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martedì 28 novembre 2023

116. E' DA POCO ONLINE COME E-BOOK IL MIO ULTIMO LIBRO: MAASAI. GENTI E CULTURE DEL KENYA

 

Uno shiraa, il velo di una tenda, nasconde una donna Swahili dell’isola di Lamu  (foto A.C. Hollis, inizio XX secolo)
                                        


https://www.amazon.it/dp/B0CP2Z7QT3#detailBullets_feature_div

Seguiranno le versioni stampate [grande formato: 16,99 x 24,4] a colori "premium" e in bianco e nero. 

Oltre ad una non illustrata (salvo per 2-3 carte geografiche e demo-etnografiche), che ritengo possa essere utilmente impiegata nei corsi di Antropologia Culturale, Etnologia, Storia dell'Africa, Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici, Geografia. 

sabato 4 novembre 2023

115. E' IN CORSO DI PUBBLICAZIONE SU AMAZON COME E-BOOK IL MIO NUOVO LIBRO. MAASAI. GENTI E CULTURE DEL KENYA

Moran Maasai. Indossa l’e-rrap, il morsetto per il braccio sinistro, ca. '1920

 

PRESENTAZIONE:IL PAESE, LE GENTI, IL LIBRO

IL LIBRO

   Il libro, come indicato dal sottotitolo, offre una panoramica generale sui popoli del Kenya. Il titolo "Maasai" è stato invece scelto per celebrare un popolo le cui imprese guerresche hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell'Africa e nell'immaginario collettivo europeo.

   Il libro presenta una rassegna etno-antropologica delle principali tribù kenyote, suddivise in base a diversi criteri, quali economia, lingua, rapporto con il territorio e con gli altri popoli, elementi culturali. Alcune di queste tribù sono trattate in modo più approfondito, sia per la loro cultura in generale, sia per alcuni aspetti specifici, che la rendono particolarmente interessante.

   Sfogliando le pagine del volume, dapprima testo e fotografie condurranno il lettore tra le fertili White Highlands, contrassegnate dalla presenza di estese piantagioni di caffè e tè. Poi, discendendo sul fondo della grandiosa Rift Valley, potrà vedere coltivazioni, savana, foreste e laghi, a volte anche di soda. Come il Magadi, al confine meridionale con la Tanzania, che si può addirittura attraversare in macchina!

   Dirigendosi verso il nord del paese, incontrerà invece steppa, deserti e lugga [Letti asciutti di corsi d’acqua].  Perché quelle sono le terre dei nomadi Nilo Camiti e Cusciti. Allevatori in particolare di dromedari. Il cui stile di vita è spesso scandito da razzie e contro razzie di bestiame, più o meno sanguinose.

   Dal punto di vista storico, un rapido excursus lo farà tornare molto indietro nel tempo. Sarà così che si imbatterà nelle straordinarie scoperte della famiglia Leakey, che hanno saputo disegnare nuove date per l’evoluzione dell’Uomo. Poi un grosso balzo in avanti nella storia gli farà incontrare i primi invasori. Vengono dall’Europa (portoghesi)[Preceduti da indonesiani, arabi e persiani], ma anche dall’Arabia (Omaniti). Questi ultimi, dopo essere stati costretti ad abolire la schiavitù, da Zanzibar saranno in grado di esercitare ancora la loro sovranità sul paese, sia pure nominale, fino all’indipendenza del Kenya.

   Nel frattempo, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, la ferrovia Mombasa-Kampala aprirà la strada alla colonizzazione britannica. Così un paio di testimoni saranno in grado di fornirgli qualche elemento in più su un’epoca nella quale molti africani non avevano mai visto un uomo bianco. Erano gli stessi tempi in cui si imponeva la Pax Britannica tra le varie tribù, organizzando spedizioni punitive. Come contro i Turkana del nord. Qualche decennio dopo, la fase terroristica dei Mau Mau sarà seguita dall’indipendenza (1963). 

I capitoli antropologici

   La rassegna è aperta dalla “cultura mista costiera” dei Swahili. Appartengono ai Bantu, a parte alcune realtà minori (Arabi, Shirazi). La loro è una cultura sincretistica, che ha saputo realizzare un’interessante civiltà urbana, densa di sviluppi nel campo dell’architettura, dell’arte, della letteratura scritta in caratteri arabi.

   Subito dopo con gli agricoltori sedentari Bantu, come i Kikuyu, il lettore saprà come il pagamento della “ricchezza della sposa” non equivalga alla compera di una moglie. Qui si inoltrerà nel “Mondo perduto” dei pescatori Bagiuni, vessati da una lunga pulizia etnica da parte somala.

   Il testo del successivo capitolo è tra i più corposi. Riguarda i Nilo Camiti e, naturalmente, i famosi nomadi pastori Maasai. Ampiamente conosciuti attraverso la letteratura e la filmografia, costituirono una formidabile barriera fisica alla penetrazione, prima afro-araba, poi europea, dell’interno africano. Del resto le loro razzie li spingeranno, non solo a Mombasa sulla costa, ma anche a molta distanza dalla loro terra. Fino al lago Nyassa, a ben 800 km di distanza.

   Solo Joseph Thompson, un coraggioso giovanotto inglese, riuscirà ad attraversare per primo la loro pericolosa terra. Giungendo indenne fin sulla sponda del lago Victoria. Il capitolo include anche elementi e fatti poco noti e indubbiamente interessanti. Tra i quali il “complesso del bestiame”, del resto condiviso da altri gruppi di allevatori, e il “governo diffuso”. Senza trascurare le profezie, per lo più avveratesi, del grande laibon (mago professionista) Mbatian, il cui nome figura oggi sulla più alta vetta del monte Kenya.

   Le tribù di lingua cuscitica Somali, Borana, Rendille sono anch’esse composte da allevatori, soprattutto di dromedari. Un accenno (più che sufficiente!) al complicatissimo sistema sociale dei gada (classi d’età) per i Borana, è seguito dalla importantissima cerimonia collettiva del galgulumi per i Rendille, che ogni quattordici anni si tiene in un gigantesco insediamento, che vede riuniti tutti i clan, sulla sponda orientale del lago Turkana, alle pendici del monte Kulal.

   Cerimonia che purtroppo mi “perderò” nel 1980, poiché avverrà un mese dopo la mia partenza dal Kenya. Al termine di quella che è stata la mia seconda ricerca antropologica sul campo. Infatti nel 1980 mi trovavo proprio in quel desertico e settentrionale lago, a non molta distanza dal luogo prescelto per l’occasione. Tanto da poter osservare un notevole incremento della presenza Rendille. La mia prima ricerca risale invece al 1976, ed è stata effettuata nella cittadina multietnica e multiculturale di Isiolo, a nord del Monte Kenya [Situata a 1.106 m di quota, contava 8 201 abitanti all’ultimo censimento del 1969. Erano invece 45 989 nel 2009]. Così ho ritenuto utile qui inserire estratti di entrambi i miei diari, Integrando, arricchendo e vivacizzando il testo, con narrazioni “dal vivo” di fatti, luoghi, situazioni, imprevisti, stati d’animo, emozioni, incontri con “l’altro da noi”.... [Così questo è anche un libro sul Kenya, come l’ho conosciuto e apprezzato durante i miei due lunghi soggiorni: dai confini con la Tanzania, a sud (lago Magadi e Rift Valley), a quello con l’Etiopia, a nord-ovest (lago Turkana) e a nord (Marsabit), alle sponde dell’Oceano Indiano, ad est (Mombasa, Malindi, Gedi).]

   La rassegna si conclude con i popoli considerati “marginali”. Pressoché sconosciuti al grosso pubblico, comprendono i cacciatori raccoglitori Bon delle intricate foreste costiere, ai confini con la Somalia; i Dorobo delle foreste dell’interno; i pescatori Elmolo del lago Turkana.

   Ho anche inserito brani dai libri, sia di Thompson, che di Teleki. Che con von Hohnel scoprì il lago oggi chiamato Turkana. Dandogli il nome di Rodolfo, in onore del Principe ereditario della Corona d'Austria[Meno di un anno dopo si sarebbe suicidato a Mayerling, assieme alla sua amante]. Inoltre ho aggiunto un paio di paragrafi relativi alla “scoperta”, nel XIX secolo (e nel 1952), degli sfuggenti cacciatori Bon.

   In appendice una galleria “etnografico-artistica” espone le miniature di dipinti raffiguranti i membri di numerose tribù kenyote riportate su 22 carte da gioco. Indubbiamente si inspirano ai ritratti realizzati da Joy Adamson [L’autrice di Nata Libera]. per il governo del Kenya, a partire dal 1949. Per l’attenta cura di dettagli, particolari e paraphernalia tradizionali, sono in grado di contribuire alla maggiore comprensione della variegata umanità kenyota.   

   Il libro, 155 pp, 248 note, è corredato da 154 foto (69 sono mie). Tutte le altre sono d’epoca, alcune anche abbastanza rare. Come quella relativa ad un altro famoso laibon: Lenana, figlio di Mbatian (ca. 1890) [Avrà l’onore di figurare sulla terza vetta più alta del monte Kenya]. 

.......

Seguiranno le versioni cartacee a colori e in bianco e nero. 

Oltre ad una non illustrata (salvo per 2-3 carte geografiche e demo-etnografiche), che ritengo possa essere utilmente impiegata nei corsi di Antropologia Culturale, Etnologia, Storia dell'Africa, Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici, Geografia.

PAGINA AUTORE USA;

https://www.amazon.com/stores/Franco-Pelliccioni/author/B01MRUJWH1?ref=ap_rdr&store_ref=ap_rdr&isDramIntegrated=true&shoppingPortalEnabled=true 

amazon.com/author/francopelliccioni

PAGINA AUTORE ITALIA;

https://www.amazon.it/Franco-Pelliccioni/e/B01MRUJWH1/ref=dp_byline_cont_book_1

PAGINA AUTORE FRANCIA:

https://www.amazon.fr/-/e/B01MRUJWH1

Ricordo i miei ultimi tre libri (E-Books e versioni cartacee a colori "premium" e in bianco e nero): 









domenica 29 ottobre 2023

114. LA PRIMA GRANDE AVVENTURA DELLA MIA VITA: LA TRAVERSATA NEL 1976 DEL DESERTICO E SEMI-DESERTICO KENYA SETTENTRIONALE, POPOLATO DA NOMADI ALLEVATORI DI CAMMELLI, CARATTERIZZATO DA RAZZIE E CONTRO RAZZIE DI BESTIAME, MA ANCHE DA RARI ATTACCHI DEI PREDONI DEL DESERTO, GLI SHIFTAS. II PARTE

 

Donna Samburu - Maasai settentrionale - (© Franco Pelliccioni) 

"Giungiamo ad Archer's Post attraversando la Samburu Game Reserve, senza vedere un animale, salvo qualche piccolo uccello. Sarà così fino a Marsabit, dove però mi aspettano elefanti, giraffe e zebre…. Ci fermiamo per scaricare birra e caricare bottiglie vuote. Quattro casupole, il posto di polizia su una collinetta, la bandiera del Kenya. Poco distante la linda chiesetta cattolica, nei paraggi alcuni tradizionali accampamenti Samburu. I centri lungo la pista, come Serolevi o Laisamis, appariranno tutti così.

Nei pressi della Missione di Archer's Post (© Franco Pelliccioni) 

Ad Archer's Post ho paura. Forse ho fatto male a prendere il camion. Non so nulla degli autisti. Non credo che ci si possa aspettare, in caso di aggressione, un qualche aiuto dagli africani ospiti. Nello scaricare le birre, ogni tanto mi guardano e attentamente osservano orologio [al polso ho il mio vistoso Bulova Accutron subacqueo – ho fatto immersioni in apnea e caccia subacquea sulla costa dell’Argentario, nell’ex Jugoslavia, nelle isole Tremiti e in Grecia -, un ERRORE, il mio che in futuro non si ripeterà], borsa e valigie. Uno dei tre porta un ben visibile coltellaccio. 300 Km sono moltissimi in Africa. Penso che in ogni momento possano tranquillamente uccidermi per derubarmi. Potrebbero lasciare il mio corpo a mezzo metro dalla pista senza che nessuno possa mai accorgersene.

A Marsabit mi diranno che il poliziotto che li ha fermati ha costituito la mia "assicurazione sulla vita".

Vorrei scendere, scappare alla Missione, ma desisto.

Scendo a prendere un'aranciata, offrendone una anche al ragazzo per farmelo amico, in un negozietto zeppo di mercanzie. Sulla sinistra, incollati al bancone, due Moran Samburu, con lance, ocra rossa sul viso, grasso sui capelli. Mi guardano, mettendo una certa soggezione. Si riparte. Ora è salita sul cassone una donna, che a quanto pare viene molto criticata dalle altre persone. È l’unica vestita all’europea, quando le altre indossano pelli di animali e mostrano i seni. Dovrebbe essere una prostituta e scenderà a Serolevi.

Dromedari sostano nel piccolo centro di Laisamis, vera e propria oasi nel deserto (© Franco Pelliccioni) 

La pista caratterizzata dalla terra dal forte colore rosso
(© Franco Pelliccioni) 

Sulla pista incontriamo una decina di camion bloccati dai guasti. Tra cui quello del D.C. [District Commissioner] di Marsabit con numerosi poliziotti. Ci si ferma e gli autisti danno una mano.

Un Rendille con lancia e bastone ci saluta (© Franco Pelliccioni) 

Il paesaggio è straordinario, magnifico. Steppa e terra rossa dappertutto. Vicino ed in lontananza scorgo montagne isolate, grossi "macigni" alti anche 5-600 m, catene montuose. È stupendo!

Donne Rendille tornano al loro insediamento con calebasse e lattine colme d’acqua (© Franco Pelliccioni) 

Nelle sette ore del viaggio, incroceremo il pullman che da poco fa servizio in queste zone di frontiera e cinque, sei Land Rovers. Di tanto in tanto intravedo altri accampamenti. Sono dei Rendille. Poi, ai lati della pista, prima uno, poi molti dromedari. Ne conto circa 200, sparsi sopra una vasta zona: è l'avvisaglia che il deserto del Kaisut incombe. I cespugli si fanno radi e bassi, ci sono solo pietre e terra e polvere. Temo per le pellicole. In lontananza sovente vedo salire del fumo dai fuochi di bivacco. Mi sbaglio. Sono grossi mulinelli di polvere mossi rapidamente dal vento. Cerco di coprire le valigie con un giaccone del ragazzo e spero di non sentirmi male.

Panoramica sul deserto del Kaisut dalla montagna di Marsabit
(© Franco Pelliccioni) 

Penso che questa che vivo sia un'esperienza più unica che rara. La vera Africa indubbiamente sta ancora da queste parti e mi domando come facciano a vivere i pastori nomadi con questo duro clima e così poca acqua. So che da quattro anni qui non piove...

Cominciamo a salire. Riappare la steppa, più frequenti si fanno gli accampamenti dei pastori. Ci sono dromedari solitari, asini, capre e pecore, pochi zebù e mucche. Salendo sembra che il camion non ce la faccia più. Spero che non faccia la fine degli altri camion incontrati per la strada.

 Un vecchio cartello indica che siamo nella Marsabit Game Reserve e, poco dopo, in un habitat a savana, con alberi spinosi, due elefanti mangiano tranquillamente a non molta distanza sulla destra, a ca. 300 m. dalla pista.

Il deserto del Kaisut, Kenya settentrionale (© Franco Pelliccioni) 

Salendo sulla montagna di Marsabit, un vulcano estinto, fa freddo. Quale diversità di clima e di regioni!  Le cime montuose ricoperte da un fitto manto boscoso appaiono ora più vicine. Incontriamo altri elefanti, due a sinistra, poi un gruppo di cinque sulla destra, oltre a giraffe e zebre. Scendiamo lungo ripide curve. Funzioneranno i freni? Non sbanderà il mezzo così pesante? Va tutto bene… Eccoci infine arrivati alla cittadina di Marsabit, preannunciata da alcuni shambas [campi coltivati].

Andiamo a scaricare la birra, non molto lontano dalla Missione. Mi faccio condurre là da un ragazzo, che mi porta una valigia. Alla scuola tecnica chiedo dove sia la residenza dell’arcivescovo. Sono poi accompagnato in Land Rover dall'arcivescovo. Non c'è luce e sta leggendo al lume di candela. Consegno la lettera dell’Ambasciatore. Si vedrà cosa è possibile fare per me.

Si ritorna alla Missione, bevo moltissimo, ceno. C'è stato un furto di vestiti. Gli shiftas si sono infiltrati in Kenya per combattere, questa volta, in Etiopia ed alleggerire il fronte Eritreo. In territorio kenyota domenica hanno ucciso due pastorelli di quattordici anni, che volevano difendere il loro bestiame. Qui entrano anche per procurarsi cibo. Siamo a non molta distanza dal confine etiopico. Incontro il medico di Sololo. È stato nel Sahara, a Beni Abbes e in Mandara, nel Camerun settentrionale, per due anni e mezzo. Mi invita a passare una settimana da lui. Non ci sono problemi. Potrei fotografare i Borana liberamente. Mi dicono che è venuto il Capo della polizia della Eastern Province, che tutti gli stranieri si devono presentare al D.C. ed alla polizia e che tutti coloro che risultano in possesso di armi devono denunciarle.

Il medico mi dice che effettivamente ho passato un brutto quarto d'ora senza bere, ecc.. e ho fatto bene a mettermi l'acqua sul viso. Potevo prendere un colpo di sole molto, ma molto pericoloso.

L'avventura africana è forse terminata.

Il giorno dopo scoprirò che non è possibile far ricerca a Marsabit!” Sarà così effettuata ad Isiolo…



Davanti ai negozi sulla strada principale di Isiolo i miei due assistenti africani parlano con alcune donne Turkana: il catechista Meru John Mark, autentico poliglotta (inglese, Meru, Swahili, Kikuyu, Turkana, Somalo) e lo studente universitario  somalo Mohamed Musa 
(© Franco Pelliccioni) 



N.B. Per l'impossibilità di fotografare nel corso del viaggio a bordo del camion, le foto (rispettando l'itinerario) sono state scattate nel corso del viaggio di ritorno ad Isiolo, su una Land Rover.
......
Ancora dal Diario di ricerca, Laisamis, lungo la pista per Isiolo: "Sosta per il pranzo presso i missionari della Consolata. Ci dicono che uno del gruppo dell'aereo precipitato vicino Marsabit, un somalo di Gibuti, che si era allontanato per chiedere aiuto, è stato ucciso dai Rendille, perchè l'avevano scambiato per uno shifta. Don Molino dice che le razzie sono molto frequenti, come pure le uccisioni e i ferimenti durante gli scontri. Per lo più i Borana vogliono rubare mucche e dromedari ai Rendille". 

p.s. Oggi la strada è asfaltata ed esiste un regolare servizio di autobus.

Aggiornamento del 30 ottobre: 

       40 anni dopo, nel 2016, i 507 km della pista sono stati sostituiti da una vera e propria strada a doppia corsia. Grazie ad un finanziamento dell'African Development Bank GroupLa durata del viaggio tra Nairobi e Moyale da tre giorni si è ridotta a meno di 1 giorno.
L'autostrada è diventata una trappola mortale per  gli automobilisti, perchè i banditi dilagano. Prendendo il sopravvento tra Merille ed Archer's Post. Inizialmente i banditi prendevano di mira i camion che trasportavano bestiame tra Moyale e Marsabit verso Nairobi. 
In seguito hanno cominciato ad attaccare i veicoli passeggeri e i camion con prodotti alimentari. 
Terrorizzando gli automobilisti, ai quali viene chiesto denaro e oggetti di valore, dopo aver bucato le gomme.  A volte non molto lontano da posti di blocco paramilitari (Jacob Walter, "Isiolo-Moyale highway turning into bandits’ playground", Africa Nation14.12.2022.   
....
I rapinatori continuano a terrorizzare gli automobilisti lungo l’autostrada Isiolo-Moyale, tratto della Great North Road, che collega Il Cairo a Città del Capo.
L'inefficienza della polizia ha trasformato questa sezione dell’autostrada transafricana in un incubo per i viaggiatori. Decenni di episodi di banditismo si sono trasformati in una seria minaccia.
I banditi spesso vengono dal vicino distretto Samburu, operano in gruppi di tre-cinque individui e sono supportati dai locali che approfittano delle merci rubate
Sono dotati di armi leggere e di piccolo calibro provenienti dalla Somalia e dal Sud Sudan e sono favoriti dalla disponibilità di reti di telefoni cellulari, che permettono il coordinamento tra loro, eludendo in tal modo la polizia.
I residenti raccontano all’ISS Today che il banditismo continua per la mancanza dei pattugliamentri della polizia e per la lentezza dei loro interventi (GUYO CHEPE TURIISS Nairobi "Robbery continues on the treacherous Kenya's highway Isiolo-Moyale", 28 maggio  2020): 
......
Ricordo ancora come nel 1980 io abbia dovuto sostituire la seconda fase del progetto Isiolo con un survey socio-antropologico (sviluppo) tra i popoli nomadi, transumanti e sedentari (Turkana, Merille, Borana, Rendille, Elmolo), localizzati intorno alle sponde del Lago Turkana (già Rodolfo), Kenya nord-occidentale. 

Nel 1980 il Kenya versava in una situazione invero difficile. 

Non solo per  il risentimento della tribù dei Kikuyu nei confronti di un governo in maggioranza non Kikuyu, ma soprattutto per la presenza degli shiftas, che imperversavano nelle aree nord-orientali, arrivando alle Nyambeni Hills ed all'altezza della città di Isiolo.
Facendo sì che tutto il traffico veicolare venisse concentrato in colonne scortate da mezzi della polizia e dell'esercito kenyota.
........
p.s. Le quattro versioni del libro: Maasai. Genti e Culture del Kenya sono state pubblicate tra il 27 novembre e il 14 dicembre 2023 (174 pp., 173 foto, 258 note, per la versione stampata illustrata: https://www.amazon.it/dp/B0CPSNZ9BW

domenica 22 ottobre 2023

113. ECCO IL SOMMARIO DEFINITIVO DEL MIO ULTIMO LIBRO: MAASAI. GENTI E CULTURE DEL KENYA

 

Danzatore-suonatore di tamburo Chuka (© Franco Pelliccioni)

PRESENTAZIONE:IL PAESE, LE GENTI, IL LIBRO

1. INTRODUZIONE STORICA

UN SALTO NELLA PREISTORIA: SCOPERTE PALEONTOLOGICHE E PALETNOLOGICHE IN AFRICA ORIENTALE

STORIA ANTICA

L’AZANIA, LA “TERRA DEGLI ZENG, O ZENJ

I PRIMI EUROPEI ARRIVANO DAL PORTOGALLO

IL DOMINIO DEI SULTANI OMANITI

L’AVVENTO COLONIALE INGLESE: IMPERIAL BRITISH EAST AFRICA COMPANY (1887), PROTETTORATO DELL’AFRICA ORIENTALE BRITANNICA (1895), PROTETTORATO E COLONIA DEL KENYA (1920), RIVOLTA MAU MAU (1952-56). INDIPENDENZA (1963)

QUALCHE APPROFONDIMENTO STORICO

La creazione del Northern Frontier District (1909)

Due testimoni dei prodromi della colonizzazione britannica

Browne (1909-1916)

Storia della fondazione di Fort Hall tra i Kikuyu e i Maasai (1900). Nel 1907 giunge Winston Churchill

Yardley (1918), Kenya settentrionale: lago Rodolfo, Abissini [Merille?], Turkana, razzie, schiavitù, Somali

2. INTRODUZIONE GEOGRAFICA, DEMOGRAFICA, ETNO-ANTROPOLOGICA

LA PREZIOSA GALLERIA DI DIPINTI ETNOGRAFICI DEL KENYA: 22 POPOLI IMMORTALATI SULLA TELA DALLA TALENTUOSA ARTISTA JOY ADAMSON

3. LA “CULTURA MISTA COSTIERA”: I SWAHILI

INTRODUZIONE: LE “CONTAMINAZIONI” ETNICO-LINGUISTICO-CULTURALI AFRO-ASIATICHE

UNA STRAORDINARIA FONTE STORICA. IL PERIPLO DEL MARE ERITREO, PORTOLANO GRECO-EGIZIANO DEL I SEC. D.C.

L’AZANIA

CONTATTI CON L’ESTREMO ORIENTE: LE ESPLORAZIONI MEDIEVALI CINESI

I Cinesi in Africa Orientale: le fonti scritte

I Ming e le sette esplorazioni marittime di Cheng Ho, l'«Eunuco dei Tre Gioielli». Fonti scritte e iscrizioni su pietra

Tramonto di una straordinaria, avventurosa e misconosciuta epopea asiatica nell’Oceano Indiano

IL CONTRIBUTO ACCULTURATIVO PORTOGHESE

ALLA FINE DEL XIX SECOLO NEL FOLTO DELLA FORESTA EQUATORIALE COSTIERA È SCOPERTA LA MACCHU PICCHU AFRICANA, LA CITTA’ MEDIEVALE DI GEDI

LA CULTURA SINCRETISTICA SWAHILI

LA LINGUA SWAHILI, IL KISWAHILI

UTENDI WA INKISHAFI, CELEBRE POEMA CHE RIMPIANGE I FASTI DEL PASSATO

4. I BANTU, GLI “UOMINI”: GLI AGRICOLTORI SEDENTARI

MIGRAZIONI, ECONOMIA

UNA CARATTERISTICA CULTURALE: LA “RICCHEZZA DELLA SPOSA”

I KIKUYU E LA RIBELLIONE ANTIBRITANNICA MAU MAU, PER RIAVERE LA TERRA DEGLI AVI

IL MITO DELLE ORIGINI E IL PERCHÉ DEI NOMI FEMMINILI DEL SISTEMA CLANICO PATRILINEARE KIKUYU

I BAGIUNI

Il “mondo perduto” dei Bagiuni, tra le omonime isole somale, l’arcipelago di Lamu, la costa del Kenya: una “pulizia etnica” lunga oltre trenta anni

5. I NILO CAMITI: I NOMADI PASTORI

UNA CARATTERISTICA CULTURALE: IL “COMPLESSO DEL BESTIAME” TRA I POPOLI ALLEVATORI DELL’AFRICA ORIENTALE

I MAASAI

NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO EUROPEO, ARABO E AFRICANO

Nelle terre dei Maasai: Joseph Thompson (1883); la spedizione Teleki-von Hohnel (1888); Charles William Hobley (1929)

UNA STORIA REALMENTE BELLICOSA

SANGUINOSI CONFLITTI INTERTRIBALI (E INTRATRIBALI: IL “SUICIDIO” COLLETTIVO MAASAI) E LA “PAX BRITANNICA”

IL “GOVERNO DIFFUSO”, SISTEMA POLITICO DELLA SOCIETA’ ACEFALA MAASAI

Le profezie avverate del grande laibon Mbatian

6. I NILOTICI

I LUO

MIGRAZIONI DEI LWOO

7. LE POPOLAZIONI DI LINGUA CUSCITICA

SOMALI

BORANA

Il sistema sociale dei gada o classi d’età

RENDILLE

Il ciclo della vita tra i Rendille

8. LE CULTURE “MARGINALI”: I CACCIATORI RACCOGLITORI DOROBO E BON; I PESCATORI ELMOLO

DOROBO, CACCIATORI-RACCOGLITORI DELLE FORESTE

Il primo europeo ad incontrare i Dorobo, nel corso del suo coraggioso attraversamento della terra Maasai è l’esploratore britannico Thompson (1883)

GLI ELMOLO PESCATORI DEL LAGO TURKANA

Dalla scoperta europea (1888) al 2020

Alcune caratteristiche culturali

NEL 2019 LE PIOGGE CAUSATE DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA CONSEGUENTE CRESCITA DEL LIVELLO DELLE ACQUE DEL LAGO COSTRINGE GLI ELMOLO AD ABBANDONARE IL VILLAGGIO, PER PORTARSI SU TERRENI PIU’ ELEVATI

I BON (BONI, AWEER, WABONI), CACCIATORI-RACCOGLITORI DELLA FORESTA COSTIERA

I Bon oggi

Storia dell’avventurosa scoperta dei Bon nelle foreste costiere tra Somalia e Kenya

Nel 1952 l’incontro dell’etnologo Grottanelli con i Bon

9. APPENDICE: UNA GALLERIA ETNOGRAFICO-ARTISTICA “PARTICOLARE”

10.BIBLIOGRAFIA

CARTE

.....

Ricordo i miei ultimi tre libri (E-Books e versioni cartacee a colori e in bianco e nero): 





PAGINA AUTORE USA;

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PAGINA AUTORE ITALIA;

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PAGINA AUTORE FRANCIA:

https://www.amazon.fr/-/e/B01MRUJWH1

giovedì 6 luglio 2023

102. IL TITOLO DEL MIO PROSSIMO LIBRO: MAASAI. GENTI E CULTURE DEL KENYA

Coppia Maasai (© Franco Pelliccioni) 

In un paio di post precedenti avevo scritto che stavo lavorando alla stesura di una: Breve Introduzione Etno-Antropologica ai Popoli del Kenya

Infatti, sulla spinta della forte ondata emotiva, provocata dalla pubblicazione sul blog del mio incompiuto romanzo giovanile ambientato in Kenya, e risalente ad esattamente sessanta anni fa [le rimanenti quattro “puntate” rimarranno per sempre custodite nel cassetto…], da ex africanista avevo deciso che era tempo di elaborare un mio vecchio progetto sui “Popoli del Kenya”. 

Paese dell’Africa orientale dove negli anni ‘1970 e ‘1980 avevo effettuato due sessioni di ricerca. 

Prima nella cittadina multietnica di Isiolo, a nord del monte Kenya (è stata la mia prima ricerca antropologica sul campo!); successivamente tra i pescatori Elmolo del lago Turkana, nel desertico e semidesertico nord-ovest del paese. 

Come allora osservai, mi ero lasciato “trasportare” dalla mia vecchia abitudine di ricercatore “a tutto tondo”: biblioteca, archivio, Internet, diari di viaggio, diari di ricerca, registrazioni audio, diapositive. 

A Capodanno 2023 decisi che, per un periodo, avrei interrotto l’elaborazione del libro, per dedicarmi completamente a quello su Balene e ai Balenieri.

Ora, dopo la sua pubblicazione, ho ripreso a lavorare al libro del Kenya, in modo da ultimarlo per il prossimo autunno/inverno.

Poi mi potrò finalmente concentrare sugli Inuit dell’Artico canadese…

Di seguito titolo e sommario, sia pure provvisori.

MAASAI

GENTI E CULTURE DEL KENYA

PREMESSA

1. INTRODUZIONE STORICA

UN SALTO NELLA PREISTORIA: SCOPERTE PALEONTOLOGICHE E PALETNOLOGICHE IN AFRICA ORIENTALE

STORIA ANTICA

L’AZANIA, LA “TERRA DEGLI ZENG, O ZENJ

ARRIVANO I PRIMI EUROPEI DAL PORTOGALLO

ALLA FINE DEL XIX SECOLO NEL FOLTO DELLA FORESTA EQUATORIALE COSTIERA VIENE SCOPERTA LA MACCHU PICCHU AFRICANA, LA CITTA’ MEDIEVALE DI GEDI

IL DOMINIO DEI SULTANI OMANITI

L’AVVENTO COLONIALE INGLESE: L’IMPERIAL BRITISH EAST AFRICA COMPANY (1887), IL PROTETTORATO DELL’AFRICA ORIENTALE BRITANNICA (1895), Il PROTETTORATO E LA COLONIA DEL KENYA (1920), LA RIVOLTA MAU MAU (1952-56). L’INDIPENDENZA (1963)

La creazione del Northern Frontier District (1909)

Due testimoni dei prodromi della colonizzazione britannica

Browne (1909-1916)

La storia della fondazione di Fort Hall

Yardley (1918)

2. INTRODUZIONE GEOGRAFICA E DEMOGRAFICA

3. INTRODUZIONE ETNO-ANTROPOLOGICA

4. LA “CULTURA MISTA COSTIERA”: I SWAHILI

IL PERIPLO DEL MARE ERITREO, PORTOLANO GRECO-EGIZIANO DEL I SEC. D.C.

L’AZANIA

I CONTATTI CON L’ESTREMO ORIENTE: LE ESPLORAZIONI MEDIEVALI CINESI

I Cinesi in Africa Orientale

I Ming e le sette esplorazioni marittime di Cheng Ho, l'«Eunuco dei Tre Gioielli»

Tramonto di una straordinaria, avventurosa ed ancora misconosciuta epopea asiatica nell’Oceano Indiano

GIUNGONO I PORTOGHESI

SAWĀHIL

LA CULTURA SWAHILI

LA LINGUA SWAHILI, IL KISWAHILI

UTENDI WA INKISHAFI, CELEBRE POEMA CHE RIMPIANGE I FASTI DEL PASSATO

5. I BANTU: GLI AGRICOLTORI SEDENTARI

LE MIGRAZIONI DEI BANTU

LA “RICCHEZZA DELLA SPOSA”

I KIKUYU E LA RIBELLIONE ANTIBRITANNICA MAU MAU, PER RIAVERE LA TERRA DEGLI AVI

IL MITO DELLE ORIGINI E IL PERCHÉ DEI NOMI FEMMINILI DEL SISTEMA CLANICO PATRILINEARE KIKUYU

BAGIUNI

Il “mondo perduto” dei Bagiuni, tra le omonime isole somale, l’arcipelago di Lamu, la costa del Kenya: una “pulizia etnica” lunga oltre trenta anni:

6. I NILO CAMITI: I NOMADI PASTORI

LA CULTURA DEI NILO-CAMITI

IL “COMPLESSO DEL BESTIAME” TRA I POPOLI ALLEVATORI DELL’AFRICA ORIENTALE

I MAASAI NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO EUROPEO, ARABO E AFRICANO

Nelle terre dei Maasai: Joseph Thompson, la spedizione Teleki-von Hohnel (XIX secolo), Charles William Hobley (XX secolo)

I MAASAI: UNA STORIA REALMENTE BELLICOSA

SANGUINOSI CONFLITTI INTERTRIBALI (E INTRATRIBALI: IL “SUICIDIO” COLLETTIVO MAASAI) E LA “PAX BRITANNICA”

IL GOVERNO DIFFUSO: IL SISTEMA POLITICO DELLA SOCIETA’ ACEFALA MAASAI

Le profezie avverate del grande laibon Maasai Mbatian

7. I NILOTICI

I LUO

MIGRAZIONI DEI LWOO

8. LE POPOLAZIONI DI LINGUA CUSCITICA

SOMALI

RENDILLE

9. LE CULTURE “MARGINALI”: DOROBO, ELMOLO, BON

DOROBO

L’esploratore Thompson è il primo europeo ad incontrare i Dorobo, nel corso del suo attraversamento della terra Maasai

ELMOLO

NEL 2019 LE PIOGGE CAUSATE DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA CRESCITA DEL LIVELLO DELLE ACQUE DEL LAGO COSTRINSE GLI ELMOLO AD ABBANDONARE IL VILLAGGIO, PER RAGGIUNGERE TERRENI PIU’ ELEVATI

BON (BONI, AWEER, WABONI)

I Boni oggi

Storia dell’avventurosa scoperta dei Boni nelle foreste costiere tra Somalia e Kenya

L’incontro di Grottanelli con i Bon nel 1952

10.BIBLIOGRAFIA

CARTE

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Il Kenya figura  nel mio GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI. TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI, capitolo 3:"A bordo di un treno della celebre “ferrovia di penetrazione” Mombasa-Kampala: l'Uganda Railways, Kenya (1896-1901)", 

"(...) ha aperto la colonizzazione dell’Africa Orientale. 

Parte dall’Oceano Indiano e, dopo aver raggiunto Nairobi, arriva fino a Kampala, in Uganda.

Oltre ai soliti immancabili problemi incontrati nella sua costruzione, ha dovuto risolvere un’inaspettata complicazione in più, che nessuno aveva mai sperimentato altrove, né tantomeno immaginato potesse esistere… 

Poiché la linea era infestata dai leoni che, a quanto pare, preferivano mangiarsi gli indifesi operai indiani addetti alla sua costruzione…

[Come racconta il famoso film premio oscar Spiriti nelle tenebre (The Ghost and the Darkness) del 1996, con Michael Douglas].

Questo è stato il primo dei quindici treni sul quale ho viaggiato, sia pure in senso contrario: da Nairobi fino a Mombasa. 

Nei paraggi non ho scorto alcun leone, ma so bene che ce ne sono parecchi nel vicinissimo Parco Nazionale Tsavo".

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p.s. del 23.7.2023. 

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