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A diciotto anni scopro nel museo Etnografico di Basilea le culture della Nuova Guinea, grazie alle ricerche degli Etnologi svizzeri Wirz e Gardi
Di tanto in tanto mi capita di guardare alcune foto di forma “quadrata”, che conservo sparse in un cassetto della scrivania.
Furono scattate oltre mezzo secolo fa a Basilea quando, fresco di diploma, come premio accompagnai i genitori in un viaggio in Svizzera.
Ancora non sapevano, i “meschini”, che in qualche modo li avrei “persuasi” a visitare il museo etnologico di Basilea, che sarebbe stato il mio secondo museo di questo tipo, dopo il romano Pigorini, che amavo frequentare fin da quando avevo sedici anni…
[L'anno dopo (1966), nel corso della mia “luna di miele” a Firenze, sarei stato in grado di visitare il mio terzo Museo di Antropologia, le cui porte erano allora strettamente serrate. Ormai avevo rinunciato a visitarlo, quando inaspettatamente mi imbattei nella Professoressa Claudia Massari. Sapevo della sua partecipazione ad una delle più imponenti spedizioni interdisciplinari italiane in Africa, quella al lago Tana (Etiopia), diretta dall’illustre esploratore-scienziato Giotto Dainelli. La mia adolescenziale conoscenza di quella missione scientifica avrebbe, infatti, schiuso per me e mia moglie le porte del Museo di Antropologia di Firenze...]
Quelle poche, vecchie immagini della mia Kodak Instamatic confermano visivamente i ricordi di allora.
Oggetti etnografici, per lo più provenienti da Nuova Guinea (e Amazzonia), rammentano come coloro che li raccolsero facessero parte dei non numerosi etnologi svizzeri: René Gardi e il più anziano Paul Wirz, le cui 162 preziose collezioni, relative anche ad altre aree, hanno arricchito sia questo museo, che quello di Neuchâtel.
Paul Wirz
Nato a Mosca nel 1892, Paul Wirz inizia presto a viaggiare. Per due volte si reca in Nord Africa (1912-13).
Nel 1914-15 studia Antropologia Fisica, Geografia e Zoologia all’Università di Zurigo, dove segue i corsi di Otto Schlaginhaufen, cultore della Nuova Guinea.
Sette spedizioni di Paul Wirz tra i Marind-Anim e gli Asmat della Nuova Guinea tra il 1915 e il 1955
Affascinato dalla remota isola, assieme alla sua prima moglie Elisabeth vi andrà a studiare le culture di popoli che hanno avuto solo scarsi contatti con l’esterno: i Marind-Anim (1915).
Gli olandesi, ovviamente, sono là già prima di lui.
Perciò potranno “monitorare” alcune cerimonie tradizionali.
Wirz riuscirà, comunque, a osservare un’arte straordinariamente creativa.
Le sue foto, anche se in parte “ricostruite”, poiché per praticità riprendono cerimonie notturne durante il giorno, costituiscono una documentazione scientifica eccezionale, se non unica!
Tornato nel 1919 in Svizzera, va a studiare Antropologia all’Università di Basilea (...)
In tal modo riceve una brillante e compiuta formazione: entrambe le università da lui frequentate da sempre sono profondamente interessate allo studio dei popoli e delle culture del Pacifico, con particolare riguardo al settore artistico.
Non avrà così pari l’apporto che, in futuro, Wirz darà alla conoscenza dell’arte della Nuova Guinea.
Nel 1920 ottiene il dottorato di ricerca con una tesi sui Marind-Anim.
In seguito verrà rielaborata, arricchita e pubblicata in due volumi, illustrati con le sue foto (...)
Lo studioso svizzero si dimostrerà un profondissimo cultore delle società del Pacifico.
In Nuova Guinea condurrà ben sette spedizioni: le prime quattro tra i Marind-Anim, il lago Sentani, la costa settentrionale e il Golfo Papua.
Poi tra gli Asmat, nelle Highlands orientali e nell’area di Maprik-fiume Sepik, allora chiamato Kaiserine Augusta Fluss (...)
(...) Nel 2003 il Metropolitan Museum di New York giustamente incensò Paul Wirz con una mostra fotografica di 59 fotografie, tenuta nell’ala dedicata a Michael C. Rockefeller, tragicamente scomparso nel 1961 proprio nella Nuova Guinea olandese.
Tra l’altro il MET possiede quattro oggetti provenienti dalla collezione di Nelson A. Rockefeller e raccolti da Wirz, nell’area del Golfo di Papua (...)
La scomparsa nel 1961, nell'allora Nuova Guinea olandese, di Michael Rockfeller. Anni dopo si scoprirà che era stato ucciso e mangiato dai cacciatori di teste Asmat. Nella stessa area dove due anni prima si era inoltrata la spedizione armata e scortata del documentarista ed esploratore francese Pierre-Dominique Gaisseau
Nota 121: (...) Michael Rockefeller scomparve all’età di soli 23 anni. Ricordo come più volte, fin dagli anni ‘1960, giornali italiani, riviste e televisione accennarono al fatto che il giovane Michael potesse essere stato ucciso e, infine, mangiato dai cacciatori di teste e cannibali Asmat.
Anche se poi si propendeva per altre ipotesi meno cruente: fosse annegato (stava su una piroga che si era rovesciata) o ucciso da uno squalo.
Ma ricordo anche che una risposta definitiva al mistero della sparizione sarebbe arrivata anni dopo da un ex guerriero Asmat.
Il quale, assicuratasi l’impunibilità, raccontò ad un poliziotto indonesiano (nel 1962 la Nuova Guinea olandese diveniva indonesiana) che era stato tra coloro che aveva mangiato parti del corpo del ragazzo…
Nel 1959, cioè appena due anni prima l’arrivo di Michael, in quella medesima zona costiera (dove Rockefeller poteva essere arrivato a nuoto) si trovava la spedizione francese del documentarista ed esploratore francese Pierre-Dominique Gaisseau.
Poiché area considerata estremamente pericolosa, i suoi membri erano tutti armati e la spedizione scortata da sei poliziotti.
In proposito ricorda Saulnier come: “i Mappi, tribù vicina degli Asmat, designassero un’altra tribù dell’interno, che non era mai stata contattata [dagli europei], con il nome di Mannuwaé (…) che voleva semplicemente dire: il nostro cibo” (...).
Antropologi culturali, sociali, fisici, applicati, etnologi, etnografi, etnomusicologi, etnostorici
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