Giovane capo Kayan “con un compagno della classe media”
(foto Hose: The Pagan Tribes of Borneo, 1912) |
Cosa c'è nel libro
Thor Heyerdahl, Charles Hose, Everard im Thurn, Jesup North Pacific Expedition 1897-1902 (Bogoras, Farrand, Fowke, Hunt, Jacobsen, Jochelson, Jochelson-Brodskaya, Laufer, Smith, Swanton, Teit, Franz Boas), Clyde Kay Maben Kluckhohn, Michel Leiris, Ralph Linton, Henri Lhote, Robert Lowie, Jean Malaurie, Edward Man, Margaret Mead, Alfred Métraux, Ashley Montagu, Siegfried Nadel, Kurt Nimuendajú, Erland Nils Nordenskjöld, Hortense Powdermaker, John Wesley Powell, Charles Rabot, Radcliffe-Brown,
Charles Hose: amministratore, giudice, ma anche etnologo, fotografo, esploratore nell'isola del Borneo. Ovvero quando la realtà supera la fantasia....
Sappiamo come a volte la realtà riesca a superare la fantasia e come entrambe, in alcuni casi, possano persino coincidere.
Grazie anche a qualche "aiutino" prestato da chi sa "periodare e raccontare".
Può così succedere che, d'improvviso, ricordi e reminiscenze, nel tempo sedimentatesi nel cervello, si affollino tutti assieme alla nostra mente.
Tornando alla superficie.
Scorrendo inarrestabili come un fiume in piena, di fronte ad un "qualcosa" che, indubbiamente, è singolare, incredibile e straordinario.
Pur consapevoli che ciò che abbiamo di fronte non è solo frutto, totale o parziale, di un'invenzione letteraria, sia pure brillante...
Come nel caso di questa figura eccezionale, che ha apportato contributi di rilievo alla storia dell'etnologia, della fotografia, dell'esplorazione, della ricerca naturalistica.
Al servizio di Charles Brooke, Rajah bianco di Sarawak, tra i tagliatori di teste Dayak
Un personaggio che, al servizio di Charles Brooke (1829-1917), il secondo Rajah bianco di Sarawak , poco più di un secolo fa ricopriva formalmente l'incarico di amministratore e giudice nell'isola del Borneo, tra i famigerati tagliatori di teste-pirati Dayak: gli Iban ("Dayak di mare") e i Bidayu ("Dayak di terra").
Se non sono queste vere e proprie pagine del Sandokan di Salgari materializzatesi d'emblée...!
Il Sarawak
(...) Per oltre un secolo (1841-1946) è posto sotto la sovranità dei tre Rajah bianchi Brooke.
Essi si sarebbero serviti di un ristrettissimo, ben selezionato, corpo di funzionari civili britannici (...)
Un pugno d'uomini, in tutto 50-60 individui (...) reclutati nell'ambito della cerchia dei parenti e degli amici britannici della famiglia Brooke.
Autentici gentlemen vittoriani, in malese defimiti orang dahulu, gli "uomini d'un tempo".
La loro principale qualifica era di essere soprattutto dei veri e propri gentlemen vittoriani. Non a caso sarebbero stati più tardi definiti orang dahulu, in malese gli "uomini d'un tempo".
(...) E i nostri gentlemen, Residenti e District Officers, pressoché completamente isolati dal mondo nei loro quartieri generali, per lo più localizzati lungo i corsi dei fiumi medi e superiori, avrebbero goduto di ampi poteri discrezionali, che avrebbero soprattutto utilizzato nel supremo interesse dei popoli nativi amministrati.
(...) lo scopo del governo coloniale doveva essere quello di insegnare l'autogoverno ai popoli soggetti.
Il che si poteva concretamente realizzare solo attraverso lo studio dell'antropologia da parte degli amministratori.
Il distretto del fiume Baram (...) costituito da giungle impenetrabili, alte montagne e fiumi impetuosi, entrò a far parte nel 1882 del Sarawak dietro il pagamento annuo perpetuo di 6.000 dollari al Sultano del Brunei, che fino ad allora lo aveva posseduto.
Anche se si era ben guardato dall’esercitarvi una qualsivoglia autorità, salvo lungo la costa...
Poiché i Kayan, stanziati nella regione intermedia del corso del fiume, più volte avevano messo seriamente in pericolo gli insediamenti costieri e la stessa esistenza di Brunei.
Anche in questo caso la filosofia politica di Brooke sarà vincente! Piuttosto che con le armi dei rangers, le popolazioni più irrequiete e aggressive dovevano essere gradualmente portate sotto l'amministrazione del Rajah, grazie alle ripetute e amichevoli visite dei Residenti ai villaggi localizzati nelle più remote parti del distretto.
Le continue "visite" di Hose dei villaggi delle tribù
(...) Gli impegni amministrativi portano Hose in lungo e in largo, attraverso un territorio delle dimensioni del Piemonte, in costante e intimo contatto con le diverse tribù.
Lunghi viaggi della durata anche di qualche mese lo conducono nell'interno inesplorato.
Sempre accompagnato dagli indigeni in qualità di guide, rangers e portatori.
Vivendo nei villaggi degli autoctoni.
Dormendo nelle loro case.
Ottenendo, alla fine, una conoscenza quanto mai accurata e dettagliata della cultura dei popoli che via via avvicina.
Nel 1891 tutte le tribù della regione hanno finalmente riconosciuto l'autorità del Rajah.
Nel 1898 sono anche quasi del tutto cessate le endemiche violenze.
(...) Nel 1898 Hose inizia comunque a far costruire un piccolo forte (...) per difendersi da eventuali attacchi provenienti dalla giungla e dal fiume.
Quando termina (1901) disporrà di due cannoni.
La Regata della Pace
Nella storia dell'Antropologia Hose è ricordato anche per aver ideato, proprio nel 1898, una regata intertribale, che avrebbe dovuto sostituire, riuscendoci, le sanguinose guerre, le interminabili faide, le orribili cacce alle teste, perpetrate soprattutto dagli Iban Dayak.
(...) Anche perché a più riprese gli Iban avevano attaccato le forze di sicurezza dei Rajah (...). In qualche caso qualcuno dei suoi rangers, in occasione di operazioni di polizia “pacificatrici”, sia pure "accidentalmente" avrebbe tagliato la testa di qualche Dayak, per poi riportarsela indietro...
Allo straordinario evento del 1898 avrebbe partecipato McDougall, uno dei membri della Cambridge Anthropological Expedition, la storica spedizione agli Stretti di Torres (...) del 1897.
(...) Mesi prima erano stati fatti cadere a terra i giganti della foresta e scavate le grandi canoe di guerra appartenenti alle diverse tribù del territorio, per prepararle al loro nuovo, certamente inconsueto, utilizzo.
Alla grande jawa, o cerimonia della pace, partecipano i membri delle tribù Kayan, Kenyah, Lirong, Madang e Iban.
Infatti la regata intertribale, unitamente ad altre gare sportive, deve poter prendere il posto della guerra (...)
DA: LE GRANDI AVVENTURE DELL’ANTROPOLOGIA
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