Dopo il terremoto del 1755, la città di Lisbona, come l'Araba Fenice, risorge dalle sue ceneri
L’anima portoghese e, in particolare, dei lisboeti, è rimasta profondamente e tenacemente ancorata al passato.
Sia a quello eroico delle grandi scoperte geografiche (per il Portogallo e Lisbona il secolo d’oro fu il XV-XVI), che alla grandiosità di un impero sparso su tre continenti e da tempo svanito.
Un ricordo del passato vissuto con un misto di nostalgia e di rimpianto, in un palese stato di saudade, come è stata definito, che ha trovato la sua più appariscente manifestazione (...) nelle particolari e suggestive sonorità delle canzoni del fado: “fato”, “destino”.
Tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo in prossimità del fiume veniva costruito un Palazzo reale e l’imponente piazza del Terreiro do Paço (“Terreno del Palazzo”).
Ad ovest, su posizione elevata, iniziò invece a svilupparsi un altro quartiere, il Bairro Alto, destinato ai nuovi mercanti che, sempre più numerosi, andavano a vivere in città.
La scoperta dell’oro in Brasile (1697) impose un colpo di acceleratore alle opere pubbliche di Lisbona, tra cui ricordo l’importante ed imponente costruzione dell’Acquedotto di Águas Livres, che portò l’acqua fin nella gola dell’Alcantara (1748).
Di per sé quanto ho appena sottolineato potrebbe essere sufficiente per stupire il visitatore.
Eppure c’è, ancora, parecchio altro.
Poiché Lisbona, come l’araba fenice, è una città risorta dalle sue ceneri, e non solo metaforicamente…
Tre violente scosse di terremoto distruggono buona parte della città il 1° novembre del 1755
Oggi, osservandola ed ammirandola, sembra impossibile pensare come buona parte della zona centrale, ma anche di altre aree della città, siano state interamente distrutte da un violentissimo terremoto scatenatosi esattamente 265 anni fa, con epicentro nell’Atlantico, a circa 200 km ad ovest-sud ovest di Capo St. Vincent.
Gli esperti hanno calcolato come la sua magnitudo possa aver toccato, forse addirittura superato, gli 8.6 punti della scala Richter.
Tutto accadde domenica 1° novembre, festività di Tutti i Santi, in un giorno di festa e di intensa e vissuta partecipazione religiosa.
Quando i cittadini affollavano le chiese cittadine, illuminate da migliaia di candele accese.
La prima di tre tremende e lunghe scosse, complessivamente durate dieci minuti, un’eternità per un sisma…, ebbe luogo alle 9,30.
Per una settimana gli incendi devastano le case
Le scosse furono seguite da incendi devastanti, a causa delle candele, ma anche dei fuochi lasciati nelle case abbandonate in tutta fretta.
I violenti e devastanti roghi durarono per sette giorni.
La distruzione di Lisbona si completa con uno tsunami: tre ondate alte sei metri fanno naufragare tutte le navi in porto
Al tutto si andò poi ad aggiungere, per completare la nefasta opera, anche uno tsunami: tre gigantesche ondate in successione, che raggiunsero un’altezza di sei metri sulla sponda del fiume.
In un primo momento le acque dell’estuario si ritrassero notevolmente, lasciando visibile parte dei fondali.
Poi, solamente mezz’ora dopo la prima scossa, iniziarono a frangersi duramente sulla parte bassa della città.
Inondandola e facendo naufragare quanti avevano pensato di cercare scampo a bordo delle navi attraccate ai moli del porto.
Un bilancio pesantissimo di vite: 30-70.000 morti
Il bilancio finale di una così inaudita violenza non poteva che essere tremendo: distruzione di tutti i grandi edifici pubblici e di 12.000 case.
Per quanto riguarda le vittime, le stime vanno dalle 30.000 alle 70.000, anche se non tutti gli studiosi si trovano concordi.
Lisbona contava allora 250.000 abitanti ed era una delle più popolose città europee (...) .
Grazie all’energico e mastodontico impulso che il Primo Ministro (...) Sebastiăo José de Carvalho e Melo, Marquès de Pombal (...), darà alla ricostruzione, i lisboeti avranno la città completamente rimodellata.
In particolare l’area che aveva subito l’annichilimento totale: la Baixa, la città bassa.
Oltremodo rapidi saranno gli interventi ricostruttivi: alla fine di quello stesso mese erano state già approntate le idee-guida, che avrebbero supportato la rinascita di Lisbona, grazie ad un progetto, che avrebbe radicalmente modificato l’assetto urbano in maniera “razionalmente geometrica”.
“Seppellire i morti e sfamare i vivi”, le priorità del Pombal
La rapidità nel pensare e nell’agire era dettata al Pombal dall’ansia di voler “seppellire i morti e di sfamare i vivi”.
La sua sarà una grandiosa ed avveniristica pianificazione urbana, certamente unica al mondo.
(...) Il Pombal ha dotato la città di grandiose piazze, tra loro collegate da una griglia di ampie strade parallele, che giungono fino al fiume.
(...) Certo è che il cuore di Lisbona data dalla fine del XVIII secolo e risulta completamente avulso da quel caotico affastellarsi di viuzze, scalinate, strade, piazzette e calçadas (ripide stradine), che hanno dato vita al nucleo storico sulle alture prospicienti.
Nel Museu Nacional do Azulejo ammiro Lisbona com'era prima del terremoto, grazie ad un lungo pannello piastrellato
Oggi ho anche la possibilità di rendermi conto di ciò che era Lisbona prima del sisma, sia osservando nel Museu Nacional do Azulejo il lungo pannello piastrellato dell’inizio del XVIII secolo, che riproduce fedelmente la città prima della sua distruzione, che rabbrividendo dalla Piazza Rossio, cioè dal cuore stesso di Lisbona, alla vista dei moncherini degli archi della chiesa del Carmo, che svettano come fantasmi dalla vicina e soprastante altura del Bairro Alto…
DA: LISBONA, TRA TRADIZIONE E MODERNITA’.
ALLA SCOPERTA DI UN’INSOLITA “CAPITALE-VETRINA” ATLANTICA
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