Isabella Bird in abiti orientali |
MA'AT-KA-RA HATSHEPSUT, IDA PFEIFFER, ISABELLA LUCY BIRD, ANNIE (HANNAH) ROYLE TAYLOR, FRANCES THERESA DENSMORE, GERTRUDE BELL, ALEXANDRA DAVID-NÉEL, ISABELLE EBERHARDT, MARIA ANTONINA CZAPLICKA, LOUISE ARNER BOYD, GLADYS AMANDA REICHARD, FREYA STARK, HORTENSE POWDERMAKER, CAMILLA HIDEGARDE WEDGWOOD, MARGARET MEAD, CORA ALICE DU BOIS, ELLA MAILLART, GERMAINE DIETERLEN, LAURA MAUD THOMPSON, ROSEBUD YELLOW ROBE
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Isabella Lucy Bird (1831-1904)
Va annoverata tra le maggiori viaggiatrici-esploratrici del secolo XIX.
Probabilmente è stata la più grande di tutte.
Nei suoi numerosi libri, ancora ricercati e letti nel mondo anglosassone, si dipana il mezzo secolo dell’eccezionale vita di una femminista vittoriana, dalle straordinarie curiosità antropologiche e geografiche per luoghi e popoli, che troverà nel viaggio e nella parola lo scopo della propria esistenza.
Alla sua morte molti si domandarono, perfino dalle pagine dell’Edinburgh Medical Journal, come potesse essere stata “un’invalida in patria e una Sansone all’estero”.
In effetti aveva avuto due distinte personalità.
Non si capiva come questa donna, volitiva e determinata, fosse stata così cagionevole di salute in casa per apparire, poi, nel corso dei suoi straordinari viaggi in terre remote e pericolose, energica e forte.
Poiché le convenzioni dell’epoca esigevano la sottomissione della donna, forse ritenne che, per accedere alle attività e alle avventure tipiche del mondo maschile, bisognasse spostarsi in luoghi lontanissimi.
Dove quelle restrizioni erano assenti.
La sua vita è stata così un pendolo in perenne movimento tra la casa (dove si divide tra penosi malanni e la scrittura di libri e articoli sulle sue avventure in paesi esotici e lontani, con dovizia di particolari e passione) e i viaggi (dove mostra un carattere ambizioso e volitivo, uno spirito indomabile, che la spinge nelle zone meno conosciute del globo, spesso completamente da sola, con i più diversi mezzi di locomozione: elefanti, portantine, cavalli, imbarcazioni, piedi).
Sarà proprio da queste dure,
rischiose e prolungate immersioni nell’altro da sé, culturale e geografico, che
riceverà la sua energia vitale.
Una “discesa sul campo”, la sua, più simile a quella di un esploratore, che di un viaggiatore à la page del Grand Tour.
Tutto, poi, tenderà a rientrare “nei ranghi” una volta in patria.
Dove, come al solito e come sempre, crollerà.
Ripiegando su se stessa e sulle sue malattie, ma solo per qualche tempo...
Poiché un altro consiglio medico la spingerà nuovamente fuori dal suo
bozzolo, per un altro grandioso exploit
in terre lontane.
DA: L’AVVENTURA AL FEMMINILE
VENTI RITRATTI DI DONNE STRAORDINARIE, CHE HANNO PERCORSO LE VIE DEL MONDO ALLA RICERCA DI CONOSCENZA
(157 pp., 115 foto, 60 note) |
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