https://goqr.me/#t=url
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Grazie alla cortesia di un mio carissimo amico, ho potuto
controllare la “veloce risposta” (qr code) del mio blog!
Infatti non possiedo uno smartphone, ma solo un “classico”
telefonino, che adopero generalmente in campagna al posto del telefono fisso. Qualcuno
potrebbe forse vedermi come un Hiroo Onoda, l’ultimo militare giapponese,
arrestato nel 1974 nelle giungle delle Filippine, perché non credeva che la
guerra fosse finita…
E dire che la prima volta che ebbi modo di osservare questo
strano disegno, di cui ignoravo completamente il significato, fu nel 2014 a Tallinn,
la capitale dell’Estonia. Dove ero giunto da Helsinki, attraversando il Golfo
di Finlandia con un traghetto. Poi avrei proseguito per Riga, la capitale della
Lettonia, grazie ad un autobus internazionale.
Il “logo” figurava su un manifesto incollato su un tabellone
del porto. Probabilmente allora i qr non erano così diffusi in Italia. D’altronde
sapevo bene come in Europa l’Estonia fosse all’avanguardia dal punto di vista
informatico e digitale.
Del resto la tecnologia avanza e gli strumenti a disposizione
per comunicare sono sempre più sofisticati.
Negli anni 1970 e 1980 le mie ricerche in Africa,
Mesoamerica e Canada sarebbero state propedeuticamente facilitate dall’Italia
grazie a telefono (SIP e Italcable con prenotazione), posta aerea, aereogrammi e telex. Mentre quelle sulle comunità marittime
dell’Atlantico del Nord degli anni ‘1990 si sarebbero invece interamente
avvalse del mio fax.
Oggi, nel XXI secolo, un’eventuale ricerca sul campo
godrebbe, non solo del fantascientifico supporto di Internet, ma anche di
E-Mails, PEC, Skype, Zoom, Remo… Tutta un’altra era!
Posso ancora aggiungere come nel 1994, quando effettuai la
mia ricerca tra i minatori norvegesi e russi delle isole Svalbard (allora avevo
solo il pc. Sarei andato su Internet nel 1995. Quando la velocità di
connessione era solo di 25 KB al secondo, in seguito arrivata a 33 KB. Internet
era abbastanza cara. Bisognava collegarsi telefonicamente ad un numero
particolare, rendendo “muto” il telefono di casa. E, se non ricordo male, le
pagine Web nel mondo all’epoca erano poco più di 1 milione…), scoprì
come il celebre Istituto Polare Norvegese, il Norsk Polarinstitutt (allora
ad Oslo, oggi a Tromsø), accanto al numero di fax e all’indirizzo postale avesse
“l’e-mail”, di cui non conoscevo il significato. L’avrei scoperto solo l’anno
appresso…
Anche se non è stato "controllato", ecco il qr code della mia pagina principale su Research Gate, il portale dei ricercatori di tutto il mondo:
N.B. Il blog è dotato di Google Traduttore e di un motore di ricerca interno
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