La "Scoperta" della Storia dell'Africa da parte dello studioso tedesco Leo Frobenius
Sempre con tenerezza ricordo come quel primo gruppo di libri, consigliatomi nei primi anni ’1960 dal direttore della biblioteca [l'Etnologo Armando Cepollaro] dell’allora Istituto Italiano per l’Africa di Roma, comprendesse la corposa Storia della Civiltà Africana (1950) di Frobenius.
Oggi non nascondo come, in quelle giovanili e febbrili immersioni nel fascinoso mondo africano, più volte lo sfogliai qua e là, soffermandomi sui brani più stimolanti.
Ogni volta rimandando una sua puntuale e integrale lettura a quando sarei stato in grado di poterlo compiutamente apprezzare!
Appresi in seguito come proprio al Frobenius vada ascritta la paternità della “scoperta” della storia dell’Africa.
Sintesi generale sullo sviluppo culturale dell’Africa, la Kulturgeschichte Africa (1933) costituisce un vero atto d’amore e un Monumento Poetico di Frobenius per il continente africano
In effetti la Kulturgeschichte Africa (1933), primo grandioso tentativo di sintesi generale sullo sviluppo culturale dell’Africa e di ricostruzione della civiltà africana, attraverso una preziosa summa di documenti storici, che chiariscono anche l’origine preistorico-africana della civiltà egizia, costituisce nel contempo un atto d’amore e un Monumento Poetico di Frobenius per l’Africa.
Fino ad allora, ma anche in seguito, considerata a torto solo come una mera appendice della storia della colonizzazione europea.
Oggi sembrerebbe perfino superfluo ricordarlo.
Ieri lo era molto meno...
Perché la riscoperta occidentale della sua diversificata “Storia” e la rivalutazione delle sue molteplici “Culture” e, in generale, di quella che fu definita “Negritudine”, non è stata poi così pacifica, come si potrebbe ritenere.
Anche se il “rivoluzionario” ingresso sullo scenario africano di Frobenius data dalla fine del XIX secolo, ancorprima di dare inizio alle sue brillanti spedizioni scientifiche in numerose regioni nordafricane e subsahariane.
Non a caso, ancora sul finire degli anni ’1950, inizio ’1960 (fase della decolonizzazione), autori “impegnati” come Basil Davidson impartivano con profitto l’ABC della Storia africana, non limitata alle “culture superiori” (egizia) (...).
Cenni biografici
Leo Viktor Karl Frobenius nasce a Berlino nel 1873.
Il padre è un ufficiale prussiano.
Per seguirlo Leo non potrà avere una completa educazione formale, ma apprenderà molto dagli avventurosi racconti degli esploratori tedeschi (Barth, Rohlfs, Nachtigal, Schweinfurth), dai quali è attratto fin da giovanissimo, oltre che dal lavoro volontario svolto nei più importanti musei etnografici dell’epoca (Brema, Basilea e Lipsia).
Avvicinatosi alla teoria diffusionista di Ratzel (“cicli dei popoli” - Völkerkreise -, e criterio della qualità: l’arco piatto simile in Melanesia e in Africa occidentale), la spingerà ancora oltre.
Aggiungendovi la quantità: le affinità devono includere anche maschere, architettura, tamburi, vesti, ecc.
A venticinque anni scrive L’Origine delle culture africane (Ursprung der Afrikanischen Kulturen, 1898).
È la prima analisi di un mondo diverso, complesso e variegato.
In tal modo alza il velo, stratificato da plurisecolari ipocrisie, pregiudizi e ignoranza, che copre un’Africa ritenuta terra senza storia.
La sua incredibile capacità di sintetizzare lo “spirito” di un intero continente, coniugata con un altrettanto brillante abilità di ordinare ciò che le sue infinite culture propalano, consente da subito di tratteggiare un Uomo, che ben presto diventerà un leader dell’approccio storico-culturale all’etnologia e un Maestro!
Un “Grande” dell’Etnologia, che è stato uno straordinario autodidatta, un bastian contrario dell'africanistica, un anticonformista d’avant garde, in grado di scandalizzare l’Occidente, con fatti che hanno ampiamente dimostrato l'esistenza di culture e civiltà autoctone africane
D’altronde ciò che Frobenius ha rappresentato mi è sempre piaciuto.
Innanzitutto perché è stato un formidabile autodidatta.
Il che torna sempre più a suo onore e merito!
Poi perché è stato il “bastian contrario” dell’africanistica.
Un autentico anticonformista d’avant garde, che ha spaziato ben al di là dei rigidi confini imposti da Autorità accademiche (e politiche).
Un appassionato antesignano, in grado di scandalizzare l’Occidente, affermando con i fatti come esistessero una cultura africana e civiltà autoctone.
Gli stessi “padri” della Negritudine, Léopold Sédar Senghor e Aimé Cesaire, gli sono debitori...
Un rivoluzionario sui generis, al quale sono debitori perfino gli stessi “padri” della Negritudine: Léopold Sédar Senghor e Aimé Cesaire.
Essi identificarono in quell’eccentrico scienziato il primo portavoce dell’affermazione di una filosofia e di un’antropologia africana (...)
Nel 1904 "Leo l’Africano" dà inizio ad una serie di 12 brillanti missioni in Africa
(...) Nel 1904 l’esploratore, filosofo e poeta dell’Etnologia Frobenius, poi soprannominato Leo l’Africano (Leo Afrikaner) dava inizio ad una serie di dodici brillanti missioni scientifiche in Africa, che termineranno solo poco prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1938 a Biganzolo (Italia).
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