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venerdì 9 agosto 2024

188. Il fascino della danza irlandese: una coreografia semplice, ma coinvolgente. Connotata da verticalizzazioni, battiti veloci, compostezza estrema del corpo, movimenti in uno spazio ridottissimo. In grado di suscitare emozioni a non finire negli spettatori. Da: DALLA VICHINGA DUBH LINN ALLA GAELICA BHAILE ÁTHA CLIATH. “PASSEGGIANDO” PER DUBLINO, E OLTRE…

 

Un Maestro di Danza irlandese

La danza irlandese

(...) L’incontro con l’irlandese “Tersicore” è avvenuto invece in un albergo-teatro. 
Consigliatomi poiché non turistico. 
In effetti era stracolmo di Dublinesi e di gente venuta da fuori.
Compreso un gruppo di sole donne e un altro di soli maschi per un addio al celibato…

I River Dance 

Non conoscendo ancora i River Dance che, raggruppati in tre compagnie, girano il mondo dal 1994 utilizzando i migliori musicisti, ballerini e cantanti isolani, il mio primo impatto con la danza è stato del tutto inaspettato. 

 Riverdance al Gaiety Theatre, Dublino, 2019 (CC Some rights reserved, Sheila1988) *La foto non figura nel libro 

Oltre tutto il prezioso Media Pass offertomi dal Dublin Tourism mi ha consentito di ottenere un tavolino in prima fila…

Il fascino di una coreografia semplice, ma coinvolgente. Connotata da verticalizzazioni, battiti veloci, compostezza estrema del corpo, movimenti in uno spazio ridottissimo. In grado di suscitare emozioni a non finire negli spettatori. 

Inizialmente sono rimasto addirittura sconcertato di fronte a quelli che apparivano come i passi ripetitivi di tre ballerini, dagli eleganti costumi scuri dal sapore vagamente rinascimentale. 

Richiamando, oltre tutto, le verticalizzazioni da me osservate tra i moran, i guerrieri Masai del Kenya. 

Poi, gradatamente, sono stato attratto dal loro mondo. 

Fatto di salti in alto, ma anche di leggiadre movenze, perfino passaggi felpati. 

Presto diventati battiti, sempre più forti, rumorosi, accelerati, rapidi.

 Grazie ai movimenti incredibilmente parossistici impressi dalla parte inferiore del corpo. 

Perché i colpi secchi sul pavimento, inferti con le loro nere “scarpe dure” dalla fibra di vetro, danno ritmo e musica ad una danza dalla velocità impressionante, che può arrivare ai 4 colpi al secondo e ai 260 al minuto.

La differenza con il Tip-Tap di Fred Astaire e Gene Kelly

   Una danza forse paragonabile alla Tap americana, resa famosa dal tip-tap delle claquettes (scarpe con tacchi e punte in ferro capaci di offrire suoni diversi) di stars come Fred Astaire e Gene Kelly. 

Ma c’è una differenza... 

Perché la Tap dance è un blend derivante dall’apporto degli immigrati irlandesi (scozzesi e inglesi), ma ha una forte componente africana. 

Per cui è tutto il corpo a muoversi elasticamente, mentre il ballo che ammiro è caratterizzato, oltre che dalla velocità, dall’estrema compostezza del corpo: braccia rigide e parallele lungo i fianchi, che sembrano non reagire agli stimoli della prorompente sonorità vulcanica, quasi pliniana, dei loro piedi!   

Ecco le giravolte e la successione dei colpi. Sempre con un ritmo al limite dell’impossibile, movimenti a volte funamboleschi, acrobazie minimali. 

Il tutto in uno spazio ridotto. 

Perché ci si muove elevandosi. 

Indietreggiando. 

Avanzando. 

Spostandosi lateralmente, quasi impercettibilmente. 

Sembra che ognuno balli indipendentemente dall’altro. In realtà i movimenti e i passi sono studiati e all’unisono. 

Una coreografia semplice e scarna, che pure rende l’insieme attraente, affascinante, emozionante. 

Suscitando nel pubblico battimani a più non posso e grida di meraviglia a ripetizione…

Nei crocevia delle campagne l'origine della danza 
Quando secoli addietro ai crocevia nacque tra le popolazioni contadine la danza, che discendeva dai balli di gruppo e dalle quadriglie francesi, esse rappresentavano il focus della vita sociale comunitaria.   

(...) In seguito alcune danze opportunamente modificate saranno introdotte a corte e nei castelli. 

La danza a catena delle Fær Øer

Come la danza “a catena” tuttora eseguita nelle atlantiche isole Fær Øer, che purtroppo non riuscii ad ammirare durante il mio soggiorno di ricerca nell’arcipelago. 

Perché venne eseguita solo una volta, ma in piena notte. 

E dire che l’avevo attesa inutilmente per ore e ore. 

Fino a quando decisi che era ormai tempo di andare a dormire…

   Anche dopo che la cornamusa fu bandita, le danze continueranno a svolgersi (...)

I Maestri di Danza itineranti

Intorno al 1750 ecco irrompere sulla scena un’autentica “rivoluzione culturale”, quella dei Maestri di Danza itineranti. 

Viaggiavano per tutta la contea. Fermandosi per sei settimane in ogni villaggio ospiti di una famiglia onorata dalla loro presenza.

Il Maestro era un personaggio stravagante. 

Indossava abiti sgargianti e portava un bastone da passeggio. 

(..) E i Maestri insegnavano ballo nelle cucine, nelle corti delle fattorie, nei crocevia delle strade. 

In tutti quei luoghi, cioè, dove si teneva una céili: riunione di vicini per danzare, suonare, raccontare storie (...) 

Saranno proprio i Maestri a far evolvere il ballo.

 Creando nuovi ed elaborati passi. 

Fondando anche le prime scuole di danza, tra cui le più celebri di Kerry, Cork e Limerick (...) 

 (...) Dopo che nel 1902 fu pubblicato l’Handbook of Irish Dances, nel 1929 l’Irish Dancing Commission stabilì regole riguardo l’insegnamento, il giudizio e le competizioni. 

Dando così vita alla forma moderna della céili

Imponendo principi ferrei su quella che doveva essere la danza “appropriata”: movimento dei piedi (passo di passeggiata, laterale, verticale), posizione (braccia allungate sui fianchi), vestito (mantello con cappuccio, sopra un vestito bianco con scialle, almeno fino agli anni ‘1930).
   (...) Per quanto invece riguarda le meno appariscenti, ma ben più importanti scarpe, le donne indossano sia scarpe dure, che leggere (ghilles) introdotte intorno al 1924 per ballare reels e gighe. 

Quelle dure sono oggi in fibra di vetro per le punte, mentre i tacchi sono vuoti (...) 

Da: DALLA VICHINGA DUBH LINN ALLA GAELICA BHAILE ÁTHA CLIATH. “PASSEGGIANDO” PER DUBLINO, E OLTRE…

(E-Book, versione cartacea a colori (I e II ediz.) e in bianco e nero, 131 pp, 49 note, 104 immagini - 64 sono dell'A. -)







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