Il Padiglione dell’Italia (foto Joseph Hawkes) [Esposizione Universale del 1900] |
Cosa c'è nel libro:
NASCITA DELL’ESPOSIZIONE UNIVERSALE: IL CRYSTAL PALACE DI LONDRA, 1851
- L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEI PRODOTTI DELL’AGRICOLTURA, DELL’INDUSTRIA E DELLE BELLE ARTI, 1855; - L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE FRANCESE DEL 1867, L’ANNO IN CUI PARIGI DIVENTA LA VILLE LUMIÈRE; - ALL’INSEGNA DELLE NUOVE TECNOLOGIE E DELLA RICONCILIAZIONE NAZIONALE, L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL 1878; - NEL CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE, L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL 1889 E LA TOUR EIFFEL; - L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL NUOVO MILLENNIO, 1900: “BILANCIO DI UN SECOLO”; - IL PANORAMA DIORAMA “VIVENTE” DEL MAGAGASCAR AL TROCADÉRO; - ATTRAZIONI, INVENZIONI, CURIOSITÀ, ARTE, ART NOUVEAU, ALTRI PANORAMI, ILLUSIONI E ULTERIORI MERAVIGLIE…
- L’ESPOSIZIONE COLONIALE DEL 1907; - L’ESPOSIZIONE COLONIALE INTERNAZIONALE, 1931; - L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DELLE ARTI E TECNICHE APPLICATE ALLA VITA MODERNA, 1937
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Come si può “raccontare” una città mondiale, una delle più importanti capitali europee, senza incorrere nel banale, nel dejà vu, in ripetizioni o cliché?
Laddove novità architettonico-ingegneristiche, grandiose o futuristiche, non si siano aggiunte ultimamente al territorio urbano e al complesso dei suoi arredi, trasformando con intelligenza l’esistente?
Nel 1975, quando per la prima volta giunsi nella Ville Lumière, Beauborg, Piramidi del Louvre e grattacieli della Defense, con la sua Arche trionfale, non facevano parte del suo skyline.
Avrei invece osservato un gigantesco cratere, che potenti macchine stavano scavando nelle Halles, lo storico “ventre” di Parigi!
Ma è “cosa”, ormai, di anni luce fa…
Dunque, come fare?
Naturalmente posso parlare dei musei, visitati anche per professione.
E, poi?
È a questo punto che scatta in me “qualcosa”.
Chissà, forse è l’idea giusta, capace di suscitare interesse in chi legge…
D’altronde è là, davanti a me, davanti a tutti noi (...)
La Tour Eiffel
Ma sì, è… la Tour Eiffel!
Non solo perché è la “Torre” del mondo, per antonomasia.
Ma perché rappresenta una parte, sia pur minima, sia pure “grandiosa”, di una delle gigantesche e storiche Esposizioni Universali, tenutesi a Parigi a partire dalla seconda metà del XIX secolo.
Ecco che, sic et simpliciter, una delle mie ricorrenti visite alla megalopoli europea si tramuterà, sia pure parzialmente, in un’autentica “caccia al tesoro”.
A Parigi vado alla ricerca di ciò che è rimasto dopo ciascuna Esposizione Universale
Dove i “gioielli” sono i resti e le vestigia di ciò che è rimasto dopo ciascuna Esposizione.
Anche perché era invalsa l’abitudine di disfarsi di quanto costruito, tra l’altro non sempre eseguito con materiale “precario”... (...)
(...) le Esposizioni degli ultimi decenni non mi affascinano, né mi fanno fantasticare (...)
Uno straordinario collante tra società, genti e culture diverse
Non costituendo un grande palco, che faccia da tramite e da collante comunicativo tra società, genti e culture diverse.
Come invece hanno fatto le Esposizioni di Parigi, tenutesi prima dell’avvento (...) della radio, prima, e della televisione, poi.
E prima ancora dei viaggi: da quelli con la britannica Cook, a quelli di massa…
(...) proprio la televisione sarà all’ordine del giorno nel Congresso dell’Elettricità dell’Esposizione del 1900.
Si parlò allora della trasmissione delle immagini a distanza.
Agone privilegiato per i più grandi architetti e ingegneri dell’epoca, le Esposizioni servono da cassa di risonanza anche per gli artisti, che espongono i loro capolavori
E perché non ricordare come esse abbiano costituito un agone privilegiato, dove si sono cimentati i più grandi architetti e ingegneri dell’epoca, mentre illustri artisti hanno esposto i loro capolavori?
Inoltre interi gruppi umani, non solo provenienti dalle colonie, qui si sono fatti conoscere ed apprezzare.
Perché le Esposizioni 1855-1937 possiedono una marcia in più che, in seguito, nessun’altra avrà mai.
Anche perché i tempi, il clima, le situazioni, gli avvenimenti, le cornici sociali e culturali, i modelli culturali e di riferimento sono radicalmente cambiati.
Basta un biglietto d'ingresso per accedere alla grandiosa vetrina del mondo delle Esposizioni parigine...
Mentre in quegli anni esse rappresentavano, nel contempo, la “Manifestazione Massima” e una grandiosa vetrina del mondo.
Fatta da edifici, prodotti, musiche, cibi, danze, arte, tecnologia, industria, invenzioni, uomini.
Tanto da contribuire alla marcia del progresso nel corso della Seconda Rivoluzione Industriale.
In una parola vi era racchiusa un’onnicomprensiva sintesi dell’universo umano, che a quei tempi si poteva solo sognare.
Eccola, invece, a portata di passi e di treno.
Perché basta solo un… biglietto d’ingresso!
Singoli, famiglie intere e gruppi avranno a disposizione, al loro interno, un’immagine caleidoscopica del mondo, sia pure riveduta e corretta, fors’anche stereotipata, comunque didascalica!
(...) In occasione delle Esposizioni furono sperimentati anche nuovi e futuristici materiali.
Per innalzare strutture ed edifici, a volte simili a tanti altri, spesso per tentare nuove strade: nelle forme, nelle dimensioni, nelle combinazioni.
Come nel caso dell’avveniristica, se non utopica, Tour Eiffel (...).
Ma anche nei prodotti, nelle macchine, nei mezzi esposti o regolarmente in servizio.
Come il trottoir roulant, marciapiede mobile per i visitatori (1900), auto elettriche “il mezzo di trasporto di domani” (1931), un treno elettrico (1937).
Straordinarie realizzazioni, che saranno smontate, se non addirittura demolite, al termine delle manifestazioni!
Sapendo bene che quelle straordinarie attrazioni, tutto ad un tratto, saranno smontate e, perfino, demolite.
Perché quella doveva per lo più restare solo un’architettura dell’Effimero.
Al pari delle stupende repliche a grandezza naturale di grandi templi ed edifici: il cambogiano Angkor Vat (1931), il Bardo di Tunisi (1867).
(...) Ma si penserà anche, in maniera del tutto innovativa, ad alloggiare le folle di visitatori provenienti da fuori, sia cittadini, che stranieri, creando i primi alberghi per viaggiatori (...)
In quegli anni due sono state le Parigi, l’una all’interno dell’altra.
Ma la “nuova”, così attraente e desiderata, non doveva cercare di sostituirsi alla “vecchia”, ma solo scomparire.
La Torre Eiffel, ovvero la "rivincita" dell'Effimero
La stessa Eiffel ha rischiato di fare quella fine nel 1909, anche se con lei l’Effimero si prenderà la più straordinaria delle rivincite!
Uno dei principali motivi della singolare autodistruzione sta nel fatto che le Esposizioni si tenevano nel centro di Parigi, dove l’unico grande spazio disponibile era lo Champ-de-Mars. Ma qui c’è l’École Militaire ed è terreno militare.
Utilizzato per le parate dei cadetti, oltre che per le corse dei cavalli, per le mongolfiere e per gli anniversari della rivoluzione francese.
Bisognava, quindi, sgombrarlo…
Un’insolita guida illustrata alle bellezze della capitale francese, che dà modo al lettore di conoscere, sia l’evoluzione urbana del centro storico di Parigi, che alcune tematiche storico-culturali e di Storia della Seconda Rivoluzione Industriale...
In conclusione il libro può essere visto come un’insolita guida illustrata alle bellezze della capitale francese.
Con un approccio indubbiamente “diverso”, che dà modo al lettore di conoscere per grandi linee, sia l’evoluzione urbana del centro storico di Parigi dalla metà del XIX secolo, che alcune tematiche storico-culturali e di Storia della Seconda Rivoluzione Industriale.
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L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL NUOVO MILLENNIO, 1900; "BILANCIO DI UN SECOLO"
(...) Ça va sans dire, l’Esposizione del 1900 giganteggia ancora di più, nonostante scandali finanziari e frequenti cambi di governo dell’ultimo scorcio di secolo.
L’Esposizione sarà infatti dieci volte più estesa di quella del 1855.
Copre ben 216 ettari, perché ai 112 dello Champ-de-Mars, de les Invalides e delle sponde della Senna, si aggiungono ora i 104 del Bois de Vincennes, alla periferia orientale della città.
In estate ci saranno anche le Olimpiadi
Il suo tema è: “Bilancio di un secolo”.
Avrà 83.000 espositori, metà dei quali stranieri.
Sarà un altro trionfo, ma ormai ci si sta facendo l’abitudine…
51 milioni di visitatori
La Francia conta allora 41 milioni di abitanti, mentre i visitatori saranno 10 milioni di più (51 milioni) e 102 milioni i viaggiatori in transito nelle stazioni parigine.
Stazioni ferroviarie, parcheggi, ippodromo
La stazione della Compagnia Parigi-Orleans sostituisce quella dello Champ-de-Mars e si risistemano quelle di Lyon, dell’Est e di Montparnasse.
Sugli Champs-Elysées e sul quay d’Orsay si costruiscono due parcheggi per velocipedi, mentre a Montmartre si inaugura un ippodromo capace di 7.000 posti su cinque livelli, dotato di una pista di 70 m di lunghezza per 35 di larghezza e di un ristorante in grado di soddisfare contemporaneamente 2.000 clienti.
La prima linea della Metropolitana, la n. 1, trasporterà ben 10 milioni di passeggeri
Quindi si inaugura la prima linea della Metropolitana: Porte Maillot-Porte de Vincennes, ancora oggi la n. 1, con fermata intermedia agli Champs-Elysées.
Trasporterà 10 milioni di passeggeri fino al termine della Mostra (novembre).
Ma il rivoluzionario mezzo di trasporto passa in secondo piano, rispetto a ciò che si può vedere in un’Esposizione che farà compiere una virata di 360° all’animus del visitatore.
Interessato, ora, più a divertirsi, con le spettacolari attrazioni da immensa fiera di strapaese, che ad apprendere.
Inoltre sono presenti Boeri e Zulu nel Padiglione “Transvaal e Africa selvaggia”, nello Champ-de-Mars e Abissini (Amhara) nell’ippodromo di Montmartre.
Da: ESPOSIZIONI UNIVERSALI, coloniali e internazionali DI PARIGI 1855-1937. ALLA RICERCA DELLE STRAORDINARIE TESTIMONIANZE DELLE “MANIFESTAZIONI MASSIME” dell’IMPERO francese: Industria, Tecnologia, Invenzioni, Arte, Architettura, Paesi, Genti
(E-Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, 118 pp, 57 note, 146 immagini, di cui 91 a colori - 54 sono mie - )
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