La pavimentazione musiva ad onde del Rossio [Praça Dom Pedro IV], sembra portare le acque fino al Teatro Nacional Dona Maria II |
Non potevo che restarne affascinato! Pur se possedevo informazioni sulle sue ex colonie africane e sul Brasile, in effetti conoscevo ben poco del suo trascorso storico, come della sua posizione geo-socio-culturale nell’ambito del Portogallo… Così la prima “incursione”, che anni addietro effettuai a Lisbona, inaspettatamente aveva rappresentato un’autentica e deliziosa “scoperta”. Certo, per alcuni versi la città potrebbe forse assomigliare ad una delle tante città-capitali euro-americane. Anche perché, nel tempo, metropoli e megalopoli, le città mondiali, tendono più o meno volontariamente ad omologarsi l’una all’altra. Non solo attraverso la massiccia diffusione di segni e simboli della lingua veicolare e planetaria per eccellenza: l’inglese…
Del resto, i suoi sette colli e il fiume Tejo (Tago) potrebbero, forse, farla paragonare a Roma? O a San Francisco, per la copiosa presenza di antichi tram, che si inerpicano su erte stradine, o che improvvisamente si “tuffano” lungo ripide discese mozzafiato? Per non parlare dell’esistenza di funicolari ed ascensori, o del ponte sospeso 25 de Abril, quasi una copia carbone del celebre Golden Gate? Oppure, potrebbe avere anche qualcosa in comune con Parigi per via dell’Avenida da Liberdade, il lungo boulevard, che molto da vicino è simile agli Champs-Elysées, compreso l’imponente Arco di Trionfo…?
E come
dimenticare, infine, la presenza della gigantesca statua di Cristo Rei,
simile al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, collocata sull’Outra Banda,
l’altra sponda del fiume…
Nonostante tutto, Lisbona mi
era comunque apparsa assai diversa da ogni altra città europea (e
nordamericana) conosciuta, inclusa la vicina Madrid.
Questa è una regione che la
storia ha segnato profondamente, non solo per l’eccentrica localizzazione
geografica. A non a molti chilometri da qui Cabo da Roca costituisce il
punto più occidentale dell’Europa continentale, e capitale e paese si
affacciano sull’Atlantico, ben al di là del Mediterraneo.
Lisbona si allunga, infatti, sul grande estuario del fiume
Tago, a soli 17 chilometri dalle acque dell’oceano. Un’eccellente posizione dal
punto di vista strategico per coloro che nei secoli vi si sono avvicendati.
(…) Ciascuno, naturalmente, ha lasciato tracce, più o meno abbondanti, della propria presenza, anche se le più rilevanti sono quelle dei Mori. Come possiamo oggi constatare, visitando alcune aree della città. Ad iniziare dalla vecchia città moresca, racchiusa nel quartiere collinare dell’Alfama. Proprio per la sua elevata localizzazione, il quartiere è giunto pressoché intatto fino a noi, con la sua tradizionale struttura “labirintica” a casbah, composta da infiniti becos (vicoli), scale, angoli ciechi.
"Lisbona è anche questa" |
(…) Passeggiando per le strade
di Lisbona, guardandosi attentamente intorno, o ammirandola dall’alto di uno
dei suoi spettacolari Miradouros, possiamo “leggere” molto del suo
passato urbano, come quello del Portogallo in toto: è il vantaggio di
essere una “capitale-vetrina”…
Uno degli aspetti di Lisbona,
che maggiormente mi aveva impressionato, era la sua grandiosità! All’epoca del
primo viaggio non conoscevo direttamente Vienna, ma sapevo bene come la
capitale austriaca un tempo fosse demograficamente, architettonicamente e
culturalmente proporzionata alla vastità e all’importanza dell’impero
austro-ungarico. Solo dopo la sua disgregazione Vienna costituirà un’enorme
testa sopra un corpo modesto.
Considerato il numero
relativamente esiguo dei suoi abitanti e di quelli dell’intero Portogallo,
questa era anche l’immagine offertami da Lisbona. Perché piazze, strade e
monumenti, ricchi e abbondanti arredi urbani, imponenti palazzi, musei, chiese, chafariz (fontane)
e quant’altro punteggia abbondantemente Lisbona, mi parlavano di una città che,
forse, aveva vissuto e tuttora vive la sua splendida quotidianità nettamente
“al di sopra” di quello che dovrebbe essere lo status della capitale di
un piccolo paese. Una “scoperta”, questa, che mi aveva lasciato di stucco!
Perché non avrei mai pensato di osservare ed ammirare tanti manufatti,
esteticamente e architettonicamente pregiati, tutti raccolti in uno stesso
centro urbano, che ritenevo dovesse essere più “modesto”, proprio per lo scarso
numero dei suoi abitanti: quanto lontano ero dalla realtà fattuale…
Da sempre la città ha infatti rappresentato un ponte ideale
verso l’Atlantico e l’oltremare, in direzione di Africa, Asia ed America. Fin
da quando, dopo le prime timide scoperte effettuate nel XV secolo sulla costa
occidentale dell’Africa, il Portogallo dapprima scoprì la Via Marittima
verso le Indie con il navigatore Vasco da Gama, salpato dalla vicina Belém
e, poi, il Brasile con Cabral. Dal Trattato di Tordesillas (1494), riguardante
la spartizione della regione atlantica tra Spagna e Portogallo, alla
costituzione di immense colonie, il passo sarà relativamente breve. Tanto è che,
ancora negli anni ‘1960, nonostante la grave perdita del Brasile avvenuta oltre
un secolo prima, il paese rappresentava la terza potenza coloniale europea.
Ecco pertanto
spiegato il “mistero” dell’inattesa grandeur incontrata nella metropoli
portoghese: la città ha avuto un fortissimo sviluppo urbanistico, che non
doveva essere inferiore, per magnificenza, a quello del proprio impero
coloniale.
Grazie alle ricchezze asiatiche, che presto iniziarono ad
affluire a Lisbona, il riconoscente Re Manuel I farà costruire in mezzo al Tago
la celebre Torre di Belém e, sulla vicina sponda orientale, l’imponente Mosteiro
dos Jerónimos. Opere entrambe attuate secondo uno stile gotico assai
pronunciato, nel quale i minimi particolari e i singoli dettagli sono
minuziosamente realizzati. Uno stile architettonico che, in seguito, prenderà
il nome dal re, ma che sarà impiegato anche dopo la sua morte. Indubbiamente il
manuelino è l’unico originale stile portoghese…
(…) Di per sé quanto ho appena sottolineato potrebbe essere
sufficiente per stupire il visitatore. Eppure c’è, ancora, parecchio altro.
Poiché Lisbona, come l’araba fenice, è una città risorta dalle sue ceneri, e
non solo metaforicamente… Oggi, osservandola ed ammirandola, sembra impossibile
pensare come buona parte della zona centrale, ma anche di altre aree della
città, siano state
interamente distrutte da un violentissimo terremoto scatenatosi nel 1755, con
epicentro nell’Atlantico, a circa 200 km ad ovest-sud ovest di Capo St.
Vincent. Gli esperti hanno calcolato come la sua magnitudo possa aver
toccato, forse addirittura superato, gli 8.6 punti della scala Richter.
(…) Oggi ho anche la
possibilità di rendermi conto di ciò che era Lisbona prima del sisma, sia
osservando nel Museu Nacional do Azulejo il lungo pannello piastrellato dell’inizio del XVIII
secolo, che riproduce fedelmente la città prima della sua distruzione, che
rabbrividendo dalla Piazza Rossio, cioè dal cuore stesso di Lisbona,
alla vista dei moncherini degli archi della chiesa del Carmo, che svettano come fantasmi dalla
vicina e soprastante altura del Bairro Alto…
Fernando Pessoa (1888-1935) sembra condividere con un avventore, intento alla lettura, un tavolino della A Brasileira, lo storico e celebre Caffè letterario del Chiado |
(…) Programmando la mia prima visita a Lisbona, ho fatto
in modo di soggiornare in prossimità del luogo-simbolo della rinascita della
città e della tenacia e della lotta dei lisboeti contro le avversità naturali:
Piazza Pombal, familiarmente chiamata la Rotunda. Dalla sommità del suo
Monumento il Marchese può ben dirsi appagato da quanto è riuscito a fare. Qui
ha origine l’imponente e lunga Avenida da Liberdade, che scende
gradatamente, oltrepassa
il centro della città: Praça Dom Pedro IV, meglio nota come Rossio,
continua sulle imponenti ed eleganti strade parallele, raggiungendo l’Arco
da Rua Augusta e la maestosa Praça do Comércio, dove prima del sisma
c’era il Palazzo del Fiume, cioè il Palazzo Reale. Una scalinata
conduce, infine, sulla sponda del Tago.
RITORNO A LISBONA
In avvicinamento all’aeroporto, dal finestrino dell’Airbus A 320 (volo TP 1680), che dall’isola atlantica di Madeira mi sta riportando a Lisbona, tento invano di riconoscere qualcuna delle sue peculiarità a me famigliari. La rotta seguita dall’aereo non consente, però, di soddisfare il mio desiderio. Perché il Tago è dalla parte opposta del velivolo, così che riesco a scorgere solo un’autostrada e la periferia…
Nonostante abbia da poco
lasciato un’attraente isola tropicale, sono elettrizzato al pensiero di
tornare, dopo così tanto tempo, in una città, che considero affascinante.
In perfetto orario
l’atterraggio avviene alle 11,15. Puntualità che più tardi mi consentirà di
avere il tempo per cercare di risolvere, in qualche modo, gli inconvenienti
presentatisi nel Mundial, l’albergo che avevo scelto, ritenendo che
fosse the best in town. Localizzato, com’è, nel cuore stesso di Lisbona:
a Praça Martin Moniz, all’angolo con Praça da Figueira, a due passi dal Rossio,
perciò da tutto...
Nonostante i “pasticci” della reception
e le inverosimili ed “acrobatiche” spiegazioni, seguite dalle molteplici scuse
da parte della direzione, dopo essere stato “dirottato” nell’attiguo e nuovo,
sia pure “superiore”, Hotel-Boutique Portugal, so bene cosa voglio fare:
un rapido spuntino, uno sguardo al Rossio e alla sovrastante chiesa
dirupata del Carmo, un bicchierino di prelibato liquore di amarene preso
al volo nell’attigua Ginjinha… E, poi? Non posso che andare di corsa al Miradouro
di Santa Luzia!
Inizia così la mia nuova
immersione nella città lusitana. Un vagabondaggio casuale o mirato, alla
scoperta di “cose nuove” e di luoghi precedentemente inaccessibili. Perciò mi
dirigo in posti da me apprezzati anni addietro. Volendo rinnovare le forti
sensazioni di allora. Ma voglio anche rivedere particolari e dettagli, che
potevano essermi sfuggiti.
E se volessi effettuare una
pausa ristoratrice, fors’anche un po’ “rituale”, dove è meglio andare? Non c’è
alcun dubbio… Perché il tavolino di uno dei bar del Rossio, la “via Veneto”
lisboeta, è indubbiamente la meta ideale!
LISBONA, TRA TRADIZIONE E MODERNITA’. ALLA SCOPERTA DI UN’INSOLITA “CAPITALE-VETRINA” ATLANTICA
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IL SOMMARIO:
PARTE
PRIMA
INTRODUZIONE: LE GRANDI ESPLORAZIONI GEOGRAFICHE PORTOGHESI E
L’IMPERO D’OLTREMARE, ALLA BASE DEL GRANDIOSO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI LISBONA
CAP. 1 DOPO IL TERREMOTO DEL 1755, LA CITTA’ DI LISBONA, COME
L’ARABA FENICE, RISORGE DALLE SUE CENERI
CAP. 2 PASSEGGIANDO PER LISBONA: L’ALFAMA
CAP. 3 PASSEGGIANDO PER LISBONA: BAIXA, LA «CITTA’»
POMBALINA
CAP. 4 NEL BAIRRO ALTO DI LISBONA, DOVE È NATO IL CANTO
DELL’ANIMA PORTOGHESE: IL FADO. Il CHIADO
CAP. 5 “AL DI LÀ” DEL CENTRO DI LISBONA: OUTRA BANDA, ESTRELA,
LAPO
Outra Banda
Estrela
Il Museo di Arte Antica, Lapo
CAP. 6 UN’«AVVENTURA URBANA»: SFERRAGLIANDO TRA LE COLLINE DI
LISBONA, CON IL TRAM 28
CAP. 7 IL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA SOCIETA’ GEOGRAFICA DI
LISBONA, BAIXA
CAP. 8 MUSEO DELLA FONDAZIONE GULBENKIAN, AVENIDAS NOVAS
CAP. 9 MUSEU NACIONAL DO AZULEJO, XABREGAS
CAP.10 OCEANÁRIO, PARQUE DAS NAÇOES, ZONA
ORIENTAL
Parque das Naçoes
Oceanário
Acuário
Vasco da Gama
CAP.
11 IL MOSTEIRO DOS JERÓNIMOS, CAPOLAVORO DELLO STILE ARCHITETTONICO MANUELINO,
BELÉM
CAP.
12 MUSEU DA MARINHA, IL MUSEO MARITTIMO PORTOGHESE, BELÉM
CAP.
13 PADRÃO DOS DESCOBRIMENTOS, BELÉM
CAP.
14 LA TORRE, SIMBOLO DELL’ETA’ D’ORO DELLE SCOPERTE GEOGRAFICHE PORTOGHESI, BELÉM
CAP.
15 LA COSTA DE LISBOA: ESCURSIONE A SINTRA, CABO DA ROCA, CASCAIS-ESTORIL
Sintra
Palácio
Nacional de Sintra
Cabo
da Roca
La
“Costa Azzurra” portoghese:
PARTE SECONDA: RITORNO A LISBONA
CAP.
16 PREMESSA: VAGABONDAGGI CASUALI E MIRATI, PER APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DI
CIÒ CHE È NOTO E “SCOPRIRE” NUOVI LUOGHI E PROSPETTIVE
CAP.
17 DALL’ALFAMA ALLE STUPEFACENTI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE NELL’ANTICO CAMPO
DAS CEBOLAS
CAP.
18 UNA PAGINA BUIA DELLA STORIA DI LISBONA: LA CHIESA DI SÃO DOMINGOS E
IL MONUMENTO, CHE RICORDA IL MASSACRO DEGLI EBREI CONVERTITI IL GIORNO DI
PASQUA DEL 1506
CAP.
19 OSSERVANDO LA PRAÇA DA COMÉRCIO DALL’ALTO DELL’ARCO TRIONFALE
19.1
Prima del terremoto del 1755: Il Palazzo da Ribeira e il Terreiro do
Paço
19.2
Dopo il terremoto del 1755: la Praça de Comércio è il nuovo centro
direzionale amministrativo, politico e commerciale del Portogallo
19.3
Una lunga “passeggiata ad arco: il lungofiume, l’antico cantiere navale e
l’arsenale, la stazione ferroviaria di Cais do Sodré , il “nuovo” Mercato
da Ribeira, Chiado e Bairro Alto, la funicolare Bica, Miradouro
de São Pedro de Alcãntara. Ritorno alla Baixa, con la funicolare Gloria
CAP. 20 PER CONCLUDERE: UN TRAMONTO
A LISBONA
APPENDICE
1.
I Cavalieri Ospedalieri dell’Ordine di San Giovanni e i Templari
tra i crociati, che nel 1147 aiutarono Afonso Henriques, a scacciare i Mori
dal Castello di São Jorge
La
chiesa di Santa Luzia e São Brás
Una
digressione sugli Ordini Militari-Religiosi: Cavalieri Templari, Ospedalieri di
San Giovanni (in futuro di Malta), Teutonici
2.
“Ritrovato”, all’inizio del xx secolo, il terremoto “dimenticato” del 1531
3. Gli altri terremoti di
Lisbona
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