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lunedì 12 agosto 2024

190. Abu Simbel: ai confini con il Bilad as Sudan, la "Terra dei Neri". Dove, in un secondo tempo, avrò l'eccezionale opportunità di poter visitare il sito archeologico senza la presenza di alcun turista, ma anche di entrare all'interno della montagna ricostruita... DA: VIAGGI IN EGITTO 1980-2009. CROCIERA AEREA E FLUVIALE SUL NILO; AI CONFINI CON IL SUDAN, ALLA RICERCA DI BERENICE TROGLODITICA E DELLA “CAROVANIERA DEGLI 11 GIORNI”; NEL SINAI

  

 La colossale testa di Ramses II, scolpita sulla facciata del Grande Tempio di Abu Simbel, 1980 (© Franco Pelliccioni) 
Cosa c'è nel libro:

PREFAZIONE

PARTE I: IERI, IL VIAGGIO DEL 1980

INTRODUZIONE ALL'EGITTO; CONTINUA IL "VIAGGIO" NEL BASSO EGITTO: PIRAMIDI, CERCATORI DI TESORI DEL PASSATO, SCOPERTE ARCHEOLOGICHE DEL PRESENTE; VIAGGIO NELL'ALTO EGITTO, AI CONFINI CON IL BILAD AS SUDAN, LA "TERRA DEI NERI": ABU SIMBEL, ASSUAN, ELEFANTINA, FILE; MEDIO EGITTO: NELLA VALLE DEI RE SI RISCOPRONO LE TOMBE "SCOMPARSE" DEI FARAONI; 

PARTE II: OGGI, IL CAIRO

UNA PREMESSA DI ANTROPOLOGIA URBANA: GENESI E SVILUPPO DELLE CITTA’ AFRICANE; PIÙ “CITTA’ PARALLELE” HANNO DATO VITA ALLA CAIRO ATTUALE; IL CAIRO: IERI E DOMANI…; 

PARTE III: INTERMEZZO, UNA CROCIERA SUL NILO “VIRTUALE” FIN DE SIÈCLE

PARTE IV: OGGI, UNA MODERNA CROCIERA SUL NILO

DA ASSUAN A KOM OMBO; KOM OMBO, EDFU, LA CHIUSA DI ESNA, LUXOR; 

PARTE V: OGGI, SUL MAR ROSSO, AL CONFINE MERIDIONALE CON IL SUDAN

NELLA LAHAMI BAY, SULLA COSTA MERIDIONALE EGIZIANA DEL MAR ROSSO, ALLA RICERCA DELLA MITICA BERENICE; TRA I NOMADI DEL MAR ROSSO EGIZIANO: ETIOPICI BÈJA (ABABDA E BISHARIN), ARABI RASHÀIDA; LUNGO L’ANTICA VIA GRECO-ROMANA CHE, DALLA MITICA BERENICE TROGLODITICA, PORTAVA AL NILO, ATTRAVERSO LE MONTAGNE DI SMERALDO

PARTE VI: UNA CURIOSITA’ DA SODDISFARE, VIAGGIO A SHARM, 2009

SHARM EL-SHEIK: NAAMA BAY; BIBLIOGRAFIA

.....

Dal diario di viaggio: Abu Simbel, 1980 

"Ecco che continua il viaggio alla scoperta dell’Egitto, assieme a Cecilia [la compianta amica e collega antropologa Cecilia Gatto Trocchi]. È prestissimo ed è buio come la pece. 

Infatti il volo MU 349 (Egypt Air, volo interno) è programmato per le ore 5, poiché bisognerà sorvolare tutto il paese, per arrivare fino ad Abu Simbel alle 7,10, anche se faremo scalo ad Assuan, senza però cambiare aereo.

Grazie alle mie solite scartoffie, alla sede dell’Egypt Air al Cairo riesco ad ottenere la possibilità di rimanere nel sito archeologico un turno di visita in più. 

In pratica, tra l’arrivo di un gruppo e l’altro, c’è la possibilità di stare completamente soli, davanti ai maestosi templi di Abu Simbel, che si affacciano sul lago Nasser. 

 Dopo aver visitato i due templi, assieme ai pochi turisti presenti, apparentemente sembra che non ci sia alcuna possibilità di bere, mangiare e, soprattutto, di ripararci dai cocenti raggi del sole.

 Così, quando viene il nostro “turno” di andar via, Cecilia decide che non sarebbe rimasta là in quelle condizioni e che sarebbe ripartita per Assuan. 

Io, che avevo fatto di tutto per avere quell’eccezionale possibilità di godermi “in solitaria” Abu Simbel, scelgo invece di restare. 

Tra l’altro avevo notato lontano, verso il terrazzamento sul lago, un punto d’ombra, che in effetti nascondeva un piccolo chiosco di bevande fresche ed era fornito anche di un po’ di cibo. 

 Così, rigenerato, vado alla solitaria riscoperta dei templi, dove le uniche presenze umane sono rappresentate dai custodi. 

Vagando tra i due monumenti e osservando ogni particolare: bassorilievi, iscrizioni, “firme” di antichi viaggiatori, più o meno noti. 

Oltre ad andare persino sul “retro” dei templi, all’interno della montagna

Cosa che ritengo oggi del tutto impossibile e certamente fantascientifica, non solo per ragioni di sicurezza. 

 Ma anche per la presenza di un’enorme folla di turisti, come constaterò nel 2007". 

Abu Simbel e il Lago Nasser

Avevo già avuto modo l’anno prima (1979), al rientro dalla mia ricerca effettuata nell’allora Sudan meridionale, di sorvolare quel grande mare interno costituito dal lago Nasser. 

Laddove le acque, formatesi dalla costruzione nel 1960-64 dell'alta diga di Assuan (Saad el-Aali), avevano invaso buona parte dell'antica Nubia. 

Un lago lungo 500 km, largo dai 10 ai 30 km, profondo in media 100 m, con una capacità di 157 miliardi di m3, che ha sacrificato 22.000 kmq della bassa Nubia egiziana. 

Così, oltre a sommergere i numerosi villaggi nubiani (...), sono state inondate decine di monumenti più o meno importanti, incluse le celebri chiese rupestri e la meravigliosa cattedrale di Faras (VIII-XIII secolo d.C.), in Sudan

Di cui avevo ammirato gli stupendi affreschi "salvati dalle acque" e le loro ricostruzioni, gelosamente conservati nel Museo Nazionale di Khartoum

 Naturalmente quella mia visita nell'Alto Egitto non poteva che iniziare dalle rive di quell'immenso lago. 

Il Tempio Grande di Amon-Ra, il Tempio di Hathor 

Ad Abu Simbel, dove sono stati ricostruiti i due giganteschi e meravigliosi templi: quello Grande (...), caratterizzato dalle quattro  colossali (20 m di altezza) e stupende statue rappresentanti Ramses II e quello più “piccolo” di Hathor (...), dedicato alla moglie Neferta.

Al tempo degli egizi, i due templi contrassegnavano inequivocabilmente le frontiere meridionali di un possente paese, dove i faraoni si identificavano con gli dei. 

Quei grandiosi monumenti strappati alle rocce e plasmati grazie ad esse, furono ricollocati grazie all'imponente opera di salvataggio internazionale voluta dall'UNESCO (...).

"In solitaria" ammiro lo straordinario sito archeologico. Perchè tutti i turisti sono partiti e Abu Simbel è improvvisamente  immersa nel silenzio più totale...

Allora ebbi molto tempo a disposizione, per contemplare in tutta tranquillità quegli antichi monumenti. 

Poiché, come già rilevato, avevo fatto in modo di rimanere pressoché solo davanti ad essi, allorché i gruppi di turisti sciamavano per imbarcarsi sull'aereo del rientro. 

Il silenzio, la pace di cui ad un tratto tutto il luogo fu permeato, consentì di osservare dettagli e particolari in un primo momento sfuggiti, e che pure avrebbero meritato ogni attenzione. 

Lo svizzero Burckhardt (scopritore), l'italiano Belzoni (scavatore)

 In quei momenti, naturalmente, non potei non andare con il pensiero a quando i due B&B per antonomasia dell'Alto Egitto, lo svizzero Burckhardt e il nostro Belzoni, rispettivamente "scopritore" (1813):

 "se si potesse eliminare la sabbia, si scoprirebbe un grande tempio"

 e "scavatore" (1816-17) di Abu Simbel: 

"la sabbia trasportata dal vento sulla parete di roccia che domina il tempio si è accumulata sulla facciata e ha seppellito l'entrata per tre quarti. Quando mi avvicinai al tempio persi di colpo ogni speranza di poter sgombrare l'entrata: i mucchi di sabbia erano talmente alti che non vedevo come avrei potuto arrivare alla porta", individuarono i templi, pressoché sommersi dalla sabbia del deserto. 

Riportandone con difficoltà alla luce ingressi, sculture, statue e bassorilievi. 

"Al primo colpo d'occhio restammo meravigliati dall'immensità del sotterraneo, ma la nostra sorpresa fu ancora maggiore quando ci trovammo circondati da magnifici oggetti d'ogni specie: pitture, sculture, figure colossali".

 Inoltre mi interessò notevolmente il risultato complessivo dell'inusitato trasloco. Un'opera di alta e sofisticata ingegneria, con la quale nel 1965/66 i monumenti, preventivamente tagliati in 1.036 grandi blocchi, dal peso non superiore alle 20 tonnellate ciascuno, furono trasferiti in luogo più elevato. 

Tanto fine fu quel sottile accordo tecnologico con le conoscenze archeo-storiche che dei templi si avevano, che furono in pieno rispettate anche le particolarissime "condizioni" di illuminazione volute dal potente e onnipresente Ramses II. 

Il quale fece costruire il tempio maggiore, in modo che, nei giorni del suo compleanno (22 febbraio) e della sua incoronazione (22 ottobre), il sole vi entrasse in profondità, tanto da rischiarare la statua che lo rappresentava, nonché quelle di Ra-Hurakti e Ammone. 

Trascurando, ovviamente, Ptah, dio delle tenebre che, in quanto tale, doveva rimanere nella più completa oscurità. 

Lo spostamento dei templi 64 metri più in alto ha solo anticipato l'evento di un giorno (...). 

Ho l'eccezionale possibilità di penetrare all'interno della montagna. Dove osservo stupefatto un  gigantesco "porta-Abu Simbel". Tutto calcestruzzo, cavi, acciaio. 

Quindi curiosai a lungo sul retro del monumento. 

Laddove la montagna è stata artificialmente ricostruita con due cupole in calcestruzzo di 60 m di diametro ciascuna, per evitare che i santuari venissero schiacciati dalla roccia. 

“Campane” successivamente ricoperte da sabbia e sassi, che restituiscono al complesso l'originaria forma [ho inserito nel libro un paio di foto]. 

In definitiva una sorta di gigantesco "porta-Abu Simbel" (...) 

Al confine con il Bilad as Sudan, la "terra dei neri"

Ad Abu Simbel non stavo a molta distanza (40 km) dal confine con il Sudan, dal Bilad as Sudan, la "terra dei neri". 

Su queste alture si trovava, e ancora oggi gli archeologi continuano a scoprirne le tracce, una catena di forti, che gli antichi egizi avevano fondato allo scopo di proteggersi da eventuali invasioni provenienti da sud (...). 

 Come la fortezza di Kasr Ibrim, risalente a 3.000 anni fa, situata proprio di fronte ai templi. 

Le cui rovine, già visitate dal Belzoni, si notano da Abu Simbel con un potente teleobiettivo. 

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(E-Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, 277 pp., 259 note, 271 immagini, di cui 242 a colori (230 foto sono dell’A.):



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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.


IL LIBRO E’ DEDICATO ALLA COMPIANTA AMICA E COLLEGA CECILIA GATTO TROCCHI (ROMA, 19 GIUGNO 1939- ROMA, 
 11 LUGLIO 2005)

Saqqara, dicembre 1980




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