Translate

mercoledì 6 novembre 2024

267. IVAN EVSEEVIČ POPOV-VENIAMINOV (1797-1879). Straordinaria figura di missionario ortodosso russo tra gli ALEUTI e gli indiani TLINGIT, NELL'AMERICA RUSSA (oggi ALASKA). Quindi pacificatore (tra Aleuti e russi), etnologo e glottologo, futuro Vescovo d'America e Siberia, Metropolita di Mosca, infine Sant'Innocenzo d'Alaska. DA: VIAGGIO ATTRAVERSO L'INSIDE PASSAGE, NELLA TERRA DEGLI INDIANI DEI TOTEM E DELL’EX AMERICA RUSSA SULLA COSTA DEL PACIFICO DELL’AMERICA DI NORD-OVEST, TRA COLOMBIA BRITANNICA E ALASKA

Il Metropolita Veniaminov, futuro Sant’Innocenzo d’Alaska (Wickersham State Historic Site. Photographs, 1882-1930)
Cosa c'è nel libro:

PRESENTAZIONE: IL LIBRO; PREMESSA: IL VIAGGIO,  INTRODUZIONE GEOGRAFICA;  INTRODUZIONE ETNO-ANTROPOLOGICA: GLI INDIANI DEL NORD-OVEST; 

PARTE I: CANADA 

 NELLA BRITISH COLUMBIA, AL LARGO DELL’ISOLA DI VANCOUVER, UN’IMMEDIATA E STRAORDINARIA FULL IMMERSION NELLA TERRA DEI KWAKIUTL, TRA LE ISOLE QUADRA (CAPE MUDGE) E CORMORANO (ALERT BAY);  RITORNO A VANCOUVER. VISITA AI TOTEM DELLO STANLEY PARK E DEL MUSEO DI ANTROPOLOGIA; PRINCE RUPERT, COLOMBIA BRITANNICA SETTENTRIONALE, TERRA TSIMSHIAN 

PARTE II: ALASKA, L’EX AMERICA RUSSA 

I PROMSYSHLENNIKI, CACCIATORI RUSSI DI PELLICCE, FONDANO L'AMERICA RUSSA (1741-1798); IL VIAGGIO NELL’INSIDE PASSAGE, ALASKA: KETCHIKAN, WRANGELL; RITORNO A KETCHIKAN; SITKA; INTERLUDIO; SKAGWAY 

 APPENDICE: Nell’Inside Passage, al tempo della spedizione del Duca degli Abruzzi al monte Sant’Elia del 1897, trentesimo anniversario dell’acquisto dell’America Russa

BIBLIOGRAFIA; CARTE 

...

Ivan Evseevič Popov-Veniaminov (1797-1879). Straordinaria figura di missionario ortodosso russo tra gli Aleuti e gli indiani Tlingit nell'AMERICA RUSSA (oggi ALASKA). Quindi pacificatore (tra Aleuti e russi), etnologo e glottologo, futuro Vescovo d'America e Siberia, Metropolita di Mosca, infine Sant'Innocenzo d'Alaska 

Tra le personalità illustri che la colonia [l'America Russa] ospiterà, va menzionato (...) il barone estone d'origine tedesca, esploratore e scienziato, Ferdinand von Wrangell (1830-1835) e il missionario ortodosso Veniaminov, futuro Vescovo d'America e Siberia, infine Metropolita di Mosca (1868) . 

 Grazie a lui e alla disponibilità dei governanti russi e delle autorità coloniali, gli scontri sanguinosi con gli Aleuti diventeranno solo dei tristi ricordi.  

 Il Veniaminov riuscì ad impadronirsi della lingua e della cultura di Aleuti e Tlingit, tanto che le sue straordinarie testimonianze scritte rappresentano “i primi originali contributi etno-antropologici su queste popolazioni”. 

(...)  Veniaminov arrivò nel 1824 a Unalaska, a ventisette anni. 

Nel 1826 vi consacrava la Chiesa della Santa Ascensione. 

Rimarrà dieci anni tra gli Aleuti. 

Nel 1834 fu chiamato a Nuova Arcangelo [la capitale dell'America Russa, oggi Sitka,] per cercare di convertire i Tlingit

Nel 1839 tornava a San Pietroburgo, dove nel 1840 veniva consacrato Vescovo, con il nome di Innokentii

Nel 1850 fu posto a capo dell'immensa Arcidiocesi della Siberia-America. 

Quando venne venduto il territorio, funzionari e ufficiali russi rientrarono in patria, mentre quasi tutti i missionari ortodossi scelsero di rimanere, non disturbati dal governo statunitense. 

Passeranno sotto la giurisdizione del Vescovo russo, che viveva a San Francisco, ma che ogni anno tornerà in Alaska (...). 

I missionari mantennero quasi tutte le loro chiese, tre o quattro orfanotrofi, diciassette scuole. 

Dopo la rivoluzione del 1917 non avrebbero più ricevuto denaro russo, ma i padri continuarono a restare nelle loro sedi. 

In seguito un aiuto l’ebbero dalla Chiesa Ortodossa nord-americana.

 La stessa liturgia dei tempi di P. Veniaminov è ancora eseguita alle Pribilof, ad Unalaska, a Kenai e altrove.

Sitka ha un suo vescovo. 

 “I matrimoni misti tra colonizzatori russi e indigeni erano molto diffusi.

Oggi i loro discendenti, conosciuti fin dall'era coloniale come creoli, sono ca. 26.000, frequentano quasi un centinaio di chiese ortodosse russe e in intere regioni (...) la chiesa ortodossa è l'unica in città", afferma padre Michael Oleksa, uno dei principali storici dell'ortodossia russa in Alaska

Piccoli come siamo numericamente, copriamo un'area enorme”.

 Queste storiche comunità sono state integrate dai nuovi insediamenti degli “antichi credenti”, giunti in Alaska nella seconda metà del XX secolo” (...).

DA: VIAGGIO ATTRAVERSO L'INSIDE PASSAGE, NELLA TERRA DEGLI INDIANI DEI TOTEM E DELL’EX AMERICA RUSSA SULLA COSTA DEL PACIFICO DELL’AMERICA DI NORD-OVEST, TRA COLOMBIA BRITANNICA E ALASKA

E-Book e versione cartacea di grandi dimensioni a colori e in bianco e nero (16.99 cm x 1.17 x 24.41), 192 pp., 287 note, 191 immagini (118 sono mie) 



Versione cartacea a colori: https://www.amazon.it/dp/B09L4SBWHQ


Versione cartacea in bianco e nero: https://www.amazon.it/dp/B09L4NZDB2

...

TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.


266. SIR JOHN FRANKLIN, 1786-1848. Nel 1847 scompare tra i ghiacci artici l'imponente spedizione navale britannica comandata da Sir John Franklin, andato alla ricerca del "PASSAGGIO A NORD-OVEST"; Nel 1845 le navi lasciano il Tamigi; Due anni dopo le ultime notizie... Per decenni innumerevoli spedizioni inglesi, canadesi, statunitensi, via mare, o via terra, cercano di scoprire la sorte riservata agli intrepidi esploratori; Sparse in una vastissima area pari a circa 30 mila Kmq, si raccolgono nell'Artico canadese numerose, seppure frammentate, testimonianze relative alla spedizione e all'itinerario seguito; Le diverse ipotesi sull'inspiegabile fallimento dell'Invincibile Armada artica di Franklin: ammutinamento, scarsità di cibo ed episodi di antropofagia, abbandono delle navi bloccate dai ghiacci, contrasti tra gli ufficiali, ecc.; Le missioni di "ricerca e soccorso" danno uno straordinario impulso alla conoscenza geografica del Grande Nord insulare canadese; La verità è ormai prossima, grazie al ritrovamento, negli anni '1980, delle salme ibernate di membri della spedizione. Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE II: XIX SECOLO

Le navi della spedizione furono osservate per l’ultima volta nel luglio del 1845 nella baia di Melville dagli equipaggi di alcune baleniere

Cosa c'è nel libro:

William Bligh, 1754-1817; Urey Fyodorovich Lisianski, 1773- 1837 e Johann von Kruzenstern, 1770-1846; Matthew Flinders, 1774 -1814; John Ross, 1777-1856;  Fabian Gottlieb Thaddeus von Bellingshausen, 1778-1852; Sir John Franklin, 1786-1848; Alla ricerca via mare della Spedizione FranklinElisha Kent Kane, 1820-1857; Robert McClure, 1807- 1873; Sir Francis Leopold Mc Clintock, 1819-1907Alla ricerca via terra della spedizione FranklinJohn Rae, 1813-1893; William Scoresby Jr. 1789-1857;  William Edward Parry, 1790-1855; Elling Carlsen, 1819-1900; Arciduca Ferdinando Massimiliano (Max) d’Asburgo, 1832-1867; Nils Adolf Erik Nordenskjöld, 1832-1901; Enrico Alberto  D’Albertis, 1846-1932; La Missione in Asia della Ostasiengeschwader, la Squadra Prussiana dell’Asia Orientale (1860-62);  Otto Sverdrup, 1854-1930;  Fridtjof Nansen, 1861-1930.

...

SIR JOHN FRANKLIN, 1786-1848 

Nel 1847 scompare tra i ghiacci artici l'imponente spedizione navale britannica comandata da Sir John Franklin, andato alla ricerca del "PASSAGGIO A NORD-OVEST"

C'è voluto oltre un secolo e mezzo per riuscire a "bucare" la densa coltre nebbiosa, che per tutto questo lunghissimo periodo ha avviluppato impenetrabilmente, rendendolo sempre più indecifrabile e misterioso, un episodio che fa parte integrante della stessa Storia dell'uomo, della Storia delle esplorazioni, e di quella della marineria. 

 Nel 1847 scompariva nel nulla la missione navale britannica inviata alla ricerca del mitologico "Passaggio a Nord-Ovest" e comandata da Sir John Franklin. 

 Il cinquantanovenne Sir John Franklin, che aveva partecipato a diverse battaglie navali, tra cui quella di Trafalgar, non era del tutto digiuno di Artico. 

 Nel 1818 in qualità di Secondo aveva partecipato alla spedizione di Buchan alle Svalbard. 

L'anno dopo dava inizio ad una grandiosa attività di reconnaissance, per via terra, delle coste artiche situate ad ovest della Baia di Hudson in Canada (...). 

Attività che sarebbe stata portata avanti negli anni 1825-27 (...). 

Due navi (Erebus e Terror) e 129, tra uomini di equipaggio, soldati, marines, medici-chirurghi, esperti di ghiaccio (...), ecc., componevano quella che, all'epoca, rappresentava il gioiello dell'Ammiragliato Britannico. 

La spedizione più imponente e meglio equipaggiata - era dotata di tutte le più avanzate tecnologie allora disponibili -, che fosse mai stata allestita per una missione esplorativa. 

Con estrema cura era stato assemblato il meglio, in uomini e mezzi, che la potenza marittima inglese possedesse nella prima metà del XIX secolo! 

Nel 1845 le navi lasciano il Tamigi

 Nel 1845 la spedizione navale lasciava il Tamigi. 

Due anni dopo le ultime notizie... 

Per decenni innumerevoli spedizioni inglesi, canadesi, statunitensi, via mare, o via terra, cercano di scoprire la sorte riservata agli intrepidi esploratori 

Da allora in poi, sia su impulso inglese, canadese e americano, che grazie alla personale, caparbia, coraggiosa attività propulsiva, che imprevedibilmente e con energia riuscì a produrre concretamente l'immenso amore di Lady Franklin (...) per il marito scomparso, decine e decine di spedizioni, via mare o via terra, si sarebbero susseguite tra loro, per decenni, per cercare di rispondere al pesante interrogativo, che l'opinione pubblica, inglese e internazionale, si sarebbe dovuta porre per un lunghissimo periodo di tempo, sulla sorte riservata a quegli intrepidi esploratori.

Sparse in una vastissima area pari a circa 30 mila Kmq, si raccolgono nell'Artico canadese numerose, seppure frammentate, testimonianze relative alla spedizione e all'itinerario seguito 

 A partire dai primi anni successivi all'improvvisa e inspiegabile scomparsa di quella polare Invincibile Armada, via via si iniziarono a trovare nell'Artico canadese, sparse in una vastissima area pari a circa 30 mila Kmq, numerose, seppure frammentate, testimonianze relative alla spedizione e all'itinerario seguito alla ricerca del "Passaggio", adattandolo di volta in volta alle condizioni dei ghiacci trovate nei diversi stretti e canali dell'arcipelago artico.

 Furono scoperti diversi oggetti appartenenti alle due navi, resti di imbarcazioni, nonché le sepolture di membri della spedizione.

 Vennero altresì raccolte le vive testimonianze degli eschimesi, che li avevano incontrati. 

Tali indizi avrebbero piano piano contribuito ad aprire uno squarcio nelle tenebrose nebbie, che avvolgevano il fato della Grande Spedizione. 

Le diverse ipotesi sull'inspiegabile fallimento dell'Invincibile Armada artica di Franklin: ammutinamento, scarsità di cibo ed episodi di antropofagia, abbandono delle navi bloccate dai ghiacci, contrasti tra gli ufficiali, ecc.

 In questo secolo e mezzo l'analisi degli storici, grazie alle diverse testimonianze raccolte qua e là nell'Artico, ha avuto la possibilità di indirizzarsi verso alcune ipotesi. 

Nessuna delle quali però risolutiva e capace di spiegare da sola, o in concorso con le altre, i come e i perché un esperto comandante come John Franklin avesse potuto far fallire così miseramente, contro ogni più nera aspettativa, una missione così minuziosamente allestita: ammutinamento di parte dell'equipaggio, scarsità di cibo, che ha portato ad episodi (reali) di antropofagia, impossibilità di governo delle navi bloccate dai ghiacci, con il conseguente loro forzato abbandono, contrasti tra gli ufficiali, ecc. 

 C'è da rilevare come tutte le spedizioni, che andarono in soccorso, prima, della spedizione Franklin e, poi, alla ricerca delle sue tracce, nei trentacinque anni successivi alle ultime notizie certe, oltre a acquisire numerosi frammenti di verità sull'immane e misteriosa tragedia artica, non erano mai riuscite a porre la parola "fine" su quanto era realmente avvenuto. 

Le missioni di "ricerca e soccorso" danno uno straordinario impulso alla conoscenza geografica del Grande Nord insulare canadese

 Prezioso e pressoché insostituibile è stato invece il loro apporto per la conoscenza geografica del Grande Nord insulare canadese, nonché di alcune regioni artiche, per lo più disabitate, totalmente ignote agli europei, fino al momento in cui vennero organizzate, anche via terra, alcune difficoltose missioni di soccorso e di "reconnaissance". 

Molti dei nomi di quei capi spedizione (navali e terrestri) figurano ora a buon diritto nella storia delle scoperte geografiche, in quella della conquista del Polo Nord, o in quella canadese tout court e alcuni di loro anche dell'etno-antropologia canadese. 

La verità è ormai prossima, grazie al ritrovamento, negli anni '1980, delle salme ibernate di membri della spedizione

 Solo a partire dal 1984-86 notizie di agenzia e qualche scarno articolo di giornale incominciarono ad accennare ai ritrovamenti, non solo di oggetti appartenuti alla spedizione, ma soprattutto di alcune salme "mummificate" di membri della spedizione, salme pressoché intatte, poiché ibernate (...).

Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO.   NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE II: XIX SECOLO 

E-Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, I e II ediz., 165 pp, 31 note, 150 immagini, di cui 75 a colori (24 sono dell'A.)

E-Book
https://www.amazon.it/dp/B079ZMVGQL


Versione cartacea colori, I ediz.
https://www.amazon.it/dp/1980379076


Versione cartacea bianco e nero, I ediz.
https://www.amazon.it/dp/1980405522


Versione cartacea colori II ediz.
https://www.amazon.it/dp/1095176285


Versione cartacea bianco e nero II ediz
https://www.amazon.it/dp/1095236547

265. JACOB ROGGEVEEN, 1659-1729: Arend Roggeveen; La spedizione del 1721-22: le isole Juan Fernandez con la CAPANNA di ROBINSON CRUSOE, alias SELKIRK e, poi, l’ISOLA DI PASQUA; L’INCONTRO CULTURALE CON I PRIMI POLINESIANI, 1722; I grandi MOAI di pietra. DA: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE I: XIV-XVIII SECOLO

 

 La rotta seguita da Roggeveen nel Pacifico

Cosa c'è nel libro

Il primo volume si interessa ai Navigatori che, dal XIV secolo fino alla soglia del secolo XIX, si spinsero ai “confini del mondo” per esplorare ulteriori rotte marittime e ricercare altre terre e nuovi continenti. Ecco i loro nomi: Cheng Ho (Zheng He), 1371-1424, L’infante Dom Henrique (“Enrico Il Navigatore”), 1394-1460; Giovanni Caboto, 1450?- 1498;  Bartolomeo Díaz, 1450-1500,  Gaspar Corte-Real, ca. 1450-1501,  Amerigo Vespucci, 1454-1512   Jacques Cartier, 1491-1557 Sir Francis Drake, 1544-1596, John Davis, 1550-1605, Henry Hudson, 1570-1611, Samuel De Champlain, ca. 1570-1635,  Abel Tasman, 1603-1659, Jacob Roggeveen, 1659-1729,  James Cook, 1728-1779  (A bordo dell’Endeavour, la nave del primo viaggio nel Pacifico di Cook), George Vancouver, 1757- 1798.

JACOB ROGGEVEEN, 1659-1729

Arend Roggeveen 

 Spesso i figli seguono le orme dei padri. 

A volte anche nella cocciuta ricerca di un mitico continente, che da secoli si crede localizzato nel sud del mondo. 

Ad Arend Roggeveen sarà sufficiente far giurare al figlio Jacob che avrebbe portato avanti la sua opera anche dopo la sua morte, che nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico verrà poi scoperta… la misteriosa isola di Pasqua! 

 Geometra e matematico di Middelburg (...), dove le Compagnie delle Indie Occidentali e Orientali hanno le loro ricche collezioni di manoscritti idrografici e mappe, Arend (...) si è profondamente interessato alla navigazione. 

Compilando libri per piloti (...), con mappe a grande scala delle Indie Occidentali, delle coste americane e dell’Africa occidentale (...). 

Grazie all’esperienza acquisita (...), pensa di dissolvere le brume che circondano l’esistenza della Terra Australe, che secondo lui deve trovarsi da qualche parte ad ovest del Cile. 

 Nel 1675 presenta agli Stati Generali un progetto esplorativo, ma la risposta si fa troppo attendere, tanto che nel frattempo muore... 

Jacob Roggeveen 

 Jacob Roggeveen, anche se con un certo ritardo (...) cercherà di rispettare le sue ultime volontà. 

Non ha mai navigato, né tanto meno comandato una nave. 

È stato solo un avvocato e teologo nella città dove è nato nel 1659 (Middelburg), prima di divenire un influente personaggio nella Compagnia Olandese delle Indie Orientali (Vereenigde Oostindische Compagnie, VOC) a Batavia (Giava) (...). 

Nel 1721 riesce a farsi approvare il progetto paterno dalla rivale, e meno importante, Compagnia delle Indie Occidentali (De Westindiscke Compagnie, WIC), competente per territorio.

(...) Ottiene così tre navi: Den Arend - l’aquila -, Thienhoven - (...) e Den Afrikaansche Galei (...). 

 La spedizione del 1721-22: le isole Juan Fernandez con la capanna di Robinson Crusoe, alias Selkirk e, poi, l’isola di Pasqua. 

 Il 1 agosto del 1721 lascia Texel per dirigersi verso il Brasile e, poi, verso Capo Horn. 

Nei pressi della Terra del Fuoco una tempesta separa le navi: la Thienhoven scompare, le altre sono trascinate nel canale di Drake (...). 

Raggiungeranno i 60° S. 

Fosse stato ancora un po’ più a sud, Roggeveen sarebbe stato il primo a scorgere il continente antartico... 

(...) Fanno quindi rotta verso il Cile ma, troppo spostati ad ovest, si imbattono invece nelle Juan Fernandez (...)  

Gli olandesi hanno così la possibilità di visitare la capanna e il “giardino” del marinaio Selkirk, alias Robinson Crusoe

Ancora visibilissimi, poiché lo scozzese vi era stato nel 1704-09. 

 La sosta è breve. 

 Roggeveen è ansioso di iniziare la ricerca della Terra Australe, anche se al posto del continente troverà solo l’immensità dell’oceano. 

 Esattamente la Domenica di Pasqua del 1722 (...) è avvistata un’isola montagnosa: è forse il segnale dell’approssimarsi della Terra che stanno ansiosamente cercando? 

Il compasso di bordo si comporta in maniera anomala (...), così che il fenomeno magnetico rappresenta una ragione in più per ancorarsi. 

 Roggeveen la battezza: Paasch Eyland, “isola di Pasqua”, anche se gli abitanti (...), la chiamano Rapa-Nui, “Rapa la Grande”.

 Poiché i polinesiani che la colonizzarono la videro simile alla montagnosa Rapa (isole Australi), da allora chiamata Rapa-Iti (“Rapa la Piccola”). 

Nelle leggende è comunque ricordata come Te-Pito-Te-henua (“ombelico del mondo”). 

Priva di alberi, l’isola è però fertile. 

Produce banane, patate e zucchero di canna (...). 

 L’incontro culturale con i primi polinesiani, 1722 

 Naturalmente non saranno gli isolani a stupire gli olandesi, incontrati per la prima volta il 7 aprile, come riporta il giornale di bordo (...): 

martedì mattina il vento soffia con forti raffiche. 

Cerchiamo di avvicinarci a terra all’alba, ma inutilmente. 

Alle 8 una brezza consente di avvicinarci. 

Vediamo un vecchio nudo in una minuscola imbarcazione, che strilla a più non posso. 

Mi avvicino a lui con la barca e, dopo molta resistenza, lo conduco a bordo dell’Arend. 

Ha più di cinquant’anni e un fisico possente. 

La nave e tutto ciò che vi si trova lo meraviglia, come si vede dal viso. 

Non riuscendo a capirlo, cerchiamo di tradurre i suoi segni e le sue espressioni. 

Gli regaliamo uno specchietto, che lo impaurisce, come il suono della campana. 

Gli offriamo un bicchiere di brandy, che versa sulla faccia. 

(...) Appare vergognoso per la sua nudità, poiché si accorge che siamo vestiti. 

Poi mette braccia e testa sul tavolo. 

Sembra una preghiera ai suoi dei (...) 

Dopo salta e canta. 

Sembra contentissimo. 

Copriamo le sue parti intime con un pezzo di tela, di cui è molto felice. 

Balla con i marinai, che suonano un violino, che non lo meraviglia.

 La sua imbarcazione è costituita da piccoli pezzi di legni legati assieme da alcune piante. 

(...) Ci meravigliamo del fatto che sia stato talmente coraggioso da spostarsi così lontano in acqua con l’aiuto di solo una pagaia.

 Quando ci ha raggiunto eravamo a circa tre miglia dalla riva” (...)

I grandi Moai di pietra 

 Gli olandesi sono infatti colpiti dalle oltre duecento grandiose ed enigmatiche sculture di pietra, che pensano siano fatte d’argilla, dalle fattezze umane, alte fino a dieci metri e collocate su piattaforme lungo la costa, davanti alle quali gli isolani si prostrano adorandole:

non riusciamo a capire come sia stato possibile che questa gente, priva di legname consistente e pesante per costruire macchine, siano state nondimeno capaci di erigere tali statue. 

Gli isolani non possiedono ruote, animali robusti, nemmeno risorse, per realizzare questa prodezza artistica, tecnica ed organizzativa” (...)

 Purtroppo il pomeriggio di quel primo giorno, in cui avviene l’incontro culturale, è funestato dall’uccisione di una decina di isolani da parte dei marinai irritati per essere stati derubati dagli indigeni saliti a bordo (...).

Tanto da organizzare una spedizione punitiva. 

Sarà questo solo il primo di una lunga serie di massacri di cui gli isolani saranno vittime innocenti! (...) 

Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE I: XIV-XVIII SECOLO

E-Book, versione cartacea di grande formato (16,99 x 24,4) a colori e bianco e nero, I e II ediz., 170 pp, 32 note, 130 immagini, di cui 101 a colori (38 sono dell'A.

E-Book
https://www.amazon.it/dp/B077LVJGGJ


Versione cartacea bianco e nero, I ediz. 

https://www.amazon.it/dp/1973386313

Versione cartacea a colori, I ediz
https://www.amazon.it/dp/1973354330

Versione cartacea colori, II ediz

https://www.amazon.it/dp/1791931529
 
Versione cartacea bianco e nero, II ediz. 



lunedì 4 novembre 2024

264. ERLAND NILS HERBERT NORDENSKJÖLD, 1877-1932: Cile (PATAGONIA), Argentina-Bolivia (CHACO), Perù, Colombia-Panama. Erland Nils Herbert Nordenskjöld è stato definito "il più grande etnologo della SVEZIA" e tra i più grandi della sua epoca. La SPEDIZIONE SVEDESE CHACO-CORDILLERA (1901-1902), forse la più importante e la più avventurosa delle missioni effettuate da Nordenskjöld in Sud America. INTERLUDIO: L'ESPLORATORE ED ETNOGRAFO FRANCESE Jules CREVAUX e la spedizione al PILCOMAYO, 1881-1882. Il racconto dell’imboscata degli indios, a due mesi dalla tragedia. I battaglieri indios Toba, le reazioni militari argentine e boliviane: altri massacri. DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA. Vol. 2: da THOR HEYERDAHL AD ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN

Il Gran Chaco 
Cosa c'è nel libro

Thor Heyerdahl,  Charles Hose, Everard im Thurn,  Jesup North Pacific Expedition 1897-1902 (Bogoras, Farrand, Fowke, Hunt, Jacobsen, Jochelson, Jochelson-Brodskaya, Laufer, Smith, Swanton, Teit, Franz Boas),  Clyde Kay Maben Kluckhohn,  Michel Leiris, Ralph Linton,  Henri Lhote, Robert Lowie, Jean Malaurie, Edward Man, Margaret Mead, Alfred Métraux, Ashley Montagu, Siegfried Nadel, Kurt Nimuendajú, Erland Nils Nordenskjöld, Hortense Powdermaker, John Wesley Powell, Charles Rabot,  Radcliffe-Brown,

...

ERLAND NILS HERBERT NORDENSKJÖLD, 1877-1932: Cile (Patagonia), Argentina-Bolivia (Chaco), Perù, Colombia-Panama  

Il nome del barone svedese Nils Adolf Erik Nordenskjöld, uno dei più grandi esploratori di tutti i tempi, è indubbiamente così "ingombrante" che, nel tempo, ha finito per offuscare quelli del figlio Erland Nils Herbert e del nipote Nils Otto Gustaf. 

Cioè degli altri componenti di questa brillante e coraggiosa famiglia, che ha apportato preziosissimi contributi a scienza e conoscenza. 

 Erland Nils Herbert Nordenskjöld è stato definito "il più grande etnologo della Svezia" e tra i più grandi della sua epoca.   

(...) La Spedizione Svedese Chaco-Cordillera (1901-1902), forse la più importante e la più avventurosa delle missioni effettuate da Nordenskjöld in Sud America.

 La spedizione lascia Stoccolma nel marzo del 1901. 

Raggiunta Buenos Aires (...), l'8 maggio è a Salta, in quello che oggi è denominato NOA, il nord-ovest argentino andino. 

Dove la spedizione avrà il suo campo base. 

(...) Da Salta vengono effettuate diverse indagini. 

Il 25 maggio giungono a San Pedro (...), nel nord-est. 

Per poi portarsi ancora più ad oriente, nella Sierra Santa Barbara (altitudine massima: 2.540 m). 

(..) Indagini minori sono svolte negli insediamenti abbandonati dei dintorni di una fattoria. 

Vengono analizzate alcune sepolture e Nordenskiöld (...) scoprendo alcune mummie, scriverà che "le urne sono dotate di volti sorprendenti" (...). 

(...) La prossima destinazione è ora l'altopiano arido di Puna de Jujuy (altitudine media 3.700 m). 

(...) A Moreno, a 3.600 metri di quota, ci si accampa.

 (...) Nordenskjöld a Quatchuchiocana esplora caverne, che presentano pitture rupestri. 

Vengono altresì effettuate numerose escursioni, tra cui l’ascensione (...) al Cerro - o Nevado - Chañi (5.949 m). 

(...) Il 25 novembre tornano di nuovo a Salta per i rifornimenti. 

 (...) Il 5 gennaio del 1902 giungono a Cangrejillos, l'8 a Tarija (...) in Bolivia. 

La valle è famosa per i fossili e la spedizione ne raccoglie molti (...), 

 Il 24 febbraio la missione si dirige ad est, verso il Chaco Boreale. 

Lungo la strada si imbattono in numerosi Chiriguano (...) . 

Dal 13 marzo in poi il cammino si fa meno montagnoso, poiché la stazione missionaria francescana di Aguayrenda è circondata da foreste fluviali. 

(...) Non lontano incontrano nella giungla un gruppo di Chorote (...). 

Poi con una marcia di due giorni si inoltrano fino a Crevaux (...), sul Rio Pilcomayo (...), nel Chaco Boreale. 

Qui gli svedesi hanno modo di incontrare, sia gli indios Wichís (...), che i Toba (...), che sono degli ex cannibali?  

E sì, perché l’area è tra le più pericolose in cui si è avventurata la spedizione… 

Ed è stata infida in passato, ma lo sarà anche in futuro. 

Non a caso hanno una scorta fornita loro dal governo boliviano, 8 soldati e un ufficiale, mentre Crevaux si chiama così perché qui, nel 1882, esattamente venti anni prima, venne assassinato l’esploratore ed etnografo francese Jules Crevaux (1848-1882) dagli indios Toba (...), assieme a quasi tutti i suoi compagni di spedizione (...)

Tutti massacrati e, a quanto pare, anche mangiati... 

(...) Così Nordenskjöld ha modo di osservare a Crevaux un fortino, che è stato eretto a protezione dei coloni dagli indios. 

Interludio:  Jules Crevaux e la spedizione al Pilcomayo, 1881-1882 

Nel 1877 Jules Crevaux, esploratore ed etnografo, studia diverse tribù indie dell’interno della Guyana francese (...) e in quella olandese (...). 

Spostatosi in Brasile, raggiunge Belem, dopo aver percorso oltre mille km di foreste e fiumi. 

 Nel 1878 è di nuovo in Guyana (...) seguendo un diverso itinerario.

 Quindi attraversa tutta l’Amazzonia, giungendo nel 1879, dopo 6.000 km, in Colombia. 

Nel 1880 si spinge verso il Venezuela e, all’inizio del 1881, giunge sul delta dell’Orinoco. 

 Adesso vuole esplorare il Pilcomayo, fiume che attraversa il Gran Chaco. 

Alla fine del 1881 sbarca a Buenos Aires. 

Il 4 marzo del 1882 raggiunge Tarija, in Bolivia. 

Ma lo stato di guerra, che tormenta la regione (...), lo costringe a fermarsi. 

(...)  Come previsto, Crevaux con i suoi uomini si porta invece verso il Pilcomayo. 

Il 19 aprile inizia a discendere il fiume. 

Il 27 si inoltra nelle terre degli indios Toba, all’epoca molto vigili e nervosi per i recenti combattimenti avuti con i coloni (...). 

Così vengono tutti fatti prigionieri, salvo due degli uomini di scorta, che riescono a fuggire. 

Racconteranno che Crevaux è stato ucciso e mangiato, come gli altri suoi due compagni francesi

 La collega Isabelle Combès afferma “come in quell’epoca questa parte del mondo era un po’ come il Far West (…) ma i Toba non sono mai stati cannibali e la testimonianza dell’esploratore francese andato alla ricerca di Crevaux, va ponderata, poiché nel tempo ha modificato le sue dichiarazioni, prima di aver finalmente accusato i Toba nei suoi ultimi scritti” (...). 

Il nome dell’esploratore francese citato dalla Combès è quello di Émile-Arthur Thouar (...). 

Ad un anno esatto dal tragico accadimento, nell’aprile del 1883, è stato infatti pregato dal console francese a Santiago del Cile di ricercare eventuali superstiti della missione Crevaux e di riportare in patria le spoglie delle vittime. 

Nel Chaco troverà solo pochi effetti personali (...). 

Il racconto dell’imboscata degli indios, a due mesi dalla tragedia 

(...) A Buenos Aires, ad appena due mesi dalla tragedia (giugno 1882), c’è chi commenta autorevolmente l’accaduto negli austeri saloni della Società Geografica Argentina. 

È Santiago V. Guzmán. 

Vuole rendere un più che doveroso omaggio alla memoria di Crevaux. 

 Offrendoci qualche elemento in più. 

A partire da ancor prima che Crevaux arrivasse a Tarija, nel Chaco Boreale boliviano. 

 “Il governo boliviano desiderava aprire una via di comunicazione con il Paraguay attraverso il Chaco e, perciò aveva organizzato una spedizione con 100 “uomini di linea” (...) e 50 miliziani delle valli di Caiza, conoscitori del Chaco (…) 

Il prefetto di Tarija, come il governo, volevano che le due spedizioni si muovessero congiuntamente (…) in modo da proteggere la commissione scientifica guidata dal dottor Crevaux; ma questi si rifiutò di accettare una simile proposta (…) deciso a penetrare nel cuore del Chaco senza più aiuto che quello dei suoi compagni studiosi e di molti giovani volontari di Tarija, che furono aggregati come scorta. 

La permanenza del Dr. Crevaux a Tarija fu breve. Arrivò in quella città il 4 marzo e il 13 dello stesso mese andò alla missione di San Francisco. 

Dopo aver toccato Caiza (...), arrivò al punto di partenza, dove costruì tre canoe per il viaggio (…) il 19 aprile inizia a discendere il fiume. 

Il 23 aprile, dopo aver navigato per ca. 195 km, giunge a Teyo, la capitale delle popolazioni Toba (…) 

I Toba accolsero i viaggiatori facendo prova di umiltà e di sottomissione (…) accettarono i doni offerti e, dopo aver conquistato la fiducia degli esploratori, li circondarono in gran numero e diedero loro la morte barbaramente a pugnalate e bastonate (…) 

Subito dopo aver ucciso i 14 esploratori, i Toba si gettarono sulle canoe, dove trovarono Ceballos, un giovane di 14-15 anni, che presero prigioniero. 

La stessa sorte toccò al cuoco, che stava preparando il cibo per gli esploratori. 

Questi eventi fatali si sono verificati alle 10 a. m. il 26 o il 27 aprile” (Guzman, 1882). 

I battaglieri indios Toba, le reazioni militari argentine e boliviane: altri massacri 

 Due anni dopo il massacro della missione Crevaux (1884), nel corso della conquista del Chaco australe (...) i Toba vennero respinti (...) dalla spedizione militare del Generale Benjamin Victorica (...). 

DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA 

Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi, etnostorici, 
Vol. 2: da THOR HEYERDAHL AD ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN
(181 pp., 131 note, 163 immagini - 1 è dell'A. -)



E-Book: https://www.amazon.it/dp/B07J5J84J2



Versione cartacea: https://www.amazon.it/dp/1728759420




263. MARCEL GRIAULE (1898-1956), MAESTRO DELL'ETNOLOGIA FRANCESE, è stato il primo studioso d'oltralpe ad effettuare ricerche sul campo: Africa (Etiopia, MISSIONE DAKAR-GIBUTI, DOGON del MALI). La Mission ethnographique et linguistique Dakar-Djibouti, la celebre spedizione multidisciplinare transafricana (...) ha luogo nel 1931-33. Si interesserà a quindici paesi. Il primo contatto con i DOGON del Sudan francese (MALI).Tra il 1946 e il 1956 trascorrerà ben due anni tra i DOGON. Nel 1946 il vecchio cacciatore cieco Ogotommêli lo inizia alla complessa COSMOGONIA dei DOGON. DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA Vol. 1: da Adolf Bastian a Vinigi L. Grottanelli

Il giovane studioso Griaule al lavoro nella sua tenda, Mali


Cosa c'è nel libro:  
1. Le "idee elementari" delle culture umane: lo studioso tedesco Adolf Bastian, uno dei padri dell'etnologia contemporanea; 2. Tra "gli spiriti delle foglie gialle": Hugo A. Bernatzik, uno dei massimi etnologi e viaggiatori austriaci"; 3. Tra i miti e le realtà del Borneo favoloso: l’esploratore ed etnografo norvegese Carl Alfred Bock, uno tra i primi studiosi dei Dayaks; 4. Un artista tra gli indios del Mato Grosso: Guido Boggiani, pittore, fotografo, esploratore ed etnografo, morto in circostanze misteriose; 5. George Catlin, pittore-etnografo, spese la sua vita per difendere e far conoscere il mondo in rapida scomparsa degli indiani d'America; 6. La saga di Ténatsali “Fiore medicinale”: Frank H. Cushing, uno dei più singolari esponenti della Storia dell’Antropologia; 7. La polacca Maria Antonina Czaplicka e la sua ricerca sul campo nell’artico siberiano; 8. Un polacco in Africa centrale: l’antropologo Jan Czekanowski protagonista della prima missione scientifica nei Grandi Laghi; 9. Un genovese in Nuova Guinea: Luigi M. D'Albertis, primo europeo a esplorare la terra degli uccelli del paradiso; 10. La grandiosa opera etnomusicologica di Frances T. Densmore sui canti degli Indiani delle Pianure; 11. Lo Xingú, un remoto angolo di mondo: Karl von den Steinen con le sue complesse esplorazioni scientifiche nel Mato Grosso è il “padre dell'etnologia brasiliana”; 12. Tra i "sapienti" Dogon del Mali: gli importanti studi sull'Africa occidentale dell'etnologa francese  Germaine Dieterlen; 13. Storie di vita nelle Indie Olandesi: l'antropologa americana Cora A. Du Bois nell'isola di Alor compì studi fondamentali sulla cultura e la personalità dei nativi; 14. Fred Eggan antropologo moderno. Lo studioso statunitense che ha saputo coniugare etnologia storica e struttural-funzionalismo; 15. Lo studio sistematico del popolo dei Nuer: Edward Evans-Pritchard, maestro dell'antropologia sociale britannica; 16. Un "ragazzo" tra i Maori: l'antropologo neozelandese Sir Raymond Firth; 17. Il “Grande Peter” degli Inuit artici: la vita avventurosa dell’esploratore e antropologo danese Freuchen; 18. Con ricerche audaci e "fuori dal coro" l'esploratore tedesco Leo Frobenius rivoluzionò gli studi etno-antropologici, restituendo all'Africa la propria storia; 19. Un appassionato studioso dell'Uomo dalle biblioteche alle piste dell'Africa occidentale: l'antropologo francese Marcel Griaule, maestro di generazioni di ricercatori; 20. Lungo la via maestra dell'etnologia italiana, un nome su tutti spicca nella ricerca sul campo e nell'analisi teorica: quello di Vinigi L. Grottanelli

...

MARCEL GRIAULE (1898-1956), MAESTRO DELL'ETNOLOGIA FRANCESE, è stato il primo studioso d'oltralpe ad effettuare ricerche sul campo: Africa (Etiopia, Missione Dakar-Gibuti, Dogon del Mali)  

È considerato uno dei Maestri dell’Etnologia francese e lo studioso che ha brillantemente “trasferito” la disciplina dai tavolini delle biblioteche al terreno. 

 Infatti è il primo scienziato d’oltralpe ad effettuare ricerche empiriche in assoluto, non solo in Africa… 

Nel suo “bottino” euristico troviamo ancora: la prima ricerca estensiva regionale africana; la raccolta di un immenso materiale etnografico, che darà impulso al vetusto Trocadéro e vita al futuro Museo dell’Uomo; un pluriennale insegnamento delle tecniche di ricerca; lo svilupparsi alla Sorbona di una “scuola” nella quale si formeranno i più grandi etnologi francesi dell’epoca (...); la pionieristica utilizzazione di macchine fotografiche, cineprese e registratori ne fanno anche un precursore dell’antropologia visiva... 

 Infine per quasi un quarto di secolo studierà la cultura dei Dogon dell’Africa occidentale, tanto che quest’etnia diventerà presto una delle più note del continente, conosciuta anche dal grosso pubblico.

(...) Marcel Griaule nasce nel 1898 ad Ainsy-sur-Armençon (...). 

Nel 1917 lascia il liceo, arruolandosi nell’aviazione (...). 

[nel 1920] inizia a seguire i corsi della Facoltà di Lettere dell’Università di Parigi.

 Nell’Istituto di Etnologia “scopre” (...) Marcel Mauss e si interessa ai lavori di Paul Rivet e Lévy-Bruhl. 

Attratto dalla disciplina, è incoraggiato a diventare uno studioso dell’Uomo(...) 

 Nel 1927 si diploma alla Scuola Nazionale di Lingue Orientali Viventi (...).  

 Nel 1928 è in Etiopia (...)

Nel 1930 partecipa alla creazione (...) della Société des Africanistes, nel contesto (...) di un grandioso progetto scientifico, che vedrà coinvolti Istituto di Etnologia e Museo e avrà importanti risvolti economici e politici. 

Sarà infatti anche supportato dal governo, intenzionato a ribadire la presenza francese in Africa.

La Mission ethnographique et linguistique Dakar-Djibouti, la celebre spedizione multidisciplinare transafricana (...) ha luogo nel 1931-33. Si interesserà a quindici paesi

(...) La Mission ethnographique et linguistique Dakar-Djibouti, la celebre spedizione multidisciplinare transafricana (...) ha luogo nel 1931-33.

 Partendo da Dakar (Senegal) (...) attraverserà l’intero continente, giungendo fino a Gibuti (...). 

 Alla missione partecipa un selezionato gruppo di collaboratori (...). 

(...) Le indagini estensive interesseranno quindici paesi. 

L’abbondante materiale raccolto, testimonianza della straordinaria ricchezza delle culture materiali africane, arricchirà il Museo Etnografico del Trocadéro (...) e darà poi vita al Museo dell’Uomo (...). 

Include 3.600 reperti etnografici, 300 manoscritti etiopici, numerosi dipinti, unitamente a 6.000 foto, 1.600 metri di pellicola (...), registrazioni sonore (...).

Testimonianza di una straordinaria e imprevedibile ricchezza delle culture materiali africane 

Il primo contatto con i Dogon del Sudan francese (Mali)

 Nell’ambito della spedizione Griaule compie la sua primissima missione tra i Dogon dell’altopiano di Bandiagara, nel Sudan francese (Mali). 

Un “incontro” che per il francese è un vero e proprio “colpo di fulmine”. 

Tra il 1946 e il 1956  trascorrerà ben due anni tra i Dogon 

Tanto che tra il 1946 e il 1956 tornerà nel Mali ben dodici volte, per un soggiorno complessivo di due anni! 

 La Missione Dakar-Gibuti effettuerà altre due indagini collaterali: tra i Kirdi del Camerun; nella regione di Gondar (Etiopia). Studiando totemismo, magia e fenomeni di possessione. 

(...)  Quindi effettua altre missioni: Sahara-Sudan, tornando tra i Dogon, dopo aver attraversato il deserto (1935); Sahara-Camerun, con Lebeuf e de Lauwe (1936-37). 

 Da questo momento in poi, scavi archeologici e riprese fotografiche dall’aereo si aggiungono all’etnologia. 

(...) Nel 1942 ottiene la prima cattedra di Etnologia della Sorbona. 

Nel 1946 è nuovamente tra i “suoi” Dogon

Nel 1946 il vecchio cacciatore cieco Ogotommêli lo inizia alla complessa cosmogonia dei Dogon

Per lui questo è un anno fortunato, poiché incontra il vecchio cacciatore cieco Ogotommêli, un inaspettato Virgilio di questa etnia sudanese, che lo inizia alla complessa cosmogonia del suo popolo.

 Grazie alla lunga “conversazione” che ha con lui, scrive in seguito Dieu d’eau (1948), la sua opera più nota. 

(...)  Nel 1956 Griaule muore a Parigi per un infarto. 

Appresa la notizia, i Dogon (...) gli riserveranno un onore che solo pochi etno-antropologi al mondo hanno avuto.

 Servendosi di un manichino, per quell’uomo bianco che si è interessato a loro per tanti anni, celebreranno un funerale secondo i riti tradizionali… (...)

DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA 

Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi, etnostorici. Vol. 1: da Adolf Bastian a Vinigi L. Grottanelli 

E-Book e versione cartacea in bianco e nero di grande formato (16,99 x 24,4), 171 pp., 87 note, 145 immagini (10 sono dell'A.)

E-Book: https://www.amazon.it/dp/B07GKR6BKP


Versione cartacea: https://www.amazon.it/dp/1719852340


262. LA SPEDIZIONE DELLA NAVE DANIMARCA NELLA GROENLANDIA NORD-ORIENTALE (1906- 1908) dedicherà molta attenzione alla PREISTORIA degli INUIT, riuscendo a mappare diversi insediamenti THULE. Circa un secolo prima (1823) Douglas CLAVERING, della Royal Navy, accompagnato dal geofisico SABINE, era stato il primo europeo a superare i ghiacci della banchisa, che a questa latitudine attanaglia la Groenlandia orientale. Farà costruire un OSSERVATORIO sull'isola che sarà chiamata SABINE. L'INCONTRO con gli ULTIMI 12 INUIT della Groenlandia Nord-orientale (1823). DA: TRA I GHIACCI DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST.


Capanne Inuit sull'isola Sabine, Groenlandia (1869-1870)
Da: Die Zweite Deutsche Nordpolarfahrt in den Jahren 1869 und 1870 unter Führung des Kapitäns Koldewey. Verein für die Deutsche Nordpolfahrt, Brema 1874. * la foto non figura nel libro

Cosa c'è nel libro: 

PREMESSA; PARTE I.   L’A. e il Passaggio a Nord-Ovest

La scoperta involontaria dell’accesso orientale al Passaggio nel 1616; L’anomia nell’Artico: corsari “on duty” e fuori servizio; ammutinamenti degli equipaggi; Spedizioni pluriennali volontarie e non (per sverno o deriva dei ghiacci), o ripetute nel tempo; Alla ricerca di montagne, isole e terre inesistenti; Scoperta di nuove isole e “riscoperta” nel XX secolo di terre dimenticate; Missioni solitarie, di gruppo, via terra, via mare; Nel 1819 Parry riceve il premio per aver raggiunto la metà della  distanza tra i due accessi (orientale e occidentale) del Passaggio; Spedizioni scomparse nel nulla (XV-XVIII secolo); Il “mistero” per antonomasia della Storia delle Esplorazioni: la  Grande Spedizione “perduta” di Sir John Franklin, 1845; Nel 1854 il premio di 20.000 sterline spetta a McClure per la  scoperta, da ovest ad est, del Passaggio; Amundsen naviga il Passaggio da est a ovest nel 1903-1906. Nel  1921-24, sia pure su slitte, il percorso è ripetuto dalla Quinta  Spedizione Thule dell’etnologo Rasmussen; Infine, sezione dopo sezione, l’itinerario del mitico Passaggio a Nord-Ovest

PARTE II        Nel Passaggio a Nord-Ovest

TuktoyaktukMare di Beaufort (Artico Occidentale, Northwest Territories); Resolute Bay (Qausuittuq): Stretto di Barrow (Artico Centrale-Alto Artico, Nunavut);  Iqaluit (Frobisher Bay): Isola di Baffin, Artico Orientale, oggi Nunavut; Pangnirtung (Cumberland Sound): Isola di Baffin, Artico Orientale, oggi Nunavut; Le altre due comunità: Inuvik, delta del fiume Mackenzie (ad ovest, nei Northwest Territories), Kuujjuaq, già Fort Chimo (ad est, nel Nunavik)

PARTE III   ALLA SCOPERTA DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST:  ESPLORATORI, NAVIGATORI, ANTROPOLOGI

1. GIOVANNI CABOTO, 1450? - 1498. Nell’outport di Bonavista, nell’isola canadese di Terranova. La misteriosa scomparsa di Caboto e delle sue navi, 1498; 2. GASPAR CORTE-REAL, ca. 1450-1501. I portoghesi si interessano ai banchi di merluzzo di Terranova. I fratelli Gaspar e Miguel Corte-Real. Gaspar Corte-Real e la prima spedizione del 1500. La scomparsa di Gaspar Corte-Real nella spedizione del 1501; 3. SIR FRANCIS DRAKE, 1544-1596.  Nel 1577 una squadra al comando di Francis Drake salpa da  Plymouth, dando inizio alla prima circumnavigazione inglese della  Terra; Raggiunto il Pacifico, si risale la costa del Sud America (1578), attaccando a sorpresa navi e insediamenti spagnoli, per proseguire  ancora verso nord, ma solo al 48° N, 1579; 4. JOHN DAVIS, 1550-1605. La prima spedizione del 1585: Groenlandia e Baffin; La seconda spedizione del 1586: Groenlandia e Labrador; La terza spedizione, 1587: Groenlandia, ancora Baffin, Stretto di  Hudson, Labrador; 5. HENRY HUDSON, 1570-1611. La spedizione del 1607: Groenlandia, Svalbard, Jan Mayen; Le spedizioni del 1608 e 1609: Nuova Zemlja, Terranova, Maine,  Cape Cod, Manhattan; L’ultima spedizione del 1610-11: Islanda, Groenlandia, Labrador,  Baia di Hudson, l’ammutinamento e… la morte; Uno straordinario insegnamento nautico; 6. SAMUEL DE CHAMPLAIN, ca. 1570-1635. Il primo viaggio del 1603 serve anche per ricercare il Passaggio, che  però non riesce a trovare…; 7. JAMES COOK, 1728-1779. Il terzo, e ultimo, viaggio, 1776-79: lo Stretto di Bering; 8. GEORGE VANCOUVER, 1757-1798. A bordo della Resolution e della Discovery con Cook, 1772-75 e  1776-80; La spedizione in Nord America, 1791-95; 9. JOHN ROSS, 1777-1856. Stretto di Davis, Baia di Baffin, Lancaster Sound, le “Montagne di  Crocker”, 1818; Penisola e Golfo di Boothia, King William Island, quindi nella  Penisola di Boothia viene raggiunto il Polo Magnetico Nord, 1829-1833; Alla ricerca della Spedizione Franklin: Stretto di Lancaster, 1850-1851; 10. WILLIAM EDWARD PARRY, 1790-1855. Con John Ross nel Lancaster Sound, 1818; Lancaster Sound, Stretto di Barrow, Melville Sound. Nella Melville  Island tocca i 110°Ovest: È a metà del Passaggio a Nord-Ovest. Quindi l’isola di Banks, 1819-1820; Bacino di Foxe, Isola Southampton, Repulse Bay, Penisola di  Melville, Igloolik, 1821-1823; Canale del Principe Reggente, Stretto di Barrow, 1824-1825; Verso il Polo Nord raggiunge gli 82° 45' N, 1827; 11. SIR JOHN FRANKLIN, 1786-1847. Introduzione; La Grande Spedizione di Franklin salpa alla ricerca del Passaggio a  Nord-Ovest, 1845. PRIMA FASEAlla ricerca della spedizione, le missioni di soccorso  e ricerca (1848-1880) scoprono materiali, tombe, resti umani; 11. 1 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Elisha Kane  (1820-1857): 1850-51; 1853-55 11. 2 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Robert  McClure (1807-1873): 1850-54 11. 3 Alla ricerca via mare della Spedizione Franklin: Sir Francis  Leopold Mc Clintock (1819-1907): 1848-49; 1850-51; 1852-1855; 1857-59 11. 4 Alla ricerca via terra della Spedizione Franklin: John Rae  (1813-1893):1848-49; 1850; 1850-51; 1853-54; SECONDA FASE: alla fine di un decennio di ricognizioni sul  terreno, di studi e analisi a tavolino e in laboratorio, negli anni ‘1980  si ricostruiscono le cause del tragico fallimento di una delle più  grandi imprese umane, che la storia dell'esplorazione ricordi; TERZA FASEanni ‘2000. il cambiamento climatico favorisce il ritrovamento sul fondo del Mar Glaciale Artico delle navi di  Franklin: l’Erebus (2014) e la Terror (2016); La sopravvivenza nell'Artico: insegnamenti provenienti dalla cultura  eschimese (Inuit) e dall'antropologia; 12. OTTO SVERDRUP, 1854-1930. Con Nansen attraversa da est ad ovest l’inlandsis della Groenlandia  con gli sci (1888); Con la Fram verso il Polo Nord su slitte trainate da cani. La  Norwegian Arctic Expedition, 1898-1902; 13. ROALD AMUNDSEN, 1872-1928. Alla conquista del Passaggio a Nord-Ovest, 1903-1906. La Gjøa salpa da Cristiania (Oslo); 14. DONALD BAXTER MACMILLAN, 1874-1970. Un grande divulgatore scientifico; Le prime spedizioni artiche (1908-1917); Le spedizioni polari con la Bowdoin (1921-1954); 15. PETER FREUCHEN, 1886-1957. Con Wegener nel nord-est della Groenlandia con la Spedizione Danese, 1906-1908; Con Rasmussen Prima Spedizione di Thule, 1912; Quinta Spedizione di Thule: Isola di Baffin, Penisola di Melville, Baia di Hudson Occidentale,1921-1924; 16. KNUD RASMUSSEN, 1879-1933; La Danske Literaere Grönlands Ekspedition, Groenlandia 1902-1904; La nascita in Groenlandia; Lo Spaccio di Thule tra gli Eschimesi (Inuit) Polari, Groenlandia  settentrionale; Le Sette Spedizioni Thule; Le prime quattro spedizioni: 1912-13, 1916-1917, 1919; La Quinta Spedizione, la più grandiosa di tutte: Groenlandia-Siberia, 1921-1924; Dall’Isola dei Danesi: molteplici indagini etnografiche, etnologiche, archeologiche. RASMUSSEN RACCONTA; Sesta e Settima Spedizione: 1931, 1932-33; 17. VILHJALMUR STEFANSSON, 1879-1962. Islanda, 1904-05; Alaska e Artico occidentale canadese, con la  Anglo-American Polar Expedition, 1906-07; Artico occidentale canadese, 1908-12: Eschimesi del Mackenzie e del Rame; La Canadian Arctic Expedition (Cae), la più lunga esplorazione  polare della storia, tra Alaska e Artico Canadese, 1913-18; L’odissea della Karluk APPENDICE AI MARGINI, MA NON TROPPO…Ludvig Mylius-Erichsen, Peter Freuchen, Alfred Wegener e la prima automobile tra i ghiacci artici, Nella spedizione della Danimarca nel nord-est della Groenlandia (...) BIBLIOGRAFIA CARTE

...

LA DANMARK-EKSPEDITIONEN, GROENLANDIA NORD-ORIENTALE, 1906- 1908, dedicherà molta attenzione alla preistoria degli Inuit, riuscendo a mappare diversi insediamenti Thule 

La spedizione dedicò molta attenzione alla preistoria degli Inuit. 

Mappando e registrando diversi insediamenti Thule (...). 

Tra lo Scoresby Sound e la punta di Nord-Est della Groenlandia i resti delle loro abitazioni costruite con zolle di terra sono infatti numerosi (...). 

Dal punto di vista archeologico, una distinzione largamente condivisa dagli studiosi suddivide i pre-eschimesi, tra Groenlandia e Alaska, in tre gruppi: Denbigh (Arctic 263 Small Tool Tradition, 3000-500 a.C.); Dorset (1000 a.C.-1100 d.C.); Thule (800-1700 d.C.). 

 Attualmente gli unici insediamenti eschimesi (Inuit) presenti sulla costa orientale si trovano a Ammassalik (65°40′ N) e, più a nord, a Scoresby Sound (Illoqqortoormiu) (70° N). 

Circa un secolo prima (1823) Douglas Clavering, della Royal Navy, accompagnato dal geofisico Sabine, era stato il primo europeo a superare i ghiacci della banchisa, che a questa latitudine attanaglia  la Groenlandia orientale. Farà costruire un osservatorio sull'isola che sarà chiamata Sabine

 Nel 1823 il Capitano Douglas Charles Clavering della Royal Navy (1794-1827), accompagnato dal geofisico Sabine (lo stesso della spedizione Parry del 1819-20), sarà il primo europeo a superare i ghiacci della banchisa, che attanaglia a questa latitudine la Groenlandia orientale, a bordo della Griper

Dopo aver costruito un osservatorio nell’isola, che chiama Sabine (74°35´N), con una barca si porta più a sud (74°15´N). 

L'incontro con gli ultimi 12 Inuit della Groenlandia Nord-orientale (1823)

Tra il 16 e il 24 agosto sarà, così, il primo - e ultimo - europeo ad incontrare, in un accampamento estivo nel sud della grande isola, che da lui prenderà il nome (Clavering), gli ultimi 12 superstiti (uomini, donne e bambini) di un gruppo eschimese della Groenlandia Nord-Orientale (...). 

Simili, secondo Clavering (...) a quelli incontrati da Parry e Lyon a Igloolik, nel 1822-1823 [e, ancor prima, agli Eschimesi Polari scoperti da John Ross nel nord-ovest della Groenlandia nel 1818].

 Poiché, contrariamente a quanto afferma Higgins (...), non sono pre-eschimesi di Thule. 

Oltre tutto il loro campo estivo era composto da tende, esattamente come fanno gli eschimesi “storici”, cioè odierni (...).

 Comunque “la mattina seguente trovammo che ci avevano tutti lasciato, abbandonando le loro tende e ogni cosa, e non avevo dubbio che si erano allarmati per gli spari” (...). 

Gli europei avevano infatti sparato alcuni colpi dimostrativi, sia con la pistola, che con i moschetti, uccidendo anche una foca!

Dalla nota n. 165 dell'APPENDICE DI: TRA I GHIACCI DEL PASSAGGIO A NORD-OVEST.  Prologo ad una ricerca antropologica tra gli Inuit dell’Artico canadese 

E-Book, Versione cartacea a colori e in bianco e nero
di grandi dimensioni (16,99 x 24,4) 237 pp., 212 foto (47 sono dell'A.), 143 note.
E-Book: https://www.amazon.it/dp/B09X5DW3HK

Colori: https://www.amazon.it/dp/B09ZB7794T

Bianco e nero  https://www.amazon.it/dp/B09ZCS95LJ

La versione cartacea ha 37 pagine e 32 foto in più di quella digitale. In parte dovuti alla diversa impaginazione (i capitoli iniziano sempre sulla destra). Ma anche al fatto che ho inserito un’APPENDICE, che non c’è nell'E-BookLudvig Mylius-Erichsen, Peter Freuchen, Alfred Wegener e la prima automobile tra i ghiacci artici, Nella spedizione della Danimarca nel nord-est della Groenlandia (...)

...

TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.