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martedì 7 giugno 2022

27. LISBONA: ALLA SCOPERTA DI UN'AFFASCINANTE “CAPITALE-VETRINA” ATLANTICA

 


La pavimentazione musiva ad onde del Rossio [Praça Dom Pedro IV], sembra portare le acque fino al Teatro Nacional Dona Maria II
Franco Pelliccioni


Non potevo che restarne affascinato! Pur se possedevo informazioni sulle sue ex colonie africane e sul Brasile, in effetti conoscevo ben poco del suo trascorso storico, come della sua posizione geo-socio-culturale nell’ambito del Portogallo… Così la prima “incursione”, che anni addietro effettuai a Lisbona, inaspettatamente aveva rappresentato un’autentica e deliziosa “scoperta”. Certo, per alcuni versi la città potrebbe forse assomigliare ad una delle tante città-capitali euro-americane. Anche perché, nel tempo, metropoli e megalopoli, le città mondiali, tendono più o meno volontariamente ad omologarsi l’una all’altra. Non solo attraverso la massiccia diffusione di segni e simboli della lingua veicolare e planetaria per eccellenza: l’inglese… 

Del resto, i suoi sette colli e il fiume Tejo (Tago) potrebbero, forse, farla paragonare a Roma? O a San Francisco, per la copiosa presenza di antichi tram, che si inerpicano su erte stradine, o che improvvisamente si “tuffano” lungo ripide discese mozzafiato? Per non parlare dell’esistenza di funicolari ed ascensori, o del ponte sospeso 25 de Abril, quasi una copia carbone del celebre Golden Gate? Oppure, potrebbe avere anche qualcosa in comune con Parigi per via dell’Avenida da Liberdade, il lungo boulevard, che molto da vicino è simile agli Champs-Elysées, compreso l’imponente Arco di Trionfo…? 

  E come dimenticare, infine, la presenza della gigantesca statua di Cristo Rei, simile al Cristo Redentore di Rio de Janeiro, collocata sull’Outra Banda, l’altra sponda del fiume…

   Nonostante tutto, Lisbona mi era comunque apparsa assai diversa da ogni altra città europea (e nordamericana) conosciuta, inclusa la vicina Madrid.

   Questa è una regione che la storia ha segnato profondamente, non solo per l’eccentrica localizzazione geografica. A non a molti chilometri da qui Cabo da Roca costituisce il punto più occidentale dell’Europa continentale, e capitale e paese si affacciano sull’Atlantico, ben al di là del Mediterraneo.

   Lisbona si allunga, infatti, sul grande estuario del fiume Tago, a soli 17 chilometri dalle acque dell’oceano. Un’eccellente posizione dal punto di vista strategico per coloro che nei secoli vi si sono avvicendati.

   (…) Ciascuno, naturalmente, ha lasciato tracce, più o meno abbondanti, della propria presenza, anche se le più rilevanti sono quelle dei Mori. Come possiamo oggi constatare, visitando alcune aree della città. Ad iniziare dalla vecchia città moresca, racchiusa nel quartiere collinare dell’Alfama. Proprio per la sua elevata localizzazione, il quartiere è giunto pressoché intatto fino a noi, con la sua tradizionale struttura “labirintica” a casbah, composta da infiniti becos (vicoli), scale, angoli ciechi. 

"Lisbona è anche questa"
 Franco Pelliccioni

   Ma la cultura moresca ha profondamente influenzato anche alcuni settori della cultura lisboeta e portoghese. Naturalmente il suo aspetto più diffuso e vistoso, forse anche un tantino singolare, è rappresentato dagli azulejos, le celebri mattonelle dipinte prevalentemente con il colore degli oceani. Da secoli utilizzate per le decorazioni interne ed esterne, così che spesso ricoprono intere facciate, ma anche i pavimenti e i soffitti di case e ville. Non è infatti raro vedere palazzine, anche moderne che, all’intonaco, hanno preferito le piastrelle azzurre (o di altri colori) disegnate: per la loro lunga durata, i costi contenuti, la minima manutenzione…

   (…) Passeggiando per le strade di Lisbona, guardandosi attentamente intorno, o ammirandola dall’alto di uno dei suoi spettacolari Miradouros, possiamo “leggere” molto del suo passato urbano, come quello del Portogallo in toto: è il vantaggio di essere una “capitale-vetrina”…

   Uno degli aspetti di Lisbona, che maggiormente mi aveva impressionato, era la sua grandiosità! All’epoca del primo viaggio non conoscevo direttamente Vienna, ma sapevo bene come la capitale austriaca un tempo fosse demograficamente, architettonicamente e culturalmente proporzionata alla vastità e all’importanza dell’impero austro-ungarico. Solo dopo la sua disgregazione Vienna costituirà un’enorme testa sopra un corpo modesto.

   Considerato il numero relativamente esiguo dei suoi abitanti e di quelli dell’intero Portogallo, questa era anche l’immagine offertami da Lisbona. Perché piazze, strade e monumenti, ricchi e abbondanti arredi urbani, imponenti palazzi, musei, chiese, chafariz (fontane) e quant’altro punteggia abbondantemente Lisbona, mi parlavano di una città che, forse, aveva vissuto e tuttora vive la sua splendida quotidianità nettamente “al di sopra” di quello che dovrebbe essere lo status della capitale di un piccolo paese. Una “scoperta”, questa, che mi aveva lasciato di stucco! Perché non avrei mai pensato di osservare ed ammirare tanti manufatti, esteticamente e architettonicamente pregiati, tutti raccolti in uno stesso centro urbano, che ritenevo dovesse essere più “modesto”, proprio per lo scarso numero dei suoi abitanti: quanto lontano ero dalla realtà fattuale…

   Da sempre la città ha infatti rappresentato un ponte ideale verso l’Atlantico e l’oltremare, in direzione di Africa, Asia ed America. Fin da quando, dopo le prime timide scoperte effettuate nel XV secolo sulla costa occidentale dell’Africa, il Portogallo dapprima scoprì la Via Marittima verso le Indie con il navigatore Vasco da Gama, salpato dalla vicina Belém e, poi, il Brasile con Cabral. Dal Trattato di Tordesillas (1494), riguardante la spartizione della regione atlantica tra Spagna e Portogallo, alla costituzione di immense colonie, il passo sarà relativamente breve. Tanto è che, ancora negli anni ‘1960, nonostante la grave perdita del Brasile avvenuta oltre un secolo prima, il paese rappresentava la terza potenza coloniale europea.

   Ecco pertanto spiegato il “mistero” dell’inattesa grandeur incontrata nella metropoli portoghese: la città ha avuto un fortissimo sviluppo urbanistico, che non doveva essere inferiore, per magnificenza, a quello del proprio impero coloniale.

   Grazie alle ricchezze asiatiche, che presto iniziarono ad affluire a Lisbona, il riconoscente Re Manuel I farà costruire in mezzo al Tago la celebre Torre di Belém e, sulla vicina sponda orientale, l’imponente Mosteiro dos Jerónimos. Opere entrambe attuate secondo uno stile gotico assai pronunciato, nel quale i minimi particolari e i singoli dettagli sono minuziosamente realizzati. Uno stile architettonico che, in seguito, prenderà il nome dal re, ma che sarà impiegato anche dopo la sua morte. Indubbiamente il manuelino è l’unico originale stile portoghese…

   (…) Di per sé quanto ho appena sottolineato potrebbe essere sufficiente per stupire il visitatore. Eppure c’è, ancora, parecchio altro. Poiché Lisbona, come l’araba fenice, è una città risorta dalle sue ceneri, e non solo metaforicamente… Oggi, osservandola ed ammirandola, sembra impossibile pensare come buona parte della zona centrale, ma anche di altre aree della città, siano state interamente distrutte da un violentissimo terremoto scatenatosi nel 1755, con epicentro nell’Atlantico, a circa 200 km ad ovest-sud ovest di Capo St. Vincent. Gli esperti hanno calcolato come la sua magnitudo possa aver toccato, forse addirittura superato, gli 8.6 punti della scala Richter.

   (…) Oggi ho anche la possibilità di rendermi conto di ciò che era Lisbona prima del sisma, sia osservando nel Museu Nacional do Azulejo  il lungo pannello piastrellato dell’inizio del XVIII secolo, che riproduce fedelmente la città prima della sua distruzione, che rabbrividendo dalla Piazza Rossio, cioè dal cuore stesso di Lisbona, alla vista dei moncherini degli archi della chiesa del Carmo, che svettano come fantasmi dalla vicina e soprastante altura del Bairro Alto

Fernando Pessoa (1888-1935) sembra condividere con un avventore, intento alla lettura, un tavolino della A Brasileira, lo storico e celebre Caffè letterario del Chiado
 Franco Pelliccioni

   (…) Programmando la mia prima visita a Lisbona, ho fatto in modo di soggiornare in prossimità del luogo-simbolo della rinascita della città e della tenacia e della lotta dei lisboeti contro le avversità naturali: Piazza Pombal, familiarmente chiamata la Rotunda. Dalla sommità del suo Monumento il Marchese può ben dirsi appagato da quanto è riuscito a fare. Qui ha origine l’imponente e lunga Avenida da Liberdade, che scende gradatamente, oltrepassa il centro della città: Praça Dom Pedro IV, meglio nota come Rossio, continua sulle imponenti ed eleganti strade parallele, raggiungendo l’Arco da Rua Augusta e la maestosa Praça do Comércio, dove prima del sisma c’era il Palazzo del Fiume, cioè il Palazzo Reale. Una scalinata conduce, infine, sulla sponda del Tago.

 

RITORNO A LISBONA

   In avvicinamento all’aeroporto, dal finestrino dell’Airbus A 320 (volo TP 1680), che dall’isola atlantica di Madeira mi sta riportando a Lisbona, tento invano di riconoscere qualcuna delle sue peculiarità a me famigliari. La rotta seguita dall’aereo non consente, però, di soddisfare il mio desiderio. Perché il Tago è dalla parte opposta del velivolo, così che riesco a scorgere solo un’autostrada e la periferia…

   Nonostante abbia da poco lasciato un’attraente isola tropicale, sono elettrizzato al pensiero di tornare, dopo così tanto tempo, in una città, che considero affascinante.

   In perfetto orario l’atterraggio avviene alle 11,15. Puntualità che più tardi mi consentirà di avere il tempo per cercare di risolvere, in qualche modo, gli inconvenienti presentatisi nel Mundial, l’albergo che avevo scelto, ritenendo che fosse the best in town. Localizzato, com’è, nel cuore stesso di Lisbona: a Praça Martin Moniz, all’angolo con Praça da Figueira, a due passi dal Rossio, perciò da tutto...

   Nonostante i “pasticci” della reception e le inverosimili ed “acrobatiche” spiegazioni, seguite dalle molteplici scuse da parte della direzione, dopo essere stato “dirottato” nell’attiguo e nuovo, sia pure “superiore”, Hotel-Boutique Portugal, so bene cosa voglio fare: un rapido spuntino, uno sguardo al Rossio e alla sovrastante chiesa dirupata del Carmo, un bicchierino di prelibato liquore di amarene preso al volo nell’attigua Ginjinha… E, poi? Non posso che andare di corsa al Miradouro di Santa Luzia!

   Inizia così la mia nuova immersione nella città lusitana. Un vagabondaggio casuale o mirato, alla scoperta di “cose nuove” e di luoghi precedentemente inaccessibili. Perciò mi dirigo in posti da me apprezzati anni addietro. Volendo rinnovare le forti sensazioni di allora. Ma voglio anche rivedere particolari e dettagli, che potevano essermi sfuggiti.

   E se volessi effettuare una pausa ristoratrice, fors’anche un po’ “rituale”, dove è meglio andare? Non c’è alcun dubbio… Perché il tavolino di uno dei bar del Rossio, la “via Veneto” lisboeta, è indubbiamente la meta ideale!

 LISBONA, TRA TRADIZIONE E MODERNITA’. ALLA SCOPERTA DI UN’INSOLITA “CAPITALE-VETRINA” ATLANTICA

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IL SOMMARIO:

PARTE PRIMA

INTRODUZIONE: LE GRANDI ESPLORAZIONI GEOGRAFICHE PORTOGHESI E L’IMPERO D’OLTREMARE, ALLA BASE DEL GRANDIOSO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI LISBONA

CAP. 1 DOPO IL TERREMOTO DEL 1755, LA CITTA’ DI LISBONA, COME L’ARABA FENICE, RISORGE DALLE SUE CENERI

CAP. 2 PASSEGGIANDO PER LISBONA: L’ALFAMA

CAP. 3 PASSEGGIANDO PER LISBONA: BAIXA, LA «CITTA’» POMBALINA

CAP. 4 NEL BAIRRO ALTO DI LISBONA, DOVE È NATO IL CANTO DELL’ANIMA PORTOGHESE: IL FADO. Il CHIADO

CAP. 5 “AL DI LÀ” DEL CENTRO DI LISBONA: OUTRA BANDA, ESTRELA, LAPO

Outra Banda

Estrela

Il Museo di Arte Antica, Lapo

CAP. 6 UN’«AVVENTURA URBANA»: SFERRAGLIANDO TRA LE COLLINE DI LISBONA, CON IL TRAM 28

CAP. 7 IL MUSEO ETNOGRAFICO DELLA SOCIETA’ GEOGRAFICA DI LISBONA, BAIXA

CAP. 8 MUSEO DELLA FONDAZIONE GULBENKIAN, AVENIDAS NOVAS

CAP. 9 MUSEU NACIONAL DO AZULEJO, XABREGAS

CAP.10 OCEANÁRIO, PARQUE DAS NAÇOES, ZONA ORIENTAL

Parque das Naçoes

Oceanário

Acuário Vasco da Gama

CAP. 11 IL MOSTEIRO DOS JERÓNIMOS, CAPOLAVORO DELLO STILE ARCHITETTONICO MANUELINO, BELÉM

CAP. 12 MUSEU DA MARINHA, IL MUSEO MARITTIMO PORTOGHESE, BELÉM

CAP. 13 PADRÃO DOS DESCOBRIMENTOS, BELÉM

CAP. 14 LA TORRE, SIMBOLO DELL’ETA’ D’ORO DELLE SCOPERTE GEOGRAFICHE PORTOGHESI, BELÉM

CAP. 15 LA COSTA DE LISBOA: ESCURSIONE A SINTRA, CABO DA ROCA, CASCAIS-ESTORIL

Sintra

Palácio Nacional de Sintra

Cabo da Roca

La “Costa Azzurra” portoghese:

PARTE SECONDA: RITORNO A LISBONA

CAP. 16 PREMESSA: VAGABONDAGGI CASUALI E MIRATI, PER APPROFONDIRE LA CONOSCENZA DI CIÒ CHE È NOTO E “SCOPRIRE” NUOVI LUOGHI E PROSPETTIVE

CAP. 17 DALL’ALFAMA ALLE STUPEFACENTI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE NELL’ANTICO CAMPO DAS CEBOLAS

CAP. 18 UNA PAGINA BUIA DELLA STORIA DI LISBONA: LA CHIESA DI SÃO DOMINGOS E IL MONUMENTO, CHE RICORDA IL MASSACRO DEGLI EBREI CONVERTITI IL GIORNO DI PASQUA DEL 1506

CAP. 19 OSSERVANDO LA PRAÇA DA COMÉRCIO DALL’ALTO DELL’ARCO TRIONFALE

19.1 Prima del terremoto del 1755: Il Palazzo da Ribeira e il Terreiro do Paço

19.2 Dopo il terremoto del 1755: la Praça de Comércio è il nuovo centro direzionale amministrativo, politico e commerciale del Portogallo

19.3 Una lunga “passeggiata ad arco: il lungofiume, l’antico cantiere navale e l’arsenale, la stazione ferroviaria di Cais do Sodré , il “nuovo” Mercato da Ribeira, Chiado e Bairro Alto, la funicolare Bica, Miradouro de São Pedro de Alcãntara. Ritorno alla Baixa, con la funicolare Gloria

CAP. 20 PER CONCLUDERE: UN TRAMONTO A LISBONA

APPENDICE

1. I Cavalieri Ospedalieri dell’Ordine di San Giovanni e i Templari tra i crociati, che nel 1147 aiutarono Afonso Henriques, a scacciare i Mori dal Castello di São Jorge

La chiesa di Santa Luzia e São Brás

Una digressione sugli Ordini Militari-Religiosi: Cavalieri Templari, Ospedalieri di San Giovanni (in futuro di Malta), Teutonici

2. “Ritrovato”, all’inizio del xx secolo, il terremoto “dimenticato” del 1531

3. Gli altri terremoti di Lisbona 



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