Folio 291 v, ritratto di san Giovanni con gli strumenti di un amanuense |
.Cosa c'è nel libro:
Ammirando nel Trinity College il Libro di Kells, capolavoro artistico irlandese di tutti i tempi
Nella penombra della Old Library
Al termine del percorso museale della Old Library, in effetti non posso che attendermi una saletta in penombra.
Anzi…, salvo le luci che illuminano l’interno di una bassa vetrina, sarò pressoché al buio!
Per arrivare lì al più presto, come sovente mi capita, ho superato un ambiente dopo l’altro.
Saltando proiezioni, ingrandimenti, gigantografie, riproduzioni generali e di dettagli, spiegazioni e descrizioni. Ansioso, come sono, di ammirare l’originale.
Un capolavoro unico al mondo, il Libro di Kells, lo "zenit" della calligrafia e della miniatura occidentale
Un capolavoro unico al mondo, esposto assieme ad altri tre preziosi manoscritti miniati.
Nonostante la sua apparente modestia, ho di fronte infatti il Libro di Kells.
Un gigante dell’arte miniaturizzata e universalmente considerato il libro più bello e importante al mondo.
Non tanto perché contiene i Vangeli basati sulla Volgata, traduzione latina della Bibbia di san Girolamo (384).
Ma perché rappresenta il più grande monumento dell’antica civiltà irlandese, lo “zenit” della calligrafia e della miniatura occidentale.
Così che per descriverlo, sia pure per difetto, bisognerebbe sfoderare a ripetizione aggettivi e iperboli di un buon dizionario dei sinonimi…
Un valore stratosferico
Inestimabile è perciò il suo valore, anche economico.
Basti pensare che i 1.480 esemplari dell’unico facsimile esistente, stampati in Svizzera nel 1990, hanno un costo stratosferico.
Tanto che l’università americana di Long Island ne espone orgogliosamente una copia in un museo!
Da solo il Libro di Kells meriterebbe il viaggio nella capitale irlandese.
Come attesta l’annuo mezzo milione di visitatori…
Anche senza una lente, mi accorgo che trattengo il respiro mentre l’osservo.
Riesco ad ammirare solo un’infinitesima parte della bellezza delle sue miniature e della sua arte
Eppure sto ammirando solo un’infinitesima parte della bellezza delle sue miniature e della sua arte: una pagina di miniature (folio 188 r, Luca: 1.1: “trattamento ornamentale della prima parola Quoniam”), due di scrittura (folio 322 v e 323 r, Giovanni: 10.4-18).
Perché gli autori andarono alla costante ricerca dello spettacolare, del meraviglioso e dell’incredibile!
Opera non di umani, ma di angeli! (Giraldus Cambrensis, 1185)
Non a caso lo storico Giraldus Cambrensis, che lo vide a “Kildare” nel 1185, nella Topographia Hibernica lo definì: “opera non di umani, ma di angeli”…
Da molto tempo ero a conoscenza della sua esistenza.
Collocandosi al vertice dei manoscritti d’incomparabile bellezza prodotti, tra il VII e il IX secolo, dai monaci irlandesi, rinomati copisti e miniaturisti, all’avanguardia della cultura cristiana in Europa.
Realizzato da monaci copisti e miniaturisti intorno all'800, la sua provenienza sembra tuttora incerta: Iona (Scozia), Lindisfarne (Inghilterra), Kells (Irlanda)...
Il libro risale a ca. l’800 e ha una storia ricca di coups de théâtre e parzialmente avviluppata dalle brume del mistero.
Il tutto su uno sfondo mutevole.
Costituito da isole scozzesi (Iona) e dell’Inghilterra del nord (Lindisfarne, con la sua abbazia fondata nel 635 da san Aidan), oltre che da Kells (Cenannus), nella contea irlandese di Meath, a nord di Dublino.
I personaggi che vi si muovono sono santi irlandesi (san Colomba Colum Cille).
Ma anche vichinghi, con le loro audaci e sanguinose scorrerie.
Persino ladri.
Per la prima volta menzionato nel 1007
“Grazie” a questi ultimi gli Annali dell’Ulster lo menzionarono per la prima volta nel 1007 perché: “il grande Vangelo di Columm Cille, reliquia principale del mondo occidentale, a causa della sua copertina ornamentale fu rubato di notte dalla sacrestia ovest della grande chiesa di pietra di Cenannus.
Quel Vangelo fu trovato dopo venti notti e due mesi sepolto nel terreno”, privo del reliquiario d’oro tempestato di gioielli, che nell’isola racchiuse, proteggendoli, i libri considerati sante reliquie. Pertanto da allora mancheranno le pagine iniziali e finali, con parte del Vangelo di san Giovanni.
In seguito si deve alla mania di Cromwell, che usava trasformare ogni chiesa in stalla per i cavalli, se dapprima sarà messo in salvo (1653), poi donato al Trinity College (1661).
Nei secoli il libro è sempre vissuto pericolosamente…(...)
Da: DALLA VICHINGA DUBH LINN ALLA GAELICA BHAILE ÁTHA CLIATH. “PASSEGGIANDO” PER DUBLINO, E OLTRE…
(E-Book, versione cartacea a colori (I e II ediz.) e in bianco e nero, 131 pp, 49 note, 104 immagini - 64 sono dell'A. -)
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