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sabato 12 ottobre 2024

238. Storia di un autorevole e potente vescovado “ai confini del mondo”; Lo straordinario ruolo esercitato nel campo culturale da Skálholt e Hólar; Cristoforo Colombo in Islanda; “Il miracolo islandese”: il diffuso interesse degli isolani per la storia, le tradizioni, la letteratura orale e, poi, scritta, la conoscenza in genere; La letteratura scritta; Gli islandesi medievali grandi viaggiatori; Da: AI CONFINI D’EUROPA. VIAGGIO-RICERCA NELL’ISLANDA DEI VULCANI, DEI GHIACCIAI, DELLE SAGHE, DEL MONDO VICHINGO

La lettura delle saghe è il passatempo preferito degli islandesi (Incisione del 1860 da Stuart Forbes) 
Cosa c'è nel libro:

1.PREMESSA; 2. INTRODUZIONE ALL'ISLANDA. PARTE PRIMA: NATURA; 3. INTRODUZIONE ALL'ISLANDA. PARTE SECONDA: CULTURA; 4. REYKJAVÍK, UN'OASI NEL DESERTO DI GHIACCIO; 5. REYKJAVÍK: DA FATTORIA VICHINGA A CAPITALE DELLA REPUBBLICA ISLANDESE; 6. ÁRBÆJARSAFN, IL MUSEO ALL’APERTO DI REYKJAVÍK; 7. IL ÞJÓÐMINJASAFNIÐ ÍSLANDS, Il MUSEO NAZIONALE ISLANDESE; 8. NÁTTÚRUFRÆÐISTOFNUN ÍSLANDS, IL MUSEO DI STORIA NATURALE DI REYKJAVÍK E I PINGUINI DELL'EMISFERO SETTENTRIONALE; 9. LA CITTA’ DI HAFNARFJÖRÐUR E LO SJÓMINJASAFN ÍSLANDS, IL MUSEO MARITTIMO ISLANDESE; 10. SECOLI DI "GUERRA DEL MERLUZZO" TRA INGLESI E ISLANDESI NELL'ATLANTICO DEL NORD; 11. LO SNÆFELLSNESJÖKULL, PUNTO DI PARTENZA DELLE IMPRESE VICHINGHE IN TERRA AMERICANA; 12. I VULCANI HELGAFELL E ELDFELL A HEIMAEY, ARCIPELAGO DELLE ISOLE VESTMANNAYJAER: CRONACA DI UNA DRAMMATICA ERUZIONE ISLANDESE "A LIETO FINE"; 13. LA GRANDE FESTA POPOLARE DI ÞHJÓÐHÁTÍÐ, HEIMAEY; 14. SURTSEY, L'ISOLA VENUTA DAL MARE; 15. NEL “TRIANGOLO D’ORO” ISLANDESE; 16. SKÁLHOLT, PRIMA SEDE EPISCOPALE DELL’ISOLA; 17. L'HEKLA: LA "PORTA" MEDIEVALE DELL'INFERNO; 18. NELL'ISLANDA MERIDIONALE, LA TERRA DELLE SAGHE E I VULCANI EYJAFJÖLL E KATLA; 19. LA CATASTROFICA ERUZIONE DEL LAKI DEL 1783-84 RISCHIÒ DI FAR SGOMBRARE L'INTERA ISOLA; 20. SOTTO IL VATNAJÖKULL SI NASCONDE LA POTENZA DISTRUTTIVA DI TRE VULCANI; 21. VIAGGIO AL CENTRO DELL’ISLANDA SULLA RING ROAD, DALLA COSTA MERIDIONALE AL LAGO MYVATN; 22. SPEDIZIONE NELLA REMOTA REGIONE ISLANDESE DELL'ASKJA: DA SECOLARE RIFUGIO DEI FUORILEGGE A PALESTRA DEGLI ASTRONAUTI STATUNITENSI DELL'APOLLO; 23. NELLA STORIA DELLE ESPLORAZIONI SCIENTIFICHE DUE MISTERI "GEOLOGICI" TRA EUROPA E AFRICA; 24. UNA "DISCESA" NELL'INFERNO DANTESCO DEL VULCANO KRAFLA IL LAGO MÝVATN. LA CASCATA DI GOÐAFOSS; 25. ALLA SCOPERTA DELLA CITTA’ DI AKUREYRI, CARATTERIZZATA DA UN MICROCLIMA PARTICOLARMENTE MITE PER GLI STANDARD DELL'ISOLA; 26. L’ISOLAMENTO GEO-STORICO DELL’ISLANDA; 27. VIAGGIATORI IN ISLANDA (XV-XVIII SECOLO); 28. VIAGGIATORI IN ISLANDA DEL XIX SECOLO; 29. ALL’INIZIO DEL XIX SECOLO GIUNGE UN VIAGGIATORE INVERO “SINGOLARE”: È HANS JONATAN, PRIMO UOMO DI COLORE IN ISLANDA; 30. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI; 31. MINI-GLOSSARIO GEOGRAFICO 

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Storia di un autorevole e potente vescovado “ai confini del mondo” [Skálholt]

Skálholt ha rappresentato nei secoli più cose. 

Innanzitutto è stato il primo, forse il più importante, dei vescovadi, prima cattolici, poi luterani. 

Risale al 1056. 

In oltre settecento anni di storia vi si sono susseguiti 44 vescovi (...) 

Nel 1106 sarebbe stato creato nel nord il vescovado di Hólar. 

I due episcopati hanno dato all'Islanda: un santo (...), tre martiri e un "eroe nazionale" (...). 

Lo straordinario ruolo esercitato nel campo culturale da Skálholt e Hólar 

(...) Un terzo aspetto della storia passata di questo luogo, che mi ha particolarmente affascinato, riguarda l'importante funzione propulsiva, esercitata dai due episcopati, nel campo dell'educazione e della cultura. 

 Gradatamente essi assunsero il certo non facile compito di veicolare, fin nelle più povere e sperdute fattorie islandesi dai tetti in erba, non solo il Verbo, ma anche l'insegnamento della lettura, della scrittura e, in genere, l'amore per la conoscenza. 

Oltre ad esercitare, nelle loro scuole, un'intensa attività di scrittura, copiatura (e traduzione per le più importanti opere straniere) del tradizionale, ricco e preziosissimo patrimonio orale: le saghe. 

 Le storie islandesi che, uniche in tutto il nord Europa, ci hanno tramandato per iscritto un corpus immenso di dati e informazioni, di pregevole valenza storica e antropologica, fin dal tempo del landnám (colonizzazione) dell'isola. 

 Skálholt e Hólar hanno fatto ancora di più a favore della lingua e della cultura islandese. 

Se insegnamento e scritture inizialmente si fecero in latino, lingua franca dell'Europa dell'epoca, successivamente il clero dell'isola è stato il solo ad incoraggiare, adottandolo e diffondendolo, l'uso del vernacolo. 

Cioè dell'antico norreno che, con trascurabili variazioni, è giunto fino a noi nell'odierno islandese. 

Lingua che ha molte affinità con l’attuale lingua parlata nelle isole Fær Øer.

Così sono riusciti a farci conoscere e apprezzare le gesta dei grandi bœndr islandesi (coltivatoripescatori-liberi proprietari terrieri), nonostante nei secoli gli isolani abbiano subito inenarrabili, gravissime crisi esistenziali collettive (calamità naturali ed epidemie) e sopportato la dominazione straniera - danese -, con il suo pesante monopolio commerciale. 

 Anche se il primo libro islandese a stampa è del 1534 (Breviarium Holense), "l'Islanda, dal XII secolo in poi, è stato unicamente un paese di libri. 

Molto prima di Gutenberg, le persone nelle varie parti dell'isola sono state occupate a copiare manoscritti dei tesori letterari della nazione, come pure capolavori stranieri" (...).

Cristoforo Colombo in Islanda

Tempo addietro mi interessai al viaggio che Colombo nel 1477 fece nell'isola. 

Per cui non si può escludere, a priori, che il Navigatore vi abbia ricevuto un prezioso input sulla presenza, al di là delle acque dell'oceano, non solo di una Terra Verde (Groenlandia), ma anche di una "nuova" terra, chiamata Vínland dai vichinghi. 

Ma c'è ancora di più. 

Secondo alcuni studiosi sembra che Colombo abbia avuto l'opportunità di incontrare Magnus Eyjolsson, vescovo di Skálholt, in precedenza abate del monastero di Helgafell, nel Breidafjördur. 

Dove si compilarono le più antiche cronache sull'ovest (...). 

“Il miracolo islandese”: il diffuso interesse degli isolani per la storia, le tradizioni, la letteratura orale e, poi, scritta, la conoscenza in genere 

 Questi fatti mi sollecitarono un approfondimento di quella che, nei secoli, è stata la situazione culturale del paese, così come della stessa posizione di Skálholt. 

Anche a seguito di quanto sottolineò uno studioso italiano di vaglia, che sostenne che "i vichinghi dell'Islanda erano un popolo incolto.

 Gli stessi capi erano degli analfabeti. 

Non avevano alcuna seria conoscenza geografica". 

Concetto profondamente errato, che non ha tenuto conto, o ha addirittura completamente ignorato, quello che nei secoli ha costituito il "miracolo islandese". 

Fin dal Medio Evo gli islandesi sono stati capaci di leggere e scrivere. 

I bambini non potevano essere cresimati se non erano alfabetizzati e la conoscenza è stata sempre tenuta in alta considerazione presso di loro. 

Intorno al 1200 lo storico danese Saxo Grammaticus, a proposito degli industriosi islandesi, scrisse: "sono felici di passare tutta la loro vita a promuovere la conoscenza sulle gesta di altri popoli. 

È il loro piacere studiare gli affari di tutte le nazioni e raccontarli agli altri" (...). 

In futuro, numerosi racconti di viaggiatori avranno modo di riportare la quasi inverosimile circostanza, che ciascuno di loro aveva sperimentato. 

Cioè la calorosa accoglienza ricevuta, spesso in latino o in greco, da parte degli islandesi che, magari vestiti solo di cenci, erano usciti dai loro miseri tuguri. 

Dove però venivano conservati, con cura, antichi manoscritti  (...). 

 Se il paragone, tra quell'incredibile fucina di cultura rappresentata dall'Islanda medievale e l'antica Roma o la Grecia, fatto da alcuni studiosi islandesi, non fosse esagerato, nondimeno ritengo che esso riesca ad avvicinarsi maggiormente a quella realtà (...). 

Non c'è, infatti, luogo in Europa, come nel mondo, che abbia avuto una popolazione così diffusamente alfabetizzata e così profondamente interessata alla propria storia. 

In Islanda è tuttora molto viva, forte e sentita la tradizione, sia scritta che orale, che senza ombra di dubbio attesta come i ricordi del passato giochino ancora un ruolo di straordinario, preponderante significato nella cultura islandese di tutti i giorni. 

Legando solidamente le generazioni passate a quella presente. 

Per secoli nelle isolate, ma autosufficienti, fattorie islandesi sparse per l'isola il passatempo preferito è stato quello di raccontare nella baðstofa storie sul passato e notizie sul presente. 

Sappiamo come possano oggi essere rivisitati numerosissimi luoghi islandesi, teatro di vicende più o meno oscure delle saghe medievali, solo in base a quanto là riportato. 

E come chiunque possa leggere oggi quanto scritto nel Medioevo, proprio come se fosse stato appena pubblicato. 

La letteratura scritta 

 Saghe, Edda, libri storici allora venivano scritti e copiati su pergamene in pelle di vitello, in quanto la carta fu introdotta in Islanda solo a partire dal XV secolo, o ancora più tardi (...). 

Nel XVI secolo saranno stampati tra i 40 e i 50 libri, nel successivo ben 225 (...). 

 Il primo grande studioso della Chiesa Islandese fu il sacerdote Sæmundur Sigfússon il Saggio (1056 -1133). 

Scrisse una storia in latino sui re di Norvegia, andata persa. 

Visse nella sua fattoria di Oddi, dove fondò un seminario. 

Oddi in breve diventò il primo centro culturale di rilievo dell'intera Islanda, tanto che più tardi vi sarebbe stato educato il celebre Snorri Sturluson (...), autore dell'Edda in prosa, dell'Heimskringla - storia dei re norvegesi -, e probabilmente della Saga di Egil, la più importante tra le Saghe degli Islandesi. 

 Ari Thorgilsson il Dotto (...), su sollecitazione dei vescovi di Skálholt e Hólar (...), intorno al 1130 scrisse la prima storia dell'Islanda in islandese, il famoso Íslendingabók, il Libro degli Islandesi (...). 

Secondo molti studiosi sarebbe autore anche di un altro celebre libro: il Landnámabók (“Libro degli Insediamenti”) (...). 

Gli islandesi medievali grandi viaggiatori

(...) Gli islandesi medievali erano anche grandi viaggiatori. 

Poiché, dopo l'Europa settentrionale e occidentale, giunsero fino a Roma e oltre, fino a Costantinopoli e in Terrasanta. 

L'abate Nikulás Bergsson, ad esempio, intorno al 1150 effettuò un viaggio a Roma e in Palestina. 

Attraversando Germania, Svizzera, Italia. 

Il suo resoconto è del 1159 ca.

Da: AI CONFINI D’EUROPA. VIAGGIO-RICERCA NELL’ISLANDA DEI VULCANI, DEI GHIACCIAI, DELLE SAGHE, DEL MONDO VICHINGO

E-Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, I e II ediz., 297 pp., 150 note, Bibliografia, Mini-Glossario geografico, 346 immagini, di cui 304 a colori (284 sono dell'A.)

 


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TUTTI I DATI (ECONOMICI, STATISTICI, DEMOGRAFICI, ETNOGRAFICI, ECC.) CONTENUTI NEI MIEI LIBRI SONO STATI ACCURATAMENTE VERIFICATI, INTEGRATI E AGGIORNATI AL MOMENTO DELLA LORO PUBBLICAZIONE.

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