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venerdì 11 febbraio 2022

12. ISOLA DI TERRANOVA, CANADA: RICORDI ED EMOZIONI

 

L'isola canadese di Terranova

A distanza di tanti anni dall’ultimo mio viaggio di ricerca in Canada (a Terranova, ma anche a Saint Pierre e Miquelon), ricordo con emozione la sua grandezza (tutto nel Canada è su “scala esagerata”, tanto da essere definita: la “geografia dell’immenso”…). Ma ricordo anche: la grande ospitalità e disponibilità della gente; la competenza e professionalità dei ricercatori, dei Curatori dei musei e delle guide dei Parks Canada da me incontrate; la cordialità dei pescatori, degli abitanti dei vari outports (alcuni, come Nameless, non hanno neanche un “nome”: oggi il villaggio conta 69 abitanti; altri invece portano toponimi "deliziosi" o addirittura improbabili...) da me visitati. Terranovesi che, in qualche caso, mi hanno riferito che sono andati, od andranno in futuro, ad esplorare la loro isola. 

Sì, hanno usato proprio questo verbo.

Ed ancora: i mille ponds, laghetti dove spesso vedi nuotare nell’acqua, per me gelida, i ragazzi; gli alti fari costieri; il vento; il rumore delle onde oceaniche, che si frangono sulle scogliere; gli alberi nelle regioni costiere, che si difendono crescendo paralleli al suolo; improvvisi icebergs,  che sembrano stiano "correndo", per andare a sbarrare l'accesso a qualche baia. Montagne di ghiaccio che si scorgono da molto lontano, al di sopra di boschi ed alture, che sembra sia proprio impossibile cercare di raggiungerle! Come le testate delle grandi valli alpine. 

Ma ricordo anche l'emozionante whale watching; i fossili sulle rocce levigate dall’acqua dell’oceano; i succulenti frutti di bosco che mi hanno insegnato a raccogliere; la presenza di innumerevoli uccelli. Anche quelli che, da lontano, assomigliano ad una nuvoletta bianca, che testimonia l’arrivo in porto di un peschereccio, dopo una fruttuosa giornata di pesca. 

Quindi l'imprevista “scoperta” di relitti di navi naufragate o incagliatesi sulle scogliere. 

Infine nella Grande Penisola Settentrionale ecco la Vínland dei Vichinghi…  

L'Anse-aux-Meadows-Vínland ( Franco Pelliccioni) 

In questo sperduto posto del mondo, nell'angolo più eccentrico dell’enorme e remota penisola settentrionale (Great Northern Peninsula), localizzata a nord-ovest di questa immensa isola, sono fotografato, mentre armeggio con la macchina fotografica, assieme al sig. Clayton. Un pescatore del piccolo villaggio di L'Anse-aux-Meadows ("La Baia delle Meduse"), che durante i non lunghi mesi estivi espleta la funzione di guida ufficiale dei Parks Canada. Mi trovo nel Parco Storico Nazionale di L'Anse aux-Meadows (piccolo avamposto della Vínland dei navigatori groenlandesi), creato nel 1977 e dichiarato dall’UNESCO l'anno dopo (1978)  parte integrante del Patrimonio Mondiale dell'Umanità.  

Sullo sfondo si notano le fedeli ricostruzioni, dal punto di vista etno-storico, di tre lunghe case vichinghe. Edificate, sempre nel 1978, da artigiani canadesi, sulla base della coeva fattoria islandese in terra ed erba di Stöng, risalente all'XI secolo. Che visiterò nel corso del mio viaggio-ricerca in Islanda del 1998.

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prima edizione


Ai Confini d'Europa: Viaggio-Ricerca nell'Islanda dei Vulcani, dei Ghiacciai, delle Saghe, del Mondo Vichingo

La fattoria di Stöng è descritta nel cap. 17.3: L'Hekla e la "Pompei islandese: la fattoria vichinga di Stöng (pp. 156-161 della prima ediz.).





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