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sabato 28 dicembre 2024

308. IL COMANDANTE DEL BOUNTY: WILLIAM BLIGH (1754-1817). Ottimo navigatore e cartografo, coraggiosissimo, ha una prodigiosa conoscenza di scienza e matematica; Cresce letteralmente a bordo delle navi; A ventidue anni ufficiale di rotta sulla Resolution di Cook, nel terzo viaggio intorno al mondo; A Tahiti per raccogliere gli alberi del pane; L'ammutinamento: Bligh e diciotto uomini sono costretti ad imbarcarsi su una scialuppa. In 47 giorni arriva a Timor, dopo aver navigato per 6.000 km; Un'impresa unica nella storia della navigazione: una navigazione di precisione infinitesimale, che ha unito due puntini tra loro remotissimi, con un lungo e invisibile filo. Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE II: XIX SECOLO

 

Lo schema del Bounty

Premessa

Per molti anni (dal 1995 al 2012) ho collaborato alla storica Rivista Marittima, pubblicando anche un supplemento sull’isola di Creta, oltre che al Notiziario della Marina. Inoltre sono stato onorato più volte dei Patrocini che lo Stato Maggiore della Marina Militare mi ha concesso per le ricerche condotte in Atlantico (tra il 1982 e il 1998), nell’ambito del mio Programma sulle Comunità Marittime dell’Atlantico del Nord.

Cosa c'è nel libro:

William Bligh, 1754-1817; Urey Fyodorovich Lisianski, 1773- 1837 e Johann von Kruzenstern, 1770-1846; Matthew Flinders, 1774 -1814; John Ross, 1777-1856;  Fabian Gottlieb Thaddeus von Bellingshausen, 1778-1852; Sir John Franklin, 1786-1848; Alla ricerca via mare della Spedizione FranklinElisha Kent Kane, 1820-1857; Robert McClure, 1807- 1873; Sir Francis Leopold Mc Clintock, 1819-1907Alla ricerca via terra della spedizione FranklinJohn Rae, 1813-1893; William Scoresby Jr. 1789-1857;  William Edward Parry, 1790-1855; Elling Carlsen, 1819-1900; Arciduca Ferdinando Massimiliano (Max) d’Asburgo, 1832-1867; Nils Adolf Erik Nordenskjöld, 1832-1901; Enrico Alberto  D’Albertis, 1846-1932; La Missione in Asia della Ostasiengeschwader, la Squadra Prussiana dell’Asia Orientale (1860-62);  Otto Sverdrup, 1854-1930;  Fridtjof Nansen, 1861-1930.

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IL COMANDANTE DEL BOUNTY: WILLIAM BLIGH (1754-1817) 

 Ebbene sì, è proprio lui, il famigerato comandante del Bounty, il comandante “cattivo” per antonomasia, come lo ha immortalato la cinematografia! 

In effetti è personaggio del tutto “particolare”. 

Anche perché dai due film che vidi sul Bounty scaturiva una personalità decisamente antipatica. 

Bligh viene ricordato nella Storia della Navigazione

Eppure non tutti sanno (...) come proprio Bligh abbia conquistato un suo “posto” nella storia della navigazione. 

(...) Dando come ampiamente noto quello che è stato il più celebre ammutinamento di tutti i tempi, vanno però precisati alcuni fatti e circostanze. 

A cominciare dal comportamento di Bligh, duro e inflessibile, del resto non tanto dissimile da quello osservato da altri comandanti della Royal Navy

Specialmente quando parte dell’equipaggio è stato sciangaizzato, cioè arruolato forzosamente, o si dovevano effettuare (...) missioni esplorative (...) in regioni poco o nulla conosciute, perciò potenzialmente assai pericolose: “il perfetto comandante di una nave della marina militare britannica doveva essere inflessibile, e largheggiare più in punizioni che in premi e riconoscimenti” (...). 

 Ottimo navigatore e cartografo, coraggiosissimo, ha una prodigiosa conoscenza di scienza e matematica 

 In effetti William Bligh è un buon ufficiale: ligio al dovere, ottimo navigatore e cartografo, coraggiosissimo, ha una prodigiosa conoscenza di scienza e matematica. 

Non a caso sarà sponsorizzato nientemeno che dal Banks,  l’influentissimo Presidente dell’altrettanto potente Royal Society

Nel temperamento di Bligh invece scarseggia (...) la duttilità (...)

(...) al contrario dei suoi ufficiali e di molti colleghi, tutti sfornati dall’Accademia, egli proveni[va]sse dalla gavetta.

 Nel suo caso lo scrupoloso (...) “rispetto delle regole” è anche una sottilissima questione di revanche

Cresce letteralmente a bordo delle navi

Lui, che è stato severamente forgiato dal mare, del quale conosce ogni minimo segreto, avendolo frequentato fin da bambino, perché è letteralmente cresciuto a bordo delle navi. 

(...) Tutto ciò sarà di fondamentale importanza per il suo futuro di ufficiale ma, soprattutto, per la sopravvivenza sua e di quella degli uomini imbarcati su quel guscio di noce, che dovrà affrontare il più temibile degli oceani, il Pacifico… 

Oltre tutto un’involontaria spinta alla secessione l’aveva fornita lui stesso (...) a Tahiti. 

Lasciando, nella paradisiaca isola, “briglia sciolta” ai suoi uomini (...) 

(...) a sette anni sale per la prima volta a bordo di una nave, in qualità di domestico del capitano del Monmouth

A sedici (...) si arruola nella Marina come marinaio (Hunter).

A ventidue anni ufficiale di rotta sulla Resolution di Cook, nel terzo viaggio intorno al mondo

(...) Nel 1776-1780 è ufficiale di rotta sulla Resolution di Cook, nel suo terzo e ultimo viaggio intorno al mondo: è fresco di brevetto e ha solo ventidue anni. 

Ha il mondo nelle sue mani! 

 (...) L’approfondita conoscenza dei Caraibi, di Tahiti e del Pacifico, nonché la riconosciuta abilità come navigatore, inducono Banks a raccomandarlo all’Ammiragliato. 

A Tahiti per raccogliere gli alberi del pane

Dovrà andare a Tahiti con il Bounty (1787-89) a raccogliere gli alberi del pane da portare nelle Indie occidentali sull’orlo della carestia.

 Una volta trapiantati, forniranno cibo a buon mercato agli schiavi delle piantagioni. 

 Dopo aver finito di caricare le piantine, il Bounty lascia infine Tahiti il 4 aprile 1789. 

Lo storico ammutinamento avviene nella notte del 27. 

L'ammutinamento: Bligh e diciotto uomini sono costretti ad imbarcarsi su una scialuppa. In 47 giorni arriva a Timor, dopo aver navigato per 6.000 km

Il giorno successivo Bligh e diciotto uomini dell’equipaggio sono costretti ad imbarcarsi su una scialuppa (7,5 m per 2,30), che il comandante, grazie ad un incontenibile blend psicologico composto da furore, umiliazione, rabbia, orgoglio (...) condurrà in 47 giorni fin nella lontanissima isola di Timor. 

 Il 14 giugno a Kupang, nell’isola di Timor: “non eravamo che pelle ed ossa: membra coperte di piaghe e rivestite di stracci” (...). 

Con pochi viveri e acqua, senza mappe, ma con una bussola e un preziosissimo sestante, è riuscito a percorrere l’incredibile distanza di 6.000 km attraverso: Tonga, Figi, Nuove Ebridi, Grande Barriera Corallina e Capo York (Australia), Mar degli Arafura. 

Un'impresa unica nella storia: una navigazione di precisione infinitesimale, che ha unito due puntini tra loro remotissimi, con un lungo e invisibile filo

Una navigazione “mirata”, di precisione infinitesimale che, con un lungo e invisibile filo, ha saputo unire due puntini tra loro remotissimi. 

Forse sarebbe stato ben più semplice colpire la luna con un ipotetico archibugio a lunghissima gittata… 

Un’impresa unica nella storia, la sua, compiuta senza perdere un solo uomo. 

(...) Tornato in Inghilterra (...), a sua volta è deferito alla corte marziale. 

 Ma è solo la routine, poiché ha perso la nave! 

Assolto, è promosso capitano. 

(...) Nel 1791 l’Ammiragliato (...) lo invia nuovamente a Tahiti. 

Porterà infine a termine il compito a suo tempo assegnatogli, trasportando (...) alberi del pane nei Caraibi. 

Il progetto si dimostrerà comunque un fiasco colossale: i bianchi ritengono i frutti nauseanti e indigesti, gli schiavi si rifiutano di mangiarli. 

(...) nel 1801 sarà eletto Fellow della Royal Society per ciò che è riuscito a fare nel campo della nautica e della botanica (...). 

 Nel 1805 è nominato Governatore del Nuovo Galles del Sud (Australia). 

 L’inflessibilità, che anche nella colonia applica, per contrastare la diffusione dell’alcool, monopolizzato dai corrotti ufficiali della guarnigione, purtroppo ancora una volta “non paga” il buon Bligh, che fa esplodere la cosiddetta “ribellione del rum” (1808). 

(...) verrà sbattuto per un paio d’anni agli arresti domiciliari a Sidney! 

In Inghilterra (...) sarà poi la corte marziale a fargli giustizia (...)

Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO.   NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE II: XIX SECOLO 

E-Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, I e II ediz., 165 pp, 31 note, 150 immagini, di cui 75 a colori (24 sono dell'A.)

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giovedì 26 dicembre 2024

307. THOR HEYERDAHL, 1914-2003: Polinesia (Isole Marchesi e Tuamotu), Galapagos, Isola di Pasqua, Maldive, Perù, Canarie; traversate oceaniche (Pacifico, Atlantico, Indiano). Negli ultimi anni in più di un'occasione avevo "incontrato" Thor Heyerdahl al di fuori delle pagine dei libri; La zattera del Kon-Tiki (1947). DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA. Vol. 2: da THOR HEYERDAHL AD ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN

Thor Heyerdahl, ca. 1980 (foto NASA)


Cosa c'è nel libro

Thor Heyerdahl,  Charles Hose, Everard im Thurn,  Jesup North Pacific Expedition 1897-1902 (Bogoras, Farrand, Fowke, Hunt, Jacobsen, Jochelson, Jochelson-Brodskaya, Laufer, Smith, Swanton, Teit, Franz Boas),  Clyde Kay Maben Kluckhohn,  Michel Leiris, Ralph Linton,  Henri Lhote, Robert Lowie, Jean Malaurie, Edward Man, Margaret Mead, Alfred Métraux, Ashley Montagu, Siegfried Nadel, Kurt Nimuendajú, Erland Nils Nordenskjöld, Hortense Powdermaker, John Wesley Powell, Charles Rabot,  Radcliffe-Brown,

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THOR HEYERDAHL, 1914-2003: Polinesia (Isole Marchesi e Tuamotu), Galapagos, Isola di Pasqua, Maldive, Perù, Canarie; traversate oceaniche (Pacifico, Atlantico, Indiano) 

Giovedì 18 aprile 2003, ad ottantasette anni d'età, si spegneva il grande Thor Heyerdahl nella ligure Colla Micheri (...). 

Nato nel 1914 a Larvik, nella Norvegia meridionale, da tempo era un ligure d'adozione, anche se nel 1990 si era trasferito a Tenerife, nelle Canarie, per essere vicino alle piramidi di Güímar, oggetto dell'ultima sua ricerca. 

Heyerdahl, che dal 2001 dirigeva una missione ad Azov (Russia) e all'inizio del 2003 era nelle Samoa per impostarne un'altra, si trovava a Colla Micheri per una riunione di famiglia (...). 

Dopo un breve ricovero ospedaliero, decideva di andare a morire nella sua casa, "poiché era tempo di appendere i remi e di cavalcare verso il tramonto" (...) . 

Per oltre mezzo secolo gli abitanti del "paese dei fiordi" hanno considerato l'etnologo norvegese come un mito vivente. 

Idealmente faceva parte di uno straordinario Pantheon di eroi norvegesi, comprendente Nansen, Amundsen e Ingstad (...), le cui imprese hanno legato tra loro ben tre secoli. 

 Pochi sono i nomi che, come quello di Heyerdahl, sono conosciuti in tutto il mondo. 

Anche se per forza di cose in questi ultimi anni il ricordo delle sue molteplici imprese si è appannato. 

Non solo perché l'età anagrafica avrebbe dovuto suggerire (...) un suo più che meritato "ritiro". 

(...) Ma anche perché altri sono oggi i valori (o i disvalori) e le "idee-guida" verso cui mass-media, social networks e opinion leaders veicolano l'attenzione di tutti. 

Ma per molti di noi, per almeno tre generazioni, Thor Heyerdahl era e resterà indelebilmente l'Uomo del Kon-Tiki. 

Grazie a quella sua prima ardita e grandiosa impresa, la cui brillante realizzazione si inverò sotto gli occhi di una moltitudine di popoli che (...) cercavano di uscire faticosamente dalle tenebre delle devastazioni (...) di una guerra mondiale. 

E la coraggiosa impresa di Thor Heyerdahl (...) seppe (...) far emozionare e sognare moltissima gente, in Italia come altrove. 

 Poiché la zattera del Kon-Tiki costituisce l'archetipo dell'avventura e del fantastico. 

 Un sogno ardito e incredibile realizzato grazie all'intuizione, all'inaspettato e insospettabile volo di fantasia di uno studioso non da tavolino. 

In un'epoca in cui erano al di là da venire i viaggi nello spazio e gli allunaggi, la cibernetica e l'informatica, Internet e le realtà virtuali, i raids in solitario intorno al mondo e gli sports "estremi". 

E la narrazione dell'impresa del Kon-Tiki (...) non poteva non far parte integrante, fin dai primi anni '1960, di una minuscola e ben selezionata serie di libri di viaggi, esplorazioni e ricerche etnologiche, che condizioneranno il mio futuro. 

 Negli ultimi anni in più di un'occasione avevo "incontrato" Thor Heyerdahl al di fuori delle pagine dei libri

L’avevo visto in televisione (...) in qualità di prestigioso testimonial dell'inaugurazione dei XVII Giochi Olimpici invernali di Lillehammer del 1994. 

 Ben più emozionante è stata la seconda volta, quando ad Oslo visitai il Museo del Kon-Tiki

(...) Qualche anno dopo la mia visita nella capitale norvegese, la Società Geografica Italiana ospitava la mostra: Thor Heyerdahl, l'uomo del Kon-Tiki

In quell'occasione constatai con piacere come lo studioso, ad oltre ottantadue anni d'età, fosse più che mai "sulla breccia". 

(...) Infine qualche tempo fa, a bordo di uno dei traghetti del suo grande amico e mecenate, il norvegese Fred Olsen, che mi portava dall’isola di Lanzarote a quella di Fuerteventura, avevo raccolto altre "nuove" sull'attività da lui svolta nelle Canarie. 

 La zattera del Kon-Tiki (1947) 

 Quello del Kon-Tiki è uno dei pochi musei al mondo in cui l'illuminazione scarseggia ad hoc. 

Ciò che è esposto va visto, sì, ma non più di tanto. 

 Piuttosto va intravisto, cercando di coglierne i particolari e l'atmosfera (...). 

Ciò che vi si trova va "letto" con il cervello, ma anche con il cuore, con i ricordi di letture e... con ammirazione e rispetto. 

Verso l'uomo che ha ideato tante imprese nei mari di mezzo mondo. 

In effetti la non molta luce interna è dovuta ad una comprensibile e rispettosa cautela conservativa. 

Poiché i materiali (...) sono estremamente fragili e deperibili. 

Non dimentichiamo come sia passato oltre mezzo secolo dalla prima impresa dell'Heyerdahl. 

Ecco quindi la zattera del Kon-Tiki, costruita in tronchi di balsa equadoregni e la barca di papiro Ra II. 

Con il Kon-Tiki Heyerdahl verificò nel 1947 l'ipotesi di una possibile colonizzazione delle isole polinesiane da parte di popolazioni precolombiane provenienti dal Sud America. 

Con la seconda provò nel 1970 la fattibilità di antiche navigazioni transatlantiche tra il nord Africa e il centro America. 

Due verifiche che solo un riscontro diretto avrebbe potuto avvalorare, secondo le ipotesi diffusionistiche (culturali) da lui propugnate. 1

 Certo fece una certa impressione stare di fronte al manufatto del Kon-Tiki (...). 

Una ricostruzione (...) di una tra le più semplici e antiche imbarcazioni che l'Uomo abbia utilizzato per spostarsi sull'acqua. 

Con essa l'Heyerdahl sfidò e vinse le inclementi forze della natura, i venti, le tempeste e le capricciose intemperanze del Pacifico, uno dei più temibili oceani che si conosca. 

In un così inconsistente e fragile guscio di noce l'Uomo del Kon-Tiki ha ripercorso una possibile via di emigrazione verso l'Oceania: da Callao (Perù) a Raroia (arcipelago delle Tuamotu), dopo 8.000 Km e 101 giorni di navigazione. 

Un'isola a non molta distanza da quella di Fatu Hiva (Marchesi) dove, nel corso della sua prima ricerca del 1937-38 (...) andò maturando l'idea della traversata. 

 “Io ero rapito. Caddi in ginocchio, affondando le dita nella rena asciutta e calda. 

 Il viaggio era finito. 

Eravamo vivi, 

Approdati su un’isola deserta del Mare del Sud. 

 E quale isola! (…) 

Ci stendemmo comodamente sul dorso, occhieggiando soddisfatti le nubi del passat che veleggiavano verso occidente di sopra le corone delle palme. 

Ormai non dovevamo più inesorabilmente seguirle: eravamo su un’isola immobile e salda dell’autentica Polinesia (…) 

Una notte i nostri radiotelegrafisti coronati di fiori riuscirono a comunicare col dilettante di Rarotonga, il quale ci trasmise un messaggio da Tahiti: era un cordiale benvenuto del Governatore della colonia francese del Pacifico. 

Dietro ordine di Parigi, egli aveva inviato il veliero governativo Tamara per trasportarci a Tahiti (...). 

 Tahiti era il nodo centrale della colonia francese, e l’unica isola che avesse comunicazioni con il resto del mondo (...) ” (...). 

Con il RA II Heyerdahl nel 1970 andò in 57 giorni dal Marocco (Safi) alle Barbados (6.100 Km). 

 I ricordi di letture giovanili, i riscontri e gli approfondimenti successivi, la conoscenza di particolari e di grandi tematiche, i miei personali "vagabondaggi" scientifici: in una parola l'intero background dello specialista, mi portarono a contemplare i simboli, ma anche gli "strumenti" pratici e concreti, che lo studioso norvegese sperimentò di persona, al posto di teorizzazioni fumose ed impeccabili dissertazioni. 

(...) Fin dall'epopea del Kon-Tiki i suoi equipaggi sono stati l'immagine stessa di una scienza senza frontiere e senza legami e di un pacifico internazionalismo, in tempi in cui la guerra fredda ribolliva più che mai. 

Non per niente le successive imprese del Ra [1970], a cui partecipò anche l'italiano Carlo Mauri, l’antropologo messicano Santiago Genovés (oltre ad uno studioso sovietico), ebbero l'altissimo patrocinio dell'ONU

Oltre tutto quest'ultima spedizione è stata la prima a lanciare un grido di allarme ecologico in tutto il mondo. 

Viaggiando sul pelo dell'acqua ci si accorse come l'inquinamento ambientale avesse ormai raggiunto anche il centro dell'Atlantico. 

 Si possono, o no, condividere le teorie dell'Heyerdahl, o accettarle solo in parte. 

 Ma già lo stesso Museo (...)  è in grado di raccontarci, non solo le sue "verifiche transoceaniche" (...), ma anche altre sue imprese, pregne di risultati scientifici, oggettivi e inoppugnabili (...): 

DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA 

Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi, etnostorici, 
Vol. 2: da THOR HEYERDAHL AD ALFRED REGINALD RADCLIFFE-BROWN
(181 pp., 131 note, 163 immagini - 1 è dell'A. -)



E-Book: https://www.amazon.it/dp/B07J5J84J2



Versione cartacea: https://www.amazon.it/dp/1728759420




martedì 24 dicembre 2024

306. PAUL BELLONI DU CHAILLU (1835? -1903): L’ISPIRATORE DEL TOLKIEN DI HOBBIT E DEL "SIGNORE DEGLI ANELLI". Nell’Africa Equatoriale Francese alla ricerca dei gorilla; Di nuovo in Africa; Le sue storie sui pigmei e la "piccola gente" permeerà la cultura americana e, in futuro, avrà parecchi imitatori. DA: ALLA SCOPERTA DEL MONDO. VOL.2 AFRICA

 

Du Chaillu di fronte al suo primo gorilla (da: Explorations and adventures in Equatorial Africa, 1861, Bayerische Staatsbibliothek)

Cosa c'è nel libro:

INTRODUZIONE; 1. MA'AT-KA-RA HATSHEPSUT, 1501-1479 a. C. (Deir al-Bahri nei pressi di Luxor: una ricognizione delle pitture a rilievo che raccontano i viaggi degli antichi egizi ; Verso la Terra tropicale di Punt; Il “racconto” continua sulle mura di Deir al-Bahri); 2. LUCIO CORNELIO BALBO MINORE, ca. 55-ca. 13 a.C. (La spedizione punitiva contro i Garamanti nel Sahara); 3. LEO AFRICANUS (al-Hasan ben Muhammad el-Wazzân al-Fasi), 1494-1554 (Iniziano i viaggi; Catturato dai corsari cristiani; A Rodi e Roma; La Descrizione dell’Africa…); 4. RICHARD POCOCKE, 1704-1765 (Viaggio in Oriente, 1737-1742); 5. MUNGO PARK, 1771-1806 (Alla scoperta del fiume Niger, 1794-1797; La seconda spedizione sul fiume Niger, 1805-1806); 6. FRIEDRICH KONRAD HORNEMANN, 1772-1801 (Nel Sahara, 1798-1801); 7. RENÉ CAILLÉ, 1800-1838 (Verso Timbuctú, 1827-1828); 8. IPPOLITO ROSELLINI, 1800-1843 (In Egitto con Champollion, 1828-29; L’arrivo ad Abu Simbel, 1828); 9. HEINRICH BARTH, 1821-1865 (Spagna, Maghreb, Libia, Egitto, Palestina, Asia Minore, Grecia; Nel Sahara, 1850-55; La rivalutazione della storia e delle culture dell’Africa); 10. AUGUSTE MARIETTE, 1821-1881 (In Egitto tra gli antichi papiri egizi, 1850; La scoperta del Serapeum); 11. JOHN HANNING SPEKE, 1827-1864 (Con Burton alla scoperta delle sorgenti del Nilo: i laghi Tanganyika e Vittoria; Con Grant di nuovo al lago Vittoria, scopre infine la sorgente del Nilo); 12. CARLO PIAGGIA, 1827-1882 (Tunisia, Egitto e Sudan; In Sudan, tra i “famigerati” cannibali Niam Niam; Tra Eritrea, Etiopia e Sudan; Ancora in Sudan); 13. PAUL BELLONI DU CHAILLU, 1835? -1903 (Nell’Africa Equatoriale Francese alla ricerca dei gorilla, 1855-59; Di nuovo in Africa, 1863-65; Scandinavia, Danimarca, Finlandia, Russia); 14. HENRY MORTON STANLEY, 1841-1904 (Combattente nella Guerra civile americana; giornalista nel West; corrispondente di guerra in Abissinia; Il “binomio” Livingstone-Stanley; “Ma trovate Livingstone”! Una traversata est-ovest del Continente Nero lunga 8.000 km; Si parte da Zanzibar; In Congo al servizio del re del Belgio, 1879-188; 2.400 chilometri per soccorrere Emin Pasha: Zanzibar, Congo, Ruwenzori, lago Alberto, 1887-1889); 15. PIETRO SAVORGNAN DI BRAZZA', 1852-1905 (In Gabon e, poi, la risalita del fiume Ogooué; Ancora sull’Ogooué; L’incontro con Stanley; La Missione nell'Occidente Africano; Commissario Generale di Gabon e Congo); 16. SIR WILLIAM MATTHEW FLINDERS PETRIE, 1853-1942 (Prima Stonehenge, poi Giza, in Egitto; Egitto, Grecia e Palestina); 17. SIR E. A. WALLIS BUDGE, 1857-1934 (Egitto, Sudan e Iraq); 18. HARRY HAMILTON JOHNSTON, 1858-1927 (Nord Africa, Africa occidentale portoghese, Congo, Tanzania, 1879-1884; Camerun, Protettorato della Costa del Niger, Mozambico, spedizione ai laghi Nyasa e Tanganyika (e Protettorato dell'Africa Centrale Britannica), Reggenza di Tunisi, Special Commissioner del Protettorato dell'Uganda, 1885-1901; Nelle giungle del Congo scopre l'Okapi Johnstoni, metà giraffa, metà zebra; L’Okapi ); 19. JEAN-BAPTISTE MARCHAND, 1863-1934 (La Mission Congo-Nil giunge a Fashoda, sul Nilo Bianco (Sudan); La visita di Fashoda nel corso della mia seconda sessione di ricerca antropologica sul campo a Malakal); 20. JAMES BREASTED, 1865-1935 (La spedizione epigrafica in Egitto e Sudan del 1905-07; Primo survey archeologico di Egitto e Asia occidentale, 1919-20; Spedizioni in Palestina e Turchia, 1925); 21. ISABELLE EBERHARDT, 1877-1904. Tra Maghreb, Svizzera, Francia e Italia, 1897-1899; In Algeria, 1900-1904; 22. LÁSZLÓ ALMÁSY, 1895-1951 (Tra Egitto e Sudan,1926-1927; la traversata Kenya-Sudan, 1929; Nell’Egitto sudoccidentale alla ricerca di Zerzura, la favolosa “oasi delle tre valli”, 1930…; Le spedizioni continuano, 1932-33, 1934-35; Attraverso il Grande Mare di Sabbia, 1935; L’incredibile operazione Salaam per conto dell’Afrika Korps di Rommel ). 22.1. LA SCOMPARSA DELL’ARMATA DI CAMBISE NEL DESERTO LIBICO: LEGGENDA O REALTA’?; 23. THÉODORE MONOD, 1902-2000 (Mauritania e Sahara occidentale, 1922, 1927-28; Sahara, 1929-1964); 24. LOUIS LEAKEY, 1903-1972 (Le spedizioni paleontologiche in Africa, 1923, 1926-35; La scoperta dello Zinjanthropus boisei, Tanzania, 1959 ); 25. ROGER FRISON-ROCHE, 1906-1999 (Alpi Savoiarde; Sahara; Ancora nel Sahara, 1948 e 1950; in Lapponia, 1956; Spedizione Berliet Ténéré-Ciad, 1959-1960; Artico canadese, 1966, 1969; Sahara, 1975)  BIBLIOGRAFIA

PAUL BELLONI DU CHAILLU, 1835? -1903 

 "A malapena si può trovare negli Stati Uniti una persona che, vissuta tra il 1867 e il 1910, non conosca Paul. 

I suoi libri per la gioventù erano così popolari che i ragazzi di lingua inglese di tutto il mondo potevano recitare a memoria lunghi brani".

(...) Anche il suo inserimento tra I Grandi Esploratori, da parte di Marcel Griaule (1956), il grande etnologo francese, che ha fatto conoscere al mondo il popolo africano dei Dogon, con la loro straordinaria cosmogonia, doveva pur significare qualcosa. 

Anche se per me quello era sempre stato solo un cognome dalle indubbie assonanze italo-francesi. 

 Soprattutto perché le regioni esplorate (...) erano ben distanti da quelle che conosco. 

Eppure l'uomo ha più di una "freccia al suo arco". 

A cominciare dalla nascita, tuttora avvolta - per la seconda volta - nelle brume del mistero. 

Continuando con le sue "scoperte" di gorilla e pigmei africani. 

Noti fin dall'antichità (...) furono entrambi "riportati alla luce" proprio dalle attività esplorative dell'americano (...). 

L'oblio è perciò il filo conduttore, che lega indissolubilmente esploratore e "scoperte"... 

 In effetti il mistero sulla nascita di Du Chaillu in qualche modo fu svelato dopo la sua morte. 

Il personaggio era ormai così famoso da spingere la gente (...) a saperne di più. 

Invano si spulciarono i registri anagrafici a Parigi e New York, o si ascoltarono senza successo numerose persone. 

Non si incontrò nessuno che lo avesse conosciuto prima... 

Oggi, come allora, il mistero sembra aver nuovamente avviluppato Du Chaillu. 

Poiché le "coordinate" relative alla sua nascita sono sempre le più diverse (...). 

Per l'anno si è maggiormente concordi sul 1835. 

Perché tanto mistero? 

Perché quelli erano i tempi della Capanna dello Zio Tom (...). 

Dopo essere diventato famoso in mezzo mondo, non era quindi il caso di far sapere di avere avuto una madre mulatta... 

 Figlio di un commerciante francese, Paul Belloni Du Chaillu è educato a Parigi. 

Ancora adolescente, torna in Africa per continuare a commerciare con le popolazioni rivierasche del Gabon, come aveva fatto il padre.

 La perdita della piroga (...), la fuga dei suoi uomini, un quasi annegamento lo costringono a rifugiarsi in una vicina missione americana. 

Dove ottiene informazioni così interessanti sugli Stati Uniti, che si convince ad andare a New York (1852). 

Diventerà in seguito cittadino americano. 

 Un'idea è ben stampata nella sua mente: vuole a tutti i costi diventare uno scrittore. 

Conosce l'Africa, parla diverse lingue locali. 

Ritiene di essere in grado di raccontare cose interessanti, come quelle sui gorilla. 

 Non li ha mai visti (...), ma più volte ha sentito i racconti degli africani. 

Le persone con cui entra in contatto dimostrano molto interesse.

(...) Testardamente continua a prepararsi per l'Africa. 

 (...) Alla fine organizza una propria spedizione scientifica, con l'intento di raccogliere reperti per i musei di Boston e Filadelfia. 

 Nell’Africa Equatoriale Francese alla ricerca dei gorilla, 1855-59 

 Dopo solo tre anni che è negli USA, eccolo nuovamente nell'Africa equatoriale. 

Impegnato in una missione, che durerà quattro anni (...) 

Mano a mano che si inoltra verso l'ignoto, va incontro a numerose avventure. 

(...) L'obiettivo principale è (...) quello di trovare i gorilla. 

Mai visti dai bianchi, per i quali i più grandi esemplari di scimmie antropomorfe sono orang gutang e scimpanzé. 

(...) Nonostante (...) la presenza in alcuni musei di due scheletri (...) di gorilla. 

Il tutto si aggiungeva al fatto che i racconti sui giganteschi animali (...) erano i più incredibilmente terribili e strani. 

 (...) Ecco, infine, il tanto sospirato incontro ravvicinato: il gorilla è là, di fronte alla sua spedizione, in posizione eretta, con i denti che digrignano da far paura, le zampe che battono forti sul petto a mo' di tamburo, l'enorme bocca che emette versi sinistri. 

Improvvisamente avanza rapido verso la colonna e... la morte. 

È abbattuto a fucilate. 

Subito è scuoiato e mangiato dagli uomini affamati (...)

Alla fine, oltre al cranio e alla pelle del gorilla, si raccolgono numerosi esemplari di uccelli e (...). 

I risultati della missione (...) si dimostrano conflittuali con le teorie allora imperanti, tanto da suscitare diatribe a non finire. 

 Perché, dopotutto, "animali del genere non esistono"! 

Solo un gorilla vivo può convincere gli scettici connazionali. 

Invece, da subito, i magnetici racconti delle sue molteplici avventure diventeranno popolari tra il grande pubblico. 

Inoltre, contrariamente agli Stati Uniti, la Gran Bretagna ha nei suoi confronti una posizione antipodale: è invitato a Londra con tutti gli onori, ospite della Royal Geographical Society (...)

Una mano la darà anche il celebre Sir Richard Burton, che fermamente crede invece nel Du Chaillu. 

 Di nuovo in Africa, 1863-65 

 Intanto il franco-americano giorno dopo giorno diventa sempre più famoso. 

Vuole tornare in Africa per catturare un gorilla vivo. 

(...) la seconda spedizione (1863-65) non può che confermare i risultati della prima. 

Cattura anche una femmina di gorilla, con il piccolo, ma non arriveranno vivi in Inghilterra. 

Accumula comunque numerosi crani di africani (sic) e di gorilla, per provarne empiricamente la diversità. 

Infine riporta dati e informazioni sull'esistenza dei pigmei delle foreste (...). 

Le sue storie sui pigmei e la "piccola gente" permeerà la cultura americana e, in futuro, avrà parecchi imitatori, tra cui il Tolkien di Hobbit e del Signore degli Anelli.  

Riuscirà anche a permeare l'intera cultura americana con la creazione di una serie di storie sui pigmei e la "piccola gente". 

Che in futuro avranno numerosi imitatori, come il Tolkien di Hobbit e del Signore degli Anelli. 

 Grande scalpore ha la conferenza che tiene nella sede della Reale Società, dove sono riuniti i più grandi scienziati di mezza Europa (...). 

Scandinavia, Danimarca, Finlandia, Russia 

 Dopo l'Africa, come diversi noti esploratori ed etnologi hanno fatto, prima (...) di lui, i suoi interessi sono attratti verso il Grande Nord europeo e il mondo dei Vichinghi (...)

DA: ALLA SCOPERTA DEL MONDO. VOL.2 AFRICA
Archeologi, Esploratori, Grandi Viaggiatori, Geologi, Naturalisti, Paletnologi
E-Book e versione cartacea in bianco e nero di grandi dimensioni (16,99 x 1,17 x 24,41), 224 pp., 109 note,  bibliografia, 179 immagini (20 sono dell'A.) 




domenica 22 dicembre 2024

305. UNO STRAORDINARIO ANNIVERSARIO PER L’AUTORE DEL BLOG: 1964-2024, 60 ANNI DI RICERCHE ETNO-ANTROPOLOGICHE. 1964: ricerche bibliografiche (Istituto Italiano per l'Africa; Biblioteca specializzata del Museo Pigorini al Collegio Romano) e museografiche (Museo Pigorini al Collegio Romano: Turkana del lago Rodolfo, Kenya). Museo Pitt Rivers, Oxford. Il TITOLO DEL MIO ULTIMO LAVORO IN FASE DI ELABORAZIONE: PIRATI, CORSARI E CONTRABBANDIERI, TRA ATLANTICO DEL NORD E MEDITERRANEO, XV-XIX SECOLO. IL SINGOLARE ITINERARIO DELL’AUTORE, ALLA SCOPERTA DI LUOGHI, AVVENIMENTI, “COSE” E PERSONAGGI, CHE HANNO CARATTERIZZATO UNO DEI LATI OSCURI DELL’UMANITÀ

 

L'edificio del Museo Africano, Roma. Già sede dell'Istituto Italiano per l'Africa, poi diventato Istituto Italo-Africano, infine parte dell'ISIAO, Istituto per l'Africa e l'Asia (CC, alcuni diritti riservati, foto Carlo Dani, 2018) 

Forse perché turbato dalla drammatica realtà che ci circonda, o perché ogni giorno immerso nell’elaborazione di un nuovo libro 

(a dir poco insolito. Trattandosi di Pirati, Corsari e Contrabbandieri, tra Atlantico del Nord e Mediterraneo, XV-XIX Secolo. Il singolare itinerario dell’autore, alla scoperta di luoghi, avvenimenti, “cose” e personaggi, che hanno caratterizzato uno dei lati oscuri dell’umanità), eppure solo a pochissimi giorni dalla fine dell’anno, mi sono ricordato come il 2024 costituisca per me un anno importantissimo.

 Poiché sono trascorsi esattamente sessanta anni, da quando nel 1964, con le prime ricerche bibliografiche e museografiche, cominciai il mio lunghissimo percorso, spesso accidentato, a volte anche sofferto, di ricercatore etno-antropologo.

Nel 1964 infatti iniziavo la frequentazione della Biblioteca dell'allora Istituto Italiano per l'Africa 

["Attesto che il Dottor Franco Pelliccioni ha frequentato questa biblioteca fin da quando era studente di scuola media superiore, interessandosi vivamente di problemi etnografici ed antropologici, con ricerche specifiche sui Masai e sui Turkana". 

Firmato: Il Direttore della Biblioteca f.f. Dr. Armando Cepollaro, Biblioteca dell'Istituto Italo-Africano, 12, 2, 1975], 

ma anche di quella specializzata [riservata a studiosi e laureandi] del Museo Pigorini al Collegio Romano 

["Si autorizza il Sig. Franco Pelliccioni a frequentare la Biblioteca del Museo Nazionale Preistorico-Etnografico "L. Pigorini" (...)". Roma, 3 luglio 1964 Firmato: Il Soprintendente, Claudio Sestieri].

Palazzo del Collegio Romano, Roma, 2018
(CC Some rights reserved, 
Krzysztof Golik) 

Sempre in quell’anno, grazie all’autorevole presentazione di uno dei Maestri dell’Etnologia italiana, il Prof. Vinigi Grottanelli, e alla gentile disponibilità del Curatore della sezione africana, fui in grado di effettuare ricerche museografiche nello stesso Pigorini.

Foto d'epoca del Museo Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini" nella sua prima sede al Collegio Romano a Roma (CC Some rights Reserved, Museo delle Civiltà, Roma):
è esattamente così che io l'ho  conosciuto e ammirato, 
una sala dopo l'altra, nel corso delle mie numerose visite degli anni '1960, Affascinato dalle centinaia (forse migliaia) di reperti etnografici, provenienti dai più diversi popoli del mondo.
Un allestimento per certi versi simile all'attuale e avvincente grande salone del Museo Pitt Rivers di Oxford.

 Interessandomi ai reperti etnografici dei Turkana del lago Rodolfo (oggi lago Turkana). 

Dove poi mi sarei recato per svolgere una ricerca sul campo nel 1980, grazie ad un finanziamento del CNR…

domenica 15 dicembre 2024

304. GLI AVVISTAMENTI DI BALENE. MARE DI BEAUFORT, ARTICO OCCIDENTALE CANADESE, NORTHWEST TERRITORIES. DA: BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO. VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

 

Mare di Beaufort (Mar Glaciale Artico): in atterraggio nei pressi del centro di Tuktoyaktuk, tra bracci di mare, i "laghi eschimesi" e la sterminata tundra, Artico occidentale canadese (© Franco Pelliccioni)

Cosa c'è nel libro: 

1. PREMESSA ; 2. INTRODUZIONE - LA CACCIA NELLA PREISTORIA: ALTA, NORD NORGE - I BALENIERI E L'ESPLORAZIONE - LA CACCIA ALLE BALENE, TRADIZIONALE ATTIVITÀ ECONOMICA DI ALCUNE COMUNITÀ MARITTIME EUROPEE 3. LA CACCIA ALLE BALENE PRESSO ALCUNE POPOLAZIONI AUTOCTONE AMERICANE 4. GLI AVVISTAMENTI DI BALENE; 5. LA CACCIA ALLE BALENE: STORICA- NELLA COLOMBIA BRITANNICA (CANADA) - A SAINT-PIERRE ET MIQUELON (FRANCIA) - LE STAZIONI BALENIERE DI TERRANOVA (PROVINCIA DI TERRANOVA E LABRADOR, CANADA) - LE STAZIONI DI CACCIA ALLE BALENE DEL CUMBERLAND SOUND - KEKERTEN, IL CUMBERLAND SOUND E L’INIZIAZIONE ANTROPOLOGICA SUL CAMPO DI FRANZ BOAS - NELLE ISOLE SHETLAND (SCOZIA, UK) - NELLE ISOLE ORCADI (SCOZIA, UK) - NELLE ISOLE SVALBARD, NORVEGIA - NELLE EBRIDI ESTERNE (SCOZIA, UK) 6. LA CACCIA ALLE BALENE: ATTUALE - IQALUIT (GIÀ FROBISHER BAY, ISOLA DI BAFFIN, ARTICO ORIENTALE, NUNAVUT, CANADA) - A RESOLUTE BAY (OGGI QAUSUITTUQ, CORNWALLIS ISLAND, HIGH ARCTIC, NUNAVUT, CANADA) - NARSAQ (COSTA OCCIDENTALE DELLA GROENLANDIA MERIDIONALE, DANIMARCA) - NELLE ISOLE FÆR ØER (DANIMARCA): IL GRINDADRÁP, LA CACCIA COMUNITARIA - IN ISLANDA - IN NORVEGIA, QUANDO LA CACCIA ALLE BALENE NON È COSÌ PUBBLICIZZATA, COME L’ISLANDESE, LA FAROESE (O LA GIAPPONESE) 7. BALENE, UNA SCHEDA PICCOLE: MEDIE: GRANDI: 8APPENDICE LA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DI MADEIRA (PORTOGALLO), 1941-1981 IL GIGANTESCO FLOP DELLA CACCIA ALLE BALENE NELL’ARCIPELAGO DELLE CANARIE (SPAGNA), 1784-1806 9. BIBLIOGRAFIA

....



GLI AVVISTAMENTI DI BALENE (...)

Mare di Beaufort, Artico occidentale canadese, Northwest Territories, CANADA 

L'ultimo avvistamento, per mia fortuna, non è... avvenuto! 

Durante il mio soggiorno di ricerca a Tuktoyaktuk, sulle sponde del Mare di Beaufort, nell'Artico occidentale canadese, su un piccolo guscio di legno dotato di motore fuoribordo avevo accompagnato il mio gentile ospite, Richard Zigler, direttore della locale Scuola Elementare. 

Un euro-canadese che aveva una certa esperienza di Artico. 

 Avendo vissuto per qualche tempo a Sachs Harbour, nell'isola di Banks, una comunità ben più remota rispetto a Tuk. 

Egli mi aveva chiesto se volevo partecipare ad una caccia notturna alle oche della neve che, proprio in quel periodo, inizio settembre, dalle isole più settentrionali della Regina Elisabetta cominciavano a trasmigrare verso sud, in direzione del Deep South statunitense e del Texas. 

 Naturalmente accettai più che volentieri! 

 Dopo una non lunga traversata con la luce del giorno, che ci avrebbe accompagnato con il suo pallido chiarore fin verso mezzanotte, toccammo infine terra su una piccola penisola. protesa verso il Mare Glaciale Artico. 

Dall'altra parte del braccio di mare si distinguevano le luci all'interno di alcune bianche tende alpine, utilizzate dagli Inuit d'estate, per realizzare alcuni minuscoli outpost camps, per la caccia alle oche. 

 Quello sarà il mio primo incontro con le luci, e il gelo dell'ambiente aperto dei grandi spazi artici. 

Mentre il buio si andava ispessendo sempre di più. 

Il silenzio, oltre che dalla lontana risacca, di quando in quando veniva interrotto dal lontano gracidare delle oche, che, nella classica formazione dalla punta a V, iniziavano ad apparire sulla nostra verticale, una dopo l'altra. 

Gracidio ben presto seguito dalla rapida successione di diversi colpi di fucile. 

Prima dell’euro-canadese, poi ancora più lontano di quelli degli Inuit, appostati nell'interno paludoso della sconfinata e gelida tundra.

“Fortunatamente” quella notte non verrà abbattuta alcun'oca.

 Nell'attesa, a mia volta mi ero limitato a fotografare i paraggi e la deserta ed incredibile linea costiera. 

 Stando sempre attento a quanto mi circondava e, di quando in quando, piluccando, grazie all’ultimissimo chiarore, le mie prime dolci bacche selvatiche artiche. 

 Al rientro dall'infruttuosa caccia, notammo che all’interno della barca, per colpa dell’alta marea e del movimento delle onde, era entrata molta acqua. 

Passammo, quindi, molto tempo per cercare di toglierla. 

Purtroppo ne sarebbe rimasta sempre parecchia sul fondo. 

Ciò nonostante, dovendo comunque rientrare a Tuk, riuscimmo finalmente a prendere il largo. 

Con Richard intento alla navigazione, e io che cercavo ininterrottamente di togliere l’acqua, servendomi di un piccolo recipiente. 

 Stando sempre attentamente accovacciato, nel buio più completo.

 Perché non era possibile vedere alcunché, davanti ed attorno alla barca. 

A malapena riuscivo a scorgere "qualcosa" del mio accompagnatore, sempre continuando caparbiamente a levare la gelida acqua da sotto i piedi. 

Grazie soprattutto ad un grossissimo paio di pesanti guanti di foca avuti in prestito a Tuk proprio da Richard! 

In quei lunghissimi momenti, che allora mi sembrarono un’eternità, con raccapriccio ricordavo come quel tratto di mare fosse frequentato dai beluga nelle loro migrazioni verso est. 

Come all'andata avevo appreso dal mio cortesissimo ospite canadese. 

DA: BALENE E BALENIERI, TRA NORD ATLANTICO, PACIFICO SETTENTRIONALE, MAR GLACIALE ARTICO.     VAGABONDAGGI ALLA RICERCA DELLE TESTIMONIANZE DELL’ERA DELLA CACCIA ALLE BALENE

(163 pp., 156 foto, 79 sono dell'A.)

E-Book: https://www.amazon.it/dp/B0C446WJWH

versione cartacea a colori (“premium”) di grande formato (16.99 x 24.41 cm)https://www.amazon.it/dp/B0C522JP54

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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.


venerdì 13 dicembre 2024

303. TRA ORIENTE E OCCIDENTE: DAMASCO (COSTANTINOPOLI)-MEDINA; BERLINO-BAGHDAD; ORIENT EXPRESS: INTRODUZIONE; IL PELLEGRINAGGIO VERSO LA MECCA, 1876. DA: IL GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI: TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI”


 Poster per il film Lawrence of Arabia, 1963 (Howard Terpning) 

Cosa c'è nel libro: 

AFRICA: Alessandria-Cairo, prima ferrovia dell’Egitto, dell’Africa, del Levante; La "ferrovia del deserto", Egitto-Sudan; A bordo di un treno della celebre “ferrovia di penetrazione” Mombasa-Kampala: l'Uganda Railways, Kenya; Il Lézard Rouge dei Bey di Tunisi, Tunisia; ASIA: La Ferrovia dell'Hejaz: La Damasco (Costantinopoli)-Medina; La Ferrovia Costantinopoli (Berlino)-Baghdad La Rumeli Demiryolu e l'Orient Express.  AMERICAWhite Pass and Yukon Route (Alaska, Stati Uniti -Yukon, Canada); Viaggio nella Colombia Britannica a bordo della cabina della storica locomotiva Royal Hudson, Canada; “C'era una volta il treno”... Storia della "Strada della Gente", la ferrovia dell’isola di Terranova, Canada; "Quel treno per Santa Fe": l'Atchison, Topeka e Santa Fe & Railway System nel "selvaggio" Sud-Ovest degli Stati Uniti, tra Natura e Cultura. EUROPAViaggio sulla storica ferrovia Parigi-Saint-Germain-en-Laye, Francia; Le Tramway du Mont-Blanc (T.M.B.): il tram che voleva arrivare sulla sommità del Monte Bianco, Francia;  Treno per Montenvers e la Mer de Glace, Francia. In viaggio da Dublino a Kingstown, oggi Dún Laoghaire, sul primo treno del paese (1834), Irlanda.

... 

TRA ORIENTE E OCCIDENTE: DAMASCO (COSTANTINOPOLI)-MEDINA, BERLINO-BAGHDAD, ORIENT EXPRESS: 

INTRODUZIONE 

 Alla fine degli anni ‘1970 ero stato attratto dall’avvincente film plurioscar di David Lean su Lawrence d’Arabia. 

Decenni più tardi mi sarei imbattuto più volte nelle sue tracce: a Istanbul, in Turchia, poi in Giordania. 

Oltre che a Londra e Oxford. 

In Giordania: Amman, Azraq, Kerak, Wadi Rum, Aqaba, Ma’an, Petra condividono tutte la sua presenza. 

Invece nell’Ashmolean Museum di Oxford avrei inaspettatamente osservato la sua celebre djellabia bianca, e il suo pugnale d’oro, mentre nella cripta della Basilica di St. Paul, a Londra, avrei reso un doveroso omaggio al suo busto. 

Infine nei miei soggiorni ad Istanbul sarei andato a contemplare la grandiosa stazione ferroviaria di Haydarpaşa a Kadıköy, sul lato asiatico del Bosforo. 

(...) Da lì sarebbero partiti i treni diretti, sia a Baghdad (...), che ad Amman (via Damasco) e, quindi, a Medina, con la ferrovia dell’Hejaz. 

Ma è stato durante il mio soggiorno nella mia “base” di Aqaba, sul Mar Rosso, che mi sarei interessato più da vicino alla ferrovia dell’Hejaz. 

Più volte attaccata dai beduini del leggendario Thomas Edward Lawrence, durante la al-Thawra al-‘Arabiyya, la Rivolta Araba. 

 In buona sostanza il capitolo si occuperà: 

a) della (...) Ferrovia dell’Hejaz, che originariamente sarebbe dovuta giungere fino alla Mecca, seguendo il plurisecolare itinerario dei pellegrini musulmani, nel corso dell’annuale hajji

 b) paragrafo preceduto da un accenno alla storica via seguita dai pellegrini; 

c) della ferrovia Costantinopoli-Bagdad (in realtà Berlino-Baghdad).

 Anche perché la prima sezione del tracciato inizia dalla medesima stazione ferroviaria e, fino ad Aleppo, segue il tracciato di quella diretta a Medina; 

d) delle connessioni della Rivolta Araba con la ferrovia; 

 f) della Ferrovia con la Rumelia (Rumeli Demiryolu) che (...) vedrà correre sui suoi binari l’Orient Express (...)

 Il Pellegrinaggio verso la Mecca, l’hajji, 1876 

 Con la Darb al-Hajj al-Shami, i pellegrini impiegavano oltre un mese per giungere da Damasco fino alla Mecca. 

Seguendo un pericoloso (...) tracciato desertico.

 Dove l’acqua scarseggiava e le carovane erano spesso oggetto delle razzie dei beduini. 

 (...) A partire dal XVI secolo i sultani ottomani costruirono lungo il percorso fortini presidiati, con un pozzo al centro e cisterne colme d’acqua (...). 

Nel XX secolo con l’avvento della ferrovia i forti esistenti o nuove fortificazioni proteggeranno le stazioni. 

 "E' domenica 13 novembre 1876 quando il pellegrinaggio ha inizio.

 Il giorno è sorto, le tende smontate, i cammelli pronti e carichi.

 Aspettiamo di udire il colpo di cannone che apre il pellegrinaggio dell'anno. 

Sono quasi le dieci quando arriva il segnale. 

In silenzio migliaia di cavalieri salgono sulle loro cavalcature.

 Si alzano pure i conducenti e i servi, che a piedi effettueranno l'intero percorso fino ai luoghi santi. 

(...) Dopo una quindicina di minuti noi (...) ci fermiamo per farci superare dal lungo treno. 

Poi incitiamo i cammelli, il pellegrinaggio ha inizio. 

La lunghezza della moltitudine di uomini a piedi e del bestiame è di circa due miglia (...)".

 Con estrema difficoltà la carovana si apre la via, superando freddi altipiani situati spesso sopra i mille metri. 

 "Dopo dodici miglia arriviamo ad una seconda stazione del deserto.

 Dove le tende (...) sono già state innalzate in file bianche. 

Così ogni giorno i servi sopravanzano la nostra pesante marcia, erigendo le stesse tende nei medesimi posti per le medesime compagnie di pellegrini. 

Fino alla fine del viaggio". 

Durante le prime settimane bisognerà fare 160 km di deserto per trovare l'acqua. 

"Dopo aver marciato per venti miglia, sulla sinistra appare Mafrak, la seconda torre della via dell'Haj, dopo la grande kella a Muzeyrib. 

(...) Le kellas sono stazioni d'acqua fortificate. 

 (...) Hanno un pozzo al centro. 

(...) In esse c'è la vita della grande carovana. 

I beduini nomadi non possono attingere l'acqua, poiché sono respinti a fucilate dai soldati della torre (...)  

Sono spesso a due, tre marce tra loro". 

Nel deserto l'ospitalità è legge, anche se bisogna fare i conti con i sempre possibili e improvvisi attacchi dei beduini. 

"Le piccole tende militari delle truppe di scorta all'Haj, gli Ageyl (...), sono innalzate ogni sessanta passi intorno all'accampamento della grande carovana. 

 Grande è in tutti i cittadini il terrore dei Beduini (...), sempre pronti all'aggressione".

Dopo numerosi viaggi in Europa, Egitto, Terra Santa e Siria, nel 1876 Charles M. Doughty (...) a Damasco, dove il console britannico gli rifiutò aiuto e protezione, diede inizio al suo più importante viaggio esplorativo in Arabia, tra i primissimi mai effettuati nella regione. 

Anche se non si travestì da musulmano, ma si dichiarò apertamente un Nasrãni (cristiano), unendosi ad un gruppo di 6.000 pellegrini iraniani diretti alla Mecca. 

DA: IL GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI: TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI” 


241 pp., 223 foto, di cui 136 a colori (102 sono dell'A.), 254 note, bibliografia 

E-Book: https://www.amazon.it/dp/B07XPFQGLW

Versione cartacea a colori:  https://www.amazon.it/dp/1692957171 

Versione cartacea in bianco e nero: https://www.amazon.it/dp/1693164949 

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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.



325. IL SOMMARIO PRESSOCHE' DEFINITIVO DEL 7, E PENULTIMO, CAPITOLO [MALTA E GOZO] DEL II VOL. (MEDITERRANEO), IN CORSO DI ELABORAZIONE, DEL MIO LIBRO: PIRATI E CORSARI...

Dipinto raffigurante la cattura nel Canale di Malta di un vascello ottomano da parte di alcune galee maltesi, gennaio 1652 ( Musée de la Lég...