L'A. alla guida della vecchia Land Rover, a nord della città di Isiolo, Kenya settentrionale, 1976 (© Franco Pelliccioni) |
Dal diario di Ricerca: "La mattina alle 7 arriva la Land Rover: è di quelle con il tetto apribile.
Partiamo subito.
Alla Balaza gli operai stanno finendo di lavorare.
Oggi ad Isiolo arriva il Ministro per il Local Government per inaugurare il mercato.
Si va alla Samburu Game Reserve.
Discussioni preliminari di John, l'assistente di ricerca africano che ci accompagna in questo safari, con Elias, l'autista Turkana (uomo dagli occhi ben aperti e le orecchie ben allerta).
John ci riferisce che "lui va a caccia di leoni, quindi sa dove trovarli"...
All'entrata a Buffalo Springs togliamo il telone della Rover, ma uno dei guardacaccia ci impone di rimetterlo subito a posto.
Ci sono diversi leoni ed altre bestie feroci ed è proibito uscire dall'abitacolo.
Si riparte.
Giunti fuori della vista dei guardiani, Elias si ferma e toglie la copertura.
Noi e John ci mettiamo dietro in piedi, collocando il cavalletto della cinepresa e… via per il safari fotografico.
La vecchia jeep sobbalza a più non posso.
Cominciamo ad osservare i primi animali selvaggi e a scendere dal veicolo.
Abbiamo paura dei leoni, ma il Turkana in Swahili dice che "li sente".
Alla fine della convulsa giornata in cuor nostro dobbiamo ringraziarlo.
La sua esperienza ha evitato a noi neofiti guai irrimediabili. Anche se in un'occasione tutti siamo stati incoscienti o pazzi.
Abbiamo rischiato grosso.
D'altronde l'incontro è indubbiamente eccezionale, come ci confermarono gli altri soggiorni africani.
In pieno giorno ci imbattiamo, infatti, in un leopardo, dalle note abitudini notturne.
Per il bracconiere Elias è un’occasione da non lasciarsi sfuggire, tanto che immediatamente lancia la Rover all'inseguimento.
Vuole permetterci di fotografarlo da vicino.
Mai errore fu così grossolano, mai fortuna fu più sfacciata.
La nostra folle corsa si svolge al di fuori delle piste battute: tra cespugli, dossi, buche e quant'altro c'è in una savana africana.
Terrorizzati, ma nel contempo euforici per quanto accade, ci abbarbichiamo il più possibile alle strutture della Rover.
Temiamo di essere ad ogni piè sospinto sbalzati nel bush.
Non comprendiamo come la jeep non si sia ancora fracassata o non abbia capottato rovinosamente.
Il leopardo, con il nostro rumoroso fiato sul collo, corre e balza da una parte all'altra, portandosi ogni volta più lontano.
E noi dietro.
Se solo avesse deciso di fermarsi e di attaccarci!
Non riuscendolo più a vedere, Elias pone termine
all'insensata caccia.
In precedenza riprendiamo un elefante abbastanza vicino alla Rover.
Posta la cinepresa in countinuos running, con macchina fotografica e tele ci portiamo davanti all'elefante.
Elias e John dalla jeep ci avvertono di essere estremamente cauti.
Poi scendiamo a fotografare un rinoceronte.
La jeep rimane con il motore acceso, pronta a recuperarci in caso di attacco.
Più tardi, costeggiando il fiume alla ricerca di coccodrilli, ecco ai lati della pista alberata un branco di elefanti.
Un esemplare abbastanza grande è a due passi!
Mangia le foglie di una pianta. Elias accelera il motore per far rumore, niente.
L'elefante non se ne va e muove minacciosamente le orecchie.
Per un certo tempo rimaniamo nell'impasse.
Siamo determinati a seguire il fiume.
Abbiamo da poco visto anche un branco di bufali.
Elias ad un certo punto, chiedendo la nostra approvazione, gira la Rover.
Siamo pronti a scappare in caso qualche elefante abbia intenzioni bellicose.
Piano piano ci avviciniamo in retromarcia.
A dir poco sono una quindicina.
Ciò che preoccupa è scoprire che c'è un elefantino con la mamma.
Se la madre avverte la nostra presenza come una minaccia per il piccolo siamo in serio pericolo.
Decidiamo di andar via.
Sosta nel lussuoso Lodge della Riserva.
Un elefante attraversa il fiume Uaso Nyiro per portarsi a ridosso della costruzione per la gioia dei pochi turisti presenti.
Due coccodrilli sonnecchiano immobili nelle acque fangose.
Grosso contrasto: acqua filtrata, piscina con acqua c.s., cibo internazionale in abbondanza, turisti spensierati in tenuta da safari.
Vicino, gente che muore di fame e di sete, uomini, donne, vecchi, bambini.
Non sembra che tutto ciò possa realmente accadere.
Siamo molto tristi.
John concorda.
Mangia tutto, è nostro ospite di riguardo.
Al buffet freddo riempie un enorme piatto.
Gli suggeriamo di mangiare di più, molto di più, in quanto occasioni del genere non le ha mai avute.
“Felicità è avere lo stomaco pieno”, afferma…
...
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