MARCEL GRIAULE (1898-1956), MAESTRO DELL'ETNOLOGIA FRANCESE, è stato il primo studioso d'oltralpe ad effettuare ricerche sul campo: Africa (Etiopia, Missione Dakar-Gibuti, Dogon del Mali)
È considerato uno dei Maestri dell’Etnologia francese e lo studioso che ha brillantemente “trasferito” la disciplina dai tavolini delle biblioteche al terreno.
Infatti è il primo scienziato d’oltralpe ad effettuare ricerche empiriche in assoluto, non solo in Africa…
Nel suo “bottino” euristico troviamo ancora: la prima ricerca estensiva regionale africana; la raccolta di un immenso materiale etnografico, che darà impulso al vetusto Trocadéro e vita al futuro Museo dell’Uomo; un pluriennale insegnamento delle tecniche di ricerca; lo svilupparsi alla Sorbona di una “scuola” nella quale si formeranno i più grandi etnologi francesi dell’epoca (...); la pionieristica utilizzazione di macchine fotografiche, cineprese e registratori ne fanno anche un precursore dell’antropologia visiva...
Infine per quasi un quarto di secolo studierà la cultura dei Dogon dell’Africa occidentale, tanto che quest’etnia diventerà presto una delle più note del continente, conosciuta anche dal grosso pubblico.
(...) Marcel Griaule nasce nel 1898 ad Ainsy-sur-Armençon (...).
Nel 1917 lascia il liceo, arruolandosi nell’aviazione (...).
[nel 1920] inizia a seguire i corsi della Facoltà di Lettere dell’Università di Parigi.
Nell’Istituto di Etnologia “scopre” (...) Marcel Mauss e si interessa ai lavori di Paul Rivet e Lévy-Bruhl.
Attratto dalla disciplina, è incoraggiato a diventare uno studioso dell’Uomo(...)
Nel 1927 si diploma alla Scuola Nazionale di Lingue Orientali Viventi (...).
Nel 1928 è in Etiopia (...)
Nel 1930 partecipa alla creazione (...) della Société des Africanistes, nel contesto (...) di un grandioso progetto scientifico, che vedrà coinvolti Istituto di Etnologia e Museo e avrà importanti risvolti economici e politici.
Sarà infatti anche supportato dal governo, intenzionato a ribadire la presenza francese in Africa.
La Mission ethnographique et linguistique Dakar-Djibouti, la celebre spedizione multidisciplinare transafricana (...) ha luogo nel 1931-33. Si interesserà a quindici paesi
(...) La Mission ethnographique et linguistique Dakar-Djibouti, la celebre spedizione multidisciplinare transafricana (...) ha luogo nel 1931-33.
Partendo da Dakar (Senegal) (...) attraverserà l’intero continente, giungendo fino a Gibuti (...).
Alla missione partecipa un selezionato gruppo di collaboratori (...).
(...) Le indagini estensive interesseranno quindici paesi.
L’abbondante materiale raccolto, testimonianza della straordinaria ricchezza delle culture materiali africane, arricchirà il Museo Etnografico del Trocadéro (...) e darà poi vita al Museo dell’Uomo (...).
Include 3.600 reperti etnografici, 300 manoscritti etiopici, numerosi dipinti, unitamente a 6.000 foto, 1.600 metri di pellicola (...), registrazioni sonore (...).
Testimonianza di una straordinaria e imprevedibile ricchezza delle culture materiali africane
Il primo contatto con i Dogon del Sudan francese (Mali)
Nell’ambito della spedizione Griaule compie la sua primissima missione tra i Dogon dell’altopiano di Bandiagara, nel Sudan francese (Mali).
Un “incontro” che per il francese è un vero e proprio “colpo di fulmine”.
Tra il 1946 e il 1956 trascorrerà ben due anni tra i Dogon
Tanto che tra il 1946 e il 1956 tornerà nel Mali ben dodici volte, per un soggiorno complessivo di due anni!
La Missione Dakar-Gibuti effettuerà altre due indagini collaterali: tra i Kirdi del Camerun; nella regione di Gondar (Etiopia). Studiando totemismo, magia e fenomeni di possessione.
(...) Quindi effettua altre missioni: Sahara-Sudan, tornando tra i Dogon, dopo aver attraversato il deserto (1935); Sahara-Camerun, con Lebeuf e de Lauwe (1936-37).
Da questo momento in poi, scavi archeologici e riprese fotografiche dall’aereo si aggiungono all’etnologia.
(...) Nel 1942 ottiene la prima cattedra di Etnologia della Sorbona.
Nel 1946 è nuovamente tra i “suoi” Dogon.
Nel 1946 il vecchio cacciatore cieco Ogotommêli lo inizia alla complessa cosmogonia dei Dogon
Per lui questo è un anno fortunato, poiché incontra il vecchio cacciatore cieco Ogotommêli, un inaspettato Virgilio di questa etnia sudanese, che lo inizia alla complessa cosmogonia del suo popolo.
Grazie alla lunga “conversazione” che ha con lui, scrive in seguito Dieu d’eau (1948), la sua opera più nota.
(...) Nel 1956 Griaule muore a Parigi per un infarto.
Appresa la notizia, i Dogon (...) gli riserveranno un onore che solo pochi etno-antropologi al mondo hanno avuto.
Servendosi di un manichino, per quell’uomo bianco che si è interessato a loro per tanti anni, celebreranno un funerale secondo i riti tradizionali… (...)
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