvenuto a partire dagli anni '1990 

6.2 Fennoscandia settentrionale (e Penisola di Kola

Lapponia; 6.3 Russia Artica, Siberia, isole Siberiane; I Pomori del Mar Bianco; I Pomori e il commercio con la Norvegia; Rotta Marittima Settentrionale (Passaggio a Nord-Est); 6.4 Alaska continentale; 6.5 Gli Aleuti (tra Alaska e Siberia); 6.6 Beringia Siberiana; 6.7 Artico canadese; 6.8 Groenlandia; 6.9 Islanda 

7 AREE PROBLEMATICHE DI POSSIBILE FUTURA RICERCA

7.1 Archeologia; 7.2 Archeologia Subacquea7.3 Etno-AntropologiaAntropologia politica; Il ruolo delle organizzazioni autoctone; Il problema dei diritti acquisiti tradizionali dei popoli artici sulla propria terra; Il Cambiamento Culturale e i nuovi problemi ambientali; Il ruolo dell'educazione e dell'insegnamento della lingua tra i popoli nordici; L'Ambiente e l'Uomo; Etnicità; Il Mito dell'Artico; Acculturazione tra gli europei indotta dai popoli artici 

7.4 Etnopsichiatria e Antropologia Psicologica Transculturale e non. I "disturbi etnici “storici e attuali 

7.5 Etnoscienza tra i popoli nordici: la "nuova" frontiera dell'antropologia. La cartografia degli Inuit (Eschimesi) 

7.6 Etnostoria; Le grandi migrazioni eschimesi del passato; Storia del contatto: incontro tra bianchi ed eschimesi. Il caso degli Eschimesi Polari della Groenlandia; Movimenti revivalistici: nativistici, messianici, millenaristici 

8 L'ANTROPOLOGIA "RECIPROCA"

9 PREISTORIA 

10 SOCIOLOGIA ; Devianza sociale 

11 TRA ETNOGRAFIA, ETNOLOGIA E ANTHROPOLOGY OF VISUAL COMMUNICATION ; Arte 

12 ARCHITETTURA NORDICA TRADIZIONALE E INNOVATIVA, AUTOCTONA E NON 

Architettura tradizionale tra gli autoctoni; Architettura tradizionale norvegese; Impianti centralizzati di teleriscaldamento e servizi; Il cambiamento climatico e il caso delle costruzioni, che poggiano su un permafrost in via di graduale scioglimento 

13 IL TRASPORTO NELL'ARTICO (VIA TERRA E VIA MARE): PERSISTENZA DEI MODELLI TRADIZIONALI, LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE

14 GEOGRAFIA POLITICALa sovranità sulle terre artiche: statunitensi, danesi e norvegesi si contendono la sovranità sulle isole della Regina Elisabetta; Gli Statunitensi (Peary) e la Groenlandia settentrionale ; Il caso della Groenlandia orientale e i norvegesi: un'altra No Man's Land. 

14.1 Il ruolo delle organizzazioni internazionali nell'artico; Processo di Rovaniemi; Arctic Council; Northern Forum; IASC, International Arctic Science Committee 

15 LINGUISTICA 

16 ANTROPOLOGIA APPLICATA: LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA; Raccolta dati generali, areali, specialistici ; I Musei Nordici ; Università e Istituti di Ricerca Nordici: Alaska, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia ; Alaska ;Finlandia; Islanda; Norvegia; Russia; Svezia 

Università, Istituti e Biblioteche con specializzazioni sull'Artico: Canada, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Russia, Stati Uniti, Svezia 

Canada; Finlandia; Francia ; Giappone; Gran Bretagna 

Norvegia; Italia; Russia; Stati Uniti; Svezia 

BIBLIOGRAFIA

17.1 Generale: Artico, Polo, Esplorazioni, Archeologia, Etno-antropologia

17.2 Artico, Cambiamento Climatico 

17.3 Bibliografia areale 

Alaska; Artico Canadese, Generale ed Esplorazioni (e Yukon); Groenlandia, Generale, Vichinghi; Islanda

Pomori (Russi del Mar Bianco); Fennoscandia e Lapponia (Sami - Lapponi, Kvens, Careli); Russia Artica, Siberia e la Rotta Marittima Settentrionale (Passaggio a Nord-Est); Svalbard 

18 A NON CONVENTIONAL ENGLISH ABSTRACT: THE HUMAN AND GEOGRAPHICAL SCIENCES IN THE ARCTIC, PRIORITIES AND PERSPECTIVES: AN INTRODUCTORY OUTLINE 

The Base "Dirigibile Italia"; The Contribution that Italy could bring to Arctic Knowledge; The Italians and the Arctic; The Arctic Peoples, between Europe, Asia, America; The Etno-Anthropological and Geographical Studies 

PAGINA AUTORE USA;...

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