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mercoledì 31 luglio 2024

179. IL RAID AUTOMOBILISTICO CITROEN IN ASIA. LA CROCIERA GIALLA 1931-32: SULLE TRACCE DI MARCO POLO, LUNGO LA VIA DELLA SETA; LA FORZOSA MODIFICA DEL PROGETTO PREVEDE DI SUPERARE L'HIMALAIA; GILGIT; SI ARRIVA AI 4.200 M DI QUOTA. Da: GRANDI RAIDS AUTOMOBILISTICI DELLA STORIA: QUANDO L’AVVENTURA SI FA LEGGENDA. LA PECHINO-PARIGI E LE “CROCIERE” CITROËN, TRA AFRICA, ASIA E AMERICA DEL NORD

 Verso i 4.200 m d’altezza della catena occidentale dell’Himalaia 

Cosa c'è nel libro:

La prima parte è monotematica. 

LA PECHINO-PARIGI  1907

Tratta della leggendaria corsa automobilistica Pechino-Parigi di inizio XX secolo (1907). 

Scaturita, agli albori dell’automobilismo, da un’inverosimile scommessa lanciata attraverso le pagine di un giornale parigino. Si cercano persone temerarie in grado di fare 16.000 chilometri tra Europa e Asia sulle loro macchine tonanti. 

 Aprendosi la via attraverso montagne, deserti e foreste. 

Una scommessa che vedrà protagonisti gli italiani Scipione Borghese e Luigi Barzini senior. 

Le quattro crociere Citroën (1922-1934) effettuate tra Africa, Asia, Nord America

 La seconda si occupa dei quattro raids automobilistici ideati dal fondatore della casa automobilistica francese Citroën nell’arco di una dozzina d’anni (1922-1934), effettuati tra Africa, Asia, Nord America. 

Raids ufficialmente chiamati con i nomi delle località o delle regioni raggiunte. In un secondo tempo quelle straordinarie imprese, ben presto entrate di diritto nella leggenda, saranno denominate Crociere. Dopo aver osservato come si muovevano i semicingolati (autochenilles) Citroën impiegati. 

Autoveicoli che ondeggiavano, attraverso le sabbie di uno dei più terribili deserti sahariani, con movenze assai simili a quelle di un incrociatore in navigazione nelle burrascose acque del mare o di un oceano…

...

LA CROCIERA GIALLA

(...) Ma al “testimone” non sarà sufficiente l’ulteriore “traguardo” realizzato per potersi dichiarare più che soddisfatto. Nel 1931-32 lo si affiderà ai leaders di un nuovo raid che, tra parentesi, sono sempre gli stessi: Haardt e Audouin-Dubreuil. 

Ai quali in Cina e in Afghanistan si aggiungeranno, tra gli altri, il grande teologo e scienziato Teilhard de Chardin e l’archeologo francese Hackin, che ha scavato nella valle di Bamiyan, nota per i grandiosi Buddha scolpiti nella roccia. 

Questa volta il raid avrà anche la straordinaria opportunità di snodarsi lungo vie storiche e leggendarie. 

Poiché percorrerà la più che millenaria Via della Seta e la pista seguita in Afghanistan da Alessandro Magno. 

Inoltre le macchine dovranno essere in grado di “scalare” l’Himalaia, integre o, magari, “pezzo dopo pezzo”! 

Per giungere fin nel Sinkiang cinese. 

In una pericolosissima Cina, in preda alla guerra civile, a sanguinose rivolte etnico-religiose, al dilagante banditismo, al caos imperante, dentro il quale allegramente sguazzano diversi “Signori della Guerra”! 

...

Con il progetto originario si doveva percorrere la Via della Seta

(...) Nel 1928 si comincia ad accarezzare l’idea di aprire alla circolazione automobilistica l’antica e remota Via della Seta, sulle tracce di Hsüan-tsang (Xuanzang), monaco buddista del VII secolo, e di Marco Polo (XIII secolo). 

 Così da “collegare” il Mediterraneo al Mar della Cina. 

Il progetto entusiasma per l’estrema audacia e riceve l’incondizionato appoggio di Citroën, che scrive: “la carta dell’Asia colpisce l’uomo dell’Occidente per la sua massiccia densità, per la sua opacità, dove la vita umana sembra affluire verso le zone periferiche, escludendosi dall’epicentro, che non è che una vasta depressione desertica”.

La forzosa modifica del progetto prevede, invece, di superare l'Himalaia!

(...) Il progetto va quasi subito incontro ad una modifica non indifferente… 

 Sul finire del 1930 l’URSS non rinnova per il nuovo anno l’autorizzazione già concessa (...) 

Va perciò scartato il Turkestan occidentale (russo) e l’Himalaia deve essere superata, non dal Pamir, bensì dal Kashmir, attraverso il Passo di Valkhdjir (5.000 m). 

Questi sono anni assai difficili: nel 1929 c’è stata la crisi mondiale, la guerra sino-giapponese è in corso, c’è la rivoluzione in Afghanistan, dissidenza e banditismo sono endemici nel Sinkiang.

La via di Gilgit (attuale Pakistan)

(...) Un accampamento è innalzato ai piedi della via di Gilgit (nell’attuale Pakistan), sorta di mulattiera, che oltrepassa la catena montuosa. 

Al di là c’è Kashgar e il Sinkiang.

Haardt ha scommesso con se stesso che porterà le auto fin lassù, ma ritiene che solo due siano in grado di farcela (...) 

Mentre la vettura TSF (il telegrafo senza fili, che trasmette in Morse) rimarrà sul posto per collegarsi con il gruppo Cina. 

Si formano tre gruppi

Successivamente vengono formati tre gruppi di cinque uomini ciascuno. 

Il primo è incaricato di sistemare la pista, talvolta non più ampia di 1,20 m, mentre la larghezza delle vetture è di 1,50 m... 

Il secondo deve ricongiungersi con il primo con le due autochenilles alleggerite. 

Il terzo chiude la marcia e stabilisce i vari contatti con la sua postazione T.S.F.

Si arriva a 4.200 m di quota

(..) Barcollando ed ansimando le vetture transitano ad oltre 4.200 m di quota. 

Anche se un muro roccioso alto 300 m improvvisamente ne impedisce la discesa! 

Vanno smontate le macchine!

Saranno perciò smontate… 

Il 4 agosto Haardt decide che solo una vettura sarà in grado di proseguire. 

Così fa sezionare l’altra che, messa in una cassa, è inviata a Parigi. Perciò a Gilgit faranno il loro ingresso uomini spossati e un’auto danneggiata! 

Da: GRANDI RAIDS AUTOMOBILISTICI DELLA STORIA: QUANDO L’AVVENTURA SI FA LEGGENDA. LA PECHINO-PARIGI E LE “CROCIERE” CITROËN, TRA AFRICA, ASIA E AMERICA DEL NORD

(E-Book e versione cartacea in bianco e nero - seconda edizione riveduta, corretta e aggiornata -, 113 pp., 81 note, 105 immagini)



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