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domenica 27 ottobre 2024

255. UN CAPITOLO INVERO SINGOLARE: LA “SCOPERTA” DELLE ORCADI DA PARTE DEGLI ESCHIMESI (INUIT) NEL XVII- XVIII SECOLO… DA: REMINISCENZE DI UN VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO SCOZZESE DELLE ORCADI

 

Inuit catturati nel 1654 da David Daniel nei pressi di Godthaab (oggi Nuuk), in Groenlandia. Dipinto di Salomon van Haven. La didascalia rileva come "nelle loro piccole navi di pelle, i groenlandesi navigano di qua e di là sull'oceano; da animali e uccelli ottengono i loro vestiti. La fredda terra di Mezzanotte. Bergen, 28 settembre 1654."

Cosa c'è nel libro: 

1. PREFAZIONE; 2. INTRODUZIONE; 3. LINGUA; 
4. FOLKLORE; 5. ECONOMIA; 6. TRASPORTI E TURISMO; 
7. CENNI STORICI; 8. UN CAPITOLO INVERO SINGOLARE: LA “SCOPERTA” DELLE ORCADI DA PARTE DEGLI ESCHIMESI (INUIT) NEL XVII- XVIII SECOLO…; 9. LA CACCIA ALLE STREGHE, XVI-XVIII SECOLO; 10. L’ISOLA DI MAINLAND; 11.  MAINLAND: KIRKWALL, CAPOLUOGO DELL’ARCIPELAGO; 12. MAINLAND: STROMNESS, AVAMPOSTO BRITANNICO DELLE GRANDI E AVVENTUROSE ESPLORAZIONI GEOGRAFICHE E TAPPA PER LE NAVI DELLA POTENTE COMPAGNIA DELLA BAIA DI HUDSON; 13. IL VIAGGIO DEL 1982; 14. ALLA SCOPERTA DELLE TESTIMONIANZE STORICO-ARCHEOLOGICHE DELLA MAINLAND OCCIDENTALE; 15. IN NAVIGAZIONE TRA LE ISOLE SETTENTRIONALI; 16. LE ISOLE MERIDIONALI; 17. NAUFRAGI E AUTOAFFONDAMENTI; 
18. CONTRABBANDIERI E PIRATI19. BIBLIOGRAFIA
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UN CAPITOLO INVERO SINGOLARE: LA “SCOPERTA” DELLE ORCADI DA PARTE DEGLI ESCHIMESI (INUIT) NEL XVII- XVIII SECOLO… 

 La storia, a volte, riporta fatti e circostanze che, non solo a prima vista, possono apparire del tutto incredibili, se non addirittura assurde. 

Tanto da ritenerle frutto di qualche buontempone del passato, magari dedito ai piaceri di Bacco. 

O, forse, totalmente fuori di testa. 

Specialmente considerando i dati riguardanti: luoghi, protagonisti, distanze, mezzi utilizzati, ecc. 

Per questo credo che sia più che opportuno e consigliabile, a questo punto, dare voce alle cronache dell’epoca (...) . 

A cominciare dal sempre prezioso Martin Martin, da me più volte citato per le Shetland: 

 “I pescatori della Finlandia sono stati frequentemente visti sulla costa di questa isola, particolarmente nell’anno 1682. 

La gente sulla costa vide uno di loro nella sua piccola barca, e si diede da fare per prenderlo, ma non poté avvicinarsi, perché si ritrasse speditamente. 

(...) Una di queste barche, mandata dalle Orcadi ad Edimburgo, si può osservare nella Phisician’s Hall, con il remo che viene usato e con l’arpione con il quale egli uccide il suo pesce(1698).

 Martin in questo caso, però, è solo una fonte di seconda mano. 

 Era stato infatti il Reverendo James Wallace (...) a vedere nel 1682, sulla punta meridionale dell’isola di Eday, a bordo di un kayak, poi nei pressi di Westray, nel 1684, quelli che, a quel tempo, venivano chiamati Finn Men

Ecco quanto scrisse nel 1693: 

"a volte in questo Paese si vedono questi Uomini che sono chiamati Finnmen; Nell'anno 1682, uno fu visto a volte a vela, a volte remando su e giù nella sua piccola barca all'estremità sud dell'isola di Eda [y], la maggior parte della gente dell'Isola si accalcò per vederlo, e quando si avventurarono mettendo in acqua una barca con gli uomini per vedere se potevano catturarlo, subito si allontanò rapidamente: e nell'anno 1684, un altro fu visto da Westra [y], e per un po' dopo aver preso pochi o nessun pesce: hanno dovuto commentare che questi Finnmen scacciano i pesci dal luogo in cui vengono. 

Questi Finnmen sembrano essere alcune di quelle persone che vivono nei pressi del Fretum Davis [lo Stretto di Davis]. 

 Brand, che viaggiò per l’arcipelago nel 1700, sostenne che gli isolani di Westray e di Stronsay nel 1699 ne avessero avvistati altri due. 

Inoltre ricorda come una loro barca fosse stata mandata ad Edimburgo e un’altra invece si trovasse nella chiesa dell’isola meridionale di Burray:

spesso i finlandesi sono stati visti qui sulle coste, uno circa un anno fa a Stronsa, e un altro pochi mesi fa a Westra, un gentiluomo con molti altri sull'isola, che ora lo guardano sulla riva, ma quando si sforzano di prenderlo, egli fugge via più rapidamente; il che è molto strano, che un Uomo seduto nella sua piccola barca, debba venire a centinaia di leghe di distanza dalle loro coste, poiché pensano che la Finlandia appartenga alle Orcadi (...). 

La sua barca è fatta di pelli di foca, o di una specie di cuoio, indossa anche un cappotto di cuoio, e si sistema a metà della sua barca, con un piccolo remo in mano, e pesca con le lenze

E quando in una tempesta vede il sopraggiungere di una gigantesca onda che si avvicina, ha un modo di affondare la sua barca, fino a quando l'onda non passa sopra, poiché la barca poi si rovescia nuovamente. 

(...) Una delle loro barche è conservata come una rarità nella Physians Hall di Edimburgo.” . 

(...) Nel tempo i kayaks presi sulle coste della Scozia sono stati tre. Accanto a quello mandato ad Edimburgo e a quello non più esistente a Burray, ce n’è uno ad Aberdeen (...), nel Museo Antropologico del Marischal College della locale Università, sul quale aveva già scritto Francis Douglas (...): 

"una canoa presa in mare, con un uomo indiano al suo interno, circa all'inizio di questo secolo [tra il 1690 e il 1710]. 

L’uomo fu portato in vita ad Aberdeen, ma morì poco dopo l’arrivo (...). 

Dovrebbe essere venuto dalla costa del Labrador e aver perso la sua strada in mare.” 

 MacRitchie (1912), a proposito di questi incredibili arrivi (...) ritiene (...) che gli eschimesi siano giunti in Europa passo-passo, cioè passando da un luogo all’altro: Labrador, Groenlandia, Fær Øer, Shetland, Orcadi e, infine, terraferma scozzese… 

Oppure siano riusciti a fuggire, poiché prigionieri, da qualche nave europea. 

Nel 2008 Curtis rilevava come l’oggetto più famoso della collezione del Marischal Museum di Aberdeen sia senza dubbio il kayak groenlandese, completo di attrezzatura. 

Nel catalogo del 1820 è descritto come "canoa Eskimaux in cui un nativo di quel paese fu spinto a terra vicino a Belhelvie, verso l'inizio del diciottesimo secolo e morì poco dopo lo sbarco”. 

Inoltre c’è un altro kayak, "con pagaie, frecce e altri attrezzi, donato nel 1800 dal Capitano William Gibbon, di Aberdeen" negli edifici della Facoltà di Medicina dell'Università di Aberdeen. 

Questo potrebbe essere quello in cui Eenoolooapik, un visitatore Inuit ad Aberdeen del 1839, dimostrò ad una folla ammirata la sua abilità nel manovrare il kayak nel fiume Dee. 

 Eenoolooapik è stato portato ad Aberdeen dal capitano Penny della baleniera Neptune. 

Purtroppo, quando l'anno successivo è tornato nel Labrador, morì di tubercolosi.

 DA: REMINISCENZE DI UN VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO SCOZZESE DELLE ORCADI 

(E.Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, 178 pp, 188 note, 172 immagini, di cui 142 a colori. 72 sono dell'A.)

                           



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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.

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