Il secondo personaggio a cui tengo moltissimo, poiché etnologo, è Thor Heyerdahl. Un altro norvegese, che con una semplice zattera di balsa, la celeberrima Kon-Tiki, attraversò il Pacifico orientale. Raggiungendo le isole Tuamotu (Polinesia francese) dal Perù, con una straordinaria e rischiosissima navigazione.
A questo eccezionale binomio nordico aggiungo con orgoglio Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi: esploratore, alpinista, navigatore, polarista. Grazie a lui e alla sua Stella Polare all’inizio del secolo XX verrà raggiunta la più alta latitudine mai toccata da essere umano…
Per quanto riguarda gli altri personaggi presenti nel volume, ricordo come lo svedese Otto Nordenskjöld si dividerà tra Artico e Polo Sud, dove andrà incontro a drammatiche avventure e a pericoli mortali, come mai era successo prima ad una spedizione antartica. Mentre un’irrefrenabile passione per le distese ghiacciate farà navigare tra Artico e Antartico il francese Charcot. Come del resto farà Gunnar Isachsen, un altro norvegese… Topografo e futuro leader delle prime due missioni governative alle Svalbard: le Norwegian Svalbard Expeditions (De Norske Statsunderst Spitsbergenunders).
E che dire del Nagelak (“capo”)? Come gli eschimesi soprannominarono Donald Baxter MacMillan. Uno statunitense che nell’Artico effettuò oltre 30 spedizioni. L’ultima delle quali nel 1954, alla giovane età di ottanta anni…
Il volume termina con il britannico Tim Severin. Personaggio estremamente avventuroso, determinato, colto. Interessato alle antiche navigazioni di figure più o meno leggendarie e mitologiche, più o meno storiche. Un attento e scrupolosissimo studioso da tavolino, che più volte è riuscito a tramutarsi in uno spericolato e brillante navigatore. In grado di effettuare straordinarie imprese marittime nei mari di Europa, America e Asia. Spedizioni rese possibili solo dopo aver compulsato biblioteche e archivi di mezzo mondo. Consultato esperti e studiosi. Interrogato artigiani e mastri d’ascia. Riuscendo nell’intento di realizzare autentiche repliche di imbarcazioni antiche e/o tradizionali, in grado di solcare efficacemente (quasi sempre…) le acque di mari e oceani. Grazie a loro su un curragh in pelle ripercorrerà l’itinerario di San Brandano; a bordo di una dhow araba medievale quello di Sindbad il Marinaio; su una galea dell’Età del Bronzo quello di Giasone e dei suoi argonauti. Galea che utilizzerà nel Mediterraneo anche per ripercorrere il viaggio di ritorno di Ulisse da Troia. Inoltre su una zattera vietnamita di canne di bambù andrà di persona a verificare se i cinesi siano stati realmente in grado di arrivare in America già prima di Colombo. L’ultima sua navigazione l’ha invece effettuata a bordo di un tradizionale prahu indonesiano che, di isola in isola, lo condurrà nell’Indonesia orientale sulle tracce del celebre studioso ottocentesco Russel Wallace. Un naturalista i cui vagabondaggi, durati otto lunghi anni, riguardarono sia l’intera Indonesia, che la Malesia e la Nuova Guinea occidentale.
1. Otto Nordenskjöld, 1869-1928: dramma tra i ghiacci al Polo Sud (1901-03)
2. Roald Amundsen, 1872-1928: il leggendario “Conquistatore dei Ghiacci” del pianeta
3. Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, 1873-1933: spedizioni nei quattro continenti
4. Jean-Baptiste Charcot, 1867-1936: il gentleman del Polo
5. Gunnar Isachsen, 1868-1939: le spedizioni Artiche e Antartiche del primo direttore del Norsk Sjøfartsmuseum, il Museo Marittimo norvegese
6. Donald Baxter MacMillan, 1874-1970: ben 26 esplorazioni polari effettuate a bordo della goletta Bowdoin caratterizzano l’avventuroso mezzo secolo trascorso tra i ghiacci dallo statunitense
7. Thor Heyerdahl, 1914-2003: 4.000 miglia sulla zattera del Kon-Tiki attraverso il Pacifico
8. Tim Severin, 1940: tra Europa, America e Asia, sulla scia di avventurose navigazioni antiche, medievali e ottocentesche
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Il “viaggio nelle Isole delle Spezie”, con The Malay Archipelago come Portolano e Baedeker: Indonesia (1996)
"Il prossimo viaggio per mare di Severin è completamente diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto. Poiché non va a verificare ipotesi. Non deve riscontrare la veridicità, o meno, di viaggi leggendari o storici, di miti e storie. Non deve, soprattutto, costruire repliche di antiche imbarcazioni. A lui basterà utilizzarne una tradizionale indigena, appositamente fabbricata per lui.
E ancora: non deve compulsare una miriade di libri. Né avventurarsi in polverosi archivi di mezzo mondo. Questa volta gli basterà leggere attentamente un solo volume, che per Severin rappresenta una guida del tutto particolare e straordinaria. L’ha pubblicato nel XIX secolo un famoso connazionale, anche se non celebre come avrebbe meritato... Poiché il naturalista Alfred Russell Wallace, coevo di Darwin, pressoché contemporaneamente a lui aveva ipotizzato la teoria dell’Evoluzione della Specie!
(...)“Alla ricerca di Wallace” in Indonesia, a bordo del prahu “Wallace”
"È così che, nel marzo del 1996, Severin con un equipaggio di cinque membri effettua un viaggio di tre mesi nelle Isole delle Spezie, a bordo di un natante tradizionale, che naturalmente ha chiamato Wallace. L’imbarcazione è stata costruita per l’inglese all’inizio dell’anno da artigiani locali della piccola isola di Warbal, nell’arcipelago delle isole Kai, a sud-est delle Molucche (per eccellenza le “Isole delle Spezie”), nell’Indonesia orientale. L’imbarcazione è un prahu kalulis, lungo 14,6 m, ha due alberi e non ha coperta. Un’imbarcazione che doveva verosimilmente assomigliare a quelle sulle quali più volte si era imbarcato il naturalista nell’ottocento.
L’itinerario seguito da Severin tra Indonesia e Nuova Guinea Occidentale (Perry-Castañeda Library Map Collection, The University of Texas at Austin) |
Grazie alle vele, l’imbarcazione è veloce, anche se non è facile da manovrare. Specialmente quando non sono buone le condizioni meteomarine, anche perché non è dotata di chiglia. Per cui tradizionalmente viene utilizzata solo per brevi tragitti e in acque tranquille. Ad un equipaggiamento di bordo ridotto all’essenziale, Severin aggiunge un computer laptop e un trasmettitore satellitare, con il quale può regolarmente comunicare via Internet.
La Wallace navigherà per 1.200 miglia attraverso i Mari di Banda, Ceram e delle Molucche. Salpando dalle isole Kai, ad est, per spingersi ancora più verso oriente (isole Aru), per poi tornare indietro. Portandosi verso nord-ovest (isola di Ceram), nord-est (Waigeo), sud-ovest (Halmahera), ancora a nord-ovest (Sulawesi). Fermandosi negli stessi luoghi dove il naturalista aveva fatto scalo lungo il suo lunghissimo e assai intricato itinerario. E The Malay Archipelago sarà la sua preziosa guida e il suo modernissimo GPS.
Orangutan attaccato dai Dayak di Sarawak (da The Malay Archipelago, 1869) |
Donne dell’isola di Ceram, 1929 (Tropenmuseum - Amsterdam -, part of the National Museum of World Cultures, CC some rights reserved) |
Le conclusioni a cui Severin giunge al termine del viaggio sono un misto di speranza e di sconforto. Per quanto riguarda la prima, gli ecosistemi di molte aree visitate da Wallace sono ancora relativamente “in equilibrio”. Anche perché gli isolani cercano di non distruggere fauna e flora più del necessario. Per quanto riguarda il secondo, esso è dovuto principalmente alla deforestazione imperante, causata dalle società commerciali, che distrugge le antiche foreste pluviali. Ma anche al contrabbando illegale di specie di animali protette. Oltre all’acculturazione omologatrice proveniente dall’esterno che, una volta trasformatasi in deculturazione, provoca la disintegrazione dei tradizionali sistemi politici delle popolazioni isolane".
Da: MASTERS & COMMANDERS VERSO L’IGNOTO. NAVIGAZIONI STRAORDINARIE AI CONFINI DELLA TERRA. PARTE III: XX SECOLO
E-Book, versione cartacea colori e in bianco e nero, I e II ediz., 113 pp, 41 note, 104 immagini, di cui 37 a colori (8 sono dell'A.)
Introduzione
1. Otto Nordenskjöld, 1869-1928
Al Polo Sud
2. Roald Amundsen, 1872-1928
Alla Conquista del mitico Passaggio a Nord-Ovest, 1903-1906
La Gjøa salpa da Cristiania (Oslo)
Alla conquista del Polo Sud
Nel Passaggio a Nord-Est per lasciarsi trascinare verso il Polo Nord dalla deriva dei ghiacci (1918-1926)
Si vara la Maud (1917)
A Cambridge Bay, nell'Artico canadese, viene scoperto nel 1996 il relitto della Maud di Amundsen-Sverdrup
Al Polo Nord per via aerea (1926)
3. Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, 1873-1933
25 aprile 1900: la spedizione della Stella Polare raggiunge la latitudine più a nord del mondo: 86° 34'
La Stella Polare salpa da Cristiania (Oslo)
Un’altra circumnavigazione è seguita dalla scalata (riuscita) del Ruwenzori e da quella (fallita) del K2
In Somalia
4. Jean-Baptiste Charcot, 1867-1936
Al Polo Sud (1903-1905, 1908-1910)
In Nord Atlantico (1920-1924) e nell’Artico (1925-1936)
5. Gunnar Isachsen, 1868-1939
Iniziano le annuali spedizioni governative norvegesi alle Svalbard (1909)
Con la Norvegia al Polo Sud (1930-1931)
6. Donald Baxter MacMillan, 1874-1970
Un grande divulgatore scientifico
Le prime spedizioni artiche (1908-1917)
Le spedizioni polari con la Bowdoin (1921-1954)
7. Thor Heyerdahl, 1914-2003
La zattera del Kon-Tiki (1947)
8. Tim Severin, 1940
Il “viaggio di San Brandano”: Ebridi Interne ed Esterne (Scozia), Fær Øer, Islanda, Terranova (1976-1977)
Il “viaggio di Sindbad il marinaio”: India, Sri Lanka, Cina (1980-1981)
Il “viaggio di Giasone e degli Argonauti”: Mar Nero (1984)
Il “viaggio di Ulisse”: Mediterraneo (1985)
Il “viaggio cinese verso le Americhe”: Hong Kong, Taiwan, Giappone, Oceano Pacifico (1993)
In Vietnam si costruisce la zattera di bambù
La Hsu Fu salpa da Hong Kong
Il “viaggio nelle Isole delle Spezie”, con The Malay Archipelago come Portolano e Baedeker: Indonesia (1996)
La spedizione di Wallace: Malesia, Indonesia, Nuova Guinea (1854-1862)
“Alla ricerca di Wallace” in Indonesia, a bordo del prahu “Wallace”
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