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Mappa della Tunisia (Perry-Castañeda Library Map Collection, The University of Texas at
Austin) |
Cosa c'è nel libro: PARTE PRIMA
DALLE SPONDE DEL MEDITERRANEO AL SAHEL SAHARIANO
1.PREAMBOLO: DAL “SAHARA ALGERINO” AL SAHARA TUNISINO. VIAGGI VIRTUALI E REALI NEL MAGHREB; 2. INTRODUZIONE AL PAESE; 3. LA MEDINA DI TUNISI, CON I SUOI PIÙ DI SETTECENTO MONUMENTI STORICI, PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITA’; 4. NEL MUSEO NAZIONALE DEL BARDO DI TUNISI Il "TEMPIO" MONDIALE DEL MOSAICO ROMANO; Breve cronologia del Museo; La visita; 5.CARTAGINE; La visita; 6. SIDI BOU SAÏD; 7. MONASTIR TRA ANTICO E PRESENTE: DALL'ENIGMA DI UN NOME ALLA RICOMPARSA A SORPRESA DI UNA FORTEZZA PERDUTA; 8. LA “CITTA’ SANTA” DI KAIROUAN; 9. LA CITTA’ ROMANA DI THYSDRUS (EL-DJEM); 10. LA CITTA’ ROMANA DI SUFETULA (SBEITLA); 11. L’ISOLA DI DJERBA: OASI DI RIFUGIATI, TERRA DI INVASORI; La visita; 12. NEL SUD, TRA I VILLAGGI “INVISIBILI” DEI “BERBERI SCAVATORI” MATMATA; Mareth; Gabès; Verso Matmata; 13. NELLA REGIONE DEGLI CHOTTS; Introduzione; Douz; Kébili (e Ancienne Kébili); Nel Bled el-Djerid; L’OASI DI PIANURA DI TOZEUR; L’OASI DI PIANURA DI NEFTA
PARTE SECONDA
RITORNO NEL PAESE DEI GELSOMINI
14. OASI DI MONTAGNA; Introduzione; Nello Chott el-Gharsa la Mos Espa, cittadina del deserto del pianeta Tatooine di Star Wars; Verso le oasi di montagna; 15. IL LÉZARD ROUGE DEI BEY DI TUNISI; Le ferrovie tunisine; 16. IL LUNGO VIAGGIO DEL FOSFATO TUNISINO: DAL TRIANGOLO MONTUOSO AL CONFINE CON L’ALGERIA AL PORTO DI SFAX, PASSANDO PER L’ANTICA CAPSA ROMANA; 17. I KSOUR, LE ROCCAFORTI BERBERE DEL GRANDE SUD TUNISINO; Medenine; Ksar Haddada; Tataouine; Chenini; 18. PERCORRENDO LA REGIONE DOVE SI COMBATTE’ LA “GUERRA DEL DESERTO”; 19. INCURSIONE TRA LE SABBIE DEL SAHARA, AI CONFINI MERIDIONALI DELL’IMPERO ROMANO, IL LIMES IMPERII; Ksar Ghilane; 20. NEL FORTE ROMANO DI TISAVAR; I romani e il Limes Tripolitanus; 21. APPENDICE; 1. VIAGGIATORI IN TUNISIA TRA IL XVII SECOLO E LA FINE del XIX; 2. VIAGGIATORI IN TUNISIA TRA LA SECONDA META’ DEL XIX SECOLO E L’INIZIO DEL XX; 22. BIBLIOGRAFIA SELEZIONATA
...
PREAMBOLO: DAL “SAHARA ALGERINO” AL SAHARA TUNISINO.
VIAGGI VIRTUALI E REALI NEL MAGHREB
Non avevo mai pensato di effettuare un viaggio in Tunisia.
Perché, oltre
all’Egitto, i miei ricordi dell’Africa a nord del Sahara sono stati sempre
indissolubilmente legati al Sudan, grande paese a cavallo tra deserto, savana e
giungla.
Anche se da molti anni, addirittura da decenni, in cuor mio avevo
accarezzato il desiderio di spingermi nel cuore stesso del “Nulla” (...), nell’Hoggar, nel profondo sud algerino.
In passato quante e quante volte fui in procinto di organizzarvi una spedizione.
E
dire che mi sarei perfino accontentato di partecipare ad una bella e pronta.
Anche
perché l’Avventura con la A maiuscola attende comunque laggiù il viaggiatore, con
i suoi fascinosi richiami, non scevri da imprevisti, difficoltà, pericoli.
Al principio degli anni ‘1960, ancora studente di scuola superiore, iniziai a sentire
come irresistibile l’attrazione di quell’immensità, da molti erroneamente
considerata “vuota”.
Dove da tempo immemorabile nomadizzano gli orgogliosi
“uomini blu” del deserto, i celebri Tuareg.
Allora cominciavo ad approfondire le
mie conoscenze etno-antropologiche dell’Africa sub-sahariana, anche grazie ad una
robusta frequentazione della Biblioteca dell’allora Istituto Italiano per l’Africa e di
quella specializzata del Museo Pigorini (al Collegio Romano).
Così non potei fare a meno di acquistare la carta Michelin dell’Africa nord-occidentale, che comprendeva il Maghreb e, naturalmente, Sahara e Algeria.
Da
quel momento in poi, quante volte la consultai con cura e puntigliosità…
Osservando attentamente i più insignificanti dettagli delle piste, che si spingevano
verso sud e che intendevo percorrere nel mio viaggio virtuale.
Ma anche con
l’intenzione, appena se ne fosse presentata l’opportunità, di andarci realmente con
un paio di fuoristrada e qualche amico-collega antropologo.
La mappa, che ancora
possiedo, era contrassegnata dal numero 153 (Afrique Nord et Ouest, 1965).
Qualche anno fa avrei appreso attraverso Internet come essa sia diventata “storica”.
Il suo possesso, legato ovviamente a viaggi reali “in loco” di appassionati
viaggiatori-studiosi, ha infatti dato modo di costituire un apposito club
internazionale.
Nel 1979 a Khartoum, la straordinariamente affascinante capitale del Sudan, ero
in procinto di proseguire per la lontana provincia meridionale del Nilo Superiore.
A
Malakal, il suo capoluogo, avrei effettuato il mio primo soggiorno di ricerca in quel
paese.
In attesa dei necessari permessi e completamente immerso nei febbrili
preparativi logistici, che ogni discesa sul campo comporta, inaspettatamente quel
mio non ancora sopito desiderio si andò considerevolmente ad alimentare grazie ai “freschi” racconti dell’amico Gerardo Bamonte.
Un collega americanista, con
grosse esperienze di viaggi scientifici in tutto il mondo, purtroppo scomparso nel
2008.
All’epoca non ero al corrente come per Sergio Bonelli, l’autore del famoso eroe
dei fumetti Tex Willer, estremamente interessato ai mitici fortini della leggendaria
legione straniera sparsi nell’ex Sahara francese, avesse organizzato, assieme ad un
paletnologo dell’Università di Roma, uno splendido viaggio transahariano e
transafricano, che in jeep li aveva appunto condotti fino in Sudan. Dove io ero
appena giunto comodamente in aereo dall’Italia.
L’inatteso e piacevolissimo
rendez-vous avvenne nella cornice della bella e ombreggiata sede diplomatica
italiana.
Ospiti del cortesissimo Ambasciatore Anfuso.
In seguito le vicende della vita avrebbero inferto al mio itinerario scientifico e ai
miei interessi teoretici un brusco cambiamento di rotta, che mi avrebbe decisamente
allontanato dal continente africano (Artico, comunità marittime dell’Atlantico del
Nord).
Anche se in cuor mio avrei conservato pressoché intatto quel desiderio
giovanile.
Per giunta l’Algeria, rimanendo sempre più coinvolta in tragiche vicende
religioso-politiche, tanto che i Ministeri degli Esteri di vari paesi euro-americani da
molto tempo, ormai, ne sconsigliavano caldamente i viaggi, si era collocata al di
fuori dei normali circuiti turistici.
Qualcosa, comunque, anni addietro si era mossa.
L’inaugurazione di un
collegamento aereo diretto Italia-Tamanrasset, capoluogo dell’Hoggar, dava al
viaggiatore la possibilità di giungere nel cuore del Sahara senza dover cambiare
aereo ad Algeri.
Era quindi giunta infine l’ora di esaudire l’antico progetto, quel
sogno così sospirato?
Ritenendo di sì, con diversi mesi di anticipo prenotai un posto
con un tour operator specializzato in mini-spedizioni.
Sarei dovuto partire a
dicembre, uno dei mesi più consoni ai viaggi nel deserto, nonostante sia
caratterizzato da una considerevole escursione termica diurna data la rigidità delle
ore notturne.
Purtroppo si era nel 2001...
Ça va sans dire, anche se in precedenza avevo percorso in Sudan quello nubiano
e conoscevo quello esistente appena al di là della fascia fluviale del Nilo egiziano,
la mia iniziazione al “vero” deserto sahariano, quello che l’immaginazione di noi
tutti considera come autentico: quello sabbioso dell’Erg, avrebbe dovuto aver luogo
nel sud-ovest della Tunisia1
.
Qui, nelle regioni del Bled el-Djerid e del Nefzazoua,
dove sorgono le stupende oasi di Tozeur, Nefta e Douz, si spingono infatti, con le
loro gigantesche dune, le estreme propaggini del Grande Erg Orientale…
Certo, sia pure osservando solo superficialmente le mappe è evidente come il
paese maghrebino rappresenti solo un modestissimo cuneo, che si insinua verso sud.
Ma questa mia prima e breve immersione – o, meglio, “tuffo” – maghrebina mi ha
consentito, comunque, di “assaggiare” con il cervello, lo sguardo, l’olfatto, l’udito
e il gusto: colori, sapori, silenzi, panorami e quant’altro si “affolla” in quella
regione.
Quasi una sorta di “aperitivo” al Sahara, che ha reso, se possibile, ancora
più desiderabile una mia futura, seppure del tutto improbabile discesa nel profondo
sud algerino.
In considerazione, sia della mia età anagrafica, che della burrascosa
epoca nella quale stiamo tutti vivendo.
Quello che è stato il mio primo viaggio in Tunisia ha avuto anche altri risvolti.
Innanzitutto ha costituito la mia prima partecipazione ad un viaggio organizzato da
altri.
Ebbene sì, anch’io mi sono infine dovuto servire delle prestazioni offerte da
un’agenzia.
Inoltre, poiché la maggioranza del gruppo proveniva dalla Sicilia, la
prima parte di questo libro potrebbe intitolarsi, parafrasando quello del celebre
Stoppani, l’autore del Bel Paese: “Ricordo di una carovana di siciliani”, che
ovviamente si è servita dei mezzi propri del XXI secolo: aereo, torpedone e jeeps,
anziché quelli coevi del lungo viaggio, che nel 1874 portò l’abate da Milano a
Damasco. E dire che negli anni avevo sempre considerato quasi con sufficienza il
turismo di massa, veicolato in tutti gli angoli del mondo da agenzie e tour operators.
D’altronde in quell’anno ero reduce da un defatigante viaggio di studio nel
Mediterraneo Orientale, che mi aveva condotto prima a Creta e poi a Rodi.
Con
tranquillità volevo perciò osservare, conoscere e apprezzare i diversi e interessanti
lineamenti della Tunisia, cominciando dalla capitale, fino ad arrivare alle immense
dune del Sahara.
Il tour, così come programmato, in base a quanto già sapevo dalla letteratura,
possedeva indubbie attrattive.
Offrendo al viaggiatore motivato una sintesi, anche
corposa, del meglio che il paese ha da esibire.
A partire dalle caratteristiche
umanizzate: dal celebre Museo del Bardo di Tunisi con gli innumerevoli,
meravigliosi (per fattura, composizioni e rappresentazioni) mosaici romani provenienti dalle diverse aree archeologiche del paese, alla “città santa” di
Kairouan, la quarta dell’Islam (dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme); dai resti
archeologici punici (Cartagine) e romani (il “Colosseo” ad el-Djem, gli splendidi
templi di Sufetula), agli originari nuclei urbani (le Medine di Tunisi, Sfax e Houmt
Souk nell’isola di Djerba), alle fortificazioni: arabe (il ribat di Monastir) ed europee
(Borj el-Kebir, sempre a Djerba).
Per non parlare delle cittadine e dei villaggi
tradizionali, sia arabi – nel nord –, che berberi – a sud –.
Compreso quell’incredibile
villaggio trogloditico che è Matmata!
Senza dimenticare quelli “fantasma”, poiché
abbandonati per i più vari motivi: terremoto del 1885 (Midés); alluvione-inondazione del 1969 (Chebika e Tameghza); sedentarizzazione delle popolazioni
seminomadi - inizio XX secolo-anni ‘1970 - (Ancienne Kébili).
E che dire dei suqs
(Tunisi, Sfax, Tozeur), dei mercati settimanali non turisticizzati (Mareth), della linea
ferroviaria che spunta dal deserto e che convoglia il fosfato dalla ricca regione
mineraria di Metlaoui fino a Gafsa e, poi, a Sfax, importante porto e città industriale?
Per quanto riguarda la parte naturalistica, naturalmente il clou è stato rappresentato,
non solo per me, dal deserto del Sahara, con le grandi dune di Douz, quelle non
meno affascinanti e imponenti esistenti tra Tozeur e il lago salato (chott) di Gharsa.
Percorse e addirittura “scalate” in fuoristrada in un’escursione quasi interamente
effettuata su fuoripista…
Allora non sapevo che di lì a poco avrei anche io avuto
sulla cresta “un posto in prima fila”: incredibilmente a dirsi sotto di me e sotto il
sole dall’immensità del Nulla brillavano le immaginifiche costruzioni eseguite per
il set del celebre film Star Wars.
Ma vanno ancora ricordati: i miraggi intravisti in
lontananza; gli straordinari, se non “unici”, tramonti nel deserto; le oasi di pianura
(come Tozeur e Douz), di montagna (Chebika, Tameghza, Midés) e marittime
(Gabès, Mareth); lo sterminato lago salato dello Chott el-Djerid; l’incantevole isola
di Djerba; le “lunari” montagne Matmata dell’interno, la steppa a sud della regione
di Kairouan; le tracce lasciate dalla “guerra del deserto”.
Poi nel corso di un secondo viaggio in Tunisia, che mi avrebbe consentito di
tornare nell’isola di Djerba e di visitare nuovamente sia lo Chott el-Djerid, che le
oasi di montagna e marittime, avrei avuto modo di approfondire la mia conoscenza
con le aree popolate dai berberi, visitando i “castelli” (ksour) di Medenine, Ksar
Haddada, Tataouine, Chenini.
lnfine nel Grande Erg Orientale sarei addirittura
entrato all’interno del castrum di Tisavar, localizzato ai confini meridionali
dell’Impero romano...
Da: DAL TELL AL SAHARA. VIAGGI IN TUNISIA, TRA LE TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE DEL PASSATO E CULTURALI ARABO-BERBERE-ISLAMICHE ODIERNE
(178 pp., 198 immagini [164 sono dell'A.], di cui 179 a colori, 83 note, Bibliografia)
Versione cartacea a colori e in bianco e nero, II ediz.
...
TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.