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lunedì 14 ottobre 2024

240. LA “CITTA’ SANTA” DI KAIROUAN, TUNISIA: Il racconto dell'avventurosa spedizione che, all'inizio degli anni '1950, portò cinque ragazzi dal Nilo al Gange; Lévi-Strauss in Tristi Tropici critica la letteratura di viaggio, anche se nel suo libro ci racconterà le sue spedizioni tropicali... Il racconto della visita alla Grande Moschea dei cinque ragazzi; Storia della fondazione di al-Qayrawān, “carovana” o “campo”; Devo attraversare una pianura stepposa e arida per giungere a Kairouan; In lontananza la città appare come un miraggio; La Jamaa el-Kebir (“Grande Moschea”) è il più antico luogo di culto del mondo islamico occidentale; All’esordio del Protettorato francese; L'arrivo di Maupassant sotto la pioggia battente e la nebbia; Si entra nella Grande Moschea; Kairouan non è una “città santa". DAL TELL AL SAHARA. VIAGGI IN TUNISIA, TRA LE TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE DEL PASSATO E CULTURALI ARABO-BERBERE-ISLAMICHE ODIERNE


Nell’ampio cortile della Grande Moschea di Kairouan brilla di propria luce l’alto minareto a tre piani sovrapposti alto 35 m 
(© Franco Pelliccioni)
 

Cosa c'è nel libro: 

PARTE PRIMA 

DALLE SPONDE DEL MEDITERRANEO AL SAHEL SAHARIANO 

1.PREAMBOLO: DAL “SAHARA ALGERINO” AL SAHARA TUNISINO. VIAGGI VIRTUALI E REALI NEL MAGHREB; 2. INTRODUZIONE AL PAESE; 3. LA MEDINA DI TUNISI, CON I SUOI PIÙ DI SETTECENTO MONUMENTI STORICI, PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITA’; 4. NEL MUSEO NAZIONALE DEL BARDO DI TUNISI Il "TEMPIO" MONDIALE DEL MOSAICO ROMANO; Breve cronologia del Museo; La visita; 5.CARTAGINE; La visita; 6. SIDI BOU SAÏD; 7. MONASTIR TRA ANTICO E PRESENTE: DALL'ENIGMA DI UN NOME ALLA RICOMPARSA A SORPRESA DI UNA FORTEZZA PERDUTA; 8. LA “CITTA’ SANTA” DI KAIROUAN; 9. LA CITTA’ ROMANA DI THYSDRUS (EL-DJEM); 10. LA CITTA’ ROMANA DI SUFETULA (SBEITLA); 11. L’ISOLA DI DJERBA: OASI DI RIFUGIATI, TERRA DI INVASORI; La visita; 12. NEL SUD, TRA I VILLAGGI “INVISIBILI” DEI “BERBERI SCAVATORI” MATMATA;  Mareth; Gabès; Verso Matmata; 13. NELLA REGIONE DEGLI CHOTTS;  Introduzione; Douz; Kébili (e Ancienne Kébili); Nel Bled el-Djerid; L’OASI DI PIANURA DI TOZEUR; L’OASI DI PIANURA DI NEFTA 

PARTE SECONDA 

RITORNO NEL PAESE DEI GELSOMINI 

14. OASI DI MONTAGNA; Introduzione; Nello Chott el-Gharsa la Mos Espa, cittadina del deserto del pianeta Tatooine di Star Wars; Verso le oasi di montagna; 15. IL LÉZARD ROUGE DEI BEY DI TUNISI; Le ferrovie tunisine; 16. IL LUNGO VIAGGIO DEL FOSFATO TUNISINO: DAL TRIANGOLO MONTUOSO AL CONFINE CON L’ALGERIA AL PORTO DI SFAX, PASSANDO PER L’ANTICA CAPSA ROMANA; 17. I KSOUR, LE ROCCAFORTI BERBERE DEL GRANDE SUD TUNISINO; Medenine; Ksar Haddada; Tataouine; Chenini; 18. PERCORRENDO LA REGIONE DOVE SI COMBATTE’ LA “GUERRA DEL DESERTO”; 19. INCURSIONE TRA LE SABBIE DEL SAHARA, AI CONFINI MERIDIONALI DELL’IMPERO ROMANO, IL LIMES IMPERII; Ksar Ghilane; 20. NEL FORTE ROMANO DI TISAVAR; I romani e il Limes Tripolitanus; 21APPENDICE;   1. VIAGGIATORI IN TUNISIA TRA IL XVII SECOLO E LA FINE del XIX;   2. VIAGGIATORI IN TUNISIA TRA LA SECONDA META’ DEL XIX SECOLO E L’INIZIO DEL XX; 22. BIBLIOGRAFIA SELEZIONATA

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 LA “CITTA’ SANTA” DI KAIROUAN, TUNISIA 

 Accingendomi a scrivere questo capitolo a me caro, per l’ennesima volta prendo in mano un libro che, quasi sessanta anni fa, mi aveva introdotto alla famosa “città santa” di Kairouan. 

Il racconto dell'avventurosa spedizione che, all'inizio degli anni '1950, portò cinque ragazzi dal Nilo al Gange

Era la narrazione di un’avventurosa spedizione, che nel 1950- 52 portò cinque ragazzi Dal Nilo al Gange. 

Allora non potevo che assorbirne quasi ogni sua singola frase, mentre oggi lo ricordo con “tenerezza”. 

Fu grazie alla letteratura di viaggio, dapprima, e a quella più strettamente etnologica, poi, che i miei interessi adolescenziali gradatamente si sarebbero rivolti alle culture “altre”. 

 Adesso che per l’occasione lo sto sfogliando, mi accorgo di una nota firmata, apposta sul frontespizio: “gennaio 1961, I° libro, il libro colpevole”. 

Questa era stata in assoluto la mia prima lettura “esotica”, quando avevo solo quattordici anni… 

 Così che per me fu allora fondamentale avvicinarmi ai viaggi e alle avventure.

Lévi-Strauss iTristi Tropici critica la letteratura di viaggio, anche se nel suo libro ci racconterà le sue spedizioni tropicali... 

 Nonostante le critiche mosse nel 1955 dal grande Lévi-Strauss nel suo bellissimo Tristi Tropici: “questo genere di racconti riscuote un successo che per me rimane incomprensibile. 

L’Amazzonia, il Tibet e l’Africa invadono le vetrine sotto forma di libri di viaggio, resoconti di spedizioni e album di fotografie, dove la preoccupazione dell’effetto è preponderante perché il lettore possa valutare la testimonianza che gli è offerta. 

Anziché sollecitato nel suo spirito critico, il lettore richiede sempre più questo genere di cibo e ne ingurgita quantità prodigiose” (...) 

Anche se l’illustrissimo collega nell’incipit sottolineava l’intenzione di raccontarci le sue spedizioni! 

Il racconto della visita alla Grande Moschea dei cinque ragazzi

Di quel libro mi colpì il racconto della visita alla Grande Moschea. 

Una testimonianza ormai storica, che ha ancora riscontri con la realtà di oggi: 

veramente in Kairouan non si entra affatto. 

Non che la città sia chiusa, interdetta all’infedele; essa gli è ostile. 

Si possono superare i bastioni, si può passeggiare nelle strade, ma si resta lo stesso al di fuori. 

La città è simile alle donne velate che si incontrano. 

Si può guardarle, affiancarsi ad esse, fotografarle. 

Giana-el-Kebir, la grande moschea è cinta da mura dai contrafforti massicci e irregolari. 

Una porta bassa dà accesso sotto i portici, e dai portici usciamo nuovamente al sole; in silenzio camminiamo sul marmo bianco del grande cortile. 

Niente da dire, neppure gridare per lo stupore. 

Tutto è di traverso ed irregolare e, tuttavia, l’insieme esprime una grandezza imponente. 

Le quattrocento colonne dei portici provengono dalle città romane, da dove furono rubate (…) 

Il minareto è una massiccia torre quadrata, piantata in mezzo ad uno dei lati. 

Di fronte i portici si fanno più profondi per la sala delle preghiere.

 Un passo e il silenzio si fa anche più profondo (...). 

 Questo luogo è sacro; l’effetto è immediato e lo sentiremo nuovamente in alcuni templi antichi e principalmente in Egitto, luoghi di predilezione per lo spirito, dove il tempo si annulla, dove si diffonde nell’animo una pace indefinibile, una promessa di armonia quasi perfetta” (...). 

 Non sarà stato da Pulitzer, ma per un ragazzo il brano ebbe certamente un suo indubbio fascino… 

Storia della fondazione di al-Qayrawān, “carovana” o “campo”

 Kairouan (al-Qayrawān, “carovana” o “campo”) è una delle poche città tunisine a non essere stata fondata su un preesistente sito. 

 Qui, narrano i cronisti, Uqba ibn Nafi, che da poco aveva conquistato la Tripolitania, arringò i suoi uomini: “ogni volta che un capo musulmano penetra in Africa, le popolazioni locali si affrettano ad abbracciare l’Islam per mettersi al riparo dal pericolo, ma appena si ritira tornano all’infedeltà. Penso dunque, o musulmani, di fondare una città che serva da piazza d’armi fino alla fine dei tempi”. 

Ciò che fece nel 670 d.C. 

Devo attraversare una pianura stepposa e arida per giungere a Kairouan

 Il viaggio fino a Kairouan non è certamente tra i più esaltanti che si possano compiere in Tunisia. 

Partendo dalla costa, a poco più di una cinquantina di km in linea d’aria si attraversa (...) un’immensa regione pianeggiante, stepposa ed arida, costeggiando una laguna salata (...). 

La vegetazione si fa sempre più scarsa, fino ad essere quasi inesistente. 

In lontananza la città appare come un miraggio 

Anche per me, come per i viaggiatori del passato, la città assomiglia da lontano ad un inatteso miraggio, con i molteplici tetti bianchi delle sue case, le cupole delle moschee, gli appuntiti minareti (...). 

Se la località non è attraente, certamente era strategica (...)

 Trovandosi a metà strada tra la costa, dove imperversavano ancora i bizantini, e le montagne, rifugio dei bellicosi berberi. 

I cui ripetuti attacchi (682 e 688) (...) portarono all’occupazione della città e alla distruzione della moschea. 

 Kairouan venne poi riconquistata da Hassan ibn an-Numan, che la confermò come capitale dell’Ifriqiya [Ifrī’qīyah, “Africa”], così che questo nucleo urbano sarebbe diventato la testa d’ariete per conquistare l’intero Maghreb e, poi, l’Andalusia. 

La Jamaa el-Kebir (“Grande Moschea”) è il più antico luogo di culto del mondo islamico occidentale 

Ha una duplice “lettura”: dall’esterno il massiccio e alto muro quadrato di cinta testimonia silenziosamente e gravemente l’importante passato come campo militare in una sperduta regione, ai confini con le terre degli infedeli; dall’interno la splendida selva di colonne della sua ampia sala di preghiera e il minareto ben presto ne hanno fatto una città “santa”. 

Simbolo e riferimento spirituale per l’avanguardia dell’Islam in terra africana e centro culturale, che avrebbe attratto scienziati e letterati.

 Nel IX secolo la città si arricchì sotto gli Aghlabiti di case, moschee, monumenti e di 48 hammām (bagni di vapore), raggiungendo i 200.000 abitanti. 

A questo periodo risale il bacino, grande piscina poligonale (48 lati) collegata ad una più piccola vasca di decantazione, che serviva come riserva idrica, ed era alimentata da un acquedotto lungo 56 km (...). 

Qui, nell’anniversario della nascita del Profeta (...), musici e danzatori si portano in barca sulla piattaforma centrale, un tempo padiglione per il riposo dell’emiro. 

Offrendo al pubblico un grande spettacolo. 

(...) La città decadde al tempo dell’invasione dei predoni Beni Hilal (1050)

Conservando il ruolo spirituale di “città santa”, anche quando la capitale diventerà Tunisi. 

 All’esordio del Protettorato francese

 All’esordio del Protettorato francese “la città era circondata da mura turrite con bastioni e batterie che disegnavano un esagono di 2.400 m di perimetro. Le mura, come le case a più piani, sono assai ben costruite (…) Naturalmente le moschee sono numerose (…) Nella città si fabbricano selle rifinite in oro e argento e pelli molto ricercate” (...). 

L'arrivo di Maupassant sotto la pioggia battente e la nebbia

 Pochi anni dopo sotto la pioggia battente e la nebbia (sic) vi giunse Maupassant: 

 “oh! La città triste perduta in questo deserto, in questa solitudine arida e desolata! 

 Nelle strade strette e tortuose gli Arabi al riparo nelle loro bottegucce ci guardano passare (…) 

Andiamo verso la moschea Djama-Kebir di cui l’alto minareto domina la città e il deserto che l’isola dal mondo (…) 

Un popolo errante, appena capace di costruire dei muri, venuto in una terra coperta di rovine lasciate dai suoi predecessori, vi raccolse tutto ciò che gli parve più bello e, a sua volta, con quei frammenti dello stesso stile e dello stesso ordine, elevò, mosso da ispirazione sublime, una dimora al suo Dio, una dimora fatta con i frammenti strappati alle città che crollavano, ma perfetta e magnifica tanto quanto le più pure concezioni dei più grandi intagliatori di pietra (..)

Davanti a noi appare un tempio smisurato che ha l’aria di una foresta sacra perché 180 colonne di porfido e marmo sopportano le volte di 17 navate corrispondenti alle 17 porte del cortile (…) 

Nelle nostre cattedrali gotiche il grande effetto è dato dalla voluta proporzione tra altezza e larghezza. 

Qui al contrario l’armonia unica di questo tempio basso viene dalla proporzione e dal numero di questi fusti leggeri che sostengono l’edificio, lo riempiono, lo popolano, lo rendono ciò che è, creando la sua grazia e la sua grandiosità. 

La loro colorata moltitudine dà all’occhio l’impressione di illimitatezza, mentre l’altezza poco elevata dell’edificio quella di pesantezza” (...).

Si entra nella Grande Moschea

 Lasciamo che sia questa magistrale descrizione ad accompagnare il lettore all’interno della moschea. 

A me il compito di aggiungere qualche elemento in più: una sola porta aperta consente a fedeli e visitatori di entrare (...) in un vasto cortile lastricato con marmo bianco, circondato da un portico. 

(...) L’arredo è completato da un orologio solare e, come abbiamo visto, da uno splendido minareto a tre piani sovrapposti, servito da modello per tutto il Maghreb.

Le colonne della sala di preghiera provengono per lo più da Cartagine e Hadrumetum. 

Kairouan non è una “città santa" 

Ma a Kairouan mi attende una delusione, anzi due: la prima è che non è la quarta “città santa” dell’Islam, dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme. 

Perché, anche se lo fu in passato, non è una città santa.

(...) È quindi una leggenda il fatto che sette pellegrinaggi a Kairouan equivalgano al fondamentale hağğ alla Mecca: “qui non si fa alcun pellegrinaggio…”. 

L’altra (...) è che non è stata la prima città edificata dagli arabi in Nord Africa. 

Nel 639 fu preceduta da al-Fustāt (Egitto) (...) 

Sal-Fustāt  vedi il cap. 6 del mio: VIAGGI IN EGITTO 1980-2009. CROCIERA AEREA E FLUVIALE SUL NILO; AI CONFINI CON IL SUDAN, ALLA RICERCA DI BERENICE TROGLODITICA E DELLA “CAROVANIERA DEGLI 11 GIORNI”; NEL SINAI, E-Book, versione cartacee a colori e b/w e non illustrata:

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Da: DAL TELL AL SAHARA. VIAGGI IN TUNISIA, TRA LE TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE DEL PASSATO E CULTURALI ARABO-BERBERE-ISLAMICHE ODIERNE

(178 pp., 198 immagini [164 sono dell'A.], di cui 179 a colori, 83 note, Bibliografia)


Versione cartacea a colori e in bianco e nero, II ediz.


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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.


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