RITORNO A LISBONA: DALL’ALFAMA ALLE STUPEFACENTI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE NELL’ANTICO CAMPO DAS CEBOLAS, TRA LA PIAZZA DEL COMMERCIO, LA DOCA DA MARINHA E SANTA APOLÓNIA
Non avendo in questo viaggio alcun incontro “protocollare”, la mia prima meta è la stessa di undici anni fa.
Dal Miradouro di Santa Luzia, vorrei rinnovare le sensazioni e le emozioni di allora, ammirando uno dei più scenografici panorami di Lisbona.
Scelgo però di andare sulla collina a piedi, per dare uno sguardo agli scavi dell’anfiteatro romano, in Rua da Saudade.
A parte un pannello tridimensionale, che riproduce (...) una sezione del grande manufatto romano, sembra non ci siano apparenti novità.
Invece il Miradouro (...) è stato abbellito con una vasca-fontana, e dall’anno scorso ha un ascensore (...)
(...) non approfitto dell’elevador.
Preferisco andare a piedi.
Dal Miradouro de Santa Luzia, sono perciò pronto per una nuova “scoperta” dell’intricato dedalo dell’Alfama.
Così mi inoltro tra i vicoli.
Discendo scalinate e scalette.
Attraverso piazzette e slarghi.
A volte torno anche sui miei passi, per evitare, in un cul de sac, di far visita ad una famiglia lisboeta.
Mi imbatto anche in un omaggio a Pessoa (...): una pittura artigianale, su una targa, dove l’occhialuto scrittore-poeta, che tanto ha amato questa città (...), sta scrivendo una sua frase:
"O inferno e o paraíso estão dentro da mente humana". (...).
Il tutto seguendo un percorso che, neanche con il GPS, potrebbe essere la lontana ripetizione del precedente.
Salvo quando, in “pianura,” riconosco la Chafariz del Rei, nei pressi della Casa dos Bicos, il punto di arrivo di allora.
Poi mi sposterò sulla destra, in direzione della Praça do Comércio.
Sono invece bloccato da una lunga staccionata (...).
I cartelloni che la ricoprono, con il motto Vivermelhorlisboa accennano a O novo Campo das Cebolas.
E dire che ritenevo terminata l’epoca del cantiere diffuso!
Scopro invece che Lisbona, come un tempo Parigi, è en marche, con continue riqualificazioni urbane, abbattimento di edifici, costruzione di nuovi.
Nell’aprile del 2018 la tradizionale area rivierasca denominata Campos das Cebolas, tra la Piazza del Commercio, la Doca da Marinha e Santa Apolónia, è stata interamente riqualificata.
Dotandola di giardini, parchi per bambini, parcheggi sotterranei, ristoranti, alberghi, nuovi edifici (...).
Inoltre, grazie alle sistematiche attività di scavo, da una parte per costruire un grande parcheggio sotterraneo, dall’altra per la completa ristrutturazione di un grande palazzo nobiliare, sono state riportate alla luce numerose vestigia dei secoli passati.
Tanto che (...) appena un mese dopo il mio arrivo davanti al Campo, già operava (...) un nutrito team di 60, tra archeologi, tecnici ed operai.
Verso il fiume sono stati così recuperati dall’oblio della storia: un molo di fine ottocento (...) costruito dopo il terremoto del 1755; sul fondo, grazie al fango che la ricopriva, una barca in buone condizioni, lunga 17 m e larga 3, utilizzata all’inizio del XIX secolo per trasportare cibo e sughero sul Tago; accanto al porto (...), i resti del Forte da Ribeira del XVII secolo; infine un pozzo e i muretti, che delimitavano gli spazi nell’antico mercato di Ribeira Velha.
A quanto sembra, questa trascurata parte di Lisbona in riva al Tago, fin dalla fine del XVI secolo e, ancora nel XVII, era strettamente interconnessa al porto e al mercato della Ribeira Velha.
Poi, dopo la ricostruzione post terremoto del 1755, assumerà il nome di Campo das Cebolas.
Nel 1620 frate Nicolau de Oliveira parlava del grande mercato di Ribeira Velha come di una risorsa della dogana, poiché era uno dei mercati più importanti della città: c’erano “trentaquattro capanne che corrispondevano alle aree di vendita del mercato di Ribeira Velha”.
Un’attività mercantile, che spiega la presenza del Forte, conosciuto come Baluarte o Fortim da Ribeira (...),
Nel XIX e XX secolo, l’attività di sottrazione del terreno al fiume continuò.
Terminando solo con la ristrutturazione del nuovo porto: la Doca da Alfândega, oggi Doca da Marinha.
Altre sorprese (...) attendono ancora gli archeologi (...).
(...) in Rua Cais de Santarém, dove ci sono i due edifici, che formano l’antico palazzo acquistato nel XVII secolo dai Conti di Coculim.
Subirà una completa ristrutturazione, che necessiterà di profondi scavi, oltre che della contemporanea opera di salvataggio, da parte degli archeologi.
Poiché qui le sorprese saranno numerose.
Tanto che il Palazzo, che oggi è un Hotel Eurostars a cinque stelle, ha aggiunto al nome il termine Museum.
E, in quanto tale, visitabile (...) anche dal pubblico.
Ma cosa è stato trovato nel terreno sotto il palazzo di così rilevante?
Di tutto e (...) di più!
Perché non so se, in qualche altra parte del mondo, si possa osservare una straordinaria “collezione” archeologica, nascosta addirittura sotto il letto di una camera d’albergo…
Non proprio… “sotto”, naturalmente.
Perché bisogna innanzitutto visitare l’esposizione museale.
Conta (...): un vaso neolitico, una collezione di pipe in caolino, monete, medaglie, crocifissi e anelli.
Poi si deve dare una sbirciata accanto al ristorante.
Infine occorre necessariamente recarsi nei due piani sotterranei dell’Hotel.
(...) Così al primo piano siamo in grado di vedere le abbondanti tracce di una domus romana: pavimento in mosaico del II-III secolo d. C., con una Venere al centro (...).
Ma non è ancora abbastanza, per soddisfare la crescente curiosità dell’ospite-visitatore.
Perché qui c’è anche il lastricato di una strada, una fontana e un pozzo cisterna, utilizzato dal IV al XV secolo.
Ora dobbiamo scendere ancora più in basso.
No, non serve dirigersi speditamente verso la cantina, magari per scegliere con un sommeiller una bottiglia di ottimo vino.
Perché là accanto vediamo altre mura romane, circondate da una struttura islamica (...)
DA: LISBONA, TRA TRADIZIONE E MODERNITA’.
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