* In questo post, dedicato al pubblico italiano, ho mantenuto l'apparato bilingue solo nelle didascalie delle due foto
Cosa c'è nel libro:
Prefazione;
Il viaggio del dicembre del 1980 Cairo; Menfi, capitale dell’Antico Regno; la Necropoli di Saqqara; Giza; ancora al Cairo: Al-Qarafah, la Città dei Morti
Alto Egitto: Abu Simbel, Assuan, Elefantina, File
Medio Egitto: Tebe Orientale: Luxor; Nel Suq; Il Tempio; Karnak; Tebe Occidentale: Valle dei
Re
Ritorno al Cairo: Helwan
Cairo e Basso Egitto, gennaio 2007: Cairo; Giza; Menfi; Saqqara
Una moderna Crociera sul Nilo
Alto Egitto: Abu Simbel ; Assuan, Elefantina, la Prima Cateratta, le
dighe, il villaggio Nubiano; File; Assuan e le due dighe
In navigazione sul Nilo: Kom Ombo; Edfu
Continua la navigazione sul Nilo; Esna e la sua Chiusa
Medio Egitto: Tebe
Orientale: Luxor; Karnak; Tebe Occidentale, “Le Case di un milione di
anni”: i Templi funerari di Amenhotep III (Memnone), Hatshepsut (Deir
El-Bahari), Ramses III (Medinet Habu); i Colossi di Memnone; la Valle dei Re
Sul Mar Rosso, al confine meridionale
con il Sudan, giugno 2007;
Lahami Bay; ai confini del Sudan: El-Shelateen, citta’-mercato
e carrefour di popoli; lungo l’antica “Carovaniera degli 11 giorni”
Viaggio a Sharm, maggio 2009: Naama Bay; l’area protetta di Nabq; Parco Marino di Ras Mohammed
Alla fine del “viaggio”. Bibliografia
In tutti i miei “racconti”, sia articoli, che libri, ho sempre ritenuto essenziale integrare il più possibile i testi con le immagini.
Qui debitamente commentate in un apparato didascalico bilingue.
Le ho riprese, nell’arco di quasi trent’anni, sulle due sponde di el-Bahr, il Nilo, e sulla costa del Mar Rosso.
Anche se, non da molto, ho pubblicato “per prova” una versione non illustrata del libro, ampliando così l’«offerta» del mio Egitto…
Sono foto di dettagli, particolari, curiosità, addirittura stranezze.
La maggior parte giunte fino a noi attraverso i millenni.
Immagini ovviamente storiche, finanche terribili, persino spudoratamente erotiche.
Alcune di loro mi hanno consentito di fare inaspettate “scoperte”.
A Karnak, ad esempio, ho fotografato la rampa di mattoni, terra e fango, che servì per erigere il Primo Pilone del Tempio di Amon.
Dopo oltre duemila anni, si trova ancora oggi sul posto, addossata alle mura.
Perché il pilone fu l’ultimo ad essere costruito da uno dei tanti faraoni, che hanno contribuito a rendere il tempio unico al mondo.
Qui mi imbatterò casualmente in un sorprendente calendario egizio, ma osserverò anche Min, il Dio dal “pene eretto”, che su un pilone riceve l’offerta di un afrodisiaco vegetale.
Dio che avevo già visto in tutto il suo “maschio splendore” in un bassorilievo ripreso nel 1980 nel Tempio di Luxor, mentre nel 2007 mi sarei accorto che, sempre nello stesso tempio, c’era ancora un altro bassorilievo, che lo raffigura mentre sta eiaculando e lo sperma viene debitamente raccolto in un contenitore.
Poi scoprirò come l’anonimo scultore avesse persino raffigurato uno spermatozoo.
Il libro mostra al lettore immagini di valore etno-antropologico, archeologico, naturalmente storico-religioso, naturalistico: paesaggi desertici e tropicali, templi più o meno celebri, alto e bassorilievi, figure, statue, genti, animali, tra cui i pesci delle barriere coralline del Mar Rosso, sia centrale, che settentrionale.
Fotografie in qualche caso anche con effetti esteticamente apprezzabili, a volte persino strabilianti, non sempre da me volutamente ricercati.
Come quelle realizzate nel 1980 al crepuscolo a Giza, al tramonto ad Esna, di sera al Tempio di Luxor illuminato.
Ma anche un viso può essere estremamente interessante, se ripreso da lontano, con un potente teleobiettivo.
Parlando di numeri, il libro contiene 31 foto del Cairo, 20 di Giza e le sue piramidi, 16 dei templi di Abu Simbel, 28 di quelli di Luxor e Karnak…
Altre 18 foto riguardano la Casa di Milioni di Anni di Ramses III, la straordinaria Medinet Habu. Tempio funerario del faraone guerriero, localizzato nella Tebe occidentale, sulla sponda sinistra del Nilo. [complessivamente il libro contiene 278 foto, 275 sono mie]
Una volta tornato a Roma, scoprirò come i bassorilievi del suo Primo Pilone riportino un errore di non poco conto.
Perché con i loro caratteri somatici vi figurano i popoli africani sottomessi da Ramses.
Peccato che avesse combattuto, invece, contro quelli asiatici (sic).
Non solo…
Perché, dopo diversi e prolungati cicli di ricerche nella mia biblioteca e sul Web, ho appurato come quello che pensavo fosse solo uno dei tanti reperti archeologici egizi, in realtà era la tavola delle offerte votive al Dio Amon, da parte delle Divine Adoratrici, sue spose, in genere nobili e principesse.
Ho anche inserito un paio di foto di una delle più straordinarie tombe presenti nella Valle dei Re, quella di Thutmose III. La visitai nel 1980 [è la foto di apertura del post].
Oltre tutto era difficoltosa da raggiungere, perché scavata in alto, ma all’interno di una fenditura nella roccia.
È possibile osservare il sarcofago e la camera mortuaria dalle pareti interamente dipinte, che diventa un enorme papiro, che avvolge la tomba.
I geroglifici sono tratti dal Libro di Amduat ("ciò che è nell'aldilà").
Ho parlato prima di “scoperte”.
Perché, anche se faccio il ricercatore da ormai quasi sessant’anni, non essendo un egittologo, immedesimandomi nelle vesti di uno Champollion in sedicesimo, mi sono inoltrato in una terra per me quasi del tutto “incognita”, dove si possono disvelare persino “cose mirabili”.
Così, per elaborare le didascalie di una delle foto, scattata attraverso “un piccolo buco”, mi sono improvvisamente reso conto che, proprio a pochissima distanza dai miei occhi, c’erano altri occhi, che sembravano guardarmi.
Appartenevano al viso del faraone Zoser, cioè alla sua statua a grandezza naturale e, a quanto pare, abbastanza verosimile.
Realizzata quasi 4.700 anni fa a Saqqara, accanto alla sua tomba-piramide.
Perciò là c’era il suo ka.
È da allora che attende sempre di essere onorato dal proprio popolo.
Poiché, oltre a muoversi, riesce a percepire, nella sua modestissima camera sigillata, grazie alla presenza di due fori, gli odori e i profumi delle offerte.
Così la foto, che vedevo nello schermo, era non solo curiosa, ma addirittura eccezionale…
Perché quello era il suo serdab!
Le altre due mie “scoperte” provengono dai templi di Kom Ombo e di Edfu.
Inizialmente avevo scambiato il bassorilievo fotografato a Kom Ombo per uno dei tanti osservati in Egitto. In seguito ne accerterò l’importanza.
Poiché esso dava forma e sostanza al termine archeologico mammisi.
Rappresentando il parto di una donna, con il neonato che in quel momento sta fuoriuscendo dalla vagina della mamma.
Per quanto riguarda il tempio di Edfu, qui una statua del Dio falcone Horo protegge una figura che nel Web sembra non godere troppa attenzione.
Eppure il Dio sta tutelando nientemeno che il figlio di Cleopatra (VII) e di Giulio Cesare: Cesarione, cioè Tolomeo XV, l’ultimo dei faraoni dell’Antico Egitto.
Da/From: IMMAGINI DALL’EGITTO IMAGES FROM EGYPT. Companion book di / of: VIAGGI IN EGITTO 1980-2009
E-Book e versione cartacea a colori di grande formato (17,78 x 25,4 cm), 171 pp, 138 note, 278 immagini (275 sono dell'A.)
E-Book and paper colour version in large format (17.78 x 25.4 cm), 171 pages, 138 notes, 278 images (275 are from the A.)
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