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domenica 28 luglio 2024

175. L'ARCHETIPO DI "INDIANA JONES", MA ANCHE L’ISPIRATORE DEL “MONDO PERDUTO” DI CONAN DOYLE, IL COLONNELLO ED ESPLORATORE INGLESE PERCY HARRISON FAWCETT, SCOMPARVE NEL 1925. CERCANDO UNA FANTOMATICA CITTÀ PERDUTA NEL MATO GROSSO BRASILIANO.Da: ALLA SCOPERTA DEL MONDO. ARCHEOLOGI, ESPLORATORI, GRANDI VIAGGIATORI, GEOLOGI, NATURALISTI, PALETNOLOGI. VOL. 4: AMERICA

 


. Percival (Percy) Henry Fawcett
Cosa c'è nel libro: 

NORD AMERICA (EIRÍK “IL ROSSO” (EIRÍK THORVALDSSON “RAUÐI”); FRANCISCO VÁSQUEZ DE CORONADO, MERIWETHER LEWIS E WILLIAM CLARK; JOHN J. AUDUBON; HELGE MARCUS INGSTAD); 
CENTRO AMERICA (JOHN LLOYD STEPHENS, ALFRED P. MAUDSLAY, ALFRED MARSTON TOZZER, MATTHEW W. STIRLING), 
SUD AMERICA (FRANCISCO DE ORELLANA, CHARLES-MARIE DE LA CONDAMINE, FRIEDRICH HEINRICH ALEXANDER VON HUMBOLDT, ALCIDE D'ORBIGNY, ROBERT H. SCHOMBURGK, JOHN LOUIS RUDOLPHE AGASSIZ, MAX UHLE, PERCY HARRISON FAWCETT, ALEXANDER HAMILTON RICE. HIRAM BINGHAM, VICTOR OPPENHEIM)]
...

  PREMESSA
"Quando a suo tempo progettai la scaletta della mia terza trilogia: Alla Scoperta del Mondo, il volume avrebbe dovuto contenere 28 personaggi, attratti dall’ignoto geografico, storico e culturale, sia dell’America, che delle Regioni Polari. 
Nel corso della stesura, ho invece ritenuto opportuno dare più spazio ad uno dei capitoli. 
Quello riguardante il colonnello britannico Percy Fawcett. Esploratore scomparso misteriosamente, nel 1925, nel Mato Grosso brasiliano. 
Andando alla ricerca della Città Perduta di Z (“Zeta”), in quella che sarà la sua ultima spedizione sudamericana. 
Le sue straordinarie avventure, che a suo tempo hanno ispirato la serie filmica di Indiana Jones, ma prima ancora il Mondo Perduto di Conan Doyle, a cui Fawcett raccontò le proprie esperienze, mi avevano oltremodo appassionato da ragazzo.
 Così, per decenni , nel bacino dell’Alto Xingú sono andati alla ricerca di ogni seppur minimo indizio, racconto o flebile traccia degli scomparsi, come della stessa “Z”, spedizioni ben strutturate e organizzate (di “ricerca e soccorso”, diremmo oggi), che singoli individui. 
Avventurieri di ogni nazionalità e risma, visionari, gente in cerca di un’effimera notorietà, ma anche spiriti compassionevoli, animati da sincera volontà di contribuire a risolvere quello che ha rappresentato il mistero esplorativo per antonomasia del XX secolo. 
Gradatamente il capitolo su Fawcett è così diventato un capitolo-contenitore di diverse altre esplorazioni. [mentre la trilogia sugli esploratori si è trasformata in una tetralogia!]
Che, una dopo l’altra, si sono andate snodando per quasi un secolo, fino ad oggi… 
 Oltre tutto, se il mistero sembrerebbe risolto solo in parte, le esplorazioni di questi ultimi anni hanno comportato sviluppi inaspettati e del tutto sorprendenti! 
Forse perché indirettamente facilitati dal “cambiamento climatico”, che ha incrementato, facilitandoli, gli incendi anche delle boscaglie del Mato Grosso?
[Naturalmente il capitolo dedicato a Fawcett è il più corposo del libro: 32 pagine, 28 foto (7 di Fawcett), 23 spedizioni] 
 Ed è stato l’amore per l’Avventura, coniugata sottilmente con la Conoscenza, che ha indissolubilmente legato tra loro queste figure.

Dando vita ad uno straordinario filo conduttore, che si è andato snodando, dall’Artico fino a Capo Horn, attraverso epoche, culture, civiltà, popolazioni, territori, nel corso di una continua sfida dell’Uomo contro l’ignoto.

LA SPEDIZIONE SCOMPARSA NEL MATO GROSSO BRASILIANO
Il libro narra anche di una spedizione scomparsa nel nulla, alla ricerca di un “sogno”, che un esploratore inglese aveva sempre tenuto gelosamente segretoMa anche delle decine e decine di missioni, andate invano a cercarla, per quasi un secolo.

Il sogno riguardava l’esistenza di una città favolosa, descritta da un’antica cronaca, probabilmente apocrifa, situata in una regione, dove l’unica civiltà visibile ancora oggi è quella dei villaggi degli indios, immersi nelle boscaglie e circondati dai fiumi.

   A questo punto, però, si impone un ma…! 

RECENTI SCOPERTE HANNO SCONVOLTO LE FONDAMENTA DELL'ARCHEOLOGIA PRECOLOMBIANA...

Perché proprio in questi ultimi tempi, un antropologo americano, che da tredici anni ricercava tra gli indios, aiutato da una buona dose di fortuna e dalla sua perspicacia, due doti invero non secondarie, che si sono aggiunte al fatto che era anche un archeologo, affermerà come quella lontana fantasticheria avesse un fondamento di verità. Presumibilmente derivante da leggende tramandate di generazione in generazione dagli indios… 

Poiché ha scoperto ben venti insediamenti risalenti all’800-1600 d.C., collegati da strade, con case costruite con il materiale esistente nella regione: terra, legno, palme. 

Ogni insediamento aveva dai 2.000 ai 5.000 abitanti. 

Cioè numeri ben superiori a quelli degli odierni villaggi, che sono nell’ordine delle centinaia di anime. 

Poiché le città risalgono a ben prima dell’avvento dei brancos, i bianchi, con le loro malattie e la loro “pacificatrice” violenza.

 Una scoperta, confermata anche dai radar, dalle rilevazioni satellitari, dai sensori remoti, che ha una portata incredibilmente rivoluzionaria, poiché ha sconvolto le fondamenta stesse dell’Archeologia precolombiana. Tanto che andrebbero, forse, rivalutate le stesse “cronache”, sulle quali si basò la ricerca dell’esploratore scomparso!

   E dire che negli anni ‘1950 il figlio aveva, senza successo, sorvolato la zona. 

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Così la recente straordinaria scoperta potrebbe essere stata resa possibile, grazie al cambiamento climatico, che ha amplificato e moltiplicato gli incendi, anche delle boscaglie del Mato Grosso… 

.....

 "Il celebre esploratore britannico Percy Harrison Fawcett (1867-1925?) scomparirà nel nulla, quando nel 1925 si mise alla ricerca dei resti di una città leggendaria: forse parte dell'Atlantide?!"

    "Attraverseremo lo Xingú al decimo Parallelo e ci inoltreremo diritti verso est, attraverso il Tocantins. Superato questo, là dove s'incontrano gli Stati di Goiáz, Piauí e Baía, si trova "Z", il mio obiettivo principale... Quando avremo terminato le nostre ricerche ci sposteremo verso est fino al São Francisco (...) non molto lontano, dall'altra parte del fiume, si trova la città del 1753, che intendo visitare prima di uscire dalle zone selvagge a Salvador". Non sapeva che, dopo la sua sparizione, egli stesso sarebbe diventato una leggenda!

(...) Il 29 maggio del 1925 due mulattieri brasiliani rimandati indietro recano l'ultima lettera indirizzata alla moglie: "penso che verremo a contatto con gl'Indiani tra una settimana o una decina di giorni. Siamo qui al Campo del Cavallo morto, a 11°43' di latitudine Sud e 54°35 Ovest, esattamente nel punto in cui morì il mio cavallo nel 1920 (…) Non devi temere che non si riesca".

  "La spedizione, alla quale partecipano il figlio primogenito ventunenne Jack e il suo amico Raleigh Rimmel, è in procinto di lasciare le sorgenti dello Xingú, per inoltrarsi in terre sconosciute!

   Da quel momento non si saprà più nulla. Va ricordato come la spedizione fosse "leggera", cioè in grado di inoltrarsi più agevolmente nelle terre degli indios, senza tema di venire scambiati per invasori. Anche perché la loro stessa sopravvivenza era legata alle risorse dei luoghi."

   "Se non dovessimo tornare", aveva sostenuto, "non voglio che vengano a cercarci con spedizioni di soccorso. È troppo pericoloso. Se con tutta la mia esperienza, non riusciamo noi a farcela, che speranza può esserci per gli altri? Ecco perché non voglio dire esattamente dove andiamo. Sia che riusciamo a salvarci e ritornare, sia che lasciamo là le nostre ossa a marcire, una cosa è certa. La soluzione dell'enigma dell'antica America del Sud - e forse di tutto il mondo preistorico - si troverà solo quando le antiche città saranno ritrovate e aperte alla ricerca scientifica. Che queste città esistano, lo so con certezza...".

   “Se il viaggio non avrà successo, tutto il mio lavoro nell’America meridionale si concluderà con un fallimento, poiché non potrò fare più nulla. Sarò inevitabilmente screditato come visionario, accusato di volermi soltanto arricchire personalmente” (…)

ALLA RICERCA DI FAWCETT: IERI (1927-1957)

(...) Molti hanno supposto che gli indigeni locali li abbiano uccisi, poiché a quel tempo diverse tribù vivevano nelle vicinanze: i Kalapalo, che furono gli ultimi a vederli, o gli Arumá, i Suyá o i Xavante, nel cui territorio stavano penetrando. Entrambi i giovani erano malati e camminavano con difficoltà quando sono stati visti l'ultima volta, ma non ci sono prove che furono uccisi. È probabile che siano morti per cause naturali nella giungla brasiliana”.

   Si dovranno comunque aspettare oltre venticinque anni, per avere la conferma dell’inesistenza di quella città, almeno come l’aveva concepita Fawcett, grazie alle due spedizioni e relative ricognizioni aeree effettuate nel 1952-4 dal figlio Brian (1906-1984). Sarebbero infatti tutte fallite quelle che, a partire dal 1927, si organizzarono, per individuare le tracce del colonnello e dei suoi compagni. Incluse quelle dei singoli individui che, a vario titolo, in quegli anni già si trovavano, o si inoltrarono, nel Mato Grosso, per cercarlo, spesso perdendovi anche la vita."

(...) 1931

  "Nella regione del fiume Kuluene la spedizione antropologica dell’Università della Pennsylvania diretta da Vincent Petrullo (1906-1991) si imbatte in indios Kalapalo, che avevano incontrato i tre uomini scomparsi. A quanto pare i giovani erano malati e non volevano proseguire. Per cinque notti gli indios da lontano videro innalzarsi il fumo del loro accampamento, poi più nulla. Più tardi constateranno che l’accampamento era stato abbandonato. Questa sarà la versione “ufficiale”, più meno integrata da altri particolari, che da allora in poi sarà fornita dai Kalapalo sulla misteriosa scomparsa della spedizione…

Uomini della tribù Kalapalo

   Petrullo ritiene che Fawcett probabilmente “è morto di sete, fame o malattia. Da qualche parte nelle dense foreste ad est del fiume Kuluene. Credo sia impossibile per il colonnello Fawcett essere vivo in una regione che non si conosce. Là le notizie viaggiano velocemente. Specialmente se riguardano uomini bianchi, perché ce ne sono pochi”.

Da: ALLA SCOPERTA DEL MONDOARCHEOLOGI, ESPLORATORI, GRANDI VIAGGIATORI, GEOLOGI, NATURALISTI, PALETNOLOGI.  VOL. 4: AMERICA 

E-Book, versione cartacea in bianco e nero di grandi dimensioni (16,99 x 1,17 x 24,41), 253 pp, 243 note,  Bibliografia, 197 immagini (14 sono dell'A.), Appendice ("Narrazione Storica di una Grande, Nascosta Città Antichissima, Senza Abitanti. Che Venne Scoperta nel 1753", conservata con il n.512 nella Biblioteca Nazionale di Rio de Janeiro)





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