https://www.amazon.it/dp/B0CPSNZ9BW |
Grande formato (16,99 x 24,4), 174 pp., 173 foto - 94 a colori "premium" -, bibliografia, 258 note
SEGUIRA' LA VERSIONE IN BIANCO E NERO
IL RACCONTO DI UN ANTROPOLOGO APPASSIONATO, TRA VECCHIO E NUOVO MONDO
https://www.amazon.it/dp/B0CPSNZ9BW |
Grande formato (16,99 x 24,4), 174 pp., 173 foto - 94 a colori "premium" -, bibliografia, 258 note
SEGUIRA' LA VERSIONE IN BIANCO E NERO
Uno shiraa, il velo di una tenda, nasconde una donna Swahili dell’isola di Lamu (foto A.C. Hollis, inizio XX secolo) |
Seguiranno le versioni stampate [grande formato: 16,99 x 24,4] a colori "premium" e in bianco e nero.
Oltre ad una non illustrata (salvo per 2-3 carte geografiche e demo-etnografiche), che ritengo possa essere utilmente impiegata nei corsi di Antropologia Culturale, Etnologia, Storia dell'Africa, Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici, Geografia.
Moran Maasai. Indossa l’e-rrap, il morsetto per il braccio sinistro, ca. '1920 |
Il libro, come indicato dal sottotitolo, offre una panoramica generale
sui popoli del Kenya. Il titolo "Maasai" è stato invece scelto per
celebrare un popolo le cui imprese guerresche hanno lasciato un segno
indelebile nella storia dell'Africa e nell'immaginario collettivo europeo.
Il libro presenta una rassegna etno-antropologica delle principali tribù
kenyote, suddivise in base a diversi criteri, quali economia, lingua, rapporto
con il territorio e con gli altri popoli, elementi culturali. Alcune di queste
tribù sono trattate in modo più approfondito, sia per la loro cultura in
generale, sia per alcuni aspetti specifici, che la rendono particolarmente
interessante.
Sfogliando le pagine del volume, dapprima testo e fotografie condurranno
il lettore tra le fertili White Highlands, contrassegnate dalla presenza
di estese piantagioni di caffè e tè. Poi, discendendo sul fondo della grandiosa
Rift Valley, potrà vedere coltivazioni, savana, foreste e laghi, a volte anche
di soda. Come il Magadi, al confine meridionale con la Tanzania, che si
può addirittura attraversare in macchina!
Dirigendosi verso il nord del paese, incontrerà invece steppa, deserti e lugga [Letti asciutti di corsi d’acqua]. Perché quelle sono le terre dei nomadi Nilo Camiti e Cusciti. Allevatori in particolare di dromedari. Il cui stile di vita è spesso scandito da razzie e contro razzie di bestiame, più o meno sanguinose.
Dal punto di vista storico, un rapido excursus lo farà tornare molto indietro nel tempo. Sarà così che si imbatterà nelle straordinarie scoperte della famiglia Leakey, che hanno saputo disegnare nuove date per l’evoluzione dell’Uomo. Poi un grosso balzo in avanti nella storia gli farà incontrare i primi invasori. Vengono dall’Europa (portoghesi)[Preceduti da indonesiani, arabi e persiani], ma anche dall’Arabia (Omaniti). Questi ultimi, dopo essere stati costretti ad abolire la schiavitù, da Zanzibar saranno in grado di esercitare ancora la loro sovranità sul paese, sia pure nominale, fino all’indipendenza del Kenya.
Nel frattempo, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, la ferrovia
Mombasa-Kampala aprirà la strada alla colonizzazione britannica. Così un paio
di testimoni saranno in grado di fornirgli qualche elemento in più su un’epoca
nella quale molti africani non avevano mai visto un uomo bianco. Erano gli
stessi tempi in cui si imponeva la Pax Britannica tra le varie tribù,
organizzando spedizioni punitive. Come contro i Turkana del nord.
Qualche decennio dopo, la fase terroristica dei Mau Mau sarà seguita
dall’indipendenza (1963).
La rassegna è aperta dalla “cultura mista costiera” dei Swahili.
Appartengono ai Bantu, a parte alcune realtà minori (Arabi, Shirazi).
La loro è una cultura sincretistica, che ha saputo realizzare un’interessante
civiltà urbana, densa di sviluppi nel campo dell’architettura, dell’arte, della
letteratura scritta in caratteri arabi.
Subito dopo con gli agricoltori sedentari Bantu, come i Kikuyu,
il lettore saprà come il pagamento della “ricchezza della sposa” non equivalga
alla compera di una moglie. Qui si inoltrerà nel “Mondo perduto” dei pescatori Bagiuni,
vessati da una lunga pulizia etnica da parte somala.
Il testo del successivo capitolo è tra i più corposi. Riguarda i Nilo
Camiti e, naturalmente, i famosi nomadi pastori Maasai. Ampiamente
conosciuti attraverso la letteratura e la filmografia, costituirono una
formidabile barriera fisica alla penetrazione, prima afro-araba, poi europea,
dell’interno africano. Del resto le loro razzie li spingeranno, non solo a
Mombasa sulla costa, ma anche a molta distanza dalla loro terra. Fino al lago
Nyassa, a ben 800 km di distanza.
Solo Joseph Thompson, un coraggioso giovanotto inglese, riuscirà ad
attraversare per primo la loro pericolosa terra. Giungendo indenne fin sulla
sponda del lago Victoria. Il capitolo include anche elementi e fatti poco noti
e indubbiamente interessanti. Tra i quali il “complesso del bestiame”, del
resto condiviso da altri gruppi di allevatori, e il “governo diffuso”. Senza
trascurare le profezie, per lo più avveratesi, del grande laibon (mago
professionista) Mbatian, il cui nome figura oggi sulla più alta vetta del monte
Kenya.
Le tribù di lingua cuscitica Somali, Borana, Rendille
sono anch’esse composte da allevatori, soprattutto di dromedari. Un accenno
(più che sufficiente!) al complicatissimo sistema sociale dei gada
(classi d’età) per i Borana, è seguito dalla importantissima cerimonia
collettiva del galgulumi per i Rendille, che ogni quattordici
anni si tiene in un gigantesco insediamento, che vede riuniti tutti i clan,
sulla sponda orientale del lago Turkana, alle pendici del monte Kulal.
Cerimonia che purtroppo mi “perderò” nel 1980, poiché avverrà un mese dopo la mia partenza dal Kenya. Al termine di quella che è stata la mia seconda ricerca antropologica sul campo. Infatti nel 1980 mi trovavo proprio in quel desertico e settentrionale lago, a non molta distanza dal luogo prescelto per l’occasione. Tanto da poter osservare un notevole incremento della presenza Rendille. La mia prima ricerca risale invece al 1976, ed è stata effettuata nella cittadina multietnica e multiculturale di Isiolo, a nord del Monte Kenya [Situata a 1.106 m di quota, contava 8 201 abitanti all’ultimo censimento del 1969. Erano invece 45 989 nel 2009]. Così ho ritenuto utile qui inserire estratti di entrambi i miei diari, Integrando, arricchendo e vivacizzando il testo, con narrazioni “dal vivo” di fatti, luoghi, situazioni, imprevisti, stati d’animo, emozioni, incontri con “l’altro da noi”.... [Così questo è anche un libro sul Kenya, come l’ho conosciuto e apprezzato durante i miei due lunghi soggiorni: dai confini con la Tanzania, a sud (lago Magadi e Rift Valley), a quello con l’Etiopia, a nord-ovest (lago Turkana) e a nord (Marsabit), alle sponde dell’Oceano Indiano, ad est (Mombasa, Malindi, Gedi).]
La rassegna si conclude con i popoli considerati “marginali”. Pressoché sconosciuti al grosso pubblico, comprendono i cacciatori raccoglitori Bon delle intricate foreste costiere, ai confini con la Somalia; i Dorobo delle foreste dell’interno; i pescatori Elmolo del lago Turkana.
Ho anche inserito brani dai libri, sia di Thompson, che di Teleki. Che con von Hohnel scoprì il lago oggi chiamato Turkana. Dandogli il nome di Rodolfo, in onore del Principe ereditario della Corona d'Austria[Meno di un anno dopo si sarebbe suicidato a Mayerling, assieme alla sua amante]. Inoltre ho aggiunto un paio di paragrafi relativi alla “scoperta”, nel XIX secolo (e nel 1952), degli sfuggenti cacciatori Bon.
In appendice una galleria “etnografico-artistica” espone le miniature di dipinti raffiguranti i membri di numerose tribù kenyote riportate su 22 carte da gioco. Indubbiamente si inspirano ai ritratti realizzati da Joy Adamson [L’autrice di Nata Libera]. per il governo del Kenya, a partire dal 1949. Per l’attenta cura di dettagli, particolari e paraphernalia tradizionali, sono in grado di contribuire alla maggiore comprensione della variegata umanità kenyota.
Il libro, 155 pp, 248 note, è corredato da 154 foto (69 sono mie). Tutte le altre sono d’epoca, alcune anche abbastanza rare. Come quella relativa ad un altro famoso laibon: Lenana, figlio di Mbatian (ca. 1890) [Avrà l’onore di figurare sulla terza vetta più alta del monte Kenya].
.......
Seguiranno le versioni cartacee a colori e in bianco e nero.
Oltre ad una non illustrata (salvo per 2-3 carte geografiche e demo-etnografiche), che ritengo possa essere utilmente impiegata nei corsi di Antropologia Culturale, Etnologia, Storia dell'Africa, Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici, Geografia.
o amazon.com/author/francopelliccioni
PAGINA AUTORE ITALIA;
https://www.amazon.it/Franco-Pelliccioni/e/B01MRUJWH1/ref=dp_byline_cont_book_1
PAGINA AUTORE FRANCIA:
https://www.amazon.fr/-/e/B01MRUJWH1
Ricordo i miei ultimi tre libri (E-Books e versioni cartacee a colori "premium" e in bianco e nero):
Donna Samburu - Maasai settentrionale - (© Franco Pelliccioni) |
"Giungiamo ad Archer's Post attraversando la Samburu Game Reserve, senza vedere un animale, salvo qualche piccolo uccello. Sarà così fino a Marsabit, dove però mi aspettano elefanti, giraffe e zebre….
Ci fermiamo per scaricare birra e caricare bottiglie vuote.
Quattro casupole, il posto di polizia su una collinetta, la bandiera del Kenya.
Poco distante la linda chiesetta cattolica, nei paraggi alcuni tradizionali accampamenti Samburu.
I centri lungo la pista, come Serolevi o Laisamis, appariranno tutti così.
Nei pressi della Missione di Archer's Post (© Franco Pelliccioni) |
Ad Archer's Post ho paura.
Forse ho fatto male a prendere il camion.
Non so nulla degli autisti.
Non credo che ci si possa aspettare, in caso di aggressione, un qualche aiuto dagli africani ospiti.
Nello scaricare le birre, ogni tanto mi guardano e attentamente osservano orologio [al polso ho il mio vistoso Bulova Accutron subacqueo – ho fatto immersioni in apnea e caccia subacquea sulla costa dell’Argentario, nell’ex Jugoslavia, nelle isole Tremiti e in Grecia -, un ERRORE, il mio che in futuro non si ripeterà], borsa e valigie.
Uno dei tre porta un ben visibile coltellaccio.
300 Km sono moltissimi in Africa.
Penso che in ogni momento possano tranquillamente uccidermi per derubarmi.
Potrebbero
lasciare il mio corpo a mezzo metro dalla pista senza che nessuno possa mai
accorgersene.
A Marsabit mi diranno che il poliziotto che li ha
fermati ha costituito la mia "assicurazione sulla vita".
Vorrei scendere, scappare alla Missione, ma
desisto.
Scendo a prendere un'aranciata, offrendone una anche al ragazzo per farmelo amico, in un negozietto zeppo di mercanzie.
Sulla sinistra, incollati al bancone, due Moran Samburu, con lance, ocra rossa sul viso, grasso sui capelli.
Mi guardano, mettendo una certa soggezione.
Si riparte.
Ora è salita sul cassone una donna, che a quanto pare viene molto criticata dalle altre persone.
È l’unica vestita all’europea, quando le altre indossano pelli di animali e mostrano i seni.
Dovrebbe essere una prostituta e scenderà a Serolevi.
Dromedari sostano nel piccolo centro di Laisamis, vera e propria oasi nel deserto (© Franco Pelliccioni) |
La pista caratterizzata dalla terra dal forte colore rosso (© Franco Pelliccioni) |
Sulla pista incontriamo una decina di camion bloccati dai guasti.
Tra cui quello del D.C. [District Commissioner] di Marsabit con numerosi poliziotti.
Ci si
ferma e gli autisti danno una mano.
Un Rendille con lancia e bastone ci saluta (© Franco Pelliccioni) |
Il paesaggio è straordinario, magnifico.
Steppa e terra rossa dappertutto.
Vicino ed in lontananza scorgo montagne isolate, grossi "macigni" alti anche 5-600 m, catene montuose.
È stupendo!
Donne Rendille tornano al loro insediamento con calebasse e lattine colme d’acqua (© Franco Pelliccioni) |
Nelle sette ore del viaggio, incroceremo il pullman che da poco fa servizio in queste zone di frontiera e cinque, sei Land Rovers.
Di tanto in tanto intravedo altri accampamenti.
Sono dei Rendille.
Poi, ai lati della pista, prima uno, poi molti dromedari.
Ne conto circa 200, sparsi sopra una vasta zona: è l'avvisaglia che il deserto del Kaisut incombe.
I cespugli si fanno radi e bassi, ci sono solo pietre e terra e polvere.
Temo per le pellicole.
In lontananza sovente vedo salire del fumo dai fuochi di bivacco.
Mi sbaglio.
Sono grossi mulinelli di polvere mossi rapidamente dal vento.
Cerco di coprire le valigie con un giaccone del ragazzo e
spero di non sentirmi male.
Panoramica sul deserto del Kaisut dalla montagna di Marsabit (© Franco Pelliccioni) |
Penso che questa che vivo sia un'esperienza più unica che rara.
La vera Africa indubbiamente sta ancora da queste parti e mi domando come facciano a vivere i pastori nomadi con questo duro clima e così poca acqua.
So che da quattro anni qui non piove...
Cominciamo a salire.
Riappare la steppa, più frequenti si fanno gli accampamenti dei pastori.
Ci sono dromedari solitari, asini, capre e pecore, pochi zebù e mucche.
Salendo sembra che il camion non ce la faccia più.
Spero che non faccia la fine degli altri camion incontrati per
la strada.
Un vecchio
cartello indica che siamo nella Marsabit Game Reserve e, poco dopo, in un
habitat a savana, con alberi spinosi, due elefanti mangiano tranquillamente a
non molta distanza sulla destra, a ca. 300 m. dalla
pista.
Il deserto del Kaisut, Kenya settentrionale (© Franco Pelliccioni) |
Salendo sulla montagna di Marsabit, un vulcano estinto, fa freddo.
Quale diversità di clima e di regioni!
Le cime montuose ricoperte da un fitto manto boscoso appaiono ora più vicine.
Incontriamo altri elefanti, due a sinistra, poi un gruppo di cinque sulla destra, oltre a giraffe e zebre.
Scendiamo lungo ripide curve.
Funzioneranno i freni?
Non sbanderà il mezzo così pesante?
Va tutto bene…
Eccoci infine arrivati alla cittadina di Marsabit, preannunciata da alcuni
shambas [campi coltivati].
Andiamo a scaricare la birra, non molto lontano dalla Missione.
Mi faccio condurre là da un ragazzo, che mi porta una valigia.
Alla scuola tecnica chiedo dove sia la residenza dell’arcivescovo.
Sono poi accompagnato in Land Rover dall'arcivescovo.
Non c'è luce e sta leggendo al lume di candela.
Consegno la lettera dell’Ambasciatore.
Si vedrà cosa è
possibile fare per me.
Si ritorna alla Missione, bevo moltissimo, ceno.
C'è stato un furto di vestiti.
Gli shiftas si sono infiltrati in Kenya per combattere, questa volta, in Etiopia ed alleggerire il fronte Eritreo.
In territorio kenyota domenica hanno ucciso due pastorelli di quattordici anni, che volevano difendere il loro bestiame.
Qui entrano anche per procurarsi cibo.
Siamo a non molta distanza dal confine etiopico.
Incontro il medico di Sololo.
È stato nel Sahara, a Beni Abbes e in Mandara, nel Camerun settentrionale, per due anni e mezzo.
Mi invita a passare una settimana da lui.
Non ci sono problemi.
Potrei fotografare i Borana liberamente.
Mi dicono che è venuto il Capo della polizia della Eastern
Province, che tutti gli stranieri si devono presentare al D.C. ed alla polizia
e che tutti coloro che risultano in possesso di armi devono denunciarle.
Il medico mi dice che effettivamente ho passato un brutto quarto d'ora senza bere, ecc.. e ho fatto bene a mettermi l'acqua sul viso.
Potevo prendere un colpo di sole molto, ma molto pericoloso.
L'avventura africana è forse terminata.
Il giorno dopo scoprirò che non è possibile far ricerca a Marsabit!”
Sarà così effettuata ad Isiolo…
p.s. Oggi la strada è asfaltata ed esiste un
regolare servizio di autobus.
(DALL'APPENDICE DI: MAASAI. GENTI E CULTURE DEL KENYA, COLLANA: VIAGGI E RICERCHE DI UN ANTROPOLOGO TRA VECCHIO E NUOVO MONDO, VOL. 20)
E-.Book: https://www.amazon.it/dp/B0CP2Z7QT3 |
versione in bianco e nero: https://www.amazon.it/dp/B0CPVC5QBM
che può essere utilmente impiegata nei corsi di Antropologia Culturale, Etnologia, Storia dell'Africa, Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici, Geografia.
Contiene le seguenti carte e mappe del Kenya: politica; fisica; demografica; etnografica; Periplo del Mare Eritreo; Operazione di “pattugliamento” militare tra i Turkana; Percorso della spedizione Teleki-von Hohnel ai laghi Rodolfo e Stefanie; Distribuzione delle tribù Somale; Villaggi dei Bon nel distretto di Lamu; “Mappa dell'area meridionale Galla e Waboni insieme ai paesi somali adiacenti: dopo i suoi viaggi del 1866 e 1867 di von R. Brenner".
Suddivise in base a economia, lingua, rapporto con il territorio e con gli altri popoli
Il titolo "Maasai" è stato invece scelto per celebrare un popolo le cui imprese guerresche hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell'Africa e nell'immaginario collettivo europeo.
A questi nomadi pastori ho dedicato uno dei capitoli più corposi del libro.
Perché, ampiamente conosciuti attraverso la letteratura e la filmografia, costituirono una formidabile barriera fisica alla penetrazione dell’interno.
Le loro razzie li spingeranno anche a molta distanza dalla loro terra.
Solo un coraggioso giovanotto inglese riuscirà ad attraversare per primo la loro pericolosa terra.
Giungendo fino al lago Victoria.
Il capitolo include anche elementi poco noti.
Come il “governo diffuso” e le profezie del grande laibon Mbatian.
Grazie ai miei diari, ho integrato e vivacizzato il testo, con narrazioni “dal vivo” di fatti, luoghi, situazioni, imprevisti, stati d’animo, emozioni, incontri con “l’altro da noi”.
Così è anche un libro sul Kenya, come l’ho conosciuto e apprezzato durante i miei due lunghi soggiorni di ricerca antropologica effettuati nel 1976 e nel 1980.
TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.
Danzatore-suonatore di tamburo Chuka (© Franco Pelliccioni) |
PRESENTAZIONE:IL
PAESE, LE GENTI, IL LIBRO
1. INTRODUZIONE
STORICA
UN SALTO NELLA
PREISTORIA: SCOPERTE PALEONTOLOGICHE E PALETNOLOGICHE IN AFRICA ORIENTALE
STORIA ANTICA
L’AZANIA, LA
“TERRA DEGLI ZENG, O ZENJ”
I PRIMI EUROPEI
ARRIVANO DAL PORTOGALLO
IL DOMINIO DEI
SULTANI OMANITI
L’AVVENTO
COLONIALE INGLESE: IMPERIAL BRITISH EAST AFRICA COMPANY (1887),
PROTETTORATO DELL’AFRICA ORIENTALE BRITANNICA (1895), PROTETTORATO E COLONIA
DEL KENYA (1920), RIVOLTA MAU MAU (1952-56). INDIPENDENZA
(1963)
QUALCHE
APPROFONDIMENTO STORICO
La creazione
del Northern Frontier District (1909)
Due testimoni
dei prodromi della colonizzazione britannica
Browne
(1909-1916)
Storia della
fondazione di Fort Hall tra i Kikuyu e i Maasai (1900). Nel 1907 giunge Winston
Churchill
Yardley
(1918), Kenya settentrionale: lago Rodolfo, Abissini [Merille?], Turkana, razzie,
schiavitù, Somali
2. INTRODUZIONE
GEOGRAFICA, DEMOGRAFICA, ETNO-ANTROPOLOGICA
LA PREZIOSA
GALLERIA DI DIPINTI ETNOGRAFICI DEL KENYA: 22 POPOLI IMMORTALATI SULLA TELA
DALLA TALENTUOSA ARTISTA JOY ADAMSON
3. LA
“CULTURA MISTA COSTIERA”: I SWAHILI
INTRODUZIONE:
LE “CONTAMINAZIONI” ETNICO-LINGUISTICO-CULTURALI AFRO-ASIATICHE
UNA
STRAORDINARIA FONTE STORICA. IL PERIPLO DEL MARE ERITREO, PORTOLANO
GRECO-EGIZIANO DEL I SEC. D.C.
L’AZANIA
CONTATTI CON
L’ESTREMO ORIENTE: LE ESPLORAZIONI MEDIEVALI CINESI
I Cinesi in
Africa Orientale: le fonti scritte
I Ming e le
sette esplorazioni marittime di Cheng Ho, l'«Eunuco dei Tre Gioielli». Fonti
scritte e iscrizioni su pietra
Tramonto di una
straordinaria, avventurosa e misconosciuta epopea asiatica nell’Oceano Indiano
IL CONTRIBUTO
ACCULTURATIVO PORTOGHESE
ALLA FINE DEL
XIX SECOLO NEL FOLTO DELLA FORESTA EQUATORIALE COSTIERA È SCOPERTA LA MACCHU
PICCHU AFRICANA, LA CITTA’ MEDIEVALE DI GEDI
LA CULTURA
SINCRETISTICA SWAHILI
LA LINGUA
SWAHILI, IL KISWAHILI
UTENDI WA
INKISHAFI, CELEBRE POEMA CHE RIMPIANGE I FASTI DEL PASSATO
4. I BANTU, GLI
“UOMINI”: GLI AGRICOLTORI SEDENTARI
MIGRAZIONI,
ECONOMIA
UNA
CARATTERISTICA CULTURALE: LA “RICCHEZZA DELLA SPOSA”
I KIKUYU E LA
RIBELLIONE ANTIBRITANNICA MAU MAU, PER RIAVERE LA TERRA DEGLI AVI
IL MITO DELLE
ORIGINI E IL PERCHÉ DEI NOMI FEMMINILI DEL SISTEMA CLANICO PATRILINEARE KIKUYU
I BAGIUNI
Il “mondo
perduto” dei Bagiuni, tra le omonime isole somale, l’arcipelago di
Lamu, la costa del Kenya: una “pulizia etnica” lunga oltre trenta anni
5. I NILO
CAMITI: I NOMADI PASTORI
UNA
CARATTERISTICA CULTURALE: IL “COMPLESSO DEL BESTIAME” TRA I POPOLI ALLEVATORI
DELL’AFRICA ORIENTALE
I MAASAI
NELL’IMMAGINARIO
COLLETTIVO EUROPEO, ARABO E AFRICANO
Nelle terre dei
Maasai: Joseph Thompson (1883); la spedizione Teleki-von Hohnel (1888); Charles
William Hobley (1929)
UNA STORIA
REALMENTE BELLICOSA
SANGUINOSI
CONFLITTI INTERTRIBALI (E INTRATRIBALI: IL “SUICIDIO” COLLETTIVO MAASAI) E LA
“PAX BRITANNICA”
IL “GOVERNO
DIFFUSO”, SISTEMA POLITICO DELLA SOCIETA’ ACEFALA MAASAI
Le profezie
avverate del grande laibon Mbatian
6. I NILOTICI
I LUO
MIGRAZIONI
DEI LWOO
7. LE
POPOLAZIONI DI LINGUA CUSCITICA
SOMALI
BORANA
Il sistema
sociale dei gada o classi d’età
RENDILLE
Il ciclo della
vita tra i Rendille
8. LE CULTURE
“MARGINALI”: I CACCIATORI RACCOGLITORI DOROBO E BON; I PESCATORI ELMOLO
DOROBO,
CACCIATORI-RACCOGLITORI DELLE FORESTE
Il primo
europeo ad incontrare i Dorobo, nel corso del suo coraggioso
attraversamento della terra Maasai è l’esploratore britannico
Thompson (1883)
GLI ELMOLO
PESCATORI DEL LAGO TURKANA
Dalla scoperta
europea (1888) al 2020
Alcune
caratteristiche culturali
NEL 2019 LE
PIOGGE CAUSATE DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA CONSEGUENTE CRESCITA DEL LIVELLO
DELLE ACQUE DEL LAGO COSTRINGE GLI ELMOLO AD ABBANDONARE IL VILLAGGIO, PER
PORTARSI SU TERRENI PIU’ ELEVATI
I BON (BONI,
AWEER, WABONI), CACCIATORI-RACCOGLITORI DELLA FORESTA COSTIERA
I Bon oggi
Storia
dell’avventurosa scoperta dei Bon nelle foreste costiere tra
Somalia e Kenya
Nel 1952
l’incontro dell’etnologo Grottanelli con i Bon
9. APPENDICE:
UNA GALLERIA ETNOGRAFICO-ARTISTICA “PARTICOLARE”
10.BIBLIOGRAFIA
CARTE
.....
Ricordo i miei ultimi tre libri (E-Books e versioni cartacee a colori e in bianco e nero):
o amazon.com/author/francopelliccioni
PAGINA AUTORE ITALIA;
https://www.amazon.it/Franco-Pelliccioni/e/B01MRUJWH1/ref=dp_byline_cont_book_1
PAGINA AUTORE FRANCIA:
Coppia Maasai (© Franco Pelliccioni) |
Infatti, sulla spinta della forte ondata emotiva, provocata dalla pubblicazione sul blog del mio incompiuto romanzo giovanile ambientato in Kenya, e risalente ad esattamente sessanta anni fa [le rimanenti quattro “puntate” rimarranno per sempre custodite nel cassetto…], da ex africanista avevo deciso che era tempo di elaborare un mio vecchio progetto sui “Popoli del Kenya”.
Paese dell’Africa orientale dove negli anni ‘1970 e ‘1980 avevo effettuato due sessioni di ricerca.
Prima nella cittadina multietnica di Isiolo, a nord del
monte Kenya (è stata la mia prima ricerca antropologica sul campo!); successivamente
tra i pescatori Elmolo del lago Turkana, nel desertico e semidesertico
nord-ovest del paese.
Come
allora osservai, mi ero lasciato “trasportare” dalla mia vecchia abitudine di
ricercatore “a tutto tondo”: biblioteca, archivio, Internet, diari di viaggio,
diari di ricerca, registrazioni audio, diapositive.
A Capodanno 2023 decisi che, per un periodo, avrei interrotto l’elaborazione del
libro, per dedicarmi completamente a quello su Balene e ai Balenieri.
Ora, dopo la sua pubblicazione, ho ripreso a lavorare al libro del Kenya, in modo da ultimarlo per il prossimo autunno/inverno.
Poi mi potrò finalmente concentrare sugli Inuit dell’Artico canadese…
Di
seguito titolo e sommario, sia pure provvisori.
MAASAI
GENTI E CULTURE DEL KENYA
PREMESSA
1. INTRODUZIONE STORICA
UN SALTO NELLA PREISTORIA: SCOPERTE PALEONTOLOGICHE E
PALETNOLOGICHE IN AFRICA ORIENTALE
STORIA ANTICA
L’AZANIA, LA “TERRA DEGLI ZENG, O ZENJ”
ARRIVANO I PRIMI EUROPEI DAL PORTOGALLO
ALLA FINE DEL XIX SECOLO NEL FOLTO DELLA FORESTA
EQUATORIALE COSTIERA VIENE SCOPERTA LA MACCHU PICCHU AFRICANA, LA CITTA’
MEDIEVALE DI GEDI
IL DOMINIO DEI SULTANI OMANITI
L’AVVENTO COLONIALE INGLESE: L’IMPERIAL BRITISH
EAST AFRICA COMPANY (1887), IL PROTETTORATO DELL’AFRICA ORIENTALE
BRITANNICA (1895), Il PROTETTORATO E LA COLONIA DEL KENYA (1920), LA RIVOLTA
MAU MAU (1952-56). L’INDIPENDENZA (1963)
La creazione del Northern Frontier District (1909)
Due testimoni dei prodromi della colonizzazione
britannica
Browne (1909-1916)
La storia della fondazione di Fort Hall
Yardley (1918)
2. INTRODUZIONE GEOGRAFICA E DEMOGRAFICA
3. INTRODUZIONE ETNO-ANTROPOLOGICA
4. LA “CULTURA MISTA COSTIERA”: I
SWAHILI
IL PERIPLO DEL MARE ERITREO, PORTOLANO GRECO-EGIZIANO
DEL I SEC. D.C.
L’AZANIA
I CONTATTI CON L’ESTREMO ORIENTE: LE ESPLORAZIONI
MEDIEVALI CINESI
I Cinesi in Africa Orientale
I Ming e le sette esplorazioni marittime di Cheng Ho,
l'«Eunuco dei
Tre Gioielli»
Tramonto di una straordinaria, avventurosa ed ancora
misconosciuta epopea asiatica nell’Oceano Indiano
GIUNGONO I PORTOGHESI
SAWĀHIL
LA CULTURA SWAHILI
LA LINGUA SWAHILI, IL KISWAHILI
UTENDI WA INKISHAFI, CELEBRE POEMA CHE RIMPIANGE I FASTI DEL PASSATO
5. I BANTU: GLI AGRICOLTORI
SEDENTARI
LE MIGRAZIONI DEI BANTU
LA “RICCHEZZA DELLA SPOSA”
I KIKUYU E LA RIBELLIONE ANTIBRITANNICA MAU MAU,
PER RIAVERE LA TERRA DEGLI AVI
IL MITO DELLE ORIGINI E IL PERCHÉ DEI NOMI FEMMINILI
DEL SISTEMA CLANICO PATRILINEARE KIKUYU
BAGIUNI
Il “mondo perduto” dei Bagiuni, tra le omonime
isole somale, l’arcipelago di Lamu, la costa del Kenya: una “pulizia etnica”
lunga oltre trenta anni:
6. I NILO CAMITI: I NOMADI PASTORI
LA CULTURA DEI NILO-CAMITI
IL “COMPLESSO DEL BESTIAME” TRA I POPOLI ALLEVATORI
DELL’AFRICA ORIENTALE
I MAASAI NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO EUROPEO, ARABO E
AFRICANO
Nelle terre dei Maasai: Joseph Thompson, la
spedizione Teleki-von Hohnel (XIX secolo), Charles William Hobley (XX secolo)
I MAASAI: UNA STORIA REALMENTE BELLICOSA
SANGUINOSI CONFLITTI INTERTRIBALI (E INTRATRIBALI: IL
“SUICIDIO” COLLETTIVO MAASAI) E LA “PAX BRITANNICA”
IL GOVERNO DIFFUSO: IL SISTEMA POLITICO DELLA SOCIETA’
ACEFALA MAASAI
Le profezie avverate del grande laibon Maasai Mbatian
7. I NILOTICI
I LUO
MIGRAZIONI DEI LWOO
8. LE POPOLAZIONI DI LINGUA CUSCITICA
SOMALI
RENDILLE
9. LE CULTURE “MARGINALI”: DOROBO, ELMOLO, BON
DOROBO
L’esploratore Thompson è il primo europeo ad
incontrare i Dorobo, nel corso del suo attraversamento della terra Maasai
ELMOLO
NEL 2019 LE PIOGGE CAUSATE DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO E
LA CRESCITA DEL LIVELLO DELLE ACQUE DEL LAGO COSTRINSE GLI ELMOLO AD
ABBANDONARE IL VILLAGGIO, PER RAGGIUNGERE TERRENI PIU’ ELEVATI
BON (BONI, AWEER, WABONI)
I Boni oggi
Storia dell’avventurosa scoperta dei Boni nelle
foreste costiere tra Somalia e Kenya
L’incontro di Grottanelli con i Bon nel 1952
10.BIBLIOGRAFIA
CARTE
......
Il Kenya figura nel mio GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI. TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI, capitolo 3:"A bordo di un treno della celebre “ferrovia di penetrazione” Mombasa-Kampala: l'Uganda Railways, Kenya (1896-1901)",
"(...) ha aperto la colonizzazione dell’Africa Orientale.
Parte dall’Oceano Indiano e, dopo aver raggiunto Nairobi, arriva fino a Kampala, in Uganda.
Oltre ai soliti immancabili problemi incontrati nella sua costruzione, ha dovuto risolvere un’inaspettata complicazione in più, che nessuno aveva mai sperimentato altrove, né tantomeno immaginato potesse esistere…
Poiché la linea era infestata dai leoni che, a quanto pare, preferivano mangiarsi gli indifesi operai indiani addetti alla sua costruzione…
[Come racconta il famoso film premio oscar Spiriti nelle tenebre (The Ghost and the Darkness) del 1996, con Michael Douglas].
Questo è stato il primo dei quindici treni sul quale ho viaggiato, sia pure in senso contrario: da Nairobi fino a Mombasa.
Nei paraggi non ho scorto alcun leone, ma so bene che ce ne sono parecchi nel vicinissimo Parco Nazionale Tsavo".
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L'edificio del Museo Africano, Roma. Già sede dell' Istituto Italiano per l'Africa , poi diventato Istituto Italo-Africano, in...