Il ponte dell’Alma (inaugurato nel 1855) nel corso dell’Esposizione Universale del 1889. Sui piloni si vedono l’Artigliere e il Cacciatore, collocato dove attualmente c’è invece lo Zuavo |
Nel maggio-ottobre del 1855 a Parigi ha luogo l’Esposizione Universale dei Prodotti dell’Agricoltura, dell’Industria e delle Belle Arti, la prima di una straordinaria serie.
L’ha fortemente voluta l’Imperatore Napoleone III,
impressionato dalla visita, nel 1851, del Crystal Palace di Londra. Ma
sarà ancora più grandiosa, perché bisognerà pur dimostrare al mondo ciò che è
capace di fare la Francia. La sua è, perciò, una raison d’être puramente
politico-patriottica. Non sarà
sufficiente innalzare sugli Champs-Elysées un solo, seppure imponente, Palazzo
dell’Industria: tre navate in acciaio, 110 m di larghezza, 254 di lunghezza, 30
di altezza.
A lavori iniziati si scoprirà che è già troppo piccolo.
Perciò diventerà soprattutto quello delle Arti. Vi saranno esposte cinquemila,
tra pitture (Ingres ne ha 40 ed è accanto a Delacroix, Descamps e Courbet) e
sculture.
Lungo la Senna è così
aggiunta una Galleria delle Macchine lunga 1.200 m. Ospiterà il meglio della
tecnologia dell’epoca. Innumerevoli apparecchiature, che con gran fracasso
funzioneranno tutto il giorno. Poiché, in piena rivoluzione industriale, si
sono avuti già enormi progressi rispetto a quattro anni prima!
Due edifici saranno,
poi, collegati ad una preesistente rotonda del 1839, il Padiglione dell’Impero,
dove si espongono mobili ed oggetti della casa imperiale, diamanti della corona
compresi.
La curiosità dei visitatori dell’Exposition è attirata
specialmente dalle invenzioni: la macchina per il caffè (2.000 tazze l’ora) e
quella per lavare la biancheria; il revolver a sei colpi di Colt; la Locomobile,
veicolo mosso con l’olio di petrolio; la macchina da cucire Singer.
C’è anche Foucault, che dimostra scientificamente con il
pendolo la rotazione terrestre. Intanto il belga Sax pubblicizza il sassofono…
Saranno i proprietari della ferrovia per
Saint-Germain-en-Laye, con l’architetto capo Armand, personaggio che ho già
ricordato altrove, a pensare come ospitare al meglio le illustri personalità presenti.
Costruendo il primo albergo per viaggiatori della Francia. Il
primo ad avere un ascensore, ma anche 700 camere, ampie scale, omnibus a
disposizione dei clienti per le stazioni ferroviarie, guide, interpreti,
ufficio informazioni e cambio, 1.250 impiegati, addirittura un ristorante con
cucina internazionale.
È l’Hôtel du Louvre: ci si aspettava un fiasco, sarà invece
un successo strepitoso!
“Questa è stata anche la mia prima “scoperta”, poiché
l’albergo si trova ancora davanti all’uscita del Louvre: è il Louvre des Antiquaires.
La vecchia dicitura appare ancora sotto l’insegna”…
Così scrivevo in un articolo pubblicato sulla Terza Pagina
del mio giornale. Oggi mi accorgo di aver commesso, allora, un “piccolo” errore.
Poiché nell’imponente palazzo, che in precedenza aveva ospitato l’Hotel du
Louvre, quando scattai quella foto c’era davvero il Centro Commerciale “Louvre
des Antiquaires”. L’antico Hotel si trovava invece dietro di me, poiché era
stato “trasferito” dalla parte opposta della Place du Palais-Royal, però con
ingresso e insegna su Place André Malraux, già da oltre un secolo (1887)...
Dopo il ponte
dell’Alma, inaugurato anch’esso per l’Esposizione, ma ricostruito in ferro e
ingrandito nel 1974, individuerò su un suo pilone lo Zuavo, l’unico rimasto di
quattro soldati. Utilizzato dai parigini per misurare il livello dell’acqua fin
dall’inondazione del 1910, quando solo la testa affiorava.
Il poco che resta è
sparso per la Francia e la periferia parigina. Il Palazzo dell’Industria sarà
distrutto nel 1899 e rimpiazzato dal Grand e dal Petit Palais. Fino ad allora
fungerà da Palazzo dei Congressi ed accoglierà un’Esposizione del Lavoro e il
Salone dell’Elettricità (1881).
Ecco i numeri del
confronto con Londra: 4 ettari di superficie in più e 24.000 partecipanti (di
36 paesi), rispetto a 17.000. Ma i visitatori saranno 5 milioni, uno in meno
rispetto ad Hyde Park [Crystal Palace], mentre ci sarà un deficit di
8.300.000 franchi.
Nonostante ciò, l’Esposizione ha avuto successo e la
competizione, per eccellenza e grandeur, con i cugini d’oltre Manica è
solamente all’inizio… Il costo d’ingresso è di 5 franchi, ma vengono
distribuiti 10.000 ingressi gratuiti a chi ci ha lavorato.
Da: ESPOSIZIONI UNIVERSALI, coloniali e internazionali DI PARIGI 1855-1937. ALLA RICERCA DELLE STRAORDINARIE TESTIMONIANZE DELLE “MANIFESTAZIONI MASSIME” dell’IMPERO francese: Industria, Tecnologia, Invenzioni, Arte, Architettura, Paesi, Genti
(E-Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, 118 pp, 57 note, 146 immagini, di cui 91 a colori. 54 sono dell'A.)
.
Nessun commento:
Posta un commento