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sabato 7 settembre 2024

217. AQABA! AQABA! Dall’alto delle mura del forte turco immagino l’arrivo al galoppo degli Howeitat e delle altre tribù beduine, dopo una traversata lunga 965 km. Sento le urla incomprensibili degli arabi, ma riconosco solo: Allahu Akbar! Urla e grida alle quali fanno da contraltare quelle parimenti inintelligibili dei turchi. Mentre le bandiere nere e verdi dell’Islam, con la scritta: Non c’è Dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo Profeta, garriscono al vento. Perché, in šāʾ Allāh, questa è una vera e propria santa jihâd! LAWRENCE D’ARABIA, LA RIVOLTA ARABA E LA FERROVIA DELL’HEJAZ, COSTRUITA PER I PELLEGRINI DIRETTI ALLA MECCA (HAJJI), MA CHE SI DOVETTE ARRESTARE A MEDINA. DA: IL GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI: TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI”

 

 Lawrence d’Arabia fotografato dopo la Battaglia di Aqaba

Cosa c'è nel libro: 

AFRICA: Alessandria-Cairo, prima ferrovia dell’Egitto, dell’Africa, del Levante; La "ferrovia del deserto", Egitto-Sudan; A bordo di un treno della celebre “ferrovia di penetrazione” Mombasa-Kampala: l'Uganda Railways, Kenya; Il Lézard Rouge dei Bey di Tunisi, Tunisia; ASIA: La Ferrovia dell'Hejaz: La Damasco (Costantinopoli)-Medina; La Ferrovia Costantinopoli (Berlino)-Baghdad La Rumeli Demiryolu e l'Orient Express.  AMERICAWhite Pass and Yukon Route (Alaska, Stati Uniti -Yukon, Canada); Viaggio nella Colombia Britannica a bordo della cabina della storica locomotiva Royal Hudson, Canada; “C'era una volta il treno”... Storia della "Strada della Gente", la ferrovia dell’isola di Terranova, Canada; "Quel treno per Santa Fe": l'Atchison, Topeka e Santa Fe & Railway System nel "selvaggio" Sud-Ovest degli Stati Uniti, tra Natura e Cultura. EUROPAViaggio sulla storica ferrovia Parigi-Saint-Germain-en-Laye, Francia; Le Tramway du Mont-Blanc (T.M.B.): il tram che voleva arrivare sulla sommità del Monte Bianco, Francia;  Treno per Montenvers e la Mer de Glace, Francia. In viaggio da Dublino a Kingstown, oggi Dún Laoghaire, sul primo treno del paese (1834), Irlanda. 

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In Asia

(…) Superato il Canale di Suez, siamo già in Asia, che ci aspetta con ben tre treni ma, soprattutto, con un’Avventura all inclusive

Perché qui incontreremo una delle figure più straordinarie che la Grande Storia ci ha regalato. 

Un personaggio che un filone filmico assai di moda, e gradito ai più giovani, definirebbe oggi un “Supereroe”… 

D’altronde vorrà pur dire qualcosa se, di norma, al suo cognome preferiamo apporre, non il vero nome, ma quello di un immenso paese desertico. 

Del resto Lawrence d’Arabia (1888-1935) è una delle figure più leggendarie emerse dalla Grande Guerra. 

Un paladino che si è battuto contro i turchi, ma anche contro l’establishment britannico, in favore delle più che giuste rivendicazioni politiche dei popoli arabi, dei bedu, i beduini del deserto. 

Popoli e genti che iniziò a conoscere e a rispettare fin da quando girò in lungo e in largo il Medio Oriente, per la sua tesi sui castelli crociati e, poi, per scavare come archeologo in Siria. 

Diventando ben presto per tutti loro Laurens Bey El Laurens, indifferentemente. 

   Sarà lui ad impadronirsi della famosa Aqaba e a far sì che i suoi raids sferrati contro la Ferrovia dell’Hejaz, che congiungeva Damasco (Costantinopoli) a Medina, costituiranno la prima pallina di neve scivolata sul pendio innevato, che alla fine si trasformerà in una gigantesca valanga, che tutto e tutti travolgerà.

   L’Asia mi dà così la possibilità di accennare alla Ferrovia dell’Hejaz. 

Costruita per portare i pellegrini (hajji) originariamente alla Mecca, ma che invece si dovette arrestare a Medina. 

A più riprese ho osservato binari, stazioni, locomotive, carrozze, sia in Giordania, che ad Istanbul (...). 

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Lawrence d’Arabia, la Rivolta Araba e la Ferrovia dell’Hejaz, costruita per i pellegrini diretti alla Mecca (hajji), ma che si dovette arrestare a Medina 

 Da tempo le tribù beduine usavano attaccare treni e stazioni, saccheggiando passeggeri, personale delle ferrovie, soldati. 

Evitando con cura di assalire le stazioni meglio difese. 

Il viaggio dei pellegrini continuava, perciò, a restare pericoloso, anche se non come prima. 

 Nel marzo del 1917 Lawrence lanciava il suo primo attacco alla ferrovia. 

 Seguito a settembre dalla distruzione di un convoglio turco, realizzato facendo saltare in aria un ponte a Mudawwara, 80 miglia a sud di Ma’an, al confine di quella che, in futuro, sarà l’Arabia Saudita. 

Facendo anche cadere in un’imboscata la squadra turca mandata a ripararlo. 

Così la rivolta, seguendo la tipica strategia araba del: colpisci il nemico, saccheggia, infine scappa, sarà adottata e, poi, ulteriormente perfezionata, da Lawrence. 

In questo modo tra Ma’an e Mudawwara si distruggeranno treni, binari, ponti e stazioni e si cattureranno migliaia di soldati ottomani

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Il forte di Aqaba

 In origine un castello crociato del XII secolo, il forte di Aqaba venne ricostruito nel 1587 (...) 

Diventerà un khan (caravanserraglio) destinato ai pellegrini (...)

Quasi subito dopo il mio arrivo, non posso non andare a visitarlo.

 Perché, in cuor mio, forse da decenni aspettavo quel momento. 

Sui suoi spalti a pieni polmoni respiro l’aria di mare, che soffia forte sul Golfo di Aqaba, e con essa la Grande Storia, la Storia della Rivolta Araba di Lawrence d’Arabia. 

Archeologo diventato spia, dopo essere stato cooptato al Cairo nello storico e scelto cenacolo britannico dell’Arab Bureau.

Sterminati i soldati turchi di Abu el-Lissal, i beduini attaccano il forte di Aqaba 

Da là sopra immagino l’arrivo al galoppo sui mehari degli Howeitat e delle altre tribù beduine (...), che via via avevano ingrossato le fila di quel ben determinato pugno degli Howeitat di Auda Abu Tayi, nel corso della loro grandiosa traversata ad arco, lunga ben 965 km, fino ad Aqaba. 

Che avevano raggiunto da Al Wajh, sul Mar Rosso, dopo due mesi (9 maggio 1917). 

Senza neanche dover attraversare il temibile Nefud (...). 

 A non molta distanza da Aqaba e del mare, su un passo che scende dall’altopiano, dapprima si impossessano della ridotta turca di Abu el-Lissal. 

 Niente può opporsi all’inarrestabile furia dei beduini. 

A poco serve il modesto cannone di montagna dei turchi. 

I soldati vengono travolti senza pietà dalla valanga degli oltre 400 cammelli, che corrono a 50 km/h. 

Tutti i turchi, oltre 350, sono trucidati (...)

E Aqaba? 

I 300 soldati a difesa del forte non si aspettano, certo, che per arrivare fin là si potesse attraversare il deserto. 

Così, prima ancora che riescano a voltare verso il pendio alle loro spalle i cannoni Krupp di grosso calibro e le mitragliatrici pesanti, ambedue puntati dove si attendeva un eventuale attacco britannico: le acque del Golfo di Aqaba, immagino le incomprensibili urla degli arabi presi dalla foga della carica finale, di cui noi oggi forse riusciremo a riconoscere… esclusivamente due parole: Allahu Akbar!

 Urla e grida alle quali fanno da contraltare quelle parimenti inintelligibili dei turchi, che cercano, prima di opporsi, poi di fuggire verso il nulla, il tutto accompagnato dal rumore secco, penetrante, tremendo dei colpi di fucile, della mitraglia, dei fendenti delle sciabolate. 

Mentre le bandiere nere e verdi dell’Islam, con la scritta: Non c’è Dio al di fuori di Allah e Maometto è il suo Profeta, garriscono al vento. 

Perché, Inch’Allah (in šāʾ Allāh), questa è una vera e propria santa jihâd contro gli invasori e oppressori, anche se pure loro sono musulmani! 

 È il 6 luglio del 1917 e Aqaba, l'unico porto ottomano rimasto sul Mar Rosso, un’autentica minaccia per le forze egiziane, che si preparano ad avanzare in Palestina, è nelle mani di Lawrence. 

La sua caduta permetterà ai britannici di inviare gli indispensabili rifornimenti di armi e materiali alla Rivolta Araba.

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Sulle tracce di Lawrence e della ferrovia dell'Hejaz, tra Abu el-Lissal, Maan, Amman (e Istanbul) 

 Dalla mia “base” di Tala Bay, a sud est di Aqaba, a non molta distanza dal confine con l’Arabia Saudita, mi metterò sulle tracce di Lawrence, che sono le stesse della ferrovia. 

Viaggiando parallelo ai suoi binari, prima ad est verso l’Arabia, poi in direzione nord. 

Grazie all’Autostrada del Deserto che, grosso modo, affianca la pista carovaniera dell’hajji e, quindi, anche della ferrovia (...). 

La destinazione finale, di quella che risulterà un’altra intensa giornata giordana, è a 128 km di distanza.

 Dopo una sosta ad Abu el-Lissal, eccomi nella cittadina di Ma’an, dove prima visito l’antico e solido forte. 

Dal 1983 una prigione, oggi centro artistico locale. 

 Poi la vicina stazione ferroviaria rimasta incredibilmente tale e quale da quando fu costruita. 

Naturalmente non posso non visitare il Museo del re Abdullah I, ricco di ricordi e paraphernalia della ferrovia e della Rivolta Araba (...). 

La Ferrovia dell’Hejaz oggi e la stazione di Amman 

 La linea a scartamento ridotto (1.050 mm) è di tutto rispetto, perlomeno per la sua lunghezza: 1.322 km di percorso. 

L'unica parte esistente è nel nord, sia della Siria, che della Giordania.

 Oggi solo quella giordana continua ad essere relativamente in esercizio. 

Quella siriana, degradata e danneggiata, da tempo non è più utilizzata. 

E dire che prima del conflitto un treno passeggeri collegava Damasco ad Amman. 

L’Arabia Saudita aveva pensato ad una riapertura della ferrovia, che si sarebbe però dimostrata costosissima e non più necessaria. 

Oggi molti pellegrini utilizzano l’aereo…(...)  

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DA: IL GIRO DEL MONDO… IN 15 TRENI: TRANSCONTINENTALI E DI LUSSO, DI PENETRAZIONE COLONIALE E MILITARE, DEI CERCATORI D’ORO, DEGLI HAJJI, “ALPINISTICI” 


241 pp., 223 foto, di cui 136 a colori (102 sono dell'A.), 254 note, bibliografia 

E-Book: https://www.amazon.it/dp/B07XPFQGLW

Versione cartacea a colori:  https://www.amazon.it/dp/1692957171 

Versione cartacea in bianco e nero: https://www.amazon.it/dp/1693164949 

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