Evenki cavalcano le renne, provincia dello Yenisey, inizio
XX secolo (Russian Museum of Ethnography) |
Ai Tungusi propriamente detti, dal 1931 in poi definiti Evenki (in tutto ca. 70.000 individui, divisi tra Russia (38.000), Mongolia e Cina. Erano ca. 20.000 nel 1897]) ho dedicato un apposito paragrafo poiché nel manuale del Tokarev, come nella sintesi compilata mezzo secolo prima dalla Czaplicka, ho individuato una “chicca” storica riguardante i “Tungusi cavalieri” della Zabaikalye, la regione ad est del lago Baikal (Transbaikalia). Ma non solo. Uno dopo l’altro altre caratteristiche mi hanno incuriosito scientificamente. A partire dall’attuale etnonimo di Evenki, in sostituzione di quello “peggiorativo”, poiché esonimo (dato da “altri”) di Tungusi. Alla fine nessuno degli autori da me consultati, ricercatori Evenki compresi, tranne in un caso, ha mai accennato all’etimologia del termine, tanto da “disvelare” il mistero! Alla fine ho scoperto l’origine di tanta “ritrosia”, poiché è nome pressoché di fantasia… Adottato nel 1931 dallo Stato sovietico, forse estrapolandolo da quello degli “Eveni”, anch’essi già definiti Tungusi: “l’etnonimo Evenki fu scelto e adattato dallo stato Sovietico come termine amministrativo negli anni ‘1920. Fu utilizzato dopo la guerra civile per unificare i riferimenti ai numerosi gruppi sparsi in Siberia e nel lontano Oriente di lingua Tungusa-Manciù” (Brandišauskas: 112, nota 1).
Sembra che un tempo Eveni ed Evenki formassero una sola etnia, che gradatamente si andò scindendo in due distinte entità (Krivoshapkin, cit. in Belolyubskiy: 709). Così l’endonimo Eveni si correla strettamente a quello degli Evenki, poiché i due gruppi Tungusi nel 698-926 d.C. costituirono la principale popolazione dello Stato Tunguso-Manciù di Bohai (cit. in Belolyubskiy, 710-711).
Eccoci ora al
secondo motivo di interesse: quello dei “Tungusi Cavalieri”, allevatori di
cavalli e buoi del sud (Transbaikalia) influenzati dalla cultura Mongola
che i Tungusi settentrionali chiamano Murchen, “gente dei
cavalli”. Ma non è certo solo questo che mi ha “intrigato, bensì il fatto che,
a partire dal XVIII secolo, membri di questo popolo (corrispondente al 4%
dell’intero gruppo Tunguso-Evenki) entreranno a far parte dei
reggimenti, definibili oggi come “indigeni”, dell’Armata cosacca della Transbaikalia,
assieme ai vicini Buriati e ai cosacchi siberiani. Giunti nella regione
a partire dal 1601. Oltre tutto era questa un’Armata cosacca per molti
versi del tutto speciale. Tanto da differenziarsi dalle altre presenti
nell’Impero: poiché composta da effettivi siberiani; numericamente
sottodimensionata rispetto alle altre Armate, come quella celebre del Don;
perché aveva il precipuo scopo di pattugliare e sorvegliare i confini con la
Cina. Così che arruolandosi Tungusi-Evenki (e Buriati) andranno a
conquistare uno status privilegiato rispetto ai loro contribuli. Oltre ad
essere esentati, e non era poca cosa…, dal pagare la iasak, la tassa in
pelli. L’Armata (Voisko) cosacca della Transbaikalia fu creata
nel 1761, mentre il primo reggimento Tunguso-Evenki risale al 1762.
Seguito da quattro composti da Buriati nel 1764.
In quel secolo lo svedese von Strahlenberg (1730), a seconda dell’attività economica perseguita e del
mezzo di trasporto, ripartì i Tungusi in tre gruppi: Horse-Tungus (Tunguzi
konni, allevatori di cavalli: “i Cavalieri”), Reindeer-Tungus (Tunguzi
Olenni, allevatori di renne, che venivano anche cavalcate), Dog-Tungus
(Tunguzi Sabatschi, i cacciatori, che utilizzavano slitte trainate da
cani). Qualche decennio dopo (1775) Georgi nella sua prima descrizione
etnografica della Russia distinse i “Tungusi della Steppa” (cavalieri), da
quelli della “Foresta” (allevatori di renne e pescatori). Poi i russi li
suddivideranno in: sedentari (meno dell’1%, non distinguibili dai russi,
fanno matrimoni misti, parlano russo, si trovano nella Transbaikalia); nomadi
allevatori di bestiame (50% dei Tungusi, abitano la Transbaikalia e
il distretto di Yakutsk, si muovono da una regione all’altra secondo le
stagioni); vagabondi (45%, sono sparsi in tutta la Siberia, salvo la Transbaikalia,
si spostano lungo i fiumi in ogni stagione dell’anno, non hanno luoghi
prefissati o confini, meglio degli altri hanno preservato lingua e
nazionalità).
Oggi,
guardando una carta etnografica della Siberia, fa impressione scoprire come immenso
sia il territorio occupato da questo popolo, assieme ai “cugini” Eveni. Si estende per oltre 7.000.000 di
kmq in ogni direzione! Tanto che i cosacchi, quando si spinsero in profondità
all’interno della Siberia, si imbatteranno nei Tungusi dappertutto: costa del
Pacifico (est), Mare Artico (nord), confini con Cina e Mongolia (sud) (Rychkov,
1994, cit. in Sivtseva, 2015).
Cacciatori-pescatori
e allevatori di renne, i Tungusi-Evenki del settentrione grazie alle
loro speciali selle seppero cavalcare i loro animali con destrezza. Una razza
caratterizzata da zampe lunghe, alta statura e notevole peso: 135-168 chili per
i maschi. Ciò consentì loro di “colonizzare vaste aree della taiga
orientale, fino ad allora impenetrabile” (Vitebsky, 31). E le renne vennero
utilizzate anche per il traino delle slitte. Comunque, sempre per muoversi agevolmente
nello spazio. In ciò facilitati da un “bagaglio” particolarmente atto al
continuo movimento: sci; vestiti adeguati; tende coniche leggere (dyu)
delle quali, in caso di spostamento, si portavano via solo le pelli di
copertura. Lasciando sul posto i pali di sostegno, che altri gruppi
utilizzeranno. Le renne rappresentavano tutto per i Tungusi-Evenki:
simbolo di prosperità, mezzo di trasporto, possibilità di sopravvivenza: “gli
Evenki sono vivi finché vivono le renne”, recita un loro proverbio.
Da: QUI BASE ARTICA DIRIGIBILE ITALIA, SVALBARD.
DALLA TERRA DEGLI ORSI POLARI UNA RASSEGNA E UN INVENTARIO CULTURALE DEI POPOLI DEL GRANDE NORD
SOMMARIO
PREMESSA
1 L’INAUGURAZIONE A NY-ÅLESUND, LA STORICA “BAIA DEL RE” DI NOBILE E AMUNDSEN
1.1 In cammino verso il pilone dei dirigibili Norge e Italia; 1.2 L’invito; 1.3 Ny-Ålesund, la “Baia del Re”
1.4 La stazione di ricerca internazionale;
1.5 La Base Dirigibile Italia:
1.6 Ancora su Ny-Ålesund
2 LA COMUNICAZIONE PRESENTATA AL CONVEGNO: LE SCIENZE UMANE E GEOGRAFICHE NELL'ARTICO, PRIORITÀ E PROSPETTIVE
2.1 La Base "Dirigibile Italia";
2.2 Il contributo che l’Italia potrebbe apportare alla conoscenza dell'artico
2.3 Gli Italiani e l'Artico
3 LA RASSEGNA DEI POPOLI CIRCUMPOLARI, TRA EURASIA E AMERICA
3.1 L'Artico; 3.2 I Popoli circumpolari; 3.3 Rapido preambolo sui nomi dei popoli, gli etnonimi, per superare “quasi” indenni la confusione di identità etnico-linguistiche;
3.3.1 Russia (e Siberia)
3.3.2 Finnmark; 3.3.3 Inuit (Eschimesi) tra Siberia, Alaska, Canada, Groenlandia; 3.3.4 Indiani in Alaska e Canada;
3.4 Siberia (e Kamchatka); 3.4.1 Gruppo linguistico samoiedo; 3.4.2 Gruppo linguistico ugro-finnico; 3.4.3 Gruppo linguistico turco: 3.4.4 Gruppo linguistico tunguso: 3.4.5 Gruppo paleo-asiatico o paleo-siberiano:
3.5 Russia Artica
3.6 Fennoscandia
3.7 Islanda
3.8 Groenlandia;
3.9 Artico Canadese 3.9.1 Inuit (Eschimesi) 3.9.2 Indiani (subartico occidentale e centrale), 3.9.3 Indiani Algonchini (subartico);
3.10 Alaska 3.10.1 Aleuti 3.10.2 Inuit (Eschimesi): 3.10.3 Indiani Athabaska:
4 GLI STUDI ETNO-ANTROPOLOGICI E GEOGRAFICI
5 LE PRIME GRANDI MISSIONI ETNO-ANTROPOLOGICHE E GEOGRAFICHE ARTICHE
5.1 Artico canadese e Groenlandia: Boas, Holm, Stefansson, Rasmussen e le sue sette “Spedizioni Thule”;
5.2 Tra Asia e America: la Jesup North Pacific Expedition (1897-1902);
5.3 I Russi nelle Svalbard: la spedizione Cicagov (1764-66);
5.4 Le ricerche scientifiche nelle Svalbard: dal viaggio della Recherche, tra Lapponia, Islanda e Svalbard (1838-39)
6 SETTORI ARTICI DI INTERESSE PER EVENTUALI PROGRAMMI E PROGETTI DI RICERCA SINGOLA E PLURIDISCIPLINARE
6.1 Svalbard; Preistoria; Archeologia; Archeologia subacquea; Archeologia industriale; Etnostoria:
Antropologia urbana: storia degli insediamenti dal 1900 ad oggi; Antropologia dello Sviluppo ;Turismo
Il "Grande Cambiamento" nelle comunità norvegesi e russe avvenuto a partire dagli anni '1990
6.2 Fennoscandia settentrionale (e Penisola di Kola)
Lapponia; 6.3 Russia Artica, Siberia, isole Siberiane; I Pomori del Mar Bianco; I Pomori e il commercio con la Norvegia; Rotta Marittima Settentrionale (Passaggio a Nord-Est); 6.4 Alaska continentale; 6.5 Gli Aleuti (tra Alaska e Siberia); 6.6 Beringia Siberiana; 6.7 Artico canadese; 6.8 Groenlandia; 6.9 Islanda
7 AREE PROBLEMATICHE DI POSSIBILE FUTURA RICERCA
7.1 Archeologia;
7.2 Archeologia Subacquea;
7.3 Etno-Antropologia; Antropologia politica;
Il ruolo delle organizzazioni autoctone; Il problema dei diritti acquisiti tradizionali dei popoli artici sulla propria terra; Il Cambiamento Culturale e i nuovi problemi ambientali; Il ruolo dell'educazione e dell'insegnamento della lingua tra i popoli nordici; L'Ambiente e l'Uomo; Etnicità; Il Mito dell'Artico; Acculturazione tra gli europei indotta dai popoli artici
7.4 Etnopsichiatria e Antropologia Psicologica Transculturale e non.
I "disturbi etnici “storici e attuali
7.5 Etnoscienza tra i popoli nordici: la "nuova" frontiera dell'antropologia.
La cartografia degli Inuit (Eschimesi)
7.6 Etnostoria;
Le grandi migrazioni eschimesi del passato;
Storia del contatto: incontro tra bianchi ed eschimesi.
Il caso degli Eschimesi Polari della Groenlandia;
Movimenti revivalistici: nativistici, messianici, millenaristici
8 L'ANTROPOLOGIA "RECIPROCA"
9 PREISTORIA
10 SOCIOLOGIA ; Devianza sociale
11 TRA ETNOGRAFIA, ETNOLOGIA E ANTHROPOLOGY OF VISUAL COMMUNICATION ; Arte
12 ARCHITETTURA NORDICA TRADIZIONALE E INNOVATIVA, AUTOCTONA E NON
Architettura tradizionale tra gli autoctoni;
Architettura tradizionale norvegese;
Impianti centralizzati di teleriscaldamento e servizi;
Il cambiamento climatico e il caso delle costruzioni, che poggiano su un permafrost in via di graduale scioglimento
13 IL TRASPORTO NELL'ARTICO (VIA TERRA E VIA MARE): PERSISTENZA DEI MODELLI TRADIZIONALI, LE INNOVAZIONI TECNOLOGICHE
14 GEOGRAFIA POLITICA; La sovranità sulle terre artiche: statunitensi, danesi e norvegesi si contendono la sovranità sulle isole della Regina Elisabetta;
Gli Statunitensi (Peary) e la Groenlandia settentrionale ;
Il caso della Groenlandia orientale e i norvegesi: un'altra No Man's Land.
14.1 Il ruolo delle organizzazioni internazionali nell'artico; Processo di Rovaniemi; Arctic Council; Northern Forum; IASC, International Arctic Science Committee
15 LINGUISTICA
Università, Istituti e Biblioteche con specializzazioni sull'Artico: Canada, Finlandia, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Russia, Stati Uniti, Svezia, Canada; Finlandia; Francia ; Giappone; Gran Bretagna Norvegia; Italia; Russia; Stati Uniti; Svezia
BIBLIOGRAFIA
17.1 Generale: Artico, Polo, Esplorazioni, Archeologia, Etno-antropologia
17.2 Artico, Cambiamento Climatico
17.3 Bibliografia areale
Alaska; Artico Canadese, Generale ed Esplorazioni (e Yukon); Groenlandia, Generale, Vichinghi; Islanda
Pomori (Russi del Mar Bianco); Fennoscandia e Lapponia (Sami - Lapponi, Kvens, Careli); Russia Artica, Siberia e la Rotta Marittima Settentrionale (Passaggio a Nord-Est); Svalbard
18 A NON CONVENTIONAL ENGLISH ABSTRACT: THE HUMAN AND GEOGRAPHICAL SCIENCES IN THE ARCTIC, PRIORITIES AND PERSPECTIVES: AN INTRODUCTORY OUTLINE
The Base "Dirigibile Italia";
The Contribution that Italy could bring to Arctic Knowledge;
The Italians and the Arctic;
The Arctic Peoples, between Europe, Asia, America;
The Etno-Anthropological and Geographical Studies
PAGINA AUTORE AMAZON ITALIA;
https://www.amazon.it/Franco-Pelliccioni/e/B01MRUJWH1/ref=dp_byline_cont_book_1
E-Book e versione cartacea di grande formato - 16,99 x 24,41 - a colori e in bianco e nero (241 pp., 232 immagini, di cui 106 a colori, 204 note), I ediz. (versione in bianco e nero: https://www.amazon.it/dp/152075048X ) |
Nessun commento:
Posta un commento