Raffigurazione
centrale del mosaico di Ulisse, IV secolo d. C., Dougga. È un frammento di impluvium.
Sala XXVII. Museo del Bardo, Tunisi (© Franco Pelliccioni) |
Non avevo mai pensato di effettuare un viaggio in Tunisia. Perché, oltre
all’Egitto, i miei ricordi dell’Africa a nord del Sahara sono stati sempre
indissolubilmente legati al Sudan, grande paese a cavallo tra deserto, savana e
giungla. Anche se da molti anni, addirittura da decenni, in cuor mio avevo
accarezzato il desiderio di spingermi nel cuore stesso del “Nulla” (è il significato del termine Sahara), nell’Hoggar, nel profondo sud
algerino.
In passato quante e quante volte fui in procinto di
organizzarvi una spedizione. E dire che mi sarei perfino accontentato di
partecipare ad una bella e pronta. Anche perché l’Avventura con la A maiuscola
attende comunque laggiù il viaggiatore, con i suoi fascinosi richiami, non
scevri da imprevisti, difficoltà, pericoli.
In seguito le vicende della vita avrebbero
inferto al mio itinerario scientifico e ai miei interessi teoretici un brusco
cambiamento di rotta, che mi avrebbe decisamente allontanato dal continente
africano (Artico, Comunità Marittime dell’Atlantico del Nord). Anche se in
cuor mio avrei conservato pressoché intatto quel desiderio giovanile. Per
giunta l’Algeria, rimanendo sempre più coinvolta in tragiche vicende
religioso-politiche, tanto che i Ministeri degli Esteri
di vari paesi euro-americani da molto tempo, ormai, ne sconsigliavano
caldamente i viaggi, si era collocata al di fuori dei normali circuiti
turistici.
(…) Qualcosa, comunque, anni
addietro si era mossa. L’inaugurazione di un collegamento aereo diretto
Italia-Tamanrasset, capoluogo dell’Hoggar, dava al
viaggiatore la possibilità di giungere nel cuore del Sahara senza dover
cambiare aereo ad Algeri. Era quindi giunta infine l’ora di esaudire
l’antico progetto, quel sogno così sospirato? Ritenendo di sì, con diversi mesi
di anticipo prenotai un posto con un tour
operator specializzato in mini-spedizioni. Sarei dovuto partire a dicembre,
uno dei mesi più consoni ai viaggi nel deserto, nonostante
sia caratterizzato da una considerevole escursione termica diurna data la
rigidità delle ore notturne. Purtroppo si era nel 2001... Ce va sans dire, anche se in precedenza avevo percorso in Sudan
quello nubiano e conoscevo quello esistente appena al di là della fascia
fluviale del Nilo egiziano, la mia iniziazione al “vero” deserto sahariano,
quello che l’immaginazione di noi tutti considera come autentico: quello sabbioso dell’Erg,
avrebbe dovuto aver luogo nel sud-ovest della Tunisia.
Qui, nelle regioni del Bled el-Djerid
e del Nefzazoua, dove sorgono le
stupende oasi di Tozeur, Nefta e Douz, si spingono infatti, con le loro
gigantesche dune, le estreme propaggini del Grande Erg Orientale…
Certo,
sia pure osservando solo superficialmente le mappe è evidente come il paese
maghrebino rappresenti solo un modestissimo cuneo, che si insinua verso sud. Ma
questa mia prima e breve immersione – o, meglio, “tuffo” – maghrebina mi ha
consentito, comunque, di “assaggiare” con il cervello, lo sguardo, l’olfatto,
l’udito e il gusto: colori, sapori, silenzi, panorami e quant’altro si
“affolla” in quella regione. Quasi una sorta di
“aperitivo” al Sahara, che ha reso, se possibile, ancora più desiderabile una
mia futura, seppure del tutto improbabile discesa nel profondo sud algerino. In
considerazione, sia della mia età anagrafica, che della burrascosa epoca nella
quale stiamo tutti vivendo.
Quello che è stato il mio primo viaggio in Tunisia ha avuto anche altri
risvolti. Innanzitutto ha costituito la mia prima partecipazione ad un viaggio
organizzato da altri. Ebbene sì, anch’io mi sono infine dovuto servire delle
prestazioni offerte da un’agenzia. Inoltre, poiché la maggioranza del gruppo
proveniva dalla Sicilia, la prima parte di questo libro potrebbe intitolarsi,
parafrasando quello del celebre Stoppani, l’autore del Bel Paese: “Ricordo di una
carovana di siciliani”, che ovviamente si è servita dei mezzi propri del
XXI secolo: aereo, torpedone e jeeps,
anziché quelli coevi del lungo viaggio, che nel 1874 portò l’abate da Milano a Damasco.
E dire che negli anni avevo sempre considerato quasi con sufficienza il
turismo di massa, veicolato in tutti gli angoli del mondo da agenzie e tour operators. D’altronde in quell’anno ero reduce da un
defatigante viaggio di studio nel Mediterraneo Orientale, che mi aveva condotto
prima a Creta e poi a Rodi. Con tranquillità volevo perciò osservare, conoscere
e apprezzare i diversi e interessanti lineamenti della Tunisia, cominciando
dalla capitale, fino ad arrivare alle immense dune del Sahara.
Il tour, così come
programmato, in base a quanto già sapevo dalla letteratura, possedeva indubbie
attrattive. Offrendo al viaggiatore motivato una sintesi, anche corposa, del
meglio che il paese ha da esibire.
A partire dalle caratteristiche umanizzate: dal celebre Museo del Bardo di Tunisi con gli innumerevoli, meravigliosi (per fattura,
composizioni e rappresentazioni) mosaici romani provenienti dalle diverse aree
archeologiche del paese, alla “città santa” di Kairouan, la quarta dell’Islam
(dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme); dai resti archeologici punici (Cartagine) e romani (il “Colosseo” ad el-Djem, gli splendidi templi di Sufetula), agli originari nuclei urbani
(le Medine di Tunisi, Sfax e Houmt Souk nell’isola di Djerba), alle fortificazioni: arabe (il ribat di Monastir) ed europee (Borj
el-Kebir, sempre a Djerba).
Per non parlare delle cittadine e dei villaggi tradizionali, sia arabi –
nel nord –, che berberi – a sud –. Compreso quell’incredibile villaggio
trogloditico che è Matmata! Senza
dimenticare quelli “fantasma”, poiché abbandonati per i più vari motivi:
terremoto del 1885 (Midés);
alluvione-inondazione del 1969 (Chebika
e Tameghza); sedentarizzazione delle
popolazioni seminomadi - inizio XX secolo-anni ‘1970 - (Ancienne Kébili).
E che dire dei suqs (Tunisi, Sfax, Tozeur), dei
mercati settimanali non turisticizzati (Mareth),
della linea ferroviaria che spunta dal deserto e che convoglia il fosfato dalla
ricca regione mineraria di Metlaoui
fino a Gafsa e, poi, a Sfax, importante porto e città
industriale?
Per quanto riguarda la parte naturalistica, naturalmente il clou è stato rappresentato, non solo per
me, dal deserto del Sahara, con le grandi dune di Douz, quelle non meno affascinanti e imponenti esistenti tra Tozeur e il lago salato (chott) di Gharsa. Percorse e addirittura “scalate” in fuoristrada in
un’escursione quasi interamente effettuata su fuoripista…
Allora non sapevo che di lì a poco avrei anche io avuto sulla cresta “un
posto in prima fila”: incredibilmente a dirsi sotto di me e sotto il sole
dall’immensità del Nulla brillavano
le immaginifiche costruzioni eseguite per il set del celebre film Star
Wars.
Ma vanno ancora ricordati: i miraggi intravisti in lontananza; gli
straordinari, se non “unici”, tramonti nel deserto; le oasi di pianura (come Tozeur e Douz), di montagna (Chebika,
Tameghza, Midés) e marittime (Gabès,
Mareth); lo sterminato lago salato
dello Chott el-Djerid; l’incantevole
isola di Djerba; le “lunari” montagne
Matmata dell’interno, la steppa a sud
della regione di Kairouan; le tracce
lasciate dalla “guerra del deserto”. Incisione
ottocentesca raffigurante l'oasi di Nefta e lo Chott el-Djerid Due anni dopo con un volo diretto dall’Italia avrei raggiunto l’isola tunisina di Djerba. Questa volta l’utilizzazione della jeep mi avrebbe consentito di percorrere strade e piste del deserto, così da raggiungere località altrimenti inaccessibili. Poiché mi porterà fin dentro il Sahara, nel Grande Sud tunisino.
Inoltre mi avrebbe permesso di approfondire località e aspetti, che
tanto mi avevano attratto nel corso del precedente viaggio invernale, lo Chott el-Djerid, ad esempio, o le oasi di montagna e marittime. Mentre avrebbe
anche rafforzato la mia conoscenza delle aree popolate dai berberi. Poiché visiterò
i “castelli” (ksour) di Medenine, Ksar Haddada, Tataouine,
Chenini. Le straordinarie ed entusiasmanti roccaforti dei “berberi
scalatori” e dei “trogloditi artificiali”.
Infine nel Grande Erg
Orientale sarei addirittura entrato all’interno del castrum di Tisavar, localizzato al confine meridionale dell’Impero
romano, il Limes Tripolitanus. Qui era di stanza una guarnigione della III Legio Augusta... DAL TELL AL SAHARA. VIAGGI IN TUNISIA, TRA LE TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE DEL PASSATO E CULTURALI ARABO-BERBERE-ISLAMICHE ODIERNE (178 pp., 198 immagini, di cui 179 a colori, 83 note, Bibliografia) E.Book, versione cartacea a colori e in bianco e nero, I ediz. https://www.amazon.it/dp/B07DMR385M https://www.amazon.it/dp/198314018X Versione cartacea a colori e in bianco e nero, II ediz. SOMMARIO PARTE PRIMA DALLE SPONDE DEL MEDITERRANEO AL SAHEL SAHARIANO 1. PREAMBOLO: DAL “SAHARA ALGERINO” AL SAHARA TUNISINO. VIAGGI VIRTUALI E REALI NEL MAGHREB 2. INTRODUZIONE AL PAESE 3. LA MEDINA DI TUNISI, CON I SUOI PIÙ DI SETTECENTO MONUMENTI STORICI, PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITA’ 4. NEL MUSEO NAZIONALE DEL BARDO DI TUNISI Il "TEMPIO" MONDIALE DEL MOSAICO ROMANO; Breve cronologia del Museo; La visita 5.CARTAGINE; La visita 6. SIDI BOU SAÏD 7. MONASTIR TRA ANTICO E PRESENTE: DALL'ENIGMA DI UN NOME ALLA RICOMPARSA A SORPRESA DI UNA FORTEZZA PERDUTA 8. LA “CITTA’ SANTA” DI KAIROUAN 9. LA CITTA’ ROMANA DI THYSDRUS (EL-DJEM) 10. LA CITTA’ ROMANA DI SUFETULA (SBEITLA) 11. L’ISOLA DI DJERBA: OASI DI RIFUGIATI, TERRA DI INVASORI; La visita 12. NEL SUD, TRA I VILLAGGI “INVISIBILI” DEI “BERBERI SCAVATORI” MATMATA; Mareth; Gabès; Verso Matmata 13. NELLA REGIONE DEGLI CHOTTS; Introduzione; Douz; Kébili (e Ancienne Kébili); Nel Bled el-Djerid L’OASI DI PIANURA DI TOZEUR L’OASI DI PIANURA DI NEFTA PARTE SECONDA RITORNO NEL PAESE DEI GELSOMINI 14. OASI DI MONTAGNA; Introduzione; Nello Chott el-Gharsa la Mos Espa, cittadina del deserto del pianeta Tatooine di Star Wars; Verso le oasi di montagna 15. IL LÉZARD ROUGE DEI BEY DI TUNISI; Le ferrovie tunisine 16. IL LUNGO VIAGGIO DEL FOSFATO TUNISINO: DAL TRIANGOLO MONTUOSO AL CONFINE CON L’ALGERIA AL PORTO DI SFAX, PASSANDO PER L’ANTICA CAPSA ROMANA 17. I KSOUR, LE ROCCAFORTI BERBERE DEL GRANDE SUD TUNISINO; Medenine; Ksar Haddada; Tataouine; Chenini 18. PERCORRENDO LA REGIONE DOVE SI COMBATTE’ LA “GUERRA DEL DESERTO” 19. INCURSIONE TRA LE SABBIE DEL SAHARA, AI CONFINI MERIDIONALI DELL’IMPERO ROMANO, IL LIMES IMPERII; Ksar Ghilane 20. NEL FORTE ROMANO DI TISAVAR; I romani e il Limes Tripolitanus 21. APPENDICE; 1. VIAGGIATORI IN TUNISIA TRA IL XVII SECOLO E LA FINE del XIX; 2. VIAGGIATORI IN TUNISIA TRA LA SECONDA META’ DEL XIX SECOLO E L’INIZIO DEL XX 22. BIBLIOGRAFIA SELEZIONATA |
Nessun commento:
Posta un commento