GIGANTESCHE “BARCHE VOLANTI” COLLEGARONO LA MADRE PATRIA CON I PIU’ REMOTI ANGOLI DELL’IMPERO, DOVE IL “SOLE NON TRAMONTAVA MAI”
Nel corso dei miei “vagabondaggi” scientifici, tra Europa e Africa,
più volte mi sono imbattuto, non sempre consapevolmente, nelle “tracce” di
quella che ha rappresentato un’autentica epopea all’interno della cosiddetta “Età dell’oro” (per progressi tecnologici e
operativi) dell’aviazione mondiale (1918-1939).
Tra le due guerre mondiali le Linee Aeree Imperiali per quasi un trentennio furono
in grado di assicurare i collegamenti con i più sperduti angoli dell’Impero
britannico, tra Africa, Asia e Oceania.
Dapprima con i grandi
quadrimotori (landplanes),
che a sezioni ne percorrevano la rotta, ma necessitavano
delle usuali piste aeroportuali.
Perciò di costosi impianti e strutture fisse a terra.
Spesso del tutto inesistenti o di improbabile realizzazione, in luoghi remoti e perciò difficilmente raggiungibili.
Pubblicità dei nuovi idrovolanti Empire (Short 23). Apertura
alare 34,75 m, lunghezza 26,82 m, peso 10.886 kg, velocità di crociera 266 km/h La cabina per fumatori dell’Empire “Canopus”, 1936 |
In seguito per una questione di sicurezza: la tranquillizzante presenza dell’acqua, ma anche per non cambiare aeromobili ed equipaggi, i landplanes saranno rimpiazzati da giganteschi idrovolanti, perfino a due piani, come gli Empire.
“Macchine” (come ancora oggi sono definite dalla “gente dell’aria”) in grado di ammarare indifferentemente sulle acque di baie, laghi e fiumi.
Perciò verranno
creati appositi “aeroporti marittimi”, nei più importanti dei quali saranno
presenti ufficiali britannici, mentre le società petrolifere riforniranno gli
idrovolanti con i bidoni di carburante trasportati da lance a motore.
Un
idrovolante Short S.17 Kent sorvola le piramidi di Giza, anni 30’ In avvicinamento a Luxor |
Probabilmente per il loro straordinario ed esotico appeal saranno comunque le tratte africane a costituire la “rotta principe”.
Quella che ben presto diventerà il classico itinerario della Compagnia, per molti rappresenterà un’autentica, straordinaria avventura.
Poiché i viaggiatori avranno l’eccezionale opportunità di ammirare, a volte anche di visitare, alcuni tra i più grandiosi monumenti che oggi troviamo puntualmente elencati nel Patrimonio dell’Umanità.
Come le civiltà classiche di Roma e Atene.
O l’antico Egitto, dalle piramidi ai templi sul Nilo. E non solo.
Perché si sorvolerà il “Padre dei fiumi”, il Nilo, fino alle sorgenti (Lago Victoria).
Osservando cascate, deserti, giungle, e montagne.
Per poi sorvolare gli altopiani dell’Africa orientale e, infine, per spingersi ancora più giù. Fino alla punta estrema del continente africano.
Il tutto puntualmente commentato dal Primo ufficiale di bordo.
Risalendo il
Nilo Bianco in piroga, NELLE STESSE ACQUE CHE AVEVANO VISTO I GRANDI
IDROVOLANTI DELL’IMPERIAL
AIRWAYS AMMARARE, NEL
CORSO DELLA LORO ROTTA AFRICANA
Si risale il Nilo Bianco a sud di Malakal, Sud Sudan ( Franco Pelliccioni) |
Alla ricerca di testimonianze storiche della zona, assieme ai miei due assistenti di ricerca africani pagaiavo sulle acque limacciose e cosparse di vegetazione del Nilo Bianco.
Cercando di evitare alla piroga le numerose e lussureggianti isole galleggianti di giacinti d'acqua, stracolme di papiri, ambatch, uccelli e serpenti più o meno velenosi.
Bellissime da vedersi, rappresentavano però un grave pericolo per la navigazione fluviale, e non solo quella...
Sapevo, infatti, che quest’area, 850 km a sud di Khartoum, dove sorge la cittadina di Malakal, un tempo era stata la tappa obbligata per i giganteschi idrovolanti britannici provenienti da Londra o da Città del Capo, che ammaravano sul Nilo.
Evitando di collidere con la vegetazione e con semisommersi ippopotami e coccodrilli…
Idrovolanti che per decenni hanno assicurato i collegamenti con le colonie e i dominions del Regno Unito.
Flying Boats che, tra l’altro, avevano sostituito i landplanes, che in precedenza usavano atterrare sulla pista dell’aeroporto di Malakal.
E dire che
all’inizio degli anni ‘1980, durante la mia seconda sessione di ricerca antropologica
nel Sud Sudan, troverò alloggio - l’unico esistente nella cittadina - proprio
nella sua vecchia rest house!
Un idrovolante trimotore Short S.8 “Calcutta” ancorato ad una boa nelle
acque antistanti la città sudanese meridionale di Malakal (oggi Sud Sudan), ca.
anni 1930’ |
L’IMPERIAL AIRWAYS, TRA EUROPA E AFRICA
Si sorvola la Rift Valley del Kenya in direzione di Nairobi, dopo aver lasciato il lago Naivasha, che si scorge sullo sfondo, 1936 Sia pure inconsapevolmente, più volte nella mia vita mi sono trovato a visitare luoghi che avevano fatto parte integrante della storica rotta Imperiale africana. Ancor prima di arrivare nella Provincia sudanese del Nilo Superiore. Ad esempio nel 1976, quando dal bordo della Rift Valley (Kenya) osservai da lontano lo stupendo lago Naivasha. Quattro anni dopo vi sarei tornato per sorbire un tè nello storico Lake Naivasha Hotel. Un tempo si chiamava Sparks’ Hotel ed era la “stazione di posta” degli idrovolanti dell’Imperial (più tardi della Boac), che vi ammaravano a partire dal 1937, per far scendere i passeggeri diretti a Nairobi. D’altronde non era quello l’aeroporto della città? Qui stazionava l’ufficiale all’immigrazione e si trovava il boarding desk per i nuovi passeggeri. Nel 1949 i viaggiatori dell’idrovolante Solent “City of London”, che il giorno dopo avrebbero proseguito per Mombasa, trascorreranno la notte nello storico New Stanley Hotel di Nairobi, che ben conosco, come lo stesso Old Harbour di Mombasa, dove il Solent era diretto. Ecco le altre tappe della rotta transafricana nelle quali, nel tempo, mi sono imbattuto: Khartoum (Sudan), Cairo, Luxor ed Assuan (Basso, Medio e Alto Egitto), Baia di Soúda e lo stupendo Golfo di Mirabello, nell’est della grande isola di Creta.
Infine, dopo aver scoperto che il Terminal delle Imperial è tuttora presente nello skyline di Londra, nel corso di uno dei miei ultimi viaggi nella capitale britannica sono andato espressamente a cercarlo in Buckingham Palace Road. Mai avrei immaginato che l’edificio fosse così centralmente posizionato, tra la stazione ferroviaria Victoria e quella degli autobus. Sito scelto proprio per la presenza di un collegamento ferroviario diretto con Southampton (la base degli idrovolanti), raggiungibile in 90 minuti, a bordo di convogli di prima classe. Il giorno dopo i passeggeri dell’Imperial
sarebbero saliti su idrovolanti diretti verso le più varie e lontane destinazioni:
Africa, India, Estremo Oriente, Australia. Inaugurato nel giugno del 1939, all’epoca venne definito come il più splendido Air Terminal al mondo. In effetti è un capolavoro di art déco, con torre dell’orologio centrale, due ali più basse e curve e la scultura “Ali sopra il Mondo” (Wings Over The World) sopra l’entrata. Anni dopo diventerà il Terminal, prima della BOAC, poi della British Airways. Dal 1986 è sede del National Audit Office (la Corte dei
Conti britannica). Poi avrei visitato lo Science Museum in South
Kensington. Qui potrò osservare un modello in scala 1:24 del Canopus, lo
Short S.23 Empire. I passeggeri occupavano il ponte inferiore, dove c’erano
24 sedili o 16 cuccette, ma anche un fumoir e un corridoio-passeggiata. Equipaggio,
posta e bagaglio si trovavano, invece, sul ponte superiore. ....
Ricordo i miei libri (E-Book e cartacei, a colori e in bianco e nero) riguardanti l’isola di Creta e l’Egitto: ALLA SCOPERTA DI MEGALI NÍSI, L’ISOLA DI CRETA: STORIA, ARCHEOLOGIA, NATURA, CULTURA VIAGGI IN EGITTO 1980-2009. Crociera aerea e fluviale sul Nilo; ai confini con il Sudan, alla ricerca di Berenice Trogloditica e della “carovaniera degli 11 giorni”; nel Sinai. Libro che ho dedicato alla compianta amica e collega CECILIA GATTO TROCCHI, scomparsa tragicamente nel 2005, che nel dicembre del 1980 era con me nel Misr (Egitto), entrambi en route per il Sudan. |
Nessun commento:
Posta un commento