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mercoledì 6 novembre 2024

265. JACOB ROGGEVEEN, 1659-1729: Arend Roggeveen; La spedizione del 1721-22: le isole Juan Fernandez con la CAPANNA di ROBINSON CRUSOE, alias SELKIRK e, poi, l’ISOLA DI PASQUA; L’INCONTRO CULTURALE CON I PRIMI POLINESIANI, 1722; I grandi MOAI di pietra. DA: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE I: XIV-XVIII SECOLO

 

 La rotta seguita da Roggeveen nel Pacifico

Cosa c'è nel libro

Il primo volume si interessa ai Navigatori che, dal XIV secolo fino alla soglia del secolo XIX, si spinsero ai “confini del mondo” per esplorare ulteriori rotte marittime e ricercare altre terre e nuovi continenti. Ecco i loro nomi: Cheng Ho (Zheng He), 1371-1424, L’infante Dom Henrique (“Enrico Il Navigatore”), 1394-1460; Giovanni Caboto, 1450?- 1498;  Bartolomeo Díaz, 1450-1500,  Gaspar Corte-Real, ca. 1450-1501,  Amerigo Vespucci, 1454-1512   Jacques Cartier, 1491-1557 Sir Francis Drake, 1544-1596, John Davis, 1550-1605, Henry Hudson, 1570-1611, Samuel De Champlain, ca. 1570-1635,  Abel Tasman, 1603-1659, Jacob Roggeveen, 1659-1729,  James Cook, 1728-1779  (A bordo dell’Endeavour, la nave del primo viaggio nel Pacifico di Cook), George Vancouver, 1757- 1798.

JACOB ROGGEVEEN, 1659-1729

Arend Roggeveen 

 Spesso i figli seguono le orme dei padri. 

A volte anche nella cocciuta ricerca di un mitico continente, che da secoli si crede localizzato nel sud del mondo. 

Ad Arend Roggeveen sarà sufficiente far giurare al figlio Jacob che avrebbe portato avanti la sua opera anche dopo la sua morte, che nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico verrà poi scoperta… la misteriosa isola di Pasqua! 

 Geometra e matematico di Middelburg (...), dove le Compagnie delle Indie Occidentali e Orientali hanno le loro ricche collezioni di manoscritti idrografici e mappe, Arend (...) si è profondamente interessato alla navigazione. 

Compilando libri per piloti (...), con mappe a grande scala delle Indie Occidentali, delle coste americane e dell’Africa occidentale (...). 

Grazie all’esperienza acquisita (...), pensa di dissolvere le brume che circondano l’esistenza della Terra Australe, che secondo lui deve trovarsi da qualche parte ad ovest del Cile. 

 Nel 1675 presenta agli Stati Generali un progetto esplorativo, ma la risposta si fa troppo attendere, tanto che nel frattempo muore... 

Jacob Roggeveen 

 Jacob Roggeveen, anche se con un certo ritardo (...) cercherà di rispettare le sue ultime volontà. 

Non ha mai navigato, né tanto meno comandato una nave. 

È stato solo un avvocato e teologo nella città dove è nato nel 1659 (Middelburg), prima di divenire un influente personaggio nella Compagnia Olandese delle Indie Orientali (Vereenigde Oostindische Compagnie, VOC) a Batavia (Giava) (...). 

Nel 1721 riesce a farsi approvare il progetto paterno dalla rivale, e meno importante, Compagnia delle Indie Occidentali (De Westindiscke Compagnie, WIC), competente per territorio.

(...) Ottiene così tre navi: Den Arend - l’aquila -, Thienhoven - (...) e Den Afrikaansche Galei (...). 

 La spedizione del 1721-22: le isole Juan Fernandez con la capanna di Robinson Crusoe, alias Selkirk e, poi, l’isola di Pasqua. 

 Il 1 agosto del 1721 lascia Texel per dirigersi verso il Brasile e, poi, verso Capo Horn. 

Nei pressi della Terra del Fuoco una tempesta separa le navi: la Thienhoven scompare, le altre sono trascinate nel canale di Drake (...). 

Raggiungeranno i 60° S. 

Fosse stato ancora un po’ più a sud, Roggeveen sarebbe stato il primo a scorgere il continente antartico... 

(...) Fanno quindi rotta verso il Cile ma, troppo spostati ad ovest, si imbattono invece nelle Juan Fernandez (...)  

Gli olandesi hanno così la possibilità di visitare la capanna e il “giardino” del marinaio Selkirk, alias Robinson Crusoe

Ancora visibilissimi, poiché lo scozzese vi era stato nel 1704-09. 

 La sosta è breve. 

 Roggeveen è ansioso di iniziare la ricerca della Terra Australe, anche se al posto del continente troverà solo l’immensità dell’oceano. 

 Esattamente la Domenica di Pasqua del 1722 (...) è avvistata un’isola montagnosa: è forse il segnale dell’approssimarsi della Terra che stanno ansiosamente cercando? 

Il compasso di bordo si comporta in maniera anomala (...), così che il fenomeno magnetico rappresenta una ragione in più per ancorarsi. 

 Roggeveen la battezza: Paasch Eyland, “isola di Pasqua”, anche se gli abitanti (...), la chiamano Rapa-Nui, “Rapa la Grande”.

 Poiché i polinesiani che la colonizzarono la videro simile alla montagnosa Rapa (isole Australi), da allora chiamata Rapa-Iti (“Rapa la Piccola”). 

Nelle leggende è comunque ricordata come Te-Pito-Te-henua (“ombelico del mondo”). 

Priva di alberi, l’isola è però fertile. 

Produce banane, patate e zucchero di canna (...). 

 L’incontro culturale con i primi polinesiani, 1722 

 Naturalmente non saranno gli isolani a stupire gli olandesi, incontrati per la prima volta il 7 aprile, come riporta il giornale di bordo (...): 

martedì mattina il vento soffia con forti raffiche. 

Cerchiamo di avvicinarci a terra all’alba, ma inutilmente. 

Alle 8 una brezza consente di avvicinarci. 

Vediamo un vecchio nudo in una minuscola imbarcazione, che strilla a più non posso. 

Mi avvicino a lui con la barca e, dopo molta resistenza, lo conduco a bordo dell’Arend. 

Ha più di cinquant’anni e un fisico possente. 

La nave e tutto ciò che vi si trova lo meraviglia, come si vede dal viso. 

Non riuscendo a capirlo, cerchiamo di tradurre i suoi segni e le sue espressioni. 

Gli regaliamo uno specchietto, che lo impaurisce, come il suono della campana. 

Gli offriamo un bicchiere di brandy, che versa sulla faccia. 

(...) Appare vergognoso per la sua nudità, poiché si accorge che siamo vestiti. 

Poi mette braccia e testa sul tavolo. 

Sembra una preghiera ai suoi dei (...) 

Dopo salta e canta. 

Sembra contentissimo. 

Copriamo le sue parti intime con un pezzo di tela, di cui è molto felice. 

Balla con i marinai, che suonano un violino, che non lo meraviglia.

 La sua imbarcazione è costituita da piccoli pezzi di legni legati assieme da alcune piante. 

(...) Ci meravigliamo del fatto che sia stato talmente coraggioso da spostarsi così lontano in acqua con l’aiuto di solo una pagaia.

 Quando ci ha raggiunto eravamo a circa tre miglia dalla riva” (...)

I grandi Moai di pietra 

 Gli olandesi sono infatti colpiti dalle oltre duecento grandiose ed enigmatiche sculture di pietra, che pensano siano fatte d’argilla, dalle fattezze umane, alte fino a dieci metri e collocate su piattaforme lungo la costa, davanti alle quali gli isolani si prostrano adorandole:

non riusciamo a capire come sia stato possibile che questa gente, priva di legname consistente e pesante per costruire macchine, siano state nondimeno capaci di erigere tali statue. 

Gli isolani non possiedono ruote, animali robusti, nemmeno risorse, per realizzare questa prodezza artistica, tecnica ed organizzativa” (...)

 Purtroppo il pomeriggio di quel primo giorno, in cui avviene l’incontro culturale, è funestato dall’uccisione di una decina di isolani da parte dei marinai irritati per essere stati derubati dagli indigeni saliti a bordo (...).

Tanto da organizzare una spedizione punitiva. 

Sarà questo solo il primo di una lunga serie di massacri di cui gli isolani saranno vittime innocenti! (...) 

Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE I: XIV-XVIII SECOLO

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