Le grandi giunche oceaniche di Cheng Ho-Zheng He erano scortate da veloci
giunche di guerra per difenderle dagli attacchi pirateschi |
Cosa c'è nel libro
Il primo volume si interessa ai Navigatori che, dal XIV secolo fino alla soglia del secolo XIX, si spinsero ai “confini del mondo” per esplorare ulteriori rotte marittime e ricercare altre terre e nuovi continenti. Ecco i loro nomi: Cheng Ho (Zheng He), 1371-1424, L’infante Dom Henrique (“Enrico Il Navigatore”), 1394-1460; Giovanni Caboto, 1450?- 1498; Bartolomeo Díaz, 1450-1500, Gaspar Corte-Real, ca. 1450-1501, Amerigo Vespucci, 1454-1512 Jacques Cartier, 1491-1557 Sir Francis Drake, 1544-1596, John Davis, 1550-1605, Henry Hudson, 1570-1611, Samuel De Champlain, ca. 1570-1635, Abel Tasman, 1603-1659, Jacob Roggeveen, 1659-1729, James Cook, 1728-1779 (A bordo dell’Endeavour, la nave del primo viaggio nel Pacifico di Cook), George Vancouver, 1757- 1798.
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Il “MARCO POLO cinese”: CHENG HO (ZHENG HE), 1371-1424, l'EUNUCO DEI TRE GIOIELLI (Sanbao taijian) e le sue sette spedizioni nell’Oceano Indiano [AFRICA ORIENTALE] del 1405-1407; 1408-1411; 1413-1415; 1416-1417; 1421-1422; 1424-?; 1430-33
L’Oceano Indiano
Nonostante le sue dimensioni, anche l'Oceano Indiano è stato un "mare che ha unito".
Come il Mediterraneo.
E come il "Mare Nostrum" ha visto la circolazione e lo "scambio" di uomini, idee e culture.
Vi si sono consolidati traffici commerciali, ma anche itinerari esplorativi e di "scoperta".
Nei due sensi: sia verso l'Asia, che verso l'Africa (...)
(...) I Ming e l'Eunuco dei Tre Gioielli
I contatti diretti, scientificamente accertati, dei cinesi con l'Africa risalgono comunque al periodo in cui i Ming, dopo aver cacciato gli invasori mongoli e ottenuto il controllo sulla Cina, iniziarono ad espandersi sui mari e a popolare i territori adiacenti al loro immenso Impero.
Fu proprio durante questa dinastia e, in particolare, al tempo del suo terzo (Yung-lo) e quinto (Hsüan-tê) Imperatore, che il famoso "Grande Eunuco" Cheng Ho (1371- 1424), un musulmano nativo dello Yùnnan (Yúnnán), anche noto come l'Eunuco dei Tre Gioielli (Sanbao taijian), portò a termine ben sette spedizioni marittime nei "mari del sud e in occidente".
Visitando più di trenta paesi, al comando di numerose grandi giunche oceaniche, caratterizzate da vele simili a “grandi nuvole nel cielo” (...) e di migliaia di uomini.
Egli aveva saputo conquistare la fiducia del terzo Imperatore e della sua Corte, in particolare del suo elemento femminile.
Desideroso come non mai di ottenere quanto di più diverso ed esotico potesse arrivare dai lontani paesi occidentali.
Nel corso della prima spedizione, iniziata nel 1405 e terminata nel 1407, Cheng Ho ebbe sotto di sé una flotta di 62 navi (...): "nel 3 anno di Yung-lo, alla 6 luna [27 giugno-25 luglio 1405] fu impartito l'ordine a Ho e ai suoi colleghi (...) di recarsi in ambasceria nei mari dell'Occidente.
Il 5 anno, alla 9 luna [1-30 ottobre del 1407] tornarono in patria " (...).
Le altre seguirono negli anni 1408-1411; 1413-1415;1416-1417; 1421- 1422; 1424-?; 1430-33. 21
Cheng Ho esplorò la costa orientale africana, toccando oltre Mogadiscio (Mu-ku-tu-shu), dove gli fu regalata una hua-fu-lu (zebra a strisce), Brava (Pu-la-wa) - qui ebbe in regalo cammelli e uccelli-cammello (cioè struzzi) -, e Zeila? (La-sa).
Infine giunse alla città di Malindi (Ma-lin) nel corso della quarta, quinta e, infine, settima (e ultima) spedizione.
Dopo di allora non ci saranno altre spedizioni di "navi cinesi dalle gemme preziose", come furono definite.
Poiché, se queste grandiose missioni avevano anche lo scopo di “riportare in patria innumerevoli oggetti preziosi di nome sconosciuto prodotti nei paesi lontani, le spese fatte dalla Cina non furono di poca entità"... (...).
Oltre che in diverse opere cinesi (...), i viaggi vengono "narrati" anche in iscrizioni su pietra che lo stesso Cheng Ho fece scolpire su due tavolette: l'una nel tempio di T'ien Fei (la Sposa Celeste) a Liu-chiaChiang, nella regione del T'ai-ts'ang (14 marzo 1431), e l'altra a Ch'ang-lo, nel Fukien (“in un fortunato giorno del secondo mese d'inverno degli anni 1431-1432”) (...).
Entrambe furono casualmente scoperte nel 1935-37.
A proposito di quello che costituì l'ultimo viaggio di Cheng Ho, l'iscrizione del tempio di T'ien Fei così recita:" nel quinto anno di Hsüan-tê [1430] partendo ancora una volta per i [paesi] barbari allo scopo di far conoscere gli ordini imperiali, la flotta gettò l'ancora ai piedi del luogo sacro, e ricordando come in precedenza avevamo ricevuto in varie occasioni il beneficio della protezione della divina intelligenza scrivemmo per questo un testo sulla pietra" (...).
Tramonto di una straordinaria epopea
Alla fine del XV secolo la talassocrazia di un tempo cedette il passo ad uno "splendido isolamento".
Le prime misure prese dalle autorità furono di vietare la costruzione di giunche con più di due alberi e di chiudere tutti i grandi cantieri navali.
Nel secolo successivo esse furono ben più numerose e rigorose.
Tanto da arrivare nel 1525 alla promulgazione di un editto imperiale, che autorizzava "i funzionari costieri a distruggere tutte codeste navi e ad arrestare i marinai che avessero continuato a navigare con esse".
Secondo l'interpretazione di diversi studiosi, l’eccessivo vento isolazionista fu causato (...) soprattutto dal fatto che i portoghesi (...) avevano iniziato ad espandere minacciosamente i loro traffici sui mari d'Oriente.
Di questo avvincente capitolo riguardante le relazioni, nel Medioevo, tra Cina e Africa, non ci rimangono ora che frammenti sparsi di porcellane e alcune manciate di monete.
Nel tempo i nuclei di cinesi, che si erano stabiliti sulle isole al largo dell'Oltre Giuba somalo (Isole Bagiuni) e della costa settentrionale del Kenya, furono gradualmente assorbiti dalle popolazioni locali (...).
Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE I: XIV-XVIII SECOLO
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