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venerdì 3 giugno 2022

25. VIAGGI IN TUNISIA: DALLE SPONDE DEL MEDITERRANEO AI CONFINI DELL'IMPERO ROMANO, NEL GRANDE ERG ORIENTALE SAHARIANO

 

Raffigurazione centrale del mosaico di Ulisse, IV secolo d. C., Dougga. È un frammento di impluvium. Sala XXVII.
Museo del Bardo, Tunisi (© Franco Pelliccioni)


   Non avevo mai pensato di effettuare un viaggio in Tunisia. Perché, oltre all’Egitto, i miei ricordi dell’Africa a nord del Sahara sono stati sempre indissolubilmente legati al Sudan, grande paese a cavallo tra deserto, savana e giungla. Anche se da molti anni, addirittura da decenni, in cuor mio avevo accarezzato il desiderio di spingermi nel cuore stesso del “Nulla” (è il significato del termine Sahara), nell’Hoggar, nel profondo sud algerino.

   In passato quante e quante volte fui in procinto di organizzarvi una spedizione. E dire che mi sarei perfino accontentato di partecipare ad una bella e pronta. Anche perché l’Avventura con la A maiuscola attende comunque laggiù il viaggiatore, con i suoi fascinosi richiami, non scevri da imprevisti, difficoltà, pericoli.

   In seguito le vicende della vita avrebbero inferto al mio itinerario scientifico e ai miei interessi teoretici un brusco cambiamento di rotta, che mi avrebbe decisamente allontanato dal continente africano (Artico, Comunità Marittime dell’Atlantico del Nord). Anche se in cuor mio avrei conservato pressoché intatto quel desiderio giovanile. Per giunta l’Algeria, rimanendo sempre più coinvolta in tragiche vicende religioso-politiche, tanto che i Ministeri degli Esteri di vari paesi euro-americani da molto tempo, ormai, ne sconsigliavano caldamente i viaggi, si era collocata al di fuori dei normali circuiti turistici.

   (…)  Qualcosa, comunque, anni addietro si era mossa. L’inaugurazione di un collegamento aereo diretto Italia-Tamanrasset, capoluogo dell’Hoggar, dava al viaggiatore la possibilità di giungere nel cuore del Sahara senza dover cambiare aereo ad Algeri. Era quindi giunta infine l’ora di esaudire l’antico progetto, quel sogno così sospirato? Ritenendo di sì, con diversi mesi di anticipo prenotai un posto con un tour operator specializzato in mini-spedizioni. Sarei dovuto partire a dicembre, uno dei mesi più consoni ai viaggi nel deserto, nonostante sia caratterizzato da una considerevole escursione termica diurna data la rigidità delle ore notturne. Purtroppo si era nel 2001...   

   Ce va sans dire, anche se in precedenza avevo percorso in Sudan quello nubiano e conoscevo quello esistente appena al di là della fascia fluviale del Nilo egiziano, la mia iniziazione al “vero” deserto sahariano, quello che l’immaginazione di noi tutti considera come autentico: quello sabbioso dell’Erg, avrebbe dovuto aver luogo nel sud-ovest della Tunisia. Qui, nelle regioni del Bled el-Djerid e del Nefzazoua, dove sorgono le stupende oasi di Tozeur, Nefta e Douz, si spingono infatti, con le loro gigantesche dune, le estreme propaggini del Grande Erg Orientale…

   Certo, sia pure osservando solo superficialmente le mappe è evidente come il paese maghrebino rappresenti solo un modestissimo cuneo, che si insinua verso sud. Ma questa mia prima e breve immersione – o, meglio, “tuffo” – maghrebina mi ha consentito, comunque, di “assaggiare” con il cervello, lo sguardo, l’olfatto, l’udito e il gusto: colori, sapori, silenzi, panorami e quant’altro si “affolla” in quella regione. Quasi una sorta di “aperitivo” al Sahara, che ha reso, se possibile, ancora più desiderabile una mia futura, seppure del tutto improbabile discesa nel profondo sud algerino. In considerazione, sia della mia età anagrafica, che della burrascosa epoca nella quale stiamo tutti vivendo.

   Quello che è stato il mio primo viaggio in Tunisia ha avuto anche altri risvolti. Innanzitutto ha costituito la mia prima partecipazione ad un viaggio organizzato da altri. Ebbene sì, anch’io mi sono infine dovuto servire delle prestazioni offerte da un’agenzia. Inoltre, poiché la maggioranza del gruppo proveniva dalla Sicilia, la prima parte di questo libro potrebbe intitolarsi, parafrasando quello del celebre Stoppani, l’autore del Bel Paese: “Ricordo di una carovana di siciliani”, che ovviamente si è servita dei mezzi propri del XXI secolo: aereo, torpedone e jeeps, anziché quelli coevi del lungo viaggio, che nel 1874 portò l’abate da Milano a Damasco.

   E dire che negli anni avevo sempre considerato quasi con sufficienza il turismo di massa, veicolato in tutti gli angoli del mondo da agenzie e tour operators.   D’altronde in quell’anno ero reduce da un defatigante viaggio di studio nel Mediterraneo Orientale, che mi aveva condotto prima a Creta e poi a Rodi. Con tranquillità volevo perciò osservare, conoscere e apprezzare i diversi e interessanti lineamenti della Tunisia, cominciando dalla capitale, fino ad arrivare alle immense dune del Sahara.

   Il tour, così come programmato, in base a quanto già sapevo dalla letteratura, possedeva indubbie attrattive. Offrendo al viaggiatore motivato una sintesi, anche corposa, del meglio che il paese ha da esibire.

   A partire dalle caratteristiche umanizzate: dal celebre Museo del Bardo di Tunisi con gli innumerevoli, meravigliosi (per fattura, composizioni e rappresentazioni) mosaici romani provenienti dalle diverse aree archeologiche del paese, alla “città santa” di Kairouan, la quarta dell’Islam (dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme); dai resti archeologici punici (Cartagine) e romani (il “Colosseo” ad el-Djem, gli splendidi templi di Sufetula), agli originari nuclei urbani (le Medine di Tunisi, Sfax e Houmt Souk nell’isola di Djerba), alle fortificazioni: arabe (il ribat di Monastir) ed europee (Borj el-Kebir, sempre a Djerba).

   Per non parlare delle cittadine e dei villaggi tradizionali, sia arabi – nel nord –, che berberi – a sud –. Compreso quell’incredibile villaggio trogloditico che è Matmata! Senza dimenticare quelli “fantasma”, poiché abbandonati per i più vari motivi: terremoto del 1885 (Midés); alluvione-inondazione del 1969 (Chebika e Tameghza); sedentarizzazione delle popolazioni seminomadi - inizio XX secolo-anni ‘1970 - (Ancienne Kébili).

   E che dire dei suqs (Tunisi, Sfax, Tozeur), dei mercati settimanali non turisticizzati (Mareth), della linea ferroviaria che spunta dal deserto e che convoglia il fosfato dalla ricca regione mineraria di Metlaoui fino a Gafsa e, poi, a Sfax, importante porto e città industriale?

   Per quanto riguarda la parte naturalistica, naturalmente il clou è stato rappresentato, non solo per me, dal deserto del Sahara, con le grandi dune di Douz, quelle non meno affascinanti e imponenti esistenti tra Tozeur e il lago salato (chott) di Gharsa. Percorse e addirittura “scalate” in fuoristrada in un’escursione quasi interamente effettuata su fuoripista…

   Allora non sapevo che di lì a poco avrei anche io avuto sulla cresta “un posto in prima fila”: incredibilmente a dirsi sotto di me e sotto il sole dall’immensità del Nulla brillavano le immaginifiche costruzioni eseguite per il set del celebre film Star Wars.

   Ma vanno ancora ricordati: i miraggi intravisti in lontananza; gli straordinari, se non “unici”, tramonti nel deserto; le oasi di pianura (come Tozeur e Douz), di montagna (Chebika, Tameghza, Midés) e marittime (Gabès, Mareth); lo sterminato lago salato dello Chott el-Djerid; l’incantevole isola di Djerba; le “lunari” montagne Matmata dell’interno, la steppa a sud della regione di Kairouan; le tracce lasciate dalla “guerra del deserto”. 

Incisione ottocentesca raffigurante l'oasi di Nefta e lo Chott el-Djerid

  Due anni dopo con un volo diretto dall’Italia avrei raggiunto l’isola tunisina di Djerba. Questa volta l’utilizzazione della jeep mi avrebbe consentito di percorrere strade e piste del deserto, così da raggiungere località altrimenti inaccessibili. Poiché mi porterà fin dentro il Sahara, nel Grande Sud tunisino.

   Inoltre mi avrebbe permesso di approfondire località e aspetti, che tanto mi avevano attratto nel corso del precedente viaggio invernale, lo Chott el-Djerid, ad esempio, o le oasi di montagna e marittime. Mentre avrebbe anche rafforzato la mia conoscenza delle aree popolate dai berberi. Poiché visiterò i “castelli” (ksour) di Medenine, Ksar Haddada, Tataouine, Chenini. Le straordinarie ed entusiasmanti roccaforti dei “berberi scalatori” e dei “trogloditi artificiali”.

   Infine nel Grande Erg Orientale sarei addirittura entrato all’interno del castrum di Tisavar, localizzato al confine meridionale dell’Impero romano, il Limes Tripolitanus. Qui era di stanza una guarnigione della III Legio Augusta... 

DAL TELL AL SAHARA. VIAGGI IN TUNISIA, TRA LE TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE DEL PASSATO E CULTURALI ARABO-BERBERE-ISLAMICHE ODIERNE

(178 pp., 198 immagini, di cui 179 a colori, 83 note, Bibliografia)


Versione cartacea a colori e in bianco e nero, II ediz.




SOMMARIO

PARTE PRIMA 

DALLE SPONDE DEL MEDITERRANEO AL SAHEL SAHARIANO 

1. PREAMBOLO: DAL “SAHARA ALGERINO” AL SAHARA TUNISINO. VIAGGI VIRTUALI E REALI NEL MAGHREB 

2. INTRODUZIONE AL PAESE 

3. LA MEDINA DI TUNISI, CON I SUOI PIÙ DI SETTECENTO MONUMENTI STORICI, PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITA’ 

4. NEL MUSEO NAZIONALE DEL BARDO DI TUNISI Il "TEMPIO" MONDIALE DEL MOSAICO ROMANO; Breve cronologia del Museo; La visita 

5.CARTAGINE; La visita 

6. SIDI BOU SAÏD 

7. MONASTIR TRA ANTICO E PRESENTE: DALL'ENIGMA DI UN NOME ALLA RICOMPARSA A SORPRESA DI UNA FORTEZZA PERDUTA 

8. LA “CITTA’ SANTA” DI KAIROUAN 

9. LA CITTA’ ROMANA DI THYSDRUS (EL-DJEM) 

10. LA CITTA’ ROMANA DI SUFETULA (SBEITLA)

11. L’ISOLA DI DJERBA: OASI DI RIFUGIATI, TERRA DI INVASORI; La visita 

12. NEL SUD, TRA I VILLAGGI “INVISIBILI” DEI “BERBERI SCAVATORI” MATMATA;  Mareth; Gabès; Verso Matmata 

13. NELLA REGIONE DEGLI CHOTTS;  Introduzione; Douz; Kébili (e Ancienne Kébili); Nel Bled el-Djerid 

L’OASI DI PIANURA DI TOZEUR 

L’OASI DI PIANURA DI NEFTA 

PARTE SECONDA 

RITORNO NEL PAESE DEI GELSOMINI 

14. OASI DI MONTAGNA; Introduzione; Nello Chott el-Gharsa la Mos Espa, cittadina del deserto del pianeta Tatooine di Star Wars; Verso le oasi di montagna 

15. IL LÉZARD ROUGE DEI BEY DI TUNISI; Le ferrovie tunisine 

16. IL LUNGO VIAGGIO DEL FOSFATO TUNISINO: DAL TRIANGOLO MONTUOSO AL CONFINE CON L’ALGERIA AL PORTO DI SFAX, PASSANDO PER L’ANTICA CAPSA ROMANA 

17. I KSOUR, LE ROCCAFORTI BERBERE DEL GRANDE SUD TUNISINO; Medenine; Ksar Haddada; Tataouine; Chenini 

18. PERCORRENDO LA REGIONE DOVE SI COMBATTE’ LA “GUERRA DEL DESERTO” 

19. INCURSIONE TRA LE SABBIE DEL SAHARA, AI CONFINI MERIDIONALI DELL’IMPERO ROMANO, IL LIMES IMPERII; Ksar Ghilane 

20. NEL FORTE ROMANO DI TISAVAR; I romani e il Limes Tripolitanus 

21. APPENDICE;   1. VIAGGIATORI IN TUNISIA TRA IL XVII SECOLO E LA FINE del XIX;   2. VIAGGIATORI IN TUNISIA TRA LA SECONDA META’ DEL XIX SECOLO E L’INIZIO DEL XX 

22. BIBLIOGRAFIA SELEZIONATA 





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